Se è Il nemico alle porte quel che volete da American Sniper dovreste saperlo da subito che non è ciò che Eastwood ha intenzione di fare. Vi ingannerà con un inizio simile (il padre che insegna a sparare al figliolo) ma non ci sarà altro. Se è Gunny che volete dovreste saperlo da subito che non è ciò Eastwood fa più, da anni. Vi ingannerà con una fase di addestramento fatto di urla e pretese inumane ma non ci sarà altro. Se infine è un solido e duro film di guerra anni ‘70 quello che volete, dovreste saperlo da subito che, grazie al cielo, Eastwood non sta fermo al suo passato, nè è un nostalgico. Così, quello che avrete, fate meglio a saperlo da subito, è un film di guerra strano e poco classificabile. American Sniper è un’opera dal fomento gentile, non ha le fiamme nelle viscere ma rimane fermo a lungo come un bravo cecchino, sembra che nulla accada invece tutto sta succedendo. Attende, mette in scena la frustrazione, la calma e la decisione, poi, tutto d’un tratto, fa esplodere i suoi colpi. E quando lo fa è bravissimo.
Quindi volete giudicarlo perchè per tutto il tempo è successo poco e niente? Fatelo pure ma sappiate che per sparare quei colpi così precisi e inesorabili serve stare fermi ore se non giorni.
Prima di andare al sodo però voglio sgombrare ancora un altro po’ il campo da possibili equivoci. A me non interessa come la pensiate voi e non mi interessa nemmeno come la pensi Eastwood (anche se lui me lo dice in tutti i suoi film), non mi interessa nemmeno tanto come la pensasse Chris Kyle, il più grande cecchino della storia d’America con 160 uccisioni riconosciute, tanto da meritarsi un film sulla sua vita diretto da Eastwood in persona e interpretato da Bradley Cooper (però che screzio che l’attore fico del momento per fare te si deve mangiare un bue).
A me interessa co ‘sta storia che film ci vogliamo fare. Qui c’è una persona che di lavoro ammazza bambini che portano bombe contro uomini come lui, che per 4 anni deve decidere da solo se la situazione vale una vita e che fa di tutto per sparare ad altri, uno che è venerato come un mito in patria e che quando era in America voleva tornare nell’inferno della guerra e io sono interessato a cosa ci veda Eastwood in questa storia, come la pensi politicamente è veramente la parte meno clamorosa e più banale. Per dire, se ci vede Code Name: Geronimo me ne posso anche andare, perchè non è pane per i suoi denti quella roba lì (per fare bene un film brutto ci vuole un’altra pasta).
Dunque non cominciamo con storie di guerrafondai, patrioti, razzisti, sciovinisti e pacifisti, American Sniper è un film di persone che godono quando la bandiera sventola, raccontata da uno che non è un militare ma gode lo stesso a vedere la bandiera sventolare.
Il punto di vista è quello.
La prima cosa bella che non vedrete da altre parti è che Chris Kyle non è sveglio. Io non lo so come fosse nella vita vera ma quello interpretato da Bradley Cooper è uno straordinario bamboccione panzutello, con il telefonino attaccato alla cinta, gli occhiali sul berretto e un’espressione che non è proprio il massimo. Che io quando vedo la gente con le cose attaccate alla cinta mi viene il veleno e metto subito mano alla pistola che ho attaccata alla cinta. Non è scemo, questo no, ma nemmeno un fulmine, è uno come tanti che non prendono troppe posizioni, uno che si arruola perchè ad un certo punto non c’era molto altro da fare e ama il suo paese. Dal film so che aveva un fratello che lo segue in guerra ma che non la vive bene come lui, uno un po’ più debole che non ce la fa e in quel momento brevissimo in cui si incrociano sembra che gli facciano male tutti i muscoli del corpo dalla disperazione. I due erano molto vicini ma dopo che si arruolano praticamente non si vedono più, nemmeno tornati a casa. Non so se a Clint la guerra piaccia, di certo so che crede che il male esiste, che in questo periodo lo identifica con i combattenti di Al Qaida che uccidono pubblicamente i bambini trapanandogli la testa (secondo il film esistono, sappiatelo) ma credo proprio che abbia una pena infinita di quelli che vengono chiamati “eroi”. Lui a questa storia regala il trattamento del western classico, quello che prende tutti i personaggi e gli eventi, li scarnifica per renderli esemplari, monolitici, in un certo senso più semplici e manichei ma soprattutto epici (un trattamento che non sempre fa rima con “lieto fine”).
Di tutti i film biografici che si vedono di continuo con immensa sofferenza dei bulbi oculari questo è duro e deciso, di pochissime parole e poco sentimentalismo, non esalta il protagonista, non lo scusa e nemmeno vuole farne un ritratto che indugi sul mito (anche quanto tutti lo chiamano “bitticco!” come fosse Galeazzi). La storia del più grande cecchino d’America è una cosa in fondo tristissima, che rientra nel calcismo come eccezione meritevole e che somiglia ai miti greci più che alle storie vere. C’è un’immensa tempesta di sabbia che si avvicina come le onde giganti di Interstellar mentre quel bastardo di Chris Kyle mette a rischio di morte tutta la sua squadra appositamente, solo per fare fuori con un colpo da medaglia d’oro di tiro a bersaglio vitanaturaldurante quello che lui aveva individuato come il suo nemico giurato (il cecchino cattivo, lo distinguete perchè è vestito di nero e non parla). Mentre in quel momento tutto il paesaggio intorno a loro cambia per l’arrivo della tempesta, Clint fa quello che non fa mai nessuno, mostra cosa si vede in un mirino che guarda a km di distanza, lontananze impossibili in cui ogni cosa è una macchietta e poi ci attacca una delle sequenze più kitsch e con i peggiori effetti speciali di tutto il suo cinema dopo l’onda anomala di Hereafter. In seguito, per scusarsi, ci regalerà anche la più bella sequenza di fuga nella sabbia mai vista (si, meglio di quella di Mission: Impossibile IV che già era bella).
