Vorrei che questo pezzo lo potesse scrivere la persona più adatta a farlo, ovvero Grunf del Gruppo T.N.T.
Solo lui, asso del volo e mente vulcanica, potrebbe dircene quattro di prima mano sull’argomento, ma non potendo avere Grunf mi sforzerò io e farò di tutto per non deluderlo.
Ci sono tre cose cose che crescendo ho imparato non essere mai in eccesso: non sei mai troppo in salute, non hai mai troppi soldi e non hai mai abbastanza fegato.
Le prime due le scopri – se il cielo vuole – quando sei cresciutello, la terza se tutto va bene la capisci quando sei ancora ragazzino e per tutta la vita sarà un fattore soggetto a tue personali considerazioni e dimensionamenti.
Alla fine se sei una persona che ha le palle o meno, e quante ne hai, è una cosa della quale ti renderai conto costantemente tutta la vita e della quale renderai sempre conto, inevitabilmente, a te stesso quando andrai a dormire.
” Le medaglie d’oro non sono fatte davvero d’oro. Sono fatte di sudore, determinazione e di quella lega rara da trovare chiamata “palle” ”
Dan Gable, oro olimpico di lotta nelle olimpiadi del 1972.
La prima volta che mi posi il problema delle palle fu quando feci a pugni la prima volta, avevo circa sei anni; fu contro un bambino più grande e grosso di me e lo feci per difendere un vecchio cane legato che questi stava infastidendo.
Non fu affatto una decisione facile da prendere, era contro qualsiasi logica, non suffragata da nessuna esperienza precedente ma mi buttai perché sentivo di doverlo fare. Seppur rimediandoci uno zigomo pesto ebbi la meglio e diedi una lezione a quel culone. Quella fu la prima volta a mia memoria che mi auto-attestai di avere le palle, ubris infantile o meno che fosse quel pensiero fu comunque la prima volta che mi posi il problema delle scelte e delle conseguenze che ci mandano avanti e quel grugno livido mi ci fece riflettere per molti giorni a venire. L’infanzia è anche violenta presa di coscienza di sé stessi si sa, e poi mi sentii troppo come quelli fichi dei film.
Ho sempre avuto eroi determinati, magari pienissimi di difetti ma a schiena dritta: che fossero cowboy o uomini di legge o che fossero militari, supereroi, musicisti e banditi, c’era sempre il filo rosso delle palle che accomunava tutti. Le scelte sconsiderate e le palle sono necessarie alla nostra progressione come esseri umani, sono due indicatori sul cruscotto della vita che tieni sempre d’occhio e come dicevo all’inizio il concetto del “avere le palle” è una cosa soggetta a riconsiderazioni e ridimensionamenti, è una percezione di sé variabile e che si ricontestualizza costantemente durante la vita, spesso rendendosi appunto conto che per quanto ti sforzi non ne hai mai quante ne vorresti.
Quando da ragazzino, ormai alle medie, per spiegare la corsa alla conquista aerospaziale ci fecero vedere Uomini Veri il mio concetto di palle, che su di me era ormai già soggetto ad onesti ridimensionamenti, venne ridefinito: scoprii di averne troppe di meno di quanto potessi mai sognare e che esiste un livello in quel campo praticamente innarrivabile per tutti.
Un conto era confrontarsi con dei personaggi per quanto vuoi realistici ma di fantasia, un conto era dire “cazzo che fico Bullitt!” o tirare fuori le unghie quando qualche bulletto voleva metterti nell’angolo, un conto era vedere un documentario che parla di come tu non sei nessuno e rende benissimo il concetto con personaggi realmente esistiti e fatti puntualmente accaduti.
Uomini veri è un film generato, e non creato, della stessa sostanza di cui sono fatte le palle quadrate.
Sigla
“Non ci stavano dando case gratuite o celebrità, ci spaccavamo il culo per duecentocinquanta dollari al mese. Nel frattempo molti di noi morivano ”
Chuck Yaeger (generale della US Air Force e primo uomo a infrangere la barriera del suono) riguardo i piloti collaudatori agli albori del volo supersonico.
