“Diavologia”, o di quella volta che dopo Lords of Salem abbiamo sentito il dovere di fornirvi modelli di demònio più attendibili o quantomeno più interessanti; per dilettarvi, educarvi o semplicemente ricordarvi che nello spazio nessuno può sentirvi ascoltare Stairway to Heaven al contrario.
Paul William Scott Migliore Degli Anderson è un incompreso.
Il Migliore è ricordato dai più come “il regista dei Resident Evil“: per i detrattori una stimmata incancellabile, per i fan all’acqua di rose una motivazione sufficiente a salvarne la carriera ignorando il dettaglio che Anderson abbia di fatto diretto i peggiori episodi del franchise, che il migliore sia opera del regista di Highlander e che i motivi per amare il Migliore sono soprattutto altri.
Il Migliore viene spesso confuso con il suo pretenzioso quasi-omonimo.
Il Migliore è odiato da molti perché ha sposato Milla Jovovich.
Il Migliore è odiato dai Peggiori per via di Mortal Kombat, che invece, per essere un film che lottava contro la pessima fama dei tie-in videoludici e contro le imposizioni del PG13, è ancora oggi più che dignitoso.
Il Migliore viene spernacchiato perché non sa scrivere i film. Il Migliore è uno che esagera con i rallenty e lo spettacolone ma non ha idea di come raccontare una storia. Il Migliore è un tamarro senza speranza. Il Migliore mi ha violentato la tartaruga con un temperamatite.
E via così, ignorando che stiamo parlando di un uomo che ha esordito con un film in cui Jude Law si schianta contro le vetrine dei negozi, che ha avuto il coraggio di dirigere un sidequel di Blade Runner e nonostante questo di continuare uscire di casa. Che ha saputo dire «no» a X-Men perché allergico al PG13 dopo la pessima esperienza proprio con Mortal Kombat, e ai soldoni sicuri della Marvel ha preferito l’avventura di un viaggio nello spazio alla ricerca di Satana. E già che c’era ha creato un piccolo, misconosciuto e ingiustamente maltrattato capolavoro.
La storia di Punto di non ritorno*, del perché questo film esiste, è a cavallo tra tenerezza e follia. Va così: al signor Philip Eisner ci muore la famiglia, lui per riprendersi decide di andare dai signori Paramount e ci dice «amici, voglio scrivere un film che è Shining nello spazio». I signori Paramount reagiscono con entusiasmo e vanno da PWSA con un Post-It rosa con scritto su “shining nello spazio”; lui non fa in tempo ad afferrarlo con un sorriso così sulle labbra che Laurence Fishburne, Sam Neill, Jason Isaacs e Joely Richardson sono già sul set con una tuta spaziale addosso. A quel punto parte un doppio doppio gioco: Paramount decide che la storia scritta da Eisner è troppo simile a quella di Alien (si parla di alieni su un’astronave), Anderson decide che la storia scritta da Eisner contiene troppo poco sangue, così gli uni ingaggiano lo sceneggiatore di Se7en per qualche piccola revisione, l’altro gira un mattone di due ore e passa in cui quaranta minuti sono dedicati a squartamenti, violenze, decapitazioni, mutilazioni genitali, documenti mancanti per il 730. Il risultato è che Eisner fatica a riconoscere il suo film, agli executive di Paramount che si stanno godendo la prima copia-lavoro viene un coccolone, Anderson si vede costretto a tagliare gran parte di quei quaranta minuti e a distruggerli per sempre, il film esce al cinema monco, floppa al box office e viene completamente dimenticato dai più. Almeno fino a quando non esce Dead Space.
A riguardarlo oggi, a sedici anni dall’uscita, lo stupore si somma alla rabbia per un destino così avverso. Detta in poche parole, Punto di non ritorno è un filmone. Senza se, ma, metaforoni, crossover: è pura fantascienza Sheckley-iana fatta di alieni, incubi e deliri, una sorta di versione orbitante di Fantasma cinque nella quale i tropes del genere vengono frullati e riassemblati con l’occhio del (scusate la parola) cinefilo. Punto di non ritorno è il figlio segreto di Shining e Alien, ma anche di Hellraiser e 2001; in particolare è il mattonazzo film di Kubrick a venire citato in continuazione (visivamente, anche) e al contempo a venire stravolto secondo l’ottica un po’ retrò – e, questo sì, propria più dell’horror che della sci-fi vera e propria – del limite proibito oltre il quale si annida solo il morbo della morte e che i soliti scriteriati scienziati decidono di oltrepassare sprezzanti del pericolo salvo finire poi masticati e maciullati.
È fantascienza conservatrice e lovecraftiana, nella misura in cui Lovecraft era un conservatore terrorizzato da quanto la scienza corresse più veloce di lui, un film che avrebbe funzionato più che dignitosamente anche sfruttando la soluzione proposta da Eisner (= il pericolo sono mostri alieni con i tentacoli) ma il cui salto di qualità è garantito dall’inserimento di un elemento inaspettato ma a ben guardare vecchio come il mondo: Satanasso.
