Vi abbiamo parlato di V/H/S, film antologico basato sul found footage che se siete su queste pagine c’è un 90% di probabilità abbiate visto, meno di un anno fa e benché ci abbia fatto scendere a compromessi con il mezzo continuiamo a voler prendere a schiaffi Oren Peli, colui che con Paranormal Activity rese talmente mainstream la tecnica del found footage da costringerci ad anni di variazioni low budget sul tema che avevano più o meno tutte la particolarità di fare schifo al cazzo allo stesso modo, e ho come l’impressione che anche alla balotta di V/H/S stia profondamente sul cazzo visto che in due film su due di lui non c’è alcuna traccia né come uomo né come idea di fare cinema. Da qui l’altra impressione che il progetto V/H/S sia nato proprio per ridare della dignità ad un mezzo ormai simbolo di mediocrità e mancanza di idee e far capire alla gente che c’è una bella differenza tra i termini regista/sceneggiatore e persona a caso. Il discorso è tra l’altro applicabile all’altro formato utilizzato, il cortometraggio, che più o meno per gli stessi motivi ha raggiunto un livello tale di inflazione da aver alzato gli standard a livelli piuttosto alti (tipo questo è un ottimo esempio). Tutti ormai sono in grado di girare un cortometraggio, pochi quelli in grado di uscire dal mucchio e farsi notare, e pochi sta per quella manciata di registi con delle basi tecniche e finanziarie abbastanza solide da garantire un prodotto cinematografico, e non amatoriale, di qualità.
Il punto è che quella del found footage (e per estensione del cortometraggio) è una tecnica versatile, accessibile ai più e quindi stimolante per più o meno chiunque voglia girare un film della paura senza avere i mezzi necessari; bastano una videocamera qualsiasi, qualche idea se proprio capita e i difetti vengono coperti dalla natura stessa del progetto. Insomma: permette a tutti di poterne girare uno, e per quanto possa sembrare positivo è anche la roba più tragica che potesse accadere.
Da qui la domanda fondamentale: quanto fighi e bravi bisogna essere per riuscire ben due volte in un’operazione che, a conti fatti, rischiava di fallire miseramente sotto il peso delle proprie premesse? Ok, l’assunto sul cortometraggio è più personale che effettivo, ma anche guardando gli episodi migliori di The ABC’s of Death (film composto da soli corti horror) non potevo smettere di pensare come tutto si avvicinasse più a una serie di vicendevoli seghe a 52 mani che a una godibile antologia horror, e sono anche piuttosto convinto che se si decide di mettere insieme dei corti per farne un film questo deve reggere dall’inizio alla fine, altrimenti è solo un’accozzaglia di roba recuperabile casualmente, e non un film. Questo dando per scontato che film voglia ancora dire “una roba che inizia ed eventualmente finisce”, ma dopo Only God Forgives non ne sono più così tanto sicuro (ci tengo a informarvi che l’opinione del sottoscritto è “una gloriosa schifezza”). Lo so, sono peggio dei vecchi alla bocciofila: mi lamento e tendo alla digressione.
La riuscita del primo V/H/S fu una vittoria più concettuale che tecnica: i difetti erano diversi ed era difficile levargli di dosso quell’aria da esperimento che un po’ lo segnava, ma riuscì comunque a provare che il found footage era tutt’altro che morto e venduto alla banalità e, soprattutto, riuscì a chiarire una volta per tutte che anche dietro al più povero dei mezzi ci vuole un cervello per farlo funzionare. La tragedia è appunto l’essere arrivati a dover chiarire questo banale concetto: sarebbe bello se tutti potessero, ma non è così, e sarebbe carino diminuire il numero per aumentare la qualità. La banalità che mi piace dire al pub quando me ne bevo un paio è che tra trent’anni tutti gireranno film e nessuno lì guarderà, in un contesto apocalittico di superproduzione dove il meritevole non sarà più riconoscibile, ed è anche da questa paura che secondo me è nata l’idea di V/H/S, una missione segreta contro Oren Peli, primo cavaliere dell’apocalisse.
