A metà degli anni novanta mi capitò un libro forte, un’antologia di racconti horror contemporanei dall’infelice titolo di “Splatter punk”, nome con cui facendo il verso al coevo “Cyber punk” si cercava di incasellare una tendenza dell’horror americano molto difficile da racchiudere vasta come era per taglio ma legata quantomeno da una comune propensione al gore.
C’era della roba variegata e di un certo pregio, tra i vari presenti: Richard Matheson, Clive Barker, John Skipp, Rex Miller e a chiudere la raccolta c’era un saggio breve del 1989 di Chas Balun buonanima sul cinema splatter, il seminale I spit on your face: films that bite. Addirittura c’è un racconto, loffietto, di quel cicciardone di George R.R. Martin prima che ammorbasse tutti con la sua telenovela fantasy.
Nonostante la qualità alta di quasi tutti i racconti – per dire: di Clive Barker era presentato Macelleria mobile di mezzanotte, mica robetta – quello che mi colpì di più era di un tizio a me sconosciuto, una brevissima e terribile storia di violenza rurale che mi resitituì a piena forza l’atmosfera di Non aprite quella porta, il tizio si chiamava Joe Lansdale e il racconto era La sera che non andarono all’Horror Show; negli anni seguenti sarebbe diventato un mio eroe il primo ed un mio piccolo classico personale il secondo.
All’epoca il southern gothic in Italia non era così facile da sentire nominare, io stesso ne avevo una percezione vaga ma sapevo che Non aprite quella porta per qualche motivo ne era rilevante, che era un mondo a sé da qualche parte nella cultura d’ oltreoceano e avevo ragione come avrei scoperto negli anni e nei viaggi a venire.
Sigla.
Per parlarvi di Freddo a Luglio è impossibile non partire dal suo autore, Joe Lansdale appunto, e dal contesto in cui il film e il libro da cui è tratto sono ambientati ovvero il Texas, di cui Lansdale è figlio e ormai una sorta di ambasciatore.
Il Texas è un elemento cruciale in Lansdale, è un luogo enorme e dalle mille anime e se ci siete stati capirete di che parlo. Il Texas ha un suo modo di fare ogni cosa: un suo stile di vita, un suo ritmo e delle sue tradizioni che lo rendono una sorta di mondo a parte all’interno degli Stati Uniti. Cosa del resto comprensibile viste le sue dimensioni colossali e il fatto non da poco che effettivamente è stato a più riprese una repubblica a parte nella sua turbolenta storia pre-confederazione. Esiste un country texano, un blues texano, un cultura ispanica texana – i “tejanos” -, esiste una cucina texana, una flora e fauna texane, delle leggi speciali, in Texas tutto ha una sua dimensione proprietaria anche piena di contraddizioni ma che non manca di ribadire la sua unicità. Innanzitutto perché è talmente grosso da avere il mare e i deserti, le montagne e le praterie, i fiumi e i laghi e questo vuol dire varietà di vita e di storie, e poi perché come tutte le terre con una storia multietnica, multiculturale e fortemente tribolata il Texas è un posto culturalmente unico. La cosa mi fu subito chiara quando ci andai la prima volta perché ad un certo punto troppi fili della mia cultura personale portavano lì o per lì passavano e dovevo raccogliere la matassa, e scoprii qusto mondo gigantesco e che attraversandolo vidi cambiare ogni tot miglia in maniera costante fino ad essere via via completamente diverso; Lansdale non fa eccezione per specialità e varietà.
Per decenni è stato uno dei segreti meglio mantenuti della letteratura popolare statunitense e ad un certo punto credo che fosse più riconosciuto in Europa che in USA, cosa paradossale se si pensa a quanto sia tra i più visceralmente statunitensi degli autori americani contemporanei. Prolifico al limite del pensabile, poliedrico al punto che ti ritrovi a pensare che possa scrivere qualsiasi cosa in qualsiasi registro e fartela leggere tutta in un fiato anche se è la lista di nozze di tua zia, maestro assoluto dei generi e del come usarli per veicolare qualcosa di estremamente personale senza tradire i modelli di partenza, autore con un’assoluta indipendenza intellettuale dalle categorizzazioni dei riferimenti da cui attinge per i suoi lavori e che possono essere indifferentemente spunti letterari come fumettistici o cinematografici e in ognuno di questi non ha assolutamente cura dell’alto e del basso che non sia secondo cosa reputa importante per sé e per la sua scrittura: in Lansdale Tales from The Crypt convive in maniera perfetta con Melville e tutti e due sono amici di Sam Peckinpah. Lansdale è un autore che non lascia mai indifferenti e visto che esiste – ovviamente – una letteratura texana, che comprende tra i suoi eroi recenti campioni della scrittura di genere come Robert E. Howard e Larry McMurtry, allora Lansdale è un sottogenere a sé all’interno di questa; per questo suo polso e verve viene accostato ai giganti della letteratura del sud, il New York Times si sbilanciò fino a paragonarlo a Mark Twain, altri ad Harper Lee, da lì il rimbalzo tra questi due autori è stato costante al punto di diventare claustrofobico.
Nonostante ciò, però, rimaneva un autore sì conosciuto ma sempre di nicchia, di nicchia ma con un pubblico non distratto e che cresceva fidelizzandosi lentamente ma indissolubilmente. Ogni volta che leggevo un suo libro o racconto mi chiedevo come fosse possibile che ancora non si fossero fiondati sui diritti di sfruttamento di ognuno di questi, vedevo in Lansdale il potenziale di sfruttabilità del miglior Stephen King ma con una caratura ancora più preziosa. Lansdale ha la stazza dei grand narratori americani classici mischiata con i migliori autori popolari come Elmore Leonard.
