Ciao, sono lo chef Jim Mickle.
Vi do il benvenuto e vi presento il menù di We are what we are:
— ANTIPASTI —
AFFOGATO DI MAMMA IN POZZA DI MERDA – Per cominciare, vi propongo un appetizer classico con un lieve retrogusto di inquietudine. Una donna si aggira con aria nervosa in una cittadina di provincia funestata dall’alluvione. Capogiro, sangue dalla bocca, svenimento. La donna annega nell’acqua fangosa, elegantemente inquadrata dall’alto. Un inizio deciso e misterioso q.b.
MIX DI TIPICITÀ DELL’AMERICA RURALE – In un’unica, sovrabbondante, interminabile vassoiata, ecco un potpourri della grande cucina americana tradizionale. Non manca niente: dall’umidità soffocante alla grande casa di legno, le cui assi scricchiolanti e muffite a puntino richiamano sapientemente il marcio del cuore familiare racchiuso al loro interno. Si prosegue con un’impepata di sguardi assortiti (frustrati, tesi e succubi) delicatamente macerati in un guazzetto di oppressione. Su tutto domina il gusto deciso e preponderante del padre padrone alla bigotta, interpretato con bieca severità da Bill Sage. Caratteristica di questo piatto è che sarò proprio io, lo chef Jim Mickle, a servirvelo personalmente, imboccandovi col cucchiaio per ore e ore, anche quando ne avrete avuto abbastanza e vorreste proseguire con la cena.
BIS DI FREGNETTA CON TURBAMENTI – Servite a parte, queste due immacolate sorelle rappresentano il cuore pulsante del menù. Immerse per anni nell’atmosfera torbida della casa, succubi del gusto deciso del padre padrone, esse si impregnano di un aroma ambiguo e perverso che le rende ancora più chiavabili misteriose. È evidente sin dall’inizio che nella grande casa di campagna americana regna un fosco mistero, di cui era depositaria la madre morta all’inizio. È altresì evidente che le figlie ci sono dentro a bagnomaria fino al collo. Che cosa sarà? È la SORPRESA DELLO CHEF!
SORPRESA DELLO CHEF – Uh uh uh! Vi tengo per un’ora intera a macerare nel dubbio! Quale sarà il fosco segreto? Mmmmh! Non vedo l’ora di rivelarvelo!
TACOS – Non più disponibili in menù. La precedente gestione messicana aveva lasciato insoddisfatti molti illustri clienti, quindi ho deciso di eliminare ogni riferimento alla “cucina povera” di Jorge Michel Grau e affogare tutto nella mia inimitabile salsa midwestern. Sono fiero di annunciarvi che in We are what we are troverete ben poco dell’originale messicano, se non l’idea di partenza. Le ispirazioni “esotiche” della mia cucina, infatti, sono altre.
LECCATURA DI INQUIETUDINE ALLA COREANA – Pur profondamente legato alle tradizioni della mia terra, non nascondo il mio amore per la cucina fusion. Ed ecco che ho deciso di presentare le mie pietanze ispirandomi ai perfetti, elegantissimi impiattamenti di certa tradizione coreana, e in particolare del K-horror nella sua declinazione più algida ed estetizzante. Nel mio We are what we are – cibo per gli occhi prima ancora che per la mente – non mancherete di riconoscere le caratteristiche dei più noti piatti freddi di celebri chef orientali come Kim Jee-woon. Non a caso ho studiato per anni sul suo Two sisters, per carpire tutti quei segreti che rendono indimenticabile un film: fotografia gelida, ritmo impantanato, inquadrature da dietro i vetri, carta da parati sui titoli di coda.
— CONTORNI —
MICHAEL PARKS IN BRODO DI PASSATO TRAGICO – Servito con una spruzzata di sospetti. Tra una portata principale e l’altra, dilettatevi col mestiere di questo bravo attore tarantiniano, che renderà guardabili anche le più trite sequenze di detection. Egli sta per scoprire i foschi segreti della famiglia! Quali orribili misfatti verranno a galla? Non ve lo dico! È la SORPRESA DELLO CHEF!
BISTECCONE INUTILE MACELLATO FRESCO – Giovane esemplare di poliziotto innamorato di una delle sorelle. Scongelato, messo a bollire giusto il tempo di qualche domanda di troppo, poi seccato a vangate non appena si apparta con la figlia maggiore. La prolungata lessatura evita eccessivi spargimenti di sangue: prediligo infatti una cottura intensa e omicidi rapidi, non troppo truculenti né particolarmente inventivi.