Va così: Sam Neill, il miglior scienziato degli anni Novanta, viene catapultato ai confini del cosmo insieme a una ciurma di filibustieri spaziali capitanata da Laurence Fishburne; qualcuno sulla Terra ha captato un segnale di emergenza lanciato dalla USG Ishimura Event Horizon, una specie di gigantesco Titanic spaziale andato perduto mentre esplorava i paraggi di un buco nero. A parte i primi, gloriosi quindici minuti – un’orgia di space porn che fa sanguinare gli occhi di gioia, girata tutta in una CGI datata 1997 e invecchiata benissimo – il grosso del film si svolge tra la nave di Morpheus e la Event Horizon: il solito, perfetto, claustroagorafobico setting da horror nello spazio, girato da un Anderson in stato di grazia e in fissa con i corridoi. No, seriamente: se Punto di non ritorno fosse stato un film muto e senza personaggi, novanta minuti di corridoi e sale comando e infermerie e tutto l’armamentario di una nave spaziale che si rispetti, sarebbe stato comunque un capolavoro.
I personaggi, però, ci sono, e soprattutto c’è quel che succede loro una volta arrivati sulla nave: visioni, rumori, suoni, istinti primordiali, il genere di cose che ti farebbe levare le tende in tempo zero se non ti trovassi tra i piedi il solito scienziato eccessivamente curioso e la cui ambizione non ha limiti (Lovecraft, ancora una volta). «Perché ho visto il fantasma putrefatto di mia moglie?» si chiede il professor William Weir, laureato in ficcanasologia. «Perché quella là vede il figlio morto? Perché quell’altro è impazzito al punto da provare a lanciarsi nello spazio senza tuta? Perché il precedente equipaggio della Event Horizon sembra essersi dedicato al massacro orgiastico sbraitando imprecazioni in latino prima di sparire per sempre dalla faccia del cosmo?». La risposta, ovviamente, è: Satana.
Ciò che rende unico Punto di non ritorno, infatti, è il modo in cui sfrutta i suoi (vaghi) presupposti scientifici per inscenare l’orrore. L’orizzonte degli eventi è il limite, la soglia che l’astronave ha varcato mentre cercava di capirci qualcosa su come funzioni un buco nero. Senza scendere in dettagli tecnici, quello che per la fisica è (cito)
«il momento in cui, in un corpo autogravitante, la “materia” (concetto utilizzato qui per identificare insieme la massa e l’energia, che secondo la relatività generale sono la stessa cosa) è così concentrata che la velocità di fuga dovrebbe essere pari o addirittura superiore a quella della luce»
per Anderson diventa la via per infrangere i confini dello spazio-tempo e finire altrove. Un altrove per ammirare il quale non servono occhi, solo un cuore aperto e pronto ad accogliere il Demonio.
«I created the Event Horizon to reach the stars, but she’s gone much, much farther than that. She tore a hole in our universe, a gateway to another dimension. A dimension of pure chaos. Pure… evil. When she crossed over, she was just a ship. But when she came back… she was alive! Look at her, Miller. Isn’t she beautiful?»
Riassumo: avvicinatasi troppo a un buco nero, la Event Horizon ha sfruttato il suo gravity drive per infrangere la velocità della luce e rompere l’ordito dello spazio-tempo, finendo catapultata in una dimensione altra fatta di puro terrore e purissimo male, un inferno uscito da un arazzo di Bosch nel quale cravatte messicane e mutilazioni sono il pane quotidiano, e nel quale nessuno può sentirti urlare non tanto perché sei nello spazio, quanto perché STANNO URLANDO TUTTI. Il Satana di Anderson non è un angelo caduto o un affascinante uomo d’affari o un satiro con un’erezione imbarazzante, è uno stato mentale, una intera dimensione che se ne fotte delle leggi fisiche e in cui tutto è paura, dolore e violenza. Prova ne è il fatto che la Event Horizon non porta a casa nulla dal suo viaggio allucinante: a bordo non ci sono mostri o presenze, non ci sono alieni o tentacoli, c’è solo l’orrore cosmico, troppo grande per poter essere ripreso e mostrato.
[SPOILER]
Tutto sommato l’unico Satana di Punto di non ritorno è proprio il professor Weir: se il videolog ritrovato sulla Event Horizon mostra un equipaggio terrorizzato e incapace di accettare razionalmente quel che c’è nell’altra dimensione, Weir ne è attratto al punto da automutilarsi per abbracciare la perversione, e diventare un profeta del demonio fatto galassia.
Di tutto questo, ed è qui che si è indecisi se rosicare o lodare il talento di Anderson, noi spettatori vediamo poco, quasi nulla. Vediamo gli effetti del viaggio, i postumi, vediamo un’astronave devastata e violentata da torme di diavoli infernali, e in un terrificante micro-video diamo uno sguardo a come l’equipaggio della Event Horizon ha reagito alla gita nell’altra dimensione. Tutto il resto, e qui si esce dalla magia del cinema per tornare sulla Terra, è andato distrutto per sempre per volontà di Paramount, e non c’è speranza di recuperarlo, stando alle parole del Migliore. Leggendo in giro interviste e dichiarazioni varie, pare comunque di capire che i famigerati quaranta minuti fossero una sorta di lunga variazione sul tema di quel sanguinosissimo poco che il film ci mostra, ossia l’Inferno in terra astronave. Possibili reazioni:
• va bene così! L’orrore è tanto più efficace quanto più è nascosto, suggerito, accennato; e quindi Punto di non ritorno è perfetto così com’è e c’è poco da lamentarsi: che ciascuno si costruisca il suo personale affresco satanico partendo dalle suggestioni di Anderson, e smettiamola di lamentarci per quelle dannate sequenze andate perdute.
