Due premesse prima di iniziare.
La prima è che come avranno notato tutti quelli che nella di tutti i giorni devono prendere i mezzi pubblici per spostarsi da un punto A a un punto B, molte città italiano sono in questo momento sensibilmente tappezzate coi volti minacciosi di Nic Cage e John Cusack su sfondo nero nei pessimi poster di “Il cacciatore di donne”. Tutte le volte che lo vedo e leggo “la vera storia del serial killer che ha terrorizzato l’America” non posso fare a meno di pensare “Urca, ora sì che è chiaro, grazie per aver ristretto il campo“.
La seconda è che non odio i thriller, ma nemmeno mi fanno impazzire. Siano essi brutti film o brutte puntate di brutti telefilm, li guardo per inerzia, mai per scelta ragionata, e, come succede alla maggior parte della gente, mi scivolano via una volta finiti senza lasciare praticamente traccia. Uniche due eccezioni, cioè roba che mi sia veramente piaciuta, che mi vengono in mente così su due piedi sono Zodiac e The Girl with the dragon tattoo. Non essendo stato realizzato da David Fincher come le due pellicole appena citate, l’idea di vedere di proposito The Frozen Ground/Il cacciatore di donne mi metteva addosso una voglia di darmi all’ippica che non avete idea, ma leggere su Wikipedia che in un film compare 50 Cent e interpreta un personaggio chiamato “Pimp Clate Johnson” riesce, sa Dio come, a mettermi sempre di buon umore.
Così mi sono rimboccato le maniche e complice il titolo puntalmente ridicolo scelto dai distributori italiani ho cercato di immaginare come sarebbe potuta essere questa tetra pellicola se si fosse trattato in realtà di una commedia romantica.
“Il cacciatore di donne” è Robert Hansen (John Cusack, dopo che George Clooney ha rifiutato la parte), un playboy impenitente che nonostante sia ormai vicino alla cinquantina è sempre a caccia di una nuova “preda” da conquistare. Un giorno bussa alla sua porta Jack Halcombe (Nicolas Cage), un burbero e impacciato poliziotto che su consiglio dell’amico comune Clate “Pimp” Johnson interpretato da 50 Cent (qui 50 Cent rivestirà il ruolo di comic relief del film, interpretando il negro che dice cose negre che fanno un sacco ridere il pubblico bianco) chiederà ad Hansen di insegnargli come parlare alle ragazze in modo da riuscire a fare colpo sulla giovane Vanessa Hudgens, di cui è innamorato ma alla quale non riesce neanche a rivolgere la parola. Superate le prime diffidenze (Hansen e Halcombe sono ovviamente uno l’opposto dell’altro), tutto sembra filare liscio, almeno finché Hansen non si renderà conto di starsi innamorando a sua volta di Vanessa… Che ne sarà dell’amicizia tra Hansen e Halcombe improvvisamente divenuti rivali in amore? E da chi dei due sceglierà alla fine Vanessa di farsi accompagnare al ballo della scuola?
Non so voi, ma io pagherei dei bei soldi per un film del genere, probabilmente andrei a vederla al cinema e ci porterei pure la mia ragazza. Tutte cose che purtroppo non si possono dire del vero The Frozen Ground, un film scombiccherato e mortalmente noioso che riesce a riempire un’ora e 40 senza far succedere praticamente niente — e non un niente alla Zodiac che è un niente fighissimo e dopo tre ore di niente sei tipo “cosa? già finito? no voglio altro niente!”, ma alla Holly e Benji, un niente frustrante in cui i personaggi rincorrono il pallone per 18 puntate e a un certo punto ti rendi conto che non hanno ancora superato la metà campo e ti chiedi cos’hai fatto fino adesso.