Per chi non lo sapesse Uomini Veri, in originale un ben più calzante The Right Stuff che è un’espressione statunitense che indica un po’ il nostro “La stoffa giusta”, è un film del 1983 che ripercorre tutta l’eccitante corsa dell’aviazione militare dai primi aerei supersonici fino al programma aerospaziale che culminò con l’allunaggio del 1969 per poi proseguire fino ai giorni nostri, nei giorni della prima italiana nello spazio e degli atterraggi di sonde su comete in corsa.
Una storia talmente bella ed emozionante che valeva la pena di raccontarla tutta, dando voce a praticamente tutti.
Il film infatti dura tre temibilissime ore, presenta 134 personaggi con battute ed ha una storia che prende un arco di tempo di quasi vent’ anni. In tutto ciò non annoia neanche un minuto per sbaglio, Roger Ebert lo definisce un film praticamente perfetto e se conoscete Ebert saprete che non solo ne sapeva a scaffali ma anche che non era uno che tirava fuori una frase del genere a cuor leggero. Sono sicuro che molti di voi che non lo hanno visto non lo hanno visto perché intimoriti da quel minutaggio imponente ma fidatevi se vi dico che dopo poco non ve ne accorgerete nemmeno e se non vi fidate di me fidatevi almeno di Roger Ebert e dello sponsor accorato di praticamente qualunque regista degli ultimi trentacinque anni, con Lucas, Cameron, Tarantino e Nolan tra i più ricorrenti qua sopra.
Raccontare una cosa così vasta e importante senza banalizzare nessun personaggio né avvenimento e senza trascurare nessun aspetto tecnico era di per sé un’impresa epica, ad Hollywood erano anni che si voleva trasporre l’omonimo libro sul progetto Mercury Seven di Tom Wolfe ma non si trovavano mai né la chiave né la sintesi necessari. Addirittura per un periodo sarebbe dovuta diventare una commedia con Belushi in stile L’ aereo più pazzo del mondo, giuro!
“Io volevo davvero che The Right Stuff fosse venduto come “la stoffa giusta”: uomini in giubbotti di pelle, tutta la faccenda da cowboy.”
Philip Kaufman sul come vedeva il film
Alla fine, per fortuna, furono l’abnegazione e la visione di Kaufman a vincere.
Kaufman e il suo amico Walter Murch scrissero una prima lunghissima sceneggiatura con cui fin da subito mettevano in chiaro che non sarebbe stato un film normale e dal minutaggio normale, dopo di ciò prepararono un trailer con filmati di repertorio lavorando alla moviola per due giorni filati e come se non bastasse disegnarono lo storyboard di tutto il film. Lo storyboard di tre ore di film, non so se rendo l’idea: disegnarono migliaia di inquadrature solo per poter presentare la loro complicata e ostica creatura agli studios.
Ad accettare, in un impeto di entusiasmo per il progetto ma anche per la foga degli autori fu Alan Ladd Jr. della giovane ma talentuosa The Ladd Company e nel 1981 il film ebbe il via libera alla pre-produzione.
I diritti del libro vennero presi per 350.000 dollari dell’epoca, una cifrona che incise sul seguente budget del film e il vero Chuck Yaeger venne tirato a bordo come consulente, ha anche un cameo nelle scene iniziali come barista del bar dei piloti. Uno dei più grossi film del cinema americano era partito.
“Volevamo che fosse un film serio”
il produttore Irwin Winkler sulle intenzioni della produzione
Alla resa puntuale di storia, personaggi ed epoca era necessario affiancare una resa visiva all’altezza. Per Uomini Veri vennero create tecniche di ripresa, attrezzature meccaniche per le cineprese, vennero usate tecniche miste di modellini, green screen, filmati d’epoca integrati perfettamente col girato contemporaneo, insomma: venne usato tutto il possibile, venne eseguito ogni trucco nei libri e se ne inventò qualcuno nuovo. Uno sforzo enorme, con un budget relativamente contenuto e che venne premiato con alcune delle più emozionanti scene di volo mai filmate ad oggi.
