Prima che un pazzo furioso convincesse l’internet che il segreto della qualità consisteva nel mettere in testa a Ken la parrucca di Lorella Cuccarini, la Capcom aveva già provato a convertire il noto videogioco Street Fighter in avventure con attori (e pseudo-attori) veri.
Questa è l’inversione di marcia modello extreme.
A.D. 2009. Un virus sta flagellando il mondo del cinema: la disillusione. Una malattia che altera la percezione dello spettatore medio il quale, una volta contratta, viene totalmente deprivato della capacità di operare una soddisfacente “sospensione dell’incredulità”. Il rimedio è in studio da almeno 4 anni e risponde al nome di Nolanyn™ (venduto in supposte e blister da 3). Operando uno straordinario e pionieristico ribaltamento del rapporto malato-malattia, il Nolanyn, anziché riportare allo spettatore la perduta capacità di immedesimazione, elimina au contraire qualunque situazione irreale che richieda uno sforzo di fantasia superiore al “toh, guarda…”. Lo spettatore non ha più bisogno della fantasia, non si sente più menomato e la normalità è ristabilita. Se la maggioranza delle persone iniziasse a nascere senza il piede destro sarebbe economicamente più sostenibile costruire protesi o togliere il pedale dell’acceleratore dalle auto?
So che molti di voi (compresi alcuni miei esimi colleghi che risiedono qui a Valverde) non saranno d’accordo con le parole che sto per scrivere, eppure esse mi trovano estremamente convinto: epuriamo il pensiero da facili ragionamenti (seppure molto accattivanti, specie se espressi a vignette, specie se proferiti da Ortolani): Nolan non è la causa dell’incupimento generale del cinema d’azione super-eroistico. Nolan ne è semplicemente l’interprete maggiore. Nolan non è la malattia, appunto, Nolan è la risposta immunitaria. La dimostrazione a queste mie parole -o meglio, ciò che mi ha convinto a pronunciarle- arriva come un coppino. Da dove meno te lo aspetti. “È più realistico e duro, e rappresenta il fatto che, in questo universo di supereroi che mettiamo in scena, quando qualcuno viene colpito, o pugnalato, inizia a sanguinare e ci sono delle conseguenze anche fisiche”. Sapete chi lo ha detto? Lo ha detto Ben Affleck, nei primi mesi del 2003, durante la round table di presentazione di Daredevil.
Esatto, Daredevil. QUEL Daredevil. Nel 2003, dal fronte caciarone di Marvel, già si sentiva l’esigenza di “maggiore realismo”. Nolan sarebbe arrivato parecchio dopo.
Questa lunga premessa mi serve solamente per scaricare dalle spalle del povero Christopher la responsabilità per quello che è stato creato in Street Fighter: The legend of Chun-Li. Perché Nolan c’avrà anche le sue colpe, ma non me la sento di dargli pure questa. Sebbene The Legend of Chun-Li infatti appaia agli occhi dei più come l’ennesimo film che abbraccia appieno la ricetta nolaniana del reboot in chiave realistico-possibilista, dall’altro esso si spinge definitivamente oltre. La risposta a a un pubblico cinico, è non solo un film di supereroi verosimile, ma un film verosimile con produttori straordinariamente naif.
Solamente delle persone facili alla meraviglia, infatti, avrebbero potuto pensare di fare dei soldi con un film che, portando nel titolo Street Fighter, marginalizzasse in maniera radicale l’elemento dei combattimenti.
Solo dei novelli Candido di Voltaire avrebbero potuto infatti prefigurarsi un successo al botteghino di un film che, portando nel titolo Street Fighter, decide di eliminare completamente qualunque fan service stravolgendo i personaggi tanto nell’estetica, quanto nell’essenza.
Solo dei poveri imbecilli, insomma, potevano pensare di fare una roba come Street Fighter: The Legend of Chun-Li senza vedersi parcheggiare le mani in faccia tanto da chi ama il cinema, quanto da chi ama i videogiochi.
