Motori, casino, macchine, anni ’70, fica a palate, nudità, insulti, sfide al massimo e morte dietro ogni angolo. In fondo non ci voleva molto a capire cosa la gente ama vedere nella Formula 1 e per cosa attende giri e giri e giri ad oltranza. Ron Howard lo prende lo agita con violenza, anzi scusate ho sbagliato, ricomincio.
Ron Howard lo prende, assume qualcuno per agitarlo con una violenza estrema, poi paga qualcun altro per prendere tutti i personaggi a cazzotti finchè non gli viene voglia di fare a cazzotti tra di loro o con il primo giornalista che capita e filma. Il risultato è un film che se ne frega della Formula 1 in sè, uno di quelli in cui le gare sono riassunte in una partenza o in un arrivo oppure (ancora più svogliato e borioso) in un cartello con scritto chi ha vinto, chi ha perso e chi si è ritirato.
Una volta tanto Ron Howard fa un film così onesto che il titolone ad effetto, quello sparato, con la parola breve e incisiva che comunichi foga, ritmo e adrenalina è corretto.
A voi che siete fini intellettuali e arditi semioti dell’audiovisivo non sarà sfuggita la raffinatezza estrema di avere due rivali in scena che sono l’uno la rappresentazione dell’opposto logico dell’altro, cioè avrete notato da minuscoli dettagli come ad esempio TUTTO il trailer, che Lauda e Hunt qui non sono Lauda e Hunt ma sono uno IL secchione e l’altro IL quarterback, uno la personificazione del metodo e della ragione (“Dai se sei un pilota fammi vedere come sai correre” gli chiede una vogliosa tedesca con le tette grosse “Perchè dovrei? Non siamo su un circuito, non sono pagato per guidare questa macchina e prendere dei rischi” le risponde Lauda, però non temete lei fa uno sguardo ancora più esplicito e lì anche il secchione si convince – non me la sentivo di non dirvelo e lasciarvi così ammosciati) e l’altro la personificazione dell’eccesso, il dio della scopata libera, delle feste e delle vacanze che corre di puro istinto (“E’ un maledetto bastardo e maledirai ogni giorno che devi lavorare con lui, ma quando inizia la corsa beh allora sarai felice di averlo in quell’auto” è la molto ermetica definizione che dà di lui un meccanico).
Ecco Rush è così, un film di Ron Howard in cui tutto è chiaro fin dall’inizio e in cui i personaggi sono estremi anche nella rivalità (oh ma poi si vogliono bene eh!).
Però, è anche un film scritto da quel figlio di puttana di Peter Morgan, uno che sulle rivalità ci campa, che ha scritto prima la trilogia di Blair e poi Frost/Nixon, film che ovviamente non abbiamo visto perchè uno rapido screening della pellicola guardata controluce (lo facciamo ad ogni pizza che ci viene recapitata e anche ad ogni Blu-Ray, sempre controluce) ci ha subito fatto capire che non c’erano esplosioni o violenza, quindi che non si trattava di materiale interessante.
Che questo invece fosse un film da proiettare l’abbiamo compreso vedendo gente morta nelle macchine e sottoponendo la trama al test-Casanova, per il quale se almeno 2 su 3 donne protagoniste sono fiche e stanno nel film per essere viste nude (in questo caso Natalie Dormer e Olivia Wilde Kar-Wai, cioè scusate intendevo Olivia Wilde Kar-Wai), la pellicola si è guadagnata un giro nel proiettore della Cobretti Mansion.
Così abbiamo ammirato come Peter Morgan sia anche uno che ti ficca la gente decapitata dentro una monoposto a metà film, uno che per renderti il senso stesso della rivalità, la sfida e il testosterone, fa entrare di straforo in un film di Ron Howard le cose più dure, forti, l’asfalto che trema e la gente che è così incazzata nera da volere che gli venga pompato fuori il sangue dai polmoni attraverso un immenso tubo infilato in bocca lungo tutta la trachea (da sveglio ovviamente) tutto in un’unica sessione senza riposi da checche.
Alla fine di Rush non si capisce se qualcuno di tutti quelli che ci hanno preso parte abbia mai visto una gara di Formula 1, ma rimane un fomento forte e chiaro. Che poi è quello che conta. Fomento per la gente incazzata e fomento anche per i baffi di Favino/Clay Regazzoni, l’uomo con l’agente-che-piace-alla-gente-che-piace che gli fa fare i film americani. E lui sta lì e fa le facce da Favino, si fa crescere i baffoni anni ’70 e ti fomenta con un “‘fanculo“. Bene così. Fomento per “il topo”, soprannome dato da Hunt a Lauda, il vero underdog del film, lo scricciolo sempre torvo, esile e apparentemente fragile che non si fa spezzare da niente (e su questo applauso lento in piedi a Bruhl che capisce che nonostante sia a Hollywood per fare seriamente questo Lauda qui non deve recitare con la faccia soltanto ma con tutto il corpo diventando un “topo”).
Perchè Ron Howard (che lui di sicuro la Formula 1 nemmeno sa cosa sia, tant’è che all’inizio del film compare un cartello che lo spiega, probabilmente per ricordarlo al regista stesso) cerca di rendere la questione interessante in tutti i modi, mette le videocamere dentro i caschi, le mette sui cordoli, sui volanti, fa di tutto. Insomma si agita, ma alla fine non è quello che fa vincere bene Rush, è la sua forza reale e tangibile. Una potenza violenta, audace che mangia l’anima per la brama di vincere che ti fa sopportare anche una superflua conversazione finale tra i due in cui viene spiegato “il senso del film”.
Ecco se uscite 10 minuti prima del finale non perdete nulla, solo conversazioni stucchevoli e un primo piano di Lauda oggi, cioè il vero Nicki Lauda oggi (giuro), che guarda verso l’infinito (No sul serio. C’è).
Dvd-quote suggerita:
“Fomento. Forte e chiaro”
Jackie Lang, i400calci.com
BONUS: per farvi sentire come se anche voi aveste la fazza in fiamme, lo score completo di Hans Zimmer
Lo vedro’ nel weekend.
Avevo qualche dubbio perche’ non mi andava di veder celebrare uno che ha vinto un gran premio con una manciata di primi posti, e solo perche’ il suo rivale, che ha le palle cosi’ grosse che gli dovevano rinforzare la monoposto, durante un gran premio ha fatto il provino per diventare la torcia umana, e ha corso le ultime gare intabarrato come una mummia, con le ferite ancora sanguinanti.
