Sigla! (annunciatissima e talmente lunga che è più un accompagnamento al pezzo)
httpvh://youtu.be/DCHnclf0_go
Mettiamo subito in chiaro cosa NON è Il settimo figlio: non è, purtroppo, un film tratto dall’album degli Iron Maiden citato poc’anzi. Tutti voi cari lettori metallari che posso chiamare amici (“If you’re not into Metal, you are not my friend”) non fatevi trarre in inganno: non stiamo parlando di un’opera dal tema affine a Chemical Wedding o di un musical con le canzoni dei Maiden (quanto sarebbe figo un musical tratto da Seventh Son of a Seventh Son? Scrivetelo sempre nei commenti, cari amici) e Bruce Dickinson, sfortunatamente, non ha scritto la sceneggiatura. Dalla regia mi dicono che, anzi, Il settimo figlio è tratto dal primo di una lunga serie di romanzi scritti da un certo signor Joseph Delaney, tutti rigorosamente inediti in Italia tranne il primo, ovviamente pubblicato da Mondadori a velocità smodata con immancabile copertina presa dal film. Della serie: “Caro lettore, se il film sarà un fiasco non leggerai mai i romanzi seguenti, volevamo metterlo in chiaro sin da ora. Puppacela”. Un’operazione editoriale impeccabile come da abitudine in Italia.
Ora passiamo a mettere in chiaro cosa Il settimo figlio sia effettivamente: un fantasy iper-classico, coi buoni e i cattivi ben divisi, qualche mostro ben realizzato (altri proprio orribili) e l’ammirevole proposito di rispolverare una via molto più semplice a un genere che, negli ultimi anni, è diventato sinonimo di mega-battaglie interminabili, maghi predestinati a salvare il mondo e cascate di pixel bagnate da una fotografia ultra-patinata. Il settimo figlio prende tutti questi, li squadra dal primo all’ultimo e intima: “Fly very down”, tentando di ridimensionare tutto e riallacciarsi a un’epoca più innocente in cui il sinonimo di fantasy erano film come Willow.
La trama e i personaggi la dicono lunga su queste intenzioni. Ve li vado costì a elencare.
Ben Barnes (aka il Principe Caspian) è Luke Skywalker il più classico dei contadini che aspira a grandi gesta eroiche. Entra in scena dicendo alla sorellina: “Io non starò tutta la vita qua a dar da mangiare ai maiali”.
Jeff Bridges è uno stregone appartenente a un’antica stirpe di cacciatori di streghe che, scoprendo che Tom è il leggendario “settimo figlio di un settimo figlio”, dunque dotato di poteri e non chiedete perché, è così, lo sceglie come suo nuovo apprendista dopo che il precedente (Jon Snow in un cameo disonestissimo) ha fatto una brutta fine. (Nota a margine: Jeff Bridges raggiunge il Woody Harrelson di True Detective nella tradizione di attori che recitano con due sole espressioni: con o senza lo scaracchio in canna.)
Insieme, i due si scontreranno con una strega cattiva (Julianne Moore in versione cougar) che vorrebbe… boh? Dominare il mondo? Aprire un ristorante cinese a Mordor per riciclare i soldi della camorra? Trasformare Carlo Conti nel nuovo Pippo Baudo e fargli condurre il Festival di Sanremo per il resto dell’eternità? Non è chiaro, e infondo non importa. È una strega cattiva e vuole fare cose cattive e va fermata, punto.
Nel mezzo c’è pure la fregnetta di turno (Alicia Vikander), una mezza strega che ricorda un bel po’ la Joanne Whalley di Willow e rappresenta l’unica area grigia di ambiguità tra bene e male in un film altrimenti fieramente manicheo. Ovviamente l’ambiguità dura poco e va bene così: Il settimo figlio è qui anche per ricordarci che, ogni tanto, nelle fiabe va bene che i cattivi siano cattivi e vestiti di nero e i buoni siano buoni e vestiti di… marrone? Vabbè avete capito.
“Dunque, caro il mio George Rohmer, mi stai dicendo che siamo di fronte a un film clamoroso che passerà inosservato come lo sfortunato John Carter qualche anno fa?”. Beh, non proprio, gentile lettore. Perché vedi, i guai cominciano dove iniziano Sergei Bodrov e la sua squadra di scenografi/costumisti/designer. Siccome la storia di Il settimo figlio non è che trasudi originalità, era fondamentale puntare tutto sulla messa in scena, che invece è proprio il punto preciso, indicato da una “X” gigante, dove casca il proverbiale asino.
