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Spoiler: Mark Wahlberg è Lone Survivor (recensione)

Nanni Cobretti
di Nanni Cobretti | 20/02/201452

Che io mi dicevo: figurarsi se svelano il finale del film nel titolo, e invece (SPOILER) è proprio così. Come (SPOILER) La città verrà distrutta all’alba (che però era solo la stronzissima traduzione italiana).
A parte questo: Lone Survivor è un bellissimo film, amici. Ora ve lo racconto.

Ne resterà soltanto uno

Ne resterà soltanto uno

Noi ogni tanto perdiamo di vista questa cosa, ci lasciamo confondere da quello che sentiamo al telegiornale, da notizie che vengono da fonti dubbie, da strilloni bastian contrari sul Facebook, ma gli Stati Uniti d’America sono e rimangono il più grande paese di tutti i tempi, ed è giusto che ogni tanto si concedano il lusso di una modesta quanto sacrosanta autocelebrazione.
Si inizia con uno spot dei marines. Avete presente no?
Montaggio di vere immagini dalla vita di caserma, l’addestramento duro (ma non troppo. dovete credere di riuscirci anche voi), i tanti amici che si incontrano con cui condividere gioie, emozioni, sofferenze (ma non troppo. dovete credere di riuscire a sopportarle anche voi), abbracci seminudi, le splendide gite fuori porta, i paesaggi esotici, e poi via ad ammazzar persone! Il tutto accompagnato dall’emozionante epica degli Explosions in the Sky. Solo che poi dimenticano di mettere i contatti, uno straccio di indirizzo web o numero di telefono, che io due pensieri a riarruolarmi li stavo facendo ma non sapevo neanche cosa googlare. Di colpo, invece, compare il faccione di Mark Wahlberg: Lone Survivor.
Pazienza, non era comunque bello come questo spot inglese che abbiamo sponsorizzato noi (oppure no, non ricordo, dovrei chiedere ai miei avvocati):

Lone Survivor, ci spiegano, è tratto da una storia vera.
Molto bene. Vediamo cos’è successo in questa storia vera.
Taylor Kitsch si sveglia veramente nel cuore della notte e scopre che, mentre lui è in guerra in Afghanistan, dall’altra parte del mondo, comoda comoda dal suo divano nel paese più tranquillo e sicuro al mondo, quella stronza viziata della sua morosa ha la gran faccia da culo di chiedergli in regalo un cavallo di razza. Il Kitsch, che ovviamente oltre ad essere in guerra in terra straniera è pure povero di soldi, purtroppo è anche uno zerbino dal cuore d’oro schiavo della figa, per cui invece che mandarla gloriosamente a fare in culo decide di svegliare Mark Wahlberg esperto di cavalli e chiedergli un preventivo. Questo gesto, fatto con sincera agitazione, ce lo rende simpatico e ci fa tifare per lui. Pensateci: magari il titolo del film è sbagliato e sopravvive anche lui e riesce a regalare il cavallo alla morosa, eh? Perché no? Voi non avete mai sbagliato niente? Non si sa mai. A me piacerebbe, e anzi, mi dispiacerebbe davvero il contrario. Nonostante la sua morosa sia una troia egoista.
Conosciamo comunque altri due personaggi: uno è Emile Hirsch, e non avete idea della sensazione orgasmica che si prova a vedere l’Alexander Superstronz di Into the Wild pentito, redento e umilmente riconvertito alla causa degli Stati Uniti d’America; l’altro è Ben Foster, che ovviamente fa il matto.

Poi c’è questa scena che non mi spiego.
In pratica c’è questo soldato grosso e ingenuone, che per comodità da qui in poi chiameremo “Patata”, che desidera fortissimo andare in missione a uccidere persone assieme ai suoi amici più esperti, ma non glielo lasciano fare. Però Patata ci tiene davvero un casino, per cui scatta il nonnismo e il rito di iniziazione.
Ed ecco: se c’è un argomento di cui mi considero insuperabile intenditore, ancor più che del cinema da combattimento e del sesso, è il nonnismo. Non mi si frega. Chiedete al nostro caro Bongiorno Miike: cinque anni che lo torturo quasi quotidianamente, e riesco ancora a fargli male tanto nel fisico quanto nella psiche.
Insomma: una regola base del nonnismo è che devi umiliare il tuo bersaglio, ma non può essere a scapito del tuo stesso benessere. Se soffri anche tu lo stai facendo sbagliato, soprattutto se non eri per nulla costretto. E con le infinite opzioni a disposizione per un rito di iniziazione militare in Afghanistan, i commilitoni di Patata decidono veramente di – rullo di tamburi – fargli, uhm, ballare i Jamiroquai. E poi hanno pure il coraggio di lamentarsi che è uno spettacolo disgustoso. Ma chi ve l’ha fatto fare, razza di imbecilli? Non me la date a bere. A voi in realtà piaceva. Volevate vedere quel bel fisico muscoloso di Patata ballare come una troietta e scuotere quelle belle chiappe sode come un Chippendale, ma la vostra perversa fantasia ha prodotto una realtà troppo forte, un’overdose di stimoli che non eravate pronti a reggere senza rimettere in discussioni i pilastri morali della vostra vita, e avete sbroccato. Patetici dilettanti.
Volete la prova provata che si tratta di una storia vera? Easy. Fosse stato un film normale, a questo punto Patata avrebbe finalmente ottenuto il permesso di passare all’azione insieme ai suoi compagnetti e sarebbe ovviamente morto dopo un’eroica ingenuità tra le braccia di uno di loro che avrebbe urlato piangendo “ERA IL SUO PRIMO GIORNO!!!”. E invece no! Patata va sì in missione, ma gli fanno fare la segretaria (rimasuglio della fantasia di cui sopra?) e non mette mezzo piede fuori dal suo comodo ufficio. Vista la coraggiosa rinuncia a questo classico snodo narrativo così spesso fonte di grandi e solide emozioni, non può che trattarsi di un rigoroso fatto di cronaca.

