Una volta sono stato invitato like a boss in Santeria da due califfi che rispondono al nome di Teo Segale e Jacopo Cirillo di Finzioni. Lo scopo era quello di #berneunpaio, cosa in cui siamo bravissimi. Ma in realtà poi ho scoperto che era un trucco! Un sordido escamotage! In realtà abbiamo presentato il libro Supergiusti, Supertosti, Superveri: alla scoperta dei supereroi fai-da-te di Silvestro Ferrara. Un libricino agile agile sui Real Life Supheroes di cui mi sa che vi abbiamo già parlato. E niente, siamo lì impegnati nel warm up per la presentazione e a un certo punto Silvestro, che fa riderissimo, mi dice: “Eh, poi dovrebbe arrivare anche Il Guardiano…”. “No, scusa non ho capito: chi è che deve arrivare?” . E Silvestro, che fa riderissimo: “Il Guardiano! Il supereroe di Bergamo!”. E infatti a un certo punto è arrivato. E io, a differenza tua, ho presentato un libro sui supereroi quelli veri e ce ne avevo uno in sala. E mi è abbastanza esploso il cervello.
httpv://www.youtube.com/watch?v=jmrjf8LaEQk
Il Guardiano è un giustissimo. Allora, lui è da un po’ di tempo che fa questo lavoro. Cioè, ha ovviamente un lavoro di quelli veri, poi però la sera vaga per Bergamo con il suo vestito da supereroe con tanto di simbolo sul petto. Se non ricordo male è un buco della serratura con all’interno una fenice rossa che risorge dalle ceneri. E che fa Il Guardiano? Aiuta. Dà una regolata a qualche ubriaco troppo molesto, magari scorta qualcuno tudofado verso casa, vigila e controlla nel quartiere. Insomma, le cose che può fare un supereroe in quel di Bergamo. Il Guardiano è anche simpaticissimo. Due parole in più sul vestito: Anzi, ve lo faccio vedere che è più facile.
Ecco. La prima domanda che ho fatto a Il Guardiano, è stata: “Per favore, mi tremano le mani dall’emozione. Mi puoi, ti prego in ginocchio, raccontare la tua Genesi? Mi dici, per favore, che c’è un fatto di sangue dietro tipo Frank Castle che poi sbrocca e diventa Il Punitore? Mi racconti oppure di quella volta che sei andato da solo nel cuore della notte a ispezionare quel meteorite che era appena caduto nel tuo giardino di Bergamo?” E lui, tutto serafico (o almeno così me lo figuro, dietro la sua maschera), mi ha risposto: “Sono stato morso da un commesso di Decathlon”. E io ne ho riso assai. Ho riso invece molto meno guardando questo film che si intitola All Superheroes Must Die, anche conosciuto come Vs. Cioè, un po’ ho riso, ma era più per il nervus che per altro. Il regista Jason Trost ha una benda sull’occhio ma, a differenza di John Ford, Nicholas Ray, Fritz Lang, Raoul Walsh e André De Toth, non è un bravo regista. Chiaro, parliamo di un ragazzo simpaticissimo che ha preso parte a tanti film che noi amiamo, solitamente come attore non accreditato (fa l’istruttore di yoga in Crank 2: High Voltage e una comparsata in This Is The End), ma non è un bravo regista. Oh, poi lui ci tenta, ma le cose stanno così. Comunque non è pazzeschissimo come John Ford, Nicholas Ray, Fritz Lang, Raoul Walsh e André De Toth avessero tutti la benda sull’occhio? Che notizia strana vi ho dato?
Il nostro simpatico ragazzone ha avuto un momento di fama quando ha fatto vedere a tutti il suo corto The FP. Praticamente un film su delle gang di gente che fa bruttissimo che si sfida a colpi di quel videogioco dove c’è una pedana e tu devi ballare a tempo seguendo le frecce sullo schermo. Avete presente? Si vede anche in Karate Kid quello con Jackie Chan che si mette la felpa, si toglie la felpa. Dai, vergogniamoci tutti insieme. PoPoPoPo. PorcoGgiuda.
