“Diavologia”, o di quella volta che dopo Lords of Salem abbiamo sentito il dovere di fornirvi modelli di demònio più attendibili o quantomeno più interessanti; per dilettarvi, educarvi o farvi apprezzare un po’ di più la primavera.
Il pezzo di oggi è stato scritto eccezionalmente per noi/voi da Blood & Tears, arrembante cineblog che con più coraggio di noi si sporca le mani in entrambe le categorie di film d’orrore: i film d’orrore e i film d’amore.
Il pubblico in sala è cortesemente pregato di prendere posto, fare silenzio, spegnere i cellulari. Se poi poteste anche inclinare leggermente la testa verso sinistra… ecco, così, perfetto. Poi vi spiego. Sigla!
httpv://www.youtube.com/watch?v=dqXeCk_n_pk
Si, insomma: il montatore doveva crederci pochino, nel successo di Alucarda.
Chi invece ci credeva di brutto era Juan López Moctezuma, regista e co-sceneggiatore. E lo dimostra il fatto che nonostante Alucarda sia un horror 100% messicano, Juan l’ha voluto girare direttamente in inglese. Quel tipo di inglese bello scandito, al limite dello spelling, che non necessita di sottotitoli nemmeno per un italiano bocciato sei volte al TOEFL. Quindi mettetevi comodi e sguinzagliate la pigrizia mentale, che a livello linguistico si capisce tutto.
Per quanto riguarda invece la trama, c’è una cosetta che forse dovreste sapere prima di iniziare la visione. Lo so che nel frattempo avete già digitato “Alucarda” su Google Immagini e ora vi interessa solo arrivare alle scene “DONNE NUDE, AMORE LESBO”. Ma mi piace mettere le mani avanti: Juan López Moctezuma era l’amico del cuore di Jodorowsky. E si vede. Ve la butto lì: tanto perché poi non voglio sentire commenti tipo “Eh, ma quindi perché Alucarda era posseduta?”, “Scusa, ma che c’entrava lo zingaro storpio?”, “Ma… l’intero film mi è parso un grandissimo WTF!”.
Ricordate: “DONNE NUDE, AMORE LESBO”. Per ora concentratevi su questo.
Dunque, chi è Alucarda? Così a occhio, Susan Atkins.

Alucatkins
Quella che ha pugnalato a morte Sharon Tate senza provare alcuna emozione, come dichiara per l’appunto qui.
L’intervista in questione risale al 1976, Alucarda è uscito due anni dopo…si, fatti due conti mi assumo la responsabilità di dichiarare che si tratta di una citazione. E da questa scoperta in poi, sappiate che dentro di me leggerò l’intero film come un’interpretazione psico-Jodo-magica dei fatti del ’69. Ma per voi riserverò una certa qual oggettività, promesso.
Helter Skelter. Volevo dire: proseguiamo.
Tutto parte da Justine, fanciulla di cui impareremo ad apprezzare la personalità di ferro. Rimasta orfana, Justine viene accolta in un convento di suore specializzate in casi umani.
Nemmeno il tempo di farsi un pianticello solitario, infatti, che la ragazza si imbatte in un’altra orfana: Alucarda.
Ora, per darvi un’idea dell’intraprendenza di Alucarda e del mammolettismo di Justine, considerate che le due si conoscono a occhio nel primo pomeriggio e per l’ora di cena si stanno già rotolando abbracciate nei prati. Non solo: nel giro di due giorni, Alucarda strappa a Justine una promessa di amore eterno, fino e oltre la morte. Nulla di strano: ci sono amichette che suggellano il proprio legame scambiandosi ciondoli e altre che stringono un patto di omicidio-suicidio.

Alucarda: “Facciamo un patto. Se mai abbandoneremo questa vita, lo faremo insieme.”
Justine: “Ok, se ti rende felice.”
Tanto per chiarire chi porta i pantaloni.
In breve però a Justine questa ossessione per la morte inizia un po’ a pesare. Anziché portarla fuori per un weekend alle terme o una cenetta romantica, Alucarda la trascina a profanare tombe in posti strani, pieni di polvere, ragnatele e statue sataniche. Posti da cui, per inciso, sembra liberarsi uno spirito malvagio che finisce dritto dritto dentro le due ragazze.

ll Diavolo. Dodo, per i piccoli amici.
Non chiedetevi come e perché – PSICOMAGIA! – fatto sta che da qui in poi arrivano finalmente le famose scene di nudo. In rapida sequenza, assistiamo a: sabba di iniziazione delle neo-possedute, sesso lesbo gratuito, levitazione sanguinolenta di una suora, di nuovo sesso lesbo gratuito, comparsata del Caprone.