Scherzi del subconscio

Scherzi del subconscio

Il succo della trama inizia ora, e consiste nei nostri quattro protagonisti in avanscoperta nella giungla per spiare i movimenti di un pericoloso capo talebano che a un certo punto si fanno nasare come dei pirla da un gruppo di pastori. Con ammirevole prontezza i nostri li prendono in ostaggio, ma qui scatta il dilemma: fare le brave persone e lasciarli andare in quanto innocui pastori innocenti, con la conseguenza che questi però rincasano e li sputtanano, o ammazzarli, con la gravisssssima conseguenza della coscienza sporca e – in seconda battuta – il rischio che comunque la loro assenza venga notata e la missione vada a puttane comunque? I nostri sono veramente divisi in due che votano per ammazzarli (Emile il giovane e Ben il matto) e due che votano per lasciarli andare e dichiarare la missione fallita (Mark il buono e Taylor il capo pattuglia che per un po’ rimane indeciso a gratis tanto per aumentare la tensione). L’ideale sarebbe chiedere l’aiuto da casa, ma riuscite a immaginarvi la vera sfiga? Le radio non prendono.
Vincono i buoni che fanno prevalere il tipo di morale condiviso da ogni famiglia sana: i pastori vengono lasciati andare.
Tranne che neanche il tempo di dire “piange il telefono” e questi ritornano con circa 200 amici incazzati.

Da qui in poi, lasciatevelo dire: Lone Survivor diventa seriamente un action coi controcoglioni.
Peter Berg in cabina di regia mette bene in chiaro la situazione: i quattro eroi, da veri americani di una storia vera, non battono ciglio e procedono ad eseguire il proprio mestiere al meglio della concentrazione, del coraggio e della preparazione, e fino alla fine, quasi senza pause, scappano, sparano, si nascondono, contrattaccano, ma soprattutto decimano gli avversari e in cambio vengono continuamente crivellati in punti rigorosamente non vitali senza perdere un solo grammo di intensità. La sfiga gliene combina di tutte, ma loro non si perdono mai d’animo e anzi, i pochi errori che fanno sono dovuti a sprazzi di eccessiva foga agonistica, mentre i loro avversari li mancano anche a due metri di distanza. E magari i talebani fossero gli unici ostacoli! L’intera battaglia si tiene sulla pendenza di una collina boscosa, e occasionalmente i nostri si ritrovano a ruzzolare per ripide discese sbattendo violentemente contro le rocce in sequenze incredibili che dimostrano il mestiere solidissimo di Berg ed esaltano il lavoro di un team di stuntmen con le palle quadrate. Come eroi di un videogame, i quattro protagonisti procedono imperterriti senza cedimenti fino a che non raggiungono l’ultimissima tacca di energia, e a quel punto si giocano l’ultimo atto eroico e gloriosamente salutano a turno fino a lasciare Wahlberg da solo, come da titolo (niente cavallo di razza per la morosa stronza del Kitsch, quindi).
È uno spettacolo d’altri tempi che, per ritmo e intensità, francamente intrattiene e conquista indipendentemente da come la pensiate sull’argomento.
L’ultima parte del film, oltre che a dettagliare le vere imprese di questo vero, grande, esemplare eroe americano interpretato da Mark Wahlberg, serve a mostrare come i talebani comuni sotto sotto non siano pazzi e desiderino anche loro adorare e difendere la bandiera a stelle e strisce. Ci pensate? Se solo lo capissero tutti, non ci sarebbero più guerre…
Nel finale sarebbe doveroso mostrare una foto della vera persona a cui il film si ispira, ma no! Troppo poco. Ecco invece ben 4 minuti di foto di repertorio di ognuno dei veri protagonisti, con sotto una sconcertante cover pseudo-new age di Heroes cantata da Peter Gabriel.
Ma ormai il più era stato fatto.
Viva i marines.
It’s a state of mind.