Così tornando a casa dalla proiezione cui ho assistito con Darth Von Trier (a vedere i film di guerra e specie quelli di cecchini, i400Calci ci vanno a coppie perchè ci si tiene a vicenda per non eccedere in fomento e visto che il capo supremo ha deciso di farci nascere nella medesima città io faccio coppia con Darth Von Trier) sono stato assalito dal ricordo di quando ho visto L’uomo nel mirino per la prima volta. Non ero preparato e mi prese un colpo, me lo prese ben prima della scena finale in cui tutte le pallottole rimaste nei magazzini della Warner Bros. vengono sparate contro un camioncino carico di risolutezza e ardore. Era quel fare spregiudicato del Clint degli anni ‘70 che mi aveva fatto saltare il cuore in gola, un film la cui locandina sembra quella di un romanzaccio da edicola o di un videogame per Amiga (per quello avevo scelto di vederlo) ma in cui ogni inquadratura ti fa desiderare ardentemente di vedere quella successiva, in cui c’è un che di epico anche in un uomo derelitto che si autoassegna una missione contro tutti. In poche parole è il mito, la continua lotta contro un destino in agguato scelta per rigore morale.
Ecco io credo di essermelo ricordato tornando a casa da American sniper perchè benchè sia un film decisamente più autunnale e meno d’azione, lo stesso c’è un’immensa tristezza e senso di inutilità in quest’uomo che ha fatto il suo dovere più di tutti gli altri.
Il cinema d’azione, e in fondo molto spesso anche quello di combattimento, puntano alla sensazione contraria, all’esaltazione del gesto, della potenza, della determinazione e di tutto quello che c’è di dissetante nel vedere il fantastico sforzo di uno stuntmen che cerca di somigliare ad un attore famoso o di un grande atleta che cerca anche di recitare. Nel cinema d’azione c’è felicità anche quando le cose vanno male, c’è il sole anche quando piove, invece American Sniper è come Zero Dark Thirty, un film in cui sembra tutto sia andato male anche quando in realtà sarebbe andato bene.
Dvd-quote suggerita:
“Un film che può attendere anche per ore per colpire nel punto giusto”
Jackie Lang, i400calci.com
Non sono un gran fan dell’ultimo Eastwood, ma ho proprio voglia di vedere questo.
Non so c’e’ centra qualcosa o meno, ma pochi giorni fa stavo seguendo un dibattito a proposito di questo film sulla pagina FB di Fuori Orario (vi prego, perdonatemi… ) e il tono generale era capire se sia o meno un film fascista… roba da cineclub ARCI anni ’70 della periferia torinese. Mi e’ venuta voglia di scrivere di andare tutti a leggersi i 400 calci, ma non l’ho fatto, non penso avrebbero capito.
“Un film che può attendere anche per ore per colpire nel punto giusto”
… e alla fine sbaglia comunque.
Sigh.
Magari (fossi d’accordo con questa agiografia smaccata e banale)
Ho un parere tutto sommato positivo, nonostante un calo nella seconda parte, dovuto anche a quanto di buono c’è prima e dopo.
Americano fino al midollo (per me sta tutto nel discorso “pecore, lupi e cani da pastore”) e sempre dalla parte dei militari, ma accidenti se è solido fino ai titoli di coda. E complimenti a Cooper che oltre ad essere diventato enorme per il ruolo se la cava molto bene, soprattutto quando torna negli USA e sembra un sociopatico. Non avevo riconosciuto Sienna Miller, ha imparato a recitare pure lei!
E sono d’accordo con la scelta di mettere il cecchino rivale. A proposito qualcuno sa se questo rivale è esistito veramente? Pure la medaglia alle Olimpiadi è vera?
@jackie
posso chiederti di essere più “esplicito” circa lo “schierarsi” di eastwood? magari citando anche altri film? perchè a me ha sempre dato l’impressione contraria. parlo di lui regista ovviamente
Amo il film di Clint Eastwood ed ammiro la recensione di Jackie Lang.
Sono anche d’accordo con Ryan Gossip sulla valenza dell’imprinting trasmesso da Kyle Sr.: “Sheep, Wolves and Sheepdogs” è già una una mia espressione di culto.
Mi permetto solo due noterelle personali, non senza farle precedere da uno SPOILER ALERT.
La prima è un puro wishful thinking (fumettistico, e dunque fuori luogo, quanto volete): “The Butcher” avrei voluto vederlo crepare molto, ma molto peggio, tipo Night Slasher di «Cobra»; meglio nel suo stesso scannatoio, meglio ancora dopo una simile one-liner dell’eroe (“Qui le regole d’ingaggio finiscono… e comincio io”).
