Non l’ho mai detto, avrei dovuto dirlo prima ma non ci stava nel contesto, importantissimo, in cui stavo scrivendo; è un problema che mi ha un po’ corroso dentro, piano piano, mentre l’integrità morale mi prendeva a calci nella violenta maniera di chi non vuole avere più nulla a che fare con te. Ora ve lo dico, un attimo, prima un’altra cosa, prima ricordiamo che esistono almeno due tipi di film SyFy: ci sono i comuni, regolari e del tutto noiosi “ci sei o SyFy”, quelli che si prendono sul serio senza apparente motivo, con la solita storia banale buttata lì col pilota automatico e una computer grafica posticcia terribile messa lì con paint; mille film così, mille film che ho visto e provato a difendere in parte ma che, alla fine della fiera, spero di non dover rivedere mai più. Poi ci sono i molto più rari “così SyFy”, che sono un po’ quelli che indicano una certa presa di coscienza riguardo al format e che o puntano tutto sull’autoironia e la stupidità, solitamente divertendo abbastanza, o provano a fare qualcosa di cinematograficamente serio e riuscendoci più o meno bene, nei limiti della rete. In tutto questo ci sono svariate sfumature su cui un giorno scriverò un libro, chiamato ovviamente “400 sfumature di SyFy”, che mi farà fare i soldoni e potrò scrivere sul cinema dei mostri senza preoccuparmi della vita e tutto il resto. Capito no, le cose che finiscono sulle quarte di copertina. Cercava la fama ha trovato la SyFy. Insomma, stavamo dicendo, tra tutte queste sfumature e tipologie c’è sempre e comunque stato un leitmotif piuttosto concreto: ci sono i mostri brutti, spesso grossi, il più delle volte bizzarri; esperimenti genetici andati male, filamenti di DNA buttati alla rinfusa in vasche di maccosa e così via. Il mostro grosso, nei film SyFy, non è soltanto uno strumento per l’intrattenimento bieco, una variabile ben precisa in un’equazione ben più grossa o anche solo un’estensione del significato più acuto di MacGuffin. Il mostro grosso, nei film SyFy, è l’essenza stessa del cinema come inteso da chi ha deciso che il proprio futuro è produrre film con dei mostri grossi. In un’ottica etica, ma anche commerciale, il mostro grosso è la fibra di cui sono fatti i sogni di un’industria. Non esisterebbe, la SyFy, senza i mostri grossi. Certo, esiste tutta una serie di disaster movie con i terremoti e i disastri naturali, ma chi se ne frega? Nessuno, perché la SyFy esiste solo ed esclusivamente in funzione del mostro grosso. Così deve e dovrà essere. Se Roger Corman fosse più in bolla, di questi tempi, la trasformerebbe nella più grande produzione b-movie del creato invece che limitarsi a produrre quattro cazzatine che rasentano l’inutile, nel senso che aver Corman tra i credits significa porre la pellicola su tutto un altro piano di giudizio.
Ora che ho finito posso tornare al punto iniziale: cosa mi sta facendo del male interiore da qualche mese a questa parte. Attenzione che lo dico: mi fa girare tantissimo le palle che il film dalla più vasta copertura mediatica della SyFy, Sharknado, non sia un film di mostri grossi ma soltato una stronzata metereologica. Quello è, senza cambiare il mio giudizio, positivo, sul tutto. Insomma ci sta, diverte, c’è la Asylum di mezzo, però che cazzo, tutto il mondo a parlare della casa di produzione e distribuzione colpevole della maggior parte degli ibridi assassini presenti in TV e non se ne vede manco uno. Solo del vento che soffia. Rispetto a qualsiasi altro film della rete Sharknado è davvero solo un film di Terrence Malick col vento che soffia sugli squali. Questo volevo dire, e niente più.
Ora dovrei parlare del film, ma la farò breve: fa parte di quei mille film ci sei o SyFy con la pretesa di avere una trama in cui il tono serio e drammatico distrugge in partenza qualsiasi possibilità di divertirsi e spreca inevitabilmente quello che forse è il mostro marino più scemo e stupendo da loro creato: una specie di manta vampira che si nutre di sangue umano, usa gli umani come incubatrici e, essendo vampira, esplode se esposta a troppa luce. Una meraviglia senza senso. Una specie di mantello di Dracula con la testa che salta sulle barche ondeggiando sinuosamente e che si copre gli occhi con le ali come solo i migliori vampiri sanno fare. Un po’ mi viene da piangere, lo ammetto, anche perché di queste mante se ne vedranno tre e pure in una pessima computer grafica senza precedenti. Lo sforzo è stato evidentemente minimo e per questo voglio dire a tutta la produzione che la odio, nonostante continui a volerle del gran bene perché, insomma, per pensare a cose del genere bisogna essere i migliori.
DVD-quote:
“Anche quando fai cagare: grazie SyFy”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Comincio a pensare che per pensare cose come queste non ci voglia un cazzo. E’ metterle in pratica che mi fa urlare “grandi!”. Anzi faceva urlare, ultimamente fa solo cadere i coglioni.
Sottoscrivo quello che dice Dévid.
Io lo chiamo effetto lamantino (South Park 1003/1004).
Io vi amo per questi articoli.
inserire una benna in una locandina di un film con mante vampiro non era facile
Il tag ” e se james franco leggesse questo post?” vale da solo l’articolo….
ci sei o SyFy: geniale!
mi chiedo, esiste un film syfy che non faccia cagare a spruzzo lapilli di deuterio?
Hanno qualcosa del mitico gorn sti così…massima stima per chi sacrifica il suo tempo per vedere certi film di cui non guarderei manco il trailer.
Stanotte “Bermuda tentacles” su Syfy.
Tra gli attori Linda Hamilton. Addirittura.