Sotto il primo profilo, quello del cinema, The Legend of Chun-Li potrebbe essere facilmente descritto come un film dalla bruttezza mediocre. Una pellicola priva persino di quei caratteri di oggettiva e affascinante orrendezza che lo possono rendere interessante agli occhi degli appassionati di tale genere. E al palato di Morandi. Invece no, i 90 minuti firmati da Andrzej Bartkowiak (regista che già aveva firmato il live action di Doom, pregevole ma semi-inutile), sono brutti di una bruttezza anonima che raggiunge forse i suoi massimi livelli nei numerosissimi e stravaganti MACCOSA di cui la trama è letteralmente infarcita. Il padre di Chun-Li vuole che la figlia diventi una concertista di piano e le insegna il Wushu, un’arte marziale dove si combatte a mani nude. MACCOSA. Il padre di Chun-Li viene rapito e lei per 18 anni vive la sua vita tranquilla finché non le crepa la madre e allora “Alè, cerchiamo il papà”. MACCOSA. Chun-Li riceve una pergamena da uno sconosciuto, la va a far tradurre da un’esperta che le dice “Devi trasferirti e cercare una persona che non conosci, che non troverai, che forse ti contatterà e tutto questo perché è giusto così” e lei lo fa. MACCOSA. La gente parla a caso in alcuni momenti in cinese e in altri in inglese. MACCOSA. Chun-Li decide di abbandonare la casa paterna con servitù a carico, si fa impacchettare tutto in grandi scatoloni che lascia lì perché vuole vivere nei bassifondi dormendo per strada. MACCOSA. E via così con passaggi narrativi senza senso e buchi tanto incolmabili da far pensare più a una totale carenza di voglia, piuttosto che un’effettiva incapacità. Se il film si fosse chiamato Cops in Hong Kong: One Girl, some schiaffazzi avrebbe preso un 4 secco. Ma senza rancore.
Ma il film si chiama Street Fighter. Ed è qui che partono i problemi veri. Posso capire che, visti i risultati legati al primo Street Fighter (che aveva preso tutto il roster dei personaggi e l’aveva compresso a forza in 90 minuti) dal 1994 in casa Capcom ci fossero persone addette a correre per le stanze urlando con vocine acute “Mai più! Mai più!”. Ma a tutto c’è un limite. E quel limite è la decenza. Trarre un film da un picchiaduro (lo dico per le signore all’ascolto non avvezze al mondo videoludico: è il genere di gioco dove ci si prende a cazzotti virtuali) è discretamente semplice: i personaggi spesso non sono caratterizzati se non a livello estetico, non hanno quasi mai un background storico e la trama nel 90% dei casi è pretestuosa. Nel 10% dei casi rimanenti comunque nessuno se la calcola. Quindi: hai dei personaggi con dei caratteri fortemente riconoscibili da usare. Facci quello che vuoi.
In The Legend of Chun-Li, con vezzo “autoriale” o con semplice masochismo, si è deciso di rinunciare proprio a quello. Non contenti di fare un film -il primo di una presunta serie eh, quindi diciamo… l’apripista- basato su uno dei personaggi più odiosi di dell’intera saga (quella Chun-Li che ti corcava di mazzate e poi si metteva a fare i balletti alla facciazza del tuo sanguinamento e delle tue emorragie interne) si è anche deciso di lasciare da parte anche tutti gli altri personaggi carismatici che uno si aspetterebbe di trovare in un film simile.
In questo Street Fighter: The Legend of Chun-Li, a parte la summenzionata lottatrice cinese (interpretata, come giusto che sia, dalla canadese Kristin Kreuk), appaiono Bison, Vega, Balrog, Gen, Charlie Nash e C. Viper (con il nome originale di Maya Sunee). Di 6 personaggi, uno arriva dritto dritto dal primo Street Fighter e due da Street Fighter Alpha. Due giochi che avranno giocato sì e no 18 persone in Europa. Ma non basta. Balrog non è un pugile (ma è esattamente la metà di Michael Clarke Duncan, che tutto intero faceva il Kingpin di -guarda un po’- Daredevil), Vega non è spagnolo (ed è interpretato da un attore che si è scelto come nome quello di un noto gioco in scatola degli anni 90), Gen non è vecchio (ed è interpretato dall’attore che ha fatto Liu Kang nel primo Mortal Kombat), Bison non è un militare, Charlie e Viper sono due poliziotti di cui uno dell’Interpol. Nessuno di questi indossa in nessuna circostanza le divise ufficiali del videogioco. A quanti hanno giocato anche solamente una volta al cabinato Capcom queste affermazioni suoneranno come una lunghissima e dolorosa bestemmia.