La seconda nota, più razionale, è che «American Sniper» mi ha fatto tornare in mente un pezzo/video dei Dream Theater, «The Enemy Inside» (2013):
https://www.youtube.com/watch?v=m_Zx3BzcUjA
Concordo con Ryan Gossip: American Sniper è un buon film, ne più ne meno… e il problema per me è tutto qua, perchè da Eastwood mi aspettavo ben altro. Visto il tema trattato ho trovato davvero banale la messa in scena della vita Chris Kyle (il modo in cui viene ucciso fuori scena è emblematico…). E aggiungo che il film alla fine m’è sembrato anche abbastanza “furbo” , fatto cioè per accontentare un po’ tutti… mi sa che ormai il buon Clint è davvero invecchiato…
PS
Mustafa (il cecchino rivale) dovrebbe essere un personaggio fittizio.
@ ryan gossip
Non ho visto il film ma mi chiedevo se il discorso su pecore lupi e pastori lo hanno copiato da quello su fighette culi rotti e cazzoni di team America ?
Si ricordi che è ancora sotto SPOILER ALERT.
P.S. – Non so se il parallelismo sia oggettivo, tanto meno se fosse intenzionale (in Eastwood o nel suo sceneggiatore Jason Hall), però a me – fan della Frontiera – venne sùbito in mente anche questo: puoi essere il miglior tiratore del West (lì “the new Far West of the old Near East”), come Wild Bill Hickok, e trovare la morte per il colpo a tradimento di un Crooked Nose Jack.
bluberry: sicuramnete al cinema è molto meno repubblicano di come non ce lo immaginiamo nella vita privata o come lasci intendere quando fa discorsi pubblici (è stato anche sindaco di un paese della california). Nei suoi film è più corretto definirlo reazionario, qualcuno che è ostile al progresso e al mutamento, fedele ai valori di una volta. Non è un becero, non odia chi non è americano per principio nè è un bigotto (come si vede in gran torino o million dollar baby) ma è uno che crede nel bene e nel male decisamente separati, che ritiene che ci siano dei virtuosi che devono opporsi ai pessimi. Questi virtuosi solitamente non sono perfetti (che è il motivo per cui ci piacciono i suoi film) li si vede sempre da Un mondo perfetto a l’uomo nel mirino a gli spietati e via dicendo, si contrappongono a figure incomprensibili, incondivisibili e polarizzate verso il peggio. È la medesima politica di Callaghan, brutalizzare i criminali perchè è un mondo violento, farsi anche giustizia da soli, esercitare un arbitrio che è tutto personale.
Il discorso volendo si può allargare anche ai suoi film più sentimentali in cui non c’è ombra di modernità negli atteggiamenti e se c’è è condannata (i ponti di madison county, hereafter, changeling).
Quando poi si misura coi militari (gunny, dittico iwo jima, space cowboys…) c’è sempre un gran rispetto delle forze armate che spesso non coincide con una buona visione dei superiori, ma comunqeu non è mai l’esercito di coppola o kubrick o de palma, anche la guerra non è proprio l’inferno ma un luogo caotico in cui l’esercito cerca di mettere ordine, di portare la sua macchina perfetta fatta di uomini tutti convinti che si possa essere migliori e fare il meglio. Così al volo non mi vengono in mente soldati stronzi nei film di eastwood come non mi vengono in mente nei film di Ford. Perchè lui ci crede in quella cosa anche se sa che spesso la politica e il potere corrompe chi sta più in alto.
American Sniper è a tutti gli effetti un buon film, il problema è che frana inesorabilmente di fronte al paragone obbligatorio con The Hurt Locker.
A me è piaciuto, solido e compatto fino alla fine, mette tensione et voilà due ore che passano subito e ti portano anche a riflettere
@jackie
grazie per la risposta.
non sono però d’accordo sull’analisi. “reazionario” non mi pare sia il termine adeguato da appiccicare ad alcuni personaggi che mostra nei suoi films.
l’unico film che reputo schierato (parlo sempre di regia) è gunny, nonostante la presenza di mario van peebles che fa lenny kravitz prima di lenny kravitz.
per il resto mi sembra porsi, ed attestarsi, sempre sul “grigio” più che sul “è bianco ed è nero ed io scelgo sto colore”.
la cosa si fa evidentissima in mystic river per esempio.
o soprattutto nel dittico su iwo jima. l’interesse era palese: bilanciare in senso giusto le cose.
più che inscenare il “caos” della guerra, o il virtuoso che si erge contro il pessimo, o il “faccio io” della giustizia a tutti i costi, io credo che lui ponga l’accento sul senso della giustizia.
quando guardo i suoi film spesso m’interrogo sul senso della giustizia. almeno è questo quello che mi trasmette (oltre al rigore delle inquadrature perfette, ai colori della fotografia, insomma alla tecnica filmica. poi i contenuti che rimandano anche al suo passato – credo che leone sia uno che venera sebbene non nella tecnica filmica perchè sono quasi agli antipodi. nel senso che leone era grezzissimo, sporco, magari uso aggettivi non adatti a far capire quel che voglio dire e me ne scuso perchè leone era un gigante), un dubbio su quale sia poi il senso della giustizia. cosa voglia dire avere giustizia e come applicarla.
sfuma solo un po’ in “gran torino” sto discorso perchè è più palese il testamento “filmico” da lasciare ai posteri (sia nella storia che nella messa in scena della storia intendo).
comunque per questo ti chiedevo maggiori dettagli. perchè pensavo mi fosse sfuggito qualche passaggio alle mie visioni.
Non sono necessariamente reazionari i suoi personaggi ma è reazionario lui (come regista) perchè mette in scena mondi in cui alla fine, quei valori di una volta duri e puri sono l’unica via d’uscita.
mi riallaccio al commento di meme (che condivido appieno) e quello di Jackie.
