
Welcome to Jesusville, Alabama
Giuro che non ho scelto The Remaining perché volevo portarmi a casa il Jimmy Bobo di febbraio grazie al regista Casey La Scala e alla bella Italia Ricci. È vero, potrei competere con questi due purosangue, Manon Serve, ho già la mia campionessa.
Giuro che non c’entra neanche il fatto che la protagonista sia Alexa Vega – anzi, ora che s’è sposata: Alexa PenaVega –, una delle mie passioni nascoste, eccezionale nel passare da preadolescente mentoruta negli Spy Kids a superzozza in Machete Kills per poi completare il suo percorso e trasmutare finalmente in rassicurante biondona americana per questo film. Anche perché la ragazza viene completamente oscurata da una deliziosa biondina.
Ma sto correndo troppo. Dicevo che ho scelto The Remaining grazie a La Scala e Vega, sì, ma per altri motivi. Il primo ha presentato il film spiegando di essersi «documentato sulla mitologia biblica» e di aver girato «un horror apocalittico filologicamente accurato» o qualcosa del genere. Ora, credo siate d’accordo con me che la Bibbia è uno dei romanzi fantasy più metal di sempre e che l’Apocalisse in particolare sembra scritta da un nerd blackmetallaro sedicenne in fissa con il bruciare chiese, l’esoterismo e i Tool (per darsi un tono). Tutto questo unito alla presenza di una che ha recitato per Rodriguez mi faceva presagire un bel pateracchio catastrofico sanguinolento e pieno di mostri, con contorno di cazzate adolescenziali e magari qualche tetta clandestina.
Se solo avessi notato che The Remaining è co-prodotto dalla Affirm Films, e se solo avessi avuto una qualche vaga idea di cos’è la Affirm Films, cioè una casa di produzione specializzata in film per cristiani evangelici. SIGLA!
Dio c’è, e ha portato l’Apocalisse con sé. Non si sfugge: The Remaining, a differenza di credo la totalità dei film apocalittici/catastrofici usciti negli ultimi seimila anni, non cerca giustificazioni altrove, non lascia dubbi e incertezze, non sfrutta il testo biblico come canovaccio per le efferatezze di boh, demoni sumeri o alieni provenienti da Cygnus X-1. È come The Mist se la predicatrice pazza avesse avuto ragione, e invece di sopravvivere e capire e combattere i mostri l’unica via d’uscita fosse stata la confessione, il pentimento, la genuflessione a un’entità superiore.
La Scala si impegna molto per sviare l’attenzione, per farci credere che all’ultimo istante cambierà tutto, che ci sia una spiegazione (assurda, sovrannaturale, demoniaca, aliena) diversa dal «Dio ha deciso che è arrivato il momento di organizzare quella festicciola lì di cui s’era discusso e che in privato ci siamo divertiti a battezzare “fine del mondo”». Mette persino in bocca a uno dei suoi personaggi il più classico dei «come posso credere in un Dio che permette tutto questo orrore?», per far nascere in noi il Dubbio Supremo.
Poi [SPOILER] lo fa morire impalato dal tentacolo velenoso gigante di uno dei demoni che l’Apocalisse stessa descrive così:
Egli aprì il pozzo dell’abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande fornace; il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo. Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare l’erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. Fu loro concesso, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi con un dolore simile a quello prodotto dallo scorpione quando punge un uomo.

Sopra: squallidi tentativi di farci credere che la spiegazione possa anche non essere davvero che è arrivato Dio a farci il culo.
La Scala si impegna, ma alla fine deve cedere: The Remaining, in pratica, è un opuscolo illustrativo sui meriti e l’importanza della confessione, oltre a essere l’horror con meno tensione che sia mai stato scritto, per un motivo molto semplice.
Comincia tutto al matrimonio di Skylar (la Vega) e uno dei tre generici educatori da oratorio che costituiscono la metà maschile del gruppetto protagonista. Una giornata gloriosa, in cui tutti si vogliono bene e si divertono come matti, nell’armonia e nella pace del signore nostro gesù cristo. Che però quel giorno è sceso dal letto con il sandalo sbagliato, e decide di rovinare l’educatissima festa inscenando un musical ispirato agli Slayer.
