Shallow grave
Il finale di Piccoli omicidi tra amici, ve lo ricordate? Ewan McGregor, in una pozza di sangue, sorrideva all’arrivo della polizia. Un coltello nella spalla lo teneva inchiodato al pavimento. «Salve, ispettore». Stacco. In quello stesso momento, in un parcheggio, Kerry Fox apriva la valigetta e scopriva di essere stata fregata: non c’erano i soldi, bensì mazzette di ritagli di giornale. La poveretta aveva una crisi isterica, scappava all’aeroporto. Stacco. Ewan McGregor, sempre accoltellato a terra, non riusciva a trattenere una risata. La macchina da presa scendeva sotto le assi del pavimento, oltre la punta del coltello che gocciolava sangue, e rivelava il malloppo nascosto. Stacco. Primo piano di Christopher Eccleston con l’occhio vitreo. L’inquadratura si allargava a rivelarcelo disteso su un lettino d’obitorio. Un inserviente lo copriva con un telo, lo ficcava nel loculo. La voce fuori campo si chiedeva amara: «Se non puoi più fidarti degli amici, allora che cosa fai? Che cosa fai?». L’inserviente chiudeva il portellone del loculo. Blam. Una festosa canzone di Andy Williams come ironico contrappunto. Fine del film.
Io, che da settimane aspettavo l’uscita della VHS allegata a Panorama, alzavo le mani al cielo giurando che sarei diventato un regista e avrei fatto solo film che si chiudevano con festose canzonette come caustico contrappunto alla crudezza delle immagini.
Questo era l’esordio di un regista che nemmeno due anni dopo avrebbe tirato fuori Trainspotting, e il cinema era bello, e il cinema era già molto più bello della vita, e Danny Boyle era il mio migliore amico.
Shallow. Grave.
Sveglia! Svegliati!
Era tutto un sogno.
Che espediente di merda.
Che brutto risveglio.
Mi ero addormentato sulla tastiera mentre cercavo di scrivere un post su In trance, l’ultimo film di Danny Boyle.
Siamo nel 2013, e Danny Boyle non è più il mio migliore amico ormai da molti anni.
Dopo la fase Trainspotting e dopo la fase “non riesco a uscire dalla fase Trainspotting“, il Danny si è sbloccato esplorando i generi con un certo successo, poi ha infilato qualche filmino irrilevante, e infine, ahimè, ha dato retta al diavoletto sulla sua spalla sinistra che da anni gli suggeriva di buttare tutto in caciara e vaffanculo. E lui così ha fatto, plastificando il suo stile e riducendolo a uno show di maghi di Las Vegas coi fumi e le tigri, tutto sghembo, tutto veloce, tutto finto, fuochi d’artificio, tricchetracche, viva la figa, tutta roba che non a caso è piaciuta da matti agli americani – specie se abbinata ai GRANDI TEMI quali “l’approccio Endemol ai pregi e difetti del terzo mondo”.
A molte gente l’ultimo Danny Boyle piace, e non posso fargliene una colpa eccessiva: nella sua vacuità, il cinema di Boyle è rutilante, veloce, pieno di ritmo. Non c’è niente da capire, se non che lì si deve ridere e lì si deve piangere e in entrambi i punti si deve fare “ooh” per le suggestive trovate visive, abbastanza edgy da irretire anche il giovane appassionato che guarda Videomusic. L’attuale Danny Boyle non è molto più di un Simon West applicato all’idea di cinema “alto” che potrebbe avere, appunto, lo spettatore di un film di Simon West. Ehi ragazzino, lo vuoi vedere un film sull’India che è un vero sballo? Porta anche tua nonna, apprezzerà le citazioni di Gerry Scotti.
Se poi con questa roba ci sbanchi pure gli Oscar, ciao. Perso per sempre.
E arriviamo a In trance. (Tralasciando 127 ore, che aveva uno stile se possibile ancora più greve ma per lo meno lo applicava a una storia più solida e senza pretese terzomondiste, e per un po’ funzionava pure, confermandoti che Boyle potrebbe essere un fantastico regista di genere, poi nel finale c’era quel colpo di scena per cui scoprivi che il soffitto del cinema era un enorme culo di Danny Boyle che ti cacava in testa). E arriviamo a In trance.
Sapete che c’è? Io volevo scrivere un sacco di cose su In trance, volevo incazzarmi molto con Boyle o trovargli dei pregi o magari chissà, scoprire che aveva licenziato il diavoletto ed era tornato in forma (Boyle secondo me ce l’ha, in canna, un altro grande film. Però non lo farà mai – e non per i soldi, ma perché è evidente che lui si piace così). E invece tempo due giorni e io questo film me lo sono dimenticato completamente. In trance è l’estremizzazione della vacuità dello stile del suo regista, sempre più patinato, sempre più scorrevole e imbrillantinato e pieno di trucchetti con le carte. Ma è come se stavolta i maghi di Las Vegas avessero fatto uno show di soli fumi e sole scatole cinesi che girano, e specchi, e cazzi, ma la magia non c’è, non c’è la ragazza nella cassa, non c’è la tigre che salta nel cerchio, non c’è una sega. Ci sono tre bellissimi attori sempre accarezzati dai colori primari, ci sono lucidi appartamenti con piscina, lenzuola di seta. In trance non è un intricato thriller psicologico, è la pubblicità di un intricato thriller psicologico; sembra uno di quei corti che precedono gli ultimi film di 007, con Daniel Craig che guida la macchina o fa vedere l’orologio: un minimo d’azione svogliata, un minimo di product placement, ma più che altro tante facce belle e languide, gente impeccabile, un logo minimal, discreto, in un angolo. E tu vorresti solo che iniziasse il film, ma stavolta il film è quello.
Sarà un caso, ma una delle pochissime cose che mi sono rimaste in mente di In trance è la pregevole giacca Paul Smith che a un certo punto McAvoy indossa davanti allo specchio. Ecco, lì ho impugnato il bracciolo della poltroncina e automaticamente mi è venuto da muoverlo come un mouse per cliccare su “Metti nel carrello”.
Non è un complimento.
Che cazzo di film inutile. E non vi ho nemmeno detto di cosa parla: parla di Vincent Cassel che ruba un quadro (lo strepitoso Volo di streghe di Goya) con la complicità di James McAvoy che lavora in una casa d’aste. Solo che durante la rapina il quadro va perduto e McAvoy, che si è beccato una botta in testa, non ricorda più dove l’ha messo. Allora si rivolge all’ipnoterapeuta Rosario Dawson per andare IN TRANCE ed esplorare i meandri della sua memoria alla ricerca del quadro.
In altre parole: l’ennesima solfa di “Immaginazione o realtà?”, “Ricordo reale o fantasia?” e gente che si sveglia di continuo in un letto. Non che il giochetto annoi: ve l’ho detto, Boyle sa tenere il ritmo, e stavolta il suo scopo primario è solo quello di costruire un thriller svelto svelto e intricato il giusto. Apre come sa fare lui, con una rapina ben congegnata e McAvoy che commenta fuori campo, rivolgendosi direttamente allo spettatore e snocciolando sentenze facilmente citabili. Di lì in poi il film si lascia bere come un Crodino, incastrando ricordi e piani di realtà come un piccolo Inception diretto da uno a cui piace fare lo sbruffone anziché fustigarsi con un pesante cilicio.
Ma non c’è nulla, in realtà. La vuota estetica di Boyle applicata a questo puzzle di fumo produce fumo al quadrato. Non fa male a nessuno, e dio sa quanto sia meno dannoso di uno Slumdog millionaire, ma rimane un’autocelebrazione cervellotica del proprio imperniarsi sul nulla, un’infilata di matrioske di nulla che si aprono a rivelare altro nulla fino a scoprire un nucleo piatto e poco convinto che catapulta tutto il film nei territori di un Se mi lasci ti cancello superficiale e isterico.
Avete letto bene: Se mi lasci ti cancello. È l’altro film, insieme a Inception, che verrà in mente a tutti. Perché Boyle non sarebbe Boyle se non volesse amplificare il suo vuoto con dei CONTENUTI, una grande rivelazione! trattata con mano greve e coinvolgimento emotivo nullo, a cui però sente il bisogno di fare le pulci per filo e per segno nel più bieco degli Spiegoni finali con corredo di scene già viste e riproposte in una nuova luce. E tutto per cacare fuori un discorsino sull’ossessione, le seconde occasioni, la memoria, l’ineluttabilità, “Se potessi, dimenticheresti?”.
