Alla fine l’unico motivo per cui questo film ci interessa è Jeeja.
Vi ricordate di Jeeja? Sì che vi ricordate: nel 2008 sembrava che Yanin “Jeeja” Vismistananda fosse destinata a diventare la nostra persona preferita in assoluto.
Era arrivata dal nulla, l’ultimissima scoperta di un signore che di scoperte se ne intendeva: quel Prachya Pinkaew che solo tre anni prima aveva portato Tony Jaa e il muay thai sul menù di tutti gli appassionati di action spaccacrani fatto come Cristo comanda. C’era stato Ong Bak, c’era stato The Protector, c’era stato il successo globale; poi c’era stato l’esaurimento nervoso di Tony Jaa, un sacco di litigi, casini, porte sbattute. Jaa se n’era andato. E Pinkaew, l’uomo dell’action circense, l’uomo dei replay e delle pessime sequenze di raccordo tra uno showcase di gomitate e l’altro, aveva deciso di puntare tutto su un nome nuovo: Jeeja. Il film si chiamava Chocolate, e in quel film Jeeja Yanin ci aveva rubato il cuore a tutti a furia di calci, gomitate, salti dai cornicioni, stunt spezzacollo e, non ultimo, un pregio che con tutta la buona volontà Tony Jaa non avrebbe mai avuto: un faccino tanto bellino. Quanto era carina Jeeja. E quanto menava. Dite la verità: in quel momento non avete pensato anche voi che Jeeja fosse la donna perfetta? La donna capace di realizzare i vostri sogni d’amore e i vostri sogni di menare in un colpo solo? Io l’ho pensato. Io avevo riposto tutte le speranze del mondo nella Vismistananda. Ero sicuro che sarebbe diventata la mia persona preferita in assoluto.
Ma – come avrei presto imparato – le persone che promettono di diventare le tue preferite in assoluto, spesso quella promessa non la mantengono.
È un mondaccio.
Cosa è successo, Jeeja? Io ve lo dico sinceramente: non lo so. Chocolate non ha avuto il successo sperato, almeno sul mercato occidentale. Jeeja non è diventata la nuova Tony Jaa. Eppure il film non era affatto brutto, era coreografato con la solita cura, vantava scene d’azione spettacolari e creative (Jeeja sopperiva in destrezza e agilità alla mancanza di una forza fisica dirompente come quella di Jaa), e un gran finale sui cornicioni che conteneva alcuni degli stunt più clamorosi dell’era pre-Raid. E allora, perché? Forse che il pubblico occidentale non è riuscito a prendere sul serio una femminuccia esile come eroina di menare? Forse che il pubblico occidentale è disposto a tollerare solo un nuovo divo thailandese ogni decennio? Forse che, dopo soli due film, con i fan di Jaa ancora ben lontani dall’essere sazi, non era ancora il momento per cambiare direzione e proporre un’alternativa così diversa? Forse tutte queste cose insieme. Fatto sta che Jeeja non è diventata l’eroina internazionale dell’action e dell’amore che meritava di diventare, e si è limitata alla notorietà nella Thailandia natia. Ha interpretato qualche altro action di medio profilo, ha iniziato a puntare molto anche sulla carineria e sulla simpatia oltre che sulle arti marziali, ha girato una commedia-action di Pinkaew che non si è filato quasi nessuno, ha fatto la celebrità un po’ a tutto tondo (con tutte le connotazioni negative del caso), finché l’anno scorso non si è fatta mettere incinta da un mona qualsiasi e ha scucchiaiato un esserino urlante che è andato ad aggiungersi a un’altra folta schiera di esserini urlanti: i suoi fan traditi.