La cosa che mi faceva impazzire non era tanto che così tanto materiale di qualità venisse ignorato mentre il peggiore pattume veniva adattato per schermi piccoli e grandi, bensì il fatto che fosse talmente variegato che da esso si potevano trarre serie TV e film per ogni gusto e taglio: dal serissimo racconto di formazione come La sottile linea scura fino alle rocambolesche avventure investigative di Hap & Leonard, dal film horror cruento con tantissimi dei suoi racconti fino al grottesco/psichedelico con “il ciclo del Drive In” o il western del recente La foresta.
Volete delle miniserie forti di Batman e non quella monnezza di Gotham? Lansdale ne ha scritte. Volete un thriller livido sospeso e nichilista ma con più spessore di La preda perfetta? Lansdale ce l’ha, ed è Freddo a Luglio.
Jim Mickle è sempre stato un fan di Lansdale e da ragazzo si chiedeva come me perché non si traessero film dai suoi libri più importanti. Ottenuta una certa rispettabilità con il suo We are what we are intavola infatti le trattative per la realizzazione del suo Freddo a Luglio su cui lui e Nick Damici, il suo amico e co-sceneggiatore di sempre, lavoravano da sette anni quindi praticamente dai tempi dei loro primi film indipendenti. Lansdale nel frattempo aveva seguito tutta la scrittura, leggendo e approvandone tutte le revisioni personalmente e dichiarandosene soddisfatto.
Fin dall’annuncio della sua realizzazione si capì che Freddo a Luglio sarebbe stato un film cruciale per Lansdale: è l’ufficializzazione che la diga si è aperta, che Lansdale dopo due film piccoli ma carini ad opera di Don Coscarelli e tratti da due racconti horror –Bubba Ho Tep e Panico sulla montagna – arriva sugli schermi con un film importante, un thriller complesso e rivolto a tutti non solo ai fan di genere o ai suoi.
Lansdale, insomma, secondo la cinica lotteria di Hollywood è pronto a sbarcare nel mainstream e si spera a diventare un nome familiare anche per chi non ha mai letto i suoi libri.
Il film è ambientato nel Texas degli anni in cui il libro venne scritto, la fine degli ottanta, e ruota come molti lavori di Lansdale su di una piccola vicenda in un piccolo posto, che monta fino a diventare gigantesca per i protagonisti ma senza mai valicare i limiti della vicenda personale, forse rimanendo anche invisibile al resto del mondo. Un padre di famiglia spara un ladruncolo entrato in casa e sorpeso a rubare, uccidendolo sul colpo. Da quella notte di sangue per l’uomo inizia una tortuosa storia, che parte dal senso di colpa per l’omicidio e prosegue in un concatenarsi di situazioni contingenti ad esso e che porteranno tre uomini diversissimi tra di loro a finire nel sangue una storia che dal sangue è partita e di sangue si è nutrita fino a diventare un inferno personale per tutti e tre nell’arco di pochi giorni.
Non entrerò nel dettaglio della trama più di così, la caratteristica di Freddo a Luglio è che non sai mai dove stai andando seguendo questo domino di eventi imprevisti, ed è quella la forza dell’opera sia letteraria che cinematografica, quella molla che serve a prendere una vicenda di male quotidiano e a farla esplodere in tutte le direzioni, in uno spazio e tempo circoscritti e immobili, come far esplodere una granata in un caveau blindato.
Freddo a Luglio è una piccola e tremenda storia di uomini, in generale uno spaccato dell’animo maschile e nel dettaglio di tre uomini che assieme rappresentano un ampio spettro del suddetto animo: dal cameratismo al senso di responsabilità paterno, dall’introversione sentimentale alla goliardia e così via. Tanti aspetti dell’essere uomini trainati dal bisogno di sempre molto maschile di finire pragmaticamente quello che si è iniziato, di andare fino in fondo costi quello che costi, anche la pelle. Come gli antieroi del miglior western, come gli sbirri dei migliori polizieschi ma senza nessuno charme, faticando da poveri cristi quali siamo. È una storia di padri e di scelte tremende, di strade sbagliate e cose giuste da fare, di ammende e fratellanza. E si ride pure ogni tanto.
La messa in scena del film è precisa, ben diretta, ben fotografata ed estetizzata ma rimanendo sempre funzionale al racconto, non è facile trasmettere epoche così sfuggenti esteticamente come quelle transitorie e recenti, non ancora codificate da stilemi riconoscibilissimi. Zone grige come può essere in Non è un paese per vecchi – altra epica texana – la fine degli anni settanta che scavallano nei primi anni ottanta e come è questo Texas di fine di anni ottanta che lambiscono i primi anni novanta, fatto di polo rimboccate nei pantaloni e minivan. Uno sforzo coadiuvato da un cupo e ficcante commento musicale di synth perversamente in bilico tra il tardo Carpenter e la colonna sonora di un film tv anni novanta qualsiasi e che conferisce a questa torva storia un ulteriore livello di disagio assieme alla fotografia pulita e fredda. I tre protagonisti sono tutti bravissimi: Sam Shepard è un magistrale vecchio cane arrabbiato figlio di puttana, Micheal C. Hall riesce ad essere drammatico e convincente seppur conciato come un pervertito tedesco d’antan con i suoi spelacchiati baffetti e il suo patetico mullet e poi Don Johnson, gigione al punto giusto, è un grandissimo Jim Bob Luke, investigatore ed ex militare ormai personaggio mascotte di Lansdale. Freddo a Luglio è la prova che non serve inventare nulla di incredibile per raccontare una storia avvincente e non serve imbastire trame complesse per descrivere bene l’anima dei personaggi, è un film semplice ma non sempliciotto. Raffinato senza volersi sparare le pose, anzi giocando bene con elementi colti neo-noir e momenti da DTV di vent’ anni fa esegue un’operazione nelle corde post-tutto di Lansdale.
Dopo tanta attesa il risultato dello sforzo di Mickle e Damici mi trova con il commento di Lansdale: Freddo a Luglio restituisce bene il libro in un altro media ed è lansdaliano al cento per cento, essendo il libro una bomba e Lansdale una garanzia di qualità, traete da soli le conclusioni.