DVD-quote suggerita:

“Bello come un’aquila calva”
Nanni Cobretti, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer

P.S.: quanti di voi non hanno letto il titolo della recensione perché iniziava con la parola “spoiler”? Non siate timidi, ammettetelo.

Nanni Cobretti
Autore del post: Nanni Cobretti
"Tu sei il male, io sono un autarchico"
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52 Commenti

  1. Past 20/02/2014 | 08:12

    Berg già con the kingdom aveva mostrato che col genere ci sapeva fare, insomma abbiano il nuovo black hawk down?

    Ps

    Non ci ho fatto manco caso allo spoiler, sono immune…mai capita sta fobia degli spoiler.

    Rispondi
  2. Jax 20/02/2014 | 08:12

    Al netto dell’essere uno spot per i Navy Seals a me è piaciuto parecchio parecchio devo dire la verità. Sicuramente è ben girato e mi ha fatto dimenticare qualche LOL a gratis distribuito durante il film.

    Rispondi
  3. barbaxas 20/02/2014 | 08:29

    “Da qui in poi, lasciatevelo dire: Lone Survivor diventa seriamente un action coi controcoglioni.”

    bastava dire questo :)

    Rispondi
  4. barbaxas 20/02/2014 | 08:30

    (ma poi il patata che fine fa?)

    Rispondi
  5. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 09:04

    Il Patata diventa importantissimo perché a un certo punto i quattro riescono a prendere un briciolo di campo e telefonano, lui prende su “Buongiorno qui il corpo dei Marines americani di stanza in Afghanistan, sono Patata, in cosa posso esserle utile?” e poi passa la cornetta a uno di grado superiore a lui che conta effettivamente qualcosa. Grande Patata.

    Rispondi
    • Claude Autan-Zanzara 10/02/2017 | 12:30

      > passa la cornetta a uno di grado superiore a lui
      > che conta effettivamente qualcosa

      Ang Hulk Lee.

  6. John Matri 20/02/2014 | 09:05

    A me il ast non convinceva perchè john carter ed emile mi sembravano uguali. Nel film si vede che son diversi?

    Rispondi
  7. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 09:08

    @john: Hirsch e’ un pelo piu’ basso e Kitsch prende piu’ decisioni. Ma quando sono zitti e da soli effettivamente li confondi.

    Rispondi
  8. Steven Senegal 20/02/2014 | 09:17

    Mi trovo abbastanza in disaccordo. Dal rilascio dei pastori in poi la mia sospensione dell’incredulità s’è alzata, mi ha fatto ciao ed è andata via e lo spottone ha fatto il giro ed è diventato presa per il culo di questi tizi qua. La roba dei pastori la potevano risolvere tranquillamente ripiegando al punto di raccolta trascinandoseli dietro e liberandoli quando a) loro erano sul punto di volare via b) avevano messo miglia preziose tra loro e il villaggio talebano. Ok che io cosa ne so non ero lì, ok che non sono un seals, però se mi presenti il film come celebrazione dell’eroismo della scelta all’insegna della coscienza pulita io ti dico che il dilemma morale in realtà non c’era, hanno fatto l’ulteriore minchiata. E da quel momento in poi probabilmente ero troppo risentito nella visione però come si fa a farsi andar bene gli innumerevoli ruzzoloni (precipitano per centinaia di metri sbattendo contro tutti i massi acuminati del cristo) che si fanno i 4, i proiettili dal calibro impossibile che si tengono in corpo come se nulla fosse? Dovrebbe celebrare degli eroi e una storia vera ma fa subito il giro e diventa La Passione di Cristo dei Seals: almeno gesù ti dicevi che era magico e lui tutte quelle botte le reggeva alla grande, ma questi qui? Se parti con l’approccio documentaristico, la storia vera, il tono solenne e poi a me pare che in realtà siano dei fessi che sopravvivono troppo a lungo nell’estenuante tentativo di farmi dire “minchia l’eroe, minchia il martire”, bè al

    Rispondi
  9. Steven Senegal 20/02/2014 | 09:21

    allora per me il film è un fail. SPOILER In aggiunta, per me il come e il perchè ci sia il survivor è veramente gestito malissimo con la scelta di demandare la spiegazione ai titoli di coda FINE SPOILER. Salvo giusto le sequenze di spara-spara. Molto belle, devo riconoscerlo.
    Poi c’è anche Eric Bana nel film. Son sicuro che il suo nome è stato omesso nella recensione in quanto vero e proprio spoiler umano

    Rispondi
  10. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 09:28

    @steven, mettiamola così: a un certo punto volevo scrivere “la regia ci tiene a farci sapere che Eric Bana indossa i Birkenstock”, poi mi sono reso conto che io invece non ci tenevo.