Ed è così che arriviamo al film di oggi, This girl is badass. Il film è del 2011, il che significa che Jeeja doveva ancora farsi ingravidare e che in Thailandia il suo personaggio pubblico era composto al 50% da azione e al 50% da faccette carucce e simpatia. E infatti questo film è al 50% un action (ne riparliamo) e al 50% un filmaccio comico sbracato e talmente idiota che non ci si crede. Una formula che di per sé ci piace molto e che, in oriente come in occidente, può anche dare origine a dei veri capolavori, sempre che il regista si chiami, che so, Stephen Chow. Solo che qui il regista si chiama in un altro modo: Petchtai Wongkamlao. Anche noto come: Mum Jokmok. Anche noto come: la spalla comica di tutti i film con Tony Jaa. Avete presente? Lui:
Sì, lui è il regista, lo sceneggiatore e uno dei protagonisti di This girl is badass. È un comico molto famoso in patria, pressoché onnipresente, e non esattamente di alto profilo. E in quanto comico, va da sé che il suo interesse (e il suo talento) è molto più rivolto al versante di ridere che a quello di percuotere. E si vede: se da un lato la trama ruota intorno a Jeeja che fa la pony-express della malavita e si mette nei guai coi boss, dall’altro sembra che a Jokmok interessi solo riempire il film zeppo imballato di personaggi completamente cretini e vestiti da cretini, che parlano come cretini e fanno cose cretine per strappare risate crasse in qualsiasi crasso modo. C’è il boss che parla in falsetto, il boss che si canta da solo la propria colonna sonora (OK, questo fa ridere), c’è uno con le sopracciglia finte, c’è uno grasso, c’è uno magro, c’è uno brutto. C’è anche una palestra piena di nani, che poi è l’esca con cui Nanni Cobretti mi ha convinto a guardare il film. Il livello è questo. Il livello è tale che in più occasioni ci sono dei dialoghi senza senso, palesemente improvvisati, in cui gli attori scoppiano pure a ridere e nessuno si prende la briga di ripetere la scena. Che, oh, per me va anche bene. Tra diecimila gag di grana grossissima, qualcosa che fa ridere magari si trova pure, e comunque il film dura poco, e chi se ne frega.
Il problema sta nel versante action, perché pur con tutto l’amore e il brio e la simpatia e i nani e la spontaneità e le faccette carucce, l’UNICO motivo per cui mi sono messo a vedere ‘sta cosa è quel 50% della Jeeja di menare.
E sapete che vi dico? Oh, magari vi stupirà, ma un comico thailandese basso e pirlone, per quanto strano possa sembrare, NON È, ripeto NON È necessariamente anche un grande regista d’azione. E quando il film si apre con delle acrobazie in bicicletta, e Jeeja sulla BMX si lancia a media velocità contro un muro per far sollevare leggermente la ruota di dietro con il contraccolpo, e QUELLA sarebbe l’acrobazia, allora capisci che qualcosa non va. Frega niente se nel film è coinvolto il solito Panna Rittikrai, già maestro e coreografo di Tony Jaa, qui accreditato come generico “action supervisor”, che probabilmente in inglese vuol dire “stai qui due minuti, fai sì con la testa, ci dai il tuo IBAN”. Il punto è che Jokmok l’azione non la sa dirigere, punto e basta. Ci si mette d’impegno, provando a inventare qualche sequenza fantasiosa in cui gli oggetti più improbabili – in genere biciclette – sono usati come armi contundenti, in un chiaro omaggio/rispolveramento del Jackie Chan dei tempi d’oro. E l’idea (IN TEORIA) funzionerebbe, perché l’action-slapstick alla Project A sembra (IN TEORIA) fatto su misura per Jeeja, col suo fisico esile, il talento acrobatico, la simpatia e dei tempi comici non disprezzabili. IN TEORIA. Perché in pratica il film – ripeto – è diretto dalla spalla comica di Tony Jaa, che non azzecca UNA SOLA inquadratura di combattimenti, UN SOLO stacco di montaggio, UN SOLO espediente per spettacolarizzare i corpi degli atleti. L’azione ne esce goffamente rallentata, poco fluida, mai valorizzata; e se c’è da infilare una gag idiota a scapito di un bello scambio di mazzate, Jokmok non si tira mai indietro. Quando, verso la fine, Jeeja scaraventa una nemica su un tavolino e si vede BENE che la nemica è un MANICHINO, ecco, io lì mi sono arreso. Perché vedersi un film demenziale thailandese va benissimo; ma sprecare Jeeja è un crimine. E se questo film, con l’ennesimo ruolo ingrato affibbiato a Jeeja, è stato anche solo lontanamente uno dei motivi che l’hanno spinta a mettere da parte la carriera per dedicarsi al concepimento e allo svezzamento di un nano urlante, ecco, io Mum Jokmok non potrò mai perdonarlo.
