Disney World, il sogno di ogni bambino e di ogni adulto che non ha mai smesso di esserlo. Topolino, Minnie, Pluto, Paperino; magici castelli, giostre, spaventosi cunicoli, fantastici viaggi interstellari, navi spaziali, verdure giganti! I dolci! I giochi! Chi vuole può andare al parco acquatico, o giocare a golf, guardare le donne nude sui cartelloni pubblicitari, girare in bici per le varie attrazioni, SEX, comprare piccoli souvenir, passare momenti felici con tutta la famiglia e farsi fottere da degli stronzi in costume.
L’innocenza che pervade il mondo Disney è un po’ diventata una perversione a sé stante; è tutto così lindo e immacolato che qualcosa di marcio sotto sotto deve esserci per forza, e le fisse del Signor Disney per la massoneria e i vari flash di donne nude nei suoi film (quello di Bianca e Bernie, tipo) hanno solo alimentato la cosa inficiando qualsiasi prodotto Disney da lì all’eternità. Anche con tutte le buone intenzioni del mondo il danno è stato fatto e le fantasie liberate.
Di Escape From Tomorrow ne avete sicuramente sentito parlare: è quel film girato clandestinamente a Disney World, presentato allo scorso Sundance da cui ne è uscito con un discreto carico mitologico da “quel film là girato così” e una reputazione più dovuta al fatto di essere “girato così” che alla sua effettiva qualità. Si è rimasti talmente affascinati dal mezzo che si è un attimo perso il metro di giudizio; insomma, secondo me se n’è parlato un po’ troppo bene e con un po’ troppi paroloni. Si sono tirati fuori termini come “film coraggioso” o “di denuncia” o peggio ancora “rivoluzionario” e a me vien da tirare fuori “a sproposito”, ché il film in questione non è nulla di tutto ciò. Mi sono ormai fatto l’idea che il Sundance sia solo un festival per hipster che non hanno mai visto un film. Non riesco a giustificarli altrimenti.
La Disney nel frattempo è venuta al corrente del tutto e ha deciso di lasciare il film a se stesso senza intraprendere azioni legali che ne avrebbero solo fatto parlare e lasciandolo perire sotto la sua stessa, scarsa, qualità, perché alla Disney di certo non sono come i cretini che vanno al Sundance e hanno capito subito a quale film del cazzo si trovassero davanti: un ibrido horror, fantasy e sci-fi con più presunzione che idee e una discreta dose di misoginia, e se nemmeno la Disney ti denuncia il film di denuncia vuol dire che sei proprio insignificante.
L’idea è raccontare la storia di un uomo in vacanza a Disney World con moglie e figli; un uomo frustrato dal lavoro e da quella rompicazzo di sua moglie che apre bocca solo per correggere qualcuno o lamentarsi di qualcosa; un uomo che si invaghisce a tal punto di due minorenni francesi che girano per il parco ridendo e saltellando e sorridendo a tutti quanti che finirà per stalkerarle pesantemente; un uomo che a un certo punto inizia a vedere cose orrorifiche, inizia a schiumare e finisce a letto con una sconosciuta. L’idea, appunto, sarebbe quelle di raccontare il marcio dietro Disney World buttandola sul fantastico, sul perverso, sullo sbagliato, e sarebbe pure interessante e/o affascinante se solo non fosse pervasa da una scrittura amatoriale e un’indifendibile ossessione per la donna maligna. Guardate: la moglie spacca il cazzo e non fa altro, le francesine alla fine sono tipo l’incarnazione del male, la sconosciuta è una pazza psicopatica e a un certo punto spunta pure un’infermiera sexy del tutto fuori contesto. C’è chiaramente un problema, e non è nemmeno l’unico: tolto questo c’è tutto il resto. C’è una struttura incerta e altalenante che non sa dove andare e finisce costantemente in ripetizioni e tempi morti che dopo tre quarti d’ora diventano semplicemente insostenibili e, come se non bastasse, c’è anche una sbornia da David Lynch non indifferente, quella cosa che ti fa prendere svolte narrative misterios ee prive di un apparente senso logico per il puro piacere di farlo e senza badare alle conseguenze, basandosi sulla credenza che se l’ha fatto uno allora lo possono fare tutti. Più che di denuncia, quindi, un film da denuncia.
In realtà basterebbe la storia di come il regista ha deciso di girarlo, ‘sto film, per chiarire una volta per tutte la sua natura: succede che a Mister Nessuno Randy Moore muore il nonno, e ci dispiace. Succede che il nonno è un ricco sfondato che gli lascia abbastanza eredità da permettergli di pensare “ora giro un film” e di spendercene quindi 650mila. Dollari. Perché voleva togliersi lo sfizio di girare un film a Disney World. La fortuna bacia il culo di chi ne ha uno. Secondo me è una storia triste e desolante. Cioè buon per lui, ma chiaro che se un film viene prodotto senza alcun aiuto da chi film li fa produce ogni giorno c’è il rischio che tutto il peggio che risiede nell’uomo esca fuori senza i filtri adeguati, soprattutto se l’uomo non è Cassavetes ma una persona qualunque, quindi è triste e desolante per chi un film buono in saccoccia in effetti ce l’ha ma non trova fondi per realizzarlo.
