Ha ragione Nanni, ce l’avessimo anche in occidente un talento delle arti marziali in salute, versatile e costante come Donnie Yen, una carriera trentennale nel mondo delle pizze in faccia, 26 stili di combattimento a curriculum che vanno dal wing chun al wrestling, e ancora, a 51 anni, perfettamente in grado di reggere sulle proprie spalle un ruolo da protagonista in un film di d’azione, senza scadere nell’Expendabilismo.
Del resto gli asiatici sono così: immortali. Nascono, crescono, imparano le arti marziali, raggiungono il picco della forma fisica e restano così, per il successivo mezzo secolo. Senza contare che non muoiono neppure, come dimsotra il fatto che Milano è piena di cinesi, signora mia, ma lei l’ha mai visto un funerale cinese o un cimitero cinese? (Ovviamente si scherza, lo sanno tutti che i cinesi morti vanno ad allungare il pollo alle mandorle nei ristoranti) (Papà, se stai leggendo, sto scherzando, eh)
Ma non divaghiamo: Special ID (o Te Shu Shen Fen, che invito caldamente a cercare nella versione originale, che a me è capitata tra le mani quella americana e volevo spararmi nelle orecchie solo per far sentire in colpa i cani senza dio che l’hanno doppiato così male) è il film di menare che segna il ritorno di Donnie Yen agli abiti civili (anche se da totale debosciato) dopo il quinquennio, determinante per la sua carriera, che lo ha visto indossare solo costumi d’epoca: consacrato a star di primissimo piano, la go-to person del cinema marziale grazie ai drammi storici in cui ha interpretato personaggi iconici come il maestro Yip Man e l’eroe Chen Zhen, Yen è tornato nel XXI secolo a cavallo del proprio ego.
Non a caso, i due commenti che leggerete più spesso su Special ID sono che è il one man show di un mitomane fermamente intenzionato a non uscire dall’inquadratura nemmeno per andare al cesso e che la sua epopea produttiva è di gran lunga più interessante della storia che vorrebbe raccontare. Sulla prima confermo, è vero al 100% (ed è un problema relativo, finché Donnie mantiene la capacità di menare gente per 20 minuti consecutivi senza quasi prendere fiato); la seconda, nì: Special ID ha una storia produttiva sì travagliata, che è però anche la più vecchia e banale del mondo, quella di un divo fuori controllo grida “io io io” finché non prende tutti per sfinimento.
Donnie è un poliziotto di Hong Kong sotto copertura, un tropo talmente vecchio e consolidato nella cinematografia cinese che non ha alcun bisogno di essere spiegato, e infatti non viene spiegato: gli mettono una catena al collo e un sacco di tatuaggi da cattivo ragazzo e taaaaac l’eroe della resistenza cinese contro l’invasione nipponica, lo sponsor ufficiale del Wing Chun nel continente, diventa una testa calda dal cuore d’oro, tutto prese di MMA e frasi a effetto tipo “io sono qui a rischiare la vita mentre voi damerini pensate solo a parervi il culo e scrivete rapporti”.
Sacrificio, morte e redenzione, tormenti interiori e crisi di identità li lasciamo ad Hard Boiled e Infernal Affairs, aggiungiamoci piuttosto un po’ di commedia romantica, che mi ha detto un amico produttore che nei film di menare ci sta da dio. Nella Missione Importantissima Per Sgominare La Mafia Cinese o qualcosa del genere, il grezzo Donnie verrà affiancato da una poliziotta dal carattere severo e rigoroso, costantemente impegnata a tenere la camicia dentro i pantaloni e seguire alla lettera tutto quello che dice il regolamento: se è vero che gli opposti si attraggono, tra i due saranno scintille! *wink wink*
La cosa fantastica è che quella romantica non è nemmeno la sottotrama più importante, né la più scema: più della metà delle scene in cui nessuno combatte sono spese ad approfondire il rapporto, giuro su Dio, tra Donnie e sua madre (interpretata da un’attrice che è quasi sua coetanea, ma meglio non approfondire), dedicando interi blocchi di film a spiegare quanto i due si vogliano bene e che razza di mammone sia lui — cosa che onestamente riesco a spiegarmi solo immaginando che da un recente sondaggio sia emerso che tra le fan di Donnie sono in forte crescita le casalinghe 50enni e lui stia cercando il modo migliore per cavalcare l’onda.