Non lo so. In certi momenti lo sguardo di Boyle sull’argomento è talmente SCEMO che, se non lo conoscessi, penserei che lo stia facendo per il LOL. Vi dico solo che uno dei segreti della vicenda ruota intorno alle grandi labbra di Rosario Dawson. Non una, ma due scene di grandi labbra (fate il conto: sono QUATTRO grandi labbra. Grandissime, se le vedete al cinema) talmente pretestuose e ridicole, una volta scoperto il motivo, che viene il dubbio che sia tutta una grande trollata ai danni dell’attrice (la migliore dai tempi di quella di Wes Anderson a Natalie Portman in Hotel Chevalier), escogitata da Boyle per bullarsi coi suoi amici e con tutto il mondo: «Visto che roba? IO QUESTA ME LA SCHIACCIO».
Grazie del pensiero. Però dai.
Ora fatemi un favore: mettete su questa canzone.
httpv://www.youtube.com/watch?v=Qnt5oboAP98
È ironico che un film che si compiace tanto delle sue riflessioni sulla memoria e sulle implicazioni del dimenticare sia così inconsistente da finire per dimenticarsi da sé.
“Se tu potessi, dimenticheresti?” Già fatto, grazie.
Ho dimenticato In trance, ma non ho dimenticato che io e Boyle ci siamo persi di vista da tanto di quel tempo ormai. Era il mio migliore amico, e adesso non lo è più. Fa male. Non mi vergogno ad ammetterlo. Ho conosciuto l’amore. Ho conosciuto il rifiuto. Non ho paura di esprimere i miei sentimenti. Prendete l’amore, per esempio, o l’amicizia. Sono queste le cose importanti nella vita. Sono queste le cose che contano, che ti aiutano ad andare avanti. Oh sì. Io credo negli amici. Credo che tutti abbiamo bisogno di amici. Ma se un giorno non puoi più fidarti di loro, allora che cosa fai? Che cosa fai?
(A questo punto dovrebbe essere partito il ritornello. L’inserviente dell’obitorio chiude il portellone. Sbam.)
DVD-quote suggerita:
«E dopo Carosello, tutti a nanna»
(Luotto Preminger, i400calci.com)
L’ho visto mentre tornavo in Italia sul volo Pechino-Francoforte subito dopo aver visto Oblivion e subito prima della puntata pilota di Arrow…immaginate da soli quale delle 3 visioni mi e’ garbata di piu’. Mi ricordo due cose soprattutto: delle inquadrature ravvicinate dei peli del petto di Cassel, molto lunghi e la Dawson nuda ma censurata, visto che in aereo anche i bambini possono accedere ai film riservati al pubblico adulto…pero’ il film ha un gran ritmo.
Che poi, dopo tutti questi anni, vogliamo dire che pure Trainspotting è un po’ un film del cazzo e non ce ne siamo mai accorti, o abbiamo fatto finta di nulla? E che Boyle è un po’ il Palahniuk del cinematografo?
In Trance è un film del cazzo comunque.
@Stanlio: no, non vogliamo dirlo.
Io lo penso da quando vidi il film, un paio d’anni dopo l’uscita, ma se sul finire degli anni Novanta andavi in giro a dire che Trainspotting alla fine è un film del cazzo venivi picchiato. Speravo che gli anni avessero portato consiglio, e quantomeno via internet non mi può pestare nessuno.
Stanlio non sai quanto ti stimo. Sono anni che la penso come te.
Boyle si, fino ad un certo punto era il Palahniuk del cinematografo poi invecchiando ha smesso per fare altro. Palahniuk purtroppo no. Non avendo visto In trance però approvo Danny Boyle fino a 127 ore. E’ vero, si è adagiato, ha fatto tanti filmettini facili ma bene o male sempre godibili. Per uno che era nato con bei film (ma non capolavori) la tripletta 28 giorni, Millions e Sunshine potrebbe essere l’ottimo canto del cigno di un buon regista. Che azzeccava tanto tanto le colonne sonore… Ci spiace per lui.
@Luotto, quindi prima di Park fu Boyle la prima delusione!!! Porello!!!
Gran recensione, il film non lo guarderò a meno che non ci sbatta per caso in tv.
E cmq a me anche l’ultimo Boyle piace, Sunshine è un grosso film come 28 giorni dopo e (si, qui lo dico) anche 127 ore (forse perchè mi sta simpatico quel fattone paraculo di James Franco).
Millionaire=la merda (e in aggiunta, come danno collaterale, ha dato successo a quella pippa di Dev Patel).
aspetta, palahniuk gli piscia in testa a boyle. userà pure sempre lo stesso schema ma a me fa venire i capelli dritti (quasi) ogni volta. lunga vita a chuck!
Dai, Sunshine non è che fosse sto gran popo’ di film. Io personalmente mi ricordo di aver apprezzato la prima metà e disprezzato la seconda (quando c’è la svolta horror accazzo), diciamo che una sufficienza la strappa.
Certo, ad avercene di film di fantascienza così, invece di quella merda secca di oblivion…
Non vorrei virare troppo lontano dall’argomento del post e pure del sito, ma Palahniuk per me è uno dei cancri della letteratura mondiale. Quando lessi Cavie ricordo che ordinai su craigslist un lanciafiamme, poi purtroppo non beccai mai il Chuck per strada e da allora continua a scrivere libri di merda.
Per tornare IT, 28 giorni dopo mi sa che alla fine della fiera è l’unico film di Boyle che salvo, insieme a Piccoli omicidi tra amici in effetti.
A me non è dispiaciuto, ma non so perchè.
eh bo, son gusti. io chuck lo apprezzo tantissimo. rabbia, ninna nanna, ma anche lo stesso cavie, mi sono piaciuti abbestia. tipo una sorta di lansdale per adulti. e qui chiudo anch’io il discorso letterario, volevo solo spezzare una lancia a favore di quel tipo.
parlando di danny boyle invece c’è questo fatto che tanti suoi film sono belli MA..
tipo 28 giorni dopo è bello MA nel finale se ne salta fuori a cazzo con la storiella politica dei militari cattivi (che a me la politica nei film di zombie ha sfrangiato il cazzo da tempo)
sunshine è bello MA ha, come si diceva, quell’inutile e dannosa svolta horror.
questo in trance mi ispirava pure abbastanza, MA già di per sè la storia dell’esplorazione della mente ha già annoiato, dopo i citati inception e se mi lasci ti cancello sa di già visto…
IMHO Boyle è finito, a parte 127 ore che mi è piaciuto non mi entusiasma da anni ormai. Palanhiuk è finito pure lui, da Survivor pubblica sempre libri con gli stessi espedienti e Gang Bang e Pigmeo sono due palesi prese per il culo dei lettori. Rabbia è l’unica eccezione degli ultimi che ha scritto ma ormai ha esaurito la vena pure lui.
l’ultima poi giuro che chiudo e non scrivo più nulla di OT mai più. giuro.
CP usa gli stessi espedienti da SEMPRE. ogni suo libro è praticamente la rielaborazione del precedente, con pochissime eccezioni. addirittura in ninna nanna i personaggi sono gli stessi di fight club, solo rimescolati. è uno schema che si rifà alla cultura più pop che esista, il che me lo rende simpaticissimo. è un po’ quello che ha fatto emmerich con ID e con 2012, o bay con praticamente tutti i suoi film. CP lo fa addirittura nei suoi saggi. il che può far schifo. a me no, comunque. e per inciso, gang bang mi è piaciuto ‘na cifra.
e ora chiudo per sempre con tutto ciò che è OT. scusate,scusate.
A me è piaciuto molto, ho apprezzato l’estetica che non ho trovato affatto greve, e il personaggio di Rosario (mia attrice preferita) a metà tra la mentalista e la strega, capace di stregare il pubblico. Non so come si possa denigrare così il lavoro di Boyle, considerando che un sacco di registi darebbero una gamba per avere il suo gusto nel girare, nel raccontare storie e descrivere personaggi.
Mah…in effetti e’ un film che va giu’ tranquillo, si lascia vedere senza troppa infamia e senza lodi particolari. Secondo me per come e’ stata costruita la prima parte serviva un crescendo finale con i controca**i, mentre il finale didascalico e forzato appiattisce il risultato e lo fa diventare un film godibile al massimo in seconda serata su italia1. Da estimatore di Rosario Dawson comunque soldi del cinema ben spesi.
WLF.
Non solo Trainspotting è sempre stato un film del cazzo, ma pure il libro è una cagata.
Splendido, mi sono esaltato come non accadeva da anni. Attori formidabili, regia violenta, inventiva a gogo, dialoghi brillanti, mai un tempo morto o un momento in cui ti chiedi : ma checcazzo sto vedendo ?
Non sapevo che John Woo avesse cambiato nome e fosse tornato ai livelli di Bullet in the head.
(McAvoy is the new Me cojoi)
Credo che le parole “gusto” e “Danny Boyle” abbiano litigato secoli fa.
OK la smetto.
