Voi non lo sapete, ma questo è uno dei primissimi speciali che avevo in programma di scrivere quando ho aperto i400Calci. Giuro. Mi è sempre mancato l’aggancio giusto. Poi l’altra sera abbiamo guardato insieme Predator su #400tv, e purtroppo non ricordo chi, ma qualcuno ha detto “quanto spacca l’assalto ai guerriglieri valverdiani” e qualcun altro attentissimo ha risposto “quello fu girato dalla seconda unità”. Che è verissimo, e documentato dagli speciali nel dvd.
E sapete chi era il regista della seconda unità di Predator?
Quest’uomo:
Craig R. Baxley nasce attore, si trasforma in stuntman (che è un mestiere, non un supereroe), diventa coordinatore e infine passa direttamente a dirigere seconde unità. La sua gavetta consiste in cosine da nulla come I guerrieri della notte, Hazzard e l’A-Team. Dopo il lavorone su Predator dirige tre filmoni, per poi – causa sfigatissimo e immeritato fiasco del terzo – sparire nella melma dei mestieranti senza meta e senza cuore. Ma quei tre film, pur privi di vere e proprie star, rimangono a tutt’oggi i migliori rappresentanti di un genere che non esiste più: l’action a medio budget pre-CGI che sfruttava una trama generica qualsiasi e puntava tutto su eroi carismatici, stunt spettacolari, esplosioni come se fosse gratis, facce e battute che ti si scolpiscono in testa, creatività, divertimento e non un solo secondo morto. Essi compongono: The Baxley Trilogy.
“Gli hai quasi staccato un braccio!”
“E allora? Ne ha uno di riserva”
L’esordio del Craig sul grande schermo avviene con Action Jackson, meritata prima chance da protagonista per Carl “Apollo” Weathers, dopo quattro film di Rocky e la pessima fine riservatagli in Predator.
Una volta ci voleva poco per impalcare un film. Prendevi un ricco uomo d’affari ingordo e corrotto, gli davi in mano una squadra di killer metallari incaricata di ammazzare tutti i suoi rivali con metodi rumorosi e spettacolari miracolosamente fatti passare per incidenti/suicidi. E gli metti alle calcagna l’uomo giusto.
L’uomo giusto in questo caso è il Sergente Jericho “Action” Jackson. Normalmente l’eroe ci verrebbe introdotto in azione (il grande classico è la rapina al supermercato), ma qui si opta per un’insolita opzione di classe: seguiamo uno sfigatissimo scippatore che viene arrestato e portato in centrale, e durante il viaggio viene intimidito con storie e leggende su “Action Jackson” (“dicono che sia nato dalla relazione tra una donna e un bigfoot”); il malcapitato che si lascia talmente suggestionare che, quando dopo un goffo tentativo di fuga va a sbattere proprio contro la scrivania del Sergente Jackson, gli basta leggere il nome sulla targhetta e incrociare il suo sguardo severo per svenire dalla strizza.
Eppure quando incontriamo Jackson, il nostro è stato appunto retrocesso a un umiliante ruolo dietro la scrivania, in cravatta come il triste Dillon di Predator. Ovviamente per colpa del cattivo. Che una volta l’ha fatto incazzare davvero molto facendolo reagire in modo eccessivo e costandogli non solo la carriera ma anche la famiglia (cosa che Jackson tende a dimenticare ma che per fortuna il suo capo gli rinfresca così lo impariamo anche noi spettatori). Ma per una serie di circostanze il nostro eroe si ritrova a indagare su questa serie di omicidi loschi in compagnia di una cantante di night club tossicodipendente. L’indagine darà modo a Carl Weathers di sfoderare tutto il suo sottoutilizzato carisma, ma soprattutto a Craig R. Baxley di accumulare stunt ed esplosioni a ritmo indiavolato, infilando sequenze epiche come quella in cui Jackson sfonda un parabrezza con un pugno e, soprattutto, quella in cui scavalca un taxi in corsa con un salto mortale. E non credo che sia un caso che, una volta in azione, Weathers cambi la camicia e cravatta con esattamente la stessa polo rossa che indossava Schwarzy quando lo sfotteva all’inizio di Predator. La polo rossa, questo insospettabile simbolo di virilità.