    Rispondi
  11. Steven Senegal 20/02/2014 | 10:06

    nanni: in effetti era l’unica risposta che mi potevi dare

    Rispondi
  12. Dembo 20/02/2014 | 10:06

    Visto giusto giusto ieri sera, a parte la storia dei pastori -effettivamente lasciarli andare mi è parsa una cazzatona- mi è sembrato un buon film.
    Le scene spara-spara sono fatte molto bene e i ruzzoloni con i vari impatti contro alberi e rocce fanno male solo a guardarli.
    Mi è venuta voglia di arruolarmi…

    Rispondi
  13. Bruce Wheelies 20/02/2014 | 10:29

    minchia quando cadono. minchia quando sbattono sulle rocce. minchia quanto dolore. Belle le sparatorie ad ogni modo. Whalberg é un po’ un cagnaccio ma gli si vuole bene.

    ps Nanni sono SEALS questi, non Marines ;)

    Rispondi
  14. umbem 20/02/2014 | 11:03

    al di là dello spot ai marines, che non considero una variante perchè già lo sai cosa stai per guardare, l’ho trovato di una noia letale. non discuto la qualità delle scene d’azione perchè rivedendo il film attraverso la tua rece mi rendo conto di cose che avevo trascurato in preda al pensiero che mi tormentava durante il film (“è davvero ora che passi l’aspirapolvere in questa casa”).

    la scena del talebano che manca 12 volte il pazzo da due metri mi ha irritato molto, da wahlberg guest star in “casa afghanistan” l’ho finito solo per dare senso a una serata di fiacca.

    ho preferito di gran lunga black hawk down – al netto del cast

    Rispondi
  15. umbem 20/02/2014 | 11:05

    p.s.
    erik bana dev’essere davvero il figlio scemo di qualcuno di molto importante

    Rispondi
  16. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 11:11

    Lo ammetto: non ho mai visto Black Hawk Down.
    Non vado pazzo per i film di guerra – a meno che non si concentrino su episodi semplici/minimali come questo – e non reggo il fratello scemo di Tony dal ’92.
    Convincetemi a rimediare.

    Rispondi
  17. TruceWillis 20/02/2014 | 11:28

    Ottimo film, ma black hawk down vince a mani basse.
    Ti basta Nanni?

    Rispondi
  18. umbem 20/02/2014 | 11:35

    a differenza di lone survivor ha un obiettivo concreto, non è sterile. non ha la pretesa di farti una summa di cos’è la guerra, cos’è l’america e quanto ne abbiamo bisogno, ideali vs realtà e menate varie.
    è solo il delirio di un episodio di guerra in somalia. due ore di combattimento girate – secondo me – benissimo e alla fine ti rimane comunque l’impressione in testa di quanto sia allucinante una sola giornata di guerra (banale, mi rendo conto, ma efficace).

    Rispondi
  19. TruceWillis 20/02/2014 | 11:51

    E mettiamoci un montaggio, tutto italiano (Scalia), da Oscar.
    Di questi tempi che a volte non siamo male bisogna ripeterselo…

    Rispondi
  20. Maurizio Margaglio 20/02/2014 | 12:12

    L’episodio è arci-noto in ‘Merica ed è stato utilizzato dal filosofo Michael J. Sandel nelle sue ancor più note lezioni di filosofia morale intitolate “Giustizia- Il nostro bene comune-” [ult.ed. Feltrinelli 2013] come dicevano i cinque samurai prima di mettersi l’armatura.
    Ci sono ovviamente delle curvature nella storia originale che l’adattamento cinematografico non restituisce, privilegiando una seconda parte action che pare piuttosto inverosimile per quanto felicemente gore. Alla difficoltà del dilemma morale dei proto-protagonisti viene dato un taglio molto essenziale dovuto alla apparente velocità con cui avrebbero dovuto prendere una decisione. La questione è ben più complessa anche per i vincoli che i trattati internazionali impongono ai soldati nel trattamento di ostaggi civili inermi. Tuttavia, a mio modo di vedere, non viene rappresentato adeguatamente il ruolo e la difficoltà dell’azione morale che poi è il fulcro della vicenda e della loro brutta fine. La seconda parte, invece, è quella più ad interpretationem da parte di Berg. Al secondo ruzzolone su discese ardite e risalite chiunque sarebbe morto sul colpo. Ammetto siano scene particolarmente spettacolari e crude, ma del tutto inattendibili, contando che per venti minuti circa non fanno altro che buttarsi giù dalla montagna. Il film intrattiene ma avrebbe potuto essere molto meglio. Ah si: anche la storia dell’elicottero abbattuto per trarli in salvo è vera. Pensate che magone il povero Mark che forse aveva un po’ più di acume in Pain&Gain

    Rispondi
  21. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 12:19

    @maurizio:

    > Ci sono ovviamente delle curvature

    Ad esempio Wikipedia dice che il numero dei talebani che effettivamente circondarono i nostri eroi e’ tuttora incerto fra 8 (otto) e 200 (duecento) e che per non sbagliare il film vota per la versione da 200.
    E insomma, secondo me il discorso sul senso dell’operazione inizia e finisce qua.