Comunque fa sempre piacere un film sulla formula 1, tra l’altro mi sembra di capire che ne valga la pena.
vroooooooooooooommmmmmmmmmmmmmm
Ho letto alcune interviste, una a Ron Howard ed una al figlio di Hunt. In sostanza le cose cambiate rispetto alla realtà sono poche, tipo [SPOILER] l’attimo di paura provato da Lauda a Monza, in realta accaduto alle prove del venerdì ma per esigenze tecniche nel film spostato alla domenica[SPOILER]. Sto pensando a chi poteva essere il pilota decapitato, credevo Tom Pryce ma lui è morto nel 1977.
È un bel western. ma la sceneggiatura di Morgan è didascalica da morire, il budget risicato si vede tutto e la scena coi due italiani ovviamente terroni che fanno Miii nichilauda nun ci pozzo credere come Aldo Giovanni e Giacomo merita la fucilazione alla schiena di All of the Above.
lol, non me lo aspettavo proprio un post su rush qui.
alla regia c’è ron howard quindi sappiamo cosa aspettarci (didascalico ma solido), ma è così raro un film sull’automobilismo (cioè l’ultimo quale era? DRIVEN!?!?!?) che me lo vedrò volentieri. Certo che le gare speravo avessero un peso più consistente rispetto a quello che dice Jackie nel post, ma amen
Il riferimento del genere per me resta sempre Gran Prix di Frankheneimer
Mi piacciono le storie che stanno dietro lo sport, specie quello di un’altra epoca. Voglio i retroscena che non sapevo, i cazzi dei protagonisti, l’atmosfera che respiravano etc. Poi lo sport vero me lo guardo su Sky. Se poi sarà didascalico, è una cosa che bisogna mettere in conto.
Morgan (ma pure L’ultimo re di Scozia bello eh, mentre Hereafter merda) ha scritto soprattutto Il maledetto United. Come quello ce ne sono pochi, anche lì mi racconta una rivalità, un’epoca e infila le cose giuste da mostrarmi del futbol. Se Rush viene bene anche solo la metà, regista permettendo, me lo vedo.
@Benedict Moriarty: anche perché essendo l’unico film decente mai girato sulla Formula 1 c’è poco da scegliere.
@Tommaso: In effetti…Per rimanere in tema film e sport motoristici, riguardo al motomondiale l’unico decente che mi viene in mente è “Continental circus” del 1971. Anche se di rivalità ce ne sarebbero da raccontare, e anche meglio di quella Lauda-Hunt…Per lo stesso periodo mi viene in mente Agostini-Hailwood ma anche Agostini-Pasolini…Ma sto divagando e mi fermo qui.
Ho un disinteresse diffuso che a volte sfocia nell’odio inveterato per i film di sport, e la Formula Uno mi ha sempre annoiato più del cricket.
Ciononostante Jackie mi ha vendutissimo il film.
Devo preoccuparmi?
Alla fine sticazzi dello sport. Qui è tutta fomentella per le incazzature e il veleno in bocca.
Come dice il mio fidanzato “Lo sport se fa nun se guarda!”
Ed io NON amo lo sport che sia in tivvù o al cine o live. E l’unico motivo per cui amo il rugby è per ripicca al calcio. Punto.
Però Rush mi attira, sarà perchè ho vaghissimi ricordi dell’incidente di Lauda, o forse del dopo incidente: mi rammento quest’uomo con le cicatrici, senza un orecchio ed i denti da topo…
Io ed il fidanzato, che di Formula Uno ne da decisamente dippiù della sottoscritta, andremo a vederlo la sett prossima (si,è un buon periodo per il cine, specie se paga lui) ed attenderemo Ottobre per vederlo in originale: così sapremo se l’attore ha anche l’accento tetesco di Lauda che sembrerebbe esser scomparso nel doppiaggio italiano.
Dal trailer il doppiaggio italiano fa cagare, per dare un pò più sensazione vintage potevano richiamare in servizio qualche vecchio commentatore Rai, quanto meno parlava correttamente italiano.
Ci siamo, io ed il fidanza, visti uno specialone sul film ed “i bei tempi andati” su RaiSport ed un pilota di cui nn rammento il nome e ce può dire IO c’ero! ha più o meno confermato la storia del film tranne che nella famosa riunione pre-gara cui seguì l’incidente. La riunione nn c’è mai stata.
A parte ciò si direbbe che abbiamo in vista un gran bel filmone, sebbene i ruoli Lauda/Blunt siano scontati, il primo è un cagacazzo ed il secondo un imbecille…cose piuttosto estreme rispetto ad una realtà più varia…
iZa
Non confondiamo lo sport con il MOTORSPORT per favore
Hunt <3
E comunque #teamlauda 4ever
@iZa: Lauda e’ interpretato da un tedesco, vorrei ben sperare che non l’abbiano costretto a cambiare accento…
Io sono triste perché mi trovo nell’unico paese civilizzato in cui Rush non è neppure annunciato in uscita al cinema, senza alcun motivo. E sì che sulle prime non gli avrei dato una lira, ma le recensioni (Jackie in testa) mi hanno messo addosso una fotta incomprensibile.
Giochiamo a elencare le “eccezioni meritevoli” della filmografia di Howard?
Per me…
1. The Missing (2003)
2. Willow (1988)
3. Cinderella Man (2005)
4. Fuoco assassino (Backdraft) (1991)
5. Apollo 13 (1995)
6. Splash (1984) oh Daryl Hannah mezza nuda per mezzo film faceva il suo effetto a 12 anni, e poi era divertente
#. Rush (2013) non l’ho visto, ma mi fido di voi…
“Cocoon” non lo rivedo da che c’era Fanfani al governo e Tanita Tikaram in classifica.
Visto ieri sera.
Per chi ha ammirato QUELLA formula 1, finita con la morte di Senna nel ’94, questo film ti fa capire benissimo quale concentrato di testosterone ci volesse per mettere il culo su quelle bare a 4 ruote (ma c’è pure la mitica Tyrrel a 6 ruote!!!) camuffate da auto da corsa.
E’ difficile fare film sullo sport perchè è difficile rendere appassionante una competizione scritta a tavolino. Sai che l’imprevisto non è tale ma creato ad arte.
Qui, vuoi perchè la storia si rifà ad una competizione vera, questa passione t’arriva, l’ossessione dei piloti nel cercare la vittoria la percepisci, il rombo dei motori all’accensione prima del via è talmente “vero” da aspettarti da un momento all’altro di sentire l’odore dei gas di scarico…
Epico, come si può ricordare come tale solo qualcosa che non c’è più, come quel modo di essere formula 1, di un’epoca che non può più tornare.