Ma ad impressionare, oltre alla scioltezza con cui Baxley fa volare auto e scoppiare cose, è il cast.
Oltre a Carl Weathers abbiamo: il megacattivo interpretato da Craig T. Nelson, meglio noto come il padre nella saga di Poltergeist, qui in un ruolo platealmente ottenuto come seconda scelta di David Carradine; un’ancora sconosciuta Sharon Stone nel ruolo della moglie del megacattivo, che appare giusto il tempo di far vedere le tettine sotto la doccia e sfoggiare una serie di pettinature che più 80s non si può (io mi innamorai subito, pre-Basic Instinct); quella cagnaccia maledetta di Vanity, l’ex musa di Prince, nell’ovvio ruolo della cantante, che sfodera una delle più ridicole rappresentazioni di un’eroinomane di sempre (tutto il film a frignare che le serve una dose come una bambina che vuole le caramelle, per poi nell’ultima scena dichiarare di colpo “sono guarita! cold turkey!”, sorridente come se le fosse passata sì e no l’influenza).
Ma soprattutto, oltre a loro, quella che man mano che il film procede si rivela come forse la più clamorosa parata di caratteristi action anni ’80 di sempre, un Greatest Hits di facce “minori” ma leggendarie che non posso fare a meno di tributare ed elencare: Bill Duke (Cooke in Commando, Mac in Predator) nel ruolo del capo di Action Jackson; Robert Davi (l’agente FBI “Big Johnson” in Die Hard, Jake Fratelli nei Goonies, il megacattivo principale in 007 Vendetta Privata) nel ruolo insolito del tossico imparanoiato; Ed O’Ross (Viktor Rosta in Danko e millemila piccoli ruoli da Arma letale a I nuovi eroi) è il primo a morire e Mary Ellen Trainor (la giornalista tv in Die Hard, la psicologa nei film di Arma letale, mamma Walsh nei Goonies) è la sua segretaria; Sonny Landham (Billy in Predator, un Billy diverso in 48 ore), che sfoggia il suo solito sguardo da pazzo furioso e fa una fine spettacolare volando dalla finestra di un palazzo alla finestra del palazzo di fronte; Thomas F. Wilson (Bif di Ritorno al futuro!) è il poliziotto che racconta le leggende su Action Jackson a inizio film, De’Voreaux White (l’autista Argyle di Die Hard nonché il ragazzino che tenta di rubare la chitarra a Ray Charles nei Blues Brothers) è lo scippatore sfigato e Jack Thibeau (McCaskey in Arma letale) è un altro collega detective; gli scagnozzi hanno le facce di Charles Meshack (lo “stanco morto” di Commando), Branscombe Richmond (Bobby Six Killer di Renegade e stuntman di lunghissima carriera), Dennis Hayden (il terrorista che si piazza in portineria in Die Hard), Bob Minor (Commando, 1997 Fuga da New York, Die Hard 3), Matt Landers (Die Hard, Commando); il leggendario Al Leong (il piccoletto baffuto di Grosso guaio a Chinatown e Arma letale) è l’autista del cattivo, e James Lew (mille film di arti marziali tra gli ’80 e i ’90, e il memorabile ruolo di avversario di Charlie Sheen all’inizio di Hot Shots 2) è il suo maestro di karate. Spicca anche l’enorme Prince Hughes, anche se il suo unico altro ruolo di rilievo è il sosia di Idi Amin nella Pallottola Spuntata, e c’è persino Brian Libby, famoso per aver fatto TUTTI i film di Frank Darabont manco fosse suo fratello. E probabilmente dimentico qualcun altro. Pare l’elenco del telefono di Val Verde. E ognuno di loro, complice la struttura dell’indagine “a scenette”, ottiene il suo momento di splendore.
