L’ultima volta che ho scritto di alieni e di abduction era successo un casino. Ricordate? Si trattava di quel bel film con Milla che fa un po’ quella vera e un po’ quella finta. Come se nel mondo poi esistessero delle donne come Milla. Cioè, a parte lei, dico. Il film era Il Quarto Tipo, diretto da Olatunde Osunsanmi, che cito solo per farvi vedere quanto sono bravo a fare copia e incolla. Il film era francamente bruttino (per essere molto buoni), ma sollevava un tema evidentemente caro a molti di voi: quello dei rapimenti alieni, per l’appunto le abduction. Perché i film con gli alieni sono di due tipi: da una parte ci sono quelli con gli alieni che guidano le navicelle spaziali o sono dei mostri grossi e noi umani gli spacchiamo il culo. Dall’altra ci sono quelli dove gli alieni sono i cugini di M. Night Shyambalambayan e vogliono fare delle cose misteriose. Tipo rapirti per poi sperimentare su di te i frullini minipimer. Dark Skies, come Il Quarto Tipo, appartiene a questa seconda categoria. Ma è bello.
Il film è stato scritto e diretto da uno a cui io avrei dato forse 40 centesimi al semaforo facendo anche un po’ quello scocciato. Si chiama Scott Stewart ed è uno forte con i Visual Effects. Ha curato quelli di Mars Attack, di Superman: Returns (il film dove Sup è talmente forte che solleva delle cose), Harry Potter e il Pentolone delle Cose, Sin City e tanti altri. La cosa più importante che ha fatto e che ce lo fa iscrivere nella lista dei buoni e l’aver curato gli effetti speciali per The Host. Non quello uscito adesso diretto dal nostro ex amico Andrew Niccol e scritto da Stephenie Meyer, eh? Quello bello davvero, quello coi coreani! Per cui, figurati noi come siamo contenti! Arriva questo e fa: “Oh, io ho lavorato per The Host!”. E noi: “Fai quello che vuoi, vez!”. E lui allora si fida e ci sforna Legion e Priest, guardandoci anche con la faccia di uno che: “Eh? Hai visto? Eh? Oh. Eh?”. E noi: “Aia, vez”.
Poi ho scoperto che nel 2000, il nostro aveva pure provato a fare l’artista. (Fateci caso: ogni tanto lo fanno quelli che poi passano la vita a fare gli zarri. Se ci pensate avete anche voi un amico che adesso va in giro a suonare i campanelli per poi scappare che dieci anni fa ha provato a scrivere un libro di poesie). Già, il regista di Priest nel 2000 ha diretto un cortometraggio di 13 minuti ispirato al racconto di Raymond Carver Di Cosa Parliamo Quando Parliamo d’Amore. Dai, è troppo bello immaginare il regista di Legion alle prese col minimalismo. “Uhmmm… noi dobbiamo togliere ragazzi. Secondo me la scena con il gelataio, va bene, eh? Ma forse dovrebbe aprire un po’ meno la bocca…”
E allora il nostro amico Scott Stewart, dopo aver fatto gli effetti speciali, dopo aver provato la via della Cultura alta di Raymond Carver e dopo aver fatto lo zarro si ferma a metà strada e ci regala Dark Skies. Ovvero un bel filmetto che usa la scusa degli alieni per fare un horror. C’è una famiglia un po’ in crisi (madre, padre e doppietta di figli scodellati e biondi) che comincia ad averci dei cazzi in casa. Rumori, frigorifero che si apre da solo, cose spostate e tutto il corollario classico degli eventi che tu non ti preoccupi più di tanto, ti alzi nottetempo per andare a bere un bicchiere d’acqua, accendi distrattamente la luce in cucina e PAM! c’è una roba che non ti puoi spiegare. Un po’ come BUBU7TE, ma girato peggio.
La spiegazione di questi strani eventi non è, come tutti già immaginano, la presenza di Oren Peli nel quartiere. No, la colpa è degli alieni e poi Oren è un po’ più cafone di così. E qui con la storia ci dobbiamo fermare perché alla fine è tutto qui: ad una famiglia cominciano ad accadere delle cose sempre più strane, la colpa è degli alieni ma nessuno ovviamente ci crede. E poi c’è il finale che è molto bello. In mezzo c’è un film che non ti attendi da Scott Stewart. Un’ora e mezza pulita pulita che riesce a costruire secondo me ottimamente la tensione, che gioca con gli spazi casalinghi e con le nostre paure più semplici in modo efficace. Insomma, per me come horror funziona alla stragrande ovvero “mi sono spaventato”. Che non è cosa da poco, no? Si trova anche il tempo per costruire un minimo di spessore per i personaggi coinvolti. Nulla di che, sia chiaro ma per Dark Skies il nuovo film di Scott Stewart è fat that drips (grasso che cola). Piccola parte per il mio amico J.K. Simmons che anche se non fa un cazzo è sempre una spanna sopra chiunque.