Chapeau.
dai, che fosse laffigata si capiva dal trailer
il trailer vende il film benissimo
e poi la fotografia, perchè non parlate della fotografia
io quelle atmosfere torve tutte verdoline me la faccio addosso dall’eccitazione every time
also, burning things
@tommaso esattamente
Visto il trailer, posso dire che al massimo mi sarebbe piaciuto spargere un po’ di olio sul circuito, in curva. E godermi lo spettacolo.
La faccia di Hemsworth mi ricorda troppo quella del pedofilo marcio, quello che ha una operatività alla Hostel. L’atmosfera complessiva invece evoca un mucchio di stronzi che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera. Lauda è un mezzo deficiente, nel film. Sembra proprio una telenovela brasiliana senza i culi delle brasiliane. Quindi ha ancora meno senso.
Non vorrei che qualcuno fosse indotto in commozione…
Una volta, anni addietro, mi hanno chiesto: “Zio Ciobin, perché non ti è piaciuto il film ?” Io ho risposto: “Mah, forse perché il regista è Ricky Cunningham di Happy Days”.
@Senegal Quando scrivi: “Voglio i retroscena che non sapevo, i cazzi dei protagonisti” ho spalancato gli occhi, moltissimo. Io mi sarei fermato alla prima parte.
Io adoro i film di sport, specialmente quelli fatti bene che ti danno un respiro epico e che diventano i classici che italia 1 mette a vanvera fino a farteli venire annoia.
Non so tipo Rocky 1 e il 6 che hanno un respiro epico che il quarto si sogna (sono pronto al linciaggio) pur restando classici nella struttura. Ecco secondo me questo appartiene al filone dei Warrior, dei Rocky del Damn United, storie in cui lo sport e’ un pretesto figo per raccontare storie classiche.
@tommaso: E “Grand Theft Auto”? Fancalcisticamente parlando è l’eccezione suprema.
@Nick Name: mai visto! Anzi, scopro solo ora che è un film picaresco di inseguimenti moderno, ho sempre pensato fosse una commediola per famiglie, confondendolo con chissà che altro film…
@Ciobin: sei una birba. Respingo la tua insinuazione però, qua dentro lo sanno tutti che il mio cuore batte soltanto per quel bell’uomo di Yayan Ruhian.
Stella della casa, occhio però pure te che in quanto al “fermarsi”, hai fatto il copia incolla di sole due frasi su tre del periodo che citi. In pratica appena hai visto cazzi, ti sei fermato subito e non ne hai proprio voluto sapere di proseguire oltre
beh vederlo questo film si vede. Non avevo dubbi anche perché a me i film con lo sport di mezzo piacciono da matti (da Rocky a Stallone il portiere di Fuga per La Vittoria, da Moneyball a Dodgeball, da Quella sporca ultima meta ai suoi due remake scrausi).
Il Maledetto United è splendido, ma lì, oltre a Morgan, il libro di David Peace è sensazionale.
Forst/Nixon, che non avete visto, a me è piaciuto molto ma molto, forse è l’Howard che mi è piaciuto di più (a me pure Ed Tv è piaciuto, ma questa è un altra storia).
@Ciobin Kosugi
Comunque nella scena del GranPremio del Brasile si vedo i culi delle brasiliane.
Sarebbe un mondo perfetto, se tutti i film sportivi avessero gli ingredienti de “Il Maledetto United” e “Moneyball/Arte di Vincere”.
Mi piacciono le storie che attraverso lo sport raccontano di uomini, rivalità, scelte, conseguenze, rischi, psicologia, baratri e paradisi.
Soprattutto se ben scritti e con un casting fatto a dovere.
Mi pare di capire che questo film potrebbe far parte di questa casta quindi sicuramente gli darò una chance.
@BellaZio perchè parli di remake di quella sporca ultima meta al plurale? ne hanno fatto un’altro dopo quello che aveva la sua unica ragione di essere in Goldberg superdotato?
Un classico Howard, epico ma non troppo, ben scritto ma non abbastanza, con quell’anonimità di fondo che uno pensa che il regista potrebbe essere chiunque, ma alla fine ti accorgi che è l’inconfondibile chiunque-style di Howard (eccezioni meritevoli: Frost-Nixon e Una sirena a Manhattan).
@Biscott
Mean Machine con Statham e Vinnie Jones è lo stesso film solo che giocano a calcio. Io lo considero un remake…
http://www.youtube.com/watch?v=EDGV7U3vqU4
ecco un bel documentario sull’argomento.
Ragazzi, io di questo film non mi fidavo affatto visto che lo ha girato un americano, che come dice Jackie Lang, non ci capisce un cazzo di corse europee ma ci capisce solo di auto che girano in tondo ma forse nemmeno di quelle. E invece: piazza telecamere ovunque sull’auto, i rombi delle vere macchine (che si è fatto prestare) mi hanno creato bei vuoti di stomaco. Che cazzo di macchine guidavano sti qua, proprio matti. Ma matti da legare.
Ha lo stile americano, ma racconta bene, anzi direi molto bene, quello che è accaduto. Fatevi un favore, andate a vederlo. E la faccia del vero Lauda alla fine, mi tocca dissentire con Lang, ci sta, anche perchè non è la solita faccia da stoccafisso che si vede alla fine dei film basati su persone reali magari con scritta di fianco su quello che fanno adesso i veri personaggi, ma sottolineata molto bene da musica e commento dello stesso pilota austriaco.
Nota stonata, come al solito: CHE CAZZO DI DOPPIAGGIO MERDA, che cazzo centrano i campani (io sono campano) nelle campagne del trentino? Mi toccherà vederlo una seconda volta, ovviamente in originale.
Piccola premessa: non ricordo chi lo chiedeva. Il pilota morto che si vede decapitato nel relitto della sua auto era Francois Cevert, una giovane promessa in squadra col veterano e pluricampione del Mondo Jackie Stewart. Mori durante le prove a Watkins Glen nel 1973. Stewart si ritirò quasi subito, anche motivato da questa tragedia che lo colpì moltissimo.
Da grande appassionato, che (pur marginalmente, ero ancora troppo giovane) all’epoca ‘c’era’, sono partito con grande prevenzione e con la quasi sicurezza che sarei rimasto molto deluso: da dire che i film che parlano di sport, qualunque sia, raramente colgono nel segno, soprattutto quando sono biografici, e mi attendevo approssimazioni, luoghi comuni a gò gò e… noia…
Sono invece rimasto assai positivamente colpito.
Howard afferma di non aver mai saputo nulla della Formula Uno prima di questo film, ma pare proprio non sia stato un problema.