Da Eastwood regista mi aspettavo ben altro perché, per quanto conservatore, non si era mai dimostrato bieco o bigotto.
Poi si trova fra le mani una storia “pazzesca” e decide di rappresentare solo la parte più calcistica, meno problematica (rispetto alla sua visione politica) tralasciando e omettendo degli spunti notevoli.
SPOILER:
http://www.ilpost.it/2013/06/07/chris-kyle-tiratore-scelto/
Per dire: Routh, quello che compare alla fine davanti al pick-up, a che categoria umana appartiene? Alle pecore, ai lupi o ai cani da pastore?
Meme dice che si è invecchiato, Bordone che si è rincoglionito.
Secondo me è ancora lucido ma con questo film compie un atto di profonda disonestà intellettuale.
Recupero il prima possibile ma nel frattempo attendo con ansia gli essenziali contributi degli esperti di call of duty, spero che con la loro esperienza possano dissipare eventuali dubbi di natura tecnica e non
VabÈ ma il comomento di persone schierate anche quando pisciano quanto può valere?
Leggendo molti commenti mi sembra di rivivere il giorno in cui Eastwood si schierò con Mc Cain invece che con Obama. Ve lo ricordate il discorso alla sedia vuota che gettò nello sconforto moltissime anime bianche e pure?
“Oddio mi piacciono i film di un regista apertamente schierato a destra! Come potrò continuare a parlarne bene davanti agli amici del mio circoletto di ben pensanti?”
Bordone (tanto per citare un nome già fatto) ad esempio, non si è mai più ripreso. Poi magari a trentanni dalla morte di Eastwood rivaluterà i suoi ultimi film (anche questo) e tutti applaudiranno alla sua onestà intellettuale. Puah.
Il punto tuttavia è che American Sniper è davvero un film da cecchini. Ci si concentra moltissimo su un punto del mondo e si lascia andare tutto il resto. Tutto è molto freddo, misuratissimo, sia in guerra che a casa.
Il risultato però è scarsamente coinvolgente a livello emotivo perché questa vicenda privata non riesce mai ad avere il respiro per tendere ad allargarsi al quadro generale.
O probabilmente American Sniper non diventa mai emblematico di nulla, se non del fatto che in guerra vanno anche brave persone, cosa che però Eastwood mi sembra abbia raccontato altrove in maniera molto più convincente.
@jackie
scusami ancora non mi riesce di seguirti.
-in mystic river sean penn scanna tim robbins ch’è innocente
-in gran torino un vecchio che comunque sta per morire si fa mitragliare da una gang
-in million dollar baby fa l’eutanasia
cioè… quali sarebbero i valori di una volta? l’eutanasia o uccidi per fare giustizia?
Commento dopo anni giusto perchè American Sniper è l’unico film che ho visto e volevo vedere al day one(vado al cinema al max 1 volta all’anno).
Tra l’altro l’ho visto insieme ad un mio amico reduce dell’Afghanistan, che mi ha sottolineava tutte le chicche riguardo la rappresentazione realistica e dettagliata di vestiario/equipaggiamenti presenti nel film.
All’ inizio, devo dire che sono rimasto un po’ deluso. Non so che mi spettavo dal film, ma non mi ha soddisfatto in pieno.
Poi ragionandoci, come diceva giustamente qualcuno, il FILM inventato di sana pianta non è un film ma è la trasposizione di una storia vera/ libro e quindi si prende tutti i pregi e difetti di una tale operazione.
Cose buone e giuste:
1) La scena iniziale, quella del trailer per intenderci, è fantastica.
2) I film sugli sniper sono sempre una figata.
3) Tutta la storia dei reduci e dello stress post-traumatico non è una cazzata, è rappresentata non male ma poteva dedicargli qualche minuto in piu’. Se pensate che negli USA la gente si arruola per pagare il college, capite bene che razza di persone fortunate siamo a vivere nel EU.
4)L’attore secondo me è un po cane in certi momenti, ma mi è piaciuto tantissimo negli intramezzi tra un turno e l’altro, dopo dalla sua faccia si capisce la pazzia e le turbe psicologiche che stanno predendo il sopravvento. Al proposito, vorrei sottolineare la scena nel garage dove incontra il reduce senza gamba a cui aveva “salvato” la vita. Lui non fa una cazzo di piega, non se ne sbatte minimamente. La testa è andata.
5)La scena della tempesta di sabbia è obiettivamente bellissima, mai vista na cosa del genere. Pure la trapanata alla bimba mi è piaciuta.
6)Ho amato tantissimo il colpo di scena finale, che altro che twist plot del cazzo inventati dagli sceneggiatori. Come sempre la vita supera la fantasia… Assurdo come uno con 250 nemici abbattuti, 3 anni di missioni Ininterrotte, virtualmente immortale, sia morto come un cazzone sparato da un perfetto idiota che tentava di aiutare.
Cose che non piacciono:
1) Inizio del film un po traballante
2) il patriottismo (che a me non dispiace francamente) potrebbe non andare bene a qualcuno.
3) Gli elicotteri d’attacco sono fatti maluccio in grafica 3d.
4) La storia del cecchino rivale è un tirata a cazzo.
5) La battaglia nella sabbia stile Black Hawk Down, comincia bene ma si sviluppa male sul piano del combattimento. Dopo un po sembra tipo Call of duty con il respawn infinito dei cattivi.. LOL
Anyhow, sono un fan di Eastwood, come attore e come regista. Ed è uno dei pochi che fa film decenti. Punto.
Ps: Il giorno prima mi sono sparato “Gli spietati”.. quant’è bello.