La prima manifestazione della fine del mondo è il morbo della morte, un morbo che poi muori e che fa cascare a terra, morte di morte, le persone che un attimo prima erano vive. Assomiglia pericolosamente alla Febbra, MA! i cadaveri hanno gli occhi azzurro ghiaccio. Significa che la loro anima è stata assunta in cielo, e i sopravvissuti, quelli che da lì lotteranno per oltre un’ora per sopravvivere ai quattro cavalieri dell’Apocalisse, sono quelli che Dio ha scelto di NON salvare.
Quindi per definizione quelli già spacciati.

Sopra: metaforoni visivi.
Come fa La Scala a sfangarla per l’intera durata del film visto che non può negare di avere già deciso che fine faranno tutti? Semplice: ne approfitta per alternare sequenze d’azione senza speranza (SIETE GIÀ MORTI! DIO NON VI VUOLE! mi veniva da urlare a ogni scena) con piccoli character piece dedicati ai singoli personaggi, che si concludono inevitabilmente con una confessione di qualche tipo e la successiva [spoiler?] morte.
Rispetto alla media degli horror americani con adolescenti, il fatto di avere a che fare con sei papaboys ha una conseguenza sorprendentemente positiva: sono tutti estremamente garbati. Al posto delle orrende teste di cazzo e idiote maggiorate che popolano queste pellicole, scelta obbligata per darci una ragione per odiarli e goderci la loro morte, abbiamo a che fare con sei ragazzi educati, rispettosi, mediamente intelligenti, gente che soffre sul serio quando deve confessare all’amata che una volta, dieci anni fa, si è scopato un’altra. Fanno tutti quanti una tenerezza estrema mentre si trovano faccia a faccia con i loro peggiori incubi, cioè la materializzazione di tutto quello che hanno passato anni a leggere e sentire ripetere da preti, pastori e predicatori e al quale non avevano mai creduto fino in fondo, perché sì OK, Dio, la morte, la resurrezione, ma l’importante è essere più o meno dei bravi ragazzi, no?
Ne consegue che, quando non ci sono mostri orrendi con la faccia di Laura Pausini che provano a ucciderli, i nostri sei amici fanno cose tipo “pentirsi di non aver ancora chiesto alla fidanzata di sposarlo” o “confessare di aver sentito la propria fede vacillare più volte in passato”. È tutto talmente lontano dalla problematica media di un protagonista di film horror che arriva ad avere un certo qual fascino.

Sopra: Don iPad ride di Tarcisio.
La Scala dirige questa curiosa reinterpretazione del libro biblico, forse creata nella speranza di intercettare quella fascia di adolescenti di fede evangelica che stanno però andando incontro ai primi dubbi e alle prime magagne da quindicenni perché non sanno come conciliare quanto c’è scritto nella Bibbia con l’erezione rampante che minaccia di bucargli i jeans, con la mano ferma e la poca voglia di prendersi rischi di uno che è solo al suo secondo film, ma come produttore ha lavorato a roba tipo Donnie Darko e a un ennesimo remake/sequel/non ho capito di Amityville. L’insistenza iniziale su camera a mano e filmati-verità fa presagire un found footage tipo [•REC] 3, subito smentito da un paio di inquadrature tradizionali. La Scala non abbandona il mezzo, semplicemente lo usa come intercalare con le scene più classiche – non si può neanche chiamarlo found footage, piuttosto la regressione è ormai a semplice “trucchetto di regia”.
Quantomeno il ritmo c’è, e quantomeno quando The Remaining rallenta è per esporre con estrema chiarezza e senza mai esagerare o trascinarsi un altro capitolo del manuale del perfetto evangelico, quindi spazio al fattore “curiosità antropologica”. Le scene d’azione invece pescano a piene mani nei trope classici del genere, da tende di doccia scostate con un rapido gesto della mano a scoprire un cazzo di nulla al tentativo un po’ ridicolo di modernizzare il classico “protagonista di film Hammer con la torcia in un corridoio buio”.

«Visto? Anche noi fanatici sappiamo essere moderni!».