LIETO FINE: la ruota del fato gira, gira, gira, e ogni tanto si ferma su HAI VINTO. Entro la fine del 2013 uscirà il film che riappacifica i litiganti e raddrizza i torti e le ingiustizie: The Protector 2, diretto da Prachya Pinkaew e interpretato da, ebbene sì, Tony Jaa e Jeeja Yanin. Bacioni a tutti.
DVD-quote suggerita:
“Ma non so spiegarti che il nostro amore appena nato è già finiiii, iiii, toooooooooo”
Luotto Preminger, i400Calci.com
Mi sa che questo va dritto dritto nella mia “no view zone” anche perché io lo humour demenziale orientale lo patisco è pure tanto. Se ripenso a certe cose mi chiedo come ho fatto a finirle, compreso Dead sushi.
Speriamo per The Protector 2, anche se io nella mia mente malata ho sempre sperato che se proprio doveva fare un bambino con qualcun’altro Jeeja scegliesse proprio Tony. A lui sarebbe passato in niente l’esaurimento nervoso o la depressione o quello che era e con un po’ di fortuna avremmo avuto un porno amatoriale con tante acrobazie. È dai tempi di One night in Paris si attende qualcosa di degno nella categoria VIP.
Stavo appunto per scrivere le stesse cose di ‘pillole di cinema’.Visto dead sushi giusto ieri sera e ho fatto solenne promessa di non dare più possibilità al demenziale/comedy orientale. Anche se c’è la Gegia passo grazie.
insomma, un pò come solo dio perfona, non è un film calcista, ma la recensione l’ha avuta :troooooll:
peccato, vorrà dire che non lo metto nemmeno in down…COFF COFF nella lista della spesa…
Salto e mi metto in attesa per the protector 2!
Io questa cosa che Jeeja aveva figliato non la sapevo, ma almeno e’ chiaramente con un altro, e mi sento la coscienza piu’ pulita.
Spero solo che figliare per le donne che menano non sia l’equivalente di smettere di drogarsi per le rockstar.
Ok però se The Protector 2 è soporifero come Ong Bak 2 se lo possono pure tenere…vabbè non iniziamo a fare i negativi
A me ‘sta qui non ha mai entusiasmato particolarmente. Ho visto la clip dove lei mena un gruppo di pagliacci in un capannone dismesso usando la bici ed è davvero imbarazzante come regia, coreografie etc. A quanto pare, la vis comica thailandese consiste nell’inserire a ufo i suoni POW, FIUUU, BOING, SBAMM in momenti a vanvera (come in The Kick). Ah, che bravi.
Io a Tony Jaa ci voglio bene. Anche perché nei film tedeschi lo chiamano Tony Jawohl per far capire che ci hanno messo del loro (non é vero ma mi piacerebbe).
Sapere che é uscito dal tunnel e che presto visiterà nuovamente i nostri HD é una notizia di quelle che la vita in fondo non fa così schifo.
Ho apprezzato la citazione di Stefano Ciao, che in Germania chiamano Stephen Tchuss! per far capire che ci mettono del loro, e, che dire, speriamo di rivederlo nel sequel meno probabile di sempre del film di arti marziali più bello di sempre.
@Biscott: eh ma per Ong Bak 2 Pinkaew se n’era già andato, il regista era un Tony Jaa che iniziava a dare ampi segni di squilibrio e di delirio di onnipotenza.
La presenza di Pinkaew in The Protector 2 mi fa sperare in acrobazie circensi e gomitate infinite, Pinkaew sa cosa chiede il pubblico
@Luotto hai accesso un barlume di speranza luminoso come un faro!
Tra l’altro Tony Jaa non sta girando anche un film con Dolph Lundgren?
Guarda, stando a IMDb, Lundgren e Jaa ne starebbero girando persino DUE.
Ci sarà un errore o di colpo sono diventati i migliori amici di sempre?
Del secondo non avevo sentito niente…o se sono diventati BFF a me fa solo piacere