• va male così! Dimostrazione:
httpv://www.youtube.com/watch?v=xuJnIJHgQ44
Per. Quaranta. Minuti.
DVD-quote suggerita:
«L’imperfetto capolavoro di un non riconosciuto Maestro».
(Stanlio Kubrick, fancalcista, www.i400calci.com)«Hell yeah Satan!».
(Gesù Cristo, ristoratore, www.paniepesci.il)
*nota a margine: Punto di non ritorno è un più unico che raro caso di titolo italiano diverso da quello originale del quale coglie però lo spirito optando al contempo per una soluzione più orecchiabile e in grado, almeno teoricamente, di far presa sullo spettatore medio.
Ma assolutamente sì, filmone grandioso.
Ho sempre adorato questo film, sin dalla prima volta che lo vidi.
Curiosità “spoiler-free” n.1: Da buon fan di Clive Barker, mi sorbii tutti i film della serie Hellraiser, tra cui il quarto fece molto discutere per la sua ambientazione “spaziale” e par la scarsezza generale del film. Quando l’anno dopo uscì Event Horizon il parallelo fu talmente forte che – per me – il VERO Hellraiser 4 è e sempre sarà Event Horizon. Dullo scaffale dei DVD è proprio in quella posizione.
Curiosità “spoiler-free” n.2: Da ormai tempo immemore su internet spopola la leggenda urbana del “buco profondissimo, scavato da scienziati russi, che una volta mio cuggino ci ha sceso un microfono dentro e quando l’ha tirato su c’erano le voci e le urla dell’inferno”. Potere sentire la messa in onda qui: http://www.youtube.com/watch?v=8iPIXq_jGMQ
Ebbene… secondo molti scettici e indagatori, l’audio dei “dannati urlanti” non sarebbe altro che un loop fortemente effettato della scena in cui si vede l’equipaggio precedente della H.O. e la fine che fa.
Un film che diventa leggenda urbana. Proprio come il finale di Red State di Kevin Smith… solo che forse lui l’ha fatto apposta.
Un Fottutto Capolavoro non potrei’ essere piu’ d’accordo!!!! Grandissima anzi Immensa recensione Stanlio! Ma davvero esistono# sti 40 min tutti interi, pieni di sodomia, sangue e puro orrore tipo un Hellraiser sotto steroidi con scene porno???!!!!??? Non ne sapevo NULLA! Ora il film assume addirittura un fascino mistico, Figata!
#esistevano
P.S.: Viva il folle di providence!
Molto carino. Forse è uno di quei casi di onesto filmaccio sopravvalutato da pochi in quanto sottovalutato da molti, ma molto carino.
Occhio allo sgùùb che sto per fare: “Punto di non ritorno” è uguale ad un racconto Bonelli apparso su “Zona X” n.8 del 1994, “Le due sfingi”, di Vincenzo Beretta e Fabrizio Russo. L’ho sempre saputo, ma non avevo mai ragionato sulle date e non avevo mai notato che il fumetto vien ben prima.
L’idea di base è la stessa, l’andamento del racconto e il finale sono molto simili e ci sono sequenze prese pari-pari. C’è pure Satanasso o comunque qualche diavolo, anche se le visioni nel fumetto sono più che alto di carattere fantasy.
Quindi o l’ispirarsi ai medesimi modelli (Alien, Black Hole, Fantasma 5) ha portato casualmente le due opere a somigliarsi in modo straordinario (ma le somiglianze sono davvero tante), o entrambi hanno copiato spudoratamente da un modello non dichiarato (può darsi), o Philip Eisner deve aver fatto le ferie in Italia, gli deve essere capitato tra le mani quel numero di Zona X e guardando le figure ha pensato che non sarebbe stato male ricavare un film da un fumetto italiano “che tanto chi cazzo li conosce i fumetti italiani”.
Rivoglio.Quei.Fottuti.Quaranta.Minuti.
Paramount Merda
Darei la mia anima a Satana per vedere quei 40 minuti.
Se solo non gliel’avessi già venduta una domenica mattina per un pacchetto di biscotti…
A proposito dei 40 minuti mancanti… pare che nel 2012 Anderson abbia confermato pubblicamente che è stata ritrovata una VHS di lavoro con il montaggio ORIGINALE del film.
L’articolo è qui: http://collider.com/paul-w-s-anderson-resident-evil-5-retribution-interview/181527/
E lui ne parla proprio all’inizio del video.
Fremo e non vedo l’ora che sia in qualche modo reperibile.!
