Ve le ricordate, le funzioni di Propp? Ve le hanno almeno insegnate? Sono quelle specie di cellule semiotiche di cui sono composte le fiabe, formule uguali a se stesse che selezionate e mescolate in modo diverso danno vita a praticamente tutte le narrazioni popolari. Il cinema, in questo caso il sottogenere horror, può essere considerate una narrazione popolare? Sì, ed è per questo che alla fine tutte le trame si somigliano un po’. Beneath è un film per la TV prodotto da Chiller, un canale via cavo simile a SyFy, quindi signora mia cosa vogliamo pretendere: fin dal primo istante piovono funzioni di Propp nell’ordine giusto, i primi dieci minuti sono un conglomerato di luoghi comuni, di personaggi ritagliati nel cartoncino e di svolte narrative banalissime. Ma c’è un grosso “MA”, e questo “ma” si chiama Larry Fessenden.
Fessenden è un jolly dello horror con la fazza giusta da psicopatico, figlio degenere di un banchiere newyorkese, e ha le mani in pasta in tutti i vostri film preferiti, che sono i vostri film preferiti perché ve li abbiamo fatti conoscere noi: attore in We Are What We Are, You’re Next, I Sell The Dead ma anche in Broken Flowers (che magari in effetti non è il vostro film preferito e di sicuro non ve lo abbiamo fatto conoscere noi), mentore e amico di Ti West, ergo produttore di The Innkeepers e The House Of The Devil nonché di The Orphanage, ma soprattutto regista di Wendigo e di quel capolavoro ambientalista che è The Last Winter; ultimamente ha diretto un episodio di The ABCs Of Death 2 e fatto un sacco di altra roba figa che basta la metà. Ecco, dove appare il suo nome c’è sempre da rizzare le antenne ed expect the unexpected. Come si comporterà Fessenden di fronte a una formula per lui nuova? Considerato il personaggio, gli si dà fiducia; tuttavia, Beneath all’inizio non lascia ben sperare. Come dicevo prima, le formule tipiche dello horror sono seguite pedissequamente come le funzioni di Propp: gruppetto di adolescenti neodiplomati scemi – check! Unità di tempo e luogo, in questo caso una barca a remi su un lago – check! Spazio ridotto – check! Assassino, in questo caso un pesce-mostro – check! Morire male uno per uno – check! Uso utilitaristico dei cadaveri – check! Momento “Piange Il Telefono” – check! Momento “Spegni Quella Cazzo Di Telecamera” – check! Vediamo più in particolare chi c’è a bordo della barchetta: la Biondina Fighetta, la Bruna Cessetto, il Palestrato Bullo, suo Fratello Minore Complessato, il Nerd Che Filma Tutto e il Taciturno Che Ha Capito Tutto. Direi che la ciurma è al completo, anzi no, ecco qui anche il Vecchio Inquietante che ammonisce i ggiovani perché lui ha fatto Breaking Bad e gli altri non han fatto un cazzo, e poi scompare. Perfetto, possiamo salpare.
E qui invece arriva quel burlone di Fessenden che prende tutti i luoghi comuni di cui sopra, li rivolta come calzini sporchi e trasforma Beneath in una gran figata. Innanzitutto riprende il tema del riscaldamento gobale che tanto gli sta a cuore e lo spalma in modo sottile, senza strafare: perché alla fine i sei ragazzi in barca non fanno altro che inquinare il lago e disturbare un ecosistema tranquillo. Il Vecchio Inquietante all’inizio lo dice chiaramente, il lago va rispettato – e loro non lo rispettano, lo sporcano gettando in acqua rifiuti, remi, pezzi di plastica, lasciando dietro di loro una scia di casino e idiozia. Non ha mica torto il pescione a incazzarsi! Dopotutto anche lui, come gran parte dei mostri, vuole una cosa sola: che nessuno gli rompa il cazzo. E invece i ragazzi sono talmente cretini che le inventano tutte pur di farlo incazzare: non ci vuole proprio Einstein a capire che prendere un pesce-mostro a colpi di remo in testa non è una grande mossa, ma loro niente, anziché stare zitti e telare si mettono sempre più nei guai. O meglio, Johnny il Taciturno aveva previsto tutto fin dall’inizio, ma per qualche ragione non sembra mai interessato a farlo sapere agli altri. Il pescione è la loro nemesi.
