Chi mi conosce bene sa che in realtà sono Batman, e Batman, come è noto, non ha paura di niente.
Chi mi conosce ancora meglio sa che a dispetto di ciò e dell’ormai lunga militanza nei 400 Calci, il mio rapporto coi film cosiddetti de paura continua a essere:
- sono prevedibili quindi mi addormento
- sono imprevedibili quindi mi cago addosso
motivo per cui ne guardo e ne ho sempre guardati pochissimi.
Conscio di questo, e in un tentativo mai particolarmente velato di temprare il mio carattere, il capo Nannibal “Re di Hokuto” Cobretti mi assegna recensioni di film de paura con la costanza e la meticolosità del Killer dello Zodiaco: l’unica cosa che chiedo io è che abbiano un rapporto assolutamente incongruo #wouldbang dell’attrice protagonista/media stelline su IMDB e valori produttivi dalla B in giù, ma nove volte su dieci è solo sbadigli e avanti veloce. Ogni tanto, però, e inspiegabilmente, capita nel mucchio una chicca come Haunter di Vincenzo Natali, in grado non solo di farmi fare qualche genuino saltello sulla poltrona, ma anche di farmi sollevare un sopraciglio in segno di approvazione.
Ora, la questione con Haunter è che ha una trama molto particolare, nella cui — chiamiamola — “ricchezza” risiede l’80% del divertimento. Credo sia impossibile, per via del modo febbrile ed esagitato con cui la sceneggiatura di Brian e Matthew King (già autori per Natali di Cypher) accumula colpi di scena e ribaltamenti di prospettiva, anche solo accennarla senza fare spoiler, perciò i casi sono due:
- volevate già vederlo — o questi due paragrafetti di introduzione vi hanno convinto a — e volete arrivarci vergini, per cui vi fermate qui e non leggete oltre;
- non contate veramente di vederlo o non vi importa così tanto degli spoiler per cui continuate a leggere tranzolli; da parte mia, mi impegno per quanto possibile a stare sul vago, anche se, oh beh, ci siamo capiti.
Intanto che decidete, Google Immagini ci ricorda che la prima cosa che compare se cerchi “Haunter” è il noto Pokémon.
Per cui. Lisa (Abigail Breslin. Ciao Miike. Abigail Breslin) si sveglia la mattina, è il giorno prima del suo sedicesimo compleanno, bisticcia col fratellino, fa colazione, fa il bucato, mangia, guarda la tv, chiacchiera coi genitori, guarda La signora in giallo, va a letto. E poi di nuovo. E di nuovo e di nuovo e di nuovo, a giudicare dai poster dei Cure nella sua cameretta e il felpone dei Siouxsie and the Banshees, ininterrottamente dal 1985. E questo è il primo, più evidente, meno spoileroso, livello: Lisa ripete over and over lo stesso giorno come in una versione teen di Ricomincio da capo.
Teen horror, dal momento che la nostra novella Bill Murray deve in tutto questo far fronte anche a voci, apparizioni, presenze e fenomeni inspiegabili di vario genere (oddio: non tanto più inspiegabili, in prospettiva, di rivere sempre lo stesso giorno dal 1985) mentre i suoi tentativi di “sbloccare” il loop, portare la faccenda all’attenzione degli ignari genitori o scappare da quella casa simbolicamente immersa nella nebbia più fitta, vengono regolarmente frustrati da un “intruso” (Stephen McHattie) che le si piazza in casa e minaccia e tortura la sua famiglia per costringerla al silenzio.
La prima svolta, che stento a chiamare colpo di scena dal momento che l’abbiamo già vista in diverse salse, credo, a partire dal 2001 con The Others di Alejandro Amenábar (non adorate anche voi dire Alejandro Amenábar? E’ quasi più musicale di Abigail Breslin), l’abbiamo nel momento in cui Lisa riesce finalmente a entrare in contatto con Olivia, la “presenza” che infesta la sua cameretta e le ruba le lenzuola, solo per scoprire che Olivia è una ragazza normalissima, viva e vegeta che abita in quella stessa casa (senza più i poster dei Cure e la moquette marrone) nel 2013: è lei, Lisa, il fantasma che assieme al resto della sua famiglia infesta l’abitazione e non riesce ad abbandonarla.