Conclusioni che sembrano aver tratto molti altri, ad iniziare dai fan di Lansdale che come me plaudono a questo convincente debutto dell’autore nella serie A cinematografica, dai critici che plaudono al film e via fino ai vertici della Sundance TV che hanno ordinato – finalmente – una serie TV su Hap & Leonard e l’hanno richiesta proprio a Mickle e Damici per quanto Freddo a Luglio è convincente.
Il futuro per Lansdale al cinema promette bene ma sarà su altri romanzi, a cui tengo molto e che dato l’andazzo sicuramente adatteranno, che se trasposti bene il nostro potrebbe fare un ulteriore salto avanti, diventando a ragione e con la benedizione di film d’alto profilo uno dei più grandi narratori popolari della sua generazione; perché se un film solido come Freddo a Luglio è un buon inizio, i libri come In fondo alla palude sono fatti per vincere gli Oscar meritatamente.
DVD-Quote suggerita:
“Don’t mess with
TexasJim Bob Luke”Darth Von Trier, i400calci.com
oh, finalmente. Aspettavo la rece con impazienza, ora ha il posto che merita sul sito migliore al mondo.
Werner Washington
suppongo non ci sia la possibilita’ di vederlo in sala, lo recuperero’ dopo.
Mi sono sempre ripromesso di tornarci in Texas, sto aspettando solo la giusta congiuntura economica. Dei miei due mesi passati tra Austin e San Antonio ho un bellissimo ricordo, mi manca solo tutto di vedere tutto il resto (e non e’ poco).
In sti giorni mi sono riletto tutto Preacher di Garth Ennis e oggi arriva questa recensione. Con la lone star non esistono coincidenze.
Adesso ho una gran voglia di vedermi questo film per poi spararmi tutta la serie di Hap & Leonard alternando di sottofondo i Pantera e Stevie Ray Vaughn.
Darth: bravissimo.
Primo primo film tratto da Landsdale no, però! C’è stato “Bubba Ho-Tep” di Coscarelli.
Ho avuto la fortuna di conoscere Mr. Joe Lansdale e garantisco che è un grossissimo sotto ogni punto di vista. Ricordo agli amici calcisti che oltre che uno scrittore di razza, il grande Joe è anche l’ideatore del MAVERICK KENPO stile marziale ormai riconosciuto a livello mondiale. In pratica un simpaticone con la stazza da picchiatore serio.
E visto che voglio vantarmi mi son pure ritrovato a bere con sua figlia Kasey,splendida ragazza texana e bravissima cantante country blues. La bella bionda della famiglia Lansdale ha contribuito alla colonna sonora del film in oggetto.
Sono contento che il progetto si sia rivelato vincente.
Non vedo l’ora di vederlo.
Bravissimo Darth, bel pezzo!
Il film è una bombetta ed è fighissimo come cambia quasi genere verso la metà per diventare un revenge on the road, super promosso.
Di Lansdale ho letto quasi tutto, ma la sua creatura che preferisco rimane la serie di Hap&Leonard -di cui ho Mucho Mojo autografato con dedica- per ovvi motivi: one liner come se piovesse e botte da orbi.
Son contentissimo che finalmente ottenga il grande successo mainstream che si merita.
Già sbavo per la realizzazione della serie tv -si sa chi prenderanno per interpretarli? anche perché tra Una stagione selvaggia e Devil red passano un po’ di anni e devono tener conto dell’invecchiamento dei personaggi- e per tutto quello che ne conseguirá
La notte del drive in non riesco nemmeno a immaginare come possa essere trasportata in immagini con tutta quell’orgia di violenza e situazioni grottesche..
Raimi, Coscarelli o il Jackson degli inizi potrebbero tirare fuori un ottimo film, che nel seguito della trilogia diventa quasi un post-apocalisse
@Colin Farth azz io è da sempre che voglio leggere ‘sto benedetto Preacher, so che merita tantissimo..ma mi son sempre fatto sfuggire l’occasione. Tu quale edizione hai/mi consigli? a singoli albi o tutto il tomo assieme?
Una madeleine, splatterpunk lo portai con me in una vacanza da adolescente ed è ancora nella mia biblioteca, tenuto insieme da sputo e miracoli. Amavo in particolare il racconto sul futuro post atomico ma non mi ricordo qual è sinceramente. E va da sé, cultrice di lansdale al punto da andarlo anche a vedere e farsi prendere dal panico al momento dell’autografo.
Anche se Jim Bob io me lo sono sempre immaginato come un Michael Madsen vecchio, posso accontentarmi (mi resta sempre la speranza che gli facciano fare Hap nella serie tv che al momento si svolge solo nella mia mente)
Dexter e Sonny Crocket ah ah…….
Con la notizia della serie su Hap e Leonard mi hai scaldato il cuore almeno per un paio di giorni
@Dembo: aloura, partendo da come leggersela: io ti consiglierei tutta di un fiato, come ho appena fatto. Ha dei momenti altissimi e la vicenda, durando circa una sessantina di numeri appena (esclusi gli speciali, comunque non fondamentali per la trama, sono di approfondimento) è tutto fuorché decompressa. Ha un ritmo altissimo.
Per quanto riguarda le edizioni, io ti sconsiglierei gli albetti (credo esista un’edizione recente fatta ad albi singoli), Preacher alla fine è una sorta di film a fumetti che va goduto come un viaggio di sola andata: i volumetti della Magic Press credo si trovino ancora tutti piuttosto facilmente e sono in tutto una decina (credo che il numero salga a 12-14 se contiamo anche gli speciali).
In alternativa ho visto in fumetteria tre tomi di dimensioni ragguardevoli e con copertina nera in simil-pelle intitolati:
Preacher: Antico Testamento Vol.1
Preacher: Antico Testamento Vol.2
Preacher: Nuovo Testamento
Antico Testamento raccoglie la serie originale, Nuovo Testamento gli speciali.