Mi sta sul cazzo Anderson ma questo film è un fottuto capolavoro, sono riuscito a vederlo al cinema! (3 in sala) una delle cose che mi convinsero ad andarlo a vedere era il fatto che la Event horizont e’ stata disegnata (negli interni) ispirandosi all’architettura di “Notre Dame” una fottuta genialata, una stracazzo di astronave indemoniata sci-fi/medievale nessuno ha piu fatto cose del genere, anzi NESSUNO LE HA MAI FATTE.. per questo Anderson secondo me continua a fare film di merda ma ogni volta che si parla di “punto di non ritorno” non posso che togliermi il cappello…
Filmone…visto almeno 10 volte tra TV,DVD e brd…
Sapevo anche io di questo montaggio ritrovato…sperem…
Io la mancanza di quei 40 minuti l’ho sempre prepotentemente sofferta. secondo me comunque ce l’hanno la versione completa, aspettano solo il momento propizio per commercializzarla. Non vedo l’ora.
e comunque soldier, il sidequel di blade runner, io l’ ho trovato fighissimo !!
Top Movie, ancora ricordo quando lo vidi su telepiù…la fottuta paura e il male che si impossessa dell’astronave…
Visto in piena adolescenza e totale inconsapevolezza fimica, ma mi è rimasto impresso più di molti altri blockbusteroni spaziali, troppo figa l’idea dell’astronave che va all’inferno, e il found footage allora si usava davvero ancora in maniera inquietante.
Ero un bambino quando uscì su Tele Più, mi ricordo ancora che dissi “Evviva film nello spazio, figata!”
Lo finii qualche anno dopo…
Quindi capolavoro.
sarei curioso di vedere i minuti mancanti solo nel momento in cui al loro interno ci fossero parti importanti per la trama del film, una sotto trama, un qualche nuovo significato per la storia. 40 minuti tutti sulla scia del video che ci è stato concesso di vedere nel film, grazie ma li passo volentieri. non capisco cosa ci sia di divertente nel vedere un “braccio in culo fino al gomito”, concordo con chi ha tagliato e penso che in film di questo genere sia più importante cio che non si vede ma si puo immaginare.
@dIO
io aspetto con trepidazione, ma in fondo sono abbastanza d’accordo con te. C’è da dire che anche se fossero solo di torture-porn, non sappiamo come questi 40 minuti siano distribuiti nel film: se sono tutti insieme e vanno solo a “ingrassare” il filmato dell’equipaggio precedente possiamo risparmiarceli, ma se sono invece “integrazioni” sparse per tutto il film mi incuriosiscono un bel po’.
Il tuo “braccio in culo fino al gomito” e il tuo post mi hanno fatto venire in mente un film che detesto (sono pronto a essere flammato e a incassare da coloro che lo venerano): Society di Yuzna. All’epoca lo avrei recensito come segue: 98 minuti di cui 80 sono una lunga e noiosa puntata di Beverly Hills 90210 e gli ultimi 20 minuti sono un gorefest talmente esagerato, talmente fuori dal contesto, talmente insensato da non fare nemmeno più effetto. C’è chi lo adora… io non l’ho mai capito. In compenso Event Horizon ha comunque tutto il resto del film, che si regge benissimo sulle sue solide zampotte di filo spinato insanguinato.
Grazie mille, Stanlio.
Finalmente Giustizia è stata resa a questa PERLA.
E lo dico da non-amante dell’horror.
Ma dello sci-fi e delle frattaglie sì.
VOGLIO. QUEI. 40. MINUTI. EXTRA. SUBITO.
Bravi tutti.
Quando un film a cui levano 40 minuti probabilmente importanti rimane un bel film, vuol dire che è proprio un bel film.
Poi, quando uscì Punto di non ritorno, al cinema stavamo con Lost in Space eh, al termine di un decennio non proprio brillantissimo per la Sci-Fi, soprattutto nella seconda parte.
Io ebbi una ventata di aria fresca dentro la tuta pressurizzata.
Sam Neill.
lo ricordo in maniera estremamente (dis)piacevole in quanto mi mise addosso uno schifo incredibile. soprattutto quando cominciava a spruzzare sangue.
certo l’idea che il buco nero sia un collegamento con “l’inferno” mi sa di ridicolaggine estrema comunque il film prendeva benissimo. a parte lo schifo. ma questo è un mio modo di dire “cacchio figata”.
@Darth
ecco, ero tutto presobbene dal ricordare questo che speravo nessuno citasse quella cloaca senza speranza di Lost in Space.
cheppalle, ancora la postazione con le impostazioni di mio nonno
Non ho letto le fonti di Stanlio, ma potrebbe anche essere che quei 40 minuti non fossero intesi per essere per forza mostrati tutti quanti, ma fosse gia’ in partenza un girato abbondante tra cui poi scegliere gli spezzoni migliori. Tipo quando Malick dice che ha 12 ore di materiale per Tree of Life. Penso anche a cose come i 30 minuti di finto telegiornale girati per Independence Day: e’ ovvio che non avremmo mai avuto una sequenza di mezzora solo sul telegiornale, ma tu intanto se il budget te lo permette lo giri tutto e poi estrapoli gli spezzoni che ti fanno piu’ comodo. Poi ovviamente ci sta anche che Migliore degli Anderson contasse comunque di inserire molta piu’ roba di quanta ne vediamo ora.