Ci sarebbe poi da sfatare il mito: di girato a Disney World ci sarà sì e no metà film, forse addirittura meno. Ci sono diverse sequenze girate sulle attrazioni e alcune in mezzo alla gente tra una fila e l’altra, ma il resto è tanto green screen e interni, e naturalmente il green screen è usato per le scene più recitate, ossia quelle effettivamente impossibili da girare in pubblico senza essere visti. In sostanza il girato nel parco preso a sé non si differenzia molto da un qualsiasi filmino delle vacanze; ci sono giusto le allucinazioni in computer grafica, la gente che cambia faccia e cose del genere, ma nulla fatto sul momento, nulla che faccia pensare “ehi qui hanno davvero rischiato grosso!”, e ok che si sono sbattuti per girare certe scene con la giusta luce programmando a dovere le riprese, ma se poi il risultato è una merda chi ve l’ha fatto fare dico io. Insomma non sono Banksy e quell’altro che impiccano pupazzi e poi come ninja sfuggono alla security con tutto il filmato intonso. C’è una discreta differenza tra il girare un intero film illegalmente e girarne solo una parte, e nemmeno quella più funzionale alla narrazione e quindi mi fa un po’ girare il cazzo che un film famoso solo per essere girato a Disney World non sia alla fine dei conti girato tutto a Disney World. È un film scritto male qualunque con in più il limite di avere certe scene girate a cazzo incollate ad altre scritte ed ideate in maniera del tutto funzionale per non farle sembrare cagate lì a caso; un casino narrativo che inizia ad annoiare al decimo minuto e che quando inizia ad andare da qualche parte (una bella scena, forse l’unica, dentro l’astronave dell’Epcot) vede bene di mollare tutto e tornare sui suoi inconcludenti passi.
Mi fa girare il cazzo persino parlarne. È un film che andrebbe dimenticato così com’è nato, e se il buonsenso vuole questo succederà.
20 euro che faranno girare a Randy Moore uno dei prossimi Paranormal Activity.
DVD-quote:
“Meglio la Disney”
Jean-Claude Van Gogh, i400Calci.com
“se nemmeno la Disney ti denuncia il film di denuncia vuol dire che sei proprio insignificante”
Leggere sul dizionario alla voce “Stroncatura senza appello”
“L’innocenza che pervade il mondo Disney è un po’ diventata una perversione a sé stante; è tutto così lindo e immacolato che qualcosa di marcio sotto sotto deve esserci per forza”
Io a a disneyworld a parigi ci sono andato, mio malgrado, ed è veramente tutto così lindo che ti aspetti che da un momento all’altro il ratto con le orecchione ti sorrida rivelando una fila di denti da piranha…
Siete troppo di parte. Un film così va recensito da Mollica del Tg1. E’ poesia.
Hmmm. magari sottovaluti la percezione che hanno gli americani di Disneyland.. magari per loro l’impatto è maggiore, come se noi guardassimo, per dire, un porno girato dentro San Pietro.
@bucho: sarei effettivamente curioso di sapere cosa ne pensa Mollica. Secondo me e’ il tipo di persona che non lo guarda e poi ne parla bene tutto contento.
@hayao: allora immaginati un porno girato dentro San Pietro che non viene denunciato dal Papa, e hai abbastanza il quadro della situazione.
Però è un ottimo consiglio per l’arredamento. Poi c’è il rischio di dover spiegare l’avere un poster di un film di merda solo perché il suddetto poster è bellino, ma vabbè…
ma alla disney mica so scemi…se gli denunciavano questo diventava il film dell’anno…
Cari 400Calci,
mi avete battuto sul tempo con la rece, ma stavolta dissento dal vostro giudizio.
Ok, non sarà tutto girato clandestinamente, e allora ?
La sensazione di straniamento (la coda per le megaattrazioni, le Principesse Disney che fanno le escort per i turisti asiatici, la bulimia da cosciotti di tacchino) è resa alla grande, al pari degli stati di allucinazione progressiva del protagonista.
Le dinamiche familiari, e parlo per esperienza personale, reggono.
Alcune divagazioni alla Coscarelli sono pleonastiche, ma per me resta un’ottima sorpresa, ed è bene, senza moralismo, che la Disney abbia acconsentito alla sua uscita.
diciamo che secondo me questa mancata denuncia rispecchia la volontà di disney di occultare il tutto. Dovrebbero pensare di più alla fine che fanno le loro baby star, tipo qui http://goo.gl/YeHcFx
Non ho visto il film ma sono giorni che ne ascolto la splendida colonna sonora di Abel Korzenowski, e a partire da quella mi stavo figurando una piccola perla di film. A questo punto inizio a temere che invece sia l’unica cosa buona del film…
@dikotomiko: per me becca due vignette in croce e questo per tutto il bagaglio culturale intrinseco che si tira dietro l’immaginario iconografico Disney, ovvero cose che venivano col pilota automatico. Ogni volta che ci mette davvero del suo invece, vaga zoppicando e senza meta.