A questo punto a Lisa tocca fare luce sulla propria morte (parrà strano ma non se la ricorda proprio) e sul mistero che circonda la casa, mentre si barcamena tra le sempre più moleste intrusioni di Stephen McHattie, i genitori che sbroccano, nuove apparizioni, possessioni, viaggi avanti e indietro (!) nel tempo, oggetti-totem, fantasmi che perseguitano altri fantasmi e imparare a usare l’iPad di Olivia. 12 colpi di scena dopo, e a costo di qualche forzatura e un vistoso Deus ex machina (sostanzialmente è Olivia, offscreen, a “risolvere il caso” per poi fare la spiega a Lisa tramite videomessaggio registrato sul tablet), capiamo che è tutta colpa dallo spirito di un serial killer che massacra famiglie dal 1930 per poi sigillarle all’interno di casa sua e costringerle a rivivere per sempre il giorno in cui sono state ammazzate for the lulz of it.
Segue momento risolutivo ad alta media tensione con schermaglia adulto vs ragazzina, premiazione dei giusti, punizione dei colpevoli, soddisfazione per i morti. Non tutto è originale, non tutto tiene col fiato sospeso e non tutto fila liscio come dovrebbe, ma, come accennato prima, la successione degli eventi è così serrata, la storia così fitta che si ha a malapena il tempo di fermarsi e rimucinarci sopra. E da non appassionato di film di fantasmi — bubu7te, per chi è del settore — una storia in cui succede finalmente un pacco di roba e i personaggi non passano i primi 40 minuti a dirsi “ma và, ma che fantasma, ho solo lasciato la finestra aperta” e i successivi 40 a guardarsi impauriti aspettando che qualcosa li inculi, è una ventata d’aria fresca. Senza contare che sono sempre stato un fan di Nancy Drew.
Di Vincenzo Natali invece non sono un esperto, per i motivi sopraccitati non ho visto nessuno dei suoi film (Cube puzzava di ANGOSCIANTISSIMO, Splice puzzava di pretese e quello che c’era in mezzo mi sa che ero dal barbiere ma corre voce che non mi sia perso granché) quindi quello che sto per dire potrebbe risultare a scelta una grandissima cazzata o una grandissima scoperta dell’acqua calda ma ecco: non è un regista che teme di essere didascalico, e se decide di far passare un concetto è disposto a metterti pure i sottotitoli.
La sua mano in Haunter è pesante come poche, la messinscena così carica che non posso credere sia ingenuità, quanto piuttosto la precisa scelta di campo di uno che si è detto “questo film lo faccio più fracassone possibile” (anche perché, a differenza di Splice, qui secondi fini “ideologici” proprio non ne vedo). Dal filtro seppia nelle parti anni 80 come se l’avesse inventato lui fino all’omaggio al cinema muto (o a un video dei Blink 182) in quelle ambientate negli anni 30, passando per immagini e soluzioni grafiche pacchianissime come la casa immersa nella nebbia, il volto che si riflette nello specchio e si rivela un teschio o la presenza che si manifesta per un solo fotogramma e riesci a vedere solo se metti in pausa — io a un film così gli voglio bene per principio.
Da vedere? Boh, Dio mi fulmini se ho mai capito i vostri gusti (quando nei commenti dite “lo recupero subito perché sembra bruttissimo” siete dei capi però, sul serio: sul serio?): non terrorizza e di certo non vi cambierà la vita, ma promette e delivera 97 minuti di divertente inquietudine, il giusto numero di spaventerelli e una trama che sopperisce intelligentemente alla mancanza di originalità con l’accumulo indiscriminato di, beh, qualunque cosa.
Arriverà in Italia? Basandomi sul fatto che in Italia gli horror arrivano completamente a cazzo di cane direi ancora boh, ma il quasi premio oscar Abigail Breslin (attenzione, però: vestita) potrebbe essere un incentivo, finché qualcuno si ricorda ancora chi è.
DVD-quote
“The Others’ Groundhog Day”
Quantum Tarantino, acchiappafantasmi, i400calci.com
La prima mezz’ora non e’ neanche male peccato che poi parta questa compilation di 60 minuti di lei che fa faccette stupide a ogni colpo di scena/situazione strana che dopo un po’ ti sfiancano.
