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La lobby delle armi ringrazia: Treehouse

Cicciolina Wertmüller
di Cicciolina Wertmüller | 23/10/201428

Prologo: qualche tempo fa sono venuta a conoscenza di un utile vademecum per ragazzi americani chiamato My Parents Open Carry. Già il titolo grida vendetta alla lingua inglese ma passiamo ai contenuti: il tomo illustra con calma i motivi per cui una ragazzina non dovrebbe trovarci nulla di strano se i suoi genitori vanno in giro armati, anzi dovrebbe sentirsi tranquilla e protetta. Il nome del capofamiglia? DICK STRONG. Non sto scherzando. Cercate in rete. Quando vi siete asciugati le lacrime tornate qui che vi parlo del film di oggi.

Dick Strong e la sua famiglia felice.

Dick Strong e la sua famiglia felice.

C’è un paesino americano qualsiasi; c’è un mostro che fa sparire i bambini; c’è una ragazzetta furbissima che va per i campi in cerca del fratellino scomparso, scalza ma armata di fucile. Finisce coi piedi pieni di cocci di vetro, senza fucile e nascosta in una capanna su un albero. Cosa le è successo? Cosa sono le urla che sente mentre guarda terrorizzata verso il bosco? Chi o cosa l’ha portata lì sopra, visto che con quei piedi non può muovere un passo?

C’è anche un ragazzino complessato, debole nel fisico e nell’anima, schiacciato dai compagni di scuola che corrono più veloci, da un fratellone figo che conosce il significato del verbo “limonare” e da un padre manesco e scemo di guerra (Clint James, il miglior attore della truppa). Una notte i due fratelli scoprono la ragazzina nella capanna: il figo va a cercare aiuto, lo sfigato rimane lì a fare amicizia con la tipa e ad affrontare prove iniziatiche telefonatissime che lo porteranno verso l’età adulta. Intanto i ragazzi devono anche nascondersi dal mostro che va in giro ad ammazzare la gente e ad appenderne i cadaveri sugli alberi a 50 metri da terra.

Siore e siori, un archetipo

Siore e siori, una prova iniziatica

Fin qui tutto bene, la tensione è ben costruita, la fotografia imbastisce dei buoni giochi di ombre e tenebre, i dialoghi fra i due ragazzi sono credibili e ben congegnati; i due giovani attori non saranno il massimo dell’espressività e il “sangue” si reduce a quattro ditate di rossetto in faccia, ma l’impegno dopotutto si sente. Nell’aere persiste un lieve sentore di maccosa, ma sicuramente è da imputare alla presenza del mostro, un essere chiaramente sovrannaturale che fa succedere cosa strambe e senza senso. Certo, deve esserci una spiegazione. Dopotutto il regista è Mike Bartlett, di cui ho già coperto gli sforzi registici; per sua stessa ammissione, dopo essersi dedicato a zombie e fantasmi, il regista inglese trapiantato in America (meglio precisarlo, alla luce di ciò che leggerete) ha voluto dedicarsi a una storia di “coming of age”, e questo lato del film è chiarissimo. Per quanto riguarda il lato misterioso, la seconda parte farà luce su tutto il casino e io sarò soddisfatta; o no?

"Cicciolina, povera illusa..."

“No, Cicciolina. No.”

Ed eccolo, finalmente, il dénouement! Eccolo, il cattivo, anzi (SPOILERINO-INO) i cattivi! E qui iniziano i problemi, perché l’unica parola che può commentare l’arrivo dei cattivi è il monosillabo “no”.

No.

NO.

NO, CRISTO SANTO.