Ma siamo solo all’inizio dei problemi. Non volendomi dilungare troppo sappiate che dei 3 colpi speciali di Chun-Li, la protagonista esegue giusto la sfera di energia. Ma di un colore diverso da quella originale. E fatta male. MA MALE. MA MALISSIMO. Niente elica con le gambe, niente calcio multiplo, niente di niente. E qui veniamo al secondo aspetto terrificante di questo Legend of Chun-Li: i combattimenti. Che non ci sono. Pochissime, su 90 minuti, sono le sequenze di cazzotti -alcune con coreografie wuxia davvero imbarazzanti- e l’unico “scontro” tra i personaggi è quello finale tra Chun-Li e Bison della durata di 5 minuti (circa). Balrog non combatte, Vega non combatte, Charlie e Viper non combattono. Ora, il film si chiama Street Fighter, dio bono. Se togli il Fighter ti rimangono in mano 90 minuti di un Tuttocittà sfogliato a 24 pagine al secondo.
Alla fine è come pensare a Kill Bill dove l’unico combattimento è quello degli ultimi 10 minuti mentre per tutto il rimanente del tempo si parla. Si parla. Si parla. Poi uno sposta una sedia dice “BOMBA!” e c’è un’esplosione fatta con il didò.
Infine due note due legate al comparto attoriale e in particolar modo che corrispondono ai nomi di Neal McDonough e Chris Klein. Il primo si trova nella difficile situazione di dover ereditare il ruolo da Raul Julia. Il Raul Julia che, come fatto notare da Nanni, preconizzando la sua dipartita da lì a breve, aveva trasformato il suo Mr. Bison in una sorta di canto del cigno, riempiendolo di un’intensità che, assolutamente fuori scala rispetto al resto della pellicola, valeva da sé il prezzo del biglietto. Il buon Neal è invece consapevolissimo della scala di riferimento su cui si assesta questo Legend of Chun-Li ma al contempo non si può dire che non ci provi. Il suo Mr. Bison è un criminale piacione dal sorriso facile e dai gesti estremi. Una recitazione in buona parte se non altro decente, nonché lo Ying di questo film.
Il cui Yang è rappresentato da Chris Klein. Che dire di Chris Klein? Se da un lato le battute che gli vengono rifilate non gli rendono il lavoro particolarmente facile, lui ci mette del suo creando uno straordinario ibrido tra l’inespressività di Keanu Reeves e l’intensità totalmente a vanvera di Nicolas Cage. Il risultato è un attore che pronuncia battute insulse accompagnate da una totale dissociazione tra espressione del volto e tonalità di voce. A tal riguardo allego un video esplicativo.
httpv://www.youtube.com/watch?v=5VjdE9Y8VQA
Tirando le somme: Street Fighter: The Legend of Chun-Li non solo è l’imbarazzante tentativo di rileggere in chiave realistica un videogame dove delle gente si picchia pretestuosamente lanciandosi sfere di energia all’urlo di “aduuuuken”, dove i brasiliani hanno la pelle verde e i lottatori di sumo da un quintale e mezzo possono levitare, ma, con il suo riuscire a scontentare proprio tutti, probabilmente è anche il più grande jackpot tafazziano della storia dei tie-in cinematografici.
DVD-Quote Suggerita
“Se dopo questo hanno deciso di lasciar perdere con Street Fighter un motivo ci sarà.”
Bongiorno Miike, i400calci.com
P.S.= sì, lo so che nella versione nipponica del gioco i nomi di Balrog, Vega e Bison sono mischiati. Voi prendete per buona la traduzione PAL.
Come lo giri come lo volti e’ un disastro completo, tra l’altro alla fox in quegli anni doveva girare roba guasta…quanto filmacci brutti, una doppietta poi tra questo e il film di dragon ball poi riusciva a spiccare…
Dragon Ball faceva rimpiangere il live action giapponese del 1991
… mi correggo, ho visto ora: la produzione non era giapponese ma di Taiwan.
