Quando il signor Jackson di casa Jackson annunziò che sarebbe presto tornato in Nuova Zelanda per girare non uno, non due, ma tre film sontuosissimi tratti da Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, tutto il fandom si mise in agitazione. Jackson era estremamente ricco e bizzarro e, da quando nel 2001 era passato dagli splatter grondanti sangue al fantasy alto del Signore degli Anelli, rappresentava la meraviglia di Hollywood. Ma tre film per un romanzo di neanche 400 pagine sono tanti, come tanti sono i soldi incassati dalla prima trilogia jacksoniana; come replicare l’exploit, avendo come base questa volta non un’epica di mille e rotti pagine fatta di battaglie, mostri e luoghi incantati, ma una storia piccola, domestica, a tratti comica, scritta per dei bambini, ostinatamente costruita intorno al contrasto tra una piccola creatura dalle abitudini casalinghe e un vasto mondo selvaggio e narrata con l’understatement e la leggerezza che si riserva alle favole della buonanotte?
Il Signore degli Anelli – il romanzo, non il film –, sbrigate le formalità post-guerra e post-vittoria, termina con una chiosa malinconica e necessaria alla comprensione dell’intera opera, un epilogo che Jackson decise nel 2003 di macellare senza pietà in nome del finale a effetto. Nel libro si torna nella Contea in compagnia degli Hobbit, che hanno compiuto il loro viaggio dell’eroe e scoprono (Frodo in particolare) che la cara vecchia realtà quotidiana e provinciale sta loro stretta. Una volta che hai conosciuto le stelle, tornare tra stalle e buchi nel terreno è come indossare il vestito della prima comunione a quarant’anni. Peter Jackson peraltro magro non è, e quando ha deciso di mettere in piedi il baraccone Lo Hobbit avrebbe dovuto fermarsi, prendere fiato e farsi una domanda. La domanda è: vale la pena tornare alla Terra di Mezzo, in una sua versione bambinesca e naif peraltro, per raccontare una storia che un bambino legge a letto prima di addormentarsi e un adulto assapora seduto in poltrona, con un angolo della bocca sollevato in un sogghigno e una pipa accesa all’altro angolo?
La questione è semplice.
Da un lato c’è la scelta giusta: abbracciare in pieno la britishness di Lo Hobbit, abbandonare gli eccessi della prima trilogia, scrivere un film più intimo e meno serioso, costruire un edificio intorno alla figura del protagonista piuttosto che alla testarda convinzione che sia necessario far capire a tutti i costi agli spettatori che QUESTO FILM C’ENTRA CON IL SIGNORE DEGLI ANELLI, altrimenti non vale la pena farlo.
Dall’altro c’è la scelta di Jackson: trasformare Lo Hobbit in quello che non era, ovvero un prequel del Signore degli Anelli, inventarsi una trilogia solo per creare lo spazio necessario a infilarci i riferimenti a quella vecchia, così da coccolare la numerosa fanbase dell’ultima ora, quella che magari al tempo non trovò minimamente irritante il trattamento riservato al personaggio di Faramir e poi ehi, c’è Orlando Bloom!. È la scelta, in breve, di imbastire uno spettacolo bombastico ed eccessivo, perdendo completamente di vista lo spirito dell’opera originale.
Bastano i primi minuti del primo film per capire davvero che direzione abbia scelto Jackson. Arrivare in fondo al terzo capitolo è un’impresa stoica, un’ordalia che non consiglierei a nessuno, né ai tolkieniani di ferro (che dovrebbero sentirsi insultati da finti nani che ruttano e maghi fattoni) né ai potenziali fan da conquistare (che molto semplicemente si annoierebbero a morte). Nel mondo c’è però gente che a queste ordalie si sottopone, per il bene di tutti. Ciao, mi sono sottoposto all’ordalia, e ora ve lo racconto. SIGLA!
Tornare nella Contea dopo aver visto il mondo finire ed essere sfuggiti all’Apocalisse a dorso d’aquila
Prima scrivevo che «bastano i primi minuti del primo film…». Puttanate. Che la vicenda Hobbit puzzasse era fin dall’inizio chiaro a tutti, Jackson escluso (o incluso, ma gli incassi sono gli incassi). Puzzava alla Nuova Zelanda, che provò in tutti i modi a cacciare la produzione dal Paese, salvo poi fare marcia indietro e cambiare la legge per consentire alla troupe di stabilirsi nuovamente nella verdeggiante terra dei kiwi. Puzzava al corpo di Peter Jackson, che tentò di boicottare l’operazione con un’ulcera perforante che costrinse a rimandare le riprese di qualche mese.
L’apice della puzza lo si raggiunse con la diatriba Del Toro, specchio della confusione con cui la produzione ha affrontato l’opera fin dall’inizio. Nel 2010, tre anni prima di Pacific Rim quindi, il nome del Guillermo veniva ancora associato al Labirinto del fauno (arty, intellettuale, oscuro, folkloristico) piuttosto che a Hellboy (colorato, caciarone, divertente, moderno), e la sua passione per mostri e mostrologie sembrava sposarsi bene con almeno una parte dell’opera di Tolkien, che leggerezza o meno contiene comunque draghi, ragni giganti, orchi e creature di ogni genere. Come la gravitas latina di Del Toro si potesse conciliare con il wit britannico del romanzo è una questione che nessuno si pose, e che nessuno si porrà mai più dal momento che Jackson decise di riprendersi il comando.
Sbrigati ulcere, tasse e Del Toro Lo Hobbit entra così in fase di produzione, con lo stesso entusiasmo stiracchiato di una riunione di high school: «Ciao amici, siamo nuovamente qui tutti insieme nella Terra di Mezzo! Guardate quanto ci divertiamo! Che tempi il 2001 però, eh?». Uno sguardo ai videoblog di Jackson è sufficiente a respirare l’aria di finta familiarità e forzato entusiasmo che la produzione esige traspaia da quei set; in fondo ha funzionato così bene con Harry Potter. Produzione significa prime notizie, che mettono in chiaro fin da subito le intenzioni di Jackson: il legame con Il Signore degli Anelli dev’essere forte e chiaro, tanto da convincere i fan a organizzare doppie maratone di 24 ore e sciropparsi di fila due storie scritte a vent’anni (e una guerra mondiale) di distanza tra loro, e lo spettacolo visivo adeguato alle aspettative.
Scopriamo così, prima ancora che esca il primo trailer, che l’idea brillante di Jackson è quella di prendere il capitolo del romanzo sulla Battaglia dei Cinque Eserciti e renderlo centrale nello svolgimento della storia, oltre che di approfondire lo scontro tra Gandalf e il Bianco Consiglio e il rinato Sauron. Per chi odia le supercazzole fantasy, ve la rispiego così:
• nel libro c’è una battaglia. All’inizio di questa battaglia, il protagonista piglia un colpo in testa, e si risveglia quando le botte sono finite.
• nella trilogia uscita vent’anni dopo il libro, un personaggio importante racconta finalmente tutto quello che ha fatto in quel lasso di tempo in cui, nel primo romanzo, spariva dalla trama.
• Peter Jackson vede la possibilità di espandere e glorificare due note a pie’ di pagina (volumetricamente, non in quanto a importanza nel Grande Disegno) e trasformarle in film, corredandoli di pezzi della trama del romanzo originale e condendo il tutto con del fan service.
Avete collegato i puntini da 1 a 100 e scoperto la figura nascosta? Nel caso vi aiuto: rappresenta un uomo corpulento che piscia fuori dal vaso.
E dire che molte cose sembravano azzeccate. Di più: la scelta del protagonista era azzeccatissima! Martin Freeman è il migliore hobbit possibile. Tolkien gli hobbit li descrive così:
Gli hobbit sono gente piccola, alta all’incirca la metà di noi, e più bassa dei barbuti nani. […] Tendono a metter su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci (soprattutto verde e giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente coriacee nonché una fitta e calda peluria castana simile alla roba che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe dita abili e scure, facce gioviali, e le loro risate sono profonde e pastose (soprattutto dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno, quando ci riescono).
E infatti: Freeman è perfetto dalla prima all’ultima scena, nonché l’unico motivo consistente per voler guardare Lo Hobbit. Negli occhi ha il divertito distacco e la confusione campagnola di un piccolo ometto che viene scaraventato in una grande avventura – nello specifico: un drago ha occupato abusivamente la casa di tredici nani, i quali se la vogliono riprendere –, ed è forse l’unico dettaglio dell’intera opera che sembra sollevato di peso dal romanzo.
Intorno a lui, un gruppo di attori di altezza media che si finge un gruppo di attori nani, e balla, canta, rutta e fa battute di bassa lega. È così che Jackson rompe Lo Hobbit: ciccando clamorosamente il tono, per ormai manifesta incapacità di abbassare il volume quando serve. Un viaggio inaspettato, il primo dei tre capitoli, è da questo punto di vista una tortura: in che modo, per esempio, un MAGO CHE FUMA ERBA, ha in testa un mucchio di cacca di uccello e viaggia su una slitta trainata da conigli è diverso da una scena qualsiasi di Una notte da leoni? Perché i personaggi di questo film sentono sempre il bisogno di URLARE, di ALZARE I TONI, di ESSERE SOPRA LE RIGHE? Questo è un brano tratto dal romanzo
«Per lo stimatissimo signor Baggins, e forse per uno o due dei nani più giovani, l’esatta situazione in cui ci troviamo potrebbe richiedere una spiegazione succinta ma esaustiva…”». Quello era lo stile di Thorin. Era un nano importante. Se gli fosse stato permesso, con molta probabilità sarebbe andato avanti così fino a restare senza fiato, senza dire a nessuno dei presenti nulla che non fosse già noto a tutti.
Questo, invece, un dialogo tra nani tratto da Un viaggio inaspettato
Kili: I can’t say I fancy Elves myself, too thin. They’re all high cheekbones and creamy skin. Not enough facial hair for me.
Kili: Although, that one there’s not bad.
Dwalin: That’s not an Elf Maid.
[the Elf turns around, revealing that he is indeed a male]
Kili: That’s funny.
Stiamo valutando un film, però, non un adattamento.
E allora parliamo del film. Un viaggio inaspettato è la versione risciacquata di La compagnia dell’anello: stesso ritmo rilassato, stessa insistenza su paesaggi e panoramiche, stesso stile jacksoniano nel raccontare l'”andare alla ventura”, stessi inseguimenti/combattimenti frenetici e tutto sommato ben girati, stessi stacchi a esplorare angoli remoti della Terra di Mezzo per far capire che ehi, non ci sono solo i tredici nani + un hobbit + Ian McKellen, ma un intero mondo in fermento. Servirebbe ad accrescere la tensione – immagino che chi non sapesse nulla del romanzo abbia vissuto la trilogia dell’anello con la costante apprensione per questi misteriosi cavalieri neri che spuntano ogni tanto a fare brutto, o con il terrore degli scempi compiuti da Saruman al suo povero giardino –, ma senza un quadro di riferimento più ampio, per non dire un accenno alla situazione geopolitica della Terra di Mezzo sessant’anni prima la trilogia originale, vedere l’orco albino Azog che cavalca il suo topocane mannaro urlando MI VENDICHERÒ ha più o meno lo stesso impatto dell’ascoltare un discorso motivazionale in ungherese: magari l’intenzione dietro si intuisce, ma il coinvolgimento è nullo, e anzi si ha l’impressione di essersi intrusi in un contesto privato. Chi è Azog e perché dovrebbe interessarmi? E poi: perché è tornato Orlando Bloom?
