Open Grave è un film de Merwe. Ok, con questo mi son giocato la battuta migliore sulla pellicola. Ma mi sono anche accattato la vostra simpatia. Quindi ora posso tediarvi per millanta tamanta quattordici e trentatre parole senza per questo sentirmi in colpa ma anzi credendo che, con questo inizio folgorante, voi rimarrete appiccicati allo schermo leggendo tutto quanto. Fino alla DVD-Quote. Tutto giù d’un fiato. Op! Op! Op! Certo, potrei anche rendervi la lettura più gradevole inserendo qua e là alcuni escamotaggi narrativo-linguistici copiati da altri. Se da un lato potrebbero darvi fastidio in quanto derivativi, dall’altra beh, fanno sempre ridere. Oppure potrei dirvi che Open Grave è un film de Merwe. Ah! ah! ah! Mi piace sempre citare i grandi classici. *sospiro*
Ad esempio questo è un tipico passaggio alla Leo Ortolani. Avete visto come funziona alla grande?
Non vi ho ancora convinti?
E se avvolgessi tutto quanto con un alone di mistero? Magari anticipandovi all’inizio che qualcosa di buono c’è, seguitando invece a parlare solamente dell’aspetto negativo del film e infine chiosare in maniera fulminante “Effettivamente c’è qualcosa di buono in questa opera: che finisce”. E voi lì, protesi nello sforzo spasmodico di un pensiero tormentante quale “Ma se ne finora ne ha detto peste e corna, cosa avrà trovato di buono?”, vi sgonfiereste alla fine come il super santos che il vicino ti bucava davanti agli occhi all’urlo di “Mi avete stufato con sto tum tum tum contro il muro”.
Proviamo…
tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum.
Sì, anche io mi sarei bucato il pallone.
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Sì, fastidiosissimo davvero. Ma intanto vi siete già pappati un bel tremila battute senza dire ne “ai ne bai” (espressione del pleistocene, i più raffinati di voi apprezzeranno).
Vi siete bevuti tremila battute così come io mi sono puppato (nell’accezione della fava) l’ora e trentotto minuti di Open Grave, film di Gonzalo López-Gallego e con protagonista Sharlto Copley, un attore a cui manca solamente una cosa.
Una vocale nel nome.
Sharlto Copley (che io continuo a chiamare Sharlito trasformandolo in un pincher nano) è quel tipo di attore che, pur avendo la faccettistica necessaria a trasformarsi nell’ennesima versione discount di Rober De Niro (vd. alla voce Elias Koteas), è stato graziato dall’aver esordito in un filmettino di culto che, grazie anche a una sceneggiatura che non lasciava spazio all’errore, gli ha consentito di millantare una certa qual caratura attoriale.
Ma Sharlto è uno di noi, è uno semplice, è uno buono, è uno cresciuto con i piedi nudi sulla terra aspra. E quindi crede nel “cinema come mestiere”, nell’attore-artigiano, nei simpatici peones della decima musa. Per poi alla fine trovarsi a firmare tutti i contratti all’insegna dell’ogni-lasciata-è-persa. Dopo District 9, insomma, è stata una lenta discesa fatta di A-Team (film di cui ricordiamo solamente il six pack di Bradley Cooper e solo grazie alla mitopoiesi operata dall’ottima Dolores), Open Grave, un ruolo comunque alla fin fine marginale in Elysium, fino ad arrivare a Old Boy e chiosare con un film il cui titolo ha un’inquietante assonanza un’antica marca di cibo per cani: Chappie. E il cerchio sul pincher si chiude.
Io ne conosco solo uno che ha fatto peggio di così.
Ciò premesso passiamo alla trama.
Pannofino Copley si risveglia un bel giorno in una fossa comune a cielo aperto (da cui il titolo). Ha tutte le ossa che fanno malissimo e fanno criiick. Craaaack. Sciiiick. Sciaaak. Ha una pistola in tasca. Una donna misteriosa lo aiuta a uscire dalla fossa comune. C’è una casa. Pannofino Copley entra.
Da lì in poi il rompimento di balle.
La faccio breve. Nessuno dei cinque abitanti della casa si ricorda nulla di sé: non sa chi è, non sa che fa, non sa se crede o meno in Dio, non sa se ha pagato il canone Rai. Diffidano solamente tutti quanti (con vari gradienti che vanno dal “ti scoperei salvo poi pentirmene” al “se mi tocchi ti spacco”) di Pannofino Copley perché lui è uscito dalla tomba mentre loro erano già in casa quando si sono svegliati senza ricordarsi nulla. Tutto questo ben di Dio ci viene spiegato ai più attraverso dialoghi raffinati quali:
“Non ci ricordiamo niente”
“Davvero, non mi ricordo chi sono”
“Abbiamo trovato le nostre patenti e quindi, visto che non ci ricordiamo chi siamo, dalle foto dovremmo essere A, B, C, D”
“Io forse sono cattolico ma davvero non mi ricordo niente”
“OMIODDIO! SO IL FRANCESE! È PAZZESCO! ALLORA FORSE PRIMA SAPEVO IL FRANCESE!”
