C’è un mondo tutto nuovo là fuori, un modo fatto di giovani registi che vogliono far riconoscere la propria voce, un mondo dove il sistema è il cianuro della creatività, la morte dell’individualismo, la facciata marcia di una villa decadente, abitata da uomini e donne che vomitano il cibo che mangiano in bocca agli affamati. In questo mondo qui, quello dell’ingiustizia, la meritocrazia è una stella lontana, una divinità adorata da questi giovani artisti mal riconosciuti, un diritto innegabile che chiunque abbia un pensiero originale crede di meritarsi.
Di Eric England ve ne ho parlato un paio di anni fa quando, nello sconforto più totale, ho provato a difendere le capacità registiche del giovane supponendo che lo scarso budget e la poca esperienza avessero inficiato un prodotto ben confezionato ma con errori elementari e contenuto assente. Sono stato, insomma, incredibilmente buono con una persona che oggi, anche alla luce del blog su cui costantemente si lamenta dei suoi fallimenti, avrei definito “una merda con le mani”, perché sono simpatico, io. A dirla tutta, il ragazzo ha davvero uno sviluppato senso dell’inquadratura ma, a pensarci bene, ho come l’impressione che sia tutta opera di un’attrezzatura particolarmente sofisticata e nulla più. Forse anche di un po’ di gavetta in qualche scuola di cinema di quelle che raccontano d’insegnare il cinema ma in realtà addestrano operatori e montatori per un futuro nelle pubblicità e nelle televisioni locali, che non ci sarebbe nulla di male non fosse per la spocchia del pretendere d’insegnare il cinema. Per tornare al discorso di cui sopra, comunque, Eric England è uno che crede nell’autenticità di quel che fa e crede che questo dovrebbe garantirgli un riconoscimento maggiore, perché chi fa cose autentiche senza compromettersi diventa automaticamente Cassavetes e ha il diritto di dire il cazzo che gli pare. E invece no. Il fattore mancante di questa equazione è la variabile “qualità effettiva” che nonostante l’importanza fondamentale sembre sempre essere dimenticata dai diretti interessati. Manca, insomma, l’autocritica necessaria per permettersi di dire certe stronzate, ed è un problema talmente comune che quasi mi fa paura. Ho probabilmente fatto questo discorso una milionata di volte da quando sto qui dentro, ma sento che l’esigenza di ripeterlo ogni volta finché il problema non sarà definitivamente debellato, che è ovviamente un discorso pieno d’utopia e vana speranza.
Da Madison County comunque il discorso non è molto cambiato e il ragazzo ha girato un altro film ben confezionato ma con una sceneggiatura da far pena. Più pena di una protagonista prima stuprata e poi lasciata letteralmente a marcire per 80 minuti.
La storia è appunto quella: una ragazza viene stuprata a una festa, si prende una probabile malattia venerea bruttissima e inizia a marcire. Ricorda molto un altro film dello schifo, Thanatomorphose, con la differenza che lì la protagonista si decomponeva per premessa e più o meno nulla era lasciato al mistero, cosa che qui è invece parte fondamentale del tutto. Non farò spoiler, ma c’è da dire che non lo vedrete mai o l’avete già visto quindi anche se fosse poco male.
La partenza è tutto sommato buona: dopo qualche menatina per introdurre il personaggio avviene il fattaccio e per almeno una ventina di minuti viene costruita una paranoia totale su chi l’abbia violentata e con cosa sia stata infettata. È più o meno palese che lo stupratore (interpretato da Simon Barrett, il socio di Adam Wingard) abbia agito con l’intenzione di infettarla ed è abbastanza evidente che le sue intenzioni siano fondamentali allo svolgimento della trama, contando anche che la scena prima dei titoli di testa vede proprio lui mentre si scopa un cadavere. Nel frattempo la nostra povera ragazza, che a tratti sembra una Rooney Mara per poverinos, inizia a perdere le unghie e i denti, inizia a sentire le voci e le si inniettano gli occhi di sangue. Per quei 20 minuti circa lì, insomma, il film va da qualche parte e senza troppi pregi fa sperare in una soluzione degna di un film decente. Poi succede che finisce la sceneggiatura, finisce il buonsenso, finisce qualsiasi tentativo di dare coerenza alla storia e raccontare qualcosa di credibile, divertente o anche solo interessante.