Nel film non c’è una singola immagine che non sia stata già vista miliardi di volte. Non un mostro, non un colle dal verde rigoglioso, non un tempio, abito, arma, arazzo, lanterna, tomo di stregoneria, villaggio medievale, combattimento, incantesimo che non siano già stati visualizzati allo stesso modo, magari anche un po’ meglio, in altri film. Tutto è di una piattezza talmente evidente da essere per forza concertata: Il settimo figlio è uno di quei casi in cui la volontà degli studios di non rischiare fa il giro e diventa ricetta di fallimento assicurato. La produzione aveva talmente paura di far uscire qualcosa di nuovo da mettere un freno a tutto. Gli effetti speciali oscillano dall’eccellente (un paio di creature, un mostro che sembra Rhino di Spider-Man, quello giusto, e un dinosaurone che spacca tutto) al mediocre (i draghi sembrano usciti dalla presentazione di un videogame), e manca totalmente la volontà di dare a questo mondo un’identità visiva che lo distingua, anche minimamente, dal vago cliché medievale a cui siamo abituati. Alla fine ci si annoia e, verso la metà del film, si comincia a sbirciare l’ora sul cellulare. Il che, quando parliamo di un’avventura fantastica piena di draghi, streghe e stregoni, non è mai un buon segno.
DVD-quote:
“Da Lidl ogni giorno è speso bene”
George Rohmer, i400Calci.com
Arridatece Legend!
P.S. La Moore ha appena vinto l’Oscar come migliore attrice…
George Rohmer, zombie e metallaro. Sottile metafora sul fatto che oggi i metallari sono relitti del passato? Insomma, se uno mi dice che ascolta metal, mi aspetto che alle ultime elezioni abbia votato Giolitti, il livello è quello.
ma l’offerta di Lidl sul contadino è corredata da un vero albero genealogico in cui si attesta che sia il settimo figlio di sette figli? che figo che sarebbe stato il figlio con Bruce Cazzoinfiglio a fare lo stregone amico del contadino!
se non erro è un film che hanno rimandato per più di un anno…comunque peccato perchè alcuni look che richiamavano i bei fantasy di una volta come conan o i viaggi di sinbad ma anche tolkien non erano male, ma si la puzza più che di lidl ma di offertona speciale fino ad esaurimento scorte di eurospin era evidente.
bridges ormai è nella fase: accumulazione del gruzzolo prima di andare in pensione.
barnes è un povero fallito e il giorno che john snow o qualsiasi altro del cast emergente di got riuscirà a fare un film decente potrebbe finire il mondo.
p.s.
tra l’altro a bruce dickinson propio di recente è stato diagnosticato un cancro alla lingua…cioè…spero si ripigli comunque, per chi come me ancora non si ripiglia dalla scomparsa di dio…
armando bo ha vinto l’oscar ma nessun jimy bobo
meno male, volevo vederlo. Ora risparmierò gli 8€ del biglietto
PS: good luck Bruce \m/
Di libri tradotti in italiano ce ne sono due e sono completamente diversi dal film. L’avessero girato sulla trama originale sarebbe venuto fuori un film di nicchia, ma comunque migliore.
Vabbé un fantasy classico piccino picciò che più classico non si può. Sicuramente una visione la merita anche solo per questo…
@Marlon Brandon: Aridatece Legend è una bestemmia per un milione di motivi diversi, non si evoca LAMMERDA così a cuor leggero.
Mi oppongo! Ho visto questo film in sala nel week end e raramente ho visto un film più involontariamente comico di questo, e non ero il solo dato che in sala si alternavano risate a commenti verso la stupidità del protagonista.
Il protagonista è il settimo figlio del settimo figlio, teoricamente dovrebbe avere la forza di sette uomini, dice Jeff, in pratica sarà anche vero ma ha l’intelligenza di un bambino di 7 anni. Tutti i colpi di scena e le intuizioni che lo riguardano sono anticipabili di almeno 10 minuti. C’è poi da dire che se Dorian Gray ha la faccia perfetta per fare l’imbecille non ha quella per fare il salvatore dell’universo.