Che l’ecosistema del lago vada salvaguardato e che in generale la natura abbia già cominciato a reagire male all’ingerenza umana si intuisce anche dal (bellissimo, artigianale) pescione stesso: il mostro infatti non è un essere soprannaturale o fantastico, sembra più una mega-trota imparentata col meraviglioso pesce abissale Chauliodus danae; ma cosa ci fa un pesce abissale in un laghetto? Esatto. Il punto che Fessenden sembra sottintendere è questo: abbiamo talmente scardinato le leggi naturali che l’ambiente viene colonizzato da animali prima d’ora incongrui. Nella realtà è accaduto al Mediterraneo, nella finzione può benissimo succedere in un lago in mezzo ai boschi. Anche nel precedente The Last Winter gli animali del passato si risvegliavano e tornavano, proprio sotto forma di revenants, a riprendersi l’ambiente rubato; più di recente, Marvin Kren in The Station (che ha vari punti di contatto con The Last Winter) ha mostrato il lato oscuro dell’evoluzione animale, restituendo alla parola “ibrido” la sua radice di hybris.
Fessenden sembra inoltre volersi staccare molto gradualmente dalla mitologia Algonchina del Wendigo, demone mezzo uomo mezzo bestia (spesso un cervo) il quale chiaramente era onnipresente nel film eponimo, poi veniva citato in The Last Winter, e in Beneath aleggia senza farsi notare troppo: Johnny, il ragazzo che fin dall’inizio è scettico e timoroso, ha tratti somatici vagamente nativi che lo fanno sembrare pronto ad un remake di The Lone Ranger; il talismano che indossa per proteggersi dal pesce-mostro è una zanna animale, anch’esso tipico dei Nativi.
Il resto del gruppo fa molta attenzione a non collaborare e a complicare la situazione per sé e per gli altri; in La Cueva, The Descent, Elevator e altri film simili (perché Fessenden riesce a rendere una barca in una bella giornata di sole claustrofobica tanto quanto il cunicolo di una caverna) il gruppo sbrocca sempre per la tensione ma rimane unito in vista di uno scopo più importante, cioè la salvezza, mentre qui c’è chi si impunta su competizioni virili che spesso vanificano gli sforzi altrui, o chi è ossessionato da questioni di corna e proclama “Se non mi dici la verità, smetto di remare!”. Ma che cazzo, hai un pesce-mostro che ti gratta il culo e tu pensi alle corna? Per forza la barca non procede di un millimetro, perché è un metaforone dell’incapacità dei ragazzi di andare oltre le cazzate dell’adolescenza, perfettamente espresse in dialoghi snervanti e velenosi, e cominciare a pensare più in grande: a dare valore alla solidarietà e a rispettare la natura. Bravo Larry!
DVD-Quote suggerita:
“Un apologo ambientalista a base di pesce-mostro e tanto sangue”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com
PROPPrio una rece con i fiocchi e i controfiocchi, come sempre, complimentoni !
Alla fine non ho ben capito se “è la solita minestra però riscaldata bene” o “SEMBRA la solita minestra MA poi è qualcos’altro”…
Comunque buona la dritta su questo Fesseden, per quel paio di cose che ho visto tra quelle citate sembra davvero uno da tenere d’occhio.
Gli darò un’occhiatina, ma solo perché grazie a questa bella recensione ho imparato una cosa nuova (le funzioni di Propp), una di quelle cose che quando la dici tutti fanno ‘oh minchia ma sai proprio tutto tu’ e diventi istantaneamente “quello taciturno che ha capito tutto”.
L’ho visto che ero a letto malaticcio e cercavo qualcosa di ignorante per raffreddare il cervello. L’ho trovato, ma alla fine prima di svenire ho anche pensato “Mmmh, not bad”. Mi sono molto divertito.
Anche a me è piaciuto un tot, molto di più di the last winter e wendigo.. il finale poi, anche se abbastanza in linea con il genere horror, è perfetto..
@Cicciolina ho visto su twitter la foto di te in reggiseno mentre inviti a votare i 400 ai MIA di quest’anno e mi son reso conto di amarti.
Ho qualche possibilità?
Ho 32 anni, sono dei pesci e ho un invidiabile attenzione per l’igiene personale
@Dembo: lusingata ma ahimé, sono già impegnata col mio bel fidanzatino Tritone. Se gli volessi fare le corna sceglierei troppissimo il pesce-mostro di Beneath. Cosa ci vuoi fare, ho un debole per i mostri marini.
Trailer Sbagliato?
https://www.youtube.com/watch?v=86Nskpe4Iws
Rece favolosa ho già voglia di vedere il film senza manco aver visto il trailer.
E poi ho imparato un casino di cose. Siete come un libro di Umberto Eco senza la sua boria e con più tette e sangue.
@Ezra: occristo hai ragione, mea culpa. Correggo subito.
@Pillole: ma dai, Eco è simpatico! Però sì, credo di avere le tette più grosse io.