Per cui, ecco. Immagino che l’efficacia di un film come The Remaining sia direttamente proporzionale a quanto siate convinti che tutto quello che c’è scritto nella Bibbia è vero o no. Non me la sento neanche di allargare il campo a “quanto siete convinti che Dio esiste”, perché sono pronto a scommettere che una larga fetta della popolazione di fede cattolica, pur credendo all’esistenza di un’entità superiore una e trina et cetera, faccia una certa fatica ad accettare l’idea che suddetta entità superiore si manifesterà un brutto giorno sotto forma di demone alato con il pungiglione da scorpione e di morbo della morte e di pioggia di ghiaccio e fuoco e di contratto a progetto di tre mesi.
Se invece come me avete un approccio razionale a tutta la faccenda della vita eterna e del paradiso e dell’immacolata concezione, ma una sana e morbosa curiosità di sapere come la chiesa evangelica incoraggi i suoi giovani fedeli a seguire la retta via del Cristo invece che le tentazioni della carne… non saprei, esistete davvero? Quanti siete?

«E poi non diteci che non siamo moderni» (la chiesa evangelica)
DVD-quote suggerita:
«Giovani, carini e… dannati per l’eternità!»
«Putting the “pop” back in… A-POP-CALYPSE!»
«Meglio un giorno da buon cristiano che un’eternità all’inferno»
P.S.: quasi dimenticavo! La mia cosa superprefe di tutto il film è lei, Michelle Williams 2.0:

BRONCETTO.
Ma i demoni con la coda da scorpione si vedono?
Quindi alla fine ci siamo arrivati: la chiesa che produce film che non sono poverate da trasmettere all’oratorio (e solo lì), ma che hanno anche il coraggio di uscire al cinematografò.
L’apocalisse è già qui.
Insomma, e’ la versione Monty Python di This is the end, ma senza James Franco e Danny McBride che si sfidano a colpi di cazzo, giusto?
certo che per essere prodotto per una chiesa… sto film mi pare pieno di fregna!!!
ci credo poi che gli schioppano i pantaloni ai poveri adolescenti evangelici!
Amici! Sollevate tutti quanti questioni molto interessanti. Vi rispondo.
@pillole: si intravedono, manco sappiamo che fazza hanno. È tutto in linea con il non-found footage: si fa intuire più che mostrare. Almeno le code da scorpione si vedono, ecco.
@Munky: chiesa evangelica, aggiungo. Cioè stiamo parlando dei più fanatici e conservatori da questo lato dei mormoni.
@Zen: sì, con la differenza che i Monty Python ti facevano scientemente molto ridere, qui diciamo che non è proprio voluto ecco. Ma è anche vero che non sono io il suo pubblico.
@Giorgio: ciò che dici è vero MA la fregna è sempre morigerata, moralista e soprattutto nessuna esce mai manco mezza tetta. Eccoti l’evangelicismo!
“Mostri orrendi con la faccia di Laura Pausini”
Rispondo con: “Nove il bove. Fa rima e c’è. STACCE”
@Stanlio: insomma più che un film è una punizione evangelica il solo vederlo.
Ma guarda, mi sono annoiato molto di più tante altre volte con film perfettamente laici e atei. Cioè una volta che superi il MACCOSA del fatto di stare guardando un film con un’agenda scritta con il pennarellone fucsia fosforescente indelebile, ti trovi tra le mani un filmetto tutto sommato carino e sicuramente divertente da vedere in compagnia tudifadi.
Per dire, vale più questo che praticamente tutti i Paranormal Activity, tanto per citare il film che secondo LA SCALA ha ispirato l’idea.
C’è qualcuno che viene eviscerato perchè busone o perchè si è rollato una canna al college?
@ Colin. “E quattro? Quattro il gattro, ehehe!”
Conosco bene gli evangelisti, un mio ex compagno alle medie lo era. Brutta gente, quasi come i testimoni di geova
@Munky, ci siamo arrivati da mò, in Americalandia il filone cristiano – evangelico applicato a tutti i generi è enorme. Gli esempi che mi è capitato di imbroccare sono il più delle volte pietosi, però come dice Stanlio, a volte la rigidità della morale evangelica crea strani paradossi, stravolgendo alcune convenzioni dei generi. Tra l’altro, neanche a farlo apposta, sto giusto provando a scrivere un pezzo proprio in questi giorni su un film di questo tipo, per altro non malvagio.
ma perchè, ormai di fondo c’è qualche differenza?