Non riuscirete mai a farmi dubitare del valore di Trainspotting (che in effetti non vedo da molti anni, anche se lo ricordo benone)
@ Jax: non confondiamo, uno è un buon amico del liceo che poi ha preso altre strade, ogni tanto lo rivedi e ti rendi conto che è un po’ una testa di cazzo. L’altro è l’amore della tua vita che ti spezza il cuore.
La cosa strana di Boyle è che nonostante tutto io continuo a vedermi puntualmente ogni suo film, mentre altri registi caduti in disgrazia (come Tim Burton, che pure nella sua fase migliore era incontestabilmente superiore al miglior Boyle) li ho mandati a cacare da tempo.
Partiamo dalle basi: “Palahniuk = Lansdale per adulti” e’ una frase che ha vago senso solo nei mondi all’incontrario dove Rosy Bindy e’ piu’ figa di Mila Kunis, Ralph Macchio e’ piu’ forte di Tony Jaa e Ibrahimovic vince la Coppa Campioni.
@Luotto Preminger, ma la Portman in H Chevalier è trollata perchè mostra le chiappe per un corto?
uh, stavo scrivendo anch’io un commento sulle pene d’amore di luotto ma mi hanno preceduto. amico, sei a un passo dal diventare il bridget jones dei 400calci!
@ Gabbareto: bè sì, le uniche chiappe che abbia mai mostrato furono per quella scena gratuitissima in un corto. Credo sia il più bello “Scherzi a parte” mai concepito. È una teoria che so che Nanni condivide.
@ Dino Riise: lo so, è colpa mia. Ma sono sicuro che a breve arriverà il mio Colin Firth coi maglioncini di Natale e avrà le sembianze di Bong Joon-ho con Snowpiercer. Se è brutto anche quello (non lo sarà) inizierò a mangiare e piangere di fronte alla TV spenta finché non mi viene un infarto.
L’appassionato di “Videomusic” ormai ha cinquant’anni.
Luotto gigantesco, ma non è una novità.
Rinnegare Trainspotting mi sembra tanto da 13enne che dopo due ascolti di Kill’em All corre a nascondere le cassette degli 883. Boyle l’ho sempre considerato un regista da alti (28 giorni dopo) e bassi (The Beach).
Dopo aver toccato il fondo con il milionario al curry l’ho visto in risalita sia con 127 ore che con questo film.
CP è invece l’esempio tipico di chi raggiunto il fondo continua imperterrito a scavare.
@luotto
Scena di nudo con Brasilian Wax di Rosario Dawson: se iera mai visto prima qualcosa del genere, nel genere ?
Il genere, appunto, è neo-noir postnolaniano, ok, non capolavoro ma buon divertissement.
E poi non hai citato Sunshine, che è un signor film di sci-fi, per me Boyle non è un traditore, ma un cinefilo sperimentalista.
@luotto
Scena di nudo con Brasilian Wax di Rosario Dawson: se iera mai vito prima qualcosa del genere, nel genere ?
Il genere, appunto, è neo-noir postnolaniano, ok, non capolavoro ma buon divertissement.
E poi non hai citato Sunshine, che è un signor film di sci-fi, per me Boyle non è un traditore, ma un cinefilo sperimentalista.
Palahniuk è il Soderbergh della letteratura.
Storie di genere, con uno stile patinato e accattivante, mascherate da produzioni mainstream per venderle al pubblico vasto. Fanno bene, te lo dicono dall’alto del Cristal che bevono a bordo piscina.
Lansdale è discontinuo, anche perché da buon virgulto dei vecchi scrittore pulp scrive una marea, ma s’è tirato fuori Drive-In, In Fondo Alla Palude, un duo degno dei migliori buddy-cop e certi racconti clamorosi.
Ma tutto sempre senza barare sul campionato.
Io credo che ad un certo punto sia giusto anche accettare che un Boyle di turno possa perdere la vena ispiratrice o comunque possa proporre delle soluzioni qualitativamente inferiori alle precedenti… Ma questo non può togliere valore a quanto di buono fatto prima, quel buono che comunque rimane e non si può cancellare…
Dico ciò senza aver visto In trance, quindi mi manca un pezzo della storia e la mia analisi può senza dubbio essere zoppa!!! Senza contare (qui rischio di smentirmi da solo!!! Ahahahah!) che io voto per il Partito Stanlio, secondo me Trainspotting è un film un po’ sopravvalutato, anche se credo che occorra pensare all’anno in cui è uscito, certi argomenti non erano sdoganati come oggi sono!!! Premierei per lo meno il coraggio!
Io non lo rinnego mica Trainspotting, mi fa cagare da sempre.
Piuttosto The Beach, davvero.
A me In Trance è piaciuto. Non voglio nemmeno argomentare troppo probabilmente, è un prodotto godibilie, ben confenzionato, recitato bene, veloce. Ok, lo spiegone si poteva trattare meglio, ok alla fine hai l’effetto che se avessero fatto una miniserie BBC di 6 episodi sarebbe stato tutto più digeribile, però il film scorre ed è piacevole. E il turning point è una figa nuda e io questa cosa la stimo.
Quando ti fanno vedere Trainspotting a 14 anni alla prima assemblea d’istituto (l’unica a cui andrai perché poi capisci che dormire è meglio) ti rimane un legame indelebile. A parte tutto resta un bel film anche oggi per me.
Pahlaniuk è molto peggio di Boyle perché non riesce più neanche a mantenere il ritmo e a intrattenere, e, comunque, anche la critica ormai gli spara merda addosso mentre all’altro danno l’Oscar. Senza Veli, Pigmeo sono veramente spazzatura. Damned non ci ho ancora provato. Però non tutto è da buttare nei suoi ultimi 7/8 anni (Diary e Rant non sono malaccio). In più, Boyle svaria tra i generi e prova a fare cose diverse. Palhaniuk no.
E’ inevitabile che nella mia mente, causa Trainspotting, Boyle venga associato istantaneamente a Welsh, alti e bassi, tutto sommato tutto quello che ho letto (non è tutto) non mi è mai dispiaciuto (anche di Boyle, circa, anche se A Life Less Ordinary è al limite della tolleranza). L’unica differenza è che Skagboys è meglio di Trainspotting, quindi l’ultimo è meglio di quello con cui si è fatto conoscere e non è il caso di Boyle.
Per Boyle e CP vale la regola aurea belli i primi, merda tutto il resto (cit).
Però i primi secondo me sono ancora belli.
@slum: non so quanto fili il paragone visto che Palahniuk scrive sempre la stessa storia mentre Soderbergh almeno si diletta in generi ogni volta diversi. Palahniuk e’ piu’ un Tim Burton (scambiare atmosfere goth e Johnny Depp truccato con un forzato concetto shock qualsiasi) che ha finito la benzina molto prima.
Landsale di veramente brutto non ha scritto nulla (però ovviamente mi limito a quelli che ho letto, una quindicina): tutti gli Hap & Leonard sono godibilissimi e, nel genere, il top (infatti è roba con un potenziale filmico talmente corrosivo che non riescono a farci un film), poi c’è il filone Stephen King coi ragazzini che è altrettanto godibile (Acqua Buia, In Fondo alla Palude), poi ci sono di divertissement con Ned la Foca che sono divertenti come devono essere e poi ci sono le perle assolute sottovalutate e semi nascoste come Freddo nell’Anima che sono splendidi. Poi c’è la copia autografa del Drive In che sta lì sulla libreria, nel suo altarino, a dire a tutti “io sono il miglior libro mai scritto”.
Cioè Lansdale ha qualche tema ricorrente, ha qualche libro che si assomiglia, ma è istrionico, svaria dappertutto, ci mette il cuore, è in grado di grandi numeri e ogni tanto (più spesso di quanto si creda) ti fa un gol in rovesciata. Lansdale è il Panagiotis Kone della letteratura. Non te ne accorgi perché gioca nel Bologna, ma è un fenomeno.
@ dikotomiko: l’ho citato, Sunshine, anche se molto en passant. C’è un link nella frase “esplorando i generi con un certo successo”. Era la fse “interessante” di Boyle.
Tra l’altro non so se avete visto, ma Boyle sta lavorando a PORNO, il sequel di Trainspotting sempre tratto da Welsh, e a me la cosa, più ancora che spaventarmi, mette tristezza
no scusate si vede la fighetta rasata di rosario dawson e si ha il coraggio di criticare? ma dove finiremo?! :-)
comunque a me il danny boyle mi è quasi sempre piaciuto, spezzo quindi una lancia in suo favore, pure la fiaba indiana di the millionaire (tranne il balletto finale che in effetti).
certo ora vorrei vedere la patata di freida pinto, l’unica indiana con nome portoghese del mondo.
vedrò elysium, allora. come è?