Ci sarebbe poi l’annosa questione dei 48fps e dell’effetto-telenovela, esplosa con questo film (Jackson ci puntava tantissimo), parecchio noiosa e già affrontata in tutte le salse. Piuttosto, una volta stabilito che non è obbligatorio spararsi il film al doppio dei fotogrammi rispetto al normale e dunque il problema è un falso problema, rimane una questione più grave: per paura o per pigrizia, Jackson decide di postprodurre tutto, dalla barba dei nani ai paesaggi ai prati verdi. Il risultato è un pastrocchio visivo impossibilmente nitido e più semplicemente impossibile, una photoshoppata violenta che rende irriconoscibili persino i paesaggi della Nuova Zelanda, i cui prati hanno perso il bel verde dei tempi del Signore degli Anelli per diventare un abominio traslucido e le cui montagne paiono fondali presi di peso da L’ombra di Mordor.
È tutto talmente postprodotto che lo sono anche gli attori, spesso coinvolti in cadute rovinose da centinaia di metri, dalle quali escono senza un graffio né un livido, esclusa qualche texture simbolica incollata a forza sui loro volti.
Curiosamente, o forse no, il meglio di sé Jackson lo dà nel secondo film, La desolazione di Smaug. In parte per via di Smaug, cioè un bellissimo drago rosso che parla con la voce di Sherlock e che è, lui sì, un prodigio di CGI. In parte perché nell’immaginaria divisione narrativa compiuta da Jackson per spezzare il film in tre, il capitolo di mezzo è quello dove accadono le caciaronate e le cose più vendibili a un pubblico ammaestrato da Orlando Bloom che fa surf su uno scudo. Ci sono ragni giganti parlanti, una fuga da una galera a bordo di barili, e il drago per l’appunto.
– più una sequenza demenziale a caso in cui Ian McKellen finisce in un’ambientazione di Dark Souls per combattere contro un guerriero-vagina, base per quella che, nel film successivo, diventerà poi “la scena Power Rangers”, uno dei punti più bassi mai toccati dal cinema mondiale –
Nella Desolazione di Smaug, Jackson ha mano più o meno libera sulla scrittura, che si sta già allontanando pericolosamente dalla fonte originale, e ha da girare una scena in cui tredici nani fuggono su un fiume infilati in barili. E infatti: la sequenza in questione è un prodigio registico, un quasi-piano sequenza con stunt da Wacky Races girato con una maestria e un’inventiva che starebbe meglio al servizio di, che ne so, Mr. and Mrs. Smith 2 piuttosto che di Lo Hobbit. È comunque bel cinema, una tale rarità nelle – finora – sei ore di opera che finisce per aggrapparcisi come fosse un barile che la prigione il fiume et cetera.
Anche il ritmo del film, fatte salve digressioni atmosferiche tipo quella in cui si accenna a un potenziale interracial elfi-nani, è sorprendentemente azzeccato. Rende quantomeno l’idea di un’avventura, piuttosto che di una scampagnata interrotta dall’occasionale arrivo di un orco albino, e – dettaglio fondamentale – nel film succedono cose. In termini pratici: non consiglierei mai a un calcista la visione della trilogia, ma i più curiosi potrebbero limitarsi al secondo episodio e uscirne relativamente soddisfatti – tanto più che nella storia è assente qualsiasi tipo di grande disegno che non sia il già citato “questo è il prequel di quei film là”, e dunque perdersi un capitolo inficia sorprendentemente poco nella comprensione della vicenda tutta.
Dove Jackson urina sul lato esterno del proverbiale bulacco è in La battaglia dei cinque eserciti, l’ultimo capitolo, quello uscito a dicembre e che con ogni probabilità proiettano ancora oggi in qualche multisala di provincia. Dopo un prologo di tre ore e una pellicola decente di altrettante tre ore, la trilogia deraglia sul finale, costretta com’è ad allungare il brodo per altre due ore almeno.
Jackson sbriga subito la pratica del drago, facendolo crepare entro la mezz’ora, e già che c’è risolve i dubbi sul “dov’è finito Gandalf?”, sparito dalla trama da qualche parte tra il primo e il secondo film; lo fa dando seguito alla scena del guerriero-vagina, mostrandoci prima Gandalf prigioniero del Cavaliere dalle Grandi Labbra, poi Gandalf liberato dai suoi amici Power Rangers (Saruman, Cate Blanchett, l’agente Smith) in un rapido blitz, poi Gandalf e i Rangers che picchiano Sauron con i raggi laser della luce magica dell’amore.
Cioè un episodio che Tolkien apriva e chiudeva così:
Fu così che [Bilbo] apprese dove era andato Gandalf, ascoltando per caso quando questi lo raccontava a Elrond. A quanto pareva, Gandalf si era recato a un grande consiglio di stregoni bianchi, maestri di dottrina e magia buona; ed essi erano finalmente riusciti a snidare il Negromante dalla sua oscura tana a sud di Bosco Atro. «Fra non molto, ormai» diceva Gandalf «la foresta diventerà un po’ più salubre. Il Nord sarà libero da quell’orrore per lunghi anni, spero. Tuttavia vorrei che egli fosse bandito dal mondo intero!».
Mandati a casa i Power Rangers e avendo a disposizione altre due ore, Jackson si concentra così sull’avvenimento che dà il titolo al film, il primo nel quale a regista e sceneggiatori viene lasciata libertà totale essendo detto avvenimento solo accennato nella fonte originale. Ne risulta la “battaglia” più mortalmente noiosa del decennio, che prova a palleggiare tra tattica militare
– i cattivissimi orchi entrano in scena a cavallo di giganteschi vermi delle sabbie stile Dune, che vengono prontamente messi in soffitta due minuti dopo invece che sfruttati per spazzare via i nemici –
sequenze d’azione
– Orlando Bloom, ospite non desiderato, fa tra l’altro questa cosa –
momenti intimisti
– l’elfa femmina, inventata per la trilogia, interpretata da Evangeline Lilly, assolutamente insopportabile e inadeguata al mestiere di attrice, esclama «È QUESTO L’AMORE? FA MALE! TOGLIMELO!», e non sto inventando –
e siparietti comici.
– mi rifiuto –
Il bandolo della matassa? Non pervenuto.
Di cosa parla La battaglia dei cinque eserciti? Come si riassume la sua trama in poche righe? Dove vuole arrivare? Non lo sa nessuno: è una sequenza di combattimento glorificata ed elevata a film, che ha ormai perso di vista la sua ragion d’essere. Cos’è La battaglia dei cinque eserciti? Scegliete:
• è la conclusione dell’avventura piccoloborghese dell’hobbit di campagna Bilbo Baggins, costretto da circostanze inspiegabili a confrontarsi con la vastità e la crudeltà del mondo. No, perché il fuoco è tutto puntato su Thorin il capo dei nani e la sua folle bramosia per l’oro e le pietre preziose.
• è la storia di Thorin. Non si capisce come possa esserlo, essendo stato fino a quel momento il capo dei nani non tanto un personaggio, quanto un nome, un pretesto e un simbolo, una raccolta ambulante di declamazioni retoriche e scelte spesso insensate, senza una personalità degna di questo nome. La differenza tra “personaggio tormentato” e “sociopatico incapace di prendere decisioni logiche” è meno sottile di quanto sembri.
• ci sono! È un grande spettacolo visivo! NOPE: la sindrome di Photoshop conosce in questo film il suo apice, e non c’è un singolo pixel che non sia stato passato e ripassato dagli espertoni della patina fino a rendere il tutto un pastone uniforme di superfici traslucide e virate al blu.
È quando si devono tirare le fila che si vede il vero valore non tanto di un film, quanto di un’intera trilogia. Con La battaglia dei cinque eserciti Jackson dimostra senza possibilità di smentita di non avere mai avuto suddetta trilogia in mano, di aver proceduto a tentoni improvvisando, tagliando-e-cucendo pezzi dell’opera originaria, aggiungendo dettagli dove (non) necessario e dimenticandosi di dare un cuore ai suoi personaggi e al suo mondo, convinto com’era che name dropping e fan service fossero sufficienti a fare un film.
Non è cinema di cui valga la pena parlare: lo stile di questa saga era già stato scolpito nella pietra nel 2001, da allora è invecchiato ed è stato superato anche dalla tv, e appoggiarsi quindi alle solite panoramiche dall’elicottero e agli scontri di massa per sperare di impressionare è ingenuo – o pigro.
Non è un adattamento valido, sicuramente non lo consiglierei a un fan dell’opera originale, il che già esclude un buon 60% degli spettatori potenziali.
Non è divertente, è noioso.
Non è neanche un bello spot per il romanzo, nel caso in cui qualcuno deluso dal film volesse risalire alle origini della vicenda: con il passare delle ore (dei minuti), Lo Hobbit perde pezzo dopo pezzo la sua aderenza alla fonte per diventare qualcos’altro, un’opera che – decidete voi se è bene o male – solo Jackson poteva fare, nella misura in cui scimmiotta lo stile-Jackson e lo sdraia su quello che lo spettatore si aspetta.
Eccolo, il problema centrale di Lo Hobbit: convinto che il modo migliore per far felici i fan di un’opera sia dare loro esattamente quello che si pensa che questi si aspettino, Jackson ha dimenticato lo stupore, elemento irrinunciabile soprattutto se si racconta la storia di un provinciale che va alla ventura. Nel suo implicito patto con il fandom, lo stesso che ha accolto con entusiasmo scene come questa, il regista ha di fatto accettato il primato del dettaglio a effetto sull’organicità dell’opera. Ha strozzato idee, suggestioni e tematiche per rimpiazzarle con piccoli momenti più o meno spettacolari a uso YouTube e/o condivisioni su Facebook di brevi clip divertenti. Ha sottovalutato la soglia d’attenzione dello spettatore medio, convinto che un film fantasy si nutra di stimoli costanti e in rapida successione piuttosto che su una lenta e metodica opera di world building.
E così ci ritroviamo un hobbit, un piccolo nanerottolo di campagna che non si era mai allontanato da casa più di una manciata di chilometri, che assiste divertito alle evoluzioni da Cirque du Soleil di un elfo E NON BATTE CIGLIO, perché assurdità simili sono divertenti e già approvate dagli spettatori, e dunque cosa ci interessa dare coerenza interna quando le cazzate fanno felici milioni di fan?
Immagino i focus group pre-luce verde, con Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens che chiedono a un gruppo selezionato di fan «cosa vi ricordate di più del Signore degli Anelli?», e questi che rispondono?, rispondono forse «l’importanza del coraggio e della fedeltà anche di fronte alle situazioni più difficili» o «la forza di volontà poco trascendente e molto umana di Sam Gamgee, vero protagonista della vicenda contrariamente a ogni logica» o «la narrativa che ruota intorno al concetto di bene/male e alla cinica unidirezionalità, da male a bene, dell’influenza reciproca dei due elementi» o magari «la tentazione che il potere assoluto esercita su tutti, compresi i più umili tra noi» o persino «la spaventosa e opprimente sensazione di quiete prima delle tempesta che pervade l’intera Terra di Mezzo nel momento in cui noi spettatori ci mettiamo piede per la prima volta»?
Oppure rispondono «LEGOLAS CHE FA SURF SU UNO SCUDO!»?
E quindi Jackson s’è convinto che nove ore di elfi acrobatici valgano di più, in termini economici, di tre ore di arguzie a sfondo fantasy, o dell’improbabile viaggio campbelliano di un eroe talmente poco eroico che consegue risultati solo grazie a botte di culo o botte in testa. Tutto sommato immagino abbia ragione lui, visto che le cifre degli incassi, nonostante tutto, hanno già superato il miliardo. E in fondo anche McDonald’s serve ogni giorno milioni di americani.
Morte ai falsi nani.
DVD-quote suggerita:
«Morte ai falsi nani»
(Nanni Cobretti, i400calci.com)
IMDb 1, 2, 3 | Trailer 1, 2, 3
Addenda, post scripta e menate
Per la cronaca: Azog è realmente un orco albino, un cattivo inventato da Jackson per dare volto a non si capisce bene cosa, o forse più semplicemente perché essendo Lo Hobbit un libro senza cattivo (dai, abbiate il coraggio di dirmi IL DRAGO, discutiamone), le necessità cinematografiche gli imponevano di creare un’icona facilmente identificabile ed esteticamente riconoscibile a un primo impatto. Ecco perché orco albino.