Best wishes,
A.
tra i valori il farsi giustizia da soli in un mondo che ha perso la bussola c’è e come.
I personaggi di clint sanno meglio degli altri cosa sia giusto e non hanno paura di farlo se tutti gli altri non glielo consentono. La ragazza di milion dollar soffre e chissenefrega se l’eutanasia non è legale io farò quello che è giusto fare e così in Gran Torino dove la giustizia della polizia non arriva servirà un sacrificio a rimettere a posto tutto e indicare ai ragazzi la via giusta.
Poi ci possono anche essere personaggi che sbagliano o più bastardi di altri (altrimenti sarebbe brutti film) ma l’universo di valori che regge il film è quello
Preferivo il prequel in cui lui fa fuori i terroristi con la moto che spara i missili
ma in percentuale la componente action e drama quanto pesano…? più spari in testa o discorsi esistenziali…?
@jackie
beh non credo sia un “valore” il farsi giustizia da soli, ma al contrario, un non valore. i conservatori non vogliono mica farsi giustizia da soli? vogliono un mondo con più regole e con pene più cattive per chi viola le regole.
clint “mostra” come in realtà sean penn sbagli nell’ammazzare tim, ergo, il sistema “faccio da me” non regge.
l’eutanasia è giusta?
in gran torino non occorrono sacrifici, come t’ho già specificato il vecchio walt stava già per morire (sputare sangue non vuol dire mica avere gengive poco pulite) quindi non si “sacrifica”.
va beh era un pour parlè il mio intervento eh!
resto del mio parere e cioè che clint se ne sbatta altamente di cosa sia legale o meno e cerchi quanto più di scatenare dibattiti di valore filosofico sul senso di giustizia.
e poi tutti i film che ho visto di lui sia attore che regista mi piacciono tantissimo
ovviamente sono per la legalità i conservatori e per una loro imposizione ma clint dai film che fa è uno che pensa che le cose non vadano come dovrebbero andare e quindi che si fa se le cose non vanno come dovrebbero? La tipica risposta conservatrice è che se serve ti fai giustizia da solo. Il vigilante non a caso è un’idea conservatrice.
In gran torino si sacrifica perchè si fa ammazzare apposta. Poi certo sarebbe morto comunque ma non leva che è un sacrificio per una causa
questo ovviamente non leva e non mette nulla sul gradimento dei suoi film. Non è il punto di vista che me li fa gradire ma cosa vuoi dire a partire da quel punto di vista
Per me grande film, grandissimo finché si tiene sul campo di guerra. Per dire, per anni abbiamo portato ad esempio black hawk down ma secondo me questo lo manda tranquillamente a casa dal punto di vista del girato di guerra (unica stonatura, la stessa scena di cgi a cui accenna la rece).
Fun fact, da me in sala comitiva di almeno 10 ragazzini che hanno scelto eastwood e il cecchinaggio piuttosto che i culi invisibili del ragazzino di salvatores.
Qualche risatina nervosa mentre trapanavano in testa i bambini iracheni ma pure un loro timido applauso alla fine.
Sono andato a casa speranzoso per il futuro
A proposito del farsi – e fare – giustizia da soli (“Lex talionis”, si sente dire nel film), quando vagheggiavo che “il Macellaio” passasse a miglior vita in un modo per me più catartico, avrei dovuto ricordare anche il Teschio del Punitore – un reduce del Nam – sfoggiato da Chris Kyle & C. (nonché regolarmente dichiarato negli end credits, quale patrimonio Marvel).
@past: ci son stato attento. Per 2/3 del film puoi contare tranquillamente su un 70% guerra con musulmani tutti matti e un 30% di famiglia + stress post traumatico. Il restante 1/3 si divide tra famiglia e fan service per mutilati e aziende ortopediche statunitensi.
Però devo dire che m’è volato alla grandissima
Il film non l’ho ancora visto (lo farò presto però), ma faccio i complimenti per la bellissima recensione.
Anche per me grande film, dove un Clint ultraottantenne ha dimostrato come si gira l’azione, ovvero con mano ferma e brutale al punto giusto. Niente telecamera ballerina new age e niente stacchi improvvisi, se un bambino viene centrato dal protagonista lui mostra tutto senza farsi troppi problemi. Ma in realtà di azione non ce ne è molta (anche se è ben condensata durante l’arco narrativo) perché la guerra, oltre che “non tradizionale” come altre, è solo un pretesto per mostrare il viaggio eroico e beffardo di questo protagonista che ci crede veramente in quello che fa. Così come ci crede il buon vecchio Eastwood anche se, nonostante la sua decisa fede politica, si guarda bene da prendere posizioni sul conflitto ad esclusione di una: quella dalla parte dei soldati.
E da una visione interrogativa del conflitto che per me è perfetta alla faccia di chi lo accusa di essere fascista, anti-musulmano ecc ecc. Qui i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, ma ci sono i problemi collaterali del ritorno a casa e del pensiero insistente dei compagni caduti in combattimento. Ultima cosa su un trasformato Bradley Cooper, a mio avviso straordinario nella sua interpretazione e in odore da Oscar.
Poco da dire, uno dei migliori film dell’anno. Non il migliore in assoluto del genere bellico perché continuo ad adorare alla follia Black Hawk Down e aspetto di vedere il promettente Fury, ma sicuramente tra i migliori degli ultimi anni.
@giovi88
perdonami ma in letters from iwo jima per cosa fa il tifo eastwood?
P.S.