“Pazzesco davvero, e sai leggere tutti i libri della casa! Che sia forse casa tua?”
“Forse sì! Forse è casa mia! Ma allora se fosse casa mia… SAREBBE CASA MIA!”
“Oddio, guarda come sta caricando la pistola! Deve essere uno esperto con le armi! Magari era un poliziotto!”
“Guardate come sparo bene io che forse potrei essere stato un poliziotto o forse no. Però sento questo istinto dentro di me che, appena sento un urlo in lontananza, mi fa urlare alla prima donna vicino a me “Tu vai dentro la casa! Non aprire a nessuno! Io vado a vedere!”
“Pazzesco, forse eri davvero un poliziotto! O forse eri uno di quelli che moriva come un pirla nei film horror!”
Didascalismo? Incapacità di raccontare per immagini? Forse qualcosa di più.
Un esempio tra i tanti (SPOILER FREE).
A un certo punto qualcuno si pappa le chiavi della macchina di Pannofino Copley. Pannofino Copley deve riprendere le chiavi. Pannofino Copley ha un fucile. Campo lungo. Sparo. Dettaglio delle chiavi inserite nell’accensione della macchina. Le chiavi sono sporche di sangue.
«Ciao, sono lo spettatore medio secondo Gonzalo López-Gallego e non capisco un campo-controcampo se non mi mettete un arbitro di tennis che muove la testa da una parte all’altra per farmi capire che i due stanno dialogando tra di loro e non con il rispettivo amico immaginario».
Dicevamo: c’è gente senza memoria. Succedono cose strane. Indizi sulla presenza di “altri”. Una data misteriosa. Una donna muta che sembra sapere tutto. Esperimenti su cavie umane. E in tutto questo Lindelof che scrive “‘sta volta non c’entro niente, giuro”.
Visto che non abbiamo 5 anni della nostra vita da buttare nel gabinetto, la nebbia nei ricordi dei sopravvissuti si dipana senza apparente ragione nel corso dei 98 minuti di visione di Open Grave per far spazio, gioia y gaudio, sangue y arena, alla più banale delle verità che non sto qui a spoilerarvi. Perché magari v’è rimasta la curiosità di vederlo. Ma io eviterei. Così, solo perché in 98 minuti ci sono un sacco di cose divertenti da fare. Tipo guardare video su Youtube. Giocare a Supermario. Oppure dare calci al pallone contro un muro.
tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum.
Il film avanza inutilmente per tutta la sua durata e lo scoprire il mistero misterioso, che vorrebbe citare Memento ma che a ben vedere si aggira più nei pressi de Lo Smemorato di Collegno, alla fine ci fa pensare che era molto meglio se l’amnesia dei personaggi fosse stata definitiva giacché il loro recupero della memoria ci consegna, come una sorta di sadico contrapasso, un film totalmente dimenticabile.
Un’analisi a parte va poi dedicata al collage di inquadrature e soluzioni registiche di cui Gallego infarcisce il suo film: devoto alla scuola della trimurti desaturazione + camera a mano + distorsione da fish-eye tipica del cinemino mumblecore d’ispirazione indipendente, Gally non nasconde anche una certa passione inguinale per le inquadrature colme di pathos alla Zack Snyder. Il cui scopiazzamento sul finale di pellicola diventa così imbarazzante e plateale che lo stesso regista si sente in dovere di correre ai ripari. E così il dolly sul cadavere supino, che fa venir voglia di tirar 300 schiaffi in faccia a Galleano, non è utilizzato come ultima scena (il che avrebbe anche un suo senso, per quanto poco originale) ma come semplice intermezzo ulteriormente didascalico. Il tutto ci lascia così, orfani di un significato per tanto spreco di mezzi e con l’insana voglia di fare disegnetti buffi sulla foto del regista.
[Ma non lo farò]
Chiudiamo con due parole sulla recitazione: terribilmente in linea con il faccettismo di Pannofino Copley, qui più De Niro (nella versione pubblicità della Beghelli) che mai. Rimane un gran film de Merwe.
DVD-Quote suggerita
Un film de Merwe
Bongiorno Miike, i400calci.com
Nonostante ne abbia letto abbastanza male in giro per l’internet e nonostante la stroncatura di Miike è da mesi che lo voglio vedere, mi incuriosisce. E poi i film dove i protagonisti sono smemorati mi attizzano sempre un sacco.
Memento <3
Questa sarà la cagata dell’anno che eviterò come la pesshte (grazie), però dai Sharlito per essere esploso a 40 anni con una bombetta ha fatto tutti semiblockbuster, al di là dei gusti, godibili anche se non sempre riusciti al 100%. Di Sharlito mi manca Europa report che da come se ne parla anche qui sembra un’altro buon film.