Identica considerazione si può fare per la presenza di Evangeline Lilly: i sondaggi ci dicono che Liv Tyler è un personaggio molto amato, quindi inventiamo un altro elfo femmina! Elfo femmina che, incidentalmente, si innamora di un nano maschio – il famoso accenno interracial cui facevo riferimento prima. Al di là dell’idiozia della situazione in sé, la scelta di Jackson – introdurre a forza l’amore carnale, e persino l’erotismo, nella Terra di Mezzo, patria di donne-angelo e di uomini senza impulsi sessuali, teatro di uno dei romanzi meno sessualizzati della storia moderna, roba che al confronto, che ne so, Asimov sembrava Sade – è l’ennesima indicazione che il regista neozelandese ha sicuramente letto i romanzi di Tolkien, li ha probabilmente anche amati a fondo, ma in ultima analisi non ci ha capito un cazzo.
E non sto facendo la solita menata sull’adattamento poco fedele: l’elemento amoroso, i flirt, gli sguardi di sottecchi, gli occhi a pesce, è tutto estraneo all’intero impianto, all’intero mondo dove si sta raccontando la storia, anche nella sua versione photoshoppata da cinema. Non è neanche fan service, perché chi se ne sbatte di Evangeline Lilly?; il fan service vero sono i cameo di Elijah Wood, Hugo Weaving, Cate Blanchett, Christopher Lee, Orlando Bloom, anche il riferimento a Viggo Mortensen. No, l’elfo femmina è puro, semplice e sfacciatissimo AGGIUNGIAMOCI LA FREGNA.
E PURE IL NANO FICO CHE SE LA SLURPA CON GLI OCCHI.
Ragionandoci bene e scavando nei meandri della memoria, il momento esatto in cui si capiva che la trilogia sarebbe stato un sbaglio coincide con i primi secondi del primo capitolo. Un viaggio inaspettato si apre infatti con un voiceover su sfondo di battaglie dei tempi antichi ricalcato su quello che apriva, dieci anni prima, La compagnia dell’Anello. Niente di male, è un piccolo marchio di fabbrica di Jackson, se non fosse che, nell’ansia di trasmettere l’idea che QUESTO FILM POI C’È IL SIGNORE DEGLI ANELLI DOPO EH, il prologo assume toni epico-drammatici quando non post-apocalittici che poco si sposano con il resto della storia – e a cui Jackson ha dovuto poi necessariamente attenersi innestando qui e là piccoli dettagli fuori luogo: l’idea che Smaug sia un servitore di Sauron, o che i tre simpatici troll che la compagnia incontra all’inizio della sua scampagnata siano invero mutazioni orrende causate dal diffondersi dell’oscurità.
Il problema è che si tratta, appunto, di dettagli, appiccicati in modo posticcio su un mondo che Tolkien stesso immaginava tutto sommato pacifico e ignaro dell’ombra incombente. Il risultato è che, più che oscuri presagi che preparano il terreno alla grande guerra del Signore degli Anelli, queste menate fanno l’effetto di un pazzo che grida per strada che l’Apocalisse è vicina. Magari lo filmi anche e lo metti su YouTube, ma finisce lì.
Per non parlare anche dei combattimenti del terzo in cui non si vede praticamente nulla…molto meglio quelli di Winter Soldier
Sarò draconico. Pur avendo goduto dell’argomentata recensione, il massimo sforzo che merita questa trilogia per me è: “Brutti film, regista incapace.”
(sì, incapaci si può diventare e, no, nessuno è al riparo da questo rischio).
Non ho ancora visto il terzo (cosa che farò comodamente quando sarà disponibile). Devo dire, però, che il primo non mi era dispiaciuto, posto che ero andato a vederlo con aspettative zero e la consapevolezza che il libro sarebbe stato tradito come la moglie di Tiger Woods. Il secondo, invece, mi è parso eccessivamente stiracchiato- nonostante le scene validissime che Stanlio sottolinea.
Consiglio a tutti di vedere il cartone del 1977- anche se non è mai stato doppiato in italiano.
hai ragione a dire che martin freeman è la cosa migliore dei tre film, io direi insieme al drago perché una roba così non l’avevo davvero mai vista; peccato che peter abbia premuto il tasto pause alla fine del secondo film, e gli riservi la fine ingloriosa che già sapevamo dopo nemmeno dieci minuti del terzo.
terzo film che nonostante le quasi due ore di mazzate ho faticato a sopportare, sia per la post produzione eccessiva di cui parli tu (a volte sembra la minaccia fantasma) sia per un altro tipo di problema: più ancora che nella vecchia trilogia non c’è peso nei corpi, nani prendono a mazzate orchi grossi il doppio senza che i colpi restituiscano il senso di pesantezza. e non è un problema di pg 13, almeno non solo, è che ho proprio trovato povere e raffazzonate le coreografie. se poi legolas fa quelle cose senza gravità, e praticamente chiunque finisce la battaglia senza nemmeno un graffio, va da sé che il coinvolgimento -già basso- diventa minimo.
ora più film con i draghi, per favore!
In (larga) parte non posso che concordare; ma c’è una cosa di questa nuova pseudo-trilogia che non me la fa odiare; anzi (ok, preparate la forca e i forconi) preferire all’originale.
Nel 2001 Jackson non aveva la minima idea di come si girasse e si montasse un film; provate a vedere le scene di guerra de “Le Due Torri” e “Il Ritorno del Re”: sono grandi, enormi, gigantesce, con godzillioni di comparse digitalizzate e scenografie cilcopiche; ok, ma quando comincia l’azione? Non si capisce una mazza: inquadrature ad minchiam e montaggio velocissimo che ammazzano tutta l’azione e il senso di grandezza dello scontro.
Uno pensa: ok, è un impedito, ma che pretendi, sono scene bigger than cinema, è normale inciampare. Peccato che la stessa cosa succeda quando deve costruire normali scene di dialogo, con enfasi messa alla cazzo, battutte orrende e montaggio imrpovvisato, dove le inquadrature non si incollano.
Ne “Lo Hobbit”, almeno, questo scempio non avviene. Ciò lo rende un buon (dei buoni) film? Non necessariamente. Ma per lo meno è meno doloroso da sopportare.
Amen.
Se
Applausi a scena aperta per la recensione!
L’elfa femmina piuttosto mary sue dell’originale mary sue, vergognoso
Tutto vero Stanlio (dico davvero, non sono ironico), ma sono anche convinto che “la scelta giusta” non avrebbe mai funzionato al cinema… e alla fine è questo il problema. Forse sono ingenuo io o sarà che non sono un fan di
Tolkien (premetto: ho letto tutto, m’è piaciuto il SdA e ne riconosco l’importanza per il genere, ma i miei autori fantasy preferiti sono altri) , ma credo che non sarebbe stato possibile fare Lo Hobbit in un altro modo e quel poco di buono che c’è in questi film (Smaug e le battaglie girate come Dio comanda) alla fine mi bastano per non rodermi troppo il fegato e passare avanti.
Un’altra cosa che secondo me è parecchio irritante, nel terzo film, è che gli orchi perdono quando sono gli UNICI che hanno fatto i compiti.
Hanno una struttura, hanno una gerarchia, hanno pianificato, hanno un’idea di quello che stanno facendo.
Quindi, in una trilogia in cui effettivamente manca un vero e proprio cattivo centrale (E la maggior parte dei problemi sono auto-inflitti dai protagonisti), Azog rappresenta il primo della classe che viene picchiato dai fannulloni, mentre Smaug viene prima asservito alla solita “fonte di tutti i mali”, poi diventa Jerry in un episodio bonus di Tom e Jerry, ed infine viene tenuto artificialmente in vita per un anno per poi essere ammazzato ingloriosamente PRIMA dei titoli di testa..
Gli hanno tolto pure la dignità a sti due :\
Riguardo la scelta dei tre film, sempre d’accordo con Tim Buckley qui:
http://www.cad-comic.com/cad/20120801
dopo i primi due col cazzo che il terzo l’ho visto la cinema.
se la prima trilogia era paragonabile a una bellissima attrice molto morigerata che si concedeva al paginone di playboy, in questa trilogia, in preda a grammi su grammi di cocainam e l’influsso degli alieni, si butta in bukkake, scatting e pissing, perdendo ogni contegno e remora.
la rece è giusta e forse fin troppo indulgente con secondo film, dove la scena dei barili mi ha ricordato una versione sotto steroidi della fuga dai dinosauri in King Kong, già di per sè troppo stucchevole per i miei gusti.
dei primi due l’unica cosa che si salva, oltre Freeman, è tutto Smaug nel secondo film e “io sono morte. io sono fuoco”.
Ombra di Mordor GOTY senza se e senza ma.
I miei comandanti Uruk si fanno beffe dei tuoi.
Complimenti vivissimi per la recensione, argomentata, completa ed esauriente. Che mi ha costretto ad ammettere una cosa che, da fan di Tolkien, non volevo ammettere. Cioè che questa trilogia, al contrario di quella del SdA, non mi è piaciuta alla fine, nonostante gli aspetti positivi che ha e nonostante gli aspetti negativi che ha quella precedente. Il confronto con l’Ombra di Mordor è giusto ed impietoso. Anche quel videogioco è un’opera che si prende delle libertà rispetto alla “ortodossia” tolkieniana, però se le prende mostrando di aver capito il posto ed il momento in cui si trova, e lo spirito del mondo in cui è ambientato.
Grazie.
92 fottuti minuti di applausi
morte ai falsi nani
Applausi da spellarsi le mani, strameritati.
A me *cough cough* piacque già poco la prima trilogia, non tanto per il lavoro di adattamento (a mio avviso buono) quanto per la scelta di quasi mezzo cast completamente agli antipodi rispetto a come mi ero immaginato i personaggi leggendo il libro.
Il potenziale ad ogni modo c’era, e quando vidi il trailer di lo hobbit, complice l’assenza di frodo e legolas (da me odiatissimi, son gusti..) più la scelta di Freeman per bilbo, mi fiondai a vederlo. Il resto è storia comune, a quanto pare. L’unica cosa che apprezzai in precedenza (l’adattamento) platealmente lanciata dalla finestra a favore di filler senza senso,perfettamente indicati in sede di recensione. In un mondo leggermente migliore avrebbero fatto un film unico o (meglio ancora) si sarebbero inventati una storia nuova.
Mi scuso per il post fiume, sono su un treno e il viaggio è lungo.
Per il resto #TeamManiSpellate
Mentre vi ringrazio per essere arrivati in fondo al pezzo (io per esempio mi sono annoiato a metà), volevo solo dirvi alcune cose rapide.
È molto vero quello che dice dino riise: nelle sequenze concitate/catastrofiche/casino, gli attori sembrano modelli poligonali che ragdollano, non esseri umani. Nel SdA c’erano gli orchetti che ci passavi attraverso tanto era tutta CGI, qui abbiamo i pupazzi che rotolano per centinaia di metri di crepaccio e non se fanno nulla.
Non sono d’accordo con quello che dice meme, nel senso che un film così si poteva fare GIUSTO, semplicemente dandolo a un altro regista, spogliandolo dell’aura di ESCE DOPO IL SDA! e di tutta la brandizzazione conseguente, di fatto girando un film autoriale e non un baraccone ecco. Mi rendo conto che, sia chiaro.
Non sono d’accordo neanche con samuel paidinfuller perché i GOTY sono Dark Souls 2 e The Binding of Isaac: Rebirth, ma Shadow of Mordor spacca culi verdi di orchetti e i miei comandanti Uruk hanno tutti un CAZZONISSIMO di trentasette centimetri.