    Rispondi
  22. Will 20/02/2014 | 12:40

    Ma ha la morale frocio-pacifista come la maggior parte dei film di guerra incluso greenzone, oppure é una bella tamarrata alla act of valor studiata per noi etero?

    Rispondi
  23. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 12:42

    @will: tranquillo, Act of Valor.

    Rispondi
  24. John Matri 20/02/2014 | 13:53

    @Nanni: spoiler su black hawk dawn: c’è orlando bloom che arriva infoiatissimo pronto ad ammazzare i negri e muore subito cadendo dall’elicottero. Il film me lo ricordo decente,anche se lo scemotto del ridley rendeva i cattivi zombie negri e ci sono tanti personaggi di cui non frega niente.

    Rispondi
  25. Darkskywriter 20/02/2014 | 15:55

    Io sono d’accordo col buon Steven che, lungi dal celebrare la perizia e l’eroismo dei SEALS, il film finisce per dipingerli come un corpo con le strategie di un grindone 13enne brufoloso di Call of Duty e tecnologie sgrause (va bene che sono sulle montagne, ma l’esercito degli USA che dovrebbe avere le ficate più superavanzate del pianeta davvero c’ha i problemi di connessione del mio nokia da 40 euro della coop? MAH), con l’ulteriore aggravante di dotare i soldati della semi-immortalità (tornando ai videogames, nemmeno con le cheats più losche riesci a non farti quasi nulla sfrociandoti giù per pendii rocciosi e pigliandoti 56 proiettili in corpo).

    Però, proprio grazie alla discrepanza tra l’effetto ricercato e quello ottenuto, mi sono divertito moltissimo e lo riguarderei volentieri. Tra l’altro – visto che si parla anche di Milius in sto periodo – pochi giorni fa ho visto per la prima volta il suo Alba Rossa e l’ho apprezzato per gli stessi motivi. Cioè, invece di deprimermi per la truce retorica militarista, ho rotolato tutto il tempo sul tappeto dalla felicità di assistere all’incrocio perfetto tra Rambo e Breakfast Club. Anzi, non c’è mica un’edizione in blu-ray con una scena extra dove ballano tudifadi We are not alone di Karla DeVito sulla montagna prima che arrivi (SPOILER) l’elicottero russo a spianarli?

    Rispondi
  26. Nanni Cobretti 20/02/2014 | 16:02

    @darkskywriter: ignoro la tua bestemmia su Milius come se non fosse ancora li’ nero su bianco e ti riporto questo trivia da IMDb:

    Before filming began, director Peter Berg visited the families of the dead. The father of Danny Dietz, played by Emile Hirsch, read him an autopsy report detailing the 11 bullets that tore through his son. “He was reading that and crying,” says Berg, “and then he said, ‘That’s who my son was. That’s how hard he fought. Make sure you get that right.'”

    Rispondi
  27. Darkskywriter 20/02/2014 | 16:59

    @Nanni

    accidenti, ora mi pento di tutte le volte che ho riso vedendo il pistolero indiano in Pronti a morire di Raimi che deve pigliare 15 pallottole in corpo prima di morire.

    Su Alba Rossa, in effetti, mentre lo vedevo ero consapevole che lo stavo decodificando in un modo che mi avrebbe inimicato sia i sostenitori che i detrattori del film e messo quindi a margine del consorzio cinefilo umano tutto.

    Mi sono fermato per un attimo, perplesso. Poi sono sicuro di aver sentito Jennifer Grey dire “Nessuno può mettere Baby in un angolo” prima di uscire allo scoperto a smitragliare i russi e ho continuato a rotolare.

    Rispondi
  28. Benve 20/02/2014 | 17:22

    Per ammazzare sul colpo un cristiano a pallottole devi beccarlo nei punti giusti, sennò prima di schiantà ai voglia a riempirlo di piombo.
    Cmq il film mi è piaciuto, niente di eccezionale, ma fila via bene, ritmo sostenuto, belle sparatorie, belle testate nella roccia, personaggi che ci vuoi quasi bene (tranne emile hirsh), eric bana che SPOILERmuoreSPOILER, e talebani senza lobi cattivi. Averne di filmi così.

    Quello che dice Steven è cmq giusto, non so se nel libro viene spiegato meglio (è ispirato a un libro giusto?) chessò che non potevano scalare la montagna con tre ostaggi, che le pecore avrebbero ucciso tutti senza la guida di un pastore, cazzate così. Black Hawk down altro livello, forse l’ultimo film veramente bello di Ridley, a cui non posso proprio voler male, scusa nanni, ma Black rain…

    Una domanda: Kingdom è meritevole di recupero?