NO perché a questo punto ti viene da ripensare a tutto ciò che è successo fino ad allora e ti chiedi “Ma come cazzo/ma perché cazzo/ma quando cazzo”, e delle due l’una: o Bartlett stava leggendo due sceneggiature diverse insieme, è inciampato nel cavo del computer e ha mischiato tutti i fogli, o i tre sceneggiatori (Bartlett incluso) hanno fatto un gran casino. Ecco: a questo punto il vago aroma di maccosa che si percepiva nella prima metà diventa esponenzialmente intenso e puteolente; è ora di legarvi la mascella bella stretta, amici, altrimenti vi cade dalle scale e non la ritrovate più. E dire che pareva andare tutto bene, e dire che rispetto ai suoi film precedenti, piuttosto noiosetti,  Bartlett sembrava aver trovato un linguaggio discretamente efficace – e invece NO. Per mettervi nelle condizioni giuste prima di andare avanti, riguardatevi il filmatino di questo eroe dell’Università della Strada e gioite; cosa c’entra col film? Non troppo, ma qualcosa sì.

Voglio metterlo in chiaro fin dall’inizio: mentre tutta la prima parte di Treehouse regge piuttosto bene, la seconda è un disastro dal punto di vista cinematografico, prima ancora che morale. Le incongruenze si ingigantiscono, la regia si sfilaccia, le motivazioni latitano e la storia prende strade sempre più sensazionalistiche e insulse. C’è una sequenza di inseguimento nei boschi, una farsa che veramente io non so come spiegare a meno che non si svolga in una cazzo di ipotetica dimensione parallela in cui le leggi della fisica, dello spazio e della verosimiglianza non esistono: fatemi capire, un ragazzetto asfittico e una ragazzetta dai piedi martoriati sgominano cattivi che hanno già fatto non so quante vittime? Eh? Ma stiamo scherzando? Poi arriva una sorta di deus ex machina, nel senso di automobile, e qui il film entra in un interessantissimo, ancorché probabilmente involontario, METAFORONE: così come l’automobile per un po’ va dritta, poi sbanda, balla un po’ e infine si spiaccica, così fa anche Treehouse. Prima parte niente male, seconda parte balorda, finale fuori da ogni logica. L’intero snodo narrativo, cioè l’automobile spiaccicata e quel che ne consegue, è trattato con una superficialità che finora era stata avvistata solo dalle parti di Ooga Booga – non in senso razziale ma squisitamente, umanamente morale. Non so se sia meglio o peggio e non voglio neanche chiedermelo.

Quando il “coming of age” arriva a compimento, il vero significato di Treehouse appare evidente, ed è il gradito ritorno di un nostro vecchio amico: il fascinema! Secondo Bartlett, la differenza fra “adolescente frustrato” e “ragazzo maturo” sta nel fatto che quest’ultimo corrisponde a “adolescente tuttora frustrato che maneggia le armi per imitare il padre pazzo e violento e andare in giro a ripulire il Paese dai suoi mali”. Ora, che l’America fosse questa lo sapevamo; che fosse una buona cosa, no. Che poi, dal film non si capisce mai per quale criterio un padre delirante con gli occhi iniettati di sangue che passa il tempo a tormentare i familiari sia un modello di vita positivo per il figlio chiaramente succube. Fino all’ultimo fotogramma ho sperato che il finale si rivelasse onirico, partorito dalla mentalità di un adolescente frustrato che maneggia eccetera, e invece no!, è proprio la mentalità di Bartlett ad essere quella di un adolescente frustrato che eccetera.

Ti sei accorta che io sono un ometto?

Ti sei accorta che io sono un ometto?

Ora: so cosa state pensando. Io scrivo per un sito di cinema di menare. Io amo il cinema di menare. Io amo il cinema ultraviolento, soprattutto all’arma bianca. Amo gli stuntman che compaiono su IMDb e il giorno dopo sulla pagina dei necrologi. Amo i duelli e i trielli. E a ben guardare, Treehouse non è poi così violento; non ci sono particolari scene truculente, si mostrano gli effetti del crimine più che il crimine stesso, e questa a onor del vero è una scelta non scontata. Ma è la totale mancanza di problematicità dietro il film a fare paurissima: la storia sfoggia una semplicistica assenza di senso critico che lo rende adatto o ad un pubblico trigger-happy e dal QI offensivamente basso, o all’uso propagandistico per la prossima campagna di Sarah Palin. Attenzione, la cosa che mi fa incazzare è che questo non è un film apertamente, coraggiosamente militarista e nemmeno un prodotto subdolo, che imbastisce attentamente una storia allo scopo mirato di giustificarla con l’apologia dele armi; questo è un film che la parola “apologia” non l’ha mai sentita, non sa cosa vuole dire e non ha voglia di cercarla sul vocabolario. E’ un film stupidotto, proprio come l’adolescente frustrato di cui sopra, che risolve le situazioni (di regia, di sceneggiatura, di narrativa) a modo suo e non ci arriva a capire che di modi ce ne sono altri.  Guardate Treehouse solo se avete valori come Dio, patria e famiglia; oppure, se ci riuscite, per il LOL.

