Facciamo un test per vedere se sei una persona di merda.
Una delle caratteristiche più subdole e più diffuse tra le persone di merda è questa: tu puoi accettare la perdita e puoi accettare la sconfitta, fondamentalmente perché sei un perdente e uno sconfitto, e più ti convinci di esserlo e più ti comporti come tale, e questo circolo vizioso ti delizia. Fin qui tutto bene. Quello che riesci ad accettare molto meno è quando la tua perdita e la tua sconfitta si accompagnano a una vittoria altrui, e in particolar modo alla vittoria di qualcuno che conosci bene. Se sei una persona di merda, il tuo fallimento andrà sempre a braccetto con la più bruciante delle invidie.
Certo, ci sono persone a cui vuoi bene davvero, persone del cui successo sei felice, persone che aiuti con sincero disinteresse, ma quante persone del genere capitano nella vita di una persona di merda? Una, a andar bene. Tutti gli altri, tutti quelli che chiami amici o conoscenti, in realtà non sono né amici né conoscenti: sono persone che tolleri perché, a modo loro, hanno fallito anch’esse. Esempio: sin da piccolo volevi fare il pilota di aerei? Benissimo. Hai mai provato a frequentare un’accademia aeronautica? No: ti sei iscritto a giurisprudenza e poi ti sei incastrato nel primo buco in banca che hai trovato libero. E sei assolutamente disposto a sopportare, anche di buon grado, anche per tutta la vita, la frustrazione di un’esistenza dietro lo sportello. Uno sguardo al cielo in pausa pranzo, e torni tranquillo a inoltrare bonifici. Ma non augurarti mai, MAI, che un tuo amico/parente diventi davvero un pilota d’aerei. Verrebbe a crollare tutta quella visione pessimista e limitante che ti eri costruito, sulla quale avevi basato l’intero vigliacchissimo iter della tua vita. E allora sì che starai male, che ripenserai a quel che sarebbe potuto essere, e augurerai al tuo caro amico pilota ogni turbolenza, ogni sciagura, ogni sparizione dai radar, ogni Mohammed Atta. Se sei una persona di merda non hai amici, solo persone abbastanza sfigate da non suscitare il tuo odio.
La questione non è mai tanto «Che cosa sei disposto a fare per il successo». La questione è: «Che cosa sei disposto a fare pur di togliere il successo a qualcun altro».
È una questione interessante. Cheap Thrills è un film che affronta, almeno in parte, queste domande, e lo fa coi toni della commedia nera, tenendo sempre molto alto il ritmo, dispensando violenza in dosi più che giuste e regalando il ruolo della vita a uno degli attori di Anchorman.
V’interessa?
Trama: il protagonista Craig ha la faccia quadrata e quotidiana di Pat Healy. Lo vediamo alle prese con i fastidi di una vita con moglie e prole, un avviso di sfratto tra capo e collo, un licenziamento inaspettato perché la crisi. La sera va al bar per annegare la disperazione eccetera. Qui incontra Vince, ex-buon amico finito in un brutto giro. Non si vedevano da anni, chiacchierano, si consolano a vicenda con quel quanto basta di sincerità tipico delle situazioni come questa. Vince, peraltro, è Ethan Embry, che solo grazie alla mia memoria di Asperger sono riuscito a identificare come “il bassista di That thing you do“.
Poi che succede. Succede che al tavolino accanto è seduto un riccastro tondo e caciarone con mogliettina giovane fica annoiata. Il riccastro si fa amici i due sfigati, inizia a offrire da bere, grida Stasera ci divertiamo, offre venti dollari al primo che si scola uno shot. Poi ne offre cinquanta al primo che si fa tirare uno schiaffo dalla cameriera. Sfarfalla mazzette di banconote come se non avesse il minimo problema a spendere qualunque somma per qualunque cazzata – ed è esattamente così. È un ricco annoiato con tutti i soldi del mondo, e Craig e Vince sono i suoi due giocattoli/esperimenti sociologici/giullari tragici di questa sera.
