“Diavologia”, o di quella volta che dopo Lords of Salem abbiamo sentito il dovere di fornirvi modelli di demònio più attendibili o quantomeno più interessanti; per dilettarvi, educarvi o semplicemente celebrare adeguatamente le festività.
Seicentosessantasei (666): il marchio della bestia, il numero che identifica l’AntiCristo.
L’origine di questo noto simbolo si trova in uno dei passaggi più lisergici di un noto bestseller internazionale: storia noiosissima, se devo dirla tutta, e come tutte le cose che hanno a che fare con i numeri è aperta a mille interpretazioni e fraintendimenti, che peggiorano ulteriormente se si confondono le traduzioni dal greco o dall’ebraico. C’è una corrente ad esempio che insiste che il numero giusto sarebbe 616, ma all’applausometro ha vinto 666, decisamente più coreografico. Non vi sto ad ammorbare ulteriormente.
Ad ogni modo: Damien Thorn nasce a Roma, all’Ospedale dei Cappuccini, il 6 giugno (6) alle ore 6.
I frati del posto sono sicuri: è un presagio.
E sapete cosa si dice in questi casi, no?
Buon Natale!

ciaooo
The Omen sbarca nei cinema il 6/6/76 con premesse abbastanza chiare: è un costoso film mainstream programmato per piacere al grosso pubblico sperando di cogliere ancora la scia dell’Esorcista. Il protagonista era una leggenda come Gregory Peck e il regista era l’allora sconosciuto 46enne Richard Donner, da un soggetto originale di David Seltzer.
Damien non è davvero figlio dei Thorn: la sua vera madre muore durante il parto e, siccome pure il figlio dei Thorn aveva appena fatto la stessa fine, il padre fu convinto a fare lo scambio all’insaputa della moglie. Il film riparte quindi cinque anni dopo, quando una serie di avvenimenti loschi rivelerà la vera natura di quel piccolo bastardo.
The Omen è a tutt’oggi uno dei migliori esempi di horror mainstream mai prodotti, di quelli capaci di costruire una situazione inquietante, sostenerla con un mestiere solidissimo, e al momento giusto darti quella scossa alla sedia che oggi azzardano sempre più raramente.
Ci sono diverse finezze: il bambino ha un aspetto assolutamente ordinario e mantiene il più delle volte un atteggiamento naturale, e tutto quello che vediamo potrebbe ascriversi puramente a sfiga apocalittica o occasionali, decontestualizzati raptus di follia. Donner non commette mai l’errore di mostrare atti sovrannaturali, o i momenti in cui il “potere” di Damien/Satana contagia cose e persone, e se non ci fosse una colonna sonora decisamente esplicita o il classico personaggio del prete paranoico o le ovvie coincidenze non sapremmo bene che pensare. Un rottweiler che fissa la babysitter, Damien che strippa man mano che lo avvicinano a una chiesa, giraffe e babbuini (!) che si spaventano in sua presenza (scena notevole), scenari proto-Final Destination: il diavolo è letteralmente invisibile, e per questo ancora più vero. Poi, al momento opportuno, ecco improvvise scene violente sempre inquadrate con limpida chiarezza, larghe, ferme, al sole, al rallentatore, e sequenze come la morte della babysitter sono a tutt’oggi iconiche per motivi validi.
Quando Donner mostra il primo avvenimento davvero inspiegabile, l’espediente delle foto con il segno d’ombra impossibile e premonitore, una cosa sottile e in seguito strascopiazzata da miliardi di altri horror soprattutto giapponesi, per quanto piccola, nel contesto, aumenta l’inquietudine in modo magistrale.
E quando sul più bello Damien pronuncia quella che è praticamente la sua prima vera frase del film, una frase assolutamente innocente, la voce di un bambino qualunque quando ti aspetteresti che almeno in quel momento si manifesti il più classico dei baritoni infernali, è una mazzata.

“oi, che è quella roba lì, sarà mica una croce alla diritta?”
Il finale di The Omen è assolutamente perfetto e definitivo, ma questo non ha ovviamente impedito Hollywood di continuare a raccontare la storia in due sequel ufficiali e uno apocrifo. Ignorando quest’ultimo, gli altri come prima cosa rovinano in cinque minuti di cronometro quanto decantato finora.
Nel secondo film, obbligata semi-fotocopia del primo, viene negata l’ultima inquadratura dell’originale e affidato Damien a un cugino Thorn ricco industriale interpretato da William Holden. Troviamo il moccioso di Satana adolescente che frequenta un’accademia militare agli ordini di Lance Henriksen, ma assistiamo a momenti di pura telecinesi in diretta e persino in pubblico. Addirittura scopriamo che Damien non sapeva di essere il figlio di Satana e, quando gli viene rivelato, ha una crisi di rigetto. Rimangono in compenso alcuni omicidi adeguatamente elaborati, tra cui la tipa attaccata in mezzo alla strada da un corvo (che sostituisce il rottweiler in una generale banalizzazione della simbologia) che a suo tempo era un classico degli spezzoni di Zio Tibia.