Questo per quanto riguarda la versione italiana: la traduzione generalmente è buona (anche se io ho come riferimento quella della Magic Press e i volumoni di pelle sono della Planeta, quindi non so se abbiano cambiato traduzione o mantenuto quella della Magic).
In inglese il livello sale inevitabilmente (puoi goderti le differenze dialettali tra i vari personaggi), ma non so che edizioni convenga cercare (vedo vari tpb flessibili o cartonati su amazon a prezzi che oscillano tra le 12 e le 20 carte).
O, ultima alternativa: salta lo steccato della legalità e corri anche tu nel verde prato di uncini, bende sull’occhio e pappagalli sulla spalla
(errata corrige: i volumoni sono fuori da 4 anni e difficilotti da trovare a prezzi onesti, evidentemente la mia fumetteria è sculata)
@Colin Farth ahahaha grandissimo, no vabbe a ‘sto punto penso di comprarmela legalmente che ho una vena feticista e quando una cosa mi piace poi voglio poterla vedere e toccare quando voglio.
Cmq grazie sei stato chiarissimo e utile, penso di iniziare lasciando da parte gli speciali -meritano?- e poi magari recuperare anche quelli.
Rece bellissima per un film bellissimo.
Io ho avuto un approccio da ignorante totale. L’ho trovato in una delle solite classifiche dei migliori film dell’anno al primo posto e mi sono detto “perché no?”.
In generale stupisce perché praticamente non sai mai dove vai. Di certo si sprofonda sempre di più nell’oscurità dell’animo degli uomini (intendendo proprio quello maschile) e se ne esce grazie al cuore di altri uomini (intendendo proprio altri maschi). Non credo sia un caso che l’unica femmina del film (la moglie del tizio con il mullet) appare distantissima dai pensieri e dalle situazioni che via via si vanno presentando.
Curato non solo nell’estetica, che devo dire fa veramente colpo, ma anche nella sceneggiatura. La cosa che a fine visione mi ha veramente convinto è che la tensione va salendo sempre di più in maniera lenta ma costante. L’uccisione del ladruncolo è solo la porta d’ingresso per una storia che sa descrivere come poche altre il legame che lega i maschi anche senza dire una parola e anche a distanza di anni.
Bomba in ogni senso.
@Colin azz peccato… vabbe vedrò cosa riesco a trovare.. grazie ancora!
Anch’io non vedo l’ora di un film su “In fondo alla palude”…
@dembo: De nada, hombre! Fossi in te mi farei un paio di confronti tra quanto ti costerebbe recuperare i volumi singolarmente e le offerte che puoi trovare su ebay (per esempio c’è un edizione integrale con box in cartone gigainkazzfuriouspower a 250 cocuzze su Ebay: costicchia, ma è un’edizione con i controcoglioni). La serie di albetti planeta/idw da edicola (confermo, esiste) la eviterei perché il rapporto quantità/prezzo non è molto conveniente secondo me (e non rende appieno la lettura, come detto prima).
Gli speciali meritano fino ad un certo punto. Da un lato ce ne sono alcuni che sono fighi perché approfondiscono certi personaggi (Blood & Whiskey, The Saint of Killers, The Story of You Know Who), dall’altro sono storie autoconclusive che orbitano intorno alla serie originale senza influenzarla più di tanto. Ecco, creano un universo espanso, ma nulla di fondamentale.
Direi che il tuo programma funziona alla grande.
Quando ho letto a inizio post Freddo a Luglio pensavo ci si riferisse alle mie ferie di quest’anno!
[Da-Dum-Tsssss]
Ok, stronzate a parte… Stupenda rece Darth, non vedo l’ora di vedere questo gioiello. Lansdale è un mito vivente e anche io come tutti mi sono sempre meravigliato di come la sua produzione venisse ignorata da Hollywood… Bah… Pappe molli…
Grazie a tutti
@ Rocco Alano
Come ho scritto, infatti:
“Lansdale dopo due film piccoli ma carini ad opera di Don Coscarelli e tratti da due racconti horror -Bubba Ho Tep e Panico sulla montagna – arriva sugli schermi con un film importante”
Con tanto di link ai due film.
Bello all’inizio ma poi perde tono un bel pò forzando la sceneggiatura, del genere Blue Ruin vince a mani basse, molto più genuino…
E lo dico io che prima o poi dovrò cimentarmi con l’opera omnia di Lansdale…
Con cosa comincio? ?
Recensione scritta benissimo, sicuramente Lonsdale ti darebbe molte pacche sulle spalle (con piglio amichevole)
Era da un po’ che lo tenevo d’occhio e va dritto nella lista dei “da vedere”
Mullet!
@Dembo
Se non riesci a reperire Preacher lo puoi trovare su http://lc22db.forumcommunity.net/ nella sezione VM 18. Comunque anch’io ho la versione tomo biblico come Colin. Se ti piace Lansdale prova a leggere anche Ennis e scoprirai un nuovo universo da esplorare.
L’impatto texano in Preacher è da pelle d’oca . . . e pensare che quel bevitore di Garth Ennis è iralndese.
@Ciak Norris direi dal ciclo di hap&leonard che si legge velocemente ed è fichissima e poi delinea due personaggi davvero difficili da non amare alla follia.
Daje!!
@Ciak Norris
Ti consiglio vivamente qualcosa del ciclo Hap & Leonard, come Rumble Tumble o Bad Chili
Ok!
partirò con il ciclo di Hap e Leonard!
Rigorosamente in ordine cronologico.
bella rece torrenziale, ma il film mi ha parzialmente deluso: con qualche sforzo in più si poteva contestualizzare meglio il rapporto che lega i tre protagonisti, che nel film appare un po’ tenuto su con lo sputo e viceversa nel libro era il core pulsante della narrazione. comunque un ottimo inizio per joe.