Qualche momento comico non è necessariamente dei più esilaranti, ma Baxley ha già ben chiara la sua formula, che traduce per il grande schermo lo stesso travolgente mix di spericolate imprese macho e alleggerimenti ironici tipici dell’A-Team, mentre Weathers, brillante e scatenato, è un’ottima declinazione blaxploitation dei vari Sly e Schwarzy. Il finale, in cui Jackson raggiunge il cattivo al secondo piano del suo villone salendo le scale a bordo di una Ferrari taroccata, è roba che oggi può venire in mente solo a Justin Lin.
Al botteghino, a cui esordì esattamente 25 anni e 14 giorni fa, Action Jackson incassò cifre tutto sommato rispettabili.
Comunque no, non c’entrava nulla con l’omonimo giocattolo:
httpv://www.youtube.com/watch?v=nYXeHtRaRX0
(ecco, ora fischietterò il jingle per almeno due settimane)
Per me un film di culto. Grazie Nanni, ti voglio bene.
Zen
finalmente…Brian Bosworth..forza d’urto..cristo non vedo l’ora..
il film che ha sancito il mio ritorno alle sale cinematografiche dopo tanto tempo, un film come ogni film d’azione dovrebbe essere. Mi chiedo come mai Weathers non abbia sfondato come rappresentante del suddetto genere.
OMFG!!!!
E’ il mio primo commento sui 400 ma ci vuole… ricordo che questi tre film furono letteralmente formativi! Action Jackson non era tra i miei preferiti, ma il mio compagno di vhs (il Lucone… poi capirete perché) ne andava pazzo e ogni sei mesi gli si consumava la copia, quindi la rinoleggiava e se la riduplicava (si può dire? Tanto ormai è reato prescritto…).
Arma Non Convenzionale -all’epoca li guardavamo in italiano, non c’era scelta- non sono degno nemmeno quasi di nominarlo, ricordo che per devozione lo recitavamo tutto a memoria alla messa di Natale.
E “Forza d’Urto”… non scherzo, dico sul serio: usciti dal cinema (il Manzoni di Milano, quando ancora proiettava film seri. C’ho visto pure “L’Armata delle Tenebre”!) siamo andati ad iscriverci in palestra!!!! Non esagero: Spettacolo delle 14.30. alle 16 e qualcosa siamo usciti, abbiamo preso i mezzi, siamo passati in via Verro e ci siamo iscritti in un piccolo club dove facevano pesi e arti marziali. Io poi ho smesso, il mio amico ha continuato e fa tuttora le gare di culturismo (ecco perché “Lucone”).
Cazzo che bei ricordi… grazie Capooooo!!!!!! =-)
@ubik: oddio e’ una storia bellissima… mi sento orgoglioso di riflesso anche se non ho nulla a che fare con tutto cio’ neanche per sbaglio
Bellissima iniziativa.
Non avevo mai collegato i tre film allo stesso regista.
“Action Jackson” me lo ricordo come uno dei rari action “alla Italia 1” trasmessi dalla Rai a cavallo degli anni 80 e 90. Il protagonista nero (non comico) gli dava una strana aria da blaxploitation anni 70, anche se poi il film era il trionfo di un certo gusto anni 80.
Legendo su IMDb, di tutta la roba che Baxley ha fatto con Stephen King ho visto solo il trittico “La tempesta del secolo” e non era affatto male.
Non ho visto il western “Aces ‘N’ Eights” del 2008, ma con tutti i limiti di un tv movie con protagonista Casper Van Dien non dovrebbe essere malaccio.
Iu lo vidi quello con il biondo che picchiava forzutamente i mottocicli con dei pugni davvero fortissimi, che i mottocicli scoppiavano per terra e non capivano più niente. E c’era anche l’androide di Aliens nascosto tra i meccanici di moto, che non avevano capito che lui era quello di Aliens e si credevano che era un meccanico bravissimo. Poi il biondo picchiava anche lui mi pare. E il biondo diceva, nella pubbicità: poi dicono che faccio film troppo violenti. Iu mi ricordo.
