“Diavologia”, o di quella volta che dopo Lords of Salem abbiamo sentito il dovere di fornirvi modelli di demònio più attendibili o quantomeno più interessanti; per dilettarvi, educarvi o semplicemente far piovere sangue.
Salve cari fancalcisti e benvenuti a questo nuovo approfondimento targato i400Calci, la rubrica sul cinema che “contiene davvero Satana”
Andiamo ad iniziare… Sigla!
Su questi flauti pastorali e canti convulsi in odore di fanatismo vi introduco ad hoc a un gioiello dimenticato della cinematografia horror britannica.
Ma prima un po’ di antefatto: a fine anni sessanta, con l’esplosione mediatica delle vere sette sataniche (ma non solo) in tutto il mondo, salì la curiosità verso queste tematiche e il cinema (così come la musica, il fumetto e quant’altro) di conseguenza andò a sguazzarci. Furono gli anni in cui nacque la satansploitation cinematografica che tra porcate risibili, piccole gemme e veri capolavori sdoganò di fatto il diavolo come genere cinematografico, ad ogni latitudine.
Ovviamente il mercato USA proliferò in maniera esagerata, ma quello britannico non stette a guardare: quando si pensa all’horror britannico vengono subito alla mente la Hammer Films, o la Amicus Productions se vogliamo fare i fichetti, ma c’era una terza sorella minore e un po’ meno dedita all’horror: la Tigon British Films e forse una delle voci più interessanti o quantomeno particolari dell’epoca sull’argomento, venne proprio da lei.
Sulla scia della succitata proliferazione di film su sette, fanatici, caproni, anticristi, gravidanze abominevoli e vergini morte male, la Tigon, forte di un approccio molto europeo e un aplombe molto british, andò a trattare il tema da un punto di vista storicistico, affondando le mani nelle leggende, nelle cronache popolari, nel folklore locale, nel paganesimo europeo e nella superstizione, sancendo nel 1968 con il capolavoro The Witchfinder General un sottogenere-nel-sottogenere cinematografico dell’horror satanico ma anche un sottogenere proprio nel genere horror: il cosiddetto folk horror britannico avrà il suo apice in The Wicker Man qualche anno dopo.
Tra The Witchfinder General del 1968 e il meraviglioso The Wicker Man del 1973 si colloca nel 1971 il meno famoso del mazzo, il nostro Blood on Satan’s Claw per l’appunto.
Per completezza bisogna dire che questo approccio più storico e folk all’orrore e al sovrannaturale, quando non propriamente al diavolo, ha illustri precedenti in Häxan del 1922 o Der Golem del 1915 e nobili contemporanei come lo statunitense Cry of the Banshee del 1970 (una sorta di omaggio a stelle e strisce proprio a The Witchfinder General, con lo stesso Vincent Price) e il controverso ed autoriale I Diavoli di Ken Russel del 1971. Sarà anche grazie all’approccio di questi film, a questa attenzione alle fonti d’epoca, al dettaglio dei personaggi e delle ambientazioni, ai perchè fondativi delle mitologie alla base del “Male” che più in là nasceranno film di assoluto spessore e credibilità ma anche validi commercialmente come Omen o L’Esorcista, emancipando il genere dall’occultismo un po’ baracconesco con cui il filone era partito e arrivando a inquietare nel profondo milioni di spettatori.
Torniamo però a noi e quindi a Blood on Satan’s claw.
Il film parte svantaggiato da un titolo un po’ che sembra relegarlo al filone più farsesco del genere (tradotto in italiano ancora peggio come “La pelle di Satana” che facendo il paio con la autoctona locandina sembra relegarlo invece quasi al decamerotico), ma senza lasciarci trarre in inganno e grattando sotto questa patina, c’è molto di più. C’è l’orrore di lusso, la magia nera, il diavolo dei boschi, e pure un po’ di topa campestre. Ebbene sì.