Julienne Moore con questo film ha rischiato seriamente di non vincere l’oscar come migliore attrice, siamo ai livelli di rischio di Eddy Redmaine per Jupiter ascending;
Jeff Bridges invece è l’unico motivo per vedere questo film per me. Interpreta nuovamente il ruolo del Grugo, cioè la fusione dei suoi ruoli più riusciti il grinta e il drugo, già visto in Ripd, qui riproposto in versione mago. Da notare che come mago ha frequentato la stessa università per maghi di Gandalf. 90 minuti di film e non fa una magia una, come Gandalf per l’appunto, però è l’unico che prova ad andare oltre il dovuto mettendoci un po’ della sua faccia di bronzo. Resta da capire perché nell’economia del film se sei uno stregone è tutto ok, ti offriamo da bere, ti chiamiamo con le campane e ti paghiamo quanto vuoi, se invece sei una strega allora brucia.
In sintesi ad oggi il miglior action involuntary comedy del 2015
Ta-nana-na-na-na-na-nà (“The Evil that Men Do”- giro iniziale)
Voglio ricordare agli esimi signori Rohmer e Von Trier che le normative vigenti impongono loro di apporre il disclaimer “Nessun asino è stato maltrattato durante la realizzazione di questa recensione” laddove applichi.
http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/NoAnimalsWereHarmed
Non vorremo mica avere problemi legali?
Insomma: fantasy generico X ? ero mezzo interessato ma salto
p.s.applausi per la Moore conciata da evil bitch
Un musical di Seventh Son of a Seventh Son sarebbe MOLTO figo.
Il costume della Moore? HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA il costume della Moore! No dai ragazzi, il costume della Moore. Hhahahahahaha le piume nere! Le maniche trasparenti con la cucitura a vista!HAHAHAHAHAHAHAHA dai su sembra la drag queen di Saruman.
Ah bon, quindi l’impressione di totale anonimato che trasudava dal trailer non era un impressione. Ma ciò che mi preme sapere è Julianne Moore è o no un would bang in questo film?
Finchè qualcuno non si deciderà a mettere su schermo il Kane di Karl Edward Wagner i film fantasy continueranno ad essere queste puttanate…ma Kane era/è troppo autentico come personaggio, ed il timore è che farebbe la fine di Wolverine quindi forse meglio di no.
@al pachinko
vedrei bene pure Khaal – L’imperatore e Elric con la sua Tempestosa.
@Cristoforo, io l’ho evocato apposta. Come si fa sistematicamente a sbagliare film del genere? Oggi quando vedo ambientazioni da favola o pseudo fantasy gia’ho i conati dalla locandina. E poi c’e’ chi si lamenta dello hobbit.
@Past chi è il dio che è scomparso?
@cristoforo nolano: mille volte un legend di cento lidl.
e poi c’era tom cruise ed ero ragazza…vuoi mettere?tom cruise gggiovane col principe caspian?manco a narnia ce la faceva.
Scusate, ma Bladerunner a parte, io preferirei un film su “somewhere in time”.
Su imdb ho trovato una volta un film mi pare scritto da Bruce Dickinson, ma tipo negli scaffali polverosi e forse un po’ abusivi di Imdb.
Ma è proprio lo stesso asino di The Equalizer? Darth rassicurami che sto in pensiero
@Attila Finch per pura curiosità secondo te che attore ha la faccia da salvatore dell’universo?
carismatica ? Uno Stallone o uno Swarzy d’annata tipo in Conan ? Ma pure un Leonida o un Massimo Decio Meridio ? O anche da figlio di puttana in grado di gridare al destino di essere pronto sopportare anche la bastardata peggiore ? Non lo so, alla Harrison Ford in Indiana Jones/han solo/deckard o un kurt russel come Jack Burton o Snake Plissken? O un buon John Mcclane che non si butta mai via..
Se poi vogliamo rifarci ad un’iconografia più classica sia gesù sia buddha non hanno la faccia da minchietto strappamutande per le ragazzine. Di solito nei brand che funzionano il protagonista ha un volto che attiri fiducia se non proprio fede, per un luke skywalker con l’espressione da morto di sonno c’è almeno un sguardo che incuta timore.
@Attila Finch grazie della risposta ti quoto a 100% ma sappi che ti stimo solo per aver messo Jack Burton, Snake Plissken, John Mcclane e gesu’ nello stesso post
@anna
l’unico dio…ronnie james dio.
@McClane
Ma che domande !! La Moore è sempre “would bang” a prescindere e a priori (e a “posteriori” )
…..la roscia me fa’ ‘mpazzi !!