Black hawk down ovvero tizi con il mitra versus tizi che sgambettano all’arrembaggio. operazione insulsa degna d’essere cestinata per sempre. della serie “abbiam perso ma caxxo s’eravamo fortissimi! noi eleganti nelle nostre mimetiche e i negri invece che non sanno manco ripararsi dietro un muretto” ogni volta che lo guardo rido con le lacrime
di sicuro lo consiglio a mio marito. forse lo vedrò anch’io.
@Jackie Lang, complimenti per la recensione. avrei aggiunto il “come la pensa il clint” invece che spostarlo nei commenti che sono equivalenti per completezza e sintesi.
grazie ma il punto era non spostare la recensione su “come la pensa clint” invece di “che è e com’è sto film”
@blueberry
Parlo di American Sniper, non di altro. L’altro film di Eastwood che dici tu non l’ho visto quindi non posso dire nulla, e comunque non si può (non si deve) giudicare questo film in base ad altri film precedenti del regista. Qui a mio avviso dal punto di vista politico non si schiera, perché se da un lato mostra un protagonista determinato dall’altro mostra un fratello terrorizzato dalla guerra e una vedova che ad un funerale critica l’intervento in Iraq. Quindi vede il conflitto da più fronti pur restando focalizzato sui protagonisti. In quanto a Black Hawk Down dico solo che anche quella è una storia vera, diciannove americani morirono mentre gli “smilzi” persero centinaia di guerriglieri, si dice un migliaio. Ma comunque lo considero straordinario perché film di guerra girati bene come quello ce ne sono davvero pochi.
@giovi88
abbi pietà di me pensavo ti riferissi alla discussione tra me e jackie.
BHD storia vera? e tu ci credi? spero presto in un film sulla conquista di kiska allora chissà che non debba ricredermi.
beh io non sono un soldato. ma se per caso avessi un’arma non correrei così a caxxo come gli smilzi.
diavolo non sapevo se piangere o ridere dai, un minimo di onestà intellettuale. non era mica venduto come 300!
ecco quello è un film “schierato”.
davvero 300 è un film schierato? Non è tratto da un fumetto? (è schierato pure il fumetto?)
@david
per completezza: black hawk é schieratissimo. 300 é avanspettacolo
Il film non l’ ho visto ancora e anche io, da altre parti, avevo letto che American Sniper fosse un film di propaganda, repubblicano, amerrigani buoni e bla bla.
Fortuna che ci siete voi che almeno avete rinnovato la mia curiosità (il film l’avrei visto comunque, che il vecchio Clint non me lo perdo mai).
Che poi, voglio dire, non sono anche “conservatori” almeno il 99% dei film d’azione?
E poi il conservatorismo cinematografico di Eastwood non è la solita propaganda farlocca ammeregana. Prendi Gran Torino ad esempio, lui ritrova i valori conservatori della famiglia nei vicini asiatici, dopo che li aveva completamente persi nei rapporti con la sua vera famiglia. Magari fossero tutti così i republicani!
Che dire, bello, godibilissimo, coinvolgente, cooper mostruoso, ma per quanto riguarda me prodotto finale non da stracciarsi le vesti, direi che siamo proprio dalle parti di hurt locker ma senza quel fomento pacchiano. Su eastwood boh…a me pare una regia povera da fiction, avrei preferito qualcosa di + aggressivo alla black hawk down o act of valor e invece è tutto di un piattume allucinante. Imperdonabile la cgi farlocchissima generale soprattutto per sangue e colpi di proiettile sui muri, santa madonna ma come si fa per un blockbuster del genere a usare gli effetti di moviemaker degni dello storico who killed captain alex? Lo promuovo soltanto per storia che ti piglia, ma tra scenografia fintissima e cgi demerda nn ti fa mai sentire sul campo. Su chi caga il cazzo su film di parte o meno, sono i soliti rompicoglioni con gli occhiali tenuti insieme con lo scotch, dato che si racconta semplicemente una storia senza condannare o incensare nessuno
A parte l’imbarazzante bambolottto, piaciuto molto. Rece ineccepibile.
@ Rocky Escobar: sei un cazzo di mito.
@Q: ;)
@blueberry
Si non mi riferivo alla vostra discussione tranquillo. Comunque Black Hawk Down è basato su una storia vera, quel “basato” ovviamente va preso con le pinze ma questo vale per tutti i film del resto. Come ad esempio anche il recente (e ottimo) Lone Survivor. Sugli smilzi che corrono boh non ricordo tante scene di questo tipo ad esclusione di una, che ha fatto ridere anche me, ma se tutti i film di guerra (o di azione comunque) fossero come quello allora me ne infischierei altamente se sono schierati o meno!
Ma anche li la fratellanza tra i soldati era l’argomento principale, quindi non griderei allo scandalo. E poi come ha ben detto Dr. Stranamorte i film di azione sono al 99% schierati quindi se uno li va a vedere sa cosa aspettarsi. E io francamente condivido la maggioranza dei concetti espressi da tutti questi film che abbiamo citato.