Dvd-quote:
“Quei film horror che hanno anche il pregio di fare paura”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Buon Casanova faccio fatica a crederti stavolta, già soltanto il trailer trasudava una merda di quelle più turpi. Piuttosto mi riguardo Bubu7te che mi evito tutti quei discorsi in famiglia
Con tema abduction non escono molti titoli e bisogna accontentarsi ma effettivamente dopo “alien abduction:incident in lake country”, “dark skies” è in buona posizione nella classifica (fire in the sky è una gran palla, si salva solo il famoso flashback).C’e qualche cazzatella qua e là ma funziona, inoltre le varie costruzioni fatte con oggetti casalinghi da alieni/poltergeist mi hanno sempre terrorizzato alla morte.
Più che altro mi chiedo: la regola non scritta dell’horror moderno sulle case infestate prevede sempre che almeno uno dei due protagonisti faccia l’agente immobiliare? Quanti agenti immobiliari conoscete? Io uno. E parla solo di cocaina e puttane.
visto. la prima parte m’ha convinto parecchio, ma da un certo punto in poi svacca e nu poco si perde, anche nella credibilità dei personaggi
il “finale molto bello” mè passato sottotraccia…ti riferisci al (spoiler) 1° twist o a 2°?
Mah, un NI, ecco. L’ho visto giusto due giorni fà e non è che ne sia rimasto esaltato anche se nella prima parte era abbastanza buona anche se abbastanza spaghettato, roba che quando è apparso il primo alieno mia morosa ha fatto un salto dal letto mettendosi la coperta in testa ma giusto per il BU visto che non è che si veda chissà che cosa. Comunque sia si perde nella seconda parte con quel finale (il primo) che non capisco a che serviva se tanto gli erano già successe quelle cose li nel sonno all’inizio. E poi il secondo twist non mi è piaciuto proprio. Che poi a pensarci bene non era comunque bruttissimo solo che dopo di quello ho visto “It’s in the blood” con quello di Millennium che NON guardate mai perchè è la merda e mi ha fatto diventare più merda anche questo. Ecco. Però c’è il Doctor Skoda.
niente volatili mesopotamici a sto giro?
Ero tentato, poi non più, ora mi stai convincendo. Se poi non mi piace mi avrai sulla coscienza.
che poi il maritozzo a un certo punto diventa tipo l’alias di filini in fracchia contro dracula (e non perchè ci vede poco…la vista è più un problema del pischello as you can see from the still)
Io l’ho trovato un episodio di X-Files non particolarmente originale, rimpolpato con qualche trovata visiva da horror asiatico e un finale – questo sì – una spanna sopra il resto.
Il problema è che questi film o te li giochi tenendo vivo il dubbio che sia tutta un’allucinazione o una montatura (ma per farlo bene ci voleva una sceneggiatura molto più raffinata), altrimenti devi metterci qualcosa di più dei soliti cliché sui rapimenti alieni che, appunto, iniziavano già a stancare negli anni ’90.
La mia personale dvd-quote:
“Mancarone Fox Mulder”
A me è piaciuto, e molto.
La tensione è costruita lentamente e in maniera costante (si parte da bubusettete relativamente semplici), crea una cornice e ti tira dentro al punto che non ho trovato così assurdo il finale… anzi, sono rimasta abbastanza angosciata anche dopo, cosa che mi succede di rado.
Anche la parte dello “spiegone” (l’incontro con Simmons) è gestita molto meglio dei solito, senza stupidi flashback.
E poi, ultimamente, mi trovo ad apprezzare chi “mostra il mostro” o le sue azioni senza dover usare troppi effetti che, quando non hai un budget decente (non so se questo è il caso), ti fanno cadere le braccia.
Casanova, sono d’accordo con te!
@Darkskywriter (e chi avesse visto il film) il finale non sò, nel senso:
SPOILER EH
Non capisco tutta la trafile di barricarsi in casa, prendere un fucile, scappare via, correre se tanto per mezzo film li hanno telecomandati a caso facendogli fare le cose brutte. Che senso aveva visto che non hanno trovato una soluzione per difendersi da questo? Infatti poi si è risolto con la prevedibile questione del “figlio telecomandato” che da quando hanno cominciato ad attaccare il primo chiodo nella finestra sapevo dove sarebbe andato a parare. Il doppio finale messo così random dopo tot anni mi è sembrato più sensazionalistico che altro visto che non aggiunge assolutamente nulla alla storia.
@vesper
Sono d’accordo, il finale non brilla per originalità o (relativa) coerenza, ma almeno è girato e montato bene con le sue brave kubrickkiate e, come dice Casanova, in effetti fa paura.
Però, personalmente, di strizza me ne ha messa di più Sinister, mentre Insidious mi ha fatto riderone.
Ma dark skies non era una serie tv con i capelli orrendamente fonati?
Niente per cui stappare lo champagne eh, zeppo di robe viste e straviste però devo ammettere che la sua bella inquietudine la mette e non svacca nel finale come il 90% dei film del genere. Nel complesso non m’è dispiaciuto.
come sempre in ritardo, devo dire che paura non me ne ha fatta (I Greys?!), però di angoscia un po’ me ne ha messa…è l’ho visto con piacere e soprattutto senza addormentarmi sul divano a metà film!