V/H/S/2 più che di un sequel ha l’aria di uno di quei remake dediti principalmente a correggere i difetti dell’originale aumentandone la fattura senza intaccarne lo spirito, marcando bene la differenza tra remake giusto e remake inutile. Il primo era un po’ lungo (110 minuti), aveva almeno un corto che non funzionava per niente (quello di Ti West) e la storia di contorno pareva solo un pretesto per mettere delle vhs in un registratore senza alcuno scopo narrativo. Sagge quindi le decisioni prese del seguito di tagliare un corto e di conseguenza alleggerire il film di 20 minuti secchi, lasciar perder qualsiasi approccio minimale alla Ti West e utilizzare il contorno come prologo ed epilogo (oltre che intermezzo) allargando la mitologia dietro le cassette e scrivendogli sopra un’effettiva storia. Il risultato è un film molto più bello, agile, grosso e consistente, privo di errori prettamente tecnici e in cui gli unici problemi possono essere attribuiti alla natura di un paio di corti e di conseguenza al vostro gusto a riguardo. Voglio dire, in alcuni momenti che io ho apprezzato è stato comunque facile capire cosa avrebbe potuto far storcere il naso ad altri.
Ora, visto che amo l’ordine e so già che se continuo così finirò per fare un casino, elencherò per punti ogni corto, dicendone il dicibile ed esaltandone l’esaltabile, senza spoiler di alcun tipo.
- Tape 49 o Quelli che hanno superato l’esame di riparazione
È la storia di contorno in cui una coppia di investigatori sta indagando la scomparsa di un ragazzo quando si imbatte nelle cassette nel suo appartamento. È scritta e diretta da Simon Barrett, tornato con Adam Wingard da V/H/S (dove scrisse il memorabile The Sick Thing That Happened to Emily When She Was Younger di Joe Swamberg) e con cui è anche produttore esecutivo. Barrett è anche la penna dietro buona parte dei film di Wingard ed essendo uno capace fa piacere vederlo anche girare qualcosa. Come detto prima, è tra i miglioramenti più evidenti della serie: anche se frammentata la narrazione funziona, è ricco di dettagli e ogni parte aggiunge la giusta dose di tensione per poi esplodere nel finale. Fungendo anche da prologo dà anche quel senso di conclusione che al primo film mancava e, come dicevo prima, i film secondo me è bene che finiscano, eventualmente.
- Phase I Clinical Trials o Quelli che ci provano
Scritto da Barrett ma diretto da Wingard è il primo corto a buttare lì l’idea di fare le diversamente, ma anche quello con cui ho avuto qualche problema: al protagonista, Wingard stesso, viene impiantato un occhio bionico che, essendo ancora in fase sperimentale, registra ogni cosa ma ha il vizio di far vedere la gente morta. Il problema è che il corto è tutto qui e registicamente non c’è nulla se non lo stretto necessario, con solo qualche guizzo nel finale e un ritmo in continuo crescendo a salvarlo dal fallimento. È senza dubbio godibile ma marcia troppo sugli spaventerelli e i rumori improvvisi per essere preso sul serio e una certa scena di nudo del tutto casuale e pretestuosa non lo ha di certo aiutato; diciamo che se preso singolarmente funziona e risulta migliore di qualsiasi found footage straight-to-dvd uscito negli ultimi 6 anni o comunque di qualsiasi Paranormal Activity, ma in questo contesto e alla luce di quello che lo segue sfigura terribilmente.
- A Ride in the Park o Quelli che ci riescono
È, cercando di non dire una cazzata, il ritorno al found footage Eduardo Sánchez, quello che con The Blair Witch Project ne fece un mito, qui accompagnato alla regia da Gregg Hale, che allora produsse. L’idea, semplicissima, è quella di attaccare una GoPro sul casco di un ciclista e seguirlo mentre diventa uno zombi e inizia a fare cose da zombi, e non scherzo quando dico che è probabilmente la prima volta da chissà quando che qualcuno riesce a fare qualcosa di veramente nuovo utilizzando direttamente degli zombi (e non come mezzo laterale per fare dell’altro). Il tutto è girato con agilità e, non potendo vedere lo zombi protagonista, con un’attenzione particolare per i rumori e i versi, a tratti quasi disgustosi; il tono è a tratti esilarante, con un momento ben preciso in cui si ride facile, e finisce con una nota del tutto inaspettata e quasi malinconica. Insomma, in meno di 15 minuti Sánchez e Hale (con l’aiuto di Jamie Nash alla sceneggiatura) sono riusciti a fare la storia degli zombi senza alcun apparente sforzo, giusto per ricordarci che coppia che vince non si cambia e cazzate del genere. Come dicevo prima, c’è una bella differenza tra dire regista/sceneggiatore e persona a caso che ha girato un film con degli zombi.