La protagonista fra qualche anno

La protagonista di Treehouse fra qualche anno

 

 

DVD-quote:

“Dio, Patria, Famiglia e LOL”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer

Cicciolina Wertmüller
Autore del post: Cicciolina Wertmüller
"Muscolo rosso trionferà"
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tags: appendere i cadaveri in cima agli alberi per motivazioni non euclidee Clint James coming of age fascinema ma come cazzo ma perché cazzo ma quando cazzo metaforone michael bartlett mostro americano qualsiasi My parents open carry ooga booga padre pazzo e delirante paesino americano qualsiasi prove iniziatiche ragazzini americani qualsiasi sarah palin significato del verbo "limonare" Treehouse zombie diaries

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28 Commenti

  1. Marco (valori.m60) 23/10/2014 | 08:03

    “Dick Strong”?! Gli autori di quel libello, nel 1998, devono aver visto lo speciale MTV per il lancio di «Arma Letale 4», in cui Mel Gibson – “cazzeggiando” da par suo – dichiarava che gli sarebbe piaciuto darsi un nome d’arte come “Steve Cock”. (Danny Glover era seduto accanto a lui, sul set del film, e se la rise con dignitosa moderazione).

    Rispondi
  2. Colin Farth 23/10/2014 | 08:17

    Mini ot: la capacità con cui siete in grado di criticare tanto le derive populiste/sinistrose/terzomondiste di kolossal ipocriti come Elysium quanto il fascinema è una delle caratteristiche più lodevoli che avete. Non fate sconti a nessuno, a prescindere dalla natura politica di quanto recensite. Una redazione così “aperta” penso sia un caso unico e penso che sia una prova di grandissima intelligenza e professiobalità.

    Unico neo: “che l’America fosse questa lo sapevamo.”

    No. Non è questa,o almeno, non solo. Gli Stati Uniti sono un continente (non solo una nazione) abitato da 300 milioni di persone e giudicarle tutte in base alle posizioni dei più guerrafondai è una semplificazione. Lo dico perchè ho conosciuto abbastanza persone di lì che inorridirebbero (si scrive così?) davanti al fascinema tanto quanto te, Cicciolina. Proprio per i motivi di stima soprariportati, non mi aspetto che i calci cadano nel classico razzismo socialmente, intellettualmente accettato ai danni di tutti gli americani, senza distinzioni.

    Detto questo, capisco che il fascinema non ispiri molta simpatia :D

    Rispondi
  3. DarkKnight 23/10/2014 | 08:26

    Mi sa che me lo recupero.
    “Guardate Treehouse solo se avete valori come Dio, patria e famiglia; oppure, se ci riuscite, per il LOL.”
    Beh, al mio paese mi chiamano Starship Troopers… xD

    Rispondi
  4. Cicciolina Wertmüller 23/10/2014 | 08:39

    @Colin Farth: eddai, relax. Ne conosco anche io di americani pacifici, sta’ tranquillo che non sei l’unico. Piuttosto, scaglia la prima pietra solo e soltanto se non hai *mai* fatto una generalizzazione in vita tua, altrimenti il moralista diventi tu ;-)

    Rispondi
  5. Colin Farth 23/10/2014 | 09:00

    @cicciolina: ahahahahahahah se stessi a scrivere tutte le generalizzazioni che ho fatto in passato vi crasherebbe il sito!

    Il punto è che ogni volta che ne ho fatte sono stato prontamente redarguito, mentre invece mi sembra che tendenzialmente le generalizzazioni “amerikaarmicheesburgerobesisulseguéinraesportazionedemocraziaaahaXD!!1” (e non è questo il caso da parte tua, ovviamente) siano MOLTO più socialmente accettabili.

