In cui ci diamo coraggiosamente alla letteratura, e vi andiamo a recuperare quei casi in cui un film è diventato talmente più famoso del libro da cui è stato tratto che probabilmente ne ignoravate o avevate dimenticato le origini. Chicche nascoste, tradimenti per il meglio e altre rivelazioni che non avreste immaginato.
Il libro: Bersaglio facile (A Running Duck), di Paula Gosling (1974)
Il film: Cobra, di George Pan Cosmatos (1986)
L’altro film: Facile preda (Fair Game), di Andrew Sipes (1995)
La trama del libro: Clare Randall è una copywriter che viene presa di mira da un killer prezzolato e finisce sotto la protezione di un poliziotto dai modi duri, Mike Malchek, origini russe.
La trama del film: Marion “Cobra” Cobretti, origini italiane, è un poliziotto dai modi duri che si ritrova a proteggere Ingrid, fotomodella, da una setta di serial killer che l’ha presa di mira.
La trama dell’altro film: Kate McQuean è un avvocato che viene preso di mira da un team di rinnegati del KGB e finisce sotto la protezione del simpatico e affascinante poliziotto Max Kirkpatrick, origini irlandesi.
Cos’è successo in mezzo? Sylvester Stallone prima, e Cindy Crawford dopo.
La Warner acquista i diritti del romanzo (conosciuto come A Running Duck negli UK, dove uscì l’edizione originale, e come Fair Game negli USA, dove è uscito quattro anni dopo) verso la fine degli anni ’70 per una cifretta semi-irrisoria, ma lo accantona.
Sly, nel 1985, non solo era reduce da un’annata leggendaria in cui aveva piazzato due film nella Top 3 degli incassi di fine stagione, ma era fresco di abbandono del progetto Beverly Hills Cop, in cui i produttori avevano in ultimo deciso di non sottostare alle sue modifiche e piuttosto avevano riadattato il ruolo per Eddie Murphy, ricavandone il miglior successo dell’anno precedente. Ma Sly, quelle idee, doveva metterle da qualche parte. Come si sia arrivati alla decisione di usare Fair Game di Paula Gosling non è dato sapere: Sly lo usa a malapena come scaletta e incentra tutto il film su se stesso e sulla sua voglia di creare una specie di Ispettore Callaghan per l’era reaganiana. La Gosling non viene nemmeno avvertita.
Nel 1995 la situazione è leggermente diversa: Joel Silver si convince per qualche motivo che valga la pena riadattare Bersaglio facile, stavolta accentuandone la love story e possibilmente infilando una bella scena di sesso bollente per cogliere gli ultimi echi dei thriller erotici post-Basic Instinct. E credeteci o meno, ma il primo a essere ricontattato è di nuovo Sly, il quale rimane a bordo abbastanza da far spostare la location delle riprese poi giustamente si sveglia, esclama “ma checcazzo sto facendo” e abbandona. Nel frattempo prosegue la ricerca della co-protagonista, destinata ad avere un ruolo decisamente più corposo rispetto a Brigitte Nielsen in Cobra: vengono contattate Julianne Moore, Geena Davis, Brooke Shields e Drew Barrymore, ma a un certo punto Silver si intestardisce a voler ingaggiare Cindy Crawford, top model di fama galattica ma con zero esperienze recitative. Le carte in tavola cambiano e il film viene riadattato su di lei.
Affinità e divergenze. Al libro va concessa una cosa: togli le origini est-europee, e Michael Malchek è Sylvester Stallone sputato. Un uomo d’azione old school dal passato violento modellato probabilmente su Clint Eastwood, ma ancora a suo modo attraente. È per questo che Sly lo usa come base: gli basta prendere Malchek, applicarci sopra le sue idee fino a trasformarlo in una caricatura fumettosa, eleggerlo a protagonista assoluto facendo girare tutto il film intorno a lui, seguire il resto della scaletta.
Il risultato è che si fa prima a elencare le affinità piuttosto che le differenze. Rimane il plot principale della ragazza inseguita da un assassino, rimane il tema della talpa nella polizia che aiuta l’assassino a seguire ogni mossa degli eroi, rimane il collega fidato di nome Gonzales, tutto il resto è reinventato di sana pianta. Il cattivo non è un cecchino professionista coinvolto con la mafia, bensì una setta di killer che uccidono più o meno a caso in nome di un “nuovo mondo” non meglio definito, mentre Cobra incarna la frustrazione di chi ha i modi ingabbiati da una legge che i criminali non rispettano, e in più deve assistere ai giudici che li rimettono in strada. “Qui è dove si ferma la legge, e comincio io”, dice. E allora, se si gioca al paragone col libro, diventa buffo che 1) questi serial killer a caso per ideali neo-fascisti si preoccupino tanto di una testimone che ha visto in faccia uno di loro senza manco coglierlo sul fatto, e che 2) con tutte le trame che Sly poteva scegliere per il suo messaggio politico/morale a difesa del lavoro dei poliziotti contro quello dei giudici, si vada a incastrare in una storia che prevede un poliziotto corrotto. E nemmeno uno qualunque, ma un pazzo fanatico maniaco omicida completamente partito di cervello, proprio uno di quelli che ti chiedi come minchia faceva a non destare il minimo sospetto fra i colleghi. Ma Sly bene o male la risolve inquadrando sempre e solo se stesso, e di base te ne accorgi solo se devi stilare un articolo come questo. Per dire: nel libro l’identità della talpa è un colpo di scena mantenuto fino alle pagine finali, mentre qua Sly spiattella tutto al minuto 4 così non ti distrai dall’azione.