- Safe Haven o Quelli che vincono tutto
Chiunque ne ha parlato, chiunque ne ha detto le meglio cose, chiunque aveva ragione. È diretto da Gareth Evans (The Raid) e Timo Tjahjanto (Macabre), rispettivamente il più grande e rispettato regista action indonesiano del momento e il più grande e rispettato regista horror indonesiano del momento (più o meno). Potrete capire quindi che quando due personalità così si incontrano l’unica cosa che resta da fare è sedersi e godere. Poteva andare meglio solo se con Evans ci fosse stato il Sam Raimi de La Casa 2 ma, insomma, i tempi sono quelli che sono e fare la storia del cinema come vorremmo noi è sempre un po’ un problema. Mettere insieme due registi del genere significa ritrovarsi tra le mani un prodotto in cui il sangue è versato a litri mentre della violenza inevitabile ti salta addosso con quella precisione ritmica che solo il più rispettato regista acrion del momento è in grado di offrire, il tutto inserito in un contesto che pare il concetto più stilizzato di Rosemary’s Baby applicato a fatti reali come il suicidio di massa di Jonestown. I protagonisti sono dei reporter indonesiani intenti a girare un servizio su un culto locale dalla dubbia condotta e anche un po’ chissenefrega, il bello viene dopo. È il corto più lento, il più lungo (mezz’ora secca), il più sanguinoso, il più bello, il più matto e quello che utilizza più fonti video, qualcosa come sette videocamere tra cui quelle nascoste nei bottoni di ogni reporter. Potrebbe non fregarvi un cazzo di niente di V/H/S/2, ma dovrebbe fregarvi tantissimo di questo.
- Slumber Party Alien Abduction o Quelli a cui si vuole del grandissimo bene
È il corto di Jason Eisener ed è esattamente quello che il titolo prevedere: ragazzi e ragazzini che si divertono a fare i ragazzi e i ragazzini quando ops arrivano gli alieni e tutto va malone. È anche quello che ci si aspetta da un regista come Eisener: una roba tutta pop, frenetica, colorata e un po’ nostalgica. Sulla carta è il più debole ma alla fine è quello che più riempie gli occhi e, diciamolo, il nostro cuore di celluloide. È il salto indietro di un uomo cresciuto con i Goonies, Scuola di mostri, Steven Spielberg e tutta la balotta Amblin e che ha sempre desiderato girare qualcosa con dei ragazzini, con dei mostri e con quel tono. Alla fine tutto sembra la versione più sentita e priva di menate di Super 8 e io non vedo l’ora di vederlo girare un film intero con lo stesso spirito. Ah, per buona parte del corto la videocamere è attaccata a un cane e insomma avrò anche parlato di tecnicismi e salcazzo prima, ma mi basta anche una cosa del genere per definire qualcuno un grande regista, amico, fratello di bighellonate.
Insomma: V/H/S/2 è, per quanto mi riguarda, l’horror dell’anno a poca distanza da Maniac che, casualmente, utilizza una tecnica POV simile. Potrebbe voler dire che il futuro dell’horror di qualità sta nelle nuove idee, ma facciamo che questa rece è già fin troppo lunga. Ah nel prossimo capitolo pretendo almeno un australiano, così chiudiamo il cinema.
DVD-quote:
“Forse mi è piaciuto”
Jean-Claude Van Gogh, i400Calci.com
ps. Stavo pensando: possibile che nessuno abbia mai pensato che V/H/S potrebbe voler dire Video Horror Stories? Non vi pare un sottotitolo perfetto per la serie? Forse fa cacare? Ok fa cacare.