Voi mi dite: non è la premessa più nuova del mondo. E non lo è. Ironia nera su ingiustizie di classe, poveri disgraziati che si umiliano, tutto che sfocia in sfide sempre più estreme per somme sempre più alte, e come mai come mai sempre in culo agli operai. Ma fidatevi, amici, ché il regista E.L. Katz è un amico nostro: esordisce nel lungometraggio con un discreto botto e ci fa ben sperare per la sua futura partecipazione a ABCs of Death 2.
Intanto il ritmo regge benone sin dall’inizio, senza dilungarsi troppo nell’infernino familiar-lavorativo. Si entra subito nella dinamica del GIOCO PERVERSO e non se ne esce più fino alla fine. La cosa davvero bella, però, è che tutto questo GIOCO PERVERSO si mantiene sempre, sempre, in un equilibrio precario davvero difficile da reggere; un equilibrio che ha la stessa faccia del suo protagonista Pat Healy: solido ma vulnerabile, tanto suburbano-dimesso quanto potenziale psicopatico, uno di quelli che salutano sempre, o che «salutavano sempre». È anche grazie a lui che Cheap Thrills riesce a essere una commedia nera, poi nerissima, poi rossa rossa, ma senza mai scadere in un grand guignol cartoonesco; si va sopra le righe, sì, ma nei limiti di una credibilità che tiene sempre i piedi belli saldi per terra. Lo svolgimento del GIOCO PERVERSO non sarà privo di urla disumane, sangue a fiotti, cose disgustose e risate (nostre) a denti strettissimi, ma rimane sempre possibile identificarsi con i personaggi (anche se non è per niente facile capire CON QUALE, né questo processo di identificazione è in alcun modo piacevole), e non si fa mai quel passo ulteriore nella follia sbracata che porterebbe tutta la vicenda sul piano dell’incredulità e della risata liberatoria.
E una bella fetta del merito va, tra tutte le persone che ci sono al mondo, a David Koechner, che tutti noi ricordiamo come “il quarto di Anchorman” e che vanta una lunga carriera di secondo piano, spesso sprecata in commediacce di bassa lega che non mi avevano mai fatto dubitare della sua simpatia ma del suo effettivo talento un po’ sì. E invece guardatelo qui: Katz sa sfruttare la sua facciotta rassicurante e la sua compagnoneria naturale, pompando al tempo stesso quella vena di imprevedibiltà non necessariamente benigna che si intravedeva in Anchorman – e il suo personaggio diventa il perno su cui si calibra tutto quell’equilibrio di cui sopra. Quando Koechner, paonazzo e imballatissimo di coca, dice «Non vi ucciderò» e «Potrete andarvene quando vi pare», tu gli credi, e gli credono anche i personaggi. Infatti lui non mente, non ci sono doppi giochi nel suo GIOCO PERVERSO. Fa tutto alla luce del sole, la faccia simpatica e onesta di una competizione al massacro che lui si limita a gestire e dirigere, ma mai contro la volontà dei partecipanti.
Ed è qui che torno al discorso iniziale. Vince e Craig sono due sconfitti, con nulla da perdere e tutto da rimpiangere: a Craig, Vince invidia la normalità, la borghesia. A Vince, Craig invidia l’esatto opposto: la libertà, la malavita. Metteteli a competere per denaro, e più ancora dell’avidità e del bisogno saranno la frustrazione e l’invidia a renderli dei mostri – sarà cioè il loro essere persone di merda, che poi è come dire persone normali, o anche solo persone. È un modo molto crudele e molto azzeccato di tratteggiare tutta una fetta d’umanità pur mantenendosi nei binari della commedia truculenta; e il culmine è la scena in cui Koechner offre ventimila dollari al primo che si autoinfliggerà una cosa brutta (non entro nei particolari) e i due iniziano a puntare AL RIBASSO, preferendo guadagnare meno pur di non far vincere l’altro. L’automutilazione è un piccolo prezzo da pagare, quando il vero premio è mutilare l’ego del rivale. «Che cosa sei disposto a fare pur di togliere il successo a qualcuno?»