@George
Il fatto è che l’immaginario in questo genere di film è stato quasi (se non)del tutto sdoganato dai loro ammiratori/appassionati, quindi vedere qualcosa di totalmente originale (soprattutto nel mainstream) secondo me è altamente improbabile.
Ma questo non significa che abbiamo perso la speranza.
Anna piccola ingenua!vieni perdonata nella tua lacuna religiosa,solo perche sicuramente è uno di quei giorni.
@Past
Lui e CROM.
@Attila Finch
Anche se non sono attori che ammiro(come parte di quelli che citato), Collo e tarello d’Irlanda, funzionerebbero bene in certi ruoli.
@John: la speranza è sempre l’ultima a morire. Ma poi mica si pretende chissà che originalità nella storia. Willow era forse originale? No, era Lucas che voleva fare Lo Hobbit ma non gli davano i diritti. L’importante è trovare una cifra stilistica che questo film non trova.
@McClane e Michael: Julianne è Julianne, pure conciata col costume di scarto di Charlize Theron in Biancaneve e il cacciatore fa sempre la sua onesta figura.
@George Rohmer
Esatto, curioso poi che già aveva rifatto il signore degli anelli nello spazio.
Se mai mi capiterà di beccarlo in tv tra qualche anno lo guarderò solo per vedere la Moore nei panni della strega cattiva, ossia il mio sogno erotico da quando avevo 12 anni.
Per il resto mi auguro solo che Bodrov dopo sta marchetta sia riuscito a trovare i soldi per finire la trilogia su Gengis Kahn con Tadanobu Asano, sono anni che aspetto il seguito di Mongol!
@Cobra Verde
Ti do ragione al 300%,
Come sarebbe triste il mondo senza marchette e mutui da pagare.
A proposito di fratelli nel metallo, uscirà Deathgasm:
http://youtu.be/4m6BIvN3ggM
Mi gasa assai ^____^
due espressioni, due, per la moore. una, signori, dico UNA, per Bridges… e tengono comunque in piedi un film. Non sarà un bel film, ma è comunque tenuto insieme e reso visionabile da due attori la cui somma all’economia del film regala tre espressioni tre in un’ora e mezza. Dite quel che volete ma questo è carisma, è bucare lo schermo e soprattutto, almenoper quanto riguarda Bridges, per la moore non so, ma è molto probabile valga pure per lei, significa essere il miglior attore della propria generazione. Ormai in un film alimentare del cazzo del cazzo manco hanno bisogno di “recitare”.
Film mediocre ….quando il fantasy è senza fantasy……
Ciao a tutti, vi scrivo la mia sul film… e complimenti, questo sito e’ SPETTACOLARE :)
Con sullo sfondo la resa dei conti tra forze del bene e dell’oscurita’, il Maestro “mago” Gregory si trova ad affrontare la strega Madre Malkin, imprigionata anni addietro, accecata dalla vendetta, con solo l’aiuto delle proprie forze e del settimo filo di un settimo figlio, suo nuovo apprendista.
Il fantasy e’ un genere che non segue le mode o le tendenze, le idea, le immagina, le crea in quanto non basandosi su realta’ contingenti permette di sfruttare quell’infinito background creativo che e’ caratterizzante il nostro essere. Partendo, sovente, da opere su carta vergata, il lavoro di regista, sceneggiatori, attori e ogni altra figura dietro la macchina da presa, e’ quella di restituire la magia che si crea con la lettura di un libro, all’interno di una sala cinematografica con un unico ma imprescindibile limite: la durata.
Per il suo ultimo lungometraggio il regista russo Sergej Bodrov, noto piu’ per l’epiteto di “errante russo” che per meriti dietro la camera (tuttaltro che memorabili le produzioni precedenti) punta l’indice-segnalibro sulla serie “The spook’s apprentice” (L’apprendista del mago) di Joseph Delaney, non molto nota in Italia, affidandone la rielaborazione per il grande schermo a Charles Leavitt (saltato di recente alla ribalta perche’ sara’ lo sceneggiatore del “filmone” su World of Warcraft), ad attori di caratura internazionale e a due nomi italiali: Dante Ferretti per le scenografie e Marco Beltrami per l’accompagnamento musicale.