    Rispondi
  6. Colin Farth 23/10/2014 | 09:04

    (e una generalizzazione simile, per quanto posta in contesto coerente e più che civile quale che è la tua recensione, mi stona un po’ col clima “perfettamente bi-partisan” dei calci, da cui il mio appunto)

    Rispondi
  7. Lars Von Teese 23/10/2014 | 09:44

    quotone colin farth, soprattutto per la parte sulla redazione aperta.

    il video dell’omino senza braccia e gambe mi ha messo addosso una pena indicibile. Non so se era questa la sensazione che volevi suscitare cicciolina

    Rispondi
  8. Lars Von Teese 23/10/2014 | 09:56

    no comunque il figlio di dick strong con quella camicia li` e` sicuramente gay

    Rispondi
  9. Cicciolina Wertmüller 23/10/2014 | 10:06

    @Lars von Teese: il figlio di Dick Strong è unA figliA, è lA ragazzinA che nomino all’inizio :-) comunque in realtà tutta la famiglia Strong sembra transgender.
    Quanto al tizio del filmatino, ci sarebbe di mezzo uno spoilerzzzzzzz che ha a che fare col tema della disabilità; sostanzialmente è un altro dei temi che questo film tratta senza alcun rispetto né verosimiglianza, ma non mi dilungo oltre perché altrimenti cado appunto nello spoilerzzzzzz.

    Rispondi
  10. Ceramiche Kobayashi 23/10/2014 | 10:07

    Nulla da dire sul film che non ho visto e che quasi sicuramente farà schifo proprio per i motivi esposti dalla redattrice ma sinceramente l’uso di certe terminologie (vedi trigger-happy) e la più che suggerita equivalenza USA-armi-QI basso sono delle “sparate” (!) da radical-chic che lasciano il tempo che trovano.

    Dico questo sottoscrivendo comunque il mini-ot di Colin Farth sull’apertura mentale della redazione.

    Rispondi
  11. Lars Von Teese 23/10/2014 | 10:13

    @cicciolina: in effetti anche dick strong con quei baffetti… forse era meglio se la copertina la prendevano dai disegni di Tom of Finland

    Rispondi
  12. Colin Farth 23/10/2014 | 10:18

    @ceramiche: non definirei quanto scritto da Cicciolina come “radical chic”, perché le parti che hai citato tu indicavano, implicitamente, un gruppo di americani. Poi è arrivata la frase “questa è l’America” e lì ho fatto notare la generalizzazione, ma per il resto, se vogliamo inquadrare il discorso della recensione in un contesto circoscritto, è più che veritiera: i trigger-happy esistono eccome, semplicemente non sono tutti così.

    Rispondi
  13. Colin Farth 23/10/2014 | 10:19

    *non tutti gli Statunitensi sono così. Il film invece è ampiamente rappresentativo della categoria trigger happy, ahinoi :D

    Rispondi
  14. videostronz 23/10/2014 | 11:32

    che palla al cazzo i precisetti del politically correct

    Rispondi
  15. alex9 23/10/2014 | 12:10

    che palla al cazzo i precisetti del politically correct

    La frase è di videostronz (un nome un programma) ma non posso che quotarla. Su questo sito poi dove si prende per il culo tutto e tutti non vedo il perchè di tutte queste menate. La sensazione è quella di uno sfogo riguardo al quale l’ottima recensione di Cicciolina è solo un pretesto.

    Comunque la parte con gli spoiler non l’ho letta perchè me lo voglio vedere: sarà pure una merda ma viviamo nell’epoca del brutto che fa il giro, no?

    Rispondi
  16. Colin Farth 23/10/2014 | 12:19

    Il punto non è prendere per il culo tutti, il punto è farlo con cognizione di causa, cosa peraltro lodata proprio in questa sede. Io ritengo una sola frase (“Così è l’America”, bho, me la sto già dimenticando) sia uno scivolone in questo contesto.

    Mi sembra che l’antimoralismo sia la scorciatoia per chi non ha risposte o cataloga tutte le risposte critiche (o parzialmente tali, come nel mio caso) senza troppi pensieri.