Menzione dettata unicamente da pietà e desiderio di completezza va al cattivo, un altro personaggio tragicamente penalizzato dalle manie di assolutismo di Yen. Praticamente inesistente per tutta la prima metà del film, è tratteggiato in maniera così approssimativa che si fatica un botto a capire perché la polizia cinese lo consideri una minaccia da debellare: le due cose più criminali che fa in tutta la pellicola sono, nell’ordine, vestirsi come un cretino e picchiare una signora di mezza età. Non sorprende che Vincent Zhao, scritturato originariamente per la parte, se ne sia andato a metà riprese dicendo qualcosa tipo “io non sto qua a farmi prendere per il culo”; al suo posto viene pescato dal cilindro (e questo spiega in parte la frettolosità con cui il personaggio è stato (ri)scritto) il meno esigente e meno conosciuto Andy On, taiwanese del Rhode Island (per qualche motivo in Asia fa molto più curriculum saper spiccicare qualche frase di inglese che saper eseguire un triplo calcio rotante, e il bilinguismo di On viene sfoggiato a più riprese come se fosse una cosa di una qualche rilevanza per la storia) che dimostra comunque più che dignitose capacità nel menare le mani.
Me lo sono tenuto per ultimo perché volevo andarmene dicendo almeno una cosa carina su Special ID, ma non vi soprenderà scorprire che il reparto pizze è quello più solido e che regala più soddisfazioni di tutto il film. Lontano dall’esibizione quasi fine a se stessa di pellicole come Ip Man, qui Yen (come del resto aveva già fatto 6 anni fa in Flashpoint) “sporca” il suo kung fu di combattimento con mille contaminazioni, anche occidentali, che rendono tanto più varie le coreografie quanto più realistici (con tutte le virgolette del caso) gli scontri. Dovessi scegliere una sola sequenza da conservare, nella prima metà del film c’è una scazzottata pazzesca che vede Yen affrontare un esercito di sgherri nelle cucine di un ristorante che regala risate e fomento in egual misura come nella miglore tradizione di Jackie Chan.
Unico neo di queste sequenze è un product placement che non conosce la vergogna e che ha il suo apice in un inseguimento imbarazzante i personaggi passano totalmente in secondo piano e i veri protagonisti diventano le marche delle auto.
Dietro la macchina da presa, almeno formalmente, c’è Clarence Fok Yiu-leung, terza o quarta scelta dopo che Donnie (che, naturalmente, è anche produttore, sceneggiatore e coreografo) aveva fatto licenziato mezzo mondo. Quel Clarence Fok che negli anni 90 firmava un film come Naked Killer e si fregiava del titolo di regista “controverso” della new-new wave hongkongese — e che qui lavora col pilota automatico e la testa bassa su una sceneggiatura che ha più cambi di registro che calci in faccia, totalmente asservito alle esigenze dello sponsor (ragazzi, c’è Hello Kitty OVUNQUE!) e alle megalomanie di Yen. Il risultato è, prevedibilmente, nulla di memorabile, ma una menzione d’onore merita l’idea folle alla base dell’interminabile combattimento finale, che vede Donnie e il suo avversario saltellare come dei cretini per 40 minuti attorno a una Volvo sospesa sul ciglio di un ponte pericolante.
Non vi racconterò che Special ID è un capolavoro incompreso, non lo metterei neanche alla fine della mia personale top 5 di Donnie Yen, ma è così onesto nella sua assoluta mancanza di pretese che è impossibile non volergli bene. Non è il film che vi svolterà la settimana, ma nemmeno quello da tenere in sottofondo mentre si fa altro: è la scelta vincente di un venerdì sera in cui in frigo c’è solo un barattolo di noodles istantanei.
DVD-quote:
“Donnie Yen è tornato, a cavallo del proprio ego”
Quantum Tarantino, i400Calci.com
Non ho visto la versione americana, ma dubito possa esser peggio di quella italiana!
Btw, concordo con la rece, ma mai come in questo caso andavo di fast forward in attesa delle pizze. Lui è davvero encomiabile per quanto ci creda, però siamo lontani dai fasti di flashpoint.
Una delusione pazzesca. È vero che i combattimenti sono belli, però è vero pure che poi non ne puoi più di vedere le scene simpatiche con la collega e quelle tenere con la madre.
