Bring Me the Head of the Machine Gun Woman — il titolo internazionale vigliaccamente scelto da distributori aridi e incapaci di apprezzare la bellezza e la musicalità dell’originale Tráiganme la cabeza de la mujer metralleta — è un film cileno, e qui il primo scoglio: COSA CAZZO SO IO SU CILE?
Avete presente quando a scuola vi davano un libro da leggere e voi pensavate di sfangarla guardando il film che ne era stato tratto? Ecco, io appartengo alla generazine subito successiva, quella in cui i professori erano così disillusi che ci davano direttamente da vedere il film e noi, furbissimi, pensavamo di sfangarla leggendo la versione a fumetti su Topolino: sospetto che le mie lacune su eventi apparentemente fondamentali come il colpo di Stato che depose il presidente Allende o i 20 anni di dittatura militare siano dovute al fatto che la versione con Paperoga nel ruolo del burbero capofamglia Jeremy Irons di La casa degli spiriti fosse alquanto edulcorata. Fortunatamente, come il nome niente affatto didascalico e il poster fotocopiato male da Planet Terror fanno intuire, in questa circostanza conoscere il Cile, la sua storia o, Dio non voglia, la sua filmografia non serve assolutamente a niente perché il film di cui stiamo per parlare è solo l’ennesima grindhousata priva di idee e personalità — figuriamoci legami con il paese in cui è stato realizzato.
Sì, la storia è ambientata in Cile, cioè un luogo desolato giallo e polveroso che potrebbe essere il Cile come potrebbe essere la Toscana come potrebbe essere il campo rom che hanno sgombrato l’altro giorno dietro a casa mia; si parla lo spagnolo, ma chi non lo parla al giorno d’oggi, e i “riferimenti culturali” (ci torniamo fra un attimo) sono quelli di chi si è fatto imbottire il cervello negli ultimi 20 anni da nient’altro che la cultura pop americana. Per cui, se un motivo per interessarsi a questo film, a parte il titolo irresistibilmente cretino, poteva essere la domanda “come elabora il genere grindhouse/exploitation l’America Latina che non si chiama Rodriguez?”, vi fermo subito: la risposta è no.
Il discorso sui grindhouse e sull’exploitation… Non lo comincio neppure. Sul serio, prendere una recensione A CASO apparsa su questo sito tra qui e il 2007 e c’è 1 possibilità su 3 di trovarlo già scritto da me o da un qualsiasi altro redattore. È sempre quello e a parte la rottura di palle di rifarlo ogni volta, non ha proprio molto senso farlo, dato che è un argomento morto e sepolto su cui siamo già tutti d’accordo. Dal 2007.
Per inciso, se levate gli zombie dal titolo, i concetti chiave sono gli stessi che ha espresso Jean-Claude IERI su Zombie Hunter.
Velocemente, la trama.
Un’assassina su commissione, la Machine Gun Woman Mujer Metralleta del titolo, uccide senza pietà e senza un motivo preciso tutti i gangster che le capitano a tiro (UNA DONNA CHE UCCIDE È UN’IDEA FORTE PERCHÉ DI SOLITO LE DONNE CUCINANO O RAMMENDANO I CALZINI); sempre senza un motivo preciso (giuro, la successione degli avvenimenti non ha alcuna logica — AH AH CHE RIDERE I FILM FATTI MALE), il giovane dj Santiago sta per morire per mano del gangster più cattivo della città: per avere salva la vita gli promette che gli porterà entro 24 ore la testa della sua acerrima nemica, la Mujer Metralleta di cui sopra. In un crescente disprezzo dei nessi causa-effetto e dell’usanza di dare allo spettatore una parvenza di narrazione a cui appoggiarsi mentre gli sfilano davanti agli occhi culi e fontanelle di sangue, Santiago e la Mujer un po’ si inseguono, un po’ si fanno gli affari loro, un po’ si innamorano (A-HA! VISTO CHE POI ALLA FINE LE DONNE SI INNAMORANO).
Non è che i personaggi non abbiano un approfondimento, non hanno proprio una riga di sceneggiatura. Eccetto Santiago (una specie di Zachary Levi dei poverinos), il protagonista maschile, del quale ci viene raccontato a più riprese l’eccitante background — vive con la mamma, non lavora, non studia, vorrebbe guadagnarsi da vivere giocando ai videogiochi –, il resto del cast è definito a malapena dal proprio aspetto: la Mujer Metralleta è figa, il super boss finale ha la coda come Fiorello quando faceva Karaoke, c’è uno sgherro con la benda (poteva forse mancare?) e un altro con la maglietta dei Pantera.