Mmmhh sembra interessante, lo recupero. Viaggi nel tempo, loop marmottiani e abigail breslin…. questo film deve essere mio!
Quantum ma a sangue come siamo messi? Male immagino..
Cmq dai The cube lo devi vedere è una figatona, angosciante Sì ma niente di insopportabile…un onesto survival.
Non avevo mai sentito parlare di questo film, ma mi hai comprato in poche righe e non voglio spoiler, quindi per oggi mi tocca saltare la rece e la giornata sarà più grigia.
Accidenti alla tua capacità di persuasione, Quantum!
Acc… Vincenzino ha fatto un nuovo film e io non ne sapevo nulla! Grazie per la segnalazione. Per me Natali è proprio un talentaccio sottostimato.
“Cube” è un cultone dei 90.
“Cypher” è una matrixata per me meglio del vero Matrix.
“Nothing” è una terrygilliamata che mi sono visto in francese (l’avevo trovato solo così), non capendoci un cazzo dei dialoghi, ma esaltandomi lo stesso. “Splice” un’interessante cronebergata.
Ora mi procuro fiducioso anche questo “Haunter”.
Anche se un po’ mi intristisce vedere un eccentrico come lui preso ad aggiungere l’ennesimo horrorino ai mille e più horrorini che escono annualmente.
@Dembo eh, siamo a zero. è uno di quegli horror tutti pulitini. figurati che il killer la gente la strangola piuttosto che spargere sangue. che poi è anche una scelta che ci può stare, però qui siamo team Eli Roth XD
Per la cronaca, che so che c’e’ gente che lo vuole sapere: questo film era al Frightfest, ma e’ uno di quelli che mi sono perso. Ragion per cui anch’io mi sono fermato a leggere prima della foto del Pokemon, maledizione.
@tommaso: convincimi a superare il mal di testa che mi e’ venuto al 20esimo minuto di Cypher costringendomi a spegnere e rinunciare.
Interessatissimo al prodotto!
la casa nel nebbione sembra quasi un’autocitazione della casa nel bianco di “Nothing”
@Quantum, solo per consigliarti di tutto cuore il recupero di The Cube, splendido film di fantascienza e nemmeno troppo terrificante, solo angosciante fino al midollo.
Mah sarà ma a me tra the others, il giorno della marmotta, è già ieri, nightmare, altri film in cui i (spoiler) fantasmi delle vittime si vendicano del serial killer, e il finale “8*1000 alla Chiesa Cattolica” approved, m’è sembrato abbastanza insipido
tecnicamente ben fatto e McHattie ti fa venire voglia di ingaggiarlo per fargli fare gli scherzi telefonici al capoufficio nel cuore della notte
se poi avete qualche amico vietnamita che vi impresta la sua copia digitale nonostante la differenza di fuso orario, una visione non gli si nega
Natali e` uno bravo, anche secondo me e` un po’ sottovalutato. Scuola vagamente Cronenberghiana, da buon canadese. Comunque da` ai suoi film un certo suo tocco “weird” che mi piace. Vedro` questo Haunter, hai comprato anche me Quantum.
Completamente OT: parlando di Cronenberg, ho letto la trama di Maps to the Stars, il suo nuovo film, e ho pianto
La mia bombabilissima Abigaille! Alla faccia di chi le vuole male!
vez, io me lo vedo.
se poi è brutto ti mando laggente sotto casa.
non ho capito, regaz.
vi bombereste la bambina grassa di Little Miss Stocazzo?
madre mia…
@casanova
vuoi mettere poi, vantarti al pub con gli amici di esserti bombato una che si chiama Abigail
SPOILER?
A me lo sbrocco finale verso il pacchiano m’ha un po’ fatto uscire dal film, ma capisco che sia anche una questione di gusti. Fino a lì, però, mi son divertito parecchio. Soprattutto m’ha fatto ridere il continuo “Pensavi di aver sgamato che era come Ricomincio da capo? Tiè!”, “Pensavi di aver sgamato che era come The Others? Tiè!” ecc… :)
@casanova
adesso no
all’epoca, non so…magari indossando un costume da clown
@giopep
perchè “Tiè!”?
non ho colto ribaltamenti…
Nanni Cobretti……
@tommaso: convincimi a superare il mal di testa che mi e’ venuto al 20esimo minuto di Cypher costringendomi a spegnere e rinunciare.