A GGJJ invece dico: esatto! Shadow of Mordor capisce il mondo in cui è ambientato, anche se ci innesta sopra supercazzole a base di fantasmi elfici e gente che risorge. Ma quantomeno è tutto coerente – INTERNAMENTE coerente, che è il problema della trilogia di Jackson, coerente solo con le aspettative del pubblico e con le clip su YouTube.
Del primo ho avuto un assaggio pirata su uno schermo in un baraccio di Chengdu e avendone apprezzato l’assurdo rutto scoreggia scoreggia ascellare in una fase in cui credevo all’educazione tramite rutto scoreggia ascellare ho preso il dvd e l’ho allegramente guardato insieme ai figlioli. Il due diciamo che l’ho visto a scatola chiusa e non mi e’ dispiaciuto, sempre nell’ottica educativa, se non al bel cinema puro d’azione almeno al cinema caciarone interracial, sempre meglio che cert’altra robaccia da restare traumatizzati per sempre…il terzo ancora non ho consumato.
In pratica Jackson dopo la trilogia originaria ha sbagliato 5 film!!!!
Un plauso per Stanlio Kubrick per questa recensione monumentale.
Bah,quando uno ha bisogno di un fiume di parole per avvalorare la sua idea, spesso la sua idea è stupida, e questo articolo non fa eccezione…
Ergere poi a summa il 2 capitolo, che è poi il peggiore dei 3, è la ciliegina sulla torta..
Si potrebbe discutere di “Jackson ne voleva fare solo 2 ma la Sony ha detto o 3 o niente, quindi meglio così che niente” oppure di “Lo hobbit (film) è visivamente una gioia per gli occhi” oppure “ma che problema avete su razze diverse che fanno sesso? Aragorn e Arwen, Beren e Luthien vanno bene, i nani no che puzzano?”
Ma sarebbe inutile
Per quanto il mio lato nerd possa condividere in parte la rece (secondo me ingiustificatamente severa), per me Peter Jackson e` un bravo, che e` riuscito nell’impresa di rendere film guardabile un polpettone letterario (detto con affetto) come il signore degli anelli. Lessi lo hobbit da bambino e, esattamente come per il signore degli anelli (che ebbi la follia di sciropparmi IN INGLESE), non ci capii praticamente un cazzo. La versione di Jackson probabilmente c’entra col libro come le cozze in una saint honore`, ma posso dire sticazzi? Il film si lascia vedere. Tradisce la filosofia dei LIBRI DI TOLKIEN (TM) embe`, e risticazzi? Se funzionasse, per me potrebbe pure buttarci dentro conan il barbaro che a un tratto fa irruzione e si sbomballa un paio di elfe bestemmiando crom ubriaco fradicio. Il cinema e` il cinema, ha regole e filosofie sue.
Comprendo che in questo caso il modello e` piuttosto pesante, ma diciamocelo, Lo Hobbit preso paro paro dal libro sarebbe stato una palla clamorosa, una bambinata buona giusto per i nerdoni hardcore di tolkien. Jackson ha voluto infilarci dentro un po’ di elfi, orchi, un po’ d’azione, cazzi e mazzi. Finche` ne viene fuori un film godibile, per me e` okeione.
Concordo pienamente sulla fotografia sparata a tremila milioni di colori al secondo, veramente nauseante, e sulla recitazione forse un po’ alla cazzo (ma Martin Freeman e` un gigante).
Molto bella la recensione e molto in linea con i miei pensieri, anche se non sono un megafan di Tolkien. Sin dal primo episodio di Lo Hobbit quello che io avevo colto era anche l’impossibilità di affezionarsi a qualcuno dei protagonisti. Forse era un mio limite, ma i nani oltre a essere brutti, non sono nè simpatici nè fighi (come Viggo Mortensen per intendersi), Martin Freeman essendo un po’ antieroe riesce nel suo compito e funziona, ma non diventa mai il tuo preferito. Le sorti di questa truppa non mi hanno mai coinvolto, e se fossero morti in blocco non mi sarei sconvolto.
Mi manca il terzo episodio. Non ho tutta questa fretta di vederlo
e comunque si`, cos’e` sto razzismo che ora gli umani possono bombarsi le elfe e i nani no? EH? LO SAI COSA SI DICE DI QUELLI BASSI? E ALLORA STAI MANZO
Ho già spiegato con dovizia di particolari perché la “storia d’amore” interracial è una boiata sia di per sé, sia se inserita nel contesto narrativo creato da Jackson, non da Tolkien, per i suoi sei film.
Se poi non vedete differenze tra la (comunque ingombrante e superflua) storia tra Aragorn e Arwen e quella tra Nano ed Elfa non so cosa farci però.
Se poi mi dite che è “una gioia per gli occhi”, allora abbiamo un problema di fondo ancora più grosso, perché per me questo è pattume visivo purissimo.
E aggiungo anche che no, Lo Hobbit paro paro al libro non sarebbe stato una palla clamorosa, se affidato alla persona giusta. Niente è una palla clamorosa se a trattarlo è un regista capace. Jackson, per queste cose almeno, NON è un regista capace.
con i “se” ti posso anche fare una pentalogia sui romanzi di Dune diretta da Guillermo Del Toro eh, bellissima
Il punto è che anche se togli i nomi, il brand e i riferimenti e li consideri come film a sé stanti, non riesco neanche con tutto l’impegno del mondo a ritenerli “godibili”. Per me è pattume cinematografico, aderenza alla fonte oppure no. Non mi assopivo in sala dai tempi di Ti presento Joe Black, credo.
I nerd pornomani finiranno per uccidere il cinema.
Aridatece l’epica Virile.
Per la cronaca andrebbe aggiunto che la prima trilogia è invecchiata molto male.
Dark Souls >>> Tutto .
Grazie Stanlio
ancora con i dark souls?
il freeflow dell’ombra di mordor crea scene d’azione senza PG-13 che mandano a casa le due trilogie di jackson e tutti film action con spade et affini
SEMPRE con i Dark Souls, samuel. L’anno di Cthulhu 2015 ha infatti già i suoi due giochi dell’anno: Bloodborne e la Scholar of the First Sin Edition di Dark Souls 2.
Morte ai falsi nani, lunga vita alle bestemmie!
La storia d’amore tra nano ed elfa caga in faccia all’amicizia Legolas-Gimli, sminuendone l’importanza e relegandola ad un accadimento tutto sommato possibile – proprio quello che Tolkien intendeva insomma.
Analisi lucida e chiarificatrice su alcuni misteri (tipo i 48 fps) , non si può che essere d’accordo. Prodotto obeso per una generazione che vive di prodotti extra large (tipo l’ormai infinita saga di Star Wars).
Chthulhami queste!!
In un capitolo di delusioni dove Smaug muore subito e male, i Graboid arrivano e vanno l’unica vera emozione me l’hanno data le BATTLE GOATS.
Io non mi sono addormentato, ma durante il terzo capitolo ho guardato più volte l’orario sul cellulare pentendomi di essere stato così coglione da aver buttato una serata fra amici in un cinema di provincia.
La trilogia ha problemi enormi e molti, come viene scritto qui, sono da imputare al fatto che ha un precedente troppo ingombrante con cui vuole rivaleggiare sullo stesso campo non avendo però né il materiale di base (opera letteraria e sceneggiatura non sono confrontabili con quelle de Il signore degli anelli), né una vera volontà di confronto con questo materiale.
Non è solo il fatto che l’opera originale è stata tradita, questo è abbastanza irrilevante. Il problema è che i film che ne sono usciti sono pallosi e stiracchiati. Ok incassano tanti soldi, ma lo facevano anche i cinepanettoni con Boldi e i Fichi d’india. Quando mai il fatto che qualcosa attiri la gente al cinema è stato sinonimo di qualità?
In particolare questo film che è tutto una battaglia è il peggiore di tutti e tre. E si badi bene, non perché è solo battaglia, ma perché si avverte più di altrove quanto sia finto e fatto per forza. Scontri dove non muore nessuno, dove le ferite non sanguinano, dove i pochi sfigati che vengono fatti morire, crepano fra gli sbadigli del pubblico.
Jackson è ufficialmente bollito e soffre palesemente della sindrome della Terra di Mezzo. Ha soldi in quantità, ma o si rifocalizza su progetti più piccoli, coraggiosi e sperimentali per ritrovare se stesso oppure tanto vale che si ritiri nel suo castello.
In fin dei conti la cosa migliore di questi film (a parte il drago) è stata la tecnologia HFR che permette di non essere disturbati dai carrelli o dalle scene movimentate nei film 3D e fornisce una nuova sfida visiva che non sono così sicuro sia persa in partenza.
Per il resto è da buttare.
dimenticavo di dire che il mio momento preferito del film e’ quando durante l’assedio arriva un orco grossissimo che prende a crapate le mura e muore subito dopo
Io mi sono fermato al primo hobbit perché a casa ci si è annoiati tutti a vederlo(compresi i miei marmocchi di 9 e 6 anni!). Forse e in mano a Del Toro un unico film al posto di tre però poteva funzionare…
1) per un vero amore interracial avrebbero dovuto inserire la sempre ottima Lisa Ann al centro dell’azione.
2) Si, Lo Hobbit preso paro paro dal romanzo sarebbe stato una palla clamorosa.
a meno di non portarlo al cine in un unico capitolo.
Due, sarebbero stati già troppi.
3) bravissimo,splendido pezzo!
Però scusa Stanlio, alla fine anche tu scrivi: “Tutto sommato immagino abbia ragione lui, visto che le cifre degli incassi, nonostante tutto, hanno già superato il miliardo.” Alla fine il punto è questo. Per me Jackson, al contrario di quello che credi, i romanzi di Tolkien li ha capiti benissimo e di conseguenza ha anche capito che fare dei film diversi da questa trilogia sarebbe stato un suicidio (economico almeno). E credo che pure cambiando regista non sarebbe cambiato il risultato, cioè magari se il film l’avesse fatto Del Toro avrebbe fatto meno schifo e avrebbero avuto meno difetti, ma alla fine sarebbe stato sempre un blockbuster… poi oh, anche a me sarebbe piaciuto vedere il film che descrivi nella “scelta giusta”, ma realisticamente non succederà mai perchè andrebbero a vederlo solo i fan del libro.
@barbalbero: Il ritorno dello troll ? O lo pensi sul serio ?
Pastone non riuscito di tre ingredienti di diversa qualità: 1/3 romanzo originale, 1/3 appendici del signore degli anelli, 1/3 fan fiction. Il terzo “fedele” al romanzo è ottimo (gollum, il drago, dieci minuti della battaglia finale), la parte presa dalle appendici meh, è insipida, la fan fiction è merda sciolta.
Scusate ma esattamente in base a cosa dite che Del Toro avrebbe fatto meglio con questa trilogia?
Mi rendo conto che Pacific Rim è molto meglio di Lo Hobbit, ma a livelli di infantilismo o anche solo come occasione sprecata è più grossa quella di Del Toro che non questa di Jackson.
Bellissima recensione!
Forse il problema è che Jackson è sempre stato il matto fracassone di Braindead e Meet the Feebles. Il Signore degli anelli è stata una fortunata congiunzione dettata dalla grandiosità del progetto (ma, a voler essere cinici, c’erano già i segni dell
Già la prima trilogia mi aveva abbondantemente frantumato i coglioni; per quanto fatti bene e rispettosi dei libri, quei tre film non mi hanno mai detto nulla.
Film lunghissimi che mi hanno fatto sempre dormire meglio di un sonnifero, nani, nani, nani ed ancora nani, sempre a recitare messe in lingue inventate e diretti a distruggere un anello, manco fosse un cockring.
Saranno stati anche belli, ma personalmente mai trovati avvincenti o epici, buoni solo per i nostalgici di Tolkien che si dovevano dare il gomitino (“uuuu sì, gandalf è uguale a come lo immaginavo”) e per i bambinetti, che ancora pensano che il mondo possa produrre qualcosa di fantastico e magico (mentre in realtà è una merda totale).