C’è poco da fare il segmento Safe Heaven e’ semplicemente poesia! Da fare cut e rivederselo piu’ volte al giorno, a rotazione.
Sottoscrivo t-u-t-t-o quanto detto dal prode Jean Claude. Meglio del precedente, ci da un serio candidato allo zitto petardi 2014, miglior horror dell’anno per ora…
A ride in the Park è una roba troppo divertente. E se Nanni una volta disse che la soggettiva del mostro non avrebbe funzionato perché appunto non si vedeva il mostro, abbiamo il primo esempio di prodotto che ce la può fare. Bombetta.
Safe Heaven vince tutto. Una cosa fantastica, Gareth Huw e Timo da volergli bene forte forte.
In tutta sincerità ho pensato: tipo se avessi 14 anni, avessi visto qualche decina di film e basta e non fossi rincoglionito come quelli di oggi che si vedono Ginnaste Vite Parallele, questo gallese sovrappeso sarebbe il regista simbolo della mia generazione. In soli 3 film. Gareth Huw vieni qui, fatti abbracciare.
Gli altri sono buoni, con giusto qualche piccolo dubbio su Tape 49 ma va benissimo così direi. A vedermelo con qualche altro brigante, in alcuni momenti ho avuto l’impressione di essere parte di un piccolo evento. A posto così.
Benone….l’ho comprato ieri oggi me lo guardo! ma Moratti, con queste premesse dall’Indonesia cosa cazzo aspetta a vendere a Tho(hi)r?
Safe Haven vince, ma anche la cosa della cam sopra lo zombi io mai l’avevo vista e mi è piaciuta. da vedere a cuore sereno.
tra l’altro…uno dei pochi casi in cui il trailer rende giustizia al film!
Mi sa che mi sciroppo direttamente VHS2, VHS1 non mi lusingava abbastanza.
e comunque Only God Forgives è un buon film, a parte Gosling.
Ma Gareth Evans ce l’ha il permesso di uscire dall’Indonesia? O è bloccato lì? Chi se ne frega, meglio così a quanto pare.
Comunque non sapevo nulla di questo film, ma se aggiusta i pochi (secondo me) difetti del primo è mio al più presto!
Jean Claude vieni qui e fatti abbracciare! Se il livello resta questo ne pretendo uno all’anno. Il Creepshow delle nuove generazioni di gente giusta.
nel primo quello di Ti West era quello che mi era piaciuto di più…
Comunque in generale V/H/S è stato abbastanza merda, vedremo questo con le sue migliorie
V/H/S ce l’ho sempre lì da vedere ma dopo questa recensione mi metto di buona lena a vedere sia quello che V/H/S 2.
Avevo un po’ messo da parte l’impresa perché il citato The ABC’s of Death, con tutti i suoi corti messi lì senza un filo logico, mi aveva procurato un mal di testa incredibile e una mezza delusione, ma ormai mi sono disintossicata direi!
è giusto sapere che se si cerca su google V/H/S/2 esce questo:
1 ((volt / henry) / siemens) / 2 = 0.5 m2 kg s-4 A-1
Comunque… recensione che mette voglia.
M’è piaciuto abbestia proprio e l’ultimo episodio m’è rimasto in testa parecchio.
Nel primo ep mi ha fatto un pò incazzate l’audio eccessivamente alto nei momenti bubu7te.
Dopo la scena finale di Safe Haven sono convinto che Gareth Evans abbia capito tutto.
W il found-footage!!! No, seriamente… sono d’accordissimo su quanto sia stato usato male da blair witch in poi, ma come metodo narrativo lo trovo rivoluzionario, nonchè terra ancora tutta da esplorare: attendo con ansia il primo ff comico o quello romantico, perchè potrebbe applicarsi a ben altro che all’horror, se la gente con pochi soldi ma molta fantasia si facesse coraggio.