Oltre a essere concorde con la recensione aggiungerei un grande problema che fa capire quanto Boyle si sia bollito. Un film del genere si dovrebbe risolvere da solo ad incastro, se fosse scritto bene, e invece il nostro decide di risolvere tutto con LO SPIEGONE. Pure lungo, aggiungerei, con un finale fuori tono (da quando era una commedia romantica?). Fortuna che ci siete voi a condividere le mie delusioni.
@BellaZio.
In realta CP cambia genere ad ogni libro. È l’unica cosa che fa.
Rabbia è un libro di fantascienza(ma non te lo fa sapere, sia mai ci sia da vergognarsi), Snuff è una pièce teatrale ambientata nella sala di aspetto di un film porno(condita con un po’ thriller che sennò il popolo si rompe il cazzo), Damned è un horror, che cerca di addomesticare e commercializzare la bizzarro fiction,
Pigmeo è una spy story che però butta tutto sulla satira politica per stemperare le tematiche.
Tutti i suoi libri sono in realtà libri di genere camuffati.
Stessa scrittura, stessa “fotografia”, ma storia e genere diverso.
Un modo per vendere il genere a quelli che altrimenti non lo toccherebbero nemmeno con il manico della scopa
@ Luotto Mi son scordato di scriverti che quando ho letto di te che cercavi di comprare la giacca che c’era nel film cliccando sul bracciolo della poltroncina.……ahahahah esilarante!
@slum (ero io a risponderti, non Bellazio): Chuck non cambia genere, Chuck cambia la copertina e tu ci caschi.
Ma poi Lansdale è uno che vorrebbe essere nato negli anni Trenta e/o perpetrare stuprando a modo suo la tradizione del Grande Romanzo Americano, Palahniuk è figlio della Grande Mela, degli ape, delle luci al neon e del FUTURO, non c’entrano granché l’uno con l’altro…
lo so che avevo giurato, ma..
@slum: ok, palahniuk-soderbergh ci sta fino a un certo punto. ci sta perchè ha le capacità ma spesso e volentieri non le usa quanto potrebbe (e dovrebbe). NON ci sta perchè fondamentalmente palahniuk non è uno che se la tira quanto soderbergh. soderbergh si sente al di sopra della cultura pop, e quindi in grado di giudicarla, modellarla e giocarci quanto vuole. palahniuk invece dalla cultura di massa è affascinato. ne è strumento ma anche oggetto. palahniuk sembra essere nulla più che il protagonista di uno dei suoi stessi romanzi, e non è tanto una cosa di cui farsi vanto, ecco. e boh, francamente un paragone cinematografico mi riesce difficile trovarlo, anche perchè uno scrittore si può permettere delle libertà nella scelta dei generi e dei mezzi narrativi, che raramente sono concesse a un regista.
su lansdale invece non concordo. la grande differenza tra lui e palahniuk è poi che palahniuk ha avuto più successo per via di fight club. tolto questo non è che poi lansdale sia ”uno di noi” e palahniuk ”uno di loro”. lansdale si è spesso buttato nelle commercialate più estreme tipo il romanzo con protagonista batman, che è l’equivalente di die hard pg-13. non aggiunge nulla al personaggio e toglie tutto il grezzume e lo splatter all’autore. stesso discorso il romanzo su tarzan.
boh, a 15 anni lansdale era il mio scrittore preferito e rodriguez il mio regista preferito. ora come ora entrambi mi hanno abbastanza rotto il cazzo (rodriguez decisamente di più). palahniuk ancora no, per quello dicevo che palahniuk è il lansdale per adulti. per me è stato così. rileggendo ora i racconti di lansdale li trovo carini ma davvero infantili, e quello che davvero rimane è la sua bravura nello scrivere. le eccezioni ci sono, tipo appunto il drive-in, bubba ho tep o alcune storie di harp e leonard, o la ragazza dal cuore d’acciaio, che pure mi è piaciuto molto. e devo ancora leggere acqua buia, ma in generale la mia opinione è quella.
@Nanni:
io rispondevo a BellaZio, solo che state tutti commentando alla velocità della luce XD
Secondo me cambia genere ogni volta solo che te lo butta dentro al suo solito schema rodatissimo come una macchina da guerra macina vendite(cosa tipica dello scrittore mass market) condito con quelle 2 o 3 intuizioni linguistiche per farsi grosso agli incontri universitari
Siete in troppi, tutti contro uno. (Sollevo una panca di legno)
Danny Boyle ha gli occhiali ed è gracile come un assicuratore, lo difendo io.
(lancio la panca contro Vespertime, solo perché è nel post sopra, per fare un po’ di cagnara)
Lasciate stare il mio amico con gli occhiali, “Trance” è un film senza pretese e non brutto. Rosario in Trance non è trans, e non è decisamente brutta. Dov’èro rimasto?
Ok, lo confesso. Ho dimenticato tutto, tranne la passera di Rosario Dawson.
@Nanni
Pure io dicevo circa la stessa cosa, quindi risponde a entrambi.
@Luotto
Porno, il libro, non è male, tendenzialmente si presterebbe a trasposizione cinematografica più di Trainspotting. Inferiore sia a Skagboys che a Trainspotting ma non è male. Più che altro, tutti gli attori sono ormai troppo vecchi per la parte e comunque si parla di fare Porno ormai da secoli.
@Stanlio
E’ inutile non tutti percepiscono la grandezza di Lansdale, come quella di Pana Kone. Altra perla è The Big Blow. Ogni libro di Lansdale meriterebbe di essere un film, comunque stanno girando Freddo a Luglio (uno dei pochi che non ho letto). Però devo appuntarti il fatto che Pahlaniuk non è figlio della Grande Mela, ma di Portland, e si percepisce nei libri da quel che di snobistico sempre in sottofondo (Portland Souvenir è poi uno dei lavori più riusciti, pur essendo una guida turistica sostanzialmente).
A Boyle io gli voglio bene perché secondo me voler male a Boyle ha poco senso: è uno che viene subito osannato perché ti fa Trainspotting e decide di farsi insultare rapido infilando due progetti impresentabili come The Beach e A Life Less Ordinary e perde ogni dignità agli occhi della critica, nessuno se lo caga più allora fa un horror e un film di fantascienza entrambi ben fatti, poi torna, vince un Oscar, la critica lo osanna di nuovo, fa un altro film che la critica accetta di buon grado come 127 ore, sembra essere diventato un autore riconosciuto e allora decide di buttarsi su In Trance che è roba ad alto rischio sputtanamento critico. Capisco possa non piacere, ma io lo trovo estremamente coraggioso rispetto alla media.
@slum: e allora anche Tim Burton cambia sempre genere perché una volta fa la commedia, una volta il musical, una volta l’horror e una volta il sci-fi, solo che invece no perché e’ sempre lo stesso film con copertine diverse, la stessa pasta al sugo con piu’ o meno formaggio e origano a sorpresa. Ovvero: no, non cambia genere. Un pezzo dei Van Halen con assolo di synth non e’ improvvisamente un pezzo di elettronica.
@reverendo: ok, gioco anch’io: i One Direction sono i Beatles per adulti!
@BellaZio: sì ho scritto Grande Mela perché è un concetto che genericamente associo a quello che scrive Palahniuk, cioè ritmo, frenesia, modernità, sangue e merda mischiati ad aperitivi e luci al neon, vita frenetica bla bla.
Cold in July comunque è bello, e ho sempre pensato che le storie migliori del Lansdale extra-franchise (quindi no H&L né Drive-In, ma roba tipo Tramonto e polvere o La sottile linea scura) raccogliessero alla grande l’eredità di Stephen King mixandola con il gusto McCarthy-ano del raccontare l’America dei poveri, degli sconfitti e degli sfigati.
Palahniuk, invece, scrive CACCA! TETTE! CAZZI MOZZI! e ride da solo, tutto compiaciuto delle sue provocazioni intelligenti.
Per me è Palahniuk quello immaturo e sciocco tra i due, come (e così torniamo IT) anche Boyle fa da sempre cinema che è sostanzialmente infantile.
@reverendo: ok, espando. Uno scrive da Dio e lo ha dimostrato su territori diversi. L’altro sa ideare un buon concetto shock e metterci un sacco di parole intorno. Pure io spesso preferisco un pessimo splatter a un perfetto dramma di formazione, ma non vuol dire che di colpo il pessimo splatter e’ piu’ adulto. E’ un concetto completamente diverso da quello che mi sembra che stai cercando di esprimere.
Intervengo solo per dire che la Portman ha offerto una visione del suo fondoschiena meno laterale
http://www.youtube.com/watch?v=3qnHDY7_bgg
@Stanlio
Che poi anche Stephen King, quando fa quella roba lì, è ancora un autore di gran classe per me (a me Joyland è piaciuto abbastanza). Comunque superiore a Pahlaniuk che, vorrei sottolineare, non ha poi sto seguito clamoroso come si crede. Va forte in Italia, in USA in pochi sanno chi sia.