OSSICINI ALLA RUSCELLETTA – Perfetto complemento alla grande casa di legno, queste ossa affiorano nelle limpide acque del torrente attiguo; ottimi per il commensale distratto che ancora non avesse capito qual è la SORPRESA DELLO CHEF!
FONDAMENTALISMO RELIGIOSO IN SALSA CRITICA – Versata generosamente su tutte le portate principali, la critica al fondamentalismo religioso esalta e valorizza il sapore genuino della provincia americana. “Complimenti allo chef per il suo acume e la sua intelligenza!”, è la frase che più amo ripetere a me stesso.
— PRIMI PIATTI (SPOILER MEDI) —
(Vi ricordo che anch’io aderisco alla filosofia Slow Food. Questo significa che i primi piatti verranno serviti dopo almeno un’ora dall’inizio del film, quando ormai sono diventati freddi e il loro odore impregna già tutta la sala da pranzo)
ENCHAÎNÉE DI FANCIULLA IN CANTINA – Abbondantemente impanata nel fango e mostrata a piccole dosi. È la prima grande sorpresa che questo chef ha in serbo per voi!
OMICIDIO TIMIDO CON RITO IN BIANCO – L’azzardato abbinamento tra le due sorelle e la fanciulla in catene dà vita a un’esplosione di sapori violenti, con una mazzata in testa a coronare il macabro rituale familiare. Come sempre, però, tengo il coperchio della pentola ben chiuso ed evito di condire con troppo sangue, perché sapete com’è, l’algida freddezza e il non detto sono il mio marchio di fabbrica. “Sei un grande autore, Mickle!”. Grazie, grazie.
LA SORPRESA DELLO CHEF: ZUPPA DI CARNE UMANA! – Ebbene sì! La famiglia protagonista è una famiglia di cannibali! Cannibali che compiono riti cannibali in odor di fondamentalismo religioso! Ecco spiegati alcuni degli eventi misteriosi che ho disseminato nel film: la presenza di ossa nel fiume, la ragazza rapita in cantina, le sparizioni misteriose, la fottuta LOCANDINA del film e il fatto che tutti i clienti in sala stiano gridando “CANNIBALI!” da sessanta minuti.
— PIATTO FORTE (SPOILER ALTI) —
TARTARE DI CARNE UMANA PATERNA CON MORBOSITÀ E AMBIGUA REDENZIONE – Ma il vero finale granguignolesco deve ancora venire! “Sei meglio dei coreani, Mickle!” Lo so!!
Condito da un’ultima dadolata di omicidi pigri e tirati via, ecco il colpaccio: le ragazze si ribellano al padre padrone e SE LO MANGIANO VIVO, sbranandolo con bocche capaci. E ora la strada è diritta: le ragazze fuggono verso un futuro forse migliore, forse no, finale aperto, clienti che si alzano da tavola e mi applaudono, guide gastronomiche che mi riempiono di forchettine e cappellini, vorrei ringraziare mia mamma e tutti quelli che hanno creduto in me. Il pranzo è servito.
LA RECENSIONE DELL’UTENTE “LUOTTO PREMINGER” SU TRIPADVISOR
Ho provato questo film attirato dalle buone recensioni e inoltre me lo avevano consigliato come un buon posto per la carne al sangue ma in realtà sono rimasto abbastanza deluso. In primo luogo gli antipasti erano davvero troppo abbondanti. Sì capisco Slow Food e tutto quanto ma il servizio era davvero lentissimo, abbiamo dovuto aspettare più di un’ora perché ci portassero i piatti principali e nel frattempo il cuoco insisteva a scucchiaiarci delle porzioni interminabili di umidità e oppressione della provincia americana e continuava a vantarsene ma noi eravamo lì per un altro motivo!!! Per di più tante belle intenzioni sì, ma alla fine niente che ci abbia colpito particolarmente… contorni insipidi, atmosfere stucchevoli, salsa critica vistosamente annacquata… Mi è sembrato che si vergognassero di essere un semplice e onesto ristorante di carne e dovessero fare l’alta cucina a tutti i costi, però tutta apparenza e poca sostanza secondo noi!!! L’ambiente poi metteva un po’ a disagio, tutta la carta da parati sui titoli di coda, le inquadrature perfettine. Mia moglie per sbaglio ha spostato un candelabro e poco ci mancava che la sbattessero fuori a calci. Dicono che c’è l’ispirazione coreana ma a me purtroppo è sembrata un po’ una cosa da turisti, cioè sì la Corea ma rimasticata per il cliente occidentale… tant’è vero che il massimo del retrogusto coreano a mio parere è stato un vago sentore di Stoker, e vi assicuro che non è un complimento.