@Obar ma grandissimo! anche se per il discorso fatto prima preferirei averli dal “vivo” però è già qualcosa..ne tengo conto..thanks
@Lars
wasteland 2 è una ficata totale, non riesco a staccarmi, tipo ieri notte fino alle 3 e oggi pomeriggio again, mia moglie è incazzatissima..
ho provato a far ricadere tutta la colpa su di te ma lei mi ha detto di andare a fare in culo io, ueistland, te e pure tutti i 400 calci
olé!
ah cazzo ma sono io ritardato o è un tot difficile?
Questo mi manca ma l’immagine di loro tre in macchina riassume perfettamente quello che vedo quando leggo Lansdale. Son contento sia arrivato un adattamento degno anche perché quando leggi Lansdale, pensi continuamente “fateci un film cazzo!”.
@Ciak: Io cominciai a caso dal Drive in, per poi passare alla serie di Hap e Leonard intramezzando con altro, non sbagli quasi mai. Io devo dire che Il carro magico è l’unico di quelli che ho letto che mi ha un po’ deluso. Come dice Darth La foresta è una bomba e In fondo alla palude pure.
grande rece, fotta a quota mille, appena posso lo recupero
il mio primo incontro con Lansdale risale a quella mina totale di “Nel deserto delle Cadillac, con i morti”, racconto breve presente nell’antologia “Il libro dei morti viventi” a cura di skipp & spector e con prefazione di giorgione romero (1989).
nonostante il livello generale in media parecchio alto, l’intervento di Joe era tra quelli che spaccavano di più per potenza, ironia e brutalità: frasi tirate lì come schiaffi, in ogni pagina poteva succedere e succedeva di tutto.
e poi niente, tra Hap & Leonard e il ciclo del drive-in ci sono finito sotto e stop.
se fanno la serie tv di Hap & Leonard spero che Leonard lo facciano fare a Don Cheadle
@Luc Bresson mmhh io non so se mi andrebbe bene Cheadle, me lo sono sempre immaginato più muscoloso e tonico Leonard… forse Idris Elba.. ci devo pensare…
Idris Elba mi piace, è un grosso mica da ridere e poi con lui si nota anche il lato umano
voto di brutto anche Michael Jay White: un po’ pirata un po’ signore, capace di farti un discorso motivazionale per tirarti fuori dalla spirale della droga e poi magari ti spacca un femore se gli tocchi i biscotti alla vaniglia
Terry Crews per Leonard e sono muscles per tutti.
Anch’io avevo scoperto Landsdale con la stessa antologia, scovata per caso nella bibliotechina del paese. Leggendo i titoli dei racconti però mi sembra di ricordare che mi avesse colpito molto anche quello di George RR Martin, che se non sbaglio descriveva una specie di bordello fatto con gli zombi, una cosa piuttosto originale e d’impatto all’epoca.
Venendo al film poco da aggiungere, una delle bombe dell’anno. Bella sorpresa soprattutto Michael C. Hall, che dopo la deludentissima ultima stagione di Dexter non avrei detto che sarebbe passato al cinema in modo così convincente.
Effettivamente anche MJW e TC andrebbero bene.. mentre per Hap? Tom Hardy? Bruce Willis con 10 anni di meno? chi???
io dico leonard mos def, hap ryan gosling che me lo sono sempre immaginato così, un po’ malinconico un po’ facciotta a puttana.
Incontrai Landsdale anni fa in una libreria di Pavia dove mi feci autografare quel capolavoro assoluto che è Drive In… persona speciale…non oso neanche pensare a PJ che ci tira fuori un BMovie…
P.s. AMC ha ordinato il pilot di Preacher…lo aspetto come le lasagne a pranzo la domenica slurp
io hap me lo sono sempre immaginato come james belushi (come stava messo ai tempi di danko, sembrava uno di quelli col fisico da pensionato che peró du’ sberle le tirano e le incassano pure bene), ma questa è una mia debolezza
Mai letto Lansdale (per ora). Ho visto il film qualche tempo fa per due motivi: 1- la presenza di Don Johnson e Sam fuckin’ Shepard 2- lessi da qualche parte della colonna sonora di ispirazione Carpenteriana (infatti mi pare ci sia la dedica sui titoli di coda). Ottimo film, non perfetto (ricordo che alcune scelte dei protagonisti mi sembrarono inverosimili), ma avercene…
Scena preferita: Johnson e Shepard che prendono a calci il bestione alto 3 metri dopo il tamponamento
Dai per favore MJW e TC no. Andiamo un po’ più su di livello.
La sparo grossa: Terrence Howard come Leonard. Stiloso, divertente e con il giusto allenamento, un picchiatore promettente.
Per Hap: Viggo mortensen stile History of Violence (forse l’ultimo grande Cronenberg, Kronburg, salcazzo)
male, con un romanzo brutto come un asino con la cresta bionda. Poi ha alternato pezzi da maestro con il tipico brodo allungato con la naftalina. Hap e Leonard sono bravura, per esempio, ma l’ultima roba è molle come catarro (ad es.Sotto gli occhi dell’alligatore). Dagli esordi è diventato bravissimo, e anche nelle prove peggiori resta sempre uno scrittore tecnicamente ineccepibile. Peccato che spesso e volentieri tenda al nulla di fatto o a soluzioni degne di Paolo Brosio strafatto di coca.
Venendo a Freddo a luglio io l’ho visto fino a metà e non sono riuscito ad andare oltre. Film senza senso, vuoto di tutto. Sembrava il plot scritto da un timorato di dio che la cosa più spaventosa che riesce a immaginare è che gli vogliano fottere il bambino. Uno che se spara in fazza a tizio chiede perdono a dio. Un film scandito da porte che si aprono e si chiudono, gente che sale i gradini di casa, che passeggia sul marciapiede, che guarda il muro per 50 secondi e poi si volta dall’altra parte. Ma che due palle no, eh ? Poi Dexter versione babbo americano pettinato come uno scugnizzo stronzo coi baffi.