La storia scorre piacevole, senza forzature, senza troppe invenzioni drammatiche e con una ricostruzione storica davvero rimarchevole, quando non impeccabile. Emoziona, coinvolge e la regia è geniale nel ‘non prendere posizioni’ fra due persone che più distanti, per pensiero e stile di vita, non sarebbero potute essere. Il dramma, e la grandezza mitologica, della Formula Uno di allora, della quale oggi viviamo soltanto un pallido riflesso, in modo non dissimile dall’evoluzione in campo aeronautico, è ben rappresentato, risvegliando negli ‘anta’ ricordi e rimpianti… e nei più giovani, spero, curiosità e rispetto.
Non ci sono censure, la vita di allora è ben descritta, le concessioni all’asfissiante politically correct stanno a zero.
La figura di Hunt, ottimamente interpretato da Chris Hemsworth, il ‘Thor’ della Marvel, non lascia spazi all’agiografia: era una specie di ‘Best’ (il calciatore) della Formula Uno, genio e sregolatezza, dedito (nella miglior tradizione britannica) al bere, al sesso e ad ogni altro tipo di eccesso. Lauda, un sorprendente Daniel Bruhl, ne è l’alter ego: calcolatore, freddo (forse) ed utilitarista fino all’eccesso… ma non per questo meno coraggioso e… ‘pazzo’.
Howard non fa moralismi… pur se Hunt morì per un infarto, devastato nel fisico, a soli 45 anni, si intuisce che quella ‘era la sua strada’, e che ogni tentativo di fare diversamente sarebbe stato velleitario. Idem il lauda ‘perfettino’ sembra quasi invidiare l’anarchia autodistruttiva della sua controparte che, allo stesso tempo, forse avrebbe voluto essere un po’ più in pace con se stesso e con il Mondo: forse…
Un bel film, credetemi, supportato da una intelligente ricostruzione visiva, che sa quando far vedere e quando suggerire, nel rispetto di una correttezza storica spesso quasi maniacale ma mai fine a se stessa.
Werner… ‘Campani’ in ‘Trentino’ con un’auto targata, in modo farlocco, Firenze… Vabbé…
volevo solo dire che trasposizioni sportive fighe ce ne sono: una su tutti: holly e benji
Per me funziona. Ma pure alla grande.
[SPOILERS con i baffi di favino]
funziona perché ti racconta questi due cazzoni che si scornano e piglia te spettatore e ti costringe (se non lo avevi già fatto all’epoca o cmq prima del film) a schierarti, a scegliere quale dei due tifare. Ma alla fine, se tieni per Hunt, non puoi non prenderti male per Niki che si infila il casco sulla faccia fusa. Se invece tifi Lauda, non puoi comunque non sperare per la rimonta folle di James negli ultimi giri in Giappone. Poi sì, è vero che i due rivali sono un po’ portati in scena estremizzando la cosa e che uno è tutto controllatino mentre l’altro se ne fotte. Ma è anche vero che ci sono numerose sfumature: il guascone puttaniere che cmq si rivede il pranzo prima di ogni gara, che gioca nervoso con l’accendino, che si piglia molto male per la moglie. Mentre il topo razionale e antipatico compie invece un salto nel buio ripudiando la vita dorata progettata dal padre, si rimette in auto tutto sciolto subito dopo l’incidente contro ogni parere, cova l’invidia e ti fa l’uscita simpatica sul prete, sulla fazza, sul piede.
Tutto quello che riguarda il reparto gare/motori è da madonna del carmine: i suoni, le numerose ottiche, la resa della sensazione della velocità, i dettagli.
[fine dei baffi di favino]
Bravo Ron, non fa a guardarti in faccia ma mi hai dato una grande eccezione meritevole
Visto, davvero davvero molto molto bello. Del tipo che a fine film c’è stato l’applauso in sala. Howard fa quello che alla fine deve fare un cineasta: racconta una storia. E questa storia era così ‘cinematografica’ di suo che era impossibile sbagliare. Anzi, mi sono documentato un po’ e ho scoperto cose interessanti: a parte l’ottima ricostruzione e la somiglianza di certi attori con gli originali (vedi il lord, la moglie di Lauda o la mascella quadrata di Olivia), si sono pure trattenuti con certi dettagli della realtà. Tipo che Hunt e Lauda erano molto più ‘amici’ di quanto possa sembrare nel film (agli esordi condividevano addirittura l’appartamento, avrebbero potuto tirar fuori una sitcom solo da questo) o che Hunt fosse talmente cavallo pazzo da scaricare la rabbia sugli assistenti e commissari di gara (a pizze in faccia, letteralmente) che osavano avvicinarsi subito dopo un incidente.
La parte dove il film vince, secondo me, sta nel grande lavoro degli attori e nella scelta ottima delle tempistiche che, in fondo, ti porta a tifare per tutti e due. Perché più che uno contro l’altro sono loro due contro la morte, contro la follia di quel circo. Quindi prima tifi per il figo perché è simpa e il professorino ti sta un po’ sul cazzo…poi tifi per Lauda perché ha la testa sulle spalle ed è mago-genietto mentre l’altro è testa di cazzo…poi alla fine magia: tifi per entrambi, dato che sei contento dell’incredibile recupero di Lauda ma anche della rimonta e dell’ultima epica gara di Hunt.
Bravi. Bravi tutti. Applausi.
Allora, partiamo dal presupposto che ho 34 anni e da quando ho memoria della formula 1, mi ricordo di due tizi, uno con la faccia rovinata che sembrava avesse ancora in testa il sottocasco e l’altro sulla sedia a rotelle che commentavano le gare e io chiedevo sempre a mio padre 3 cose “papà come mai quel signore ha la faccia così?” “ma quello si chiama Clay? è italiano? come mai è sulla sedia a rotelle?” “ma Jean Alesi che non vince mai come mai corre ancora?” (ma questo col film non c’azzecca niente, anche se Ron Howar potrebbe farci Rush 2 – la storia di un francese incapace alla guida di una ferrari)
Detto questo appena ho visto il trailer ho detto, questo film non posso perdermelo per niente al mondo e stasera vado a vederlo con papà appunto
Mi sembrava veramente strano che ancora non ne aveste parlato anche se avevo un po’ paura che lo avreste stroncato, invece pare tutto il contrario, altro buon motivo per andarlo a vedere.
Ron Howard piace vincere facile, l’unico film con cui poterlo paragonare è Driven, direi che ha già vinto
@kruaxi
Si, cazzo è vero, la targa Firenze. Ma la cosa che ho sopportato meno è il solito dipingerci in modo pittoresco, e il terrone (sono terrone, pertanto non si offenda nessuno, è come quando un nigga dice nigga ad un nigga) fa più pittoresco all’estero rispetto all’accento nordico. Oh, poi magari scopro che veramente la cosa è andata così, ma ci credo poco.