“Oggi sarebbe tutta CGI”
il produttore Robert Chartoff sullo sforzo immane del girare il film
Il cast assemblato era di qualità altissima, la sceneggiatura era lunga ma perfetta, la produzione era devota a profondere ogni sforzo necessario, alle musiche ci sarebbe stato Bill Conti (e che vincerà un Oscar per questo) ma c’era un fattore che per me è evidentissimo nella resa: tutti erano fomentatissimi e convintissimi, immedesimati nei ruoli e focalizzati nelle energie.
La chiave era quello che è il personaggio chiave del film e che, a detta di tutti, era la chiave sul set: Charles Elwood “Chuck” Yeager.
Il più grande pilota della storia è uno che a leggere la biografia le palle non ve le ridimensiona: ve le fa letteralmente sparire. Sul set oltre l’enorme apporto di consulenza tecnica e biografica portava quella rara lega di cui parlava Gable ed emanava un aura di sicurezza e coraggio che ispirava tutti a dare il massimo, a voler essere come lui.
“Noi gli aerei non li pilotavamo, li indossavamo.”
Chuck Yeager, le pazze macchine volanti e la badassness
L’entusiasmo di tutti sul set si trasforma in un film in cui, come per i piloti collaudatori, una volta iniziato a dare giri ai motori non si fa altro che salire. Tutto è reso al meglio: l’epica, il ritratto di un contesto storico, l’analisi dell’importanza da un lato della corsa scientifica allo spazio e dall’altro il ruolo strumentale che ha questa all’interno della propaganda politica interna ed estera, la riflessione sul coraggio e sull’incoscienza dei migliori di noi. Tutti grandi temi abilmente convogliati in un film fluido ed emozionante, in cui nulla è propagandistico e che resiste al test del tempo e dei conseguenti cambi di opinione pubblica come il più accurato e lucido affresco sull’argomento.
Alta è la cura con cui sono ripartite battute e dialoghi, con cui non si vuole idealizzare nessun personaggio appiattendolo nello stereotipo facile dell’eroe senza paura. Tutti hanno i loro alti e bassi, tutti hanno dei lati negativi con cui vengono a patti, tutti devono fare i conti col proprio ego, con la propria paura e con le conseguenze delle proprie azioni sulle vite degli altri. Perché per ogni eroe che si spara con uno scaldabagno contro la barriera del suono c’è una famiglia a terra che deve vivere con questa situazione e i ritratti delle mogli, degli amici, di chi rimane, sono altrettanto valorosi, umani e importanti quanto quelli di chi sta lassù
“Gli chiesi: “cosa si prova ad essere un asso dell’aviazione?”
Mi rispose: “Sai, a dodici anni avevo già ucciso ventisei orsi bruni…”.
Non aveva la minima cognizione della paura”
Sam Shepard, Chuck Yeager nel film, sul vero Yeager.
Chuck Yeager inizia il film spingendo al massimo il suo cavallo per inseguire sua moglie fino a schiantarsi contro un albero, poi spingendo i prototipi fino a schiantare il muro del suono e finisce il film portando il suo jet supersonico a schiantarsi a terra precipitando dopo aver infranto la stratosfera e aver lambito per alcuni secondi la visione delle stelle al di là del velo del cielo, in una sequenza in odore di mistica che se non vi toglie il fiato e chiude la gola vi dovrebbero levare la patente di esseri umani. Quella di Yeager è una parabola chiarissima, sta lì a marcare le tappe del film qualora uno con tutti questi personaggi perdesse di vista il messaggio principale, una parabola che parla di scelte e del tenere fede a queste anche a costo di schiantarsi.
Declinata in sensazioni diverse per ogni personaggio, il fulcro del film è questa molla primordiale del volersi spingere un passo più in là, quella indecifrabile equazione che bilancia il lucido coraggio con la scelleratezza e che crea il fegato. Questa è la spina dorsale del film, emerge e torna sottotraccia per tutta la sua durata, come nelle nostre vite. Scelte, conseguenze, prenderle, darle, la nostra vita è un non troppo velato alternarsi di queste cose a trainarci e l’unico volante che hai sono le tue palle.