Per me è stata durissima finirlo, lui è un talento vero, non ci si crede che ha più di mezzo secolo, ma il film ha tanti di quei momenti del cazzo che non ci si crede.
Ad un certo punto, meglio la saga di Ip Man. Razzista e sciovinista dura, ma che almeno non ci tartassa i coglioni con montagne di scene fuori contesto.
Esiste in commercio la versione bignami: “Solo Pizze”?
sì comunque gli Haters stanno alla sinistra anche nella seconda foto..
A me è parso un film fuori tempo massimo, nel senso che poteva andare bene nei primi anni del 2000, le botte sono fatte bene ma troppo coreografiche e fini a se stesse, si apprezza solo il gesto atletico, per il resto è piuttosto noioso, lo tenevo come sottofondo perchè le parti familiari/commedia erano insopportabili.
Il product placement Volvo l’ho trovato talmente esagerato da risultare sociologicamente interessante e QUASI divertente nel suo essere senza vergogna.
Visto tempo fa e concordo con altri commenti: bene le botte (ma non eccezionali) ma che fatica arrivare alla fine. Preferivo Flashpoint, anche quello non proprio indimenticabile.
Io mi precipito alla maratona Donne Yen!
Quali sono i cinque film che proponi?
Io comunque, Special ID lo accomuno al vg “Sleeping Dogs”.
Detto questo, non l’ho visto, ma già ho mal sopportato le scene di raccordo in The Raid 2 (la prima volta, la seconda, già conoscendole, mi son passate lisce) pensare che qui c’è pure LAMAMMA no, grazie, passo (anche perchè sento ancora il bruciore dall’acquisto instantaneo di Fuga per Hong Kong, comprato solo per la scena con le mazze da baseball)
in questo post ci sono troppe parentesi ma l’uso della parola DAMERINO mi fa dimenticare tutto.
ho apprezzato l’aver mischiato i generi di arti (era la prima volta che vedevo in un film di arti marziali “mosse” da mma) e complimenti per l’età! però pesantuccio sul resto, concordo. cmq, donnie non ti fermare!
flashpoint un altro livello, soprattutto la fine.
L’invidia per i 50enni cinesi… Nel frattempo in TV Ming-Na Wen si fa i mirror match in lingerie con la regia di Mortal Kombat Legacy.
A grande richiesta:
qual’è quindi la top five da recuperare?
Se ho ben capito,Flashpoint..
e dopo?
Suvvia poche storie, è un filnaccio orrendo inguardabile. Manco le botte si salvano è la classica cinesata
@Schiaffi una domanda e ti giuro non c’è malizia, ma sola e semplice curiosità: ho notato che il 99% dei film recensiti qui tu li stronchi sempre e comunque. Da qui mi è venuta la curiosità: quali sono i film che ti piacciono? Potresti farmi qualche esempio?
Ripeto, non voglio far polemica (anche perchè i tuoi commenti mi fanno sempre schiantare), sono genuinamente curioso di cosa tu trovi meritevole
Oh a me alla fine non è dispiaciuto sarà che a Donnie perdono tutto come se fosse un vecchio amico… Ma voi lo avete visto Kill Zone SPL? io non riesco a trovarlo e sono davvero curioso di vederlo
@Munky: a Schiaffi non piace un cazzo tranquillo, lo dice sempre NO :)
@nero768: Kill Zone e’ una bomba incredibile. To’:
http://www.amazon.it/Kill-Zone-DVD-Edizione-Regno/dp/B002YPT7RQ/
Tra l’altro e’ in arrivo il sequel con Tony Jaa.
@munky se vi ricordate solo le mie impressioni negative rispetto ai miei (molti) elogi non ci posso fare niente. Dopo 5 lunghi anni di scambio di opinioni su tutto e di più, a fine 2014 questa mi sembra una domanda fuori luogo
@munky confermo che i film che sono piaciuti a Schiaffi non mancano… come dimenticare la mitica dvd-quote a The Avengers? “E’ piaciuto pure a Schiaffi”. E per un altro film ricordo una dvd-quote sul genere “Schiaffi sarebbe persino disposto a pagare per il dvd”, ma ahimè non ricordo per che film. Più tutti i film per cui non si è arrivati alla citazione sulla copertina del dvd…
Sul film… pregi e difetti qui descritti un po’ me li aspettavo, l’unica vera sorpresa leggendo la recensione è che Donnie mi pare sia un pezzo di merda…
Special ID viste le reazioni non mi convince, però Flash Point e Kill Zone che mi mancano li recupero subito.