Quella di Robert Hansen è una storia francamente raccapricciante — il classico padre di famiglia che nei weekend rapiva, stuprava e torturava prostitute, poi le portava nel bosco e si divertiva a dar loro la caccia come se fossero animali; per di più lo faceva in Alaska, un posto che è una merda già di suo anche senza bisogno di psicopatici assassini seriali — a cui il regista/sceneggitore Scott Walker, al suo esordio assoluto, si approccia col garbo e il rispetto di chi sì vuole vincere facile facendo uno di quei film che iniziano con la scritta “tratto da una storia vera” e poi vanno totalmente per i cazzi propri, ma rifiuta di spettacolarizzarne gli aspetti più scabrosi, né pretende di dare una spiegazione alla follia di Hansen o immergere le indagini condotte dal detective Jack Halcombe in una dimensione più epica o avventurosa di quanto non lo siano state in realtà. Cioè l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare un regista alle prime armi per buttare fuori un thriller di serie B almeno un po’ solido e godibile! Si concentra invece in maniera inspiegabile e massiccia sulla backstory (non ho la minima intenzione di scoprire quanto fedele) di Cindy Paulson, unica vittima scampata al sadico gioco di Hansen, la cui testimonianza fu fondamentale per metterlo dietro le sbarre, ma la cui vita, mi duole dirlo perché sta mezza nuda per metà film, non era altrettanto interessante.
Il risultato è un film sgraziatamente suddiviso tra:
- l’incubo burocratico in cui è intrappolato Nic Cage, che capisce dal minuto 1 l’identità del serial killer ma si trova con le mani legate a causa di espedienti narrativi eccitantissimi come compilare scartoffie, la mancanza di prove, l’indifferenza dei colleghi, “il sospettato ha un alibi” e le lamentele della moglie che vorrebbe lasciasse il lavoro per diventare un direttore d’orchestra o qualcosa del genere;
- le poco lungimiranti scelte lavorative di Vanessa Hudgens, che interpreta tanto per cambiare una prostituta/spogliarellista strafatta di crack che ha subito molestie da bambina;
- un John Cusack più miscastato che mai intento a fissare il vuoto per sembrare “inquietante”.
Nel finale si cambia bruscamente registro perché è il finale di un thriller e vuoi mica non far succedere niente di almeno un po’ movimentato, per cui partono a casaccio colpi di pistola, persone ne inseguono altre e 50 Cent muore come un coglione, ma l’effetto è che essendo che ti eri messo a fare altro già da un po’ non saprai mai se l’ultima frase che hai scritto corrisponde alla verità o qualcuno ha semplicemente cambiato canale mentre eri distratto e stai parlando di un altro film.
Chiudo notando che il film ha ricevuto dalla critica generosissimi “meh” un po’ dappertutto, con una sola nota di merito spesa in favore di Nicolas Cage, per la prima volta dopo tanto tempo impiegato in un “ruolo serio” e in una “performance misurata”, che credo sia come complimentarsi con un caccia bombardiere per come è parcheggiato elegantemente e quanto sono puliti i finestrini. Insomma, Walker non è Fincher e nessuno da lui si aspettava un cazzo, ma Dio santo, hai a disposizione Nicolas Cage: cosa ti costava far fare a lui la puttana strafatta di crack?
DVD-quote:
“Non succede una sega. Lo Star Wars: Episodio II dei thriller.”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Quasi dimenticavo, c’è Dean Norris, il cognato poliziotto di Breaking Bad che fa… Uh, di nuovo il poliziotto. Qui qualcuno ha preso davvero sul serio il suo ruolo di direttore del casting.
Non ho visto il film (e non lo vedro’), ma sono daccordo con te che hanno rotto a far fare a Nicolas Cage le parti da medioman, il poliziotto o il professorino di turno. Non per niente le cose migliori che gli ho visto fare di recente sono i due Kick-Ass (io conto anche il sorriso in fotografia del 2) dove e’ il solito pazzo. Magari per celebrare Nic mi rivedo Stress da vampiro. E Zodiac non sara’ un thriller ma e’ un filmone.