Il cuoco continuava a insistere con questa “sorpresa dello chef”, e in più ci sono ben due sottotrame di gente che indaga per scoprire se la famiglia protagonista ha qualcosa da nascondere, ma la verità è che noi si sentiva puzza di marcio sin da quando siamo entrati, quindi ovviamente in tutta la faccenda non c’era nessuna suspense ma solo tanta noia. Poi finalmente è arrivata la carne e sulle prime l’abbiamo trovata troppo cotta e per niente al sangue, omicidi poco scioccanti, zero inventiva, personaggi inutili tipo la vicina di casa che sta lì solo per morire a cazzo di cane, che poi mi è pure venuto un colpo quando mi son reso conto che quella vecchia era Kelly McGillis mamma mia.
Poi però è arrivato il piatto forte, con il babbo sbranato dalle figlie, e devo dire che è stata una delle pochissime volte che ho rivalutato un film sulla sola base di un finale bello forte e ben riuscito, perché è davvero inaspettato il cambio di registro: non solo c’è tanto sangue che non ci speravo più, ma c’è anche un bel balzo deciso sopra le righe ma assolutamente non gratuito… È il modo perfetto per rappresentare in modo concreto e carnale la liberazione delle figlie dalla repressione paterna e al tempo stesso l’ambiguità terribile della loro crescita, perché il cannibalismo di famiglia si perpetua per l’ennesima volta e perché le ragazze letteralmente “fanno propria” la stessa carne della loro carne. Quindi in fin dei conti do una sufficienza risicata perché il piatto forte vale quasi il film e riesce a infilare un discorsino sulla famiglia che magari non è niente di nuovo però è espresso in maniera coraggiosa e non convenzionale, però ripeto, c’è davvero da annoiarsi prima di gustare la specialità della casa e tutte queste arie “di classe” non giovano all’immagine del locale secondo me.
Solo una parola sulle bevande: a un certo punto, quando le ragazze si mettono a quattro zampe sul tavolo, sbocconcellano il babbo e poi si guardano voluttuose con la bocca grondante sangue, io ho distintamente ordinato “LIMONATE!”. Però non ce le hanno mai portate e questo è un altro esempio del servizio insufficiente di questo posto.
Consigliato per: serate tra amici noiosi, gente che non ha un cazzo di meglio da fare, gente che apprezza le ragazzine represse con le turbe inconfessabili.
Questa recensione ti è stata utile? Sì/No
DVD-quote suggerita:
«Carino ma non so se ci tornerei» (Luotto Preminger, tripadvisor.com)
#solopulitzer.
Una nuova recensione di Luotto, una nuova vittoria di tutto l’internet. Uffa, questo signor Luotto comincia a stancarmi con queste vittorie a mani basse. Sembra di vedere il Barcellona
Standing ovation.
Luotto Presidente dell’Universo subito!
Gordon Ramsey dei recensori!
Grande Luotto! E mi raccomando, più tags #limonate troie per tutti!!
Me ne avevano parlato bene ma ora che ho letto la tua recensione su tripadvisor mi sa che opterò per la solita pizza riscaldata al microonde
p.s. congratulazioni Luotto, articolo enorme
Evviva la ditta!
ottima recesione. Non voglio fare il scassaminchia, ma non potreste essere un po’ più coerenti sull’indicazione degli spoiler? La maggior parte delle volte leggo le recensioni tranquillamente, sapendo che in caso di spoiler lo indicherete a chiare lettere. Altre volte, come qui, niente, il finale è buttato in faccia senza nulla avvisare. Un po’ seccante, no?
1) Strada diritta, evviva la ditta!
2) Basta, Luotto è il meglio. Questo pezzo fa il tris con quello del remake di La Casa e quello di Stoker in una ideale trilogia (che brutta frase).