    Rispondi
  29. Giovi 88 21/02/2014 | 00:01

    Black Hawk Down è qualcosa di mostruoso, nel senso buono del termine. Uno dei migliori film di azione degli ultimi venti anni, e come dice Benve è l’ultimo film veramente valido di Ridley Scott.
    E dopo anni di film buoni, sopravvalutati o da “meh” sul tema militare devo dire che appena ho visto il primo trailer di Lone Survivor ho pensato subito a un gran bel film che potesse reggere il confronto proprio con Black Hawk Down.
    Io ancora non l’ho visto ma ci credo tanto, del resto ha un regista tra i migliori in questo campo (e con la mano ferma), un valido cast e ha una storia vera dalla sua parte.
    A proposito della storia, io non la conosco con esattezza ma non capisco le critiche sulla trama: se le cose sono andate veramente così perché parlare di sospensione di incredulità o situazioni poco plausibili?

    Rispondi
  30. Steven Senegal 21/02/2014 | 09:59

    @giovi88: il fatto che cerchi di raccontare una storia vera non significa che Berg non possa infilarci delle cose improbabili ai confini della fisica e della sopportazione umana del dolore con lo smaccato intento di portare in scena non più l’eroismo – che è l’intento dichiarato e accettabile – ma il martirio. Se inizi il film con approccio documentaristico e la pretesa di raccontare la verità degli eventi e poi ti allarghi alla fiction sconfinando nel maccosa allo scopo di caricare di enfasi la vicenda, bè io mi sento preso in giro e ti do molto meno credito e gradimento. Qui siamo ad un punto tale che è come se Orlando Bloom una volta caduto dall’elicottero si rialzasse per uccidere 30 somali per poi venire orrendamente ferito, ricadere dall’elicottero un’altra volta e continuare a sparare come se nulla fosse. E poco importa quello che dice imdb se poi in tanti durante la visione arrivano al punto di dire – dai, che cazzata è? Per un film così per me è inconcepibile.
    Allo stesso modo se il cuore del film è il dilemma morale “uccidere dei civili che potrebbero dare l’allarme o lasciarli andare via perchè non siamo bestie” ma tu me lo porti in scena talmente male che a me viene da pensare che in realtà ci sia una terza via e la questione non si ponga…
    Bè anche lì, stai raccontando una storia vera e di sicuro loro non avevano alternative per altri mille motivi ma se non me li dici quei motivi, hai fallito.
    Infine, SPOILER se poi decidi di demandare la spiegazione del perchè ci sia un unico cazzo di sopravvissuto a due righe nei titoli di coda – senza che tu in mezzo a rotolate di 2 min dalle colline sia riuscito ad infilare un voice over di 30 secondi mezzo spiegone – anche lì per me hai fatto la cazzata e sembra che sia stato gesù a salvarlo FINE SPOILER.
    Ciò non toglie che il film offra anche momenti di esaltazione pura.

    Rispondi
  31. Steven Senegal 21/02/2014 | 10:09

    Ah e SPOILER @nanni: guarda che Patata muore miseramente con Eric Bana e l’equipaggio dell’elicottero tutto. E non poteva che essere così vista la presenza di Bana che notoriamente da Troy a LS quando c’è una missione da compiere o una guerra da combattere, porta la rogna più nera e tutte si risolvoni in un fallimento FINE SPOILER

    Rispondi
  32. Nanni Cobretti 21/02/2014 | 10:29

    @steven: ti giuro che non ci ho fatto caso. Ero troppo preso a ridere del talebano che si prendeva su da solo in bicicletta per andare a chiamare i rinforzi USA. Secondo me era la parte piu’ interessante della storia ma l’hanno stranamente tralasciata.

    Rispondi
  33. Jena Pilsen 21/02/2014 | 12:13

    Possiamo riassumere con ‘America, FUCK YEAH!’ ?

    Rispondi
  34. Giovi 88 21/02/2014 | 12:50

    @Staven
    Più che altro mi riferivo alla storia dei pastori, se nella realtà sono stati polli e non hanno abbandonato il film deve seguire il loro contorto ragionamento per forza. Sul resto non posso dire niente, perché come ho detto non ho visto il film. Ma la cosa che ha detto Nanni l’ho letta anche io, i soldati sono stati effettivamente riempiti di piombo.

    Rispondi
  35. Nanni Cobretti 21/02/2014 | 12:53

    @giovi88: si parla di autopsia pero’. E se nella realta’ glieli avessero sparati tutti insieme? Di nuovo: come nel caso del numero di avversari gonfiato da 8 a 200, anche qui davanti a diverse opzioni il film decide di sposare quella piu’ cartoonescamente eroica.