Visto che citi Fincher, Se7en non ti e’ piaciuto? Questo qui l’ho tolto dopo i primi venti minuti, una roba inguardabile
Io vedendo i cartelloni sono stato particolarmente colpito dal titolo. È inevitabile che in futuro avremo titoli italiani come “Un uomo che fa delle cose”.
(E giù le mani da Karen Gillan. Per lei cambierò il mio nome in Tengu Gillan-Pond)
Una vera sola.
Al rogo i grafici che fanno queste porcate di locandine, Cusack lo hanno scontornato pari pari dalla locandina americana, Cage invece, poverino, è già scontornato di suo in real life da qualsiasi ambito cinematrografico.
Non ci credo che è un thriller.
Con quel titolo giuro che pensavo fosse una commedia tipo “Hitch – Lui sì che capisce le donne”! Giuro.
Per me la miglior simil-fincherata degli ultimi tempi è “Le paludi della morte” (altro titolo italiano da….) di Mann figlia.
Tutti a paragonarla al babbo, ma come stile, trama, personaggi e atmosfere opprimenti a me è sembrata una versione bluegrass di “Seven”, mentre la descrizione del caos indagativo, le tante cose lasciate in sospeso e gli scarti narrativi lo fanno somigliare ad uno “Zodiac” più ligio alle convenzioni.
@Dan, qui la mano! “Stress da vampiro” per me è super-cultone degli anni 80, da podio del cinema anti-yuppie, insieme a “Fuori Orario” e “Tutto in una notte”.
In quel film Cage è una bomba!
“ma Dio santo, hai a disposizione Nicolas Cage: cosa ti costava far fare a lui la puttana strafatta di crack?”
Potrei morire!
Questo son cose che ti salvano giornata e a volte settimana.
Grazie grazie grazie grazie!
Fortunatamente (anzi sfortunatamente) visto gratis, sceneggiatura più fragile di un grissino e confezione pessima…Quantum però sempre efficace
@Tommaso, ricambio forte il cinque! Tra un Nic Cage in stato di grazia e la Jennifer Beals dell’epoca anche per me Stress da vampiro e’ un super classico.
quindi quella googlata su vanessa sopperisce a tutto quello che di interessante potrebbe avere il film
Da grandi iniezioni di botox deriva una grande responsabilità.
più noioso della cresima a cui sei andato sbagliando chiesa – fatto realmente accaduto.
un sussegurisi di delusioni.
innanzitutto è la più grande dimostrazione dell’importanza del logopedista nella società moderna.
la voce di cusack da sola rende tutto non credibile.
cage continua a magnarse ogni parola.
cage peraltro continuo a volerlo ricordare alternativametne per Conair e Lord of war, poi basta.
questo ruolo è il doppione di quello di 8mm.
ho passato il tempo convinto che lei fosse uber freghna, realizzando poi che nè lo era l’attrice, nè tantomeno la tizia vera della storia – la gegia sarebbe stata più fedele.
se proprio s’ha da vedere un thriller, consiglio blood, molto meglio.
@Dan&Tommaso
sto con voi al 100% ma chiamiamolo vampire’s kiss che non se lo merita quel titolo da commediola con steve martin
Unbem: The Rock non ce lo metti?
Blood m’attira. Molto, molto, molto, moooooolto più di questo, che grida “noia” da tutti i pori.
Zodiac era una sciarpa al cazzo. Aveva in una paio di situazioni una certa atmosfera, lo concedo, ma fondamentalmente era una sciarpa al cazzo.
Ma sbaglio o 50 cent è in lizzissima per il premio Nic Cage?! O è la foto che inganna?
Ammazza…mi annoi solo graduando il poster…
Farò un sacco fatica a vedere Cage in un film serio ed impegnato.
In effetti, farò un sacco fatica a vedere questo film.
E perchè il buon Nicholas nei poster ha quell’espressione che dice a caratteri cubitali WTF!? Si starà chiedendo perchè è in questo film?