Un altro film cinese bello tosto che ho visto di recente e consiglio è Drug War di Johnnie To.
Io i film cinesi e in generale orientali più di un tot proprio non ie la faccio come con la relativa cucina.
probabile che non riesco a superare la mia incapacità di immedesimarmi coi personaggi vuoi anche per la mera questione razziale
L’ho visto un sacco di tempo fa e l’ho già dimenticato. Ricordo un paio di combattimenti divertenti ma troppo puliti dove non si faceva mai male nessuno in mezzo ad una trama scontatissima che sarebbe andata bene se avesse preso il 5% della durata del film ma era preponderantissima e noiosissima.
@Ace Sventura: Sleeping Dog spacca, lo sto giocando proprio in questo periodo ed è come stare dentro a un film cinese di quel tipo li senza ammorbarci con storie inutili. Che colpo la strage al Matrimonio. Devo ancora finirlo.
Per la cinquina propongo SPL, Flashpoint, Once upon a time in China 2, Dragon Tiger Gate e In the line of duty. Bonus title: Mismatched couples (se non altro per la scena iniziale…)!
@gualtiero bianchi: ricordo che anche l’idolatrato Van Damme ai tempi era uno stronzo patentato…
Oh sta top 5 ci ha intrigato a tutti…
Io ho visto solo Ip Man. Dai ora recupero Flashpoint, poi si vedrà.
Ho appena visto SPL/Kill Zone: onestamente, con tutto il rispetto per il Capo, l’ho trovato un melodramma poliziesco abbastanza insensato e con una regia da telefilm anni ’80 (ralenti, fermi immagine, stacchi tutto un po’ a vanvera). Si riscatta in 15 minuti di (doppio) fight finale da antologia, ma per il resto – se volete la mia – non vi perdete molto se recuperate solo quelli su youtube.
Sto anche io dalla parte dei delusi e annoiati. Il trailer prometteva alla grande ma qualche clip lasciava già intendere momenti ridarola alla jackie chan fuori luogo. Ed è un peccato perché lui è tosto e uomo di porto con una presenza pazzesca, però alla fine è un filmetto sprecatissimo e dimenticabilissimo.
La scena delle cucine molto bella ma fight finale noioso. In più credo di ricordare un pestaggio della mamma davvero soddisfacente. O forse no.
Colgo l’occasione per estendere il dubbio e l’alone di mistero sui funerali dei cinesi anche ai funerali dei nani. Allora, io funerali di nani non ne ho mai visto, magari ce ne sono e non me ne sono mai accorto ma sospetto che in realtà facciano sparire i corpicini per poi riutilizzare i documenti per far entrare nuovi nani in italia
@vesper yes è come poter giocare a tutti quei film! l’unica cosa in cui pecca quel gioco è la personalizzazione e le side quest ripetitive come non poche.
Quando finisco il giro di videogiochi (ho ricomprato tutta la saga di Metal Gear Solid per PS3, compreso Metal Gear Rising che è un fottutissimo GIOCONE con RAIDEN CYBER-NINJA) vorrei comprarmi le espansioni che paiono fighissime (tipo quella che sembra un film di Bruce Lee)
Grazie Nanni ma io abbisogno dei Sub Ita altrimenti non vado da nessun parte
Basta co’ ‘sta storia dei funerali-dei-cinesi/cinesi morti-che-non-si-vedono/etc.
I cinesi vogliono esser sepolti nella madrepatria (dietro questi rimpatri cadaverici o vecchiardici poi c’è tutto un business, ma è un altro discorso). PUNTO.
EKKECO*ONI, appenderei per gli zebedei il primo idiota che ha fatto dietrologia su una tradizione semplicissima (probabilmente non conoscendo il principio del rasoio di Occam), magari credendosi un furbacchione, un luminare, un intelligentone. Spero si passi oltre perché veramente non se ne può più.