@giovi88
il mio intento non è certo di far polemica ci mancherebbe.
semplicemente credo che il cinema di eastwood sia più improntato al porre domande che a dare risposte e soprattutto invece di schierarsi tende sempre e solo ad illustrare le varie possibilità. questo è il mio pensiero sulla sua regia soprattutto di fine anni ’90 e in questi ultimi anni. per questo parlavo di “grigio”.
poi non fraintendermi, anche a me piace lo spettacolo (e l’avanspettacolo) quindi sia BHD che 300 o altri film me li sparo e me la scialo alla grande.
se però devo dire che quanto visto sia accurato storicamente, militarmente, tatticamente, eccetera, allora ti devo risp di no.
le scene con gli smilzi che corrono alla “che me ne fotte” sono praticamente tutte. ci sono i militari addestrati, cazzuti, organizzati, forniti di tutte le tecnologie eccetera, e gli smilzi che sono appena vestiti e con il classico AK a sferragliare in giro. è tipo videogame. se ci fai caso i soldati assumono le classiche posizioni di tiro da film (quindi sbagliate nella maggior parte dei casi) e con pochi colpi mirati fanno fuori una massa imbelle che scorazza allo scoperto sparpagliando colpi a destra e a manca. cosa che m’è capitata di vedere anche nel francese special forces liberate l’ostaggio. quasi a sottintendere che noi occidentale ci sappiamo fare ma voialtri no (e allora poi mi dovete spiegare com’è che manco alessandro magno ne ha piegato qualcuno di questi sporchi e sudici orientali/africani).
alla vista di queste scene mi fomento, godo, certo, ma poi mi vien da pensare “eh sì va bhe ma dai”.
per “schierato” poi è ovvio, tutti i film sono schierati, l’arte è politica perchè la vita è politica. quindi non ci vedo niente di male nè se stanno a destra e nè se stanno a sinistra.
gran torino per me è il lascito testamentario sia cinematografico che umano di eastwood (ed è uno dei miei preferiti) più che un revival del repubblicanesimo.
e insisto nel ribadire il concetto del “grigio” perchè anche nei suoi film di guerra sulla presa di iwo jima (da parte americana e il falso storico della foto dei tizi che innalzano la bandiera sul monte suribachi e da parte giapponese) lui vuole semplicemente portare giustizia e dire:
sì noi americani siamo forti cazzuti eccetera però guardate che non è che siamo proprio onesti onesti. e poi i giapponesi in quasi tutti i film di guerra sono visti solo come nemici (IIWW/corea/vietnam) ora ve li faccio vedere come se fossero i nostri: vedete? sono come noi.
quindi non ci vedo altro schieramento se non con l’insensatezza della guerra, con la pace. argomenti tutt’altro che “conservativi”.
per questo anche chiedevo a jackie lumi in proposito
scusate l’OT, e le chiacchiere
«Mio marito non è stato ucciso da un’arma ma da un uomo», come no.
Live by the sword, die by the sword, diceva quello
Il buon vecchio Clint non delude mai…gran bel film !!
Kyle si arruola perche’ trova la fidanzata a bombare con un altro.
Assurdo, come e’ assurda la sua morte.
Gran film che racconta un uomo, non un ideale.
Per me è un film malriuscito. Lasciando da parte il discorso ideologico, il problema è che c’è una continua incertezza tra la volontà di propaganda e il desiderio di raccontare in modo realistico la vita del tizio.
Il problema principale è la figura del cecchino cattivo, degna di un film dell’Ispettore Callaghan, di un action senza pretese “serie”, che stride orrendamente appunto con certe pretese di profondità; risultato, tutte le scene problematiche – i casini con la moglie, la vedova al funerale, la sindrome da stress – sono brevi, tirate via, quasi inserite di malavoglia, come anche il rapporto col fratello o la sua infanzia.
Che poi ripeto, frega un cazzo del discorso politico – anche perché un film del genere per contrasto rafforza solamente la posizione, pro o contro l’interventismo USA, che uno ha già – ma mi disturba questo pessimo ibrido tra action tamarro e film impegnato.
Insomma, se vuoi fare l’Ispettore Callaghan a Fallujah mi sta bene ma fallo fino in fondo, viceversa se vuoi fare The Hurt Locker devi metterci molto più spessore narrativo e apertura alla contraddizioni altrimenti, come ha scritto qualcuno, sembri il fratellino scemo.
Le scene di warfare comunque molto belle, se Clint tagliava 40 minuti concentrandosi solo lì l’avrei apprezzato – anche per coerenza e umiltà nel decidere di non affrontare tematiche troppo complesse – enormemente di più.
Premesso che:
Hurt Locker = Noia e merda
Black Hawk Down = Noia
AS, film vuoto, come la testa del protagonista. Un irriconoscibile Cooper, probabilmente deformato dalla cgi di bassa qualità di cui parlate. Tutta noia per me che dopo 1H22 ho staccato, avendo maturato nel frattempo l’impellente bisogno di sganciare un gommone. Non capirò mai cosa ci sia di interessante nel seguire il racconto della vita di un bifolco stolido che non ha mai il guizzo di fantasia di fare qualcosa di impensabile (tipo sterminare la famiglia di un commilitone, vedi The Guest). Insomma elettroencefalogramma piatto su tutta la linea: regia, attori, balistica. Tutto.
Eppure io avevo amato Lettere da Iwo Jima, film pieno di budella sparse nelle grotte e soprattutto pieno di qualità cinematografiche. Clint è uno bravo, anche molto (il film sui cinesi era bellissimo), ma a volte vuol fare troppo, cioè raccontare l’America buona che lotta per la Patria, dimenticando che quando fai un racconto simile devi avere l’ironia di Gunny, altrimenti fai il film per un solo spettatore: il reduce, ovvero il soldato. Bisogna proprio avere la testa vuota o essere dei somari per pupparsi la fava molle di Clint per 3 ore, senza il minimo deragliamento dal copione scritto dalla Cia buona (quella cattiva non si vede).