3) Io ripeto che ai prossimi Sylvester vorrei un premio al miglior post (se proprio volete evitare le lotte fratricide si potrebbero far gestire anche le candidature dai lettori) (anche se con le faide sarebbe più divertente).
4) Stasera zuppa di fec… ehm Feci la zuppa!
5) Questa recensione mi è stata utile: Sì.
Non c’e’ una scena dove il padre in preda ai tremori della kuru serve a tavola dei piatti di brodo?
Aggiungerei fra le recensioni storiche di Luotto quella di Penumbra ft. Knudi.
Luotto mi tengo il tuo santino sul comodino dopo questa rece. minchia.
@val: domanda legittima, si potrebbe discutere dei dettagli per ore, ma il succo e’ che senza quello spoiler il film non lo avremmo nemmeno coperto
Val: scusa, perché dici “senza avvisare”? la dicitura “spoiler medi” e “spoiler alti” sul menù non conta come “avvisare”?
Luotto, hai proprio ragione, non li avevo visti proprio. :'(
io alle prossime elezioni sulla scheda scrivo solo “LUOTTO”
Il pranzo di Babette, qualche anno dopo, con le stesse mani(e) da perfezionismo euclideo.
Propongo un Lu8 Pride con giga(nto)grafie e applausi a (o)scena aperta.
Somos lo que hay è un grandissimo film, questo non vale la visione.
Le palline di Tripadvisor sono geniali, bravisismi !
Stoker è un bel film e quando non ci sarò più mi darete ragione
Luotto caro, sei il meglio che c’è. Recensione colossale
EVABBÈ ALLORA APRITI UN SITO TUTTO TUO LU8
Luotto meriterebbe delle stelle Michelin. Detto questo nonostante tutto il film non sembra poi così male e alle volte mi lascio abbindolare facile (adoro il k-horror e robe tipo two sisters che mi pare vengano riprese) Quindi la domanda è
@luotto ma siamo in linea con quelle produzioni li o è una scialba imitazione? Recupero?
@Vesper, se il motivo principale è ritrovarci atmosfere alla two sisters lascia perdere, a me lo ha ricordato esclusivamente da un punto di vista formale/tematico, ma non c’è niente di quel tipo di horror (nel senso fantasmi o spaventi). Al massimo, come dicevo, ha un che di Stoker.
Per il resto non è un film disprezzabile, ma è noioso e per molti versi banale; si risolleva non poco nel finale, ma sono 5 minuti. Vale la pena? Meh.
Comunque scopro ora che è un remake di un film messicano del 2010 che NON ho visto.
voglio una maglietta col faccione di luotto tipo che guevara
( Non so se sia OT, ma io intanto ho scoperto l’esistenza dell’Anti-Lu8. E la scoperta mi ha un po’ inquietato: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7762219 )
A parte la solita qualità, una lettura davvero utile perché occhieggiando rotten c’è un entusiasmo spropositato per questo film, almeno così aggiusto un po’ le aspettative (già altine di loro dato che Stake Land mi era piaciuto un botto).
Comunque io non trovo mai in rete certi film di cui parlate se non mesi e mesi dopo e mi sale sempre una gran tristezza perché vorrei essere sul pezzo come voi e invece no.
@ dino riise: giuro che se avessi una foto adatta e trovassi qualcuno che me la rielabora, la stamperei su una maglietta rossa e ci andrei in giro (non da sobrio) (o forse anche da sobrio)
@ Ciobin: non ho ben capito se è una cosa che danneggia la gravidanza oppure no. Vorrei tanto che Lu8 fosse il nome di un impedimento alla gravidanza
@ darkskywriter: sì, hai visto? L’avevo notato anch’io. Ma leggendo qua e là le singole recensioni mi sono reso conto che per la gran parte si tratta di giudizi medi, sufficienze risicate, “meh con qualche pregio”, che più o meno è quel che penso io. Evidentemente su RT arrotondano per eccesso e quindi i meh diventano pomodori maturi, ma l’effetto complessivo ne risulta un po’ falsato…
una nuova recensione di Luotto!
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mi preparo a leggerla contenta come da bambina il nuovo numero di Topolino.
lova lova
!
lova
@lu8
giassai
Il Lu8 è un antigene un po’ birichino, in effetti. Ma non mi preoccuperei del problema gravidanza. Con Sasha Grey il problema non si pone.
Ma se dovevano spoilerare con la locandina, perché non l’hanno intitolato “We are what we eat” ?