@ JCVG: certo che un giorno ne saremo sommersi! Con la musica del resto è così già da un bel po’, non vedo perchè il cinema debba fare eccezione. E con le prossime rivoluzioni filmiche che ignoro ma che sicuramente avverranno (programmi semplicissimi di editing e montaggio, telecamere ad alta definizione a 20€, e chissà cos’altro) non sarà neanche necessario ricorrere all’escamotage ff. Alla musica ha fatto male? No. E non vedo perchè dovrebbe farne al cinema. Certo saremo inondati da immondizia, per questo ritengo che come mezzo mediatico il MOTORE DI RICERCA la farà sempre più da padrone per un bel po’ di tempo
PS qualcuno di voi dei 400 un giorno dovrà spiegarmi/ci perchè Ti West sarebbe fico. Ho letto tutti i vostri articoli, ho visto tutto quel che ha fatto, e ancora sinceramente non capisco. Sarò insensibile :P
Sergio Beone, io di Ti West conosco solo “The House of the Devil”, che in effetti è una cosa un po’ insensata, ma per me anche parecchio fica.
Il resto attira meno anche me, V/H/S compreso.
Safe Heaven vince talmente tanto che viene da pensare che il resto sia noia e invece no. Quindi immaginate quanto è grande. Evans, un uomo che dopo i calci in faccia e la gente che muore male facendo cose a caso è riuscito a far diventare epic la parola “papà”. La storia Zombie mi ha divertita e la prime MEH. La collante mi ha fatto un pò “solira roba” mentre la roba aliena non mi ha impressionato gran che, molto confusa e gli alieni che suonano i clacson non mi han gasato. Poi sarà che son il classico babbo che se squarti malissimo centinaia di persone si piglia bene ma se c’è un animale in scene gli sale l’ansia fortissimo. Anche io ne voglio uno all’anno! Sarebbe anche un bel modo per dare in pasto al grande pubblico dei registi che arrivano da (buoni) corti che la massa (come me) generalmente ignora!
una di quelle cose che inizi a vedere e poi rimani incollato fino alle due di domenica sera! Rendo omaggio a Schiaffi per la dritta
A me già VHS il primo mi aveva fatto abbastanza schifo… Questo mi state dicendo che è addirittura bello in alcune sue parti??? Vabbè, guardarlo non costa nulla (letteralmente).
@bellazio
mio buon amico secondo me tu troppo spesso sei scettico su cose che meritano attenzione e /o (in questo caso) molto rispetto. e daje na chance su…
@Schiaffi
Già scaricato, nei prossimi giorni me lo guardo. E’ che il primo era un po’ loffio per me anche se qualche buon momento lo aveva…
ovviamente volevo dire “già noleggiato”…
Tutto vero, tutto giusto.
I corti funzionano perché di base hanno tutti una struttura semplicissima, quasi archetipica per l’horror (eppure ci sono cataste di poverate che non la applicano): pochi minuti di riscaldamento e poi acceleratore a tavoletta su delirio e pazzia fino all’ultimo fotogramma, guai a sollevare il piedino fino alla fusione del motore.
A posteriori, il difetto del primo è quello di non aver spinto al massimo, mentre il secondo e il quarto hanno il turbo a mille, e Safe Haven… vabbeh lì parliamo di NOS.
Poi ci metti una cura per i dettagli pazzesca, trovate visive a raffica e il coraggio di spingersi un po’ più in là anche degli splatter più truci, però senza mai sbracare, con un rigore stilistico maniacale (personalmente ho ancora delle inquadrature di Safe Haven stampate in testa con l’etichetta “questa è VERA arte contemporanea”)… davvero, uno dei pochi titoli che puoi mettere subito sulla mensolina speciale dove hai La notte dei morti viventi, Evil Dead 2, Braindead ecc… e stai sicuro che il suo posto è quello.
Io la vedo difficilissima che un altro horror possa contendergli il Sylvester, sarebbe anche il giusto riconoscimento a Evans per il furto di quello per The Raid…
@bellazio
A parte la storia di contorno che in effetti non mi ha detto niente tranne qualche scena (ma che NON va a intaccare minimamente il giudizio finale), questo vhs2 è molto più cool del primo che già era un ottimo prodotto fatto da gente seria per gente seria.