httpv://www.youtube.com/watch?v=ArzsP8Z6vuo
E insomma, Jason Trost ha fatto questo corto che è diventato un culto, tale è alto il livello di sfiga che si porta appresso. Quelle cose che magari ridi anche con gli amici, ma sotto sotto ne intuisci anche il lato di amarezza. Però con The FP Jason s’è guadagnato quel tanto di fama che basta per avere una specie di, diciamo così, street cred e ha deciso che il Cinema era la sua strada. Basta, mamma coi corsi di aggiornamento da geometra. Faccio i film! E tra le varie cose ha fatto anche questo All Superheroes Sono Pezzi Eccore. La storia è di questi quattro supereroi che si svegliano di colpo per terra in del bel mezzo della street. Sono tutti straniti, non sanno dove sono, non sanno perché sono lì. Hanno tutti una punturina sospettosissima sul polso. Una volta che i quattro si ritrovano tutti insieme, scoprono che sono vittime di un complicato e arzigogolato piano del super villain Rickshaw (interpretato da James Remar). Egli è il supercattivo e di lavoro vuole uccidere i supereroi. Perché? Mah, non si capisce bene. Cioè, la spiegazione è: “Mi avete sempre messo i bastoni tra le ruote e a me la cosa ruga parecchio. Per cui vi uccido male”. Ma che volete? Si sa. Nel mondo dei supereroi ci sono i buoni e ci sono i cattivi. Ah, e perché i supereroi hanno la punturina? Ve lo dico, dai. Trattasi di iniezione che annulla i superpoteri del quartetto. E così abbiamo risparmiato con una bella mossa di sceneggiatura! Via quei brutti effetti speciali che ci sarebbero serviti se quello avesse avuto la superforza o la supervelocità! Via. Non li voglio manco vedere.
Remar in teoria è un villain alla Lex Luthor. Di quelli tutto genio e sregolatezza, di quelli che se ne vengono fuori con piani pazzeschi standosene seduti belli sereni nel loro ufficio da supervillain. Non va in giro anche lui con tutina a sfidare i buoni a suo di noci. Appare su dei televisori del 1984 e comanda a distanza i poveri supereroi. Come quelli dei torture porn, che ti hanno nascosto una chiave nel di dietro dell’occhio e per salvarti ti devi scavare un occhio con un cucchiaino. Per cui la trama gira attorno a delle farse di round, prove, che i protagonisti devono di volta in volta superare. Ovviamente se i Buoni non ce la dovessero fare, Remar ucciderebbe a distanza dei comuni mortali che ha rapito e incappucciato e sparso per la città. Mi ha fatto molto ridere come i supereroi chiamino in continuazione questi comuni mortali: “Gli Innocenti”. Come se fosse, che ne so, “I Libici!”. Vi faccio un esempio di prova: “dovete battere quel bulgaro vestito come al circo in un gabbia dove c’è un tappeto elastico (true story) altrimenti questi tre poverinos moriranno! Avete un minuto di tempo!”. Poi i buoni superano la prova, ma Remar uccide lo stesso i poverinos. Ma alla fine comunque, lo dico per quelli che stanno leggendo queste righe carichi di aspettative e curiosità, i buoni vinceranno.
A inizio post vi ho parlato del mio amico Il Guardiano per due motivi: il primo è sottolineare la simpatia de Il Guardiano. Si può anche essere dei pazzi che si mettono una tutina per andare a difendere Bergamo dal crimine, ma si può comunque conservare un minimo di sana autoironia. Qui invece di simpatia non v’è traccia. Trost, che sceneggia e interpreta uno dei supereoi, a differenza che nel suo corto cultissimo, si prende sul serio e sembra non essere al corrente che esiste l’Ironia, che è una cosa che mi han detto che va di moda adesso tra i giovanissimi. Il secondo motivo è che i vestiti dei supereroi di questo All Superheroes Trullalero La-là, fanno cagare. Cioè, sembrano delle cose comprate alla Standa e poi messe insieme da una sarta cieca. Una poverinata senza precedenti, ma tutta seria. Da Il Guardiano te l’aspetti e anzi, va bene così. In un film ti fa venire voglia di piangere. Anzi, all’inizio ho pensato che forse era interessante vedere come Trost avesse scelto come protagonisti dei veri real life superheroes. Poi ho capito che non era una scelta estetica consapevole: lui ci aveva anche provato, ma questo era il meglio che gli era riuscito. Per noi che amiamo i film con le lucine e i budget che volendo ci compri lo Zimbawe, è una cosa abbastanza grave. Ma non si tratta di un film solo esteticamente povero. Anche dal punto di vista della sceneggiatura siamo dalle parti del disastro totale. Le prove escogitate da Remar fanno veramente pena per quanto sono banali, prevedibili e prive di un minimo di suspense. Mai una gioia. Prove uguali tra loro dall’esito scontatissimo. C’è molta più fantasia in 12 Rounds: Reloades per dire. E non è una cosa bella.