Il terzo vede un giovane Sam Neill nei panni di un Damien ormai cresciuto. Il sottotitolo “Conflitto finale” lascia presagire che vedremo finalmente il piano del figlio di Satana in azione, che è quel tipo di cosa che onestamente ti interessa meno quando il nome più famoso del cast è passato da Gregory Peck a Rossano Brazzi. Se non altro la storia guadagna in freschezza: Damien è in piena consapevolezza del proprio ruolo e i piani per realizzarlo, attraverso il conseguimento di poteri economici e politici, è in movimento. C’è una scena di morte molto coreografica in uno studio televisivo, ma di nuovo i “poteri magici” sono espliciti: torna il rottweiler al posto del corvo ma assistiamo in diretta alla gente ipnotizzata “uscire di sè” prima di commettere atti di follia omicida/suicida, e ciò banalizza e indebolisce l’atmosfera.
Va ancora peggio quando il piano di Damien è costretto a passare dall’attacco alla difesa per via di una profezia che annuncia l’imminente nascita dell’Anti-AntiCristo, cosa che spinge il nostro a radunare il suo esercito di lobotomizzati e mandarli in missione in memoria di Erode. Il suo discorso ha un momento che mi ha fatto riflettere: è facile minacciare un cristiano, perché la prospettiva è quella di marcire all’inferno, ma come motivi un seguace di Satana? “Fallisci, e verrai trattato benissimo in Paradiso”? In ogni caso, vince Gesù.
Esiste un remake del primo film, creato in tutta fretta con l’unico scopo di uscire il 6/6/6 (6 giugno 2006), appuntamento a cui mi presentai con puntualità svizzera, per poi scoprire che non c’era nulla da vedere perché trattavasi di copia-carbone dell’originale, giusto con un bambino ancora più buffo e tenero.

Un giorno quell’aria sottilmente malvagia gli tornerà utile
Ad ogni modo: The Omen ebbe il pregio di lanciare la carriera del non-giovane Richard Donner a un’età alla quale molti di solito hanno ormai smesso di sognare.
Dopo di esso invece, il Richard regalò al mondo altri classici immortali come Superman, Ladyhawke, I Goonies e l’intera saga di Arma letale, confermandosi come uno dei più affidabili professionisti del suo tempo nonché nome fondamentale per la crescita del sano fancalcista.
Per cui è proprio il caso di dirlo: grazie Satana.
Buon Natale!
DVD-quote:
The Omen 1: “6”
The Omen 2: “6”
The Omen 3: “6”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
The Omen – Il presagio
>> IMDb | Trailer
|,,| !Buon Natale! |,,|
Vidi i primi due film in età molto impressionabile, quando anche il più laido dei film porno sembrava la cosa più conturbante di sempre.
Non so se a rivederli oggi li troverei ancora così potenti ed emozionanti, il primo probabilmente si.
Non so per quale meccanismo psicologico ogni volta che parlo del Presagio mi torna in mente Il Tocco Della Medusa, che pure non aveva tematiche sataniche. Credo sia per una questione di fotografia, che, memore del primo Esorcista, ci propina combo verdemarroni o nerobluscure.
Il primo è ancor oggi veramente tosto.
Ho dimenticato di scriverlo, ma sono anche convinto che lo scontro fra Gregory Peck e la babysitter abbia fortemente ispirato le omologhe scene di Fantozzi quando le suore gli chiedono la carità.
ditemi che aspettavate questa data esatta per questa puntata di Diavologia…e che era tutto pianificato…6/6/2+0+1+3…pazzesco….
@drugo: onesto al 100%? Me ne sono accorto solo due settmane fa. Satana mi scorre proprio nelle vene.
Bellissimo il primo Omen, concordo con la recensione in toto. La cosa migliore del film di Donner, oltre alla colonna sonora da cardiopalma, è proprio la scelta di non essere troppo esplicito nel dipanare la satanica matassa… un po’ come Rosemary’s Baby. La paranoia e l’incertezza si tagliano col coltello!
I seguiti e il remake me li sono persi ma direi che è stato meglio così :P
Ho fatto mente locale e realizzato dell’importanza di Donner nella mia infanzia e adolescenza solo recentemente. Un grande.
Sottolineerei come il primo Omen (bellissimo) risentisse chiaramente dell’influenza del thriller all’italiana a livello di fotografia, scenografie, violenza. Roba da piangere a pensarci oggi.
A ben vedere nel primo Damien non solo è mostrato come un bambino normale ma appare pochissimo. Ad un certo punto anzi quasi non si vede più. Diventando così ancora più inquietante.
Ho visto soltanto l’indecente remake e l’unica cosa che ricordo è il barbone che cammina per roma trascinando una catena legata ad un tombino (???) che andrà a sfilare un piolo di legno che fermava un camion posteggiato in salita (???) che quindi mi pare si schianti contro qualcuno e/o qualcosa. Ovviamente in USA son convinti che in Italia non esista il freno a mano e i barboni trascinino tombini per il vaticano. Ma vaffanculo và.
@ tommaso
Bravissimo, la penso come te.
Seicentosessantasei (666): il marchio della bestia, il numero che identifica l’AntiCristo, la targa della mia panda.