È pieno di film che ti danno l’illusione di vedere il coraggio, di star riflettendo sul vero senso e sulla natura del coraggio, spesso però edificando il lato più infantile di noi che vorrebbe ancora essere Tex; Uomini Veri invece ve lo racconterà, il coraggio, con le azioni di chi lo ha praticato a livello agonistico, di chi è cintura nera di palle quadrate.
E badate bene che con le palle quadrate mi riferisco sia alle vicende nel film che le vicende del film, della sua faticosa e ostinata lavorazione.
Non piloterete mai dei caccia a reazione o circumnavigherete in solitaria l’atmosfera attorno alla Terra, ma probabilmente dopo tre ore di questo film vi prenderete quei cinque minuti per riflettere sulle scelte che siete ancora in tempo per fare. Il coraggio è ciò che ci porta avanti con edificazione e per tre ore questo film ve lo sbatterà in faccia senza voler vincere facile in nessun momento, perché sa che la stoffa giusta si vende da sola e non ha bisogno di trucchetti per essere piazzata.
DVD-Quote suggerita:
“Ci vola vale. Chi vale vola. Chi non vola è un vile!”
Grunf, Gruppo T.N.T.
PS. La versione originale è narrata da Levon Helm, cantante e batterista dei meravigliosi The Band, il pathos che aggiunge al film è notevole e quindi ne consiglio la visione in lingua originale.
Questo è, senza alcun dubbio, uno dei più grandi film che abbia mai visto. Scoperto solo nel 2004 all’uni, lo rivedo per intero o a spezzoni almeno una volta all’anno da allora. Gigantesco.
Complimenti per la recensione, eccezionale. Stasera me lo ri-rivedo.
Ps. il lato commedia del film viene comunque inserito dai due personaggi di Harry Shearer e Jeff Goldblum a cui Kaufman disse: improvvisate.
Pps. in un articolo letto da poco su Wired (molto bello), c’era scritto che Sam Sheperd trovò in Yeager il padre che andava cercando in ogni suo film. EPIC.
Pezzone. Devo vederlo!
@Darth: un consiglio “filologico”: un’opera che riprende molto il concetto di “right stuff” per quanto riguarda gli anni ’60 e la corsa allo spazio e all’esplorazione è il magnifico “The new frontier” di Darwyn Cooke.
E’ una miniserie a fumetti di inizio anni 2000 in cui vengono raccontati gli anni ’50 e ’60 attraverso gli occhi dei personaggi DC, con particolare accento su Barry Allen/Flash e Hal Jordan/Lanterna Verde. In particolare, quest’ultimo, è modellato su Yeager, in quanto pilota collaudatore senza paura e allo stesso tempo, umanissimo.
La tua narrazione/recensione mi ha fatto venire in mente quelle atmosfere, se non lo conosci, te lo consiglio un sacco!
Dai non ci credo, scopro ora che è uscito nel 1984 pure questo (limited nel 1983 wide nel 1984 dice wikipedia)
@Darth
pezzaccio, come sempre, corro a cercare un orso bruno da scannare a mani nude.
Solo per dimostrare che non è un essere umano, Yeager ha superato di nuovo il muro del suono nel 2012. A 89 anni…
Grandissimo Darth, pezzone!
Il film lo conosco, c’è il blu ray da mediaworld che ogni volta che ci passo davanti sono sempre lì lì per prenderlo… poi leggo il minutaggio e desisto..
Però ora mi hai fatto venire la voglia di vederlo (anche nella rece di interstellar lo nominavi e mi avevi incuriosito…)
cmq ok lo recupero, è che temo proprio le 3 ore… lo ammetto.. per dire l’altro giorno nel cestone della coop dei dvd ho trovato il blu ray di Inferno di cristallo -mai visto!- a 3, 99 e chiaramente l’ho preso ma non ho ancora avuto il coraggio di vederlo..