Ma le cose più belle sono: 1) I flashback! In cui si decide che, per far capire che stiamo parlando del passato, si smarmella tutto in bianco e nero. 2) Le pause drammatiche! Ogni volta che succede qualcosa, ogni cazzo di volta, c’è un personaggio del film che si ferma a guardare il vuoto con la faccia contrita per poi girarsi di colpo, fare il gradasso, e andarsene. Il problema è che Trost insiste su quei due elementi che la sua semplice mente è riuscita a estrarre in anni di letture di fumetti e visione di film di supereroi. Ci insiste come se fosse convinto che non serva fondamentalmente altro a fare il capolavoro. L’effetto dopo un po’ è abbastanza disarmante. Tutti reagiscono a cose gravissime come se fossero sotto psicofarmaci. Si dovrebbe procedere alla velocità della luce e invece vanno tutti ai due all’ora senza alcun motivo. E dopo 12 minuti di visione si comincia a pensare che forse oggi era il giorno giusto per andare a lavare la macchina. Altro che vedere i films.
Dvd-quote:
“Un’ipotesi che scarto come caramelle”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
propongo un ingaggio al Guardiano di Bergamo come guardia del corpo.
oppure anche solo per mettermi di buon umore.
Lunedì mattina. Inizio settimana. Scuola. Lavoro. Rotture di cazzo varie ed eventuali. Poi ti ciccia fuori una rece del marito fortunato della b(u)onissima Olivia, il signor Wilde. E il mondo torna a sorridermi con il ghigno di una zucca di Halloween. Siete dei giusti.
Non sapevo del libro e ora sono molto curioso
Io abito a Bergamo ma di questo Guardiano non ne ho mai sentito parlare, mi informerò. Confermo che i commessi di Decathlon sono feroci.
Capitan Padania
Ecco cominciano a stancare un filino i film sui normal superheroes…Oramai è qualche annetto che ci danno dentro con risultati il più delle volte sotto la sufficienza. Qui poi l’espediente è patetico.
Anche se devo dire che il trailer del lungometraggio The Lp faceva abbastanza piegare. Solo quello probabilmente.
Avrei un miliardo di domande da fare al Guardiano! Non ho visto il documentario ma la vita di un real life superhero mi fa stringere il cuore. Farlo nel modo giusto dev’essere difficilissimo.
@Casanova
Io salverei almeno questo.
http://www.youtube.com/watch?v=wd5zVMBVCII
(Mia nonna era di Sotto Il Monte)
@Bizy. Non conosco supereroi razzisti. Al massimo super pezzi di merda!
@rocco alano: Cap. Padania è storia vera eh
http://www.sommobuta.com/2012/03/capitan-padania-leroe-della-padania.html
Mi trasferisco subito a Bergamo per dormire sonni tranquilli! Il Guardiano sei il numero uno!!!!
Nel Bronx però.
http://www.youtube.com/watch?v=pwsetZ1ElnA
(Mix da pota)
Mh…mi sa che si trova + impegnato se va a fare il guardiano del cimitero
“Comunque non è pazzeschissimo come John Ford, Nicholas Ray, Fritz Lang, Raoul Walsh e André De Toth avessero tutti la benda sull’occhio?”
Un botto di registi odierni farebbe meglio quello che fa con due bende su entrambi gli occhi.
Che poi non se ne è più parlato del Batman di Isernia, e che dire di Entomo da Napoli.
perché Genco, secondo te? perché sono personaggi scomodi!
un supereroe si annoia e si cerca su google per ammazzare il tempo e cosa trova?? questo articolo che mi ha fatto sganasciare, sarei morto dalle risate ma come gia detto nel titolo I must not die… grazie e ottima recensione, uno sGUARDO al fil lo darò…Terence Hell cercami su Facebook che ci facciamo due chiacchiere tra compaesani..confermo che il fumetto di capitan Padania esiste ma ci tengo a dire che io sono un po’ piu SUPERpartes :P
cmq trost è tornato: https://www.imdb.com/title/tt28002564/, ergo, ragazzuoli, dovete rimettervi a lavoro…