Ecco l’ho visto e devo dire che è davvero pessimo. Se escludiamo la buona immedesimazione dei due protagonisti. Il personaggio di favino fa ridere, la scena del check-up alla macchina un orrore, ma la cosa peggiore come prevedibile sono i commenti del cronista che essendo rivolti ad un pubblico americano che mastica formula uno come io mastico quel finto sport chiamato baseball. Bah de gustibus, ma non capisco proprio questo generale endorsement… Vado a spararmi il documentario su Senna
Beh, benvenuta la voce contraria, ci mancherebbe.
Baseball finto sport ? Curioso anche questo. Bella la varietà nel Mondo.
Visto ieri sera, a caldo grosse pecche non ne vedo (vabbè i terruncelli in macchina potevano risparmiarceli ma fanno colore). Per me un film spettacolare.
Un film sulla formula 1 in cui la formula 1 è solo un pretesto per raccontare la storia di due uomini, tanto uguali quanto diversi.
S P E T T A C O L A R E ! ! !
@kruaxi come il cricket, adatto per bere birra in quantità industriali
@daniele: pure per me non ci sono grossi difetti, almeno stando a quelli che sono emersi tra rece e commenti. Per esempio, io non sono nemmeno così sicuro che mi piaccia la tanto lodata fotografia. Ma forse è giustificata dal budget di 40 mil scarsi e dal dover utilizzare filmati di repertorio. Non so, non sono un tecnico.
La roba dei protagonisti come macchiette per me è mitigata dalle sfumature che dicevo già. Sul fatto che sarebbe stato didascalico era ampiamente prevedibile sapendo chi era il regista e che si sarebbe cercato di raggiungere, giocoforza, un pubblico di non solo appassionati.
I due terroni lì alla fine avranno due linee di dialogo in tutto. Il fastidio più grosso di quelle scene, che dureranno in totale – boh – 5 minuti su 120 totali, ti viene dal fatto che ti costringe a notare le scelte fatte in sede di doppiaggio: ararare via l’accento crucco di un attore crucco che interpreta un personaggio crucco ma fare dire a favino “fanculo” in romanesco o portare in scena lo stereotipo meridionale.
Poi sì, il personaggio di Regazzoni ad un certo punto sparisce senza avvisare nell’abisso dei suoi baffoni e non si capisce bene la sua utilità.
Non credo però siano difetti enormi. Specie se una persona si approccia nel modo giusto. E’ un film che si pone l’obiettivo di raccontare una rivalità della F1 anche a chi questo sport non lo ha mai cagato (regista in primis).
Se durante la visione ti è venuto da tifare forte per uno o per l’altro, ha vinto Howard. Se poi ti è venuto il fomento per certi dialoghi al vetriolo, per i suoni e i dettagli inquadrati durante le gare e la ricostruzione dell’incidente al Ring, allora l’eccezione diventa davvero meritevole.
Non credo avesse pretese di essere realistico al 100%, pur andandoci vicino eh, o di stare dietro ad ogni aspetto tecnico con precisione anche in una scena sola in cui smontano un’auto.
Se uno voleva quello, fa bene a vedersi un documentario oppure Sky.
uno dei film più cazzuti che abbia mai visto: non è perfetto, la scena dei napoletani in trentino era proprio pessima, ma resta una meraviglia e mi ha praticamente fatto sentire in colpa di aver sempre mal tollerato la formula uno. Mia recensione da profana http://firstimpressions86.blogspot.it/2013/09/rush.html
Allora. Ho provato a vedere un camrip. Quindi mi sono spinto oltre all’orrido trailer. Ma era un loop di circa 15 minuti. E meno male ! Infatti mi stavo già incazzando come un un’ape. Ho provato sollievo quando ho visto che era un loop così breve perché non volevo vedere altro di così ingobilmente “poetico”. In quei 15 minuti ho pensato che tutte le mie intuizioni trovavano conferma, tragicamente :
1) telenovela, con facce e atmosfere alla CSI Miami
2) Film per dormire
3) Lauda assomiglia troppo a renato zero per non ridere
4) Ricchi, belli, famosi ma in fondo tristi che nella vita, si sa, il denaro non può comprare la felicità: questo il senso del film.
5) se questo telefilm breve racconta il mondo delle corse, e coem voi dite lo fa seriamente, allora io voglio che il Tg1 lo legga ozzy osburne. Anzi, Pino Scotto.
Poi devo ringraziare @Senegal che con il suo outing pazzescoooohhh ha reso formidabile la mia intuizione di Rush come frociata dove si idolatrano i due velini, uno biondo e uno moro, uno scemo e uno serio (come vuole il regolamento porno che distribuisce il cervello in base a alla percentuale di marilyn monroe presente sul viso) … e quando una mary li vede il film diventa epico.
Sono appena andata a vederlo con il mio papà, e ne sono entusiasta. Anche a me non sono piaciuti i campani a mezz’ora da Trento, e le targhe finte della festa a cui Lauda non è andato, ma chissenefrega, il povero Ricky ha ricostruito tutto l’ambiente di piloti ed enturage in modo realistico, anche se è stato un po’ approssimativo su queste cose di cui ci accorgiamo solo noi del bel paese, io lo perdono. Magari nei gran premi negli altri paesi ci sono altre approssimazioni di cui io non mi sono accorta… Comunque l’atmosfera generale del film è stata coinvolgente ed emozionante, ed è sempre bello scoprire che i film ‘fuori tema’ che mi piacciono di più sono delle ‘eccezioni meritevoli’ anche per i 400calci. Siete il Miglior Sito Cinematografico di Tutti i Tempi, e anche il MIO preferito.
Buon Gesù, perchè questo tizio si è convinto vanamente di riuscire ad irridermi? Mi vuoi dire qualcosa, nazareno? Ho forse peccato quando mi sono rivolto a lui, mosso da tenerezza, perché nessuno più se lo cagava su queste pagine? Se ne stava lì in disparte sotto i portici di questo sacro luogo e nessuno lo considerava, ma non ha forse diritto pure lui, in quanto infermo, di venire immerso nella piscina probatica?
Buon Gesù, ti prego. Guariscilo tu.
@Senegal Colpito nel vivo, eh ? ;)
Comunque, rivedendo alcuni passaggi del “film”, ci stava troppo che all’improvviso un pilota si togliesse il casco e ne uscisse fuori Grissom con una delle sue frasi choc, tipo: “È un bel gioco. Un gioco che uccide”. Stacco. Sigla di CSI.