Io di Lansdale non ho visto nulla, qua. Non ci sono i suoi dialoghi formidabili per esempio. Non ci sono le sue scene d’azione, e tanto meno la sua ironia da premio Pulitzer. Manca la bravura mostruosa nel descrivere l’ambiente al punto che le parole sono come inquadrature di un film perfetto, girato da un maestro. Se questo fosse Lansdale io non lo vorrei avere in libreria. Meno male che questo è solo un filmetto ben educato, girato come il peggiore dtv da un autentico cane di regista e scritto da un tizio che i concetti di tensione narrativa, hype e pathos li ha lasciati nelle cartine dei baci perugina. Uno che inquadra talmente male da far sembrare tutto un telefilm del cazzo. e la colpa è sua: Dexter. Mi gioco la sua camicia coi baffi che ha voluto mettere becco ovunque.
I fans di Lansdale che hanno amato questo film da diocesi sono persone che possono tranquillamente ciucciarsi birrette come la Corona, o andare a fare i predicatori nei paesini del taxas guidando camioncini a pile elettriche, ma certamente non sanno nulla di cinema, di letteratura e men che meno di chi sia Mr Lansdale (che, lo ricordo, è anche allenatore di una squadra di karatechi come il Seagal dei tempi d’oro).
“Il futuro per Lansdale al cinema” è una partita ancora tutta da giocare. Il mio consiglio è scegliere bene la squadra in cui stare, altrimenti potresti ritrovarti con Brosio. A Medjugore.
Cordialmente
Ciobin Ian Chester
Mancava la prima riga, aggiungere all’inizio:
“Era un pezzo che non sentivo parlare di Lansdale. Per me è uno che ha iniziato ”
Cordialmente, Ian Chester
Sì sì bravo ciobin hai sempre ragione.. solo tu capisci di cinema… ma non eri sparito? eclissati di nuovo che nessuno sentiva la tua mancanza
@Colin TH potrebbe funzionare mentre VM boh, io Hap me lo sono sempre immaginato più basso e un filo più tarchiato…poi dipende anche da dove iniziano con la serie… tipo in Una stagione selvaggia sono tutti e due abbastanza giovani -intorno ai 35/40?- quindi non saprei…
Bravo Cioppino! Nel tuo tradizionale sproloquio da Cottolengo, stavolta ne hai detta una sacrosanta: il primo romanzo di Joe, “Atto d’amore”, è una merda bella grossa, si vede che stava provando la mano. Meno male che poi si è dato una regolata (e che regolata, perdìo), e meno male che l’ho scoperto dopo, con il racconto “Nel deserto Cadillac con i morti”.
Sì: in fondo all plude è il mio Lansdale preferito; ti voglio bene.
Dart, quando devo commentare i tuoi post sono sempre in soggezione perchè ogni tuo post è perfetto. come si fa ad avere il coraggio di dire qualcosa che non sia un elogio alla tua scrittura?
Darth, quando devo commentare i tuoi post sono sempre in soggezione perchè ogni tuo post è perfetto. come si fa ad avere il coraggio di dire qualcosa che non sia un elogio alla tua scrittura?
@Q /LarsVonTeese Ogni volta il tuo commento è come un vaso vuoto. Non fai altro che ripetere qualcosa che ho detto io, insultandomi, come se fosse farina del tuo sacco. Mi fai una cortesia ? Potresti farti trovare morto in un canale con i polsi legati con le fascette e uno stronzo di 40 centimetri infilato in gola ? graaazie.
@Dembo Mi fai una cortesia ? Puoi leggere quello che ho scritto a Q e fare altrettanto ?
Oh, ma ce ne fosse uno onesto che ammetta la lucidità della mia analisi. Prendete Dago Red, pezzo recente. Tutto bellissimo ma a 50 pagine dalla fine ho smesso di leggere. Non mi interessava più. Non succede mai al sottoscritto di lasciare un libro così tardi, di solito lo si lascia presto o a metà. Per dire quanto sia difficile, anche per chi, come Lansdale, dovendosi districare nella folta giungla degli editor, coerentemente con un assunto di fondo che non si discosti troppo dall’eccesso fideiussorio del cameratismo (vedi Hap & Leo) ma parimenti fagocitato dal ludico ludibrìo paratattico che lo ascrive alla genialità di Hammett – non potendosi peraltro, ialuronicamente parlando, frapporre alcuno spasmo clitorideo degno di questo nome (perché lui è puro, è ammericano) ; trovare, dicevo, per quanto sia difficile, alla fine di una storia bellissima, un finale non altrettanto bellissimo, il solito scontro con il villain più vecchio.
Chandler era più facile da portare sullo schermo, Hammet impossibile. Su Lansdale darei una chance a Curtis Hanson o a Martin Campbell. Ma quanto freddo mi fa leggere che Freddo a Luglio film sia quel signore qua al 100%. Mancano le basi proprio.
Cordialmente
Ciobin Ian Chester
@Ciobin bravo, sai scrivere paroloni grossi… ma nessuno ti dice che non puoi dire quello che pensi.. ti ha fatto cagare CIJ? -il film dico- e vabbe pazienza oh son gusti..ma dire “i fan di lansdale che hanno amato questo film etc etc ” denota la tua poca voglia di dialogo mentre risalta la tua spiccata propensione al trollaggio selvaggio.
Niente di nuovo, effettivamente
Avendo letto il libro e avendolo amato, devo dire che un film mi ha un pelo deluso, secondo me si poteva far meglio. Non è male però è noiosetto e nessuno dei protagonisti mi ha convinto più di tanto (tranne Shepard, che è bravo ma me lo immaginavo completamente diverso leggendo il libro), inoltre s’è tolta tanta ciccia dal libro, tanti bei dialoghi e siparietti tra i tre. Continuo a preferire il lato pazzo di Lansdale sullo schermo, ovvero Bubba Ho Tep, ovvero tutto ciò che abbiamo oltre a questo.