(voi intanto flammate pure @Tyler per Society)
@nanni
ma scusa, è da quando ti conosco che volevo chiedertelo, ma a te, i tenenbaum piace?
Da quel che ho letto in giro, quei quaranta minuti erano una cosa tipo dieci minuti di character development vario (una parte dei quali è finito come extra nei dvd) e mezz’ora d’inferno. Anch’io credo che Anderson non volesse mettere tutto quanto nel film, a meno che non si sentisse particolarmente coraggioso, ma volesse fare una selezione per espandere un po’ l’idea dell’equipaggio impazzito. Mi pare anche di capire che si trattasse di girato relativo agli eventi avvenuti dentro la Event Horizon dopo il ritorno dall’altra dimensione, e che di questa famigerata altra dimensione non si vedesse nulla o quasi; il che mi sembra la scelta migliore: amplificare l’effetto di quel found footage con un po’ di minutaggio di violenza gratuita e orrenda, lasciando avvolto nel mistero l’inferno stesso. Non si trattava di modifiche sostanziali alla storia o di nuove location, insomma. Certo è che Anderson aveva incluso tutto nel primo montaggio, quello presentato alla Paramount, e che gli exec gli hanno detto HOW ABOUT NO.
CAPOLAVORO. CAPOLAVORO ASSOLUTO.
@blueberry: nope. Per eventuali ulteriori dettagli scrivimi su Facebook o via mail, non voglio inquinare il thread parlando senza motivo dell’Anderson sbagliato.
È strano vedere un film,che a suo tempo fu un flop, ripescato e idolatrato in questo modo. Colpa delle boiate uscite negli ultimi anni, credo… stanno dando il colpo di grazia ad un genere moribondo e ci obbligano a guardare al passato. Qui una volta era tutta campagna…bla bla bla.
Vabbe’, Pacific Rim sistemera’ tutto. (Tutto questo delirio per dire che ‘sto film non mi disse molto, a suo tempo; visto che vi stimo e vi rispetto, pero’, gli concedero’ una seconda possibilità).
Anche La cosa fu un flop.
non sto su nessun social network, mi spiace. ed è uno dei motivi per cui non partecipo alle #400tv. hai ragione non intasiamo il 3d volevo solo provocarti ulteriori fuoriuscite di battute folgoranti.
forse schiaffi può farlo anche meglio ma io per lui sono fabio volo
Stanlio Kubrick: vero; ma questo è “Punto di non ritorno”…
@blueberry: niente ti impedisce di aprire un Twitter soltanto per seguire #400tv e poi non usarlo per nient’altro. Non saresti il primo. Non saresti nemmeno nei primi dieci.
Ora pero’ c’e’ un buco sul muro a forma del mio pugno di pura reazione compulsiva alla tua domanda a sproposito.
@Bakahero
Come penso volesse puntualizzare anche Kubrick, non sempre un film (specialmente in quegli anni) può essere giudicato dal botteghino. A volte c’entrano scelte di marketing, contemporaneità con altri (Carpenter incolpa spesso la quasi contemporaneità con ET riguardo al flop de La Cosa).
Nel caso di EH, secondo me fu semplicemente la poca pubblicità e il fatto che mischiare i generi (horror e fantascienza) incontra sempre un bel po’ di resistenza in prima battuta: ci sono molti film che delusero le aspettative perchè la gente andava a vederli pensando a un horror e si ritrovava una commedia, voleva una commedia ed era un giallo, etc.
Poi… liberissimo di non gradirlo, per carità. Era solo per dire che non credo che i film “brutti” del passato vengano rivalutati perchè oggi ne fanno di peggiori. A volte sono film belli con uscite e strategie sfigate… altre volte sono “troppo” avanti e vengono capiti dopo.
Che delirio quel film. Sam Neill mito dei ’90. Ne ha inforcati in quegli anni di capolavori. Dico solo Sutter Cane. Interessantissimo Il wikino dell’Orizzonte degli eventi, mai letto. Effettivamente cosa puoi mettere oltre la cosa più inquietante che l’universo abbia se non il male senza condizioni. Meglio non aver visto. Il non visto perchè non può essere sopportato è più terrorizzante.
Tyler Nomak: Hai ragione, concordo.
Capolavoro.
Non sento il bisogno degli altri 40 minuti.
Resident Evil Extinction il migliore? Mmmmm naaaah.
Appartengo alla massa e prima di frequentare questo sito non avevo idea dell’esistenza di questo film. Poi quando ho scoperto che mancavano 40 minuti maledetti distrutti dalla casa di produzione mi sono preso così male che non l’ho più visto. Non lo so, dopo una recensione così bella sinceramente ho serie difficoltà a non prendere a noleggio un dvd e vedere di cosa si tratta.
Ma porca miseria, ma perché distruggere il materiale girato?
Quando sento ste cose mi viene di urlare. Anche se nessuno può sentirmi.
Filmonissimo, da mesi tengo d’occhio discretamente il doppio dvd nel cofanetto a forma di astronave sperando che la tipa della videoteca ribassi un po’ il prezzo.