Vanity, comunque, era eroinomane per davvero. E di brutto :(
@Il Presidente: non fatico a crederlo, ma questo conferma la mia tesi che come attrice fosse una cagnaccia impressionante
di Action Jackson ricordo 3 cose:
– le fazze che vedevo nei mei film preferiti dell’epoca;
– la macchina che entra nella stanza (vedete per dio quanto poco ci vuole per fare delle cose memorabili in un action?! ecco giusto Justin Lin ci vuole)
– la tipa che guariva dalla dipendenza in 3 minuti, roba che mi ha fatto dire “wtf?” a 13 anni, figuriamoci se lo riguardo ora.
considerando i prossimi film che verranno trattati nello speciale, io dico gran bella iniziativa!
Un bell’action di fascia media come difficilmente se ne vedranno uscire in futuro. Gli anni ’80 sono solo da rimpiagere per il nostro genere cinematografico preferito.
Comunque a tutt’oggi questo rimane l’unico film in cui ho visto Bif di Ritorno al futuro a parte i film di Ritorno al futuro. Che e’ abbastanza strano considerando che e’ uno dei cattivi piu’ famosi dell’intera storia del cinema. A quanto ne so oggi gira i piccoli comedy clubs a raccontare aneddoti sulle riprese.
Beh un tipo che la dipendenza la sconfiggeva nell’arco di minuti l’abbiamo visto pure in Looper :D
@Il Presidente: ok, ma in Looper almeno si degnavano di fare un’ellissi pregna di sofferenza. Qua lei si lamenta tutto il film come se fosse si’ e no un capriccio da viziata, poi sul piu’ bello se ne esce tutta sorridente dicendo “no grazie, a posto cosi'”.
Non ci posso credere questo film non l’ho mai visto. Grazie!
@Nanni: Gesù, l’ellissi piena di sofferenza era un bicchier d’acqua dopo una notte sul pavimento >:-D
Comunque, per dare sfoggio di inutile sapere da Trivial Pursuit: Vanity è stata la selvaggia compagna di buchi di Nikki Sixx, bassista dei Motley Crue, nella seconda metà degli anni ’80. Il tutto è documentato nel libro di Nikki “The Heroin Diaries” e, in maniera ridotta, nella biografia della band “The Dirt” (libro-bomba). Ora Vanity si è disintossicata ma è tipo una cristiana rinata convinta o un’evangelista o cose così, quindi non so cosa sia peggio.
@Il Presidente: yes, ma con l’attenuante che si trattava di una droga inventata del futuro.
“The Dirt” lettura fondamentale, concordo.
Un altro articolo che sogno di scrivere dall’istante in cui ho avuto l’idea di fondare i400Calci e’ guarda caso un altro film con Vanity, ma non divaghiamo…
Anyway, io preferivo Apollonia Kotero <3 <3 <3
@nanni: se è L’Ultimo Drago ti prego fallo subito
Grazie Nanni per avermi ricordato perché i fighi rimangono fighi e il mondo dopo i400calci è un posto migliore(in realtà dopo ValidoTv ma non stiamo a sottilizzare)
Quanti bei ricordi questo film! E non vedo l’ora di leggere le recensioni degli altri, mi pompano dentro gioia e virilità!
Comunque io farei studiare i400calci nelle scuole, così i giovani imparano a costruire quadrati sull’ipotenusa e a sfondarli con calci e raffiche di mitra.
Vi voglio bene. Ci vediamo stasera.
Grazie Nanni, questo lo rivedo stasera. Ennesima bellissima iniziativa.
Ammetto di non aver visto nessuno di questo 3 film…però cavolo non sapevo che questo qui ha girato all’assalto di dutch co e all’accampamento…massima stima…grazie capo!
Quanta cultura in questo post davvero. Il combattimento finale senza parate e in prospettiva frontale così da non rischiare di vedere pugni che passano a 40 cm dall’avversario vale parecchio…
PS
Bob Minor io me lo ricordo solo con gli occhiali. Se li è mai tolti??