    Rispondi
  36. Giovi 88 21/02/2014 | 13:27

    @Nanni
    Si certo, il punto è che non lo sapremo mai.. Anche in Black Hawk Down c’erano diversi punti oscuri, infatti il numero di morti somali effettivo dell’operazione Irene oscillava tra 300 e più di mille (numeri che oscillano tra le fonti somale e quelle americane), e ovviamente il film di Scott sposa l’idea dei pochi soldati americani che fanno fuori eroicamente migliaia di somali incazzati. E credo sia giusto così dato che è un film dopotutto. Anche perché un Lone Survivor con i quattro soldati americani contro 8 pastori non lo avrebbe guardato nessuno.

    Rispondi
  37. Steven Senegal 21/02/2014 | 13:30

    @giovi88: sì ma io non ho problemi a seguire lo svolgimento degli eventi a seguito di una scelta. Il problema è semplicemente che la scelta nella realtà era tra A e B mentre il film lascia intravvedere pure C, D, E. A quel punto ottieni l’effetto che sembrano coglioni e non uomini retti come magari furono. E in un film in cui l’obiettivo è celebrare degli eroi, questo si traduce in un fallimento.
    Per inciso, il personaggio di Hirsc, quello dei 15 colpi, se non ricordo male viene falciato da una mitragliata mentre è già a terra moribondo.
    Nel film poi invece vedrai tranquillamente gente ferita malamente alla testa/ovunque sparare per altri 20 min con precisione e rimanere in piedi per farti piagnere etc.
    In qualsiasi altro film ci passo pure sopra. Se invece attacchi con le immagini di repertorio dell’addestramento, i riferimenti reali, le scritte a video e le foto dei tizi etc poi non lamentarti.

    E cmq, per dire, qua i personaggi sono pure un po’ meglio di BHD dove per caratterizzarli al massimo s’inventano che uno sa preparare un buon caffè e se muore qualcuno non te ne frega nulla

    Rispondi
  38. Patrik 22/02/2014 | 17:11

    Lo spot dei marines me lo sono beccato a Glasgow durante i trailer prima di Riddick

    Rispondi
  39. Marlon Brandon 23/02/2014 | 15:01

    Il film in se’ l’ ho gradito, specialmente come tutti qui per le sparatorie le cadute spettacolari e insomma le parti di azione girate davvero bene. Però un film che comincia con le immagini di repertorio degli addestramenti dei Navy Seals e finisce con le foto dei veri soldati dovrebbe mantenere un po’ più di realismo e qui sono d’accordo con chi critica il fail di mollare i pastori oppure la scelta di rendere i protagonisti quasi dei supereroi indistruttibili.
    Su Eric Bana, c’è poco da dire, sarebbe stata una scelta perfetta per Superman, e’ totalmente inespressivo ma fisicamente non gli si può dire nulla.
    Oggi mi sono visto anche The Hurt Locker, e mi ha coinvolto molto ma molto di più.

    Rispondi
  40. Giovi 88 28/02/2014 | 23:53

    Mi aggiungo a chi dice bello ma si poteva fare di più. Lo rivedrei volentieri ma devo dire che mi aspettavo un filmone, invece Black Hawk Down continua a dominare incontrastato. Magari è proprio colpa del film di Scott che scatena paragoni scomodi!
    Sicuramente la storia vera non dava molti margini per lo spettacolo, ma direi che Berg si sofferma un po’ troppo sul lato drammatico e umano dei protagonisti invece che spingere sul lato puramente bellico. E lo fa anche bene per carità, facendo sentire tutta la sofferenza e la disperazione dei soldati Usa crivellati dalle pallottole.
    Ci sono anche delle scene di azione straordinarie e girate alla grandissima, e forse proprio per le doti di Berg è un po’ un peccato che non si conceda totalmente “alla pazza gioia” come aveva fatto Ridley Scott in Black Hawk Down pur tenendo fede ai fatti realmente accaduti. Infatti i talebani qui vengono visti da lontano quasi sempre, quasi fossero un avversario invisibile, e l’attenzione è più concentrata sulla sofferenza dei soldati che sparano in tutte le direzioni riducendo a mio avviso l’aspetto memorabile della vicenda.
    Sul cast poco da dire, tutti fanno bene il loro lavoro a partire da Wahlberg e Foster, peccato che l’impegno di Bana venga invece spento sul nascere con una stupidaggine che fatico davvero a comprendere in quanto realmente accaduta.
    A proposito di questo, ora che ho visto il film posso dare ragione a Steven Senegal: diverse situazioni sono estremizzate, come le cadute a ripetizione sulle rocce dei malcapitati militari, ma per i miei gusti non lo considero un difetto principale. Piuttosto perché diavolo i soldati non hanno usato quasi mai il lanciagranate in dotazione? In quella situazione di assedio sarebbero stati molto utili…

    Rispondi
  41. Michael Manna 01/03/2014 | 15:38

    Eh, a tutti quelli che criticano il presunto mancato realismo…

    Il tutto è ripreso paro paro dal libro di Luttrel.