In un piccolo villaggio dell’Inghilterra rurale del ‘600 un boscaiolo rinviene uno strano cadavere scheletrico dissodando il suo campo: quello che ne emerge dal terreno è deforme coperto di pelo ed ha ancora gli occhi intatti nonostante la morte sia datata.
Inquietato corre ad avvertire il giudice del paese che però, trascinato controvoglia sul luogo del ritrovamento, non ritroverà nulla, essendo il misterioso reperto sparito senza lasciare traccia, condannando quindi il povero boscaiolo alla figura di scemo del villaggio. Nulla, eccetto un affilato artiglio.
Via via assistiamo al diffondersi da questo reperto una strana epidemia in tutta la comunità, i comportamenti cominciano a mutare verso la follia, chiazze di pelo ispido cominciano a crescere sotto le vesti delle persone e specialmente i ragazzi del villaggio, abituati a giocare nei boschi, cominciano ad avere comportamenti strani.
Vi dico subito che è un film con poche scene puramente horror, in pieno stile britannico dell’epoca, ma il percorso tra una e l’altra è fatto di atmosfera, inquietudine, elementi disturbanti, tensione. Le scene in questione sono però realmente disturbanti: si avvicendano mutilazioni rituali, mutilazioni mediche, stupri di gruppo, sacrifici umani, anziani dementi in preda ad estasi orgasmico/voyeristica per l’uccisione di una ragazzina, annusamenti di biancheria intima minorile, seduzione di sacerdoti a mezzo nudismo, nudi frontali di giovinette, cani e gatti che vivono insieme, masse isteriche!
Tutto però avviene con un contegno e una classe che non sfociano mai nell’exploitation pura e semplice: è sempre una violenza contestuale, e c’è addirittura spazio per sprazzi di humor nerissimo veramente britannico. Costumi e scenografie sono accuratissimi, le dinamiche dell’epoca sono ricostruite con dovizia, la sceneggiatura è brillante e il ritmo è dosato molto bene (anche se qualcuno oggi potrebbe trovarlo “lento”).
Ma veniamo ora al centro della nostra rubrica: il demònio.
Qui Satana è una presenza strisciante, sfuggente, appare sotto forma di contagio fisico e mentale, si manifesta fisicamente poco e di sfuggita in mezzo ai fumi del sabba per poi sparire appena aguzzi gli occhi per vederlo; è una figura scura e forse bestiale da quel poco che si riesce a scorgerne ma non si vede mai realmente, principalmente perché qua il demònio è quasi uno stato mentale e se non ci fossero le manifestazioni pelose, le stimmati degli accoliti, si potrebbe pensare che sia un’allucinazione collettiva da segale fermentata come buttava ai tempi.
In Blood on Satan’s Claw l’avvento della maledizione è un po’ una porta spalancata verso una coscienza diversa in cui si fiondano tutti, i pezzi mutilati delle vittime sacrificali servono a dare sostanza al diavolo, per farlo rinascere ma anche a comporre dei nuovi se stessi, non importa se migliori o peggiori, questo stato si manifesta con la comparsa di peli come la pubertà e via via il crescendo della frenesia satanassa dei giovani diventa felicissima rivolta verso le istituzioni degli adulti, delle convenzioni sociali, diventa sessualità dirompente e incosciente ma sncisce anche la inevitabile perdita dell’innocenza, badate bene che nel film non viene chiarito se i partecipanti siano soggiogati mentalmente, anzi sembra che una volta “Illuminati” siano consapevolmente contenti della loro scelta e senza rimorsi. A frenare questa corsa interverranno proverbialmente il giudice, i gendarmi con le armi, le autorità… I matusa insomma.
Faccio notare che il film è stato scritto e girato poco dopo le contestazioni della fine degli anni sessanta e prima dell’esplosione sociale della seconda metà degli anni settanta. Questo secondo me è molto indicativo per le dinamiche del tutto, e per certi versi diventa quasi didascalico, col senno di poi.