Quando lo davano in tele era festa nazionale. Devo rivederlo assolutamente.
Al leong c’è pure in Die hard. Come la metà dei caratteristi in action jackson mi sembra di capire… figata!
@kenshiro ozu: Al Leong è OVUNQUE. Per esempio ieri sera me lo sono goduto nel ruolo di Genghis Khan in Bill & Ted’s Excellent Adventure.
Ah, ah! Pure lì!?! lol Un mito!
Mai visto. Ma e’ lui che ha fatto quel film di Dolph Lan che guida una ferrari e gli corre dietro una lamborhini e si scopa una sotto un ponticello nel deserto?
Io ricordo sempre con gusto sia la scena dove trovano i resti di Papa Doc, sia lui che punta il dito contro il cattivo urlando “Adesso mi ha fatto incazzare!”. Amore puro.
Come amore puro per Al Leong, stunt e coreografo fondamentale per la filmografia dagli anni ’80 in poi. Io spero sempre in un documentario o una biografia su di lui.
Zen
@bizy: ci sei vicino. Tu citi un altro filmissimo, Caccia mortale, diretto da un diverso ex noto coordinatore di stuntmen passato alla regia: Vic Armstrong, responsabile tra le altre cose di una bazzecola come Terminator 2.
Ma nel 1991 c’era la moda di investire elicotteri con le moto?? Ho visto il trailer di forza d’urto e una scena del genere stava anche in terminator 2. Per l’assalto in predator,nel dvd c’è il commento al film del regista che dice di non esssere soddisfatto del tutto del risultato,questo perchè le immagini erano troppo fisse,lo strano e che io ho sempre adorato quella scena e quando MC tiernan ti fa notare la fissita della cinepresa ci rimani un pò male.
Il mio primo Carl Weathers extra-Apollo, ma sempre da comprimario, fu un bellico-avventuroso del 1978: “Forza 10 da Navarone”, diretto dal bondiano Guy Hamilton (c’erano anche, fra diversi altri nomi dell’amata sezione “Double O”, un Harrison Ford pre-Indy ed il jolly cosmopolita Franco Nero). Quando, dopo uno scontro, gli chiedono dove abbia imparato ad usare il coltello con tanta micidiale perizia, il nostro anti-Rocky risponde con ineffabile convinzione:”All’Università”.
In “Action Jackson” mi piace ricordare la scena nella quale Carl imita chiaramente Eddie “Axel F.” Murphy, allora (e per me ancora oggi) The King of Comedy, con una sparata logorroica vòlta a confondere i gaglioffi – in soprannumero – e prendere tempo. Più o meno:”Io sono un inviato del Signore. Egli mi ha mandato su questa Terra appòsta per rompervi il culo…”.
@ Nanni Cobretti
A proposito del comparto femminile, anch’io mi ero innamorato di Sharon Stone fin dagli anni ’80, ma nel mio caso galeotto fu il film “The King Solomon’s Mines” di J. Lee Thompson (autore, per inciso, del primo “Navarone”): grazie al volto bellissimo, certamente, e un po’ anche grazie al fatto che i calzoni da lei indossati all’inizio continuavano a perdere stoffa, di peripezia in peripezia attraverso l’Africa, riducendosi nel finale al formato hot-pants.
Quanto a Vanity, spero ardentemente che tornerai su di lei, nel senso critico, per “52 Pick-up”: cagnaccia finché vuoi ma altrettanto, in quella scena del peep-show, stratosferica pàssera (termine, quest’ultimo, usato proprio nel doppiaggio italiano).
Io SS la conoscevo per “Atto di forza”! XD A distanza ravvicinata ha fatto da caratterista anche per “Nico”! XD Attrice sorprendentemente calcista! °_O XD
Riguardo il film, carino ma mi aspettavo di meglio. A distanza di qualche anno magari dovrei rivederlo. Simpatico come sempre CW con il suo charme.