Può essere che sia una scelta. Uno dice, sai che c’è, ho una visione talmente particolare e NUOVA che non posso proprio perdere tempo con cose come la scrittura dei personaggi: voglio dire, tutti quei filtri per far sembrare che la pellicola sia rovinata o i fermo immagine con nome del personaggio in sovraimpressione non si metteranno mica da soli — anche se la vera chicca è come l’intero film sia una marchetta stratosferica a GTA giustificata dal fatto che la realtà è così violenta che il protagonista può elaborarla solo attraverso livelli del popolare videogioco multipiattaforma.
Non sono un esperto, ma lasciate che vi dica una cosa su GTA: non ne ho mai capito l’appeal; se mi interessasse muovermi liberamente in un ambiente 3D dove puoi fare letteralmente qualunque cosa eccetto trovarti un lavoro onesto, mi basterebbe continuare a vivere in Italia.
Non di meno, tutto questo è inframezzato da momenti assolutamente spiazzanti in cui il film si dimentica anche a che genere vorrebbe assomigliare (spariscono tutti i filtri, le scritte, le didascalie di GTA e, uhm, i morti) e diventa laboratorio di recitazione in cui gli attori, in ambienti chiusi e seguiti macchina a mano tipo Woody Allen in Mariti e mogli, improvvisano dialoghi impacciatissimi e che non hanno alcun legame con la storia.
Il mio preferito? Santiago e una barista si mettono a parlare di musica e salta fuori questo:
Dovendo trovare UNA cosa da salvare, in questo spreco di pellicola, Fernanda Urrejola è l’unica risposta valida.
Classe 1981, protagonista della versione latina di Secret Diary of a Call Girl, rende tollerabili una manciata di minuti di visione grazie all’intensità da porno star e il guardaroba di Lady Gaga. Avesse avuto anche qualcosa da dire, magari scoprivamo che dietro quel fisico e quel sorriso bellissimo c’è pure una personalità, purtroppo tutto rimane fermo a fantasia fetish di un maschio idiota che tutto quello che ha capito di Kill Bill è che va bene oggettificare le donne se le metti in mano un’arma e fai ripetere in continuazione a tutti quanto siano cazzute.
Arrivati alla fine, devo ammettere che in realtà una cosa la so, sul cinema cileno: Marko Zaror. (Che ho incontrato giusto la settimana scorsa che ritirava l’assegno di invalidità — o era in Machete Kills?)
Prima di picchiare gli americani in Undisputed 3, Marko picchiava i cileni in film come Mandrill e Kiltro, robette low budget tutto sommato innocue e divertenti che incidentalmente (o forse no) sono state dirette dallo stesso figlio di puttana che ha firmato questa roba qua: Ernesto Díaz Espinoza.
Ora, il motivo principale per cui non sto dando la caccia a Espinoza armato di forcone è che ieri ho letto la rece di Zombie Hunter e so che almeno la Mujer Metralleta non è stato pagato con kickstarter e non è virato in viola, ma che una persona che ha dimostrato di saper fare film sensati e coerenti, si cimenti in un’operazione così deliberatamente brutta perché tanto lo fanno tutti è un bel po’ squallido: sui limiti e le ingenuità si ride e si soprassiede, ma per la cattiva fede, la presunzione di dire “se può farlo Rodriguez posso farlo anch’io” ci sono solo le botte.
DVD-quote:
“1 ora e 10 di agonia per dire «viva la figa» e «GTA RULLA»: non poteva scriverlo sul muro di un bagno come fanno tutti?”
Quantum Tarantino, i400calci.com
“Mision fallida.”
Quantum Segundo Moreno Ramirez De La Vega Y Tarantino, los400tiros.com
Il titolo veramente quando l ho visto sullo scaffale del negozio mi ha fatto pensare subito a “Bring me the head of Alfredo Garcia” che pure sara’ un titolo del piffero pero’ il film e’ una bomba…e dunque ho preferito lasciarlo sullo scaffale.