E uno dei film preferiti del doppiatore che conosco ,uno con le palle mi sembra il lottatore Sting che quando chiuse la WcW non andò in WWe per coerenza e aiutò la piccola promotion TNA(li le donne sanno menare oltre che fighe),rinunciando a moltissimi soldi ,mentre Rick Flair ci andò diventanto jobber sminuendo il suo nome e quello della WcW,Sting lo sapeva.
“Perché per ogni eroe che si spara con uno scaldabagno contro la barriera del suono c’è una famiglia a terra che deve vivere con questa situazione e i ritratti delle mogli, degli amici, di chi rimane, sono altrettanto valorosi, umani e importanti quanto quelli di chi sta lassù”
Mi ha scosso veramente, frase meravigliosa, grazie.
@Darth pezzone della madonna. Che ricordi.E’ stato il primo dvd che ho acquistato… direttamente dagli states!
Film immenso, qualche anno fa mi sono sparato anche il libro e devo dire che anche gli sceneggiatori avevano due palle quadrate. Non hanno tolto nulla all’epica del romanzo, anzi.
Non dimentichiamoci che poi nel film c’è anche Fred ‘Remo Tremors William’ Ward!
P.S. Mi piace immaginarmi a berne un paio con Chuck e i ragazzi in quel bar fetido che si vede nel film.
bellissimo pezzo. talmente preso che son sceso due fermate dopo dal pullman.
in effetti noto sempre meno gente con le palle a far cinema (a hollywood) perché un film del genere oggi non so mica… credo che sarebbe ultra patriottistico
non ricordavo jeff goldblum!!
oh, ne ho visti due minuti e mi ha gia` agganciato. Ci vediamo fra 3 ore :)
Film visto una sola volta tipo vent’anni fa in piena notte. Non ricordo praticamente niente se non il fatto che le tre ore volarono e alla fine ne avrei voluto ancora.
Gran regista dimenticato Kaufman, anche parecchio calcista in molti suoi film.
Immagino che quella notte fosse questa:
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/05/24/Spettacolo/RAITRE-FUORIORARIO-COSE-MAI-VISTE_195600.php
Trasmesso con l’originale Aspect Ratio 1.85:1
Visto in tenera età… Mi ha fuorviato più di top gun…
Ancora oggi quando sento il rimbombo al tale off di yeager con l f 104 (episodio storico), mi commuovono, in testa iniziano i vari ..e se.. E ma … Su un passato che non tornerà mai più..
Filmone da far vedere a scuola da cui hanno rubato di tutto negli anni successivi..
@Dembo e tutti quelli che temono la durata: lo pensavo anch’io, poi ho iniziato a guardarlo e quando il film è finito io ero lì che speravo sinceramente durasse un’altra ora e mezzo.
Tra l’altro non dimentichiamo che il regista Philip Kaufman è lo stesso che ha diretto per lo più fumanti merde dramm-erotico-patinate tipo Henry & June e quel Sol Levante che – nonostante l’accoppiata Connery/Snipes e la scena in cui il giapponese lecca la tetta alla bellissima modella nuda – io ricordo come uno dei peggiori adattamenti da Crichton
Luotto dai, hai citato i suoi film peggiori. Kaufman è il regista di film della madonna come “La banda di Jesse James”, “The White Dawn”, “Terrore dallo spazio profondo” (che NON è il banale remake del film di Siegel che tutti dicono), “The Wanderers”. Poi è vero che “Uomini veri” è stato il canto del cigno della parte più bella della sua carriera e in seguito, come molti registi di quella generazione, sembra sia morto dentro.
Visto un’enormità di tempo fa, cercato inutilmente di ricordare il titolo per anni. La prossima sera libera so cosa fare. Grazie mille e complimenti per il pezzo.
mai visto e mai sentito prima di stamattina. ovviamente é giá in download sul torrente, che non esiste che mi perdo un film sull’aviazione e la corsa allo spazio. bellalí Darth
Bellissima recensione, complimenti.