OT:
http://www.ondacinema.it/speciali/scheda/arti_marziali_cinema.html
Visto che prima o poi lo avreste recensito???
Comunque per me è resta un CAPOLAVORO! il primo, ovviamente.
Io invece mi son sempre chiesto, più in generale, come facciano con i bambini che usano per questi film. Non dico per la loro bravura ma tipo quando girano scene forti o se magari capita loro di vedere qualcosa del girato, che infanzia ne verrà fuori, se allora se ne fottevano delle conseguenze e oggi magari no…
A tal proposito mi son messo a cercare se dell’infante del primo (all’epoca 6enne), si trovasse in giro una qualche notizia di cronaca nera o cosa ma niente. Ah, sì. Dice Imdb che ha preso parte al remake del 2006 come anonimo “tabloid reporter #3”.
In ogni caso, vince Gesù.
@Steven
ogni tanto me lo chiedo anche io, soprattutto del bambino qui:
http://www.chud.com/wp-content/uploads/2011/07/vlcsnap-2011-07-13-23h14m52s160.png
http://www.imdb.com/title/tt0082818/
Filmone bello truce, a Scavolini dovevano dare più spazio.
Di norma la regola e’ che se non li vedete nella stessa inquadratura insieme agli avvenimenti truci, la loro parte e’ stata girata separatamente. Dopodiché non vedono il film finché non glielo concedono i genitori (che, sempre di norma, sono sempre sul set). Vengono loro date ovviamente anche descrizioni della scena meno traumatiche.
Nonostante mi suoni palese che quanto vediamo a video e quanto succede realmente sul luogo del girato siano due situazioni completamente diverse come mood e atmosfera (mi piace immaginare un tecnico delle luci che lecca l’alluce di Linda Blair durante l’esorcismo)
non posso non pensare a reali situazioni di imbarazzo sia in presenza di bambini che di adulti avvenute sui set dei film più forti.
Brooke Shields mi sembra fosse ancora minorenne quando giró Pretty Baby, e mi chiedo se i pargoli sul set di Shining fossero sempre a loro agio. Mi sembra di ricordare che la scena dello stupro bianco-su-bianca di Cannibal Holocaust fu anche fonte di forti tensioni sul set.
Tra l’altro, divaghiamo, quella biondina rappresenta ancora oggi il 90% della donna talnente ideale che riuscirebbe ad arraparmi persino dopo 20anni di matrimonio. Con chi é irrilevante.
6/6/2013
2+0+1+3= 6
6-6-6
Di base e’ tutto in mano ai genitori, che possono essere piu’ o meno permissivi, e piu’ ci sono soldi piu’ c’e’ cura verso queste cose (uno psicologo specializzato a mano, ecc…). Brooke Shields a suo tempo ha fatto roba che oggi ti arriva una telefonata dai caramba anche solo a pensarla. I genitori di Natalie Portman invece, per dire, fecero ribaltare mezza sceneggiatura di Leon.
Ma sì. E’ ovvio che verranno messe in atto delle cautele (nel girare, nel mostrare, presenza dei genitori etc.) con intensità variabile a seconda delle contingenze (genitori che se ne fottono, soldi e secondo me, epoca). Così come di sicuro, certi set qualcosa addosso te la lasceranno.
Alla fine riflettevo pure sul fatto che l’interrogativo me lo sono posto perché facevo l’equazione: bambini + film di paura = adulti con vite guaste.
Prima mi sono vergognato perché ho pensato come una comare da diocesi. E di sicuro è colpa di Gesù. Poi ho guardato l’internet. Risultato? A parte Linda Blair che già era grande all’epoca e magari era predisposta di suo (droche, arresto e playboy), la noia più totale. Una sfilata di gente che continua a fare l’attore nella maggior parte dei cas o professori, doppiatori, giornalisti…
Alla fine c’hanno più storiacce strane quelli che hanno fatto il Mickey Mouse Club o Mamma ho perso l’aereo.
@Steven Senegal: in effetti delle vecchie glorie Disney non se ne sala mezza in quanto ha “bravi ragazzi”.
a “bravi”. mortacci della lingua italiana.
@nanni
Sigh..pensavo ti fossi svegliato nel cuore della notte e avessi stilato la rece con gli occhi girati all’indietro giusto un paio d’ore prima di pubblicarla…
La migliore rimane Nicoletta Elmi che faceva la Bambina Inquietante in tutti i film di paura e poi nei Ragazzi della terza C aveva un ruolo che era un po’ la parodia di come uno si immagina diventi a 18 anni una che ha interpretato la Bambina Inquietante in tutti i film di paura. Ora wiki dice che fa la logopedista, però se facesse un film dove interpreta un personaggio ricalcato su se stessa, che magari uccide tutti quelli che hanno lavorato nei suoi vecchi film di paura ancora in vita, lo vedrei subitissimo.
devo essere sincero? La sto per dire grossettina eh… Secondo me il remake non è male (per quel che ne ricordo che è poco).
“viene negata l’ultima inquadratura dell’originale”
Ah, però! Un po come succede con “La moglie di Frankenstein”! XD Ambientare il tutto dalla notte dopo tipo no è!?! Mah!