@Nanni:
è vero ma con delle eccezioni. pigmeo, dannazione e cavie non rispondono allo stesso schema degli altri suoi romanzi.ed è vero che cambia praticamente solo la copertina, ma il disco per me è sempre molto bello. e come non mi dispiace vedere 2012 anche se ho già visto indipendence day, a me i suoi romanzi continuano ad appassionare. per dire, fight club, ninna nanna, diary, survivor, gang bang e in parte anche rabbia, raccontano la stessa storia, ma si concentrano su tematiche diverse, tengono alta l’attenzione con effetti splatter e/o trovate fantasy/sci-fi/horror e rimescolano le carte abbastanza bene da rendere il gioco ogni volta interessante. e a me questo è più che sufficiente. il paragone con burton ci sta tutto, ma per me palahniuk vince su tutta la linea.
non so, io non lo vedo tanto come un ”faccio il figo intellettuale e attiro a me anche le masse sfruttando mezzucci della cultura pop” quanto piuttosto come ”quello so fare, e quello faccio, e finchè la gente apprezza continuo a farlo, e ci metto dentro le altre cose che mi piacciono”
Ammazza che zinne che c’ha Rosario, non credevo, pero’ la patata rasata non va piu’ cazzo.
E’ vero comunque che Pahlaniuk e Lansdale non c’entrano quasi nulla l’uno con l’altro, vengono da due emisferi opposti dello stesso paese. C’è più differenza tra un americano dell’Oregon e uno del Texas che tra un europeo di un paese a caso e un altro europeo di un altro paese a caso. Al massimo Pahlaniuk vs Ellis è fattibile, e lì, vince Pahlaniuk. Credo di aver scritto Pahlanihuk in 35 modi diversi e ne vado molto fiero.
Boyle lo scagai già da dopo Trainspotting (che mi è sempre piaciuto) per poi ripescarlo con Sunshine e 127 ore. Come facevi a non scagarlo dopo the beach?!?
Landsdale lo adoro. Ma tanto
Palahniuk cacca. Liquida.
E Kone non è vero che no se lo caga nessuno: al mio fantacalcio è andato a tanto, quanto un Guarin o un Pirlo. E siamo in 12. E siamo di Firenze, quindi il Bologna ci fà càa.
CP scrive young adult novels, ha individuato un target nel mercato e se la munge finchè ce n’è E’ un pubblicitario del cazzo che vive di frasi/slogan a effetto, e ha un buon pr che riesce a venderlo come neominimalism o robe così. Almeno sodebergh c’ha la fissa del “So’ poliedrico, li provo tutti i generi!” e fa delle cagate, ma sono così ovviamente delle cagate che quasi lo rispetti per il coraggio di essere completamente se stesso.
@Nanni:
Estetica e genere non sono due cose diverse?
Genere goth dici?
@Reverendo:
Palahniuk è il migliore in quello che fa ma i suoi libri attirano le masse sfruttando mezzucci della cultura pop. Ciò non vuol dire che scrive male, anzi, vuol dire che scrive bene e con consapevolezza del suo mercato
GIÙ LE MANI DA STEPHEN KING!!!
@slum:
Lo sono.
No. Dove l’ho detto?
Ma poi l’odio per il milionario a cosa e’ dovuto? So che questi commenti fanno sanguinare gli occhi a Nanni, ma e’ una storiella per famiglie godibile, girata bene (non male l’idea di collegare ad ogni domanda un episodio), con un ritmo discreto e finale felici&contenti. Pure i titoli iniziali erano ben fatti. Cosa c’e’ di cosi’ sbagliato, a parte la faccia da pirla del protagonista? Io non ci ho manco visto il terzomondismo, e’ ambientato in India ma potrebbe chiamarsi Scampia Millionaire e non credo cambierebbe di una virgola. Ok, liberate i cani.
@Gian
Io ne ho parlato solo bene!
@Slum King
Non attirano le masse quanto tu credi. Va in Italia, in patria un cazzo.
@Fassbender
Kone gioca nel Bologna ed è stato pagato 4 banane ergo non se lo caga nessuno, al fantacalcio l’anno scorso non lo comprava nessuno ma è sempre stato fortissimo anche se, anche qua, la gente (stolta e infedele) lo insultava prima di Napoli. Preferisco non esprimermi sui Viola (non sulla squadra che è ottima, su tutto il resto).
@Nanni:
Scusa avevo frainteso il discorso e mi ero fatto un film tutto mio
Quindi Burton cambia genere, usando però la stessa estetica e lo stesso schema narrativo. Sempre il solito film che cambia genere.
E scusami un lavoro, ma quando io scrivo che Palahniuk l’unica cosa che cambia è il genere però usa sempre la stessa estetica e lo stesso schema dov’è che dico una cosa differente?
Se Trainspotting film e libro sono cagate, il mondo non esiste
Amici, io ho letto solo Invisible Monsters e non m’è piaciuto quindi ho perso il filo del vostro discorso già da mo’.
Per cui rispondo solo a
@Nessuno: “meno laterale”? Ma Hotel Chevalier sei sicuro di averlo visto tutto, sì?
@bellazio:
li ho messi vicini perchè secondo me hanno delle comunanze: entrambi hanno una scrittura che punta a creare delle immagini nella testa del lettore evitando di descrivere l’aspetto esteriore di cose o persone. la scrittura di entrambi è veloce, priva di avverbi o frasi lunghe, o qualsiasi cosa possa rallentare la lettura. entrambi fanno largo uso del linguaggio più grezzo possibile per shockare e attirare il lettore, entrambi nutrono un gusto particolare per lo splatter. e qui probabilmente finiscono i punti in comune, per il resto sono diversissimi e non ci piove, ma non posso fare a meno, quando leggo l’uno, di pensare all’altro. poi nel caso di palahniuk la cosa è frutto di una tecnica studiata, nel caso di lansdale è una scrittura molto più di pancia, ma tant’è.
@SlumKing:
non so, io penso che palahniuk scriva così non tanto per attirare le masse, ma perchè quelle sono le sue tematiche. di quello scrive perchè è quello che conosce. fa quello che sa fare. la violenza, sempre esplicita e sempre presente è un rimando a se stesso che da bambino ha assistito all’omicidio di suo padre davanti ai suoi occhi. l’appartenenza a una micro-comunità deriva probabilmente dall’essersi sempre sentito un escluso (per la sua omosessualità, di cui si è sempre vergognato, forse). e via dicendo.
l’utilizzo dei generi, secondo me, non deriva tanto da una ricerca di mercato o dal tentativo di attrarre le masse, quanto dalla necessità di diversificare le sue storie le une dalle altre, sfruttando quello che ama e conosce. in rabbia si rifà più che altro a ballard o cronenberg, in dannazione a breakfast club, e così via. io penso che lo faccia perchè quella è l’america che vede, e quella è l’america che descrive, altrimenti non avrebbe scelto uno stile così satirico e parodistico quale è il grottesco. ma questa ripeto, è il mio modo di vedere la cosa. forse quando mi annoierò di lui lo vedrò anche io come un mero esperto di marketing e proverò una fortissima insofferenza verso quelli che ora mi sembrano difetti di poco conto. amen.
@nanni: quell’ equivalenza con gli one direction zero proprio dai.
@slum: nessuno dei due cambia genere, entrambi cambiano qualche strumento ma fanno quasi sempre le stesse note. Tipo quando Eddie Van Halen molla un attimo la chitarra e prende in mano il synth, o quando i Muse inseriscono un break dubstep a casaccio, ecc…
@reverendo: era platealmente esagerata ma l’ho spiegata sotto.
Il punto e’ che:
No, per Lansdale e’ un mezzo, per Pahlaniuk e’ il fine.
@Nanni: no dai.
Il genere cambia e si porta addietro i propri strascichi. E’ un vestito, che ha le sue caratteristiche fondanti ma è sempre un vestito che lo puoi mettere a diverse persone e le fa apparire(superficialmente o meno) diverse.
Far le stesse note non vuol dire fare lo stesso genere, puoi fare la stessa melodia ma se la fai in levare fai il reggae, se la fai a 180 fai la techno.
Cioè pure Star Trek(la serie classica) è un western ma non è che non lo metti tra le produzioni di fantascienza
@ BellaZio: che poi a me Boyle non sta nemmeno antipatico, di per sé. Come dici giustamente, la sua filmografia è stata a lungo spiazzante e abbastanza coraggiosa anche quando cacava tantissimo fuori dal vaso. Certe robe sono sbagliate ma simpatiche, tipo A life less ordinary e persino Millions (ma su entrambi potrei sbagliarmi, li ho visti una volta sola).