Alla voce “titoli italiani meglio”, già che ci siamo (e che non capita quasi mai, appunto) citerei anche “Un giorno di ordinaria follia”, in originale un generico “Falling Down”.
postilla che scivola nell’OT: Torno ora da IMDb avendo scoperto che il titolo ispanofono di Falling Down è Un dia de furia, e si sa che in queste cose gli ispanofoni hanno sempre ragione.
@bronson: il problema del titolo italiano di Falling Down e’ che e’ figo ma contrasta con quella che e’ la soluzione finale in cui (SPOILER) si scopre che lui e’ sempre stato matto. Tra l’altro uno dei finali pseudo-consolatori piu’ vigliacchi della storia del cinema.
Mi permetto solo di arricchire la già completa e precisa rece di tanlio Kubrick sottolineando che questa masnada di simpaticoni non finiscono all’inferno [no inferno, parliamo piuttosto di una dimensione “altra”, dove la regola sono dolore e disperazione] per avere passeggiato accanto ad un buco nero, ma per esserselo portato da casa! La Event Orizont funziona proprio grazie ad una singolarità fisica [altro nome specifico per il famigerato buco nero] che lavora come un motore…
Da poco appassionato di gore passo sulla mancanza dei famigerati 40 minuti. A me la pellicola va bene così, dopo una giovinezza a base di Lovercraft, mi sono sentito a casa [altro che Shining! Questa pellicola è At the mountain of madness” nello spazio]…
@Nanni
Altro che vigliacco e consolatorio: c’è addirittura – SPOILER – un poliziotto all’ultimo giorno di servizio che coinvolto suo malgrado nell’azione ha l’ardire di non morire. Qui si attenta ai fondamenti della realtà.
Un signor film, non c’è che dire. A tratti, se non ricordo male, addirittura in campo hard sci-fi con spiegazioni scientifiche non campate per aria. Altri 30 minuti di stupri anali, parti mozze e gore, magari non tutti d’un fiato, si potevano lasciare.
Grandissima Rece! E grandissimo film visto quasi per scherzo perche mia madre aveva adocchiato il cartellone in videoteca,non ho dormito per notti pensando alla moglie con gli occhi cavati ed al finale alla nightmare:-)dopo questa recensione credo sia il caso di comprare il bluray
E’ sempre bellissimo vedervi sul pezzo. Io l’ho adorato questo film da ragazzino, fin da quando lo noleggiai a casaccio nella videoteca vicino casa gestita da uno a cui consigliavo io i film (io 15 anni lui 35). E i miei amichetti non mi capivano: “Ma lo hai visto Punto di Non ritorno???” “No. Mai sentito. Sarà una merda”. E urlavo al cielo. Che poi ri-vedere Sam Neill in un horror dopo quel capolavoro de “il seme della follia” era per me altro motivo di felicità e, come ha detto qualcuno, quella smaccata somiglianza con il mondo di Barker, con Lovecraft, le astronavi e, insomma, con tutto quello per cui un ragazzino di quell’età poteva andare fuori di testa. L’ho sempre portato silenziosamente nel cuore e vedere che anche voi avete capito mi fà sentire una persona meglio.
@pilloledicinema: GUARDALO! Che poi non lo ved da qualche anno (è che da piccolo l’ho visto veramente troppe volte) quindi non so se è invecchiato bene ma penso proprio di si.
@Tyler: Society un brutto film? No dai, ogni volta che uno dice così una persona meglio nel mondo muore.
Comunque non ho voluto insistere troppo sull’aspetto tecnico, ma questo film è del 1997 e tra CGI ed effetti speciali veri regge ancora tutto non bene ma benissimo. Si chiama “effetto Starship Troopers” – che guarda caso è anch’esso del ’97. Ottima annata.
Nemoll lo stavo per puntualizzare io, la spiegazione di Neil su come superare la velocita della luce utilizzando il paginone con tipa nuda e stata alla base dei miei studi scientifici per anni,unico rimpianto e che durante un interrogazione non mi abbiano mai fatto una domanda dove io la potessi sfoggiare avevo gia il paginone pronto:-)
@Gatsu Io Gatsu Io @Nemoll Ma esatto! Io mi ricordo tempo addietro ci fu una discussione su EH e qualcuno disse che e’ Scientificamente inesatto. Ma un cazzo! Le spiegazioni scientifiche del film sono prese pari pari dai libri di testo.
“Voglio vivere nell “altra” dimensione.” cit.
@Michael: a quanto ne so io (e in effetti io non ne so un cazzo, diciamo a quanto mi ha spiegato gente che in materia ha una certa autorevolezza) in realtà il film E’ scientificamente inesatto, perchè si basa si su teorie scientifiche reali, ma teorie vecchie, già accantonate e superate.
però detto tra noi chissenefrega. sono pochissimi i registi in grado di fare un film di fantascienza scientificamente attendibile, e dubito che ad anderson abbia mai fregato qualcosa di essere tra questi. ma in fondo chi è che va a vedersi un film del genere per l’attendibilità scientifica?