Il caprone agli esordi, prima del successo mainstream de “Le streghe di Salem”.
Insomma, ormai è chiaro all’intero convento che in Alucarda e Justine c’è qualcosa che non va. Soprattutto dopo l’increscioso tentativo di stupro ai danni di un prete perpetuato da Alucarda.
Basta, è deciso: le due ragazze vanno liberate dal male. Un bell’esorcismo e via: le due vengono inchiodate a una croce e torturate. Naturalmente nude, sennò ci perdiamo il fil rouge del film.

Suora in contemplazione mistica.
Ma colpo di scena: a interrompere il brutale rito arriva il dottore del paese, che avanza qualche dubbio sulla legittimità di quella tortura. Lui è un uomo di scienza che diamine, mica ci crede a Belzebù!
Tuttavia nemmeno il medico può ignorare questi 59 minuti di suore che sanguinano senza un perché, cadaveri posseduti che si rianimano ed ecclesiastici che continuano pazientemente a suggerire una causa soprannaturale dietro la faccenda. E alla fine persino lui inizia a sospettare:
“You mean…The devil?!”

“Carneade! Chi era costui?”
Oh, finalmente al punto! E parliamone, di questo Diavolo. Chi è? Dove sta? Cos’è che vuole da noi?
Naturalmente siamo tutti abbastanza in gamba* da capire che il Caprone era solo una metafora buttata lì per aggiungere un po’ di pepe.
* Dove con “Siamo in gamba” si intende “Abbiamo sprecato una ragguardevole fetta della nostra vita a guardare horror e commentarli sull’Internet”.
Quindi, prima notizia: Satana in Alucarda non si vede mai. Non è un essere, ma piuttosto uno stato psichico paragonabile all’isteria. L’isteria come la intendevano nell’800, per capirci: una serie di attacchi nevrotici che colpivano donne dalla scarsa vita sessuale. Non a caso, in Alucarda le vittime della possessione demoniaca sono esclusivamente ragazze rinchiuse in un convento. Vale a dire: personaggi talmente frustrati sessualmente da rifugiarsi tra le braccia della prima compagna che passa. Anche se parla solo di morte e ti vuole tagliare la mano con un pugnale.
Guardiamo anche gli effetti, di questo Satana: una volta possedute, la prima cosa che fanno le orfanelle è liberarsi dei vestiti. Abbandonarsi all’amore libero. Rinnegare la morale degli schiavi inculcata loro dalle suore. E urlare. (Questo dovete saperlo: si urla tanto, in Alucarda. Ma talmente tanto che a un certo punto mi aspettavo di veder spuntare il nome di Muccino tra i titoli di coda).
Insomma, paradossalmente il Diavolo emerge come figura positiva: non incarna distruzione e morte, ma anzi appare come la massima affermazione della voglia di vivere. Se avete letto un po’ Nietzsche – o se conoscete questo Wikipedia di cui tutti parlano – il Satana di Alucarda vi ricorderà moltissimo il suo Dioniso.
E questa è l’interpretazione che potete sfoggiare per fare bella figura con la tipa durante l’happy tour. Oppure per fare bella figura nel caso vi chiedano di scrivere un pezzo per un blog pro, ecco.
Per dirlo invece come lo spiegherei a mia nonna: in Alucarda, Satana è un incrocio tra la Primavera e la sindrome premestruale.
Cosa ne deriva? Che Alucarda è un film molto, molto cerebrale. Certo: c’è il sangue, c’è la tortura, a un certo punto c’è persino la suora-zombie. Ma il tutto è presentato in modo talmente serio e simbolico da mettere quasi in soggezione lo spettatore: non ci si spaventa e non ci si diverte, di fronte ad Alucarda. E che si fa? Si riflette e si interpreta. E la sensazione è che alla fine del film arrivi López Moctezuma a interrogarvi.
Se avete letto fin qui, magari un 6 glielo strappate.
DVD-quote:
“Nel dubbio, è psicomagia”
Blood & Tears
Dovevo essere ancora meno maturo di adesso quando ho visto Alucarda, e mi ricordo solo una grandissima noia, non escludo di averlo visto a tratti in forward, mentre per quanto riguarda Jodorowski i suoi WTF, ehm, film, mi hanno sempre incuriosito…
Bella rece, complimenti.
Ho visto trailer + qualcosa sul tubo e sinceramente mi ha fatto abbastanza ridere. Ma tipo quando è uscito, reazioni? A me ha dato l’impressione che scatenasse la ridarola pure all’epoca. Ma pure ai pretoni.
Peccato, come sigla ci stava bene anche questa:
http://www.youtube.com/watch?v=CsuGg79TfX0
Hai ragione, c’è molto di “positivo” nellabprofanazione di tombe, il provocarsi ferite e la troiaggine galoppante. Così positivo che se avessi una figlia adolescente le farei vedere sto film per farlr prendere ispirazione…Ma vaffanculo va satanista del menga.
credo sia Dioniso, non Dionisio