Con l’ultima fase invece mi ha perso completamente. Non solo divergenza totale di gusti, ma mi pare che (con l’eccezione parziale di 127 ore) sia proprio scomparso quel coraggio che animava anche i suoi progetti peggiori, ridotto ormai a una superficie esagitata.
E comunque permettimi di avanzare qualche dubbio sul fatto che un thriller patinato con attori belli e famosi e una trama che ricorda inception possa costituire una mossa commercialmente azzardata…
@slum: stavamo parlando della versatilita’ di un autore, non di sistemare i film nello scaffale giusto da Blockbuster… cambiare copertina/vestito/strumento non significa essere versatili se il pezzo che suoni e’ sempre lo stesso
@Nanni:
Anche perché se allora risaliamo la scala del genere cercando di spogliarla completamente, all’infuori dei classici Epica, Commedia e Tragedia non esiste il genere.
E se una storia è ambientata nel futuro(Rabbia per esempio) è fantascienza per quanto blanda possa essere.
@slum: ribadisco, stavamo parlando della versatilita’ di un autore, non di sistemare i film nello scaffale giusto da Blockbuster. Altrimenti un attore ha tante espressioni quanto e’ ampia la sua collezione di parrucche anche se il resto della faccia rimane immobile.
A me è piaciuto, e gli spiegoni finali non mi danno fastidio per niente. l’hotrovato un po’ pasticciato ma godibile, e gli attori sono bravi, a parte la bocca della Rosario.
ah, figata di recensione. Tu dovresti scriverli i film, non solo recensirli…
recensione eccellente, e anche la discussione nei commenti è davvero notevole, fra l’altro vi ho letto:
Boyle è un po’ il Palahniuk del cinematografo
Palahniuk = Lansdale per adulti
Palahniuk è il Soderbergh della letteratura
Palahniuk e’ piu’ un Tim Burton che ha finito la benzina molto prima.
Pahlaniuk vs Ellis è fattibile, e lì, vince Pahlaniuk
lunga vita ai 400 calci (poi, una morte atroce)
@Nanni
Vabbè,cacchio, io ne facevo una questione di genere in se stesso mica autoriale.
Se mi parli della versatilità posso anche concordare, ci sono alcuni autori di serie b come Uwe o il povero Albert(annuncia di voler fare una web serie seguito di Kickboxer e taaac, sclerosi multipla) che li ammiro incondizionatamente per tale caratteristica ma non è che sia quella più importante, quella che crea l’autore.(Che poi Tim risulterebbe più versatile di Chuck, almeno ha fatto opere su commissione)
Pure il vecchio John, sempre il solito film, genere diverso(diversi scaffali di distanza :-P), capolavori.
E poi l’attore lo fanno si le parrucche, sennò il Nicolas e il Johnny negli ultimi 10 anni chi li faceva lavorare?
@Luotto
Ma alla fine ha sempre usato dei bellocci (non belloni) Boyle: Mccgregor, il tizio che fa Sick Boy (che non avrebbe ragione di essere com’è, bello sì ma nei libri è italiano e moro), Di Caprio, Cilian Murphy, Franco ora Cassel e Mccavoy che non mi pare una bellezza sconcertante. Sono tutte facce da Boyle (saltiamo Slumdog): bellocci ma con facce particolari. Effettivamente è un thriller patinato (molto patinato) però ha faticato ad essere distribuito ed è un mezzo flop (perchè non ha attori di primissima fascia, ma di quella subito sotto), parlavo soprattutto del fatto che è il classico film che alla critica risulta indigesto, che non vorrebbero ai festival e che non punta a piacere alla gente che da i giudizi (mentre sia Slumdog che 127 Ore, e, a modo loro, son piaciuti entrambi, erano comunque una strizzatina d’occhio anche alla critica). Questo vorrebbe essere roba che piace alle masse probabilmente, ma non è neanche quello. Tutti l’hanno visto in download illegale prima che uscisse pure in patria. Secondo me ha fatto semplicemente quello che pareva a lui (come sempre più o meno) come voleva lui con la gente che ci voleva lui dentro: può non piacere o no, ma, a differenza di un Burton, non ho ancora visto da parte di Boyle un prodotto svogliato. Per questo ha la mia stima.
Comunque stando in ambito Welsh-Boyle-Maccavoy a me il trailer di Filth mi ha comprato all’istante. E il libro neanche mi è piaciuto. Porno tutto sommato lo vedrei, perché il libro non è male, anche se il protagonista è Sick Boy e, fare un film con quel tizio lì che è scomparso come protagonista, non so quanto possa attirare la gente (Renton è veramente marginalissimo in Porno, McGregor starebbe in scena veramente poco).
Splendida recensione, hai sviscerato alla grande le stesse titubanze che ho avuto anch’io a visione terminata.
Al di lá delle possibili qualità registiche di Boyle perse per strada dopo Trainspotting il più grande punto di domanda che mi ha lasciato il film é stato il discorso accennato da Luotto: “raga io questa me la schiaccio!”
Tralasciando inutili spifferi di gossip spesso mi chiedo cosa spinge i registi a riprendere compagne in film tutte biotte in nome del lato artistico…
Zampaglione\Gerini, Polanski/Seigner ecc ecc
Insomma mi piacerebbe mandare in trance Danny e chiederglielo ma forse mi ha già risposto Luotto senza psicanalizzaro.
Il film lo reputo un discreto intrattenimento che dimenticherò prestissimo senza pericolo di ricordalo nemmeno sotto ipnosi…
@slum: tutto era nato perché paragonavi Pahlaniuk a Soderbergh e io dicevo che non c’entra un cazzo perché Pahlaniuk fa sempre le stesse cose cambiando giusto copertina mentre Soderbergh fa roba sempre diversa e davvero rimodellata sui generi che sceglie di affrontare. Poi per me fanno merda entrambi, non e’ affatto una questione di qualita’ e nemmeno di rispetto. Pero’ chiariamoci, se sto parlando a uno che non capisce Nicolas Cage al di fuori dei cambi di parrucche la finisco subito…
@Nanni:
si, l’ho capito che stavi esagerando, è che anche nel campo delle più plateali esagerazioni esagerate, se su un piatto della bilancia ci metti i beatles e gli one direction sull’altro ci devi mettere come MINIMO cormac mccharty e federico moccia, se no non ti avvicini neanche a quelle vette.
sul fatto che shockare tramite un linguaggio pesante sia il FINE di palahniuk non sono d’accordo. per come l’ho sempre letto io il suo fine è creare un individuo tramite la demolizione fisica di un personaggio, ridicolizzare il sogno americano e criticare i simboli e i miti della cultura di massa americana come la televisione, gli attori e via dicendo. la volgarità dei dialoghi serve, oltre che a tenere alta l’attenzione del lettore, a creare quel contesto cinico e grottesco senza il quale sia le azioni dei suoi personaggi, sia il susseguirsi dei fatti, sembrerebbero assurdi e fuori contesto.
che poi talvolta questi elementi siano fini a loro stessi allora si, ma lo fa anche lansdale (esempio: il bubbone sulla cappella all’inizio di bubba ho tep).
poi se la critica che si fa a palahniuk è quella di scrivere romanzi uguali l’uno all’altro per puro spirito di marketing e per far felice il proprio pubblico ok, lo accetto. personalmente non credo sia così. secondo me lui fa quello che fanno tanti scrittori americani e sfrutta la scrittura come strumento di auto-analisi e parla di quello che conosce e che gli serve, ma sono io a pensarla così, e magari invece è il più avido degli avidi.
con la storia del ”lansdale per adulti” forse sono stato frainteso. non intendevo che lansdale sia un fesso che scrive roba per ragazzini. lansdale è fuori da ogni dubbio un grande, ma al contempo è molto più accessibile di palahniuk, visto che scrive romanzi e racconti molto più incentrati sulla storia e su tematiche più direttamente rivolte al genere, piuttosto che a tematiche sociali e più ampie. a 15 anni è più probabile (almeno per me era così) essere attratti da una storia horror/splatter grezza e cazzuta piuttosto che da una decostruzione satirica del sogno americano.
che poi lansdale sia così versatile e abile in tutti i campi secondo me no. cioè, quel romanzo con protagonista batman è bruttino da qualunque punto di vista lo si guardi. una commercialata e basta. amen. lansdale io lo vedo più come un bravissimo mestierante, mentre palahniuk più come un autore, nel senso che il suo fine ultimo è scrivere per se stesso e non per un pubblico. ma come dicevo prima, è solo una questione di punti di vista.
poi vabbè, nel cinema la cosa la vedo al contrario. nel cinema preferisco molto di più i mestieranti (che sono gente che si fa un culo a capanna per riuscire a dire qualcosa e fare un film decente) rispetto ai cosiddetti autori (che spesso sono tizi a cui basta mettere la propria firma su una qualunque merdata per essere incensati dalla critica), ma cinema e letteratura li vedo ancora come due mezzi estremamente differenti nei modi di produzione dell’opera.
ho scritto troppo, chiedo scusa.
side poll: 28 gg dopo migliore pellicola horror degli anni 2000?
io dico sì
Io lo paragonavo a Soderbergh per il fatto che fanno produzioni di genere fatte per essere digeribili a chi solitamente di genere non fruisce. Ognuno con il suo metodo ma è quello che fanno. Palahniuk cambierà solo la copertina, ma fa prodotti di genere per il pubblico mainstream. Come Soderbergh.