Sulla seconda trilogia, quindi, ho deciso di non perdere nemmeno un minuto di tempo, che sarebbe stato più utile anche soltanto per leggersi, per dire, un post di qualche fumettaro fallito reduce da Lucca comics travestito come un brasiliano al carnevale di rio; nani, nani ed ancora altri nani, con l’aggravante che le palle ce le avevano già abbondantemente rotte con le prime 9 ore di film.
E anche che questa seconda tri(sto)logia è un’operazione commerciale delle più meschine, avendo tratto tre film da un libricino lungo quanto l’opuscolo di tecnocasa.
Amen
Ripubblico completo per colpa delle dita a salsiccia
Bellissima recensione!
Forse il problema è che Jackson è sempre stato il matto fracassone di Braindead e Meet the Feebles. Il Signore degli anelli è stata una fortunata congiunzione dettata dalla grandiosità del progetto (ma, a voler essere cinici, c’erano già i segni della deriva nel terzo episodio)
Applausoni alla recensione.
Confesso che, pur conscio di tutti gli enormi difetti rilevati da Stanlio, il primo mi era piaciuto: in qualche modo aveva quell’aria “natalizia” che associo al genere dai tempi di “Topolino e la spada di roccia” e alle repliche durante le vacanze di “Storie di maghi e di guerrieri”. E neanche il secondo, pur già annoiandomi un pochino, mi era dispiaciuto…
Ma il terzo non c’ho un cazzo di voglia di vederlo. Sarà che tolto il Gollum e il drago, gli unici veri tocchi di “poesia”, che senso ha sorbirmi due ore e passa di botte tra nani, elfi, orchi di cui non me ne frega niente.
Lasciando perdere il confronto ipotetico con Del Toro, Jackson soccombe anche nei confronti di Ron Howard (Ron Howard, eh) che in fondo con il godibilissimo “Willow” aveva fatto qualcosa di molto vicino a “Lo Hobbit” libresco, pur con gli opportuni aggiornamenti alla spettacolarità indianjonesca degli anni 80.
Sottoscrivo Rocco Alano sul cartone animato del ’77 degli specialisti Bass & Rankin, un film per bambini con le canzoncine, ma almeno corente con la storia che sta raccontando (indipendentemente dal romanzo).
Congrats per la rece.
Il primo sinceramente l’ho completamente dimenticato, il secondo mi è piaciuto (proprio perchè come dice Stanlio, succedono cose!), il terzo mah…uscendo dalla sala devo dire che l’ho apprezzato, ma adesso a distanza di un mesetto devo dire che è abbastanza inutile…
Concordo pure nel dire che alcune cose sono messe proprio a cazzo come l’elfa e il nano e non perchè sono un’elfa e un nano ma perchè (mi sembra) siano appiccicate lì perchè bisognava mettere una storia d’amore.
A me però la compagnia di nani è piaciuta eran tutti simpatici alla fine.
Scena power rangers abbastanza ridicola ma del ridicolo divertente, ho apprezzato.
Jackson spero comunque che abbia chiuso questo lungo capitolo e non tiri fuori altre cose Tolkeniane.
PS King Kong è un film di cristo.
La verità, il verbo. Letto ad alta voce tutto d’un fiato con giubilo ed approvazione degli astanti.
Chapeau.
Potete impegnarvi quanto volete ma non cederò mai al ricatto del «fosse stato uguale al libro sarebbe stato noioso».
Voglio dire che se i Wachowski sono riusciti a tirare fuori una mezza bomba con Cloud Atlas partendo da uno dei romanzi più radicalmente noiosi del secolo, non vedo perché non si possa ricavare una bella fiaba raffinata, umoristica e poetica da Lo Hobbit senza per forza inserire erotismo nella Terra di Mezzo – non so se avete notato che NESSUN PERSONAGGIO, a parte quello a cui viene assegnata surrettiziamente una storia d’amore, non solo non fa mai NULLA con l’altro sesso, ma neanche NE PARLA. Cioè l’amore carnale è bandito dalla Terra di Mezzo per sua stessa natura e Jackson ce l’ha infilato a forza, dimenticandosi di adeguare tutto il mondo che ci stava intorno, con il risultato che sembra di vedere un film con protagonisti un gruppo di angeli e poi, per qualche motivo, Gigi la Trottola.
bah anche io voglia di vedere questo 3 nessuna, e i primi due non è che mi sono dispiaciuti solo che li ho già dimenticati -tranne il drago-
Avrà incassato un botto ma, al netto di una rece abbastanza cattivella, non è partito manco un flame segno che anche i fan hardcore non abbiano gradito molto l’operazione.
Complimenti per l’analisi accurata, siete sempre i migliori
OT: ieri ho visto al cinema il trailer di Exodus, seeee io sono già al cinema.. il fratello scemo di Meraviglia può tornare a sorprenderci
ma magari un film su Gigi la trottola!!
tutti in coro:
“Ohhh che vita sopraffina, quando c’è in giro qualche bianca mutandinaaa”
@Stanlio Kubrick: grazie per aver espresso meglio di me quello che intendevo dire riguardo l’Ombra di Mordor. Anche i miei comandanti Uruk sono cazzutissimi, ma lo è anche qualche nemico. Quello che prima di morire mi guarda dritto e senza implorare pietà prima dell’ultimo colpo dice “La Morte mi ha sempre accompagnato. Ora saprò che volto ha” ha più carisma di tutti gli orchi del film messi insieme.
@meme: nemmeno io penso che non si potesse fare altro. Si poteva fare un piccolo gioiellino d’autore (tipo il Labirinto del Fauno per capirci), che certo non avrebbe incassato cosi tanto ma avrebbe rischiato di rimanere nella storia del cinema. Il problema è che la riduzione cinematografica de “Lo Hobbit” esce DOPO quella del “Signore degli Anelli”, mentre il libro non è solo ambientato PRIMA, ma è anche uscito PRIMA
Scusate, sono un po’ tonto: io il terzo capitolo l’ho visto ma son qui che conto e mi manca un esercito. Cioè: umani, elfi, nani, orchi… e non mi dite animali che m’imminchio!
E invece, Bob… il quinto esercito sarebbero aquile e mutaforma, che arrivano come deus ex machina per svoltare le sorti della battaglia (come fanno poi anche nel SdA peraltro).
Diciamo che Jackson non lo rende chiarissimo ecco.
La spiegazione più completa e spettacolare dell’arrivo di Aquile e Mutaforma immagino sarà il motivo per vendere l’Extended Version…
Evvabbè… Stanlio la rece spacca. Il film no. Quando hai un drago e lo morti nei primi dieci minuti che ci vuoi fare? Grazie per la tristissima precisazione.
Recensione incredibile, completa e competente. Grande Stanlio. Secondo me il film ha abbassato veramente gli standard e il pubblico. Girando per la rete è pieno di persone che hanno amato anche questa triologia per i motivi più sbagliato. Gente che, approfondendo chi sono e cosa gli piace, ti verrebbe voglia di spaccargli una sedia in testa. Per dire, parte del pubblico di Twilight ha goduto questa cosa qui. Ho visto solo i primi due capitoli in modo davvero molto distratto e di vedere una battaglia in CGI di due ore senza senso non ne ho proprio voglia. A quel punto prendo davvero in mano un pad e gioco io che di guardare un tutorial di due ore su youtube sai che noia.
Questo proliferare di nani mi ha indotto a rinnovare l’idea che vado riproponedo ciclicamente, ossia fare una grande cena tutti insieme. Questa volta però per scatenare una adesione da infervorati dell’Isis vi allego il menù della cena, che sarà offerta dal sottoscritto ai presenti.
Alla mia trattoria il menù è questo. Siete tutti invitati.
Primi piatti
Orecchiette di nano in salsa rosa
Soutè di coscine di nano
Pappardelle al nano giovane
Fritto misto di dita di nano
Chele di nano
Secondi piatti
S-piedini di piedi di nano
Involtini di nano
Arrosticini di scapole di nano anziano
Crocchette di piedi di nano
Scaloppine di nano in agrodolce
Dessert
Sorbetto di pistulino di nano al limone
Cordialmente
Ciobin Snjder Chester
Da fan di Tolkien che si è letto tutti i libri e che per anni ha giocato anche al gioco di ruolo vorrei dire la mia.
Se dovessi giudicare la trilogia in base alla fedeltà al libro il mio giudizio non potrebbe essere che deludente (e questo si applica anche alla prima trilogia). Ma il cinema, come qualcuno ha scritto sopra, è un’altra storia. Soprattutto sono cambiati gli anni in cui appaiono le due opere. Forse scritto oggi lo hobbit passerebbe inosservato.
Concordo con la recensione quando si dice che il regista ha completamente stravolto lo spirito originario della storia creando qualcosa di epico che dovesse essere un prequel del Signore degli anelli.
Per quanto ne lo hobbit gli avvenimenti siano, più o meno, quelli descritti nel film, nel libro essi sono raccontati in maniera nettamente differente proprio per stimolare quel senso di meraviglia più rivolto verso i bambini che gli adulti. Manca, volutamente, nel romanzo quella epicità, quel pathos, quella sofferenza, anche quella introspezione dei personaggi che troviamo nel signore degli anelli. Figure tragiche come Denethor o Theoden, personaggi complessi come Saruman (che non è schiavo di Sauron ma ha un disegno politico autonomo in testa) ne lo hobbit non ci sono. Il massimo di dramma interiore è quello di Bilbo (imparagonabile a quello di Frodo che deve affrontare ben di peggio) e l’avidità mostrata da Thorin e, tutto sommato, ben resa nel film.
Detto questo, a costo di farmi odiare, ci tengo a precisare qualche punto:
1) concordo con “morte ai falsi nani” e non perchè siano scorreggioni o sopra le righe (da Jackson che è sempre stato un amante degli elfi non mi aspettavo altro considerando come ha trattato Gimli nella prima trilogia) ma perchè sono una sorta di funamboli soprattutto nel primo e nel secondo film. Diamine i nani sono esseri bassi e poco agili il cui tratto distintivo è la resistenza e la forza. Un nano non combatte facendo saltelli, piroette o acrobazie. Combatte con entrambi i pedi saldi a terra, un’ascia bipenne in mano menando fendenti. La difficoltà per gli avversari è proprio nel buttarlo a terra. Un nano è quanto di più vicino ci sia ad un essere inamovibile. Una volta che si piazza nel campo di battaglia non lo sposti se non uccidendolo.
