Nome: Quetzalcoatl, per gli amici semplicemente Q
Chi gliel’ha dato: il nome originale glielo affibiarono gli amici del bar azteco migliaia di anni fa, il diminutivo col quale debuttò al cinema invece è di David Carradine che nel film comprensibilmente proprio non ce la fa a chiamarlo col suo vero nome.
È colpa degli americani?: No, Q da quanto sappiamo esiste da sempre, se proprio qualcuno ha una colpa sono gli aztechi prima e i simpatizzanti degli aztechi poi, per averlo evocato e sfamato a furia di sacrifici umani.
Filmografia essenziale: Q appare solo in questa pellicola, purtroppo per pochi -ma intensi- minuti.
Altezza: dalle zampe alla gobba circa cinque metri.
Specifiche tecniche: Innanzitutto chiariamo che non è un drago e neppure una viverna. Perchè non è una viverna? Perchè ha quattro zampe. Perchè non è un drago? Perchè il Quetzalcoatl non ha le squame bensì è piumato. O meglio: dovrebbe essere piumato secondo la mitologia azteca, pure di piume coloratissime, ma qua appare più come un brontosauro volante grigio e membranoso. Quindi che cosa è? Bhè il nostro Q è in fondo una categoria a parte, un mostrino alato un po’ speciale di Gesù.
Q comunque è lungo almeno dieci metri, con un apertura alare di almeno quindici, quattro zampe artigliate e un collo lunghissimo che termina in una testa con un becco quasi da tartaruga. Ha sempre una fame boia.
Vittime preferite: newyorkesi di ogni foggia e sesso meglio se offerti con cerimonia sacrificale ma in caso non ve ne siano esce sereno a fare take-away per fatti suoi.
Mossa preferita: Afferrare gente e mangiarla svolazzante, disseminando di sangue e pezzi tutte le strade sotto di se.
Omicidio migliore: All’inizio del film quando voglioso di uno snack veloce stacca al volo la testa ad un lavavetri che fa il piacione con una tizia al di là della finestra.
Come si sconfigge: Raduni un sacco di poliziotti armati di mitra in cima ad un grattacielo e gli spari finchè non muore, va messo in conto che tra quelli che si mangia e quelli che fa cadere di sotto servono un paio di distretti di polizia al completo.
Assomiglia a una figa?: decisamente no.
Se fossi un biologo lo accarezzeresti?: Se mi sentissi abbastanza in parte per recitare il ruolo del Mars forse sì.
Visto in un cine di provincia con ‘mi madre, bei ricordi…
Sai che risate se in Final Fantasy mettevano un Quetzalcoatl come questo… altro che scariche da 2e20!
Servirebbe un sequel in cui spiegano come minchia ha fatto a finire a far gadget per James Bond…
Uh ‘sto film!
L’ho visto con i nonni che chissà se andavo già alle elementari. Mi sa che se non era tipo la prima volta che ci si sintonizzava (perché probabilmente avevamo ancora con la tv in b/n col manopolone) su Italia 1 poco ci manca. “Visto”, poi… in realtà la nonna mi spedì a letto perché era troppo violento. E in effetti la scena in cui scuoiano uno (yeah, prima serata senza censure… altri tempi) me la sono sognata per parecchio.
A parte quello ricordo un widescreen da paura, che non si capiva una sega di mezze scene. Da bambino pensavo che girassero i film così e mi chiedevo che senso avesse.
Ora vedo se riesco a recuperalo e guardo l’effetto che mi fa trenta anni dopo.
Effetti speciali.
Che poi, gli Aztechi sono nativi americani.
Quindi SI’, E’ COLPA DEGLI AMERICANI!
grazie! me lo riguarderò, mi associo alle tirate nostalgiche fabiovolesche ma io però era su rete4!
Hai presente quei “libri tratti da serie tv che si fingono episodi extra”? No non le fan fiction, quelle non esistevano ancora, dico prima.
Beh ne avevano fatto uno su X-files con Fox Mulder e Dana Scully che andavano a vedere una specie di piramide Maya dove c’era un oggetto tipo vetro ma opalescente e alla fine il cattivo era Q.
Che detta così sembra la trama di indiana jones 4, ma la mamma ce l’aveva quel libro.
Fan Q.
(Volante)
Primo film horror della mia vita. Probabile anche che fosse il primo film in assoluto che vedevo in televisione (anni 3? 4?). L’immagine del serpente con le ali che nidificava su un grattacielo se non erro mi perseguitò per anni. E mi affascinò non poco visto che lo disegnavo ovunque.
C’è voluto l’avvento di internet per scoprire solo un paio d’anni fa che non me l’ero inventato e qual’era il suo titolo.
Grande.
Ciao ragazzi.
Ed. Classe 1980