L’unico motivo per cui potrei vedere la seconda metà di questa telenovela brasiliana con attori americchioni, scritta da un vecchio in pieno prolasso delle pareti intestinali, è sapere che alla fine lui, l’eroe americano, muore per fuoco amico, sparato da un coglione che aveva ricaricato male il fucile. Nel caso avvertite.
Cordialmente
Ciobin Snjder Chester
Il film è buono, prende e Cooper è bravo. Però manca qualcosa per essere un Eastwood d’antologia: come qualcuno ha detto la parte PTSD e a casa è molto stringata e superficiale, è lasciata tutta sulle espressioni facciali e il linguaggio del corpo di Cooper che se la cava alla grandissima ma qualche scena in più non avrebbe guastato, soprattutto il finale scorre un po’ troppo veloce (in tempo filmico: sta male 5 minuti, si riprende in 3, esce dalla porta, scritta su come va a finire, titoli di coda).
La regia nelle scene di guerra mi è piaciuta parecchio: tutto comprensibile e coinvolgente.
Clint resta uno dei pochi che ha un idea chiara e la piazza nei sui film in maniera onesta e non invadente, posso non essere d’accordo con lui ma racconta semplicemente la storia da un punto di vista chiaro e non te lo fa pesare. Lui ci crede ma non vuole che ci credi pure tu e questo è da pochi.
Impara l’italiano !!
Peccato averlo visto solo adesso e aver scoperto che in una 50ina di commenti nessuno ha fatto notare che il tema morale del film, spiegonato dal padre all’inizio, è lo stesso di Team America!
Ma Sta cosa che nella prima missione a tutti i soldati mancano gli stemmi rimovibi? Quelli con il nome e il grado insomma. Poi saltano fuori…..boh
Non vedo come si possa discutere l’ideologia del film con la citazione del Punitore
Maccosa ne ditereste se a mé del precisino non folla na mazza?
Giusto per chiedere ai follower?
piaciuto molto. che bello quando un regista americano gira le scene d’azione senza parkinson cam. Clint TVB
Io l’ho visto sabato: mi aspettavo una cosa profondamente diversa, peggiore, fascista, filoamericana, patriottica, reazionaria.
E invece.
Il film racconta di un ragazzotto non troppo sveglio che un giorno vede l’attentato alle ambasciate americante e corre ad arruolarsi. Ce ne sono tanti così, anche in italia. Lui, se ci fate caso, è l’unico in tutto il film che indefessamente ci crede, l’eroe che cerca di rimanere duro e puro nonostante il male che gli sta attorno e che, volente o nolente, alla fine ne viene contagiato.
Non l’ho trovato indulgente per niente con la guerra: la scena del bambino, così com’è, cruda e asettica è un bel calcio nelle palle per chiunque; al cinema parecchi son rimasti shockati e c’era il pienone. Credo che Clint, da repubblicano della vecchia guardia, ma comunque anomalo, voglia dirci che il male c’è e c’è la guerra. Non è una bella cosa, anzi proprio per niente e che ti cambia. Tu puoi essere l’eroe, ma non puoi salvare tutti, perchè finisci per consumare te stesso e chi ti sta attorno, ma l’uomo, l’eroe, può sopportare questo peso in nome di un ideale alto. Qui infatti si inserisce il cecchino rivale e la sfida, la vendetta contro un nemico invisibile che ha ucciso i tuoi amici e che tu devi far fuori (forse la cosa che stona davvero di più del film).
Non è un caso che, una volta compiuto il suo dovere, cioè uccidere il cecchino rivale, Chris chiami la moglie (in pieno combattimento, durante una tempesta di sabbia), per dirle che è pronto a tornare.
Per il resto, il protagonista non ne esce certo benissimo: per il suo ideale ha quasi distrutto la sua famiglia, ha devastato suo fratello, ha visto amici morire, ha ucciso bambini e lui stesso non è mai tornato dall’iraq per 10 anni filati.
Non ci vedo molto di repubblicano in questo.
PS: Black hawk dawn, io francamente non so perchè venga così osannato. È davvero un film di merda.
Anche a me è piaciuto parecchio. E’ un film girato bene, recitato bene e con una morale più complessa di quel che potrebbe sembrare (loro sono il Male, ma noi siamo tutt’altro che perfetti) e cosi destinato a non piacere a tutti coloro che dividono il mondo in Bianco e Nero, indipendentemente da cosa intendano per Bianco e per Nero.
Dissento dalla recensione soltanto perchè, avendola letta prima di aver visto il film, mi aspettavo una pellicola con meno azione di questa che è in realtà un film di guerra a tutti gli effetti. In tutte le scene del fronte, anche quando non succede niente, c’è sempre una tensione sotterranea derivante dall’attesa di qualcosa che potrebbe accadere in qualsiasi momento.
Senza fare spoiler, basta pensare al momento in cui tutto il team è a cena con l’iracheno nella cui casa si sono stanziati e la sua famiglia.
Visto, un gran bel film. Solido. Cooper pienamente sul pezzo. Paradossalmente molto semplice e rapido nelle scene in patria che forse avrebbero meritato più approfondimento.
il fratellino minore di Zero Dark Thirty e The Hurt Locker
Chi di noi non ha mai ricevuto per regalo dal padre ad 8 anni un fucile 30-06 Springfield e poco dopo un fucile a pompa Ithaca 37 ?(fonte wikipedia)
Dvd-quote suggerita:
Il film è bello, si lascia vedere, è il popolo di matti che rappresenta che mette i brividi.