Il risultato è un film ottimo da guardare con gli amici, ridendo e gridacchiando tutti insieme, salvo poi far mente locale e iniziare a guardarsi con sospetto gli uni con gli altri, mentre le risate e le grida muoiono in gola. Cheap Thrills non sarà niente di nuovo, ma entro i limiti delle sue non alte ambizioni fa tutto giusto, e riesce a portarsi a casa un risultato che non era per niente scontato, secondo me.
Uh, a proposito, a te com’è andato il test per scoprire se sei una persona di merda?
DVD-quote suggerita:
«Se riconoscete la citazione che dà il titolo al post vi offro un prosecchino»
(Luotto Preminger, i400calci.com)
ehi, poi ci sono anche tutti quelli che nonostante la laurea in giurisprudenza e l’aver fatto 10 concorsi in giro per tutto il paese, il posto in banca lo vedono ancora dalla parte sbagliata dello sportello, e per tirare a campare devono portare le pizze col motorino. E’ più divertente, ma si guadagna un pelo meno.
Ciao.
Zappa o Big Brother and the Holding Co?
Data la grafica, direi Zappa
E, comunque, ora come ora, io, da libero professionista di ‘sto cazzo, invidio chi lavora in banca, con uno stipendio più che buono, orari accettabili, tredicesima e quattordicesima.
Tono metallico standard?
@ Disco Pax vinse il prosecchino!
Alla salute!
Un film (d)el katz.
Vado a farmi infilare una spada in testa da Jon Snow.
@Luotto – Data la grafica e dato il nome direi Janis Joplin e il disco omonimo con i Big Brothers
da grandissimo ammiratore di luotto, sia per le riflessioni che per lo stile con cui le esposone, questo non mi sembra un pezzo da luotto.
non condivido molto i termini della premessa – ma non voglio annoiare con questioni OT – ma soprattutto mi risulta difficile che l’ennesima variabile su un tema trito e stratrito possa ancora dare qualcosa.
a meno che (di fatto questa è la mia domanda) non si tratti di qualcosa fatto molto bene.
p.s.
mi rendo conto che non avendolo visto il mio giudizio è basato su impressioni che lasciano il tempo che trovano.
@umbem: a me pare che Luotto risponda ampiamente alla tua domanda, ma di mio posso aggiungere che l’ho visto al Frightfest e che, nell’ambito dei film in cartellone, mi ha gasato anche piu’ di You’re Next.
@ nanni & luotto: ok, grazie. ero solo un po’ scettico, ma per fiducia – alla fine mi son quasi sempre ritrovato nei vostri consigli – lo guarderò come suggerito da luotto, a casa con amici.
Mai capito l’entusiasmo per You’re next.
Bella recensione, comunque.
vabbene che iniziare la frase con “il culmine è la scena dove..” è come scrivere SPOILER ma non si può comunque evitare quando i film meritano?
per il resto ottimo pezzo e torrent assicurato
@ Disco Pax e Rocco Alano: no!
@ samuel: intendevo “il culmine” di quella tematica su cui mi ero concentrato, non il culmine del film in sé. Anzi, in quella scena siamo ancora abbastanza all’inizio del “gioco”
Secondo me è un filmetto godibile e ben fatto ma ha il grosso problema che
(non sono sicuro che il paragrafo seguente contenga SPOILERZ ma lo scrivo lo stesso SPOILERZ perché ho paurissima dei nazi spoiler più che dei serpenti velenosi e delle ragazze che ascoltano Alanis Morissette)
c’è un’eccessiva disparità di motivazione fra i due partecipanti al gioco: uno ha un bisogno estremo di denaro per i suoi cazzi familiari, l’altro non così tanto, quindi diventa tutto abbastanza schematico e prevedibile su chi puntare dei due. Se ad esempio l’amico spiantato avesse dovuto pagare un debitone alla mafia entro due giorni o un cuore nuovo alla sorellina morente o qualcosa di simile, il film sarebbe stato un po’ più forzato (comunque rimane lo stesso una versione espansa a lungometraggio del giochetto di L’uomo del Sud di A. Hitchcock presenta/Four Rooms episodio di Tarantino) ma almeno le carte in tavola sarebbero state molto più interessanti.