Purtroppo sono uno svogliato accattone di merda ma film come questo si meriterebbero i nostri soldi piuttosto che il “noleggio”, oppure dovrebbero andare su youtube con sponsorizzazione Machinima con tanto di spot a inizio film e banner programmati in sovraimpressione ogni 10 min (scelta caldamente consigliata). Come ad esempio ha fatto quel cesso a pedali rinnegato di MK Legacy. Ripeto, l’ultimo ep è riuscito a angosciarmi, roba che è na missione impossibile ma ce l’ha fatta. Pazzesco. Maximum respect, ne voglio ancora.
@Il resto della Banda
A me il buon Gareth mi ha lasciato soddisfatto con un buon film, letteralmente rapito con un altro e molto soddisfatto con il suo cortometraggio. Ha stile da vendere come sceneggiatore, come regista, come uomo. E’ bello vedere che tutti i complimenti a suo favore sono meritati e sinceri ma mai per nostalgia o presa di posizione (come peraltri laidi personaggi: SI, parlo degli expendables). Bella lì, spero solo che con Raid 2 non faccia la cazzata di inserire troppa storia drammatica come in Marantau (tutti i suoi tweet about drama mi preoccupano. S. Senegal to lo sai). Gareth, my man, mi raccomando…
Però mi sembra doveroso sottolineare che il merito della riuscita di Safe Haven va dato anche a Tjahjanto. La sua mano è evidente e le idee horror ce le ha messe lui, anche a detta dello stesso Evans che più volte ha precisato “il regista horror non sono io”.
@Jean Claude: vero. Io infatti ho detto che li abbraccerei tutti e due, solo che già mi viene difficile Per Gareth che è 1.91 x 90 kg…
Segnalo ai bambini speciali di Indonesia che Evans e Timo Tjahjanto collaboreranno ad un altro progetto in uscita l’anno prossimo. Il film si chiamerà The Night Comes For Us e vedrà la partecipazione di Joe Taslim fresco fresco di Fast 6 con Yayan “il Nazareno” Ruhian.
Il film è questo: “in the aftermath of a massacre, a Triad enforcer seeks a violent atonement.”
Timo scrive e dirige, Gareth produce e cura lato action.
Non so voi ma per me è già il film più atteso del 2014. Dopo Berandal, ovvio.
@Schiaffi: vero. Di sicuro non sarà una roba alla The Raid. Io mi aspetto molto meno ritmo e qualcosa di molto più simile a Merantau. C’è da dire però che il nostro gallese preferito ad ogni uscita infila morti accisi sempre peggio e truculenza in crescendo. Se la famosa scena del fight in auto Iko vs 4 dura almeno 30 minuti mi riterrò soddisfatto.
ma nessuno di voi amici del Torrente si è imbattuto nel download illegale di Redd Inc? No, giusto perché pare che l’ho visto solo io al mondo. L’ho trovato un onesto torture porn australiano ben recitato (Nicholas Hope spacca) e volevo sapere se è piaciuto solo a me o se l’ho visto solo io o se non sono solo…
@Schiaffi
prometto che VHS 2 nel giro del weekend lo guardo, ieri col calcio e oggi con l’NBA mi sto distraendo, ma è il primo in lista appena ho una notte libera!
Ok, l’ho visto.
Molto meglio del primo. Ma molto. Per me è ok e nulla più Wingard, abbastanza bene gli zombi (anche se lo zombi che si suicida mi ha un po’ lasciato deluso), ottimo Safe Heaven, sorpendentemente ottimo Eisner. Ci sono delle gran buone idee in generale: tranne il trito e ritrito “parte del corpo impiantata che fa vedere cose strane”, lo zombie p.o.v. è un ottima idea e l’invasione aliena con doggy cam è veramente originale. Quello di Evans e amico è decisamente il migliore visivamente, come violenza, come costruzione delle scene e come impatto anche se come originalità premio l’invasione aliena.