Kristen kreuk <3 <3 <3 ho visto smallville, mi sono visto questo e mi guardo pure la bella e la bestia. Mi faccio schifo ma ormai è una cotta adolescenziale che mi porto avanti e mi ricorda la mia adolescenza ormai andata. Ma è innegabile che per amore a volte si soffre
Vista pure io sta cagata…..ingiustificabile, ovvero LAMMERDA….Chris Klein è veramente scarso che alla fine fa pena e fai il tifo per lui.
Ma con tutte le attrici cinesi che c’erano brave ma Kristin Kreuk???
Questi articoli mi hanno fatto voglia di trovarmi su YouTube un “best of” di solo Raul Julia/Bison.
Raul, Raul… perchè ci hai fatto questo brutto scherzo? Perchè ci hai lasciati soli?
E questa, cari bambini, è la MERDA (cit.)
Però dai, dire che a SF IV e SF zero (o alpha da noi) ci ha giocato nessuno è un po’ esagerato, anche con gli occhiali della nostalgia, via!
Uwe: sono figlio degli anni 80. Per me Street Fighter è il 2 con tutte le sue millesettecento manifestazioni. Diciamo che dell’Alpha e del primo SF non ho mai sentito parlare né ho avuto modo di metterci mano nelle numerose sale giochi che ho frequentato da bambino (e meno bambino).
In generale però mi passerai il fatto che se stai lanciando una serie, iniziarla buttando in mezzo dei personaggi minori e risalenti nel tempo (tanto più che C. Viper e Gen sono sì presenti del IV capitolo che però è uscito dopo il film) è stata un po’ una decisione, diciamo, azzardata. [dato che avevi a disposizione almeno altre 15 possibilità tra cui scegliere]
Il film che è stato il nuovo termine di paragone per i film fox fatti solo per raschiare soldi sfruttando una licenza. Tipo quelli di supereroi orribili. Questo è la summa di un pensiero (che fortunatamente pare accantonato), uno stato mentale, di un modo di fare le cose a cazzo solo per monetizzare su un nome. Una tristezza infinita.
a parte tutte le cose vere ddella rece, la cosa più malsana rimane quella di fare un film “monografico” su un personaggio uscito -boh- 20 anni prima e
a) non puntare su fan service – nostalgia canaglia
b) in quanto apripista fallimentare, bruciarsi anni di futuri film dedicati a ciascun personaggio con quel minimo di crossover e magari mega film finale con più personaggi.
Avrebbero avuto tutto: diffuso sentimento di rimpianto per i bei tempi dei 30enni di oggi, ampia libertà di manovra su trame/background, mezzi tecnici, effetto expendables-avengers
Il peccato più grande e imperdonabile è questo
e Bison con il senno di poi sembrava uscito da una puntata di Hannibal. E ricordiamo pure l’effetto scrauso con cui appariva random alle spalle della gente accompagnato dallo swoooshhh.
Ah e Balrog dai mi sa che un po’ combatteva, ricordo che mazzolava qualcuno con una bombola
Se non erro il secondo film della ipotetica trilogia doveva essere quello su ryu e ken ma bisogna capire quanto c’era di vero visto che ormai dire che punti alla saga equivale a dire venite a vederlo non può fare così schifo…buttandola sul generale credo che prima o poi i videogiochi faranno la fine dei fumetti e ad Hollywood incominceranno a investirci pesantemente, c’è tanto di quel potenziale…manca solo lo spiderman di raimi di turno…
Io spero solo che questa retrospettiva su Street Fighter tratti il capolavoro assoluto (non ufficiale) del franchise: Future Cops!
http://www.escapistmagazine.com/videos/view/the-big-picture/3002-The-Other-Street-Fighter
@Steven: Balrog combatte 4 minuti all’inizio e 2 verso il finale, con uno degli scontri “epici” più FALLIMENTARI della storia del cinema (per durata, coreografie, pathos)
;)
https://www.youtube.com/watch?v=JxpNE0Z_8Ec
ma vega è interpretato dal filippo dei black eyes peas?