ah ok
io, x non sape nè legge nè scrive, il seguito della frase manco l’ho letto memore delle recenti polemiche su snowpiercer
Ero qui che aspettavo si parlasse di questo gioiellino, che ho visto insieme al Capo! Invece di stare a fare le pulci, quando invece spesso si chiude un occhio su produzioni più blasonate e meno meritevoli, accantonate i dubbi e guardatelo, vale davvero la pena!
A me questo film mi incuriosisce un sacco, anche solo per la presenza della Sara Paxton ma soprattutto David Koechner che ha un coefficiente di ignoranza bello alto!
Sara Paxton gran bella figliola e Koechner mi fa spaccare anche nelle peggiori merdate. Mi sa che un’occasione gliela darò.
Il protagonista per me rimarrà lo stronzo di Compliance.
Al Q&A al Frightfest il regista ha dichiarato che piu’ volte hanno dovuto trattenerlo dal rendere troppo esplicita la metafora sul capitalismo, ma ci terrei a sottolineare di non farvi scoraggiare da queste parole perché secondo me, al livello in cui e’ rimasta (mai nelle parole e mai di intralcio ai fatti), e’ assolutamente perfetta.
A parte questo, Ethan Embry per me e’ soprattutto il tenerone mezzo ritardato di Empire Records e qua e’ uno spettacolo vederlo funzionare in un ruolo che e’ diametralmente opposto gia’ a partire dal fisico.
@nanni
mi so distratto oppure lo speciale FF13 non l’avete fatto?
come un neo sul teschio di Marilyn.
@samuel: abbiamo coperto tutto come al solito, tranne che abbiamo preferito citare il Frightfest solo all’interno del pezzo e non nel titolo come al solito. Ci avete guadagnato un titolo fantasioso in più a fronte dello stesso identico ammontare di informazioni.
La premessa per me è 5 stelle.
Buono anche l’articolo, cerhcerò di recuperare il film il prima possibile.
@nanni
pito
per il 2k14 un ottimo compromesso democristo sarebbe come avete fatto quest’anno ma con frightfest tra i tags
OT sul FF: bordelands lo recensite? gira voce che in uk lo stanno strapompando
Borderlands mi ha lasciato parecchio perplesso…da quello che ci ho capito io è il solito FF che però stavolta butta in merda un’idea davvero figa…
Non mi fido di uno che si chiama el caz
Mi ha gasato più di You’re next… Già la splendida rece mi aveva convinto ma con stà frase son partito a razzo a dorso del mulo che sta già scaricando.
No via Jena, ma quanta gente ancora si affida al mulo? era obsoleto quando ancora scaricavo porni sudici amatoriali a caso, adesso è tempo di pesca in riva al torrente, via su, passa anche tu nel futuro.
A me You’re next è piaciuto molto, soprattutto rivisto in originale e se il capo dice che questo lo ha gasato di più, non posso che gasarmi a mia volta e guardarmelo, però da solo eh, che è sta moda di vedere film con gli amici??
Dopo il primo capoverso, neanche ho proseguito: parole scolpite nella pietra.
Enorme Luotto.
No, non è vero, grande pure la recensione.