Ieri ho visto Dracula di Dario Argento. Pensavo di non riprendermi più, dico sul serio…una roba oscena che tra cgi di merda e Asia Argento in versione Cagna Maledettissima, mi aveva fatto odiare il genere horror – il mio preferito – per la prima volta in vita mia. Oggi per fortuna ho fatto pace. Grazie a VHS 2. Davvero bello cazzo, promossi tutti gli episodi, soprattutto gli ultimi tre. Safe Heaven poi…che capolavoro, che classe…mi viene quasi da piangere.
@BellaZio visto che faccio di tutto per non perdermi niente di horror, questo Redd Inc lo trovo subbato in Ita o prendo la versione Eng direttamente?
@Mr.Pop
Guarda io l’ho trovato lì per caso su extratorrent senza sub. Visto che non se l’è cagato nessuno non so se qualcuno l’abbia subbato. Sinceramente però non hi neanche cercato i sottotitoli quindi non saprei dirti. Può essere complessino ma l’accento australiano non è di quelli incomprensibili stile Chopper. Poi vabbè, diciamo che i dialoghi non sono proprio fondamentali, anche se ti perdi qualche passaggio non è che non capisci dove va a parare…
Dai ragazzi scherzi a parte Tape 49 è la merda senza un briciolo di senso logico…certo ok nei videotapes si vedono alieni/diavoli/zombi a cazzo, ma se Tape 49 dovrebbe essere “la realtà”, siamo messi male male in quanto a idee…
Sì, ma… Sto povero cane…
( sì, non me ne frega un cazzo degli uomini )
Finisco di vomitare e poi trovo due minuti per mandarvi a cagare per avermi persuaso a vedere sta roba.
Mi si vuole far credere che c’è innovazione e invece c’è il classico found footage vecchio di almeno 20 anni, che la storia delle videocassette ritrovate è vecchiotta (cannibal holocaust per dirne uno).
Se poi per innovazione si intende un occhio cibernetico come telecamera piuttosto che un cane che riprende tutto, allora anche qui , è roba già stravista , per di più la parte del cane fatta pure malamente, voglio dire, è un cane, come fa a fare riprese senza sobbalzi e così lineari? .
Tutte le storie non approfondiscono i personaggi (capisco che sono corti ma almeno un minimo), non si sa che luoghi stiamo vedendo, ne quando o perché. Non si sa un cazzo. Mi immagino ad esempio il breefing tra gli autori per decidere l’ultimo segmento:
– “allora a noi toccano gli alieni”
– “ok, ma come ce la giochiamo'”
-“tipo che ci sono dei ragazzi soli per il week-end che fanno cazzate stile goonies e poi arrivano gli alieni , iniziano a inseguirli, si inseguono un po’ a cazzo e alla fine muoiono male?”
– “ok, figo,figo”
– “allora così, poi ci piazziamo un po’ di luci e suoni a cazzo tipo incontri ravvicinati no?”
-“ok dai, poi in caso diciamo che volevamo omaggiare il buon vecchio spiel.”
– “infatti. Chi tiene la telecamera?”
-“boh, a turno?”
-“non mi convince, poi c’è sempre qualcuno che la mena dicendo che chi scappa non sta lì a riprendere tutto”
-“allora fanculo, ci mettiamo pure un cane, gli piazziamo una telecamera sopra, loffia no?”
– “ideona! piazziamo un po’ di pelo davanti alla telecamera..ma chi ci ammazza!”
-“fatta”.
Insomma, non c’è catarsi, una struttura, un approfondimento o delle dinamiche diverse dal prendere i classici fantasmi piuttosto che zombi o alieni e buttarli dentro un contesto a malapena sostenibile.
Se poi una valanga si sangue, squartamenti, gente in costume da alieni o fantasmi truccati come ad halloween per voi bastano , allora avete ragione voi.
Per me cmq è e rimane UNA MERDA. Buonanotte e Buonebotte
Grazie Gareth Evans e Timo Tjahjanto per fortuna avete girato Safe Haven, dovevo riprendermi dopo aver raggiunto il limite di horror di merda consentito dal mio cervello. Mi è piaciuto molto anche A Ride in the Park ma non basta per convincermi a riguardare quella stronzata di The Blair Witch Project.