Sul pezzo di GTA – Italia applausoni emozionati. Grindhouse è stato un progetto con una propria logica finché fosse iniziato e finito con Grindhouse, appunto. Il credere che mani inesperte riescano a maneggiare la materia tirando fuori cose altrettanto valide genera mostri, piuttosto è molto più facile imitare l’archetipo “film italiano depresso de sinistra”.
“la versione con Paperoga nel ruolo del burbero capofamglia Jeremy Irons di La casa degli spiriti fosse alquanto edulcorata”. Bravo.
cazzo il back to back di film di merda è tosto
Io comunque una rece di GTA5 sui 400 calci ce la vedrei bene, un po’ come è stato fatto per Blood Dragoon.
@lazi
Stanlio is the man you’re looking for
no però scusate… io capisco il dovere di completezza e tutti i cazzi di tenere un sito continuamente aggiornato… ma pure voi smettete di vedere (e recensire) ste monnezze! Abbasta con ste grindhousate! Rodriguez tacci tua e alla tua eredità c’hai rovinato!
Stiamo lavorando per voi (forse).
In questo caso invece è un servizio di pubblica utilità: su rotten le rece sono 2 a 2, su imdb ha quasi 6, dal trailer non sembra poi malissimo… dalle premesse senza questo post di dissuasione l’avrei approcciato con un certo ottimismo, ringraziamo Stanlio per averci salvato
DI NIENTE ANCHE SE IO NON SONO STANLIO MA NON E’ CHE ME LA SIA PRESA EH NO HARD FEELINGS L’IMPORTANTE E’ PARTECIPARE
@Marlon Bring me the head of Alfredo Garcia viene citato apertamente come fonte di ispirazione, ma è un momento così patetico (il protagonista tiene in proprio mano il dvd e dice “è bellissimo”) che ho preferito glissare.
@Bread Beat al di là dell’impegno a pubblicare un articolo al giorno ecc ecc, si cerca sempre, almeno per quel che mi riguarda, di approcciarsi a ogni film con la mente sgombra e zero pregiudizi. facile sapere in anticipo che ogni nuovo film di scorsese sarà una figata e ogni nuovo di malick sarà una palla al cazzo, più vario è il discorso grindhouse dove ogni 300 cagate capita il film che azzecca tutto (il primo esempio che mi viene in mente Manborg) e io non smetterò mai di sperare di riuscire a beccare di tanto in tanto proprio quello lì: nel caso della mujer mitralleta il plot gridava vendetta ma le credenziali del regista erano buone, l’unica era vederlo — e una volta visto lo si recensisce.
Non è la prima volta che in un pezzo altrui qualcuno mi ringrazia per il pezzo.
È bellissimo, sui pezzi firmati da me becco gli insulti e sui pezzi firmati da altri vengo ringraziato.
Vado di là a farmi delle domande.
@Quantum @Stanlio
minchia è vero mi sego un mignolo per scusarmi, è che avevo aperto in un’altra finestra la rece di Zombie Ass che volevo rileggere per ponderare se vederlo o meno e mi sono confuso
@Quantum: eccc’hai ragione, ma 2 giorni consecutivi di recensioni di grindhousate sono di difficile digestione (del resto è come qualcuno di voi aveva scritto in un’altra recensione su un film della asylum: uno ci spera sempre per poi rimanere puntualmente deluso). Dai va bene così!
Chissenefrega se si tratta di film usciti dal culo, finchè ne risultano recensioni così belle ben vengano
@Capitan, ma infatti! io vengo sui 400 calci princpalmente per sbellicarmi con le recensioni, poi vedere il film è un di più. Tranne che per gli horror che quelli tendo a vederli tutti, perchè li amo troppo.
Oppure torno su vecchie recensioni di film che ho appena visto per farmici quattro risate…
@Quantum ma infatti io vista la citazione annusata l’ antifona ho preferito evitare…non ho più l’età piuttosto mi riguardo il film citato…però vi ringrazio delle recensioni perché se per sbaglio ho bypassato qualcosa che invece voi salvate mi fido e vado a recuperare.
“Non sono un esperto, ma lasciate che vi dica una cosa su GTA: non ne ho mai capito l’appeal; se mi interessasse muovermi liberamente in un ambiente 3D dove puoi fare letteralmente qualunque cosa eccetto trovarti un lavoro onesto, mi basterebbe continuare a vivere in Italia.”
EPIC WIN
Discorso da incorniciare quello su GTA.
Gran pezzo di fica la Fernanda.