Prima di tutto dovete capire che questa ragazza da un certo punto in avanti inizia a palesere segni evidenti di una malattia che se anche non si sa cosa sia è chiaramente molto brutta, contagiosa e da quarantena immediata, e stiamo parlando della faccia che si vede nel poster lì sopra, non di una persona con della dermatite sulle braccia. Stiamo parlando una schifezza che cammina a cui, nonostante l’occhio incrostato di pus e merda, è permesso di continuare a lavorare come cameriera, ad esempio; stiamo parlando di una creatura romeriana che nonostante un herpes che va dal mento al naso riesce a farsi limonare da una perché questa è apparentemente innamorata di lei; stiamo parlando di una persona dalla vagina incrostata come il cesso di un ospedale abbandonato abitato da tossici che riesce a farsi scopare da uno perché anche questo, pensa un po’, pare essere innamorato di lei. A tutto questo aggiungete una madre che invece di preoccuparsi e portarla in un ospedale passa un’ora a dirle “HAI BEVUTO?! TI DROGHI?!” e una fidanzata palesemente poco coinvolta che, una volta scoperto lo stupro, le dice “sei andata con un uomo tra noi è finita” senza però dire una parola sul suo stato fisico e avrete quello che mi piace definire IL MACCOSA QUOTIDIANO. E non vi ho detto che la fidanzata è scritta come il peggiore dei cliché: un po’ ribelle, con i capelli tutti matti, i tatuaggi “punk” e “rebel” sulle dita e insomma tatuiamole LECCO FICHE sulla fronte e abbiamo finito la caratterizzazione del personaggio. E non vi ho nemmeno detto che la storia dello stuprotare, del mistero, della malattia, non viene più tirata fuori. Il film finisce, lei degenera e di tutto quello che ci poteva interessare nemmeno una parola.
Quello che mi turba è che più di una persona abbia giudicato tutto questo degno di essere girato, degno di ricevere dei soldi, degno di ricevere critiche positive. A casa mia se qualcosa fa schifo lo si riscrive, ci si impegna un pochettino, ci si prova, comunque, a tirare fuori del buono dall’evidente brutto. Ma no, qui no, qui bisogna dar per scontato che il cinema indipendente sia un cinema fatto di difetti, di compromessi, di talenti fatti a metà, di giovani in formazione; dobbiamo accettare che non si possono fare capolavori alla prima, che bisogna essere pazienti, che bisogna considerare il buono a prescindere dalla merda che lo circonda; ci viene insegnato che la modestia non porta da nessuna parte, che solo con una faccia da culo ce la si può fare, che solo chi sa vendere e sa vendersi avrà un futuro. In tutto questo, dobbiamo anche sopportare gli stessi registi che si lamentano pubblicamente di chi parla male di loro, di chi non gli dà un’opportunità, di chi non vede in lui quel povero ragazzo di periferia con un sogno nel cassetto.
Io direi anche basta al mito del cinema indipendente, è un movimento ormai superato, evoluto in altri formati, altri tipi di video che col cinema non c’entrano niente. Che abbiano una loro categoria, che siano considerati “pre-film” o che cazzo ne so io. Che stiano in un luogo tutto loro, prima del cinema, ora luogo d’élite in cui non è facile entrare. Direi anche basta a chi si vuol fare da solo con la scusa del cinema indipendente. Accettiamo gli individui capaci e giudichiamoli per quello che sanno fare, per quello che ci mostrano, senza giustificazioni o attenuanti dovute al contesto indipendente. C’è troppa merda in giro per fare gli indulgenti.