@steven: secondo me è passato troppo sotto ai radar per allarmare la Chiesa, che comunque nel caso è storicamente estranea al concetto di “ridicolo”
@akitalnu: dai non fare così, siamo appena a metà mattina…
@barbaxas: era per vedere se conoscevate davvero Wikipedia o vi vantavate solo in giro come fanno tutti (ho corretto)
Mi correggo subito, evidentemente ai pretoni non ha fatto ridere. O non hanno capito il senso di quel passaggio della rece.
W Gesù.
Nessuno che faccia notare che Alucarda letto al contrario si legge “A Dracula”???
@Oscar: bravo! E tra l’altro: è una coincidenza che ho appena incrociato per strada Kim Newman? Storia vera. Mi preoccupo?
“E la sensazione è che alla fine del film arrivi López Moctezuma a interrogarvi.”
ahr ahr
Mai sentito nominare questo, ma ci sento delle affinità con due classici di Telenuovo (i nordestini sanno di che parlo): “Suor Emanuelle” di Vari , che la buttava più sul ribellismo contestatario, e “Interno di un convento” di quell’altro bel matto di Borowczyk che invece la buttava tutta sulla figa e basta.
Ai deliri di Jodocoso è sempre mancato un elemento essenziale che pare molto presente nel film: la topa. Qualcosa c’è anche nei suoi film, ma sempre sepolto sotto strati di simbolisimi e freakettonismi davvero poco stimolanri. Insomma tra una bella figa e un nano rachitico con la gobba pochi dubbi su chi Cosorowsky farebbe spogliare.
@tommaso: grandissimo! Borowczyk avrebbe usato diversamente anche il caprone…
A me sta rubrica DIAVOLOGIA piace veramente un casino, ora pure con le guest star, anche se (lo dico senza malignità) non lo conoscevo affatto blood & tears. O meglio, mi sembrava il sito istituzionale di Equitalia.
Dal trailer mi è sembrato avere delle qualità anche se al secondo minuto di urla mi è partito il LOL. Comunque rispetto ai recenti film che si credono impegnati con diavolo che forse non è diavolo e donne nude mi sembra paradiso.
I soli trailer Hors Satan o Post Tenebras Lux ti rompono le palle come tutto Benjamin Button.
@pillole: per scrivere qua sopra e’ piu’ importante essere bravi che famosi…
Per il resto si’, fa parte di quel tipo di film che se ti imbatti in uno dalle premesse simili ma con la data di produzione posteriore al 1993 puoi stare matematico che e’ inguardabile.
@tommaso: chapeau al background cinematografico! Anzi Nanni, la butto lì: si dovesse mai inaugurare anche una rubrica zooWTFilia, gradirei candidarmi per “La bête”.
@pillole: Equitalia è un topic un po’ troppo splatter persino per me :)
…comunque ieri sera davano AKIRA al cinema..e io mi sono commosso.
@ Nanni: Solo per dire che il mio commento di prima era veramente senza alcuna volontà sfottereccia. Nonostante sia un appassionato di cinema con le sue varie ed eventuali so bene che mi perdo moltissime cose più che meritevoli. Ad esempio vi ricordate le recensioni che pubblicavate l’anno passato con Recchioni? Per me era una firma completamente sconosciuta, mentre invece nella realtà era già piuttosto noto!
Secondo me l’hanno intitolato “Dracula letto al contrario + una a, la figlia delle tenebre” senza metterci uno straccio di vampiro solo come trovata di marketing, per richiamare i film di Jesus Franco con le vampire lesbiche.
Tra l’altro, pure imdb cita Carmilla di Le Fanu come soggetto, anche se – lesbismo a parte – trama e personaggi non c’entrano nulla con quelli del romanzo.
A sto punto era meglio “Le lesbiche di Satana” o qualcosa del genere, almeno era più preciso e sapevi cosa aspettarti…
@pillole: ma tranquillo che avevo capito, figurati
@ tommaso infatti il film forse piu’ riuscito di Jodorowski si chiama El Topo!
Il nome Alucard, in Giappone e nel mondo dei videogiochi, è sempre stato affibbiato al vampiro -barra- cacciatore di vampiri della situazione, visto il suo essere Dracula letto al contrario.
Ai possessori di PsOne consiglio di recuperare il fantastico Castlevania:Simphony of the Night con relativa OST, ai possessori di PS3 il quasi recente Castlevania:Lords of Shadow con ambientazioni super evocative e una bella 35ore di Storyline infarcita di vampiri, lupi mannari, cyborg, maghi, robottoni. Nope, niente pelo, non si può aver tutto.
Visto che questa recensione è stata scritta da un outsider, mi permetto di consigliarvi quest’altra http://www.svartjugend.com/2011/04/10/alucarda-aka-pvrg-vompo-the-movie/ (oltre che avermi spinto davvero a vedere il film, svartjugend si risparmia l’inutile ricerca di un qualsivoglia messaggio…)
E io che speravo in un “Quel gran pezzo dell’Alucarda”