    E ho pure ribattuto a chi mi ha dato ragione, in difesa dell’articolo stesso…

    Rispondi
  17. Ceramiche Kobayashi 23/10/2014 | 14:44

    Mi spiego meglio: anche se ho quotato la parte degli elogi al sito di Colin Farth i nostri due interventi non affatto sovrapponibili. Mentre lui mi sembra abbia solo rivolto un appunto ad una frase intesa come portatrice di generalizzazione, la mia voleva essere una leggera critica al tono dell’articolo che trovavo affine a una certa corrente a mio parere molto superficiale.

    Rispondi
  18. annaMagnanima 23/10/2014 | 19:56

    comunque, volevo fare i complimenti a cicciolina per questa recensione. l’ho letta stamattina ma non avevo tempo di commentare e poi quando sono tornata x farlo gli avengers mi hanno distratta.

    Rispondi
  19. Cicciolina Wertmüller 23/10/2014 | 21:31

    @ annaMagnanima: grazie. Temevo di dovermi spiegare coi disegnini ma ho ancora qualche speranza.

    Rispondi
  20. Colin Farth 24/10/2014 | 07:50

    Ma il tuo punto di vista si è capito benissimo quando mi hai risposto la prima volta, io poi ho specificato il mio. Te la sei presa?

    (Chiedo senza provocazioni, eh! :) )

    Rispondi
  21. Cicciolina Wertmüller 24/10/2014 | 08:27

    @ Colin: ma figurati se me la prendo, no affatto! Però mi ha stupita che i commenti si incartassero solo su quel dettaglio, che per me era una cosa assolutamente scontata. Evidentemente avrei dovuto calcare di più la mano (anche se mi sembrava di averlo fatto a dovere) sul vero morbo di questo film, ovvero non le armi in mano ai regazzi’, non l’americafuckyeahboomboom, ma l’IDIOZIA.

    Rispondi
  22. Colin Farth 24/10/2014 | 08:59

    Mi sembra che un po’ tutti abbiano lodato il tuo articolo! L’osservazione su quell’unico aspetto saltava all’occhio proprio perché “stonava” (che poi, ripeto, essendoci chiariti, per quanto mi riguarda non stona più) in un ottimo articolo che era la prova dell’ampiezza di vedute e dell’intelligenza critica (qualità in cui si inserisce la capacità di scrivere così e criticare l”IDIOZIA” in film come questo) di te e del resto della redazione.

    E la discussione che ne è derivata mi è sembrata più che costruttiva (“palle al cazzo” a parte, ma amen)

    Rispondi
  23. Colin Farth 24/10/2014 | 09:00

    Tutto qui, ci tenevo a chiarire. Per me la cosa è ampiamente risolta e sono contento di averne parlato, è la dimostrazione che siete un blog di razza :)

    Rispondi
  24. Cicciolina Wertmüller 24/10/2014 | 09:04

    :-*

    Rispondi
  25. Colin Farth 24/10/2014 | 09:36

    Il bacetto virtuale dalla Wertmuller calcista è il sogno (pre)adolescenziale che ti si avvera alla fine di tutte le peripezie, è la figa della scuola che balla con te al ballo di fine anno, è la macchina del tuo fratello maggiore che avevi “preso in prestito” e che alla fine ritrovi tutta intera dopo una notte folle, è il cucciolo di foca/orca/alieno buono che riesci a salvare dai bracconieri e di cui sarai amico per la vita.

    Grazie :D

    Rispondi
  26. Biscott Adkins 25/10/2014 | 09:27

    Quella copertina li sembra troppo l’ inizio di una vignetta di Cornellàl

    Rispondi
  27. Cicciolina Wertmüller 25/10/2014 | 11:10

    @Biscott: oddio hai ragionissima. Fantastico. Se sapessi tenere in mano una matita mi metterei subito all’opera!Tu sei capace?

    Rispondi
  28. Biscott Adkins 25/10/2014 | 16:03

    Le mie capacità purtroppo non superano la seconda elementare…

    Rispondi

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