@Miike: sì, sì, c’era qualcosa ma era indubbiamente un fail. Già il fatto che un iroso pugile nero di 130kg si attardasse a pestare il suo rivale con la bombola di una stufa a gas senza mai menare le mani la dice lunga
E questo pure non sarebbe male! ;)
https://www.youtube.com/watch?v=bgWI_7__eeg
@ samuel
Eh sì. Un uomo a cui piace il FAIL in diversi campi.
Prossimo step? una recensione di City Hunter, in cui…………………jackie chan interpreta chun lee? (oh, a livello di smorfie se la cava pure egregiamente…)
Non ho parole, persino “Street Fighter 2010 – The Final Fight” per il vecchio NES aveva più punti in comune con Street Fighter (e probabilmente anche con Final Fight, pur non centrando nulla) che con questo abominio di film.
E sto parlando di un platform con alieni e robot, il cui protagonista è Ken che non è Ken.
Alla fine il miglior tributo a Street Fighter apparso al cinema è QUELLA scena ASSOLUTA del film di City Hunter con Jackie Chan :D :D :D
https://www.youtube.com/watch?v=zIxETAx_61M
@Miike: Ma si, avevo capito la contestualizzazione, c’è da pensare che SFII in tutte le sue forme è IL gioco da sala giochi. Però le sale giochi stesse sono figlie di un tempo passato, SF è diventato (meno con lo Zero, più col 3) il picchiaduro tecnico da console e da tornei… insomma ci sta metterci personaggi che spaziassero dallo zero al 4 (Gen c’è praticamente in tutti tranne 2 e 3, ed è insegnante di Chun Li anche nella stroryline), specialmente se vuoi creare una storyline nuova… assurdo più che altro togliere tutti i più importanti… e il problema è tutto il resto! Fosse stato solo quello…
comunque io invoco come eccezione meritevole anche il film d’animazione del 1994 mi pare, perché era una baracconata fichissima. Oltretutto su tubo c’è tutto, pure in Italiano (per i coraggiosi che reggono quel doppiaggio)
Detto nell’altro post: il film d’animazione è sconclusionatissimo e adattato malissimo (Hadoken diventa Palla di Fuoco, per dire). DI animazione è molto molto carina la serie animata Street Fighter II Victory, bellina la storia e carine le animazioni.
Mai avuto il coraggio di vederla cacata deforme abnorme, in compenso mi son beccato un paio di ep della webserie e quei 2 combattimenti che ho visto sono proprio come mi aspettavo sarebbe stato il vecchio film. Vabbè il target + che i nostalgici sono i fanciulli di oggi e quei costumi identici al videogame gridano alla nerdata, ma vedere quel ben di dio di mosse speciali usate senza contagocce e coreografie di tutto rispetto mi ha messo addosso l’amarezza pensando a quello che poteva essere e che invece non è stato nel 1994
premetto che il film di animazione l’ho sempre visto in inglese tranne uno spezzone in italiano che mi ha fatto rabbrividire. Ma, al di là dell’adattamento italiano brutterrimo, è la trasposizione migliore che c’è… tanto che è diventato canon con la serie Zero. Inoltre la cura dei combattimenti è veramente ottima (le coreografie erano di KAzuyoshi Ishii, il fondatore del K-1). Consiglio a riguardo la versione uncut inglese (dovrebbe essere uscito un Blu Ray ma già la versione DVD del 2006 spaccava). MORE CHUN-LI NIPPLES. E scherzi a parte, se si è visto solo in italiano, con doppiaggio stravolto, con le censure, con la colonna sonora inventata di sana pianta e con UNA COMPRESSIONE FATTA CON UNA PATATA, è come non averlo mai visto. Street Fighter 2 Victory è simpatica come serie animata ma niente di più, oltre ad essere stravoltissima rispetto al gioco.
E’ ufficiale: tutte le copie di questo film saranno caricate dentro un razzo il quale, in caso di un attacco da parte di Zod, verrà fatto volare contro la sua astronave in modo da creare una singolarità quantica piena di squaragnaz, di pric, di prac e ripiena di MACCOSA