Nell’unica battaglia in cui vedi i nani di cui parlo (la battaglia del terzo film) finalmente si vede Dain con un bel martello a due mani che fa strage però…. però diamine non si può vedere un nano senza elmo che dà e riceve testate da orchi con l’usbergo e questi ultimi cadono manco avessero cozzato contro una montagna mentre Dain rimane in piedi tranquillo e pettinato. E’ una fesseria alla pari delle acrobazie di legolas
2) parlando del mostro (legolas appunto) io lo odio profondamente. Nel romanzo e ancor di più nel film ma, nonostante ne lo hobbit non sia mai esplicitamente citato è verosimile che abbia partecipato a quella battaglia dato che è uno dei più abili guerrieri della sua casata. Che poi faccia cosa contro la fisica è un’altra storia
3) tutte le digressioni su Sauron e Dol Guldur non sono nominate ne lo hobbit ma nell’appendice del signore degli anelli e servono, appunto, per legare le due saghe. Dato il punto di vista di Jackson non mi sono sembrate così artificiose, si sposano bene con la trama e danno anche un senso più generale a tutta la vicenda. Lo scontro di Saruman, Elrond e Galadriel contro i nazgul è forse eccessivo ma tutto sommato gradevole (e poi Jackson doveva ripagare Lee di non avergli dato lo spazio che meritava nella prima trilogia)
4) non sono concorde che nell’opera tolkeniana non ci sia la sessualità. Ne lo hobbit sicuramente manca e la storia d’amore tra elfa e nano è posticcia e inutile ma ricordiamoci nel signore degli anelli il triangolo Aragorn-Arwen-Eowyn dove qualcosa si intravede. Certo è tutto narrato in tono epico, indubbiamente meno sessuale di un Ariosto e del suo Orlando, ma la tematica viene un po’ affrontata seppur marginale
5) infine sull’ultimo film due appunti: il drago muore in maniera ridicola ma purtroppo questo è il libro e credo che qualsiasi lettore ci è rimasto male quando lo ha letto. Ciò che io ho trovato insopportabile è la battaglia. Non solo per le cose dette sulla mancanza di ferite, cadute, stile di combattimento ma proprio nell’ispirazione. Nel libro la battaglia dei 5 eserciti è una cosa piccola. Per intenderci Tolkien parla di 500 nani, altrettanti elfi e un po’ di uomini. Gli orchi un po’ di più ma nulla di particolare. E infatti nelle inquadrature dall’alto si vede che stiamo parlando di pochi elementi coinvolti rispetto al fosso di Helm o la battaglia di Gondor. Perchè quindi rendere grandiosa una battaglia che non lo è? O fai aumentare di numero i partecipanti e la rendi qualcosa di mostruoso o, se vuoi essere fedele ai numeri del libro, non pomparla così. Eppure Jackson nel rievocare la storia di Thorin e Azog di fronte a Moria aveva girato bell sce di combattimento.
Chiedo scusa per la lunghezza del commento ma volevo condividere queste mie impressioni
@Robert Redford: le digressioni su Bosco Atro e il Negromante sono citate in Lo Hobbit, ho anche riportato il passaggio. Solo, senza la gravitas che assumono poi quando Gandalf lo racconta a Frodo nel Sda, o nelle appendici. Lì è una nota a pie’ di pagina, anche perché al tempo Tolkien non aveva ancora sviluppato un’oncia della sua epica, e “il Negromante” era un escamotage narrativo per togliere dal cazzo il deus ex machina e lasciare che fosse Bilbo a brillare. Lo scontro in sé non è mai descritto nei dettagli, solo spiegato in quanto evento fondamentale nell’economia del conflitto (il male si sta risvegliando, viene sconfitto ma non distrutto, fugge, torna a casa Lassie, Barad Dur et cetera). Come l’ha reso Tolkien (i Power Ranger contro il guerriero vagina) è roba oggettivamente imbarazzante però.
Vero, il drago muore relativamente presto anche nel romanzo. Solo che da quando muore a quando finisce il libro passano forse una cinquantina di pagine nelle quali il protagonista è PRIVO DI SENSI. Qui c’è l’hype sul drago per due film e poi decidi di farlo morire all’inizio del terzo? Piuttosto chiudi il secondo con la freccia di Bard e ciao. Ma no, serviva prima farci vedere la famigghia di Bard che fugge dalle rovine di Pontelagolungo.
Sulla sessualità, ti consiglio se non l’hai già letto La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey, che dedica spazio (anche, tra le mille cose) al rapporto di Tolkien con l’altro sesso e al modo in cui questo filtra nelle sue opere. Anche il “triangolo” del SdA è più che altro funzionale a far disperare Eowyn e darle motivazioni per fare quel che poi farà, visto che non c’è mai il dubbio neanche alla lontana che tra lei e Aragorn possa scattare qualcosa – perché l’amore angelico per un’elfa immortale che sceglie di diventare umana et cetera trionfa su tutto. Basta guardare come Tolkien ha conosciuto la moglie Edith, come la considerava e il fatto che sulle loro tombe c’è scritto BEREN E LUTHIEN, ossia la storia d’amore più angelicata e asettica della storia del fantasy mondiale credo, quasi religiosa.
Una considerazione personale sullo scontro tra il guerriero-vagina ed i Power Rangers (definizioni fantastiche BTW), se mi permettete di fare il nerd Tolkieniano. Nel Signore degli Anelli, quando si richiamano gli eventi de Lo Hobbit si chiarisce bene come Sauron li abbia perculati. Ovvero che si fosse installato a Dol Guldur per distogliere l’attenzione da Mordor (dove stava ricostruendo il suo VERO apparato logistico-militare) e che la cacciata da tale roccaforte fosse stata quindi da lui prevista e fosse funzionale al suo piano; dal punto di vista geopolitico l’unico (grande) risultato degli eventi de “Lo Hobbit”, oltre ovviamente al ritrovamento dell’anello, è l’eliminazione dalla scacchiera di Smaug che se (ed è un grosso se) si fosse messo d’accordo con Sauron avrebbe costituito un enorme problema per tutti. Ma dato che ovviamente non ci saranno “nuovi” film del Signore degli Anelli a chiarire la cosa, mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato qualcosa al termine dello scontro che lasciasse capire come Sauron non fosse quel fesso, nemmeno tanto forte , che sembra essere in questo film, dove sembra sconfitto nemmeno da tutti i Power Rangers ma solo da quello Rosa (Galadriel)
Per quello dicevo che tutta la geopolitica della TdM è completamente SBALLATA in questo film, si fa accenno a una minaccia che ai tempi della scrittura del romanzo non esisteva nella mente di Tolkien (che banalmente non era ancora stato in guerra) e la si rende integrale alla vicenda (Smaug definito “servo dell’Oscuro Signore” o qualcosa di simile, ma oh?!), si fa passare Sauron per uno che diamine, questa volta ho perso, ma ora vado ad allenarmi un po’ e vedrete tra sessant’anni!… et cetera. È retcon purissima, e fatta male.
Il sottoscritto aveva già profetizzato il tristume di questo progetto fin già dall’uscita del primo trailer e ricordo ancora parecchia gente tutta speranzosa e pigliata bene. Facile mò fare le bandierine e seguire la corrente “film di merda a prescindere”…
@Stanlio Io non capisco ancora di cosa parla Cloud Altas. Mah?
Bravissimo Stanlio, forse hai perso pure troppo tempo con quest’operazione completamente sbagliata dall’inizio alla fine, ma le critiche vanno spiegate bene.
Concordo con tutti i difetti, a me però la cosa in assoluto che più disturba (già con la vecchia trilogia) è il montaggio di questi film. Ci sono evidenti scene sbagliate e mini-storie che vanno perdute all’interno della storia più grande, e poi mi vengono a dire “eh ma ci sono nell’edizione estesa”. Certo perchè ho proprio intenzione di regalare altro denaro a sta gente qui… Vado al cinema per vedere un film fatto e finito, a meno che non sia dichiaratamente un episodio, perchè cazzo dovrei comprare il bluray per vedere la trama che fila?
Ma il vero problema è che ho amici fans di ste robe qui e non di film asiatici in cui la gente muore male. Questo è il motivo per cui me li sono sorbiti tutti…
Nella foga ho perso un pezzo: violenza edulcorata a più non posso. Altro che PG-13… I miei nipotini sarebbero più spaventati da un cartone animato del pomeriggio
Prova
@nanni
Ho mandato mail xche ho problemi col sito…puoi vederla? Tks
si ok voi tutti parlate molto bene e scrivete meglio, la recensione è da applausi ma io avrei detto solamente una cosa (che quella del quinto esercito che manca all’appello l’hanno già scritta): la battaglia si stava mettendo male, ma finalmente thorin si ripiglia e decide di combattere. 12,13 nani? quanti erano non ricordo? e cambiano le sorti di una battaglia contro centinaia di orchi assassini alti due metri e pesanti almeno tre? ma dove andate piccoli, tornate a giocare sull’altalena.
Ah cosa numero 2: muore l’orco cattivo. bene, la battaglia è vinta! ma vuoi metterci, che so, una ripresa di un orco bastardo che vede da lontano la dipartita del suo capo e dice ai suoi amici orchi: “hey ragazzi, siamo fottuti! scappiamo! abbiamo perso!”? oppure boh, perdi due minuti di riprese per far vedere che i nani rompono il culo con le testate di ferro e i cattivoni se ne vanno via? NO! NIET! NADA!
Per me è questo che ha dato il colpo di grazia, ed è un peccato perchè i primi due capitoli, soprattutto il secondo, li avevo apprezzati molto.
Per il resto avete tutti ragione e vi voglio bene per questo
Be` i nani e` noto che hanno un bonus di +4 al tiro per colpire contro gli orchi…
Avete presente quando ti chiedono come ti è sembrato un film?ecco, nel caso dell hobbitmerda, avrei voluto dire le stesse cose della rece, parola per parola. Ma di legolas che fa super Mario mentre il ponte crolla ne abbiamo parlato????
OT
si per carità dark souls 2 è forse il goty ma demon’s souls lo prende a pizze in faccia
@Vin: DON’T. Non abbiamo abbastanza spazio SULL’INTERNET per affrontare la discussione.
Non credo che la citazione di Viggo sia filogicamente corretta anzi ho sentore sia l’epitaffio sulla cioccolata di casa Jackson, in quel periodo sono portato a pensare che il soprannome di Granpasso fosse lungi da venire.
Come detto sopra è da sbellicarsi quando richiedono l’aiuto di Thorin e la sua manciata di nani quando gli orchi li superano di un milione a uno o che orchi guerrieri preparati alla stessa come paventato da qualcuno che ora mi sfugge vengano uccisi da pescatori che brandiscono armi per la prima volta, ossia la prima sortita nella città li vede perire! Come vedere dei berretti verdi fare irruzione negli stabilimenti dell’ikea e morire sotto i colpi degli operai.
Uh @Nessuno c’hai ragione, era il nick che adottava quando si spostava a sorvegliare la Contea. Però mi hai fatto scattare la scintilla e sono andato a controllare sulla timeline, e di fatto ai tempi del viaggio di Bilbo Aragorn aveva dieci anni… gran botta zio, hai appena DEVASTATO ulteriormente questa merdata!
@Lars: il tuo ultimo commento mi ha fatto ridere fortissimo, poi sull’onda del nerdismo stimolato da Nessuno mi sono fermato a pensare e il racial trait bonus per i nani contro gli orchi è solo +1…
scusascusascusascusascusa
Vedrai che mi confondo con i bonus da ranger. Ormai non ci capisco piu` una cippa. Nella 5e mi sa che l’hanno pure perso il bonus
‘sti nanacci di merda
vabbe` niente, alla fine m’hai messo la pulce nell’orecchio e ho aperto il manuale: confermo, niente piu` bonus :( ha ragione renegade, gli orchi avrebbero dovuto farsi degli spiedini di culi di nano
Non voglio fare l’espertone fastidioso che puntualmente arriva e dice “Maaa si vedeeeva subiitoo che era una merdaaa” però appena annunciarono la divisione in tre capitoli capii che non poteva che essere guano riscaldato, mi pare ovvio che Jackson sia stato colto ormai da tempo dal terribile morbo di George Lucas (ma chiamalo scemo con i i miliardi di paperdollari che sta facendo). Detto questo ottima rece che mi ha tolto ogni dubbio sul vedere anche un solo capitolo della trilogia. Anche secondo me nella mani giuste sarebbe potuto venir fuori un bel (e preciso UNO solo) film. Personalmente ho apprezzato di più Lo Hobbit alla trilogia (mi riferisco ai libri), più compatto e con una atmosfera fiabesca e casalinga piacevolissima; ovviamente rendere bene il libro avrebbe portato a un film più contenuto che non avrebbe incassato un gozziglione di dollari come preventivato, vabbè. Unica curiosità, Stanlio, come cazzo giustificano la presenza di Legolas e degli altri personaggi infiltrati dal SdA?
Visti l’1 e il 2, saltato il 3.