Ci si lamenta del ”filone cristiano” come se questo portasse una mancanza di violenza, azione, orrore, anarchia, sesso rispetto agli altri film, ma ormai ste cose non si trovano più da un bel pezzo al cinema.
la MarvelMerda ci ha regalato questo nuovo bellissimo universo del cinema ””’action””’ in cui a sangue, violenza, sesso, e parolacce stiamo più o meno ai livelli di una puntata media di Settimo Cielo (ma di quelle dopo che jessica biel era stata cacciata in quanto troppo arrapante e provocava pensieri sconci negli spettatori), per non parlare dei livelli di politically correct, che pure là siamo uguali proprio.
no beh, volendo la differenza ci sta, nel senso che in settimo cielo a volte i protagonisti delle puntate erano il vicino negro o la madre o una delle sorelle, mentre la marvel mica si spinge a darci un protagonista negro o femmina, oh ma siamo mica matti! bianchi e maschi! e filare!
una volta la contrapposizione tra questo pattume evangelico e il cinema vero era data da arnold che sparava in faccia a sharon stone e dopo le dice ”consideralo un divorzio”, oggi la differenza qual è? che in quegli altri c’è un belloccio steroidato vestito da imbecille? ammazza che belli i tempi in cui viviamo…
cioè… è una roba per scoraggiare la masturbazione compulsiva e poi ci mettono sta Liz E. Morgan che solo a scriverne il nome ho già commesso due atti impuri e quando ho finito di leggere la biografia su IMDb ho dovuto farmi una sigaretta??
edddaje su.
macccherrazzo.
La bionda non ci esce le tette ? ma noooo (altri film in cui le lo fa ce ne sono ?)
@Il Reverendo: “una volta la contrapposizione tra questo pattume evangelico e il cinema vero era data da arnold che sparava in faccia a sharon stone e dopo le dice ”consideralo un divorzio”, oggi la differenza qual è? che in quegli altri c’è un belloccio steroidato vestito da imbecille? ammazza che belli i tempi in cui viviamo…”…sei un GRANDE
@Rocky, no la bella Liz esordisce con questo film. La terrò d’occhio.
Non lo so.. ma l’apocalisse com’è rappresentato? Scene gore ce ne sono? Devo dire che il fatto che siano tutti senza speranza non mi sembra una cosa brutta, basta che il tutto sia inscenato a modo. No perché l’apocalisse è proprio una figata di suo, mi piacerebbe davvero tanto vedere un paio d’ore di film di squarci che si aprono in terra da cui fuoriescono creature, gente che piscia dalle ginocchia, cavallette mangia uomini, celi in fiamme, lamenti..!! Ok basta
@rocco: “stic**** al b******** per raccontarti sta fregnaccia!”
“Ma non fa rima!”
@Colin, devo correggerti, è:
«Bucio de culo!»
«Ma non è animale»
«E sticazzi, è il bucio de culo che me sto a fa’ io a raccontarti ‘sta fregnaccia»
«E il settantasette?»
«LE TETTE! LE ZINNE!»
ecc
La formula Papaboys massacrati da Dio Misericordioso perché non abbastanza fedeli mi mette una strana allegria addosso
@stanlio: ahahahahahahahahaha
La tua correzione suona come una gradita conferma
Ci sono più cose in cielo e in terra Stanlio….
io conosco gente convinta che pregare lo spirito santo dia i superpoteri…..
grazie Stanlio per esserti sucato questa pigna terrificante di film che l’altra sera ho rischiato di vedere prima di essere salvato in extremis dalla visione dell’orrendo trailer, in qualche modo ti sei sacrificato per noi e quindi il regno dei cieli etc. etc.
Alexa, Italia, Liz. Tira piú un pelo di fica che cento film di evangelici.
Visto il livello medio attuale dei film horrorquesto non è assolutamente da buttare.