DVD-quote:
“ERIC ENGLAND NON TI MERITI NIENTE”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Perchè dovrei vedere roba del genere? A chi può piacere lo schifo fine a se stesso in cui, mi pare evidente, l’ironia è totalmente bandita (quella che rendeva esaltanti viscere e pustole nei film di Raimi e Jackson)? A parte che, consciamente o no, il messaggio di questi film è sempre disgustosamente puritano…
Sono d’accordissimo con il messaggio di Jean-Claude: ne ho visti anch’io negli anni in cui ero un completista involontario di film a meta’ (Pre-film e’ perfetto!), ne ho visti troppi, li guardavo sempre con la speranza che si riscattassero e invece niente, finito il film questa sensazione di vuoto, questo sentirsi gabbati. Ormai di solito sento la puzza gia’ dalla locandina, ma ringrazio la recensione perche’ qualche inculata me la prendo ancora…
Secondo me è accaduto questo:
due tizi seduti a un tavolo che cominciano a chiedersi: “cosa fa paura alla gente? Questo, quest’altro… malattie veneree? Non ci hanno fatto molti film”
E hanno messo in scena il campionario: la paura dello sconosciuto che ti infetta deliberatamente, il marcire in vita, la colpevolizzazione, il rifiuzo da parte di chi ti vuole bene…
Detto questo, io non ci penso neanche lontabamente a vederlo.
Mille mille volte meglio riguardarmi la puntata di Stelle Nere su John Holmes, ho pianto. ♡
Il body horror non è una novità, questo e tanathomophose sono praticamente lo stesso film ma dei due ho comunque preferito contracted perchè tanathomorphose a parte la scena finale in stop motion è una palla incredibile.
Poi che il regista faccia post sul suo blog dove si piange addosso è terribile.
92 minuti di applausi a JCVG
@rocco: io ad esempio non sono concettualmente contrario allo schifo fine a se stesso e serissimo. Ovvio pero’ che pretendo che chi scelga di intraprendere quella strada non cerchi di prendere in giro ne’ gli spettatori ne’, come in questo caso, se stesso.
Ma la tizia si sveglia dopo lo stupro in una stanza davanti a uno specchio con scritto “BENVENUTA NELLA MALATTIA DELLA MORTE”? Potrebbe essere citazionismo di mio cuggino.
Ma se avesse scopato prima la viva e poi la morta avremmo avuto un film su una morta affetta dal morbo della vita?
Tutto vero, il cinema indipendente è morto, è diventato come il cinema italiano, per cui si da per scontato cl’assenza di idee, di regia, di recitazione, e si dice “per essere un film italiano, è carino”.
Per essere un film indipendente, è carino…che brutta fine
Ma poi la scritta in alto: “se JAWS è il film che ha fatto venire paura di entrare in acqua, questo film vi farà pensare due volte prima di fare sesso”….ma che roba è?
….soprattutto perchè qui si parla di STUPRO.
avrà mica scelto di farsi stuprare senza preservativo? “se solo ci avesse pensato due volte!” (= la zoccola) u_u
Potremmo aprire un bel dibattito sul tema “fino a quale grado Y di malattia putrescente della tua gnugna preferita X te la faresti comunque?”. O anche no.
nn mi sembra strano che la gente se ne sbatta di sta qua che va in putrefazione a vista d’occhio, basta andare a Lambrate per vedere dal vivo gente che sta marcendo mentre tutto intorno nessuno ci fa caso
Va beh ho visto gente trombarsi roba peggio di questa, ed era sana. Se ogni buco l’è trincea…
Condivido! Che delusione, lo attendevo da tanto, visto che sono un’ipocondriaca persa!Locandina, sinossi e trailer promettevano, hanno sprecato una buona intuizione!La prima parte del film non è male ma poi, come hai sottolineato, diventa surreale e si perde per strada, non si capisce dove voglia arrivare!Come se il regista non sapesse come farlo continuare e ci abbia buttato dentro del trash senza senso!Senza contare che non dà spiegazioni sul virus e non rivela nemmeno il risultato delle analisi, peccato perché rimaneggiato di parecchio sarebbe potuto essere un ottimo film, se non altro perché diverso da altri film sui contagi.