Al di là delle considerazioni e speculazioni sul significato, il fim è un horror solido, con un atmosfera unica, una grande cura dei dettagli e una trattazione del tema molto interessante. Purtroppo per motivi che mi sfuggono il tutto scivola rovinosamente in pochi minuti, in un finale girato male e frettoloso, senza pathos e quindi completamente fuori tono col resto del film: forse è l’errore che non ha permesso a questo film di diventare un vero e proprio classico, relegandolo allo status di cult, seppur di quelli del miglior taglio.
Qui dal mondo del diavolo è tutto, pape sàtan aleppe e alla prossima puntata amici.
DVD-Quote suggerita:
“Bravo Satana!”
Darth Von Trier, i400Calci.com
Oddio, sono primo!
che emozione satanica!
Bravo Darth!
Bravo dimonio!
http://24.media.tumblr.com/tumblr_mcuev5e8Q11rhi0rbo1_500.jpg
A propiosito di demonietti vari…stasera la casa…
Bell’articolo.
Che capolavori Il grande inquisitore e The Wicker Man (nonostante i meme, le gif e i fotomontaggi a me Nicholas Cage è simpatico e almeno in alcuni ruoli non è affatto il cane che tutti dicono… ma porca puttana non perdonerò MAI, a lui e a quelle bestie degli autori, quel cesso immondo di remake, anche perché in Italia infinitamente più noto del prototipo), questo invece confesso che non lo conoscevo proprio, quindi grande dritta per un grande post.
Alè! Questa si che mi sembra una buona occasione per vedere film che contengono Satana.
Una cosa: ma qui si parla di Satana proprio il principe dell’Inferno dantesco (tanto per capirci) oppure di un demonio anonimo e/o minore?
Ha attinenze con Frankenstein? (te lo chiedo perché quando si parla di un essere simil-umano composto da tante parti di altri esseri umani io penso sempre a lui.
Comunque complimenti!
That 70’s Horror. La nuova rubrica dei 400 :D
Me lo sparo per Halloween.
quest’anno al Roadburn c’era l’electric grindhouse cinema, curato da quel fattone di jus oborn degli electric wizard…dovevate esserci! (sto ancora cercando di recuperare tutti i titoli)
Che bello finalmente qualcuno pensa anche a Satana! Gran pezzo, The Wicker Man filmone. Questo sembra interessante, una versione italiana è di facile reperibilità o devo rinunciarci in partenza?
Forse vado off topic, ma quando si tratta del diavolo, ci tengo sempre a citare il troppo spesso dimenticato Il demonio di Brunello Rondi, in particolare per l’approccio antropologico e folcloristico.
Comunque sia, appena ho visto il titolo del post ho subito pensato ad una #400tv in tema. C’è speranza?
Grazie a tutti!
@pilloledicinema
Non ne possiamo essere sicurissimi, viene additato come Satana… Ma che ne sanno questi villici del ‘600?!
Comunque non viene assemblato come Frankenstein, i pezzi vengono gettati ritualmente nelle fiamme e via via lui appare più frequentemente e più fisicamente.
@Terence Hell
Si trova
Notare nel link a wikipedia: “Il termine decamerotico viene comunemente usato per raggruppare e descrivere alcuni film a sfondo erotico ma senza sfondare nella pornografia”. (Che poi magari lo sfondo era storico e l’erotico mica era così tanto sullo sfondo…).
Che bella questa rubrica e questo titolo mi mancava! Prevedo un recupero in fretta aspettando il prossimo!
The wicker man film favoloso! Una delle più belle colonne sonore…
Questo ci ha incuriosito e ce lo guarderemo: grazie per la bella recensione! Interessante parlare anche di film non per forza splatter o che fanno bu! Ogni tanto è bella anche un po’ di sana e lenta inquietudine strisciante…
Era giusto ieri su Sky, grazie per la segnalazione.