@Ciobin: ti voglio tanto bene. Sei speciale
@Senegal Per me invece tu sei assolutamente normale. Anche se i film a casa tua di domenica pomeriggio non ci vengo a vederli. Specialmente quelli con The Rock.
@Ciobin: ti abbraccio forte
Giusto per precisazione, il pilota decapitato dovrebbe essere Helmuth Koimigg. la macchina di Cervert fini capovolta quindi lo escludo
@steven Senegal sulla fotografia ti appoggio in pieno, mi dato una sensazione di finto molto fastidiosa.
se non fosse stato per questa recensione non gli avrei dato 2 lire a sto film e invece mi è proprio piaciuto!
#teamLauda
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bella fotografia, gran colonna sonora alla Zimmer (di Zimmer), bravi sia Thor che Renato Zero, poche seghe mentali e grandi scene in pista… finalmente un FILM decente, grazie a Jackie Lang, io detestando la formula 1 avevo circa 8mila pregiudizi, ma ho fatto bene a darvi retta
Impietosito da alcuni commenti, ho deciso di fare il grande passo. Dopo aver visto il trailer e la versione in loop da 15 minuti, mi sono spinto fino a vedere il film intero.
E, come al solito, avevo ragione. Una telenovela. Siccome il biondo è nell’immaginario Usa il vincitore, si è fatto in modo che ne venisse fuori un coacervo di scemenze brutte e storte come un nano paraplegico. Si poteva tranquillamente fare a meno di usare i nomi dei due, specialmente quello di Lauda, visto il livello di incongruenza storica e la quantità di balle raccontate.
Qualcuno dirà: I nomi servivano per attrarre quel pubblico là. Eh, sì, ma questo non è un film destinato a quel pubblico là, che ormai è vecchiotto, questo è un film per pischelli, che di Lauda nulla sanno e ancora meno gli frega.
Quindi non si capisce perché scomodare Lauda per confezionare un prodotto contro di lui e la sua storia, che poteva solo scontentare i laudiani e lasciare indifferenti i veri spettattori, cioè i bimbomikia di oggi che al massimo conoscono Alonso.
Peggio non si poteva fare, avendo lo stesso Lauda messo la fazza in una pagliacciata indegna. Se non erro in principio doveva dirigerlo Tarsem, che sicuramente avrebbe fatto meglio o, facendo peggio, lo avrebbe comunque migliorato.
My quote: “Girato col culo, scritto col cazzo. Merda liquida”.
e per fortuna dei “laudiani” non gliene frega una cippa a nessuno, considerando che si tratta di un film e non di un documentario sulla pallosissima formula 1.
una telenovelas piena di incongruenze? se lo dici ci credo, anche se il vero Lauda sembra pensarla diversamente…..
E quindi, sensazioni?
“Quindi incredibile”.
Due parole in più?
“Quindi tutti i presenti l’altra sera l’hanno giudicato così: incredibile”.
Con te c’erano i tuoi piloti, Nico Rosberg e Lewis Hamilton. C’era anche il patron del Circus, Bernie Ecclestone.
“Nico e Lewis erano entusiasti. Non pensavano proprio si potessero rendere così bene le emozioni e le sensazioni di un pilota. Ma in generale tutti erano soddisfatti dal realismo emerso. Io, personalmente, mai visto qualcosa di così reale sul nostro sport”.
Per la verità non c’era tutta questa unanimità. A parte Ecclestone, “ottimo film” che però ancora non si dà pace di non averci guadagnato visto che il 1976, l’anno raccontato in “Rush”, non è coperto dai suoi diritti, tra gli ospiti c’era chi ha conosciuto Hunt (è morto nel ’93, ndr) e l’ha trovato troppo ingentilito rispetto alla sua coriacea e affascinante schiettezza da playboy e figlio di….
Niki, ma a James Hunt sarebbe piaciuto un film così?
“Eccome. Ci sono grandi momenti che lo riguardano. E mi è dispiaciuto non fosse qui con me a guardare la nostra storia. Credo si sarebbe parecchio divertito”.
Però quella F1 non c’entra con questa di oggi.
“Ma molti appassionati che sanno poco di quegli anni, che nei Settanta neppure erano nati, avevano bisogno di un film che gli facesse capire com’era quell’epoca delle corse. E l’opera di Ron Howard con la sceneggiatura di Peter Morgan (fra le altre, The Queen, ndr) riescono in questo: a spiegare ai tifosi di oggi ciò che facevamo allora… e magari a farglielo apprezzare”.
Ecco, sì. Se lo dice Lauda da vecchietto, allora va bene. Uno che pur di vedersi in un film avrebbe persino accettato qualsiasi cosa, anche passare per perdente. Già solo a vedersi impersonato da un giovine con il suo nome sul casco, ed era già capolavoro. Il resto non conta. 3 mondiali vinti, aver stracciato Hunt in ogni modo possibile, essere uno Sun Tzu della F1: finisce invece con Hunt Eroe che ha vinto tutto e per sempre, lasciando Lauda eterno sconfitto. È realismo questo ?
Traduzione: se fanno un film su di te, sei l’ultimo in grado di giudicarlo. Il narcisismo ti offusca la mente. Poi nel mondo delle corse. Per questo motivo dicevo appunto che la cosa più triste era che Lauda si fosse fatto fregare in prima persona.
#TeamLauda (quello vero)
Ecclestone, poi, non ne parliamo. Aveva appena finito di fare i festini porno nazi ed era andato a vedere il film con un manganello ancora infilato su per il culo, stringendo la mano a tutti. Proprio un parere autorevole.
Ok prendo nota che Niki Lauda “da vecchietto” non deve essere preso sul serio in base alla opinione del #TeamLauda (?) …. mi sembra di sentire il Berlusa che da del rincoglionito a Montanelli,ma tant’è.
A prescindere dalla opinabilità di ciascun giudizio, io confermo la sensazione che un profano come me ha ricevuto da questa pellicola: film semplice ma tremendamente efficace, intrattiene e ti spinge a fare il tifo per i protagonisti. Musica tronfia e retorica,inquadrature frenetiche anche dal buco del culo dei piloti, qualche cliché di troppo, addirittura la morale finale del vecchietto Lauda…. That’s entertainment,non chiedevo e non volevo nient’altro. Rush é una vera eccezione meritevole per il piccolo fancalcista che sogna motori roboanti,belle fiche e incidenti spettacolari.
Per tutto il resto, c’é history channel o sfide su Rai tre….ma,ripeto, io spettatore capra mi disinteresso di formula 1,voglio lo SPETTACOLO .