@riccardo: d’accordissimo sulla colonna sonora, hanno pagato uno bravo
Questo però me lo voglio vedere….quando esce al cinema in Italia?
(si trattiene per due secondi e poi sbotta a ridere)
Appoggio Naccio Jai Fox, la locandina è troppo forte.
Il film non l’ho visto e quindi è ovvio che forse ho un po’ frainteso, però sinceramente mi sfugge il senso del film.
Vado a Dinseyland e ho una moglie scassacazzi, va bene.
Vado a Disneyland e mi trombo a una instabile di mente, ok.
Vado a Disneyland e inizio a spiare delle bambine, perfetto.
Ora, a parte che visti i due ultimi punti forse mia moglie qualche motivo per avermi sui coglioni magari lo ha, ma Disneyland che c’entra?
Non mi sembra che sia il luogo/franchise a essere marcio ma più propriamente io e in secondo luogo (forse) degli altri avventori. A meno che fra le righe non si legga più o meno che è il luogo a cambiarti o a attirare bambine demoniache e gente esibizionista.
Insomma se qualcuno venisse a casa mia e prima spiasse dal buco della serratura del bagno le figlie dei miei amici mentre fanno la pipì, poi si scopasse una che magari ha le palle girate con i maschi perché è stata appena lasciata e poi, scoperto dalla moglie, dicesse che è colpa del male dentro la mia casa, del fatto che le figlie dei miei amici sono possedute ecc. beh ecco come minimo penserei che non ha grandi argomenti per giustificare a se stesso il suo essere un povero disgraziato.
Poi lo prenderei a badilate insieme ai miei amici e probabilmente a sua moglie.
La Disney però mi sembra che sia stata più furba.
@pillole Il punto è che sia il male presente a Disney World, antropomorfizzato nelle ragazzine definite “le peggiori”, a farti uscire scemo con le allucinazioni. La tipa instabile fa sempre parte del plot malvagio della società.
“Uomini che odiano le donne a Disneyland”
Certo che se ‘sta mazzo di idea veniva in mente a Von Trier.. :-)))
Lynch ha fatto più danni della grandine malgré soi, i peggiori scoppiati telecameramuniti non fanno altro che scopiazzarlo con esiti ovviamente imbarazzanti.
E poi per fare un horror bastava prendere in esame la carriera delle bambine prodigio di Disney Channel, che minchia gli fanno in quegli studi televisivi???
Secondo me c’era pure del Gondry a caso, no?
Comunque l’idea non era male, ma mal sviluppata. A cominciare dal ritmo.
Me lo s’ho visto e mè pure piaciuto fino a un certo punto
ambientazione centrata
allucinazioni che piacciono sempre
fotografia e colonna sonora di livello
lui talmente loser che nelle sue fantasie non è che si fa fare un sifone dalle franzose, ma ci parla
le scene in green screen che ricordano quelle di mary poppins girate con i cartoni animati
poi, + o – da quando è imprigionato sotto epcot, non c’ho più capito un cazzo, complice anche i primi piani di culo e tette della “donna dei sogni” che mi ha confuso e messo nel cervello il tarlo di arrivare ai titoli di coda per sapere il nome e subito googlare (spoiler non esce niente anche col safe search off)
anzi se qualcuno mi spiega tutta la pippa su siemens, robot, il capo che l’aveva licenziato, le franzose, la cat flu, i becchini, la vita alternativa, mi fa un favore
“La fortuna bacia il culo di chi ne ha uno.”
Frase dell’anno. Sto per farla scolpire sopra la porta di casa.
Visto il film, ci ho capito poco, quoto P.A.L. e credo che samuel paidinfuller sia una sorta di capo del mondo: ma la SIEMENS? Perché?
Anche a me sinceramente non è dispiaciuto. Vero che molti passaggi sono goffi e proprio da regista Lynch-Coen wannabe, però la visione d’insieme per me regge bene. C’è la buona idea di fondo che, in un posto (e per esteso in un immaginario) pensato per farti tornare bambino, la repressione di tutte le pulsioni adulte non può che sfociare poi in uno sfogo incontrollato. Il classico tema americano della perdita dell’innocenza, che del resto è lo stesso fascino delle ex reginette Disney che diventano strappone. Forse sarebbe stato meglio tenersi su un registro più realistico – infatti per me le parti migliori sono le dinamiche familiari e lo stalking delle ragazzine – anziché smarmellare di continuo su trovate oniriche stra-abusate, ma nel complesso gli attori sono bravi e la location sfruttata bene. Spero che il regista si metta su binari migliori degli horror innocui di serie meh.
Io non lo metterei né fra capolavori, né nei film da schifare…
http://odysseyreview.wordpress.com/2014/10/27/escape-from-tomorrow-recensione/