Appena visto, segue (mild) SPOILER:
se lo si prende come un thriller sul contagio è evidente che rimane irrisolto, però l’intenzione – esplicitata nei minuti finali – mi sembra invece quella di essere in tutto e per tutto uno zombie movie: l’idea di base è quella di concentrarsi sul processo di trasformazione (immediato e narrativamente marginale nei film del filone) come progressiva alienazione da se stessi e dagli altri al di là dei mutamenti fisici.
In questo senso a me è parso abbastanza coerente e riuscito, un po’ scontata la dinamica del mostro che crea altri mostri però non me la sento di dare del babbeo al regista, c’è in giro roba molto meno solida e più gratuita di questa… poi ovvio, non è un film di Cronenberg ma coi pochi mezzi a disposizione secondo me il risultato è dignitoso, pur essendo tutto dialoghi al risparmio con tre miniset in croce riesce a tener desto l’interesse.
Ora grazie a Darksky ho un dubbio…
Premessa 1: Non ho visto il film (e non ho particolare intenzione di vederlo)
Premessa 2: Non ho visto altro del regista (e non ho particolare intenzione di vederlo)
Detto questo, il film non potrebbe essere una metafora di come si sente una donna che è stata stuprata?
Voglio dire, l’infezione che vedono gli spettatori, a quanto ho capito, non la vede nessuno degli altri personaggi (lavora nel ristorante, la madre le chiede cosa ha che non va, uno tizio ci va a letto). Questo per me ha senso solo se la cosa è immaginata solo dalla protagonista, che ha schifo di sè stessa e di quello che le è capitato, non può spiegarlo a nessuno perchè non la capiscono/capirebbero e anzi la demonizzerebbero.
Magari qualche lettrice (o collaboratrice) di 400 Calci può dare un parere su questa interpretazione?
Questa lettura ha ulteriormente abbassato la mia già scarsa considerazione sul film. Che naturalmente ho visto e che mi ha fatto discretamente cagare. Era scritto talmente male che è riuscito persino a non disgustarmi.
@Pamar
In realtà percepiscono tutti benissimo quello che le sta succedendo, solo gli danno poco peso/se ne fregano/fraintendono (la madre).
Comunque è un livello di lettura interessante, soprattutto perché la stessa protagonista ignora e sottovaluta la profondità del danno subito (non denuncia il fatto, continua la sua vita quotidiana come nulla fosse, si accontenta della diagnosi di un medico frettoloso).
Perche’ perche’ buondio vi lamentate dello schifo fine a se stesso? Si, c’e’ gente che vede i film *quasi* solo per quello.
A Nanni Cobré… vedi che “né” si scrive con l’accento acuto, non con l’apostrofo.
Amico Moralizzatore: uso abitualmente la tastiera inglese e si’, quando si tratta di un commento e non di un post ritengo che usare l’apostrofo al posto dell’accento sia un sacrificio accettabile nel nome della velocita’.
ma poi alle 3 del mattino, ma che fisse può avere uno?
Cmq ho preferito thanatomorphose nonostante sia opera di un derelitto non da meno
non commento qui da, quanto, un anno? due anni? insomma due temi fa, quando ancora potevo mettermi tutto il mio nome per intero guadagnato con sudore sul campo. insomma, chi se ne fotte.
spezzo il silenzio per dire che questo film è una MEEEEEERDAAAAA ma una MEEEEERDAAAA che non potete capire.
MERDA bastava mettere il pilota automatico e sarebbe stato impossibile sbagliare e invece, guarda un po’. è uscita una MERDA. voglio dire, per farlo su così di MERDA ci vuole del genio porca MERDA.
chi me lo ridà il tempo perduto? eh? chi?
ritengo JCVG direttamente responsabile per non avermi fermato per tempo come da mia precisa e solerte richiesta.
PORCA MERDA.
Commissario se non ti rilassi ti faccio vedere come si finisce il cinema per via anale.
Sei un grande!!!! ahhahahaahha!!! Mai recensione fu più azzeccata!