@Il Reverendo La teoria del film e’ praticamente quela del ponte di Einstein-Rosen che grazie a altri luminari e’ stata un po colmata di alcune lacune, ma regge ancora fortissimo. Comunque daccordissimo non frega niente a nessuno della qualita dello spiegone basta che ingrani bene il meccanismo.
Ma poi ragazzi, lo spiegone lo fa Sam Neill! Sam Neill > scienza.
Filmone, anche se trovai un po’ ridicola l’idea che per distruggere il “male”
SPOILER bastasse una mega esplosione (mi riferisco al finale).
Mi ricordo ancora lo scambio di battute tra Fishburne e Neill:
“I suoi occhi…”
“…Laggiù dove andremo non avremo bisogno di occhi…”
Funfact: Il trucco del incubo finale e’ poi stato usato anche in Virus(1999) anche filmone!
Ma qualcuno si ricorda di supernova con Robert Forster?
Si al diavolo la teoria scientifica e solo che e una scena che ricordo particolarmente bene e che sembrava decisamente verosimile Se per questo l’incubo finale mi pare piu una citazione da aliens di Cameron peró anche virus va bene:-)
Sam Neil! Mi avete fatto venire una fotta pazzesca…però sta cosa dei 40 minuti grida vendetta…
Ragazzi ma ha ragione @Tyler comunque. I minuti mancanti sono stati ritrovati anche sei in qualità pessima. Lo dice il suo articolo e lo dice anche questo.
http://www.movie-censorship.com/news_en.php?ID=3918
Andrà a finire come Cabal che “blabla” e poi nessuno se li fila.
No aspe’, hanno ritrovato una VHS con il primo montaggio che conteneva anche quei minuti. Non sono un tecnico e magari è una cazzata, ma non credo sia semplicissimo estrapolarli da lì e infilarli nella versione attuale per completarla, non compromettendo la qualità. Cioè il rischio è che si vedano le parti aggiunte perché staccano troppo rispetto a quelle che già ci sono. Questo penso eh, ma a naso, se poi qualcuno ha più competenze e può smentirgli gli sarò grato per sempre.
Immagino comunque che sia costosetta come operazione, e per un film come Event Horizon non credo nessuno voglia sobbarcarsi la sbatta.
@Stanlio: assolutamente. Sono stati ritrovati e, come dici tu, la qualità è oscena (una vhs di quegli anni buttata chissà dove..). Penso che il MASSIMO che sia possibile fare (se và veramente di lusso) è che tutte quelle scene siano inserite in un eventuale dvd come extra. Non penso che ci sia qualcuno disposto a spendere dei soldi per una riconversione in digitale degli stessi. Quindi, calcolando l’interesse che ha il mondo per questo film, probabilmente quei contenuti rimarranno chiusi in un cassetto.
sì grande annata, se non fosse per “paura al bando, c’è smith al comando!”. la bruttezza imbarazzante di quei ragni mi è rimasta impressa.
scusate, tanto per fare la punta agli stronzi, non era un po’ diversa la storia del buco nero?
io ricordo che la nave aveva un mini buco nero all’interno (la sfera nella stanza del disagio) che una volta attivato avrebbe permesso alla nave annullare lo spazio e il tempo facendo coincidere il punto di partenza e quello di arrivo.
ed è in in quel non-momento che passano attraverso la dimensione malvagia eccetera.
@rash e chi altri lo faceva notare: hai perfettamente ragione, ma al punto che ero convinto di aver scritto così anch’io. Posso dare la colpa al caldo?
sì ma un po’ di rispetto per 2001, diamine.
per il resto suggerisco, oltre all’eccellente film, un giro di giostra su Dead Space. Very good
@Chiunque mi rispondesse sulla attendibilità/scientificità. Da avido lettore di Urania (grazie kindle!), apprezzo quando si perde anche solo un minuto cercando di dare una spiegazione (pseudo)scientifica dei vari ammennicoli tecnologici. Viva i “Viaggiamo più veloci della luce perché col buchino nero nella sfera di contenimento pieghiamo lo spazio come una pagina del calendario della Marcuzzi”, a morte i “Viaggiamo velocissimi perchè sì”.
@Gatsu Io Gatsu Io & Michael Jail Black : Solo questione di velocità! ;)
Il film è indubbiamente pieno di tecnobabble (vedi Star Trek), quando lo “spiegone” viene per così dire istituzionalizzato…Per il resto è una gran bella pellicola, che si fonda su teorie fisiche forse superate ma che hanno rappresentato il “punto di partenza” per arrivare al “punto di non ritorno” (scusate il gioco di parole…)!
Per il resto, perché l’italiano non impara a godersi l’atmosfera [tecno]gotica della pellicola, manda il cervello in modalità ‘sospensione dell’incredulità’ e si diverte per un paio d’ore con una buona sceneggiatura ed attori interessanti?
Pace profonda nell’onda che corre.
@Stanlio e @vespertime
Dune di David Lynch è uno dei miei film preferiti in assoluto. Non tanto per la sua caratura intrinseca, ma perchè il mio libro preferito in assoluto è proprio il ciclo di dune di Herbert. Nonostante la Miniserie di Sci-Fi Channel di 5/6 ore (con Giancarlo Giannini nella parte dell’imperatore Padisha Shaddam IV) sia molto più fedele all’opera originale, soffre di gravissimi problemi di miscasting e characterization nella figura di Paul Atreides. Anche se molto meno fedele, ho sempre trovato che l’opera di Lynch cogliesse decisamente meglio lo SPIRITO del libro, più che la sua vera e propria trama.