Operazione commerciale come poche, non sono nel partito dei FANATICI PER L’ADERENZA ALL’OPERA ORIGINALE ma per me il momento-morte non è l’inizio del primo ma la fine del primo: i nani (thorin in particolare) riconoscono bilbo come “loro pari”, situazione completamente fuori registro da tutto quanto visto prima. Infatti al termine mi dissi: “vabè dai, un paio di piccole gemme tipo gollum e la battaglia tra i giganti di pietra col 3d superfigo, il film si lascia anche vedere, ma con un finale così illogico che si inventano nei prossimi?”
E infatti avevo ragione, nei successivi minchiate senza senso (l’interracial!!!) e senza costrutto.
Però 2,5 miliardi di dollari, in continuo aggiornamento… temo che alla fine gli fregasse solo questo, quindi soddisfazione, e magari un pensierino a un bel REBOOT tipo l’uomo ragno
VOglio rassicurare tutti: Christopher Tolkien, ovvero il figlio di JRR, ovvero il detentore dei diritti, s’è detto talmente *schifato* da questi film che, ai produttori ha detto “Puppa la fava”, quando si sono avvicinati per chiedergli di acquistare i diritti su altre opere (tipo il Simarillion)
Detto questo: visto il primo, noiosissimo film, con quella orribile sequenza di goblin plasticosi e, a parer mio, fatti malissimo, nelle grotte. Bello Gollum, noia, ma davvero noia il resto.
Del secondo, ricordo solo il drago, la bestemmia del love intrest “perchè sì” e Cumberbacht (o come si scrive) che dice I AM DEATH (vedetevelo in lingua, cazzo, merita).
Il terzo aspetto che esca una versione decente per vedermelo scaricato. I miei soldi non li avranno PIU’.
Ah e *90 minuti di applausi* per la recensione di Stanlio.
Recensione stellare!
Hanno cagato in faccia a tutto quello che c-era di buono nella VERA trilogia facendo un polpettone che sembra piu’ una perdita di tempo..
E ora mi chiedo.. col Simarilion che ha TUTTO, dall amore vero, quasi unico e che vale un film a se, ai tradimenti, alla genesi che sa di fantasia di disney.. dovevano per forza fare questa accozzaglia basata sul… NULLA???
Serve um film dove, finalmente, vincano gli orchi
#5 i Mannari, che (Wikipedia dice) compariranno solo nella versione estesa. Accuratissima la rece. Grazie.
Perfettamente d’accordo il 2° è il migliore per la scena dei barili e il drago. Il 3° è una cosa ignobile: personaggi che spariscono, scene di battaglia senza senso, le aquile 3 secondi netti.
Beh poi, come già detto da tanti, si stanno mazzuolando tra centinaia di nani ed orchi, escono in 12-13 e risolvono in mezzo minuto? Ma ouh!
Chiaramente Jackson non aveva voglia di farlo sto terzo capitolo e poi dai su è stata fatta una trilogia solo per richiamare la prima del SdA ma 2 film erano già più che abbastanza considerando il materiale da cui è tratto.
Incidentalmente: non è che i nani puzzano. Nei libri ci sono storie d’amore tra esseri umani ed elfi e non tra nessuna di queste due razze e i nani perchè per ragioni “teologiche” chiare a chiunque conosca l’origine delle razze stesse, uomini ed elfi sono popoli “vicini” tra loro, i nani no. Punto e basta.
Il quinto esercito è quello dei mannari che nel film sono stati fatti oggetto di downgrade e son diventati i “cavalli” degli orchi.
Giusto per non lasciare errori palesi in una pagina che fra recensione e commenti si difende bene
Uhm no, il quinto esercito stando al libro sono le aquile e i mutaforma.
Per prudenza vado a controllare immantinente però.
Io non ho controllato ma ne sono praticamente certo. Anche se 72 è l’anno di nascita e ho letto Lo hobbit che facevo credo la 1 o la 2 media.
Se ricordo male potrei restarci peggio!
Allora, il testo originale dice
Upon one side were the Goblins and the wild Wolves, and upon the other were Elves and Men and Dwarves.
e tre pagine dopo arriva l’esercito delle aquile al grido di The eagles! The eagles are coming!.
Immagino che si possa interpretare la cosa in entrambi i modi, a questo punto. Io Lo Hobbit l’ho letto la prima volta in quarta elementare e da allora sono rimasto convinto che con “cinque eserciti” Tolkien intendesse Goblin + Warg (per usare i termini inglesi e non fare casino) da una parte e Nani, elfi e umani + aquile & Beorn dall’altra, più che altro perché Tolkien descrive i mannari come animali da monta e poco più, mentre le aquile hanno un re et cetera.
A questo punto però mi fai venire il dubbio di aver sempre interpretato male quel passaggio.
Giuro che la chiudo qui ma secondo me la prima frase che hai citato è piuttosto chiara, no?
Upon one side were the Goblins and the wild Wolves, and upon the other were Elves and Men and Dwarves.
Traducendo…mi pare dica da una parte c’erano questi e quelli dall’altra questi quelli e quaglialtri per un totale di 5. Non ho mai ipotizzato fosse una somma 1\2+1\2 contro 1+1+1
Senza entrare nel merito delle Aquile e del loro “sorvolare” le questioni della Terra di Mezzo (con annesse domande bimbiminkia del tipo “ma non poteva farsi portare direttamente dalle aquile e buttare sto anello?”) che mal me le fanno considerare come una parte degli schieramenti in senso stretto.
Volendo fare un’incredibile punta al cazzo posso dirti che insieme a orchi e mannari c’erano anche i pipistrelli (“bats” li chiama Tolkien, senza entrare nei dettagli però), e io ho sempre considerato “i cattivi” un’entità unica, un singolo esercito. Da cui le aquile. Son ragionevolmente sicuro che anche parecchi commentatori di Tolkien abbraccino questa interpretazione (quella delle aquile dico, non dei pipistrelli). Ma sì, è davvero fare la punta al cazzo. Appena torno a casa vado a spulciarmi un po’ di roba critica per curiosità, però.
Wiki dice che il 5° esercito erano i mannari: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_dei_cinque_eserciti
Non prenderei Wiki Ita come fonte affidabile però.
Ma ciò detto, e a fronte della schiacciante evidenza e del fatto che con il romanzo sono andato a memoria e non lo rileggo da tipo cinque/sei anni, sono prontissimo ad ammettere che sulla storia dei cinque eserciti io possa aver scritto stronzata (o in alternativa che non ci abbia capito un cazzo negli ultimi venticinque anni di vita, anche).
Dai non è non averci capito un cazzo. Solo una cosa data per scontata chissà per quale motivo.
Facendo esegesi dal testo però…5 eserciti…e si citano 5 partecipanti tutti uniti dalla parola “and”. A me pare palese.
Se fosse come ipotizzavi tu credo avrebbe scritto Upon one side were the Goblins RIDING the wild Wolves oppure magari Upon one side were the Goblins WITH the wild Wolves ma quegli and pari pari proprio fra 5 parti in una cosa che è la battaglia dei 5 eserciti…troverei forzata ogni altra ipotesi
Tranquillo però credo ci sia di peggio
È che quando sei giovane e ti convinci di una cosa, poi hai voglia a staccartela di dosso una volta che invecchi e rincoglionisci.
Ma roba che non mi sono mai più posto il problema da allora, eh?
Vabbè ma alla fine: chi se ne fotte?:D
Recensione fantastica, per stile e contenuto…
Qualcuno ha nominato Lucas (che, al contrario di Jackson, un buon regista non lo è praticamente mai stato) e ho avuto una visione tipo Palantir di come sarebbe potuta essere diretta da lui..ho visto solo Nazgul che atterravano in continuazione…
Non sono stato un lettore dei due libri, ma fui un discreto fan della prima trilogia cinematografica.
Di questa seconda, già ho capito l’andazzo dal primo film, visto al cinema un paio d’anni fa: una ri-edizione del Signore degli anelli, ma fatta 10 anni dopo, dove non c’è più alcuna sorpresa per paesaggi mozzafiato uniti a mostri fantasy, anelli e esseri deformi che vanno appresso ad un anello.
Nel decennio in mezzo, questo filone è stato proposto, riproposto, imitato e replicato in tutte le salse.
Ormai annoia
Gli altri due film, me li sono tranquillamente risparmiati; e mi avete dato conferma, che ho fatto bene
Mai piaciuto Peter Jackson.
Nè tanto meno il genere fantasy.
Il primo capitolo del SdA m’ha sfranto le palle dal primo all’ultimo minuto.
Quando un giorno un tizio, parlandomi del terzo capitolo, estasiato annunciava “mai ho visto al cinema la gente applaudire ed alzarsi in piedi al termine del film” ho capito quanto male al mondo i i fanboy stanno facendo.
Un regista che alla prima del suo film si presenta scalzo per fare l’hobbit sarebbe secondo me da fucilare.
Peter Jackson è solo un coglione a cui hanno fatto dirigere tre film di merda per pagarsi la liposuzione.
Doveva liposucarsi il cervello.
“Il bandolo della matassa? Non pervenuto.”
Perviene perviene caro amico stanlio bro.
Come funziona decidere come alimentare il caminetto del cuore.
Ci getti un libro o un dvd?
@Ciobin Van P
Tra il primo e il secondo ci stà uno sgroppino al muschio?
Basta una sola parola per descrivere questo film ,la trilogia e pure quella precedente…..NOIA!
da fan del genere, gli ho visti tutti e 3 e non si può che concordare con la recensione, purtroppo che PJ avesse perso la brocca si era capito già con king kong e amabili resti, ma qui ha definito nuovi standard di noia e giri a vuoto, ed è un peccato perchè non mancano i bei momenti fatti bene come l’incontro tra bilbo e gollum o il drago che attacca la città…
Forse sfugge qualcosa a tutti..parlando dei libri,Lo Hobbit in confronto ad SDA era di una banalità sconcertante..era inevitabile che un film su Lo Hobbit non avrebbe mai potuto essere ai livelli del SDA..ergo nessuno ma dico nessuno si sarebbe mai dovuto aspettare che potesse essere fedele al libro,proprio perché era troppo banale e non avrebbe mai retto il confronto con la prima trilogia..Io credo che PJ sia stato fin troppo bravo ad elevare lo hobbit ad un’opera più vicina al SDA di quanto non lo fosse il libro stesso. Ma che vi aspettavate? Per l’opera da cui ha preso spunto direi che ha fin troppo valore.
Per un nano che rutta in una sola occasione in 6 ore di trilogia avete gridato allo scandalo..L’amore carnale?ma dove lo avete visto?ok possa essere ridicola l’idea che un elfo si innamori di un nano, ma a parte la battuta sui pantaloni mi sembra che di carnale ci sia ben poco. La CG mi è sembrata eccellente nonostante le sequenze a volte troppo frenetiche..a me non ha annoiato anzi mi ha divertito ed entusiasmato..e si io approvo la decisione di pj di creare un collegamento con il SDA,rendendo il tutto piu epico. E poi i power rangers?hahaha il commento mi ha fatto sorridere,ma seriamente non vedo cosa ci sia di male in quella scena..il problema è che siete un po troppo puristi e conservatori..mooolto poco originali
Oppure semplicemente si tratta di un brutto film, che, rutti o meno, il punto non è quello, non coglie minimamente lo spirito del libro da cui è tratto. Non voglio offendere nessuno ma già dire che lo Hobbit è banale rispetto al Signore degli Anelli (due lavori che non si possono paragonare, per tanti motivi alcuni dei quali piuttosto ovvi) mi fa pensare che tu abbia capito poco di questo gioiello, così come mi sembra tu abbia capito poco anche della recensione e di certi commenti compreso il mio. Ma forse hai ragione te, io sono un purista conservatore (ecco, questa definizione si mi fa ridere) e buon per te che fai parte della schiera di gente dalla mentalità aperta, così aperta da considerare Lo Hobbit una storiella che in pratica, da quanto dici, viene persino migliorata da ‘sti film. Fine della mia piccola “polemica” e opinione.
amabili resti in effetti e` una sbadilata sulle palle come pochi film al mondo
Sono fermo a 2/3, ed in entrambi i casi mi sono addormentato a metà film, risvegliato verso la fine (Smaug vince facile, ma lì il merito è della WETA, mica di Jackson) e incazzato sui titoli di coda. Non avendo letto il libro, guarderò il terzo per saperne parlare, con un termos di caffè sul comodino.