Sharlto è uno di quegli attori che va diretto. Se diretto bene può fare buone cose, se “non diretto” e lasciato fare (come in questo caso) risulta scipitello come attore. Per dire: tra il cattivone di Elysium e Jonah di Open Grave c’è un abisso terrificante. E il paragone diventa immediatamente impietoso: un po’ come vedere Robert Downey Jr. e Scarlett Johansson nello stesso film.
#Dolorestornacimanchi
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Sharlto mi piace, ha la faccia brutta e il fisico giusto, anche se dopo District 9 (che più che filmetto io direi filmone suvvia) ha recitato in parecchi film demmerda e il suo ultimo personaggio memorabile resta il Krueger del deludente (ma sufficiente) Elysium, nonostante la voce del cazzo che gli hanno appioppato in fase di doppiaggio.
Attenzione: uso il vezzeggiativo su District 9 come segno d’affetto non per snobbare il grande risultatone di Bloomkamp.
@Bread: questo mi riempie il cuore di amarezza e conferma che la curse scorre potente in me
io non ho mica capito che c’hanno tutti da piangere in sto film del cazzo
@Schiaffi: secondo me è metacinema.
@Miike ti voglio di nuovo bene
ma come si fa a buttare nel cesso la premessa di uno che si risveglia in una fossa comune a cielo aperto?
Miike confermi la presenza, in tema dialoghi arguti e diffidenza, dell’uscita “un uomo con tante chiavi ha tante cose da nascondere”?
MAH
@Steven: confermo, confermo. E non è nemmeno la battuta peggiore.
C’è anche il dialogo
“Aprirò questa porta che cela di sicuro dietro un segreto”
“Non farlo!”
“Perché no?”
“Perché potrebbe celare dietro un segreto!”
“Fottesega io la apro con UN PIEDE DI PORCO!”
“Non farlo!” (e due)
“Perché?” (e due)
“Ehi amico! Non voglio certo farmi dei nemici qui… stanno tutti dormendo, quella porta enorme se la sfasci farà un sacco di casino…”
“Hai ragione, faccio domani”
Mi hai comprato alla prima frase.
@miike: bene. Detto questo, il video su YT te lo potevi pure tenere per te. E maledetto pure a Bread Beat che con l’allusione a quello di superMario mi ha ricordato di aprire i link
Boh, io lo vedrò comunque. Di Gallego ho adorato Apollo 18 e Copley è un attore che mi piace molto. E poi BM hai dei gusti di merda (o meglio, ho adorato film che tu ha stroncato e viceversa), quindi magari questo è un capolavoro :)
Io invece mi fido che sia una chiavata, però i film che c’hanno i misteri finisco sempre per guardarli lo stesso, pure La migliore offerta di Tornatore per dire (che se vi interessa la mia opinione è un Polanski del discount per nulla calciabile, però la trama è un irresistibile solletichino continuo di maccosa e Geoffrey Rush sempre un grandissimo, inoltre lascia un retrogusto amaro e beffardo che personalmente ho gradito molto).
Tum tum tum tum….ore 01:00 Sabato 12 dic 2015 come diceva Paolo Villaggio in uno dei suoi film…. e una cacata pazzesca! Open Grave ma mi faccia il piacere
volevo solo aggiungere “super santos best pallone ever”
diffidate dalle imitazioni (a un certo punto girava il PAL santos che non aveva le scanalature…)
Non c’entra niente, ma Humandroid è l’unico caso nella storia in cui il titolo italiano è decisamente meglio di quello originale (Chappie? Bloomkamp deve finirla con questa fissazione per il cibo per cani/gatti)
Questo Film;.e Una ;..= Mamma Santa,
Che “INUTILE PERDITA di TEMPO*!!!!..E .a VEDERLO,….e Stata,.. una GRAN “ROTTURA di COGLIONI”;.!!!
Questo * PSEUDO REGISTA* Be`,..SAREBBE da PRENDERE a SPUTAZZATE in FACCIA,.!!!
Un Film,..,….e Adatti,.Per IMBECILLI PSICOPATICI;..!!
a Quelli Che Lo REPUTANO,..un Po`;” DICIAMO ACCETTABILE DICO”;..ANDATE a CAGARE Voi e i PRODUTTORI di QUESTA PUTTANATA !!
Saluti da Zurigo; Svizzera;-CH-
Questo Film;.e Una ;..= Mamma Santa,
Che “INUTILE PERDITA di TEMPO*!!!!..E .a VEDERLO,….e Stata,.. una GRAN “ROTTURA di COGLIONI”;.!!!
Questo * PSEUDO REGISTA* Be`,..SAREBBE da PRENDERE a SPUTAZZATE in FACCIA,.!!!
Un Film,..,….e Adatti,.Per IMBECILLI PSICOPATICI;..!!
a Quelli Che Lo REPUTANO,..un Po`;” DICIAMO ACCETTABILE DICO”;..ANDATE a CAGARE Voi e i PRODUTTORI di QUESTA PUTTANATA !!
Saluti da Zurigo; Svizzera;-CH-