Riunitevi attorno a me, amici vecchi e nuovi, e lasciate che vi racconti di quella volta in cui Nanni Cobretti mi ha detto “tu, Quantum, recensirai un musical”.
“Ma sei pazzo, boss? — gli ho risposto — Io non so niente di musical! Io non so niente di musica. L’unica canzone che so suonare è Amazing Grace con la cornamusa al funerale di un poliziotto irlandese morto da eroe mentre compiva il suo dovere, non posso recensire un musical!”.
Lui ha sorriso, ha spiccato il volo a bordo del suo jetpack ed è allora che ho capito che aveva ragione.
Stage Fright è il debutto al lungometraggio del canadese Jerome Sable, un regaz che non è che sia proprio il più furbo di tutti quando c’è da dare un titolo al film (non per fare i pignoli, ma dal 1923 a oggi ci sono SETTE film che si intitolano “Stage Fright”, tra cui uno di Hitchcock), ma che compensa questo difetto con un buon senso del ritmo, un umorismo tutto scemo e il giusto gusto per gli spargimenti di sangue. Inoltre le sue vittime sono principalmente adolescenti, quindi e che cazzo, gli si vuole bene per forza.
Ok, è vero, in questo film cantano tutti per la maggior parte del tempo.
È un problema? Ho scoperto di no.
Prologo: al termine della prima di un musical che è abbastanza chiaramente Il Fantasma dell’Opera ma non potevano chiamarlo così immagino per una questione di diritti, Minnie Driver (che era nel cast del vero Il Fantasma dell’Opera, wink wink ammicc ammicc) è vittima di un violento caso di morbo della morte per mano di un killer vestito proprio come il Fantasma dell’opera di cui sopra. Lascia orfani due bambini e disoccupato un manager interpretato da Meat Loaf.
Flashforward a 10 anni dopo (= i giorni nostri): Meat Loaf dirige uno di quei campi estivi a tema che si vedono solo nei film e io è tutta la vita che mi chiedo se esistono veramente e se posso andarci anche se ormai ho quasi 30 anni dedicato alle performing arts, dove un solido campionario di adolescenti sfigati americani (il secchione, il ciccione, l’omosessuale dichiarato, l’omosessuale represso, la punk, la ragazzina con le balbuzie) trova la propria dimensione per un mese all’anno cantando e imparando elaborate coreografie. So cosa state pensando e, sì, esatto, è Glee, ma aspettate che arriva il bello: quest’anno i ragazzi del campo metteranno in scena proprio quel ripoff del Fantasma dell’Opera che abbiamo visto nel prologo, uno spettacolo che da 10 anni tutti ritengono sia maledetto, e la protagonista sarà nientemeno che la figlia di Minnie Driver, ora cresciuta e diventata un’adolescente convenientemente figa, insicura ma dalla voce stratosferica; a sopresa, un killer (lo stesso di 10 anni prima? CHI PUO’ DIRLO!!!) prenderà di mira i ragazzi. Hilarity follows.
L’etichetta di “Scream incontra Glee” fa il suo dovere ai fini promozionali, ma sarebbe ingiusto ridurre a questo l’intera pellicola, che non ha la minima pretesa di salire in cattedra e fare a pezzi un genere per spiegartelo con più spocchia di quanto sarebbe legalmente consentito (Scream) né di insegnarti ad accettare te stesso e le tue diversità che ti rendono unico e bellissimo attraverso brutte cover degli mp3 più scaricati da iTunes questa settimana (Glee): Stage Fright è prima di tutto una commedia e non chiede niente di più che strapparvi una sana risata — una canzone e una coltellata alla volta.
Costantemente in bilico tra l’omaggio e la parodia, il teen drama, l’aspetto esageratamente meta (un musical che parla di un musical la cui trama a sua volta ruota attorno a un musical) e la componente horror/splatter fanno tutto sommato da contorno a un discorso sulla musica portato avanti con la musica (che, per amore della completezza, non fa neanche completamente venire voglia di pugnalarti nelle orecchie) che credo possa essere sintetizzato in qualcosa che suona più o meno come “fanculo tutto”. In questo senso vengono fuori trovate kitsch e divertentissime, le più riuscite delle quali riguardano tutte l’estetica del killer, un irresistibile scoppiato che vive nei sotterranei del campeggio (ovviamente), risponde ai cori degli adolescenti canterini con assoli thrash metal e sfoggia una maschera kabuki che non può non far correre la mente al make up dei Kiss.
Occasione sprecata di far fare qualcosa di figo a Meat Loaf (ma capisco che le mie aspettative irrealisticamente alte nei suoi confronti erano falsate dal fatto che l’unica altra volta che l’ho visto recitare in un musical aveva 40 anni di meno ed entrava in scena in moto), relegato a un ruolo che è l’assoluto contrario del carisma, ma devo dire che mi ha assolutamente convinto la protagonista Allie MacDonald, che nessuno ricorderà per il ruolo non-chiave in House at the End of the Street, ma che ha tutte le carte per diventare una Scream Queen di primissimo livello — corde vocali su tutto.