    Poi va beh, se volete pensare che abbia esaltato ed esagerato tutto lui volutamente alla Frank Miller di 300, fatelo pure.
    Però evitate di spacciarvi per eseprti di tattica militare e balistica terminale sul campo.

    N.B. “Voi” non riferito certo ai redattori, ma a certi commentatori.

    Rispondi
  42. Michael Manna 01/03/2014 | 15:39

    *libro di Luttrel= resoconto di CHI C’ERA.

    Rispondi
  43. Nanni Cobretti 01/03/2014 | 16:52

    @michael manna: ti informo pero’ per completezza che, stando a Wiki, il primo a cambiare continuamente versione da 8 a 30 e a salire fino a 200 talebani e’ stato Luttrel stesso

    Rispondi
  44. Giovi 88 01/03/2014 | 17:04

    @Michael Manna
    Non so se ti riferisci anche al mio commento, infatti volevo dire proprio questo: sulle scelte (sbagliate) che sono state fatte non c’è niente da dire visto che gli eventi sono andati proprio così. Ma devo riconoscere che per quanto ben girate e di grande effetto, forse si è esagerato un po’ a mostrare i soldati che in diverse occasioni prendono dei colpi assurdi tra rocce-alberi-terreno subendo pochi danni. Recupera punti Berg a farti sentire tutta la sofferenza dei soldati, qui più umani che in altri film, ma è innegabile che ci sia stata una certa esagerazione. Però come ho detto non lo considero un difetto importante questa estremizzazione, e anzi per certi versi mi piace.
    Se non fosse stata tirata in ballo da altri forse non ne avrei neanche parlato. Piuttosto non capisco perché non abbiano usato di più il lanciagranate, mi sembra che in una sola occasione il personaggio di Wahlberg spari un colpo e con buoni risultati, per me nella realtà lo hanno usato molto di più che nel film.
    Per il resto il difetto principale del film per quanto mi riguarda è una certa mancanza di spettacolarità (sacrificata per il drammone) nei durissimi scontri a fuoco, in certi momenti si vede la superba mano di Berg ma basta guardare Black Hawk Down per capire la differenza tra un buon film come Lone Survivor e un capolavoro.

    Rispondi
  45. Steven Senegal 01/03/2014 | 18:44

    Grazie della precisazione inutile.
    A parte il fatto che non si può parlare di “paro paro dal libro” visto che lo stesso press book del film dice “BASATO su fatti realmente accaduti descritti nell’omonimo romanzo best seller (…) concedendosi qualche LIBERTA’ NARRATIVA…”.
    Poi, posto che i difetti maggiori sono altrove e già sono stati detti senza ergersi ad esperti di nerderie, che Berg abbia dovuto semplificare e sottostare alla natura/tempi del prodotto da un lato e fare un action dall’altro mi pare pacifico.
    Certo, si può non essere totalmente daccordo sul risultato raggiunto

    Ah, impossibile non pensare a questo: http://www.youtube.com/watch?v=KOyQBSMeIhM&list=PLE04318BC2F00F17C

    Rispondi
  46. giopep 09/03/2014 | 00:51

    Peraltro lo stesso Luttrel ha menzionato un paio di cose inventate per il film, tipo che lui l’elicottero non l’ha visto abbattere e che tutto quel macello nel villaggio, alla fine, non è mica successo.

    Rispondi
  47. lucia 15/06/2014 | 10:28

    Brutto pezzo di merda!!!!!chi cazzo te l’ha fatto fare di guardare il film?? Abbi rispetto di chi con grande onore e patriottismo hanno perso la vita in una battaglia per difendere tutti noi!!!!!!!!!vegognati!!!!!!

    Rispondi
  48. Biscott Adkins 15/06/2014 | 17:49

    @lucia ma infatti; questi muoiono per salvaguardare noi, la nostra lingua e la nostra sintassi. Meritano ben di meglio!

    Rispondi
  49. Past 30/06/2014 | 09:14

    il film è anche piacevole ma se lo chiavano rambo begins erano più onesti…sta moda di celebrare il marines come martire nata con hurt locker…spero che almeno il nanni black hawk down alla fine lo ha recuperato…

    Rispondi
  50. Past 30/09/2014 | 08:24

    Come Rambo begins e’ ok ma come storia assai vera e’ un po’ na minchiata…buon film alla fine.

    @nanni

    Spero che black hawk down alla fine lo hai recuperato, se ancora no prova con la 400cut che parte dalla prima mezz’ora in poi…

    Rispondi
  51. annaMagnanima 30/09/2014 | 09:34

    volevo solo aggiungere che anche il flim “codice genesi” ha lo spoiler nel titolo (italiano) e che black hawke down è proprio bello come film di missioni speciali che vanno an finire un pò a puttane.

    Rispondi

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