Quello che faceva i festini porno-nazi non era Ecclestone ma Max Mosley, ex presidente della FIA. Lauda non appare affatto eterno sconfitto, ma ambedue i piloti rappresentati nel film sono personaggi positivi. A volte sembra che si vedano altri film, diversi da quelli commentati. Mi sono comunque iscritto per dire la mia.
Quoto al 100% “Il presidente” e riporto la mia modestissima, personale recensione, aggiungendo che la scena dei due campani che riconoscono Lauda e si considerano “baciati dalla fortuna” per me è esilarante, forse la più simpatica del 1° tempo, recitata perfettamente, ed a miao parere è stata fatta apposta per dare un momento ilare a un film sostanzialmente drammatico (PS: sono siciliano).
L’ho visto oggi. Sono tornato dal cinema 2 ore fa. Se avete un po’ di pazienza leggete quanto segue.
Inizio subito col dire che per me è un bel film, che può essere bello anche per chi non ha mai visto un GP nemmeno in TV. Perché è soprattutto la storia di due uomini, completamente diversi, ma alla fine amici, due uomini che fanno lo stesso (rischioso) mestiere, con un approccio diverso e che hanno anche le loro storie d’amore. Ma anche due dominatori della stagione F.1 1976, due autentici fenomeni del pilotaggio.
Per i grandi conoscitori della storia della F.1, nel film c’è qualche errore e qualche mancanza, ma trattandosi di “storia romanzata” si può soprassedere. Vorrei dire poi che non è vero che non c’è Merzario (o meglio la comparsa che lo impersona): lo si vede, di spalle, mentre estrae Lauda dall’abitacolo insieme a Edwards, Ertl e Lunger, ed è riconoscibile dal retro-casco bianco con strisce rosse. E l’immagine è esattamente analoga alla realtà. Non c’è peraltro la consegna del famoso orologio da Lauda a Merzario.
Gli errori più importanti, parlo sempre per i fanatici e per chi ha una certa età e quel periodo di corse lo ha “vissuto”, sono altri:
1) La gara di Monza non è girata a Monza, tanto che si vedono sali-scendi, mentre Monza è perfettamente in piano. E quella in Giappone non è in Giappone. Infatti, oltre al Ring, vengono utilizzati 2 circuiti inglesi
2) I 2 secondi che Regazzoni rifila a se stesso con la macchina di Lauda modificata da Lauda sono troppi.
3) Lauda non esordisce in F.1 con la BRM, come appare nel Film, ma con la March, dopo aver fatto anche 2 stagioni con la F.2 March.
4) I guanti OMP (non esistenti all’epoca) sono stati utilizzati per la sponsorizzazione della stessa (italiana) OMP.
5) Lauda al GP del Fuji non va via in elicottero a fine gara come si vede nel film, ma con una Rolls Royce già pronta nel paddock poco dopo il suo ritiro.
Magistrali i “colori” anni ’70 e perfetta la ricostruzione dell’incidente del Ring, con vetture reali. Ottima quindi la sceneggiatura, che è di un vero maestro già premio Oscar. Anche l’atmosfera anni ’70 (quando il sesso era sicuro e la F.1 pericolosa……) è perfettamente percepibile. I rumori delle F.1 sono perfetti perché reali, sono le vere F.1 del 1975 e 1976 e col surround il tutto è molto realistico. Ci sono poi due o tre dialoghi/scene commoventi, non svelo ovviamente quali.
Infine la recitazione: per me l’interpretazione di Hunt è eccellente, veramente bravi sia l’attore che il doppiatore italiano. Quella di Lauda è ottima sotto molti aspetti, soprattutto però “visivi” perché ho l’impressione che il doppiaggio italiano non sia dei migliori, soprattutto nel primo tempo. So infatti che l’attore (tedesco) ha lavorato molto per riprodurre l’inglese con accento austriaco di Niki Lauda.
C’è anche una scena esilarante, con due eccezionali attori campani. Sono perfetti nella recitazione, tanto che la scena sembra vera …………………………………….
@ciobin: magari ho frainteso a cosa ti riferisci, ma a me pare che il finale del film spieghi abbastanza chiaramente che James Hunt vinse solo quel mondiale semi-farlocco e passo’ il resto della sua breve vita a fare principalmente il pagliaccio… Lauda perdera’ nello specifico il mondiale in cui e’ ambientata la storia, ma si mangia il film senza se e senza ma.
@Nanni Hai capito benissimo. Ed è evidente che abbiamo visto due film un po’ diversi. Quando tu dici:
“Lauda perdera’ nello specifico il mondiale in cui e’ ambientata la storia, ma si mangia il film senza se e senza ma.”
sono d’accordo con la prima parte, ma non con la seconda. Direi casomai che Lauda si mangia la Storia, senza se e senza ma. Pensa se tu avessi vinto 3 volte i mondiali (o 3 volte il premio per miglior sito :) ) E facessero un film che racconta per filo e per segno di quell’unica volta che hai perso, celebrando i fasti del tuo rivale, per quanto con luci e ombre, come ti sentiresti ?
A me girerebbe il cazzo, non so a te ;)
Nel Rush che ho visto io, si glorifica il cliché hollywoodiano del genio ribelle, di un Eroe pazzoide che rischia la vita e vince con sprezzo del pericolo: Hunt, il biondo. Lauda si capisce che è più serio ma passa per sfigato e codardo (pensa alla moglie e alle condizioni del meteo e si ritira). Di 3 volte che ha tagliato il traguardo come più forte del mondo non ne abbiamo vista manco una.
Può anche darsi che io abbia visto l’edizione rimontata da Briatore, ma
il Sun Tzu della F1 meritava ben altro che un accanimento sulla parte della sua carriera più proficua per la vendita dei quotidiani.
Capitolo Mosley. Lo so che fu lui ad essere beccato. Ma l’amico Ecclestone non mancò di dichiarare subito dopo la sua ammirazione per il nazismo e per i campi di spennamento. C’èra anche lui, ai festini, ma aveva bisogno di levarsi di torno Mosley e lo impacchettò a dovere con le foto.
Ho 42 anni, Da bambino assieme a mio nonno mi incollavo davanti la televisione a guardare le gare di formula uno, il film mi ha riportato agli anni settanta, le macchine, le gare, Niki Lauda, me li ricordavo cosi, a Ron Howard che provenie da un Mondo in cui conoscono solo Andretti della Formula Uno, sia riuscito a ricreAre quegli anni “Europei” tanto di cappello!