Nicolas Cage è da The Wicker Man che recita con il pilota automatico a mega-acting incorporato se te lo vedi sempre bello lucente come una volta è meglio che dai una grattatina al nero degli occhiali
@samuel:
no, già solo in campo zombi sia rec sia 28 settimane dopo mi sono piaciuti di più. in campo horror generico voto quella casa nel bosco.
sì ma Lansdale quella roba di Batman l’ha scritta per pagarsi il mutuo e non tornare a lavorare alla fabbrica di sedie. C’è differenza. Pahlaniuk poi ha scritto pure roba buona eh (comunque tranne dannazione li ho letti tutti), però dopo un po’ sfonda il cazzo. Fight Club, Invisible Monsters, La Scimmia dice la scimmia fa, Portland Souvenir sono ottimi, Survivor è buono e Soffocare è piacevole (anche se il prepuzio di Cristo, insomma…) sono buoni per me, Rant e Diary (che scema un po’ sul finale) non sono male ma il resto (Pigmeo, Gang Bang, Senza Veli, Cavie, Ninna Nanna) va dal meh al meh(rda). Lansdale a volte non mi esalta, ma non mi ha mai fatto schifo.
@reverendo: quando crescerai rileggerai Pahlaniuk e Lansdale, ma se il primo ti comunichera’ le stesse sensazioni della prima volta giusto un po’ smorzate dal tempo, nel secondo vedrai un buon numero di strati in piu’. Poi oh, magari continuerai a preferire Pahlaniuk, nessuno te lo leva, pero’ almeno avrai capito chi e’ il piu’ sostanzioso e adulto dei due. Siamo amici lo stesso, tranquillo.
@Slum
Io Nic Cage post Wicker Man l’ho trovato ottimo in Kick Ass, non male (e uccidetemi) ne l’Apprendista Stregone (lui, non il film) e, non so, forse sono l’unico, ma a me piacque, ai tempi, Segnali dal Futuro. Poi ci sono quelli che non ho visto e magari valevano la pena. Quasi tutto il resto l’ha fatto per pagare miriadi di debiti, quindi lo giustifico.
@slum: non ti agitare. Il paragone con Soderbergh era super-vago, e Cage puo’ piacere o meno ma e’ tipo l’ultima persona a cui pensi quando si parla di inespressivita’, credo.
@Nanni: grande! Saremo pure in disaccordo su questa cosa ma resti sempre il Capo del miglior sito di cinema dell’internet. comunque è possibilissimo che io non abbia capito alcuni livelli di lettura di lansdale, in fondo l’ho letto da ragazzino. in onore tuo e di stanlio mi procuro il prima possibile acqua buia, prometto!
@Nanni:
Abbracciami, lo sai che ti voglio bene da quando qua era tutta campagna.
Il paragone sarà stato super vago ma io dicevo una cosa e te mi rispondevi per un altra :-P
Soderbergh, come influenza, importanza nel giro che conta, grandezza che gli viene attribuita (tutto ciò che ho detto andrebbe condito con “ingiustamente”) potrebbe essere paragonabile a uno che scrive Best Seller, forse proprio a King (che è uno che comunque svaria tra horror, romanzo di formazione, fantasy, fantascienza, dramma e li mischia) e, comunque, ne uscirebbe con le ossa rotte. Pahlaniuk fa tante cose tutte uguali in piccolo, ha un suo culto, ma non ha lo status di Soderbergh. Però effettivamente, ora che ci ripenso, alcune robe sono proprio scritte volutamente solo per creare uno scalpore fine a se stesso (il prepuzio di Cristo, appunto, ripensandoci oggi, 5 anni dopo la prima lettura e di 5 anni più vecchio, è proprio una cazzata incredibile, il finale di Gang Bang è un mega MACCOSA, Pigmeo è illeggibile e Fight Club film è molto più riuscito del libro).
@slum: stavo solo cercando di deviare su paragoni piu’ calzanti, poi ci siamo persi un po’ per strada. E ha ragione Bellazio, quello di Kick Ass e’ un Cage in forma da fuoriclasse, recuperalo se ti manca (questo per non dire banalita’ tipo Il cattivo tenente).
@Nanni
Il cattivo tenente è uno di quelli che non ho visto e magari valeva la pena. Troppo legato a Keitel-Ferrara.
Scusate ma anche secondo me Palahniuk e Lansdale non c’entrano un cazzo per me. Ma niente proprio. CP lo avvicino più a B. E. Ellis allora per alcune cose. Anche come parabole di carriera… Lansdale è più lo avvicini per aspetti diversi a Leonard, Wislow, a volte McCarthy
Bell’itagliano il mio… Scusate son troppo scemo per fare 2 cose contemporaneamente
A me il vecchio Nic piace un sacco.
Ma sta facendo troppi film alimentari, per ogni film decente ne deve fare 3 con il pilota automatico, dove o interpreta se stesso con parrucche e baffi vari, tipo Roger di American Dad, o giù di overacting tanto vaffanculo, e stiamo parlando di uno che dopo aver fatto girato fior di film drammatici, vinto un Oscar, decide di diventare eroe dei film action facendo in fila The Rock, Con Air e Face Off.
Mi gira il cazzo, ecco.
Comunque è vero, sembra di vedere la sfilata di moda in questo film di merda. Che fine di merda merda merda ha fatto Boyle, ed è uno che sa girare e farti apparire bella anche la merda porco zio. E meno male che mi piacciono i vestiti, la patata nuda e andare a vedere film gratis con tessere apposite, altrimenti col cazzo che arrivavo alla fine del film. Anzi sono stato un coglione a non andarmene proprio perchè non avevo pagato. Puzza di Inception da un miglio con un bel pò di panza Hitchcockiana, e, ha ragione Luotto, il tutto in salsa di quel capolavoro di Eternal Spotless di Gondry. Tempo buttato nel cesso.
se si parla di nic cage sono obbligato a citarvi vampire kiss
chi non l’ha visto lo facci subito!!!!
Non riesco a capire come siete riusciti a confrontare due scrittori così abissalmente diversi, faccio i complimenti lo stesso, è stato un dibattito interessante.
Aggiungo solo che il miglior Lansdale oltre a Drive In e Acqua Buia lo si trova nell’epilogo amarissimo di In fondo alla palude, in due pagina ti rifila una mazzata nello stomaco non indifferente.
continuo a pensare che andare a vedere Elysium sia più tempo sprecato che andare a vedere In Trance (uno però ho pagato e l’altro no).
Comunque, sono giunto a conclusione che Pahlaniuk (è bello cambiare la posizione dell’h a piacimento) non sia paragonabile, se vogliamo paragonarlo a un attore a Nic Cage, perché Nic è uno altalenante da dopo Face/Off (sbrocca inutilmente in The Family Man e poi ti tira fuori una prestazione incredibile in The Weather Man, fa tutta la pena possibile in The Wicker Man e poi ti gigioneggia come il miglior attore del pianeta in Kick Ass, prende parte a ridicolaggini tipo Il Mandolino del Capitano Corelli e poi ti spadroneggia la scena nel Genio della Truffa e in Lord of War), ultimamente gli tocca pagare i debiti e quindi si svende a chiunque. Detto questo io Pahlaniuk lo vedo assimilabile a un attore che non fa più nulla di buono ormai da anni, svaria per generi facendo costantemente la stessa cosa (ogni tanto passabile mai indimenticabile), un De Niro diciamo, con la sola differenza che De Niro un tempo era il migliore, Pahlaniuk non lo è mai stato.
@Devid
Brett Easton Ellis è finito peggio. Dico solo The Canyons. E Brett Easton Ellis è partito bene ma poi ha infilato un disastro dietro l’altro, Glamorama potrebbe essere la somma di tutto il male detto su Palhaniuk al cubo.