Il mio Lansdale preferito è ovviamente il Drive In (anche io ho il libro autografo, festival di Mantova un paio di anni fa). Però nel filone più “narrativo” e regolare di Lansdale, oltre al citato In fondo Alla Palude, il mio preferito è assolutamente quella perla nascosta di Freddo nell’Anima che ho trovato magnifico con la sua ambientazione del circo ambulante. Io non disdegno affatto neanche Ned la Foca…
Hap e Leonard io li ho sempre visti come Macconny e Terry Crews (leggendo nei commenti vedo che non sono l’unico e ciò mi rincuora).
Ciop-hipster, maccome! Per una volta che lodo il tuo acume (per quanto limitato a una riga emmezza su trenta, riga che peraltro ti era rimasta in canna nel primo post, cos’è, ti è venuto il braccino perché ti sei accorto che stavi per scrivere una roba sensata?) mi maltratti così?
Cattivo bambino, la prossima volta le pisellate in faccia non te le do.
Capitolo Hap&Leonard: so che è abusato, ma nei panni di Leonard ho sempre immaginato Samuel L. Jackson, mentre sia Terry Crewes che Idris Elba (ma soprattutto il primo) mi sembrano davvero troppo grossi per la parte. Per Hap Collins invece, non potendo contare sul Bruce Willis di vent’anni fa, vedrei bene Jason Statham.
@Q /LarsVonTeese Ma come vedi alla fine ti sei sentito in dovere di scrivere un altro messaggio dove dici la tua su Hap e Leo, tentando invano di aggiungere qualcosa di nuovo e così smentire la verità del tuo vacuum, da me garbatamente smascherata. Quando costruirai un pensiero che non sia il piantino di un bambino violentato dai preti, ripassa da queste parti.
@Dembo In parte hai fatto lo stesso errore di Lars. Ti sei concentrato su un unico punto della mia riflessione e hai tralasciato il resto. Questo, non so come lo chiami, ma da me si chiama trollare. Puoi forse negarlo ? Allora, smetti di trollare e, se hai un minimo di dignità, attaccami sugli altri argomenti che ho portato alla tua/vostra attenzione senza concentrarti sull’unica frase in cui ho voluto essere ironico, prendendo sul serio quell’ironia (cosa ci sia di peggio di prendere sul serio una frase ironica, non lo so). Che cosa non hai capito della mia riflessione ? Io sono aperto al dialogo.
Comunque guarda: ormai è quasi lunedì e mi sento buono.
Ecco qua in anteprima il Calendario delle fronti giganti: Febbraio 2015.
È un mese molto hot, infatti c’è Mena “fronte a medusa” Suvari. Nel suo ambiente naturale, l’acquario. Diciamo che con fronti di queste dimensioni il facial è difficile sbagliarlo.
http://i.imgur.com/cSU2cbx.jpg
Cordialmente
Ciobin Ian Chester
@Q
Il problema è che Giasone non è assolutamente in grado di fare un accento del sud, come dimostra Parker. Hardy, come ha detto qualcuno, sì, quindi con Hardy posso starci. Io Leonard l’ho sempre immaginato mooooltooo grosso e anche molto divertente quindi Crews per me è perfetto, l’unico dubbio è sul fatto che sia gay e come Crews potrebbe rendere il lato gay (molto atipico) sullo schermo. Forse è pure un po’ troppo vecchio (come Macconny che però il 35enne, se conciato a modo, lo riesce ancora a fare, tipo in True detective).
@Ciobin
“I fans di Lansdale che hanno amato questo film da diocesi sono persone che possono tranquillamente ciucciarsi birrette come la Corona, o andare a fare i predicatori nei paesini del taxas guidando camioncini a pile elettriche, MA CERTAMENTE NON SANNO NULLA DI CINEMA, LETTERATURA E DI CHI SIA LANSDALE…”
Hai uno stile ironico tutto tuo e che probabilmente fa ridere solo te…
bravone
Ps: l’immagine del calendario delle fronti è un tot bella, questa te la concedo
Ciòppolo, o Ciòppolo mio bbello, te stai a sbajà debbrutto proprio: come diceva (quasi) uno famoso, io so’io, e l’altri so’l’altri. Tranne te, che nun sei ‘n cazzo.
@Bellazio: non mi ero posto il problema dell’accento, tutt’altro che trascurabile devo dire. Non sapevo che Jason non fosse portato per l’inflessione sudista, in lingua originale l’ho sentito solo in Snatch e negli Espandibili. Crewes è sicuramente grosso e divertente, ma come gay non mi convince proprio (oltre al fatto che Leonard me lo sono sempre immaginato più nervoso e bastardo che massiccio). Azzardo… Damon Wayans?
@Q no dai ok che gli si vuole bene x l’ultimo dei boyscout ma come Leonard proprio non ce lo vedo.. cmq anche io me lo immagino parecchio grosso e tonico -al contrario di hap un filo rilassato-
TC potrebbe andare bene ma poi per trovare nemici credibili bisognerebbe prendere dei mostri, perché in fin dei conti il bello è anche questo, che ogni volta incontrano sempre qualcuno più grosso di loro ma non cazzuto quanto loro.. quindi forse TC non va bene..
@dembo (e il resto della kumpa): Hap & Leonard me li sono sempre immaginati poco “hollywoodiani” e apparentemente poco action, almeno a prima vista. In forma e scalciaculi sì, ma non in maniera “ottantiana”: il motivo per cui la loro serie è una bomba è il fatto che la loro attitudine, i loro oneliner, il loro rapporto siano assolutamente genuini. Da cui la mia preferenza per attori fisicamente tonici, ma comunque non necessariamente connaturati da uno stile action: Howard e Mortensen li vedrei bene perché potrebbero rendere benissimo tutte le loro sfaccettature, ironia e malinconia, violenza e amore fraterno, botte e riflessioni. Trovo che Hap abbia molto in comune col personaggio di Mortensen in History of Violence, da cui la mia curiosità.