@ Jarni: vogliamo parlare degli haters ad oltranza?
“sono grandi, enormi, gigantesce, con godzillioni di comparse digitalizzate e scenografie cilcopiche; ok, ma quando comincia l’azione? Non si capisce una mazza: inquadrature ad minchiam e montaggio velocissimo che ammazzano tutta l’azione e il senso di grandezza dello scontro.
Uno pensa: ok, è un impedito, ma che pretendi, sono scene bigger than cinema, è normale inciampare. Peccato che la stessa cosa succeda quando deve costruire normali scene di dialogo, con enfasi messa alla cazzo, battutte orrende e montaggio imrpovvisato, dove le inquadrature non si incollano.”
O_O Altri revisionismi? XD
Mamma mia, qua nascosti dietro un nick ad atteggiarsi! Potere di internet! XD Ridiamoci su!
Vai con il luogo comune su Lucas! XD La scena del sabbipode o come si chiama si può dire al massimo, ma quella dipende più dal montaggio.
“Di questa seconda, già ho capito l’andazzo dal primo film, visto al cinema un paio d’anni fa: una ri-edizione del Signore degli anelli, ma fatta 10 anni dopo, dove non c’è più alcuna sorpresa per paesaggi mozzafiato uniti a mostri fantasy, anelli e esseri deformi che vanno appresso ad un anello.
Nel decennio in mezzo, questo filone è stato proposto, riproposto, imitato e replicato in tutte le salse.”
Quoto!
“Detto questo: visto il primo, noiosissimo film, con quella orribile sequenza di goblin plasticosi e, a parer mio, fatti malissimo, nelle grotte. Bello Gollum, noia, ma davvero noia il resto.
Del secondo, ricordo solo il drago, la bestemmia del love intrest “perchè sì” e Cumberbacht (o come si scrive) che dice I AM DEATH (vedetevelo in lingua, cazzo, merita).”
Perché sei andato a vedere il secondo se non ti è piaciuto il primo? Masochismo? Si scherza. XD Di solito questo blog è bello anche per i commenti gogliardici ed irriverenti, ma qui alcuni sono proprio invece presuntuosi e da sacentini. Mah!
“Sono fermo a 2/3, ed in entrambi i casi mi sono addormentato a metà film, risvegliato verso la fine (Smaug vince facile, ma lì il merito è della WETA, mica di Jackson) e incazzato sui titoli di coda. Non avendo letto il libro, guarderò il terzo per saperne parlare, con un termos di caffè sul comodino.”
Discorso simile ed ironia spicciola. X Scherzi a parte, fin’ ora ISDA penso sia l’ ultimo grande kolossal cinematografico in grado usare molto bene scenari reali, CGI, comparse… insomma unire cinema vecchio a cinema nuovo. Speriamo che prima o poi arrivi un nuovo grande bel kolossal.
L’ unica mezza cannata l’ ha fatta sul protagonista. Come per qualche scena doveva rifarsi quantomeno al film di Basky oltre ovviamente al libro! Troppo fragile. Poi boh!
Ponderando e riponderando mi è sorta questa obiezione: perché non riprendere quasi alla lettera gli scritti di Tolkien sul tema? Ne ISDA Jackson doveva per forza adattare e decurtare la gigantesca mole di materiale a disposizione, qui poteva sfruttare TUTTO (si, vabbe’ ci stava il cameo di Legolas ma cameo NON vuol dire coprotagonismo) il materiale, romanzo, appunti, appendici, scritti ritrovati ecc, ecc. Magari giocare coi flashback per farci conoscere la storia della famiglia di Thorin a poco a poco, ma aggiungere un Azog ancora vivo e i due cloni di Jar JAr Binks (Tauriel & Alfried), uno sconosciuto Negromante (Gandalf & Co. sapevano da tempo che si trattava di Sauron), i Nazgul sepelliti… il tutto poi per presentarsi nelle sale con un terzo film monco e montato alla cazzomannaggia… dio che tristezza, che amaro in bocca, che bruciore allo sfintere…
Concordo al 100% con la recensione di Stanlio Kubrick! Ho visto il primo film di questa trilogia-pattume e sono rimasto basito… spudorata operazione commerciale che non è ne’ intrattenimento e ne’, tanto meno, arte. Un film che mi ha stupito per la sua capacità di…boh! Di nulla! Le scene che suscitavano un minimo interesse, nella quale si intravedeva un tentativo di portare “Lo Hobbit”(opera letteraria di grande bellezza) su grande schermo, erano bilanciate in negativo dalle banali minchiate di cattivo gusto e dalle inutili digressioni per allungare il brodo. Ugualmente però ho voluto dare fiducia a PJ auto-imponendomi la visione del secondo film (ho visto entrambi al cinema): non sono uscito prima della fine solo perchè sono visceralmente tirchio e ho aspettato quasi tre ore prima di ammettere di aver tirato via i soldi del biglietto. Sì perchè se col secondo film viene fugato via ogni dubbio: LA TRILOGIA DE LO HOBBIT NON E’ UNA TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA DEL LIBRO DI TOLKIEN. Che cazzo sia non lo so, è qualcosa di noioso, banale e palesemente indirizzato a un pubblico di età inferiore ai 15 anni. Il terzo film non l’ho visto e non penso proprio di vederlo per due motivi: 1 esistono un’infinità di modi mogliori con cui posso perdere tre ore di vita davanti a uno schermo e 2 perchè questo tipo di cinema va boicottato e combattuto con qualsiasi mezzo!
Nonostante i commenti negativi devo dire che peter Jackson ha creato una gran bella trilogia. Ho letto il libro e guardando i film posso dire che ne sono soddisfatto. Non è semplice proporre i testi di Tolkien in film e anche se Jackson ha voluto fare un suo arrangiamento( mettendo tauriel e il nano) ha comunque centrato l’obbiettivo. Non è neanche semplice produrre dei film così importanti quindi ringrazio Jackson per i film che mi ha dato e dico a chi fa commenti troppo tecnici e da sapientone di “provare” a fare loro delle trilogie così e voglio vedere cosa ne esce… Cmq lo hobbit e il signore degli anelli restano e resteranno le migliori trilogie che abbia mai visto!
Concordo con te. I tre film non sono stati proprio dei capolavori ma sono molto belli, anche se quella storiella d amore tra nano ed elfo fa schifo, comunque I film sono buona opera. E poi a me non mi hanno annoiato i film, anzi mi hanno esaltato e mi sono divertito. Poi è bella l idea del regista di come ha rappresentato il fatto che sta per incombere la minaccia di Sauron.
Che la trilogia del signore degli anelli fosse una una GRAN trilogia credo che pochi lo possano negare. Da fan dei libri di Tolkien (tranne lo hobbit che ė una favoletta “prequel” del signore degli anelli molto favoletta e poco prequel), posso dire che visivamente ed emozionalmente il SDA sta a lo hobbit come che so taxy driver a il ritorno del monnezza.
Che poi la “trilogia” di celluloide de lo hobbit sia una rilettura MOLTO ma molto in eccesso del regista rispetto alla fedeltà del “romanzo”, purtroppo ė la realtà. Per molti fattori. L’aderenza di un film rispetto al suo omonimo cartaceo ė sempre difficilissima da raggiungere per molti motivi: tecnici, budget, incapacità, etc. Secondo fattore: i danė. Se hai una gallina dalle uova d’oro che fai? La sfrutti appieno o fai il moralista stoico e vivi di ricordi del passato? Certo Jackson ci ė andato troppo pesante e ha trasfigurato il tutto, potendo fare comunque la sua porca figura con un film al posto di tre, senza cazzate tipo i rutti e le tamarrate dei nani, senza il ripescaccio di bloom e non infarcendo di cattivi un’opera che in effetti non ne contiene se non (già il nome dice tutto), smaug il drago. Do pertanto un 9 pieno alla trilogia del SDA e un 5 stiracchiato a questo lo hobbit, pensando che un’altra grande saga come le cronache del ghiaccio e del fuoco sia stata “adattata” sulla via di Hollywood. E un 9 alla recensione che hantoccato il suo culmine in questa frase: il regista neozelandese ha sicuramente letto i romanzi di Tolkien, li ha probabilmente anche amati a fondo, ma in ultima analisi non ci ha capito un cazzo. Grande!!!
Ma come vi permettete?!?!
Parlo sinceramente… Qualcuno di VOI riesce a fare una cosa del genere…Voglio vedervi fare solo la metà (le inquadrature, dialoghi, scene, photoshop) MA PER FAVORE! BASTA CRITICARE UN LAVORO DEGLI ALTRI SOLO PERCHÉ NON SI HA NIENTE DI MEGLIO DA FARE…FATEVI UNA VITA RAGAZZI…
Secondo me la maggior parte di voi parla solo per invidia o solo per aprire la bocca…Mi dispiace per tutti voi.
wow…
…. ma che davero?
…impara , Jackson! Questo sì che è un Troll!
Immagino sia un commento autoreferenziale…
Sono un lettore di Tolkien da tanto tempo, ho letto e riletto i “fondamentali” (Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion) ed anche altro (Racconti Perduti, Racconti Ritrovati e Racconti Incompiuti). Ho giocato al GdR del Signore degli Anelli (G.i.R.S.A. per chi lo conosce e se lo ricorda…….). E sono totalmente d’accordo con te dal primo all’ultimo rigo. Quando sentii dire della trilogia tratta dallo Hobbit, mi posi la stessa domanda: tre film di due ore e mezza da un libro di 400 pagine che oltretutto Tolkien scrisse per suo figlio, all’epoca bambino? Com’è possibile? Cosa ci metteranno dentro per allungare il brodo? Purtroppo avevo ragione. La trilogia in questione soffre del problema opposto rispetto a quella del Signore degli Anelli: in quello c’era troppo da mettere e questo è andato a scapito di momenti sia belli che importanti (e anche di certi personaggi, tra gli altri Faramir ma anche Saruman), invece ne Lo Hobbit non c’è materiale per fare ben tre film così lunghi. A meno che, appunto, fare una operazione davvero discutibile.
Io dopo la scena dei nani (che niente hanno a che vedere con i nani di Tolkien, né fisicamente né caratterialmente) che ruttano a tavola, come giustamente fai notare, volevo già chiudere. Inoltre, dopo altri dieci minuti, quasi dormivo.
Mi dispiace pensare a quei ragazzini che vedranno prima il film e poi, forse, leggeranno il libro con una idea ormai precostituita e sbagliata su personaggi ed eventi, perdendo la semplicità fiabesca che il libro possiede.
Faranno come per Guerre Stellari, e c’è da aspettarsi una nuova trilogia sul Silmarillion? Spero non ne abbiano il coraggio, vista la complessità di quel volume (tra l’altro, a mio parere, il piu’ bello).
nna
grandiosa recensione!
Appena finito di vedere il terzo capitolo che hanno dato per caso in tv, gli altri due non li ho visti, ma mi diverte il fatto che questo film sia tecnicamente invecchiato molto peggio rispetto alla trilogia del signore degli anelli il cui primo capitolo ha tipo 15 anni in più. Come cazzo fanno a cannare tutto in questa maniera? Non dovrebbero esserci degli standard visivi/qualitativi a cui mirare nel 2015 o il cazzo di anno in cui è stato fatto questo film? c’è un green screen che quasi quasi rivaluti la minaccia fantasma
Sinceramente…quanti minuti della tua vita hai sprecato per scrivere queste stronzate???
Con tutto il cuore: vai a cagare