Come dice piu’ su Darksky, le motivazioni che spingono i due sono ben diverse…e infatti la gara al ribasso non e’a mio avviso una questione di ego ma semplicemente di chi abbia piu’ fottuto bisogno di quei soldi. Comunque filmetto ben fatto, con qualche momento veramente ben riuscito specie nella zona agrodolce, laddove magari verrebbe da ridere anche se non c’ e’ un cazzo da ridere
visto ieri, mi sono divertito. alla fine il film mantiene quello che promette e si sorride tirati per tutti e 80 i minuti (che bello quando un film dura il giusto!), anche se come ha già scritto qualcuno prima di me le motivazioni dei personaggi sono troppo diverse per poter veramente rappresentare una sfida.
you’re next mi era piaciuto di più, ma conta anche che quello l’avevo visto al cinema.
Visto, molto bello, è pure riuscito a mettermi a disagio. Molte spanne sopra a You’re next, che non ho ancora capito perchè ha fatto tanto gridare al miracolo.
@Darkskywriter, non è tanto questione di motivazioni, perchè tutto inizia come un gioco stupido, quanto più, come dice il titolo della rece, di quanto uno puo’ essere stronzo pur di non far vincere qualcun’altro. A te, che tu abbia problemi economici o meno, non roderebbe se qualcuno si beccasse bei soldi facili al posto tuo?
@Darren
ci sta all’inizio quando il gioco è soft, es. (MINISPOILER) quasi tutti si farebbero dare uno schiaffo da una tizia per un centone. Ma quando poi si fa duro, la disparità di motivazioni la fa eccome la differenza.
Il sig.Preminger descrive sospettosamente bene il profilo dell’UDM.
No offense ;-)
Film ottimo, veramente. Nel mare di film simili questo c’entra il punto alla grandissima.
@Tutti con spoiler
Ok la disparità di motivazioni, ma quello aveva già più che abbastanza per ripartire, lì entra in gioco l’avarizia. Da un certo punto in poi io sapevo alla grande con chi mi stavo immedesimando e sticazzi moglie e figlio… Puoi essere una merda, ma non arrivare a quei livelli di merda!
@Tutti senza spoiler
Lavoro in banca, la quattordicesima non la vedo, non sto allo sportello, lavoro fino alle 20 (ed è il mio turno che è così, non sono io che mi fermo di più), lavoro a Modena e vivo a Bologna e guadagno quello che purtroppo si può considerare “bene” solo perché lo standard di bene si è abbassato a livelli catastrofici. Così, per chiarire, i tempi son cambiati anche lì…
gran bel film, finalmente qlcs di coerente che non fa bestemmiare contro gli Dei del walhalla per le vaccate che ci si inventa, in genere, cercando di sentirsi originali.
(SPOILERS?)
E comunque, per quanto idea trita e ritrita, come suggerito dagli stessi protagonisti, non è altro che una puntata “no limits” di fear factor (l’unico reality degno di andare in onda dato che, almeno, i protagonisti devono sudarseli i soldi vinti e non serve a un cazzo fare i ruffiani).
per la differenza di motivazioni non sono d’accordo, a quelle alte e nobili del solito padre di famiglia del cazzo (sembra che la famiglia sia la miglior giustificazione a una qualunque strage di cuccioli di foca, da sempre) non sono da meno quelle di uno che vive già ai limiti e con un bel po’ di pelo sullo stomaco e pochi scrupoli (rompere gamba padre davanti figlia=80$) .
Praticamente è come mettere un padre di famiglia (costretto dalla crisi ;) naturalmente) ed un rapinatore di fronte ad una gioielleria e sfidarli, dietro compenso risolutorio di una intera vita, a chi ha le palle di entrare e rifare la scena di Reservoir Dogs in maniera convincente.
Il padre avrà le motivazioni ma il delinquente ha l’abitudine e soprattutto è l’unico modo che ha di vivere (in genere) da sempre.
Quindi del tutto accettabili e plausibili tutte le scelte anche, e soprattutto, il fatto che si combattano l’un l’altro e non si alleino per dividere il premio finale nonostante siano “amici” (migliore applicazione, verosimile, del dilemma del prigioniero).
La citazione del titolo è da Mine Vaganti.
Dite che mi arriva sgasato il prosecco?