Chiudo segnalando che pure i titoli di cosa spaccano, li stavo ascoltando distrattamente mentre cercavo foto di Allie MacDonald nuda (non ce ne sono) quando alla fine dell’ultima canzone parte una strofa che fa:
Thank you for watching the credits
Thank you for staying this long
Now you can turn on your phone and go back to your–
Wait, are you already home?
How are you seeing this movie?
How are you hearing this sound?
I hope you’re not pirating,
pirating movies is stealing
And stealing is wrong,
it’s just wrong
But it feels so right
I’m gonna pirate so much hardcore shit tonight
Chapeau.
DVD-quote suggerita:
“Come un episodio di Glee, se Glee facesse ridere e i protagonisti venissero ammazzati.”
Quantum Tarantino, i400calci.com
BONUS – Leggevo in un’intervista a Sable che l’idea di scritturare Meat Loaf gli è venuta dopo aver rivisto il video di I’d Do Anything for Love (But I Won’t Do That), brano del 1993 — regia di Michael Bay (!!!). Io non lo avevo mai visto e ora sono tipo in adorazione.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=9X_ViIPA-Gc
Non per fare il pistino (lo faccio comunque), ma quando scrivi “trash metal” intendi metal di quart’ordine o volevi scrivere “thrash metal” inteso come thrash metal tipo Slayer, Exodus e compagnia martellante?
Mi sembrava mancasse all’appello il sotto-genere musical a rovinare definitivamente il genere horror
“falsate dal fatto che l’unica altra volta che l’ho visto recitare in un musical aveva 40 anni di meno ed entrava in scena in moto”
Niente Tenacious D, quindi?
Bah mi avete convinto lo guarderó, e comunque quel pezzo di Meat Loaf di soli 7 minuti per me al primo ascolto durante il liceo era puro spettacolo(si lo so sono un romanticone melenso)
Fantastico,gente che canta e viene ammazzata. Quando vidi Chicago pensai…come cazzo è possibile che questo vinca agli oscar e le due torri no?? Nella mia testa vedevo Aragorn che affettava tutti i componenti del cast,poi gollum tirava fuori con l’aiuto di una tenaglia e un coltello le loro lingue e ne faceva una collana come in universal soldier. Stò film è un sogno che si avvera,la fantasia che prende vita,non vedo l’ora di vederlo.
@John Matrix: no no, proprio trash nel senso di metal di quart’ordine :D
@kyokuto ziokan: il genere horror si è rovinato benissimo da solo, non ha avuto bisogno di nessun aiuto. quanto al musical, di cui onestamente nemmeno sono fan, più che un sotto-genere lo considererei un linguaggio. e ben venga se qualcuno almeno prova ad applicare questo linguaggio a generi differenti come l’horror: chi cazzo l’ha deciso che il musical può raccontare solo commedie e storie d’amore?
@Uwe Pól ti confesso che Jack black mi sta sul culo.
@Gatsu Io Gatsu Io bello, eh, ma a risentirlo adesso forse non è proprio la lampadina più brillante dell’albero di natale…
cazzo, non ci sono per davvero quelle foto.
L’avevo adocchiato qualche giorno fa, ma il fatto che sia un musical vero e proprio mi aveva scoraggiato dalt̶o̶r̶rl’acquisto legale su Itunes. In effetti utilizzarlo proprio come linguaggio del film e non solo come tema è una scelta coraggiosa ma non molto attraente per i fan dell’horror, che di norma quando sul pullman della gita tutti cantavano Grease per TRE FOTTUTE ORE DI FILA loro se ne stavano seduti isolati in fondo col cappuccio della felpa sulla fazza e gli Iron Maiden nel walkman a tutto volume (nota: true life story). Però, se c’è l’ok calcistico, un’occhiata sospettosa col ditino pronto sul fast forward mi sa che gliela dò.
Non sapevo che il video di I’D Do Anything For Love fosse di Michael Bay!
Comunque, il pezzo migliore di quell’album resta Everything Louder Than Everything Else, IMHO…
Ha tutte le carte per essere il musical definitivo. Una manna dal cielo per chi come me ha una moderata simpatia per il genere (pardon: linguaggio) del musical ma non regge il cronico eccesso di glucosio delle sue storie…
Il musical non mi piace pero’ questo filmetto qui si puo’ guardare…
Ma il poliziotto del video di Meat Loaf è Marky Mark?
@mska guarda, io non sono molto fisionomista, ma ho trovato questa pagina.
Un po’ sgangherato ma non male. Meat Loaf è grande, le canzoni funzionano, e mi sono anche mezzo spaventato un paio di volte. Grazie per il consiglio.
OT, sempre OT, fortissimamente OT
Mi avete fatto ricordare di quando ero quasi riuscito a far leggere il testo del pezzo di Meat Loaf a un’amica, al matrimonio (in chiesa) di altri due… poi purtroppo scoprì la fonte e si rifiutò. Bah.
Appena visto. Capolavoro della follia! Mi ha reso molto gay, anche se not in that way
Penso che guarderò questa commedia horror musicale, la rencensione mi ha incuriosito. Nel video di Meat Loaf ci sono esplosioni? :D