Ecco, un altro insospettabile, ma che renderebbe benissimo per una lunga serie di motivi: Matthew McCounaghey. Riuscirebbe a tirar fuori un equilibrio tra spacconeria action, humour di grana grossa e malinconia perfetto per Hap Collins.
(ah, vedo ora che l’avete già menzionato, mea culpa)
@Q /LarsVonTeese Almeno abbi la dignità di ammettere la tua babbuinità. Ma no, la tua gonnellina a fiori te lo impedisce.
@Dembo Qua stai trollando di brutto. Hai postato quello che ho scritto mettendo in maiuscolo la parte che ti fa comodo, decontestualizzandola, ma è la parte in minuscolo che crea il contesto. Ed è ironico. Ironia non significa affatto far ridere. Quello è l’umorismo. Non lo sapevi ? Bene, adesso sei cresciuto. Vedi quante cose impari ? Il dialogo serve a questo. Se hai da ridire, fallo pure: ho posto diversi argomenti, non hai che l’imbarazzo della scelta. Ma se insisti a voler dimostrare che non sai l’italiano questo non è il posto giusto. Vai al bar dei negri. Oppure sì, dai, continua a trollare da brava marmotta.
Oh, io Hap e Leo me li immagino così: Bill Cosby e Jeff Bridges. Quindi due vecchi bastardi che ammiro moltissimo. Vengono ingaggiati da Judy Dench che gli è morto il regazzino (interpretato da Dembo). Ritrovato cadavere in fosso, con le mani legate con le fascette da elettricista e uno stronzo di 40 cm in bocca. E gnente, Judy vuole sapere chi è stato. Hap e Leo ovviamente accettano e quando arrivano sul posto ed esaminano il cadavere iniziano subito a percularlo.
Hap: Deve essersi divertito un sacco, sto regazzino.
Leo: Beh, a questi minorati mentali in genere basta poco per divertirsi.
Leo: Scommetto una frittella con lo sciroppo d’acero che c’ha un cratere al posto del culo.
Hap: (lo gira di lato per vedere) Vinta.
Leo: Ma quindi cosa abbiamo qua ?
Hap: Niente, qualcuno si è inculato un minorato mentale e poi gli ha cagato in bocca.
Leo: Qualcuno che ha prodotto uno stronzo di 40 cm.
Hap: Non solo, è anche a forma di elica.
Leo: Di elica ?
Hap: Certo, si tratta di uno stronzo gigante elicoidale, quindi piuttosto raro. Lo dicevo io che sto regazzino si divertiva un sacco.
Cordialmente
Ciobin Ian Chester
@Ciobin seee vabbe dai ci rinuncio.. ho semplicemente messo maiuscolo la parte che mi aveva fatto incazzare e che trovavo scorretta e saccente, tutto qua.
Non è che se uno usa un contesto ironico allora è autorizzato a dire il cazzo che gli pare
@Colin Fart mah sí, capisco quello che dici e lo penso anche io che non debbano essere il prototipo dell’action hero ’80… solo che boh Leonard me lo immagino un fascio di muscoli, cazzo son sempre dietro ad allenarsi quei 2 -Hap meno e infatti ogni tanto Leonard lo cazzia per questo- Viggo non lo so, è vero che potrebbe dare una bella sfaccettatura con quella vena malinconica e da sognatore che ha Hap ma nella mia testa è troppo spigoloso -fisicamente parlando- x interpretarlo.. alla fine è solo totocasting…poi magari prendono 2 semisconosciuti e siamo contenti tutti lo stesso
ho appena visto questo film e confermo il mio commento. la recensione è validissima. il film è proprio bello. scusate la banalità.
@Dembo: concordo, alla fin dei conti potrebbe anche darsi che tirino fuori le facce della vita (SGRAT).
Sperèm!
Lansdale, eh? Grazie Darth!
molto bello il cambio di genere a metà film, ma per quanto mi riguarda la seconda part è fiacca forte.
Bel pezzo, il film m’è piaciuto molto, se mantengono il tono anche nella serie su Hap e Leonard (che fosse per me sarebbero Walton Goggins e Michael K. Williams tutta la vita) viene fuori una bomba atomica.
Tra l’altro se non ricordo male Lansdale me lo consigliò proprio Darth quando ancora non era Darth, tipo millemila anni fa :D
Grandissima recensione per un gran bel film
Salve ragazzi! Vagavo in cerca di un fan club di Landsdale e mi sono imbattuta in questa recensione. Non avevo sentito parlare del film ma lo guarderò sicuramente. Per me è stato amore a prima vista con la trilogia del drive-in poi mi sono imbattuta in Mucho Mojo e da lì è stata fedeltà assoluta.
Vorrei chiedervi un consiglio riguardo ai fumetti.
Grazie!
Quoto tantissimo Lenny Nero per Williams e Goggins come Leonard e Hap.
L’antologia “Splatterpunk” l’ho letta anche io, mattone nero con copertina a caratteri rossi (o qualcosa del genere)
@ciobin piotta: comprendo le tue manie di persecuzione, ma come ho gia` detto piu` volte, io le tue supercazzole smetto di leggerle a meta`, figuriamoci se mi disturbo a crearmi pseudonimi per percularti ;)
Visto finalmente e piaciuto senza riserva. Lansdale è uno dei miei scrittori preferito, credo di aver letto una ventina dei suoi romanzi… e Cold in July è tra le sue opere migliori. Trarne un film senza cadere nell’eccesso o nel grottesco non era facile, invece questo adattamento è misurato, lento nel costruire la tensione, ma costante e preciso, non sbava, non si perde, prosegue dritto e inesorabile. Manca molto dell’umorism di Lansdale, ma non è un male: la trama è già esplosiva di suo, caricarla troppo con battute avrebbe smorzato la suspensa. Ricorda molto un certo Carpenter degli anni ’80 (mi sono venuti in mente Fog e Christine).
Ottimo lavoro, adesso aspetto la serie tv su Hap & Leonard.