Ho visto il film per la prima volta di recente, per l’esattezza il giorno prima dell’uscita di Interstellar, ed è subito entrato nell’olimpo dei miei film preferiti di sempre: non ho trovato un solo difetto in tutta la visione, e le tre ore sono volate (ah-ah-ah). Tra l’altro pensavo che la storia della caduta da cavallo fosse una romanzata, ed invece poi, leggendomi vita, morte e miracoli di Yeager ho scoperto che era tutto vero.
L’unica cosa che mi ha dato un po’ fastidio in tutto il film è vedere nel cast quell’attorone di Lance Henriksen e fargli pronunciare a dir tanto due battute.
Ora però voglio sollevare una questione: è un caso che il cognome Yeager si pronunci più o meno come cacciatore in tedesco (Jager)?
Com’è The White Dawn ?
L’avete visto ?
direi che lo guarderò, se era il tuo intento questa rece ha fatto il suo lavoro
@Luotto ok, mi hai convinto, lo guarderò e se poi merita come dite prenderò anche il divuddí
Mentre L’inferno di cristallo com’è? -a parte il cast pazzesco e la fama leggendaria che si porta appresso…- qualche parere calcistico?
@dembo
film invecchiato male, devi guardarlo con gli occhi di 40 anni fa, altrimenti secondo me ti fai due palle cosi`
Da recuperare assolutamente quindi. In US hanno uomini veri che infrangono il suono, mentre noi abbiamo raul bova piacione che s’ingroppa legalmente minorenni bone per conto di moccia. Che vita amara
ma voi in redazione vi state rendendo conto che da un po’ non fate che sfornare articoli che andrebbero scolpiti sulle facciate dei dams di tutto il mondo? questo pezzo e’ una bomba al plutonio Darth!
@Lars grazie. O qualcuno adesso arriva e mi dice che è una bombetta oppure temo che rimarrà nella videoteca in attesa di tempi più propizi…
Grazie a tutti, sentitamente.
@Colin Farth: The New Frontier è un capolavoro, comperato all’uscita USA.
Anche solo per avere le copertine e terze e quarte di copertina separati vale l’acquisto in albetti e non in volumi.
Grazie del pensiero, ‘ppreciated.
@Dembo.
Un film con Steve McQueen va visto a prescindere, o ti levano i punti sullo statino di uomo.
A parte che è un caposaldo strutturale del genere catastrofico, va visto per capire i film di tragedie di scoppiare tutto.
Precisato questo: grazie al cavolo che è un blockbuster datato, ma vale la pena di entrare nell’ottica di 40 anni fa.
Che poi se uno non lo riesce a fare cosa fa poi? Non si vede i film con Bogart? Non si vede i film di guerra con Mitchum?
E dove finiamo di questo passo? A fare foto al cibo su Instagram?
Vai sereno.
mi fiondo sull’OT fumettaro.
come rivisitazione ambientata in quel periodo rispetto a New Frontier vince tutta la vita Golden Age.
ancora mi ricordo la scena con il superuomo (Spoiler: è hitler) sfonnato dopo che aveva tirato di naso una sbrega tanta.
OT
comunque rimanendo in tema di Darth e’ uscito il trailer di star wars ep. VII
@Darth
E VA BENE ALLORA LO GUARDO :)
@Lars
poi se mi son rotto le palle nel guardarlo te lo dico
Devo essere stato compagno di classe di Darth perché anch’io lo vidi alle medie. Capolovorone e film trai preferiti da sempre, tanto che non ricordavo durasse tre ore ma “troppo poco”. Devo cercare il libro.
@darth: grande! :)
Hal Jordan è uno dei miei personaggi preferiti proprio grazie a The New Frontier. Corro a recuperare The Right Stuff/Uomini Veri allora, voglio vederlo.
Grazie!
@samuel: ??!?!?!?!?!?!? TI PREGO DIMMI AUTORI E CASA EDITRICE
a parte il fatto che oggi al lavoro avrò riletto la recensione 4 volte mi sono anche cresciuti degli enormi peli sul petto che, in rapporto alla gente di cui sopra, non merito minimamente…
@Colin
The Golen Age è DC Comics anch’esso, ma scritto da un James Robinson agli esordi e in formissima, anche se non ancora ai livelli di Starman.
http://it.wikipedia.org/wiki/The_Golden_Age_%28fumetto%29
A me The New Frontier non è piaciuto molto, ma sarà che sopporto poco Darwin Cooke.