A me lascia basito scoprire un serial killer di prostitute in Alaska, che ok a pensarci ci saranno pure lì ma ora me le immagino a bruciare grasso di balena per scaldarsi completamente infagottate e devi tirare la sorte che non ti capiti la Maionchi sotto tutto quel pelo che ti nega una preview.
Premesso che ho difeso Nicolas Coppola di fronte ad amici, parenti, blogger, amanti del cinema ecc ecc di fronte alle solite sterili accuse: monoespressivo, pettinature ridicole, sopravvalutato e chi più ne ha più ne metta…
Devo però ammettere che il suo ultimo decennio a parte qualche sporadico exploit (Il cattivo tenente su tutti, kick-ass e poco altro…) é infarcito da una serie di pellicole inguardabili.
Ahimè Nicky Cage si sta trasformando in una calamita che attira sceneggiature e registi di merda…
E non ho ancora capito se tutto questo pattume lo prende al volo per pagare le bollette o perché ha oramai talmente poca credibilità da non permettergli di scegliere materiale minore.
Su Cusack non mi pronuncio, lo ritengo un buon mestierante.
Il film ovviamente non l’ho visto ma me lo sparerò come l’ultimo dei templari, l’apprendista stregone, ghost rider e compagnia bella, oramai sono pronto a tutto.
Il poster sembra fatto con il paint di Windows 98…
@Tanga & Cash
Io voto per la credibilità.
Immagina cosa sarebbe successo in Seven con l’accoppiata Pitt/Cage.
O un Inception con Cage al posto di DiCaprio.
Non so tu, ma io al solo pensiero penso “non è possibile”.
Spiace per il povero Nicola Gabbia eh, ma purtroppo la sua immagine è troppo associata a “filmetto carino ma di poche pretese” vedi Fuori in 60 secondi, National Treasure o Next… carini, ma decisamente non indimenticabili.
@ Vanilla Skywalker
purtroppo Cage é entrato in un baratro senza fine fatto di pellicole di bassissimo livello, sono daccordo con te sulla credibilitá, non me lo vedrei neanche io ad impersonare Massimo de Il Gladiatore ma le ultime pellicole sono davvero roba da Cuba Gooding Jr in DTV.
Quando si entra in questa spirale si perde appeal anche nei confronti di registi di medio cabotaggio e ai casting si viene scalzati dai Gerard Butler ecc.
Un mio sogno perverso sarebbe stato vedere Cage nelle mani di Tony Scott, sogno che aimhé resterá irrealizzabile
arrivo in ritardissimo ma volevo rispondere a @Marlon Brandon
se7en non mi piace. ne riconosco tutte le qualità tecniche, è assolutamente ineccepibile sotto tutti i punti di vista, ma non mi ha mai detto niente, forse perché l’ho visto tardi e i copycat avevano già così saturato l’ambiente che ai miei occhi non aveva più niente di nuovo (non per sua colpa, ovviamente).
@Dévid Sfinter no no, sono davvero capelli, quelli, è una roba niccageissima!
Chi vuol godere di migliore credibilità, ed ha la fortuna di essere un attore poco più che stramiliardario, può semplicemente decidere di auto-prodursi il film che cazzo vuole e scegliersi sceneggiatura e regista di proprio gradimento. Se non lo fai vuol dire che non ti interessa. Make your choise, Nick..
@Quantum, grazie.
A proposito di Cage che accetta qualunque ruolo, questo vecchio video di College Humour su un ipotetico agente di Nicholas Cage è molto divertente (ma bisogna capire bene l’inglese):
http://youtu.be/eExfV_xKaiM
fantastico!
Visto ieri sera, e ho capito che devo smettere di guardare i film solo perché “sta su Netflix quindi l’ho già pagato” e perché “anche se è brutto almeno poi mi diverto a leggere la rece sui Calci”.
Lammerda, dio mio, lammerda.