PS: non sono cinese
Se vabbè per magia i cadaveri volano tutti tutti là, manco uno che resta qua per burocrazia, per caso, perchè se lo sono scordato…no, manco uno che vuol essere seppellito a Bollate. Via tutti in gran segreto. La cosa che si scambiano i documenti o che ce li ritroviamo serviti spacciati come maiale di gong bao son tutte leggende prive di fondamento
I sapevo che i cinesi, invece di morire, si trasformano in Bufere e ti lanciano i fulmini nei vicoli di Via Sarpi: qualcuno conferma?
Confermo.
Non conoscevo bene (anche se era intuibile) il retroscenza personalistico dietro Special ID, anche se devo dire che forse purtroppo conta relativamente sul bilancio finale di meriti e demeriti del film – guardabile, un po’ innocuo, con sufficienti sequenze di calci girati da non farsi rimpiangere.
Alla fine chiedere di mangiarsi via la scena da solo e trovarsi tutto il Jifu pieno di briciole umane e ruttare è il minimo che si possa chiedere ad un marranza delle arti marziali); invece la butto sul politico: è colpa dei cinesi! O meglio, se è da un bel po’ di tempo che i film delle loro parti rullano un po’ meno è colpa del governo centrale, che ahimé a me sembra pesare anche nelle cose piccole sulla libertà che una volta si potevano concedere di più a Hong Kong, di umorismo stupidello i film dei ^Padella^ erano conditi anche prima, ma l’irriverenza dei costumi di quei maiali dei cantonesi concedeva molto di più al ritmo del film.
Voglio dire, ho visto l’eroe Fong Sayuk di Jet Li alla fine del secondo film impallinare allegramente la nuova fiamma del film, nel senso che l’aggiunge a quella del primo film, mica la sostituisce. Cioè, è Indiana Jones che piomba Marion e la signora Spielberg contemporaneamente. Il concubinato è una grande cosa, Hollywood succhia. Sembrerà una cazzatona, ma alla fine le parti calcistiche vivono anche di quello, e meno pudori nei confronti del corpo vogliono dire anche meno pudori nel reparto pizze, come dicono le mamme del PG13. Forse con meno ingerenze e più ombrellini gialli aperti sarebbe venuto fuori qualche erede plausibile per Donnie Yen da quelle parti (non che ne abbia bisogno), invece faccio fatica a districarmi tra incredibili fazze da tonno e registi che riescono ad ammazzare il ritmo quando non anche la coreografia delle botte, anche su bei progettini promettenti…
Scusate il rant – su una maratona Donnie Yen ci sono dozzine di film buoni, forse è evitabile Ice Man, dove il nostro interpreta la versione locale e demente di Capitan America: scongelato da un blocco di ghiaccio sgomina i cattivi in almeno una scena grazie a una prodezza scorreggiona, nei dintorni della sacra mossa della Detonazione Anale. Perché non li fanno più così, gli eroi cinesi.
@Ace Occhio che le espansioni paiono fighissime ma si fermano a quello. Al “paiono”, dico. Le idee son tutte belle, ma poi sono realizzate in maniera abbastanza sciatta. O, insomma, a me han dato quell’impressione.
doveva essere il titolone giusto per sobissare il successo di flashpoint (almeno sotto il versante di menare) ma non ci riesce, purtroppo. se donnie vuole andare oltre deve pensare a film ben strutturati e intriganti come SPL (che poi iddio.. pubblicano in italia special id e nessuno di questi 2 prima citati). 2 grandi combattimenti , soprattutto il finale con andy on, rendono il film godibile. Vincent Zhao avrebbe dato veramente quel tocco in più, peccato che il fanatismo di Donnie sia ormai ambiapente consolidato. attendiamo fiduciosi Kung fu jungle che è più sullo stile dell’ottimo Wuxia. vai donnie..
Ma veramente , la ce chi giri con la collana asiatica sta pubblicando diversi filmetti pacco è pure con scarso appeal commerciale che voglio dire un SPL e Flashpoint mica lo vendi come il pane chiaro ma penso abbia anche in Italia una piccola schiera di potenziali compratoridevono di più di roba come i due overheard o altro ancora che mi capita vedere nei cestoni.
La più bella pubblicità della Volvo mai vista…
Anche il primo scontro tutto in difesa è interessante, ma la mega rissa nelle cucine è allucinante, uno dei momenti migliori del Donnie senza costumi d’epoca.