…………………….
Eh, mi ricordavo che avevi già scritto di questa tua idiosincrasia verso “Cypher”.
Che dire? Prova a guardarlo fino alla fine. Magari gradirai che quando si viene al dunque la butta più sull’azione alla James Bond che non sulle menate filosofico-misticheggianti alla Wachowski.
A me piace perché ha un’atmosfera coerente e compatta – caratteristica per me fondamentale per il cinema di fantascienza – stile episodio di “Ai confini della realtà” contaminato con 007, perché ha delle belle scenografie retrò, ma riesce comunque ad essere un film moderno, perché la sceneggiatura è sensatamente dickiana senza troppo preoccuparsi dell’originalità a tutti costi (il finale non è una sorpresa per nessuno, immagino). Poi perché il protagonista Jeremy Northan è assolutamente perfetto nell’interpretare uno sfigato qualsiasi coinvolto in un gioco più grande di lui. E infine perché c’è Lucy Liu, la cui infinita topaggine asian non è forse mai stata così ben sfruttata.
Cacchio Quantum: delivera no, non lo puoi dire.
credevo che solo il mio capo potesse dire “delivera”
@Rainer mi hai sgamato, sono il tuo capo.
@samuel “McHattie ti fa venire voglia di ingaggiarlo per fargli fare gli scherzi telefonici al capoufficio nel cuore della notte” miglior commento che ho letto finora in tutto l’internet su sto film.
@tutti questione bombabilità: si potrebbe discutere in eterno se abigail breslin è un “no ma…” o un “sì se…” ma sento il bisogno di riportarvi alla realtà ricordandovi che ha ancora 17 anni. PIUTTOSTO. Samantha Weinstein, che qui fa il fantasma della ragazza morta negli anni 50 e aveva una particina nel nuovo Carrie (che, come ogni persona che non sia stata costretta a farlo, NON ho visto): insomma, ho parlato coi suoi genitori, abbiamo combinato un incontro la prossima settimana; ci sposeremo in primavera; saremo felici.
A margine: ho visto solo ora il trailer, mamma mia che brutto! Riesce a fare schifo, mancare completamente il punto e comunque spoilerare tutto quello che c’era da spoilerare. Chapeau.
@ QUantum- Come ci ricordano alte figure istituzionali del nostro paese nello svolgimento delle loro funzioni “In Italia, l’età del consenso è 14 anni!”.
@Quantum
troppo buono
se aggiungiamo “e alla ex-moglie” lo possiamo esportare anche negli USA
per la versione italiana ci metterei un “e alla suocera” per prendere anche il target famiglie
SPOILER
@samuel
Sì sì, non ne facevo una questione di ribaltamenti, m’è parso più un “ti faccio credere che hai sgamato tutto e invece c’è anche questo… e questo… e questo… e questo… “. :)
@giopep
ahh ho capito …è tipo Luttazzi che dice “ti faccio credere che ho copiato da Bill Hicks e invece c’è anche Emo Philips, George Carlin, ecc, ecc”
Si scherza, eh! Vitali mi dà l’idea di essere più bravo e capace di Luttazzi
minchia se è bello sto film!
Non ne avevo mai sentito parlare, quindi mi sono salatato gli spoiler e l’ho visto a scatola chiusa (volevo vedere you’re next, ma com’è possibile che nel fiume non si trova ANCORA!? Non ci credo!)
La parte iniziale è un casino. Disturbante, unsettling, piena di tensione. Verso la fine si perde un po’ in minchiatine, però vabe’.
Ottimo film, e mi ha fatto incuriosire sul regista. Splice lo vidi al cinema, e mi fece un bel po’ cagare. Cube mi ha fatto divertire molto. Recupererò al più presto Nothing (di cui già avevo sentito parlare) e Cypher.
@Samuel
Sisi, ma poi, guarda, a me il giochetto ha proprio divertito perché sul secondo “tiè” ero lì che “OK, ti ho sgamato, è come in [SPOILER]… però non ha senso, lo svela così presto? A-ha! Ecco, mi pareva! E adesso?” :D
E da lì in poi ho mollato il processo mentale del tentare di sgamare e mi sono semplicemente divertito a guardare che altro s’inventava per portare avanti la faccenda. L’ho guardato spensierato e tranquillo, diciamo.