-Enzo Ferrari, nel suo libro Piloti, che gente! prese la vita agonistica di Hunt come perfetto esempio per spiegare la sua teoria sulla cosiddetta “parabola del pilota”: all’inizio egli è affamato di vittoria, spende ogni grammo della sua energia per raggiungere l’ambito obiettivo, spesso supera i limiti a volte evidenti del mezzo meccanico e in una specie di trance agonistica raggiunge la vittoria Mondiale ma poi, distratto e logorato dalla fama, dagli agi e dagli impegni sempre più pressanti e numerosi dovuti alle incessanti richieste di tutti, perde quel tocco magico e si avvia prima o dopo ad un lento ma inesorabile declino verso la mediocrità, fino quando decide di dire basta e ritirarsi. Per alcuni piloti ciò avviene più repentinamente, altri raggiungono ancora una, due o più volte la consacrazione, ma per tutti arriva poi il momento fatale di lasciare un mondo che non riconoscono più come proprio.-
( da Wikipedia )
Questa è la differenza tra Hunt e Lauda: Hunt era una supernova che ha brillato e bruciato tutto nello spazio di una stagione, ma non sminuite il valore di Hunt come pilota, se nel ’76 avesse avuto in mano quella Ferrari ( e anche nel ’75 ) Lauda avrebbe masticato molto più amaro…
Sono un totale ignorante di Formula 1, quindi non posso sapere quanto il film sia storicamente (in)esatto, però a me non è parso assolutamente parteggiare per Hunt e presentarlo come il figaccione vincente contro quel pirla antipatico di Lauda. Mi sembra anzi che faccia di tutto per provare a schivare quell’effetto (a cominciare dal fatto che usa proprio Lauda come voce narrante) e durante la visione mi sono trovato a fasi alterne tanto a considerarli due teste di minchia insopportabili, quanto ad apprezzarli e tifare per loro. Entrambi. Senza preferenze. E infatti nel finale l’emozione era, come dire, “divisa”, non c’è il tipico gasamento da film sportivo in cui il protagonista o la squadra protagonista vince contro delle sagome di cartone e/o dei cattivissimi (il che da un lato mi sembra un pregio del film, dall’altro un po’ un suo limite “emotivo”).
Più in generale, ripeto, da ignorante, ne esco con l’immagine di Hunt stereotipo del talentuoso che butta un po’ nel cesso il suo talento causa sregolatezza e che ha avuto la sfiga di duellare contro un fortissimissimo e il culo di avere la chance giusta nell’anno in cui quell’altro ha avuto, ehm, problemi. Ma quell’altro comunque era uno fuori scala, dominatore e che ha raccolto i suoi titoli quando non gli è esploso il mondo attorno. Da appassionato di basket mi viene in mente il periodo in cui l’NBA era piena di poveri cristi che avevano la sfiga di essere contemporanei di Jordan e la capacità di Olajuwon di sfruttare i due anni del suo ritiro. Poi magari come paragone non c’entra nulla, ma che vi devo dire? :D
P.S.
Concordo con la recensione sul fatto che gli ultimi dieci minuti anche no.
Mi sono imbattuto su questo sito nel cercare info su un film di zombie appena trasmesso in TV. Complimenti agli ideatori. Nel ’76 avevo 3 anni e mezzo, mi ricordo quelle auto, mi ricordo quelle corse, le vedevo anche io col nonno. Sono corso al cinema anche grazie al trailer: per la nostalgia di quelle auto tutte diverse l’una dall’altra per impostazione tecnica pur utilizzando quasi tutte il cosworth etc etc. Ecco, grazie al film ho conosciuto la storia di quella rivalità, di quei retroscena e di quelle atmosfere che non si riescono a percepire leggendo i resoconti delle varie enciclopedie dell’auto e della F1 e che a 3-4 anni non potevo certo comprendere. Il carattere dei personaggi, con le loro contraddizioni tra la maschera in pubblico e le debolezze nel privato secondo me non è da telenovela, mostra l’umanità dei due eroi. Non c’è un eroe ed un antieroe, ma due modi di vivere la corsa. Hunt che corre dalla moglie dopo aver passato settimane chiuso in casa aspettando una telefonata, supplicando per ottenere una guida. Lauda corre per professione, Hunt per passione, ma entrambi corrono. Le scene delle gare replicano quasi esattamente la ricostruzione delle vere gare (incidenti, sorpassi). Dopo aver visto il film ho passato la notte a leggere sul web tutte le info riguardanti piloti e corse dell’epoca: la parte iniziale delle 2 carriere è “accelerata”, non posso sapere quanto del privato sia romanzato o reale. I baffi del Favino mi son sembrati troppo grossi, unico neo, e di regazzoni pilota F1 non ne ricordo molto, se non che era uno forte, se passi in Ferrari sei di certo forte. La scena dei due “terroncelli” in una valle trentina vedo che ha lasciato un po’ tutti perplessi, pero’ è simpaticissima e chi vieta a 2 meridionals di esser stati da quelle parti? Tra l’altro per il mondo, l’accento identificativo degli italiani è quello, non certo quello del Manzoni, oltretutto bravi gli attori che certo ricordano l’Aldo di Mai dire gol, ma sta benissimo così, perchè la femmina teutonica si innamorata lì del topolino (almeno nel film), non sapeva chi fosse, credeva che l’auto si fosse fermata per lei (essendo bella), invece si è fermata per lui, il neo-assunto in ferrari. A me è piaciuto, ho portato una amica con me che è nata a fine anni ’80, e alla domanda “ma era davvero così?”, da un lato mi son sentito un vecchio reduce di altri tempi, dall’altro ho provato una gran soddisfazione di aver potuto sfiorare quel periodo della F1 che oggi nemmeno ci si puo’ immaginare. Invito, per chi ne avesse voglia, di cercare su youtube i filmati dell’epoca e le interviste alle mogli/fidanzate dei piloti. C’è una intervista alla moglie di Lauda che rende bene il carattere della signora. Non sono un “tecnico”, non capisco di fotografia, sceneggiatura etc, ma da “utente”, per diverse ragioni credo che questo sia un gran bel film: se ti emoziona è un bel film. PS: Lauda compare come Niki Lanz nel cartone animato Grand Prix ed il supercampionissimo, che essendo degli anni ’70 propone tematiche simili al film.
che dire, fa cacare, noioso, banale, senza nessun pathos, con pure, l’ennesima, insopportabile, macchietta dell’italiano come viene visto all’estero, che, anche se ci trova in provincia di Trento, è sempre un napoletano che gesticola come un idiota, mamma che disastro non vedevo l’ora che finisse, e dire che sono pure appassionato di formula uno e sono abbastanza vecchio da aver seguito in diretta i fatti narrati in questa ciofeca di film.