Tutto questo per dire che – anni fa – in un cassone di Blockbuster, trovai un DVD di Dune in edizione “strana” che conteneva due dischi: uno con la “theatrical version” e uno con una versione “assemblata” ed integrata con tutte le scene tagliate ed omesse per una durata di 190 minuti (naturalmente a regia di “Alan Smithee”).
Ecco… il mio sogno bagnato è che anche Event Horizon possa subire un simile dentino, prima o poi: una versione (anche “non ufficiale”) con due dischi. Uno con il film bello e patinato, ed uno con il riversamento (anche scrauso) della VHS ritrovata (non dicono dove, ma secondo me dentro un cubo di Lemarchand).
Non so tyler amo anche io la saga di dune almeno fino al terzo libro(ma li ho letti tutti) e sinceramente un duca Leto decente io ancora non l’ho visto sono troppo in entrambe le pellicole troppo vecchi(dovrebbero essere appena addolescenti per il libro)oltre ad avere entrambi l’espressivita di un manichino
@Gatsu Io Gatsu Tu
Ciao!
…cedo che tu intenda Paul Atreides (che nel libro I ha circa 15 anni). Leto è il padre. Ma nella sostanza sono abbastanza d’accordo con te. Sarebbe dovuto essere giovanissimo, ma…
– Nella miniserie “Dune” di Harrison il problema è il carattere più che l’età: Paul Atreides qui è un viziato capriccioso e con manie di grandezza. Un vero insulto al personaggio del libro. Inoltre… rendere il protagonista della tua miniserie antipatico abbestia non credo faccia bene.
– Nel film di Lynch l’età è sbagliatissima (hai ragione tu) e Kyle McLachlan ha un “acting” un po’ troppo “cerbiattoso” e sognante, ma il carattere di Paul (coraggioso, umile, studioso, onorevole, leale, dotato di senso del dovere, etc.) esce assolutamente benissimo.
Sorry e passato parecchio tempo dalla lettura nonche dalla visione:-) condivido comunque le tuo opinioni ho sempre mal sopportato l’attore feticcio di Lynch:-)
Non lo vedo da un po’ ma ricordo che “Punto di non ritorno” è davvero un buon film, non un filmone ma di sicuro molto meglio delle cagate che sta girando Anderson in questi ultimi anni…
a me era piaciuto un casino, la prima volta che lo vidi con gli amici stavamo li a mettere fotogramma per fotogramma per capire se veramente stava avvenendo un’orgia demoniaca.. proprio da poco ho cercato una versione in streaming per rivederlo, ne facessero di più di film così.
Cavolo, l’unico “Punto di non ritorno” che conoscevo era il capolavoro di Morsello…Film da vedere direi.
Filmone, sempre considerato un filmone. Poi ero ragazzino e non mi interessavo dell’eventuale successo al botteghino e scopro ora che è stato un film sfigato (ma un po’ in effetti si intuiva anche allora).ù
Mi ricordo ancora di averlo noleggiato dal vecchio block, e visto a casa dei nonni in uno di quergli interminabili pomeriggi senza compiti a casa (quest’ultima cosa l’avevo decisa da me, devo dire). E di essere CREPATO di paura. Però che filmone, che profondità e che spessore. Cazzo. Robe che vedere cos’ha combinato Ridley con Prometheus ti fa piangere lacrime amare.
Questo e Soldier sono i due film di Anderson da sempre nella mia wish list: sono entrambi buoni, ottima fantascienza di serie B… anche se nel caso di questo Event Horizon purtroppo la realizzazione non e’ all’altezza delle ambizioni.
Mi e’ piaciuto molto la sensazione di pesantezza e manualita’ trasmessa dalla tecnologia che si vede nel film: e ‘ tutto meccanico, manuale, sporco, metallico. La nave Event Horizon e’ spaventosa e incredibile, sembra uscita da un manuale di tortura medievale reinterpretato da Giger. Ma la storia non e’ altezza, non tanto per i personaggi che funzionano, ma nella rappresentazione del terrore e nel manifestarsi delle minacce. Le visioni, e i sussurri, non spaventano e sono scialbe… Anderson ha una buona mano e il camerawork e’ molto buono, ma la storia stenta a decollare e questo e’ da sempre un suo problema.
Event Horizon e’ un buon film, visionario e anche originale, ma la storia e’ debole e l’orrore non spaventa proprio (Carpenter e Lovecraft sono lontani).
Ah ecco di cosa parlava William Shatner quando diceva di aver visto “solo morte” nel suo viaggio nello spazio con bezos. E il pelatone lo ha interrotto. Ecco, mi sto cagando addosso
FERMI TUTTI https://www.ilcineocchio.it/cinema/paul-w-s-anderson-su-punto-di-non-ritorno-mi-ispirai-a-notre-dame/
(ok non è freschissima)