Wislow non so. Ho letto solo Le Belve e mi è sembrato un Lansdale molto meno fantasioso in salsa Pahlaniuk come stile di scrittura. Ma ho letto solo quello. Più vicino a Lansdale come Hard Boiled tendente al pulp Sinfonia di Piombo di Gischler è molto superiore. MacCarthy è più cattivo, più duro, più secco e crudo, il suo bello è che non ti vuole comprare o esaltare e non usa nessun trucchetto di scrittura accattivante o non ha slanci nel fantastico alla Lansdale, ti vuol tirare un pugno nello stomaco. Sinceramente, quando Lansdale scrive Acqua Buia o In Fondo Alla Palude ci vedo Mark Twain ai tempi di Spielberg e King, quando ti tira fuori il Drive In non riesco a trovare nessuno di assimilabile, Hap & Leonard sono la classica coppia di investigatori per caso, solo più originali della media (hanno poi trame da classico alla Nero Wolfe, solo che ci mette dentro tutte le cose che piacciono a noi tipo una punta di esoterismo, una punta di pulp, una punta di Hard Boiled).
Boh, accostare Palahniuk a Lansdale non è che abbia tutto ‘sto senso. Mi sembrano quei discorsi da sfigati infottati coi comics su chi è più forte tra Hulk e Superman. Per me a parte l’essere entrambe scrittori non hanno molto a che vedere l’uno con l’altro. Il primo è più interessato a contesti urbani moderni e a criticare la società americana contemporanea usando a volte provocazioni molto facili, l’altro parla di un’America rurale che non c’è più e dei valori di una volta in contesti più crime. Preferisco Lansdale ma li considero autori molto diversi che rispondono a esigenze di lettura molto diverse. Detto questo, In Trance ha sì ritmo, fila via liscio e ti intrattiene ma la risoluzione finale è merda pura e non ti lascia nulla. A parte la visione della figa di Rosario. L’unica cosa che m’è rimasta impressa a distanza di mesi.
Chi tengo a scrivere che per quanto mi riguarda Danny Boyle è un coglione. Ma pure grosso. Vi ricordate l’apertura delle Olimpiadi? Questo si vede solo per la patata di mio zio Rosario.
Anch’io come molti qua sopra, nel mio personale schemino:
A) film coinvolgente da vedere e che ti lascia qualcosa
B) film peso da vedere ma che ti lascia qualcosa (es. rarissime robe d’Autore)
C) film coinvolgente da vedere ma che non ti lascia nulla
D) film peso da vedere e che non ti lascia nulla
metto In Trance nella C e lo salvo, dato che i film davvero inutili (soggettivamente) sono solo quelli della categoria D, altrimenti bisognerebbe buttare a mare tonnellate di filmetti modesti ma onesti
Per il resto non entro nella polemica letteraria, ma chi ha scritto che Trainspotting (il romanzo) è una poverata è pazzo, anche senza comprarlo/rubarlo vai in libreria e leggiti su una sediola il capitolo “Sangue marcio” (che nel film non c’è, essendo un raccontino totalmente slegato dalla narrazione principale) e poi dimmi se non è una di quelle storie che ti restano addosso per sempre
@Darskywriter
Nel film non c’è 3/4 di quello che c’è nel libro, i personaggi sono molti di più nel libro e sono tutti merde orrende tranne Spud. Al film imputo il fatto di averli fatti a modo loro tutti amabili (pure Begbie) ma resta un ottimo lavoro anche perchè cavare fuori una vicenda coerente dal mare magnum di materiale che è il libro non era affatto semplice. Comunque anche il libro è perfettibile, infatti l’ha reso perfetto l’anno scorso scrivendo Skagboys (e non adoro tutto Welsh, sia chiaro, anzi).
@Darkskywriter, non voglio essere antipatico ma non ti viene il dubbio che se dico che Trainspotting è una poverata è proprio perché l’ho letto? :-D
E no, non mi è rimasto addosso per sempre, pur avendolo letto in quel periodo sensibilissimo della vita di ogni giovane nel quale sei convinto che Bukowski sia il più grande scrittore di sempre.
In tutto ciò, nessuno ha fatto i complimenti a Lu8 per il raffinatissimo PUN contenuto nei titoli dei primi due paragrafi. Quindi lo faccio io ora.
@Stanlio
Alla fine ci sta che non piaccia comunque, non è tutto bello Trainspotting, è oggettivamente sconclusionato e confusionario.
Bukowski è semplicemente il simbolo del giovane ribelle di plastica. Fa figo citare, leggere, decantare Bukowski ma alla fine, se uno le cose le legge bene, scopre che, ad esempio, Fitzgerald, prima di lui, era molto più ribelle e sovversivo solo che lo nascondeva meglio.
Finchè si scherza si scherza. Se si vuol fare i cazzuti/calcisti a tutti costi,si puo’ sparare quello che si vuole e far sorridere la comitiva dimenticando per un po’ la disoccupazione al 41% e il governo che rischia di cadere per colpa di un osceno vecchio incrocio tra It e il Joker. Ma se si vuole parlare davvero di letteratura e di cineasti… King è il re,e gli altri citati al confronto,sono solo onesti correttori di bozze. E quanto a Boyle…avercene! E’ un regista coi controcazzzi. Ovvio che in questo ambito,un film come ” the millionaire” puo’essere considerato loffio ma…giu’il cappello, è un piccolo gioiello che resterà nella storia del cinema. E basta!
la sceneggiatura di the millionare è un indescrivibile insieme di buchi di logica e scene sdolcinate a effetto. Può piacere o meno, ma oggettivamente è la storia a non funzionare.
Bukoswki dell’essere ribelle e sovversivo non gliene fotteva un cazzo.
Scriveva di quello che viveva e sentiva perchè era l’unico modo che conosceva di rimanere vivo.
E lo faceva con stile.
Il più grande? no
Un grande? Sì cazzo
Quando sei ragazzino ti esalti per Bukowski perchè sbronze e scopate.
Poi lo rileggi e ti accorgi che cè di più.
Poi:
Quanti cuori ha spezzato Boyle, bastardo di merda.
Preferisco la figa pelosa ma Rosario full frontal tanta roba
Di Welsh il meglio per me rimangono il Lercio e Colla
Lansdale è un Gigante e basta.
Piccolo OT: stanno girando l’adattamento di Cold in July, e Jim Bob Luke chi lo fa? Don fuckin Johnson!!!
Meraviglioso rileggere questo commento 7 anni dopo, rilevare che sei ancora d’accordo su tutto e che Cold in July alla fine è venuto su quella mina assoluta che speravi ma non avevi il coraggio di credere. E che Don fucking Johnson, ragazzi.
La mia intromissione mira soltanto a una cosa, un dubbio che mi ronza in testa da ieri sera: MA L’ABBIAMO CAPITO? Ne ho discusso con gli amici. Eravamo in 5 e 3 sono d’accordo con questa versione, che però non ho riscontrato in questo articolo, ovvero: Il personaggio di Cassel era il fidanzato di Rosario Dawson, la bellona lo ha psicanalizzato e fatto rivivere la storia attraverso il personaggio di Simon. Mai esistito e solo frutto della fantasia di Franck.
Il tutto in un ensemble di scatole cinesi infinite..può essere?
@ratto
infatti non è colpa di Bukowski, è colpa di chi lo cita in continuazione a caso. E’, suo malgrado, simbolo del ribellino di plastica (di 20, 30 o 40 anni cambia poco). Per quanto ne so io anche tutti gli altri, pure Pahlaniuk, non hanno altro modo di rimanere vivi. Stavo solo ragionando sul fatto che, se scavi e scavi, scopri che Fitzgerald nei contenuti, è più ribelle e tormentato di Bukowski, solo che senza grandi frasi ad effetto nessuno lo cita su Facebook per farsi bello (ancora: a qualsiasi età, mica solo ragazzini, purtroppo). Ovvio che CB non pensava a quello, però alla fine gli voglio male suo malgrado anche per quello.
@Claire
SPOILER
No, io non l’avevo interpretato così. Secondo me Macavoy esiste eccome, però non riesco a ricollegare tutti i dettagli a 20 giorni dalla visione. So solo che per me Macavoy esiste ed è l’ex che la menava e quindi lei lo uccide e Cassel è un altro tizio che lei si tromba e che ha dei problemi con Macavoy, questo lo davo per sicuro, non sconvolgere le mie sicurezze che già era tutto troppo complesso!
Mah, secondo me chi non ha apprezzato questo film, semplicemente non l’ha capito e non lo vuole ammettere, e allora la colpa è del regista…
Con questo spirito avremmo già buttato via migliaia di capolavori di celebri pittori …
Eppoi molte persone confondono il film con la sua sceneggiatura, non c’è solo quello, qui c’è una fotografia e un montaggio che incanta lo spettatore, da non sottovalutare, non sarà un capolavoro ma è un film apprezzabile senza inutili rimpianti al Boyle di Trainspotting.
In questa recensione ci sono 4 parole affiancate che mi OBBLIGANO a vedere questo film:
GRANDI – LABBRA -ROSARIO – DAWSON
Il resto non esiste