Grazie, lo recupereró quanto prima!
Recensione esemplare, big up per Darth! Film totale, visto e rivisto, ma da grandissimo fan del gruppo TNT ti ringrazio per la citazione del mitico Grunf!
FILMONE ! Ok… troppo facile per me, appassionato (e pure abbastanza esperto…) di aviazione ed astronautica. Ho letto il libro, ho visto il film e lo possiedo in tutte le sue incarnazioni italiche e non (vhs, tutte le versioni dvd ed il blu ray…). Critica: fino all’uscita del Blu Ray, la versione italiana era e rimaneva criminalmente tagliata di una 40ina di minuti, peraltro assolutamente importanti per l’andamento della storia. Già diversi anni fa risolsi il problema comprando il dvd USA in rete: non potevo farne a meno. L’avrò visto cento volte… ora mi tocca riguardarlo. Confermo che quel che si vede è totalmente vero, solo leggermente drammatizzato ad uso spettacolo. Incredibili gli effetti speciali d’epoca. Peccato che l’F-104 con cui Yeager tenta di battere il record d’altezza sia palesemente un ‘G’ e non il prototipo ‘N’, dotato di un motore razzo ausiliario… spigolature.
Sul buon Chuck posso raccontarvi questa: taaaaanti anni fa lo inviarono a comandare uno squadron ad Aviano, ma la sua assegnazione durò pochissimo. Pare che si ritrovò coinvolto in una rissa in un bar della zona, insieme ad alcuni suoi colleghi, e non se ne andarono prima di aver rotto qualche testa… Zitti, zitti, preferirono rispedirlo rapidamente a casa…
Il buon Chuck si fece notare giovanissimo quando, durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, buttò giù cinque tedeschi in una singola azione…
Comunque era gente folle: accettava di sperimentare trappole mortali, che non venivano prima testate anni al computer… se funzionava si sarebbe visto in volo. Infatti, come si dice anche nel film, nel 1947 ogni volta che un pilota collaudatore si alzava in aria aveva una possibilità su quattro di non tornare: chi mai accetterebbe oggi simili rischi ?
Film enorme, fantasticamente interpretato che, peraltro, portò alla ribalta gente come Ed Harris e Dennis Quaid.
Possibilmente da guardare in inglese (riesco a seguirlo con i sottotitoli in inglese): accenti e frasi idiomatiche sono da gustare.
Grazie calcisti !
Dimenticavo…
‘My name is Jose Jimenez’…
@dembo
mettila cosi`:
per intenti accademici il film va visto senza dubbio, per i motivi che dice giustamente Darth
ma se ti devi fare una pizza e birra in spensieratezza, ricorda che sono 2 ore della tua vita che non rivedrai mai piu`, quindi fanne buon uso
Appena finito.3 ore così lisce manco con Il Padrino.
Grazie, Darth.
“film invecchiato male, devi guardarlo con gli occhi di 40 anni fa, altrimenti secondo me ti fai due palle cosi”
Io l’ ho visto con gli occhi di oggi e m’ è piaciuto! XD
@Fra X,
un sacco di tempo libero oggi eh?
Cmq io mi riferivo a inferno di cristallo. Anche tu?
grande film e grande recensione
#uscirelepalle
@darth mi sembrava giusto lasciare un ulteriore commento su questo articolo proprio oggi:
http://www.ilpost.it/2016/12/09/john-glenn-morto/
the right stuff dal vivo e i mercury seven sono riuniti di nuovo da qualche parte.
Dopo la morte di Glenn mi ero ripromesso di rivederlo… che dire, è invecchiato benissimo, spettacolare e commovente come pochi (la scena finale di Yeager, da quando accarezza l’aereo al recupero nel deserto è pura poesia).
dopo 5 anni posso ufficialmente dire che questo resta il mio pezzo preferito dei Calci. Che cazzo di capolavoro, Darth.