Fin da subito si viene catapultati all’interno di questo nuovo mondo che tuttavia appare esattamente come lo ci si aspetterebbe: foreste, montagne, panorami mozzafiato, lunghe, infinite, distese di terra che si perdono all’orizzonte e rapidi cambi di scena che hanno come effetto collaterale quello di “forzare” l’immersione e non di calare, lentamente, con atmosfera, lo spettatore all’interno delle vicende che di li a breve saranno narrate.
Il budget elevato ha permesso alla produzione di ingaggiare molte stelle del firmamento hollywoodiano: i protagonisti sono fondamentalmente 3, il mago/fatucchiere/Maestro Gregory, interpretato da Jeff Bridges, il suo apprendista, il belloccio Ben Barnes (Thomas Ward) e la cattiva di turno, Julianne More. A contorno, attori noti anche per i ruoli da comparsa, testimonianza di come non fossero i soldi a mancare, ma che difettano di personalita’, come, purtroppo bisogna sottolinearlo, il trio stellato.
I 102 minuti che portano ai titoli di coda scorrono con alti e bassi che planano sempre sui livelli di mediocrita’: la sceneggiatura e’ “citofonata”, si intuisce rapidamente come le cose andranno a finire a causa di un perbenismo forzato che arride alle produzioni Disney per sfacciataggine e non permette, mai, ai cattivi di essere troppo cattivi, cruenti, odiosi, ed ai buoni di mostrare come realmente l’oscurita’ sia una nemesi da combattere fin nelle viscere dell’inferno. La visione scorre fluida non perche’ sia piacevole ma proprio per la piattezza di quanto proiettato e le gag al limite dell’assurdo di Gregory, considerando il cinismo con cui “ha sprecato” 10 anni di addestramento del precedente apprendista e la superficialita’ con la quale scopre alcuni particolari (ma il Mago di che?)… particolari che lasciano intendere allo spettatore come piu’ che di Mago forse si dovrebbe parlare di fatucchiere o Mago “fatto in casa”.
L’altro protagonista Thomas, e’ preso di petto da “Le cronache di Narnia”, adattamento cinematografico della nota opera letteraria, e dopo il successo con Stardust, sembra proprio essere fuori posto in un lungometraggio che probabilmente restera’ episodio unico. Alla sua opera attoriale, inoltre, il regista ha cercato di legare in modo grossolano e spocchioso, anche tematiche che avrebbero meritato maggior onore: il rapporto tra madre (…) e figlio, quello tra dovere (combattere le forze del male) e cuore (l’amore per la figlia della prediletta da Madre Malkin) tra visionario (le sue premonizioni) e figlio tra i figli, venduto per una manciata di monete senza che nessuno battesse ciglio (a tal fronte e’ deprecabile il modo in cui la madre non abbia detto nulla durante la trattattiva tanto fare la classifica filippica dopo…).
Chiude il trio una Julianne Moore la cui interpretazione e’ un sali-scendi con voli pindarici nelle scene in cui la crudelta’ dovrebbe farla da padrona: il suo difetto e’ quello di offrire un personaggio che quasi fa tenerezza dopo aver scoperto l’arcano e lascia che lo spettatore si immedesimi in quell’altro aspetto che possa essere una donna tradita, perche’ sara’ anche una strega, ma pur sempre donna rimane… accecata dal desiderio di vendetta. A questo punto perche’ non prendersela direttamente con il responsabile di tale astio anziche’ partire con la crociata verso il genere umano? Misteri della fede… o piu probabilmente di quelli che avrebbero dovuto essere eventuali sequel, la cui eventualita’ scema di giorno in giorno per via dello scarso successo riscosso al botteghino.
I nostri, Beltrami e Ferretti, offrono la loro professionalita’ ad un’opera mediocre ed il risultato e’ una ricostruzione accettabile di costumi e personaggi, per il secondo, una colonna sonora poco incisiva e a tratti assente per il primo.
In definitiva si tratta di un film che non consigliamo di vedere in quanto girato frettolosamente e risultate un concentrato di quanto gia’ visto molto stile minestrone.
veramente deludente…che poi il prologo con john snow non era manco così malvagio ma poi si riduce tutto a 2-3 location con un uso dello spazio-tempo senza senso,personaggi manco abbozzati, si vede che in corsa gli hanno tagliato i fondi…peccato, la strada verso hollywood è lastricata di occasioni perse…
Se un giorno lo guarderò è perché ci sono i mie due modelli di donna preferiti, la rossa con belle gambe e la gnocchetta della porta acconto con un fisichetto atletico.