Nonostante la sceneggiatura pietosa ed i mille difetti, fra le tante cagate che ci sono in giro questa l’ho apprezzata. Anche perché, sia dalla locandina che dal trailer, non mi pare fosse un film con particolari pretese, altrimenti avrei evitato accuratamente.
Sicuramente lo standard dei film che mi sto sorbendo ultimamente non è tanto alto, ma lo 5,2 che si ritrova su IMDB secondo me ci sta tutto.
il film è molto carino..mi fate ridere frustrati repressi.. registi mancati..
Affermare che questo film è una cagata pazzesca è un’offesa alla cacca. Dopotutto sono contenta di averlo visto, perché a tratti mi ha fatto fare grandi risate; e perché mi fa apprezzare ancor più il Cinema, quello vero.
Ho appena finito di guardarlo dato che, secondo Netflix, era al 98% compatibile con me. Penso che scambierò due parole con chi ha programmato l’algoritmo.
Ho davvero un odio particolare per i film che fanno accadere le cose solo perchè la trama lo richiede; questo film si spinge fino allo snaturare qualunque reazione umana solo per arrivare al suo scopo ed è davvero tragicomico da vedere: dopo i primi 20 minuti ho passato il tempo a giocare al “trova la forzatura. Il tutto in una settantina di eterni minuti (dopo il primo quarto d’ora vediamo solo un cadavere in decomposizione che cammina).
//SPOILER//
Ad un certo punto del film la ragazza diventa un cadavere, ma riesce comunque a fare sesso (Anche lei era disgustata dal suo stesso odore, le cadono vermi dal corpo, i suoi denti sono marci, vomita sangue, è senza capelli, i suoi occhi sono gialli, ha appena staccato a morsi il collo dell’amica…). Vi siete mai tolti le mutande dopo una lunga giornata di lavoro? Ecco, immaginate di avere i genitali in putrefazione con tanto di vermi da due centimetri: nemmeno a pagamento trovate qualcuno disposto a scoparvi su un tavolo (a casa di una terza persona tra l’altro).
La protagonista strangola la sua ex, morde al collo l’amica ed attacca chi le sta intorno (cose a caso lanciando una moneta e tutte in meno di 15 minuti). È così spossata da non reggersi in piedi, ma diventa una seduttrice ed una macchina di morte a comando. Fantastico.
Negli ultimi 30 secondi si capisce che il film è uno zombie movie, purtroppo si interrompe quando finalmente si stava muovendo qualcosa lasciandoti con il terrore di un secondo episodio.
Ad alcuni personaggi va un plauso particolare, solo grazie alle loro reazioni assolutamente senza senso il film ha potuto avere quella conclusione:
Medico: la sua consulenza al pari di: “prenda un’aspirina e dorma” è stata essenziale per distruggere la razza umana.
Madre: tua figlia con passati di droga e tentativi di suicidio perde i capelli, ha gli occhi gialli, è insensibile al calore, ha i denti grigi ed al posto di portarla in ospedale le fai i pippozzi sul superare le difficoltà insieme.
La ragazza: se come ogni altro essere umano fosse andata in ospedale il film sarebbe durato 15 minuti.
Amica ed amico che hanno avuto rapporti con lei mentre era praticamente un cadavere: tranquilli, eravate malati già prima di farvi infettare.
Il regista non ha problemi di budget, non servono soldi per scrivere una storia che abbia senso. Questo film ci mette davanti alla dura realtà: non solo la protagonista avrebbe dovuto usare un preservativo.
Analisi di JCVG che condivido. Film stupido, inutile, si poteva anche farne a meno.
Quello che più mi inquieta, però, sono i lamenti del regista, nei vari blog, perché si sente un incompreso.
Diceva Giorgio Gaber:”Quando è merda è merda, non ha importanza la specificazione”.
Di base aveva un’idea molto bella, qualche scena è riuscita bene anche le riprese non sono poi male dai anche la colonna sonora aiuta. Purtroppo la sceneggiatura fa acqua (o per meglio dire sangue da tutte le parti), se la sceneggiatura fosse stata sviluppata meglio di sicuro ne sarebbe uscito fuori un film godibile.