La versione del ’95 inizia in modo tecnicamente più fedele: come nel libro, prima Cindy Crawford viene ferita da un cecchino, e poi le viene piantata una bomba nell’appartamento. Ma il Max Kirkpatrick di William Baldwin non potrebbe essere più diverso da Mike Malchek: è il classico piacione hollywoodiano belloccio e spiritoso, fresco di relazione con Salma Hayek (nel simpaticissimo ruolo di una messicana isterica). Intuibile il motivo: se da una parte hai un’esordiente cagnaccia come la Crawford, metterle di fianco il classico duro impassibile avrebbe ammazzato la conversazione.
Facile preda affronta un po’ più a fondo il tema della corruzione nella polizia, e lo mischia alla paura principe del 1995: gli hacker. Rispetto a Cobra, è anche ovviamente più concentrato sulla progressiva attrazione fra i protagonisti, tema centrale anche nel libro, in modo da poter arrivare a quello che era stato eletto come fulcro della campagna pubblicitaria, ovvero la scena di sesso. È qui che sta l’altro problema: Cindy Crawford non voleva saperne mezza di fare un ruolo sexy, per cui di base per tutto il film è Billy Baldwin a doversi mostrare spesso a petto nudo e con le chiappe di fuori. Nel momento clou però, o la produzione ha trovato una tipa che le assomigliasse anche di profilo o per circa un secondo e mezzo Cindy esce miracolosamente le tette.
Comunque: di nuovo, lo svolgimento della storia è completamente autonomo, ma il template del libro si incastra meglio che con Cobra. Cindy è avvocatessa e i cattivi sono uno squadrone di russi ribelli, comandati da quel gigante di Steven Berkoff, che devono farla fuori per avere via libera con i loro grossi traffici illeciti.
Finali a confronto: il bene trionfa, nessuna sorpresa, ma in questa sede mi premeva spoilerarvi il finale del libro per farvi capire come mai è moralmente impossibile, anche per Hollywood, approcciarvisi in modo fedele. Vedete, il cattivo è uno dei cecchini più temuti d’America, e Malchek è un esperto del settore, con alle spalle un controverso passato in guerra con eguali mansioni di cecchinerìa, che lo insegue senza successo da anni. E cosa salta fuori? Che il killer è un ex-stagista di graphic design, frustrato perché assegnavano a lui tutti i brief più noiosi, passato al killeraggio così, senza esperienze rilevanti, addestrandosi da solo per hobby, per pura rivalsa personale. E Clare, la protagonista, era una sua superiore, responsabile del suo licenziamento. E ok gli anni ’70, ma è la svolta più scema che io abbia mai letto. Poi scopri che sia la Gosling che il marito erano copywriter, come Clare, e dopo le braccia ti cascano anche le palle (o viceversa).
Ma il libro, in generale, com’è? Uff. Paula Gosling ha scritto diversi gialli in carriera ma non ne ho letto neanche uno, quindi non so dire come questo, che è il primo, si confronti con il resto della sua produzione. Bersaglio facile è un thrillerino da ombrellone tutto sommato decoroso, solidissimo nella sua costruzione, in cui si nota il gusto nel dettagliare le tattiche d’azione sia dell’investigatore che del killer, che sono sempre le parti più divertenti. Ma di base, vuole raccontare di una donna in carriera che si innamore dell’Ispettore Callaghan. Di conseguenza regge benissimo per una buona metà, quando descrive Malchek e lo mostra in azione e quando tratteggia il killer come la classica figura per molti versi speculare, ma scade pesantemente 1) quando infila il twist scemissimo (e tutto sommato gratuito) di cui sopra, e 2) quando l’attrazione fra i protagonisti diventa esplicita e l’uomo più freddo, duro, tormentato e asociale del circondario spalanca il suo cuore di panna a vantaggio delle signore. Praticamente più che Cobra è Guardia del corpo (il quale – lo sapevate? – fu davvero a un passo dal diventare un sequel di Callaghan). Insomma, non lo consiglio.
In conclusione: libro, film o l’altro film? Entrambi i film. Cobra è ovvio, è un capolavoro che non ho bisogno di rispiegarvi. Ma ho rivisto Facile preda e non avete idea della sorpresa. Certo, la Crawford recita in sonnambula e Baldwin tende all’insopportabile, e c’è una grande aria di routine, ma ha un ritmo impeccabile e svariate esplosioni di qualità. Queste cose nel ’95 erano ancora ordinaria amministrazione, ma fosse uscito oggi avremmo tirato una gran boccata d’aria e ci saremmo esaltati più del moralmente consentito. Fa malissimo rendersi conto come un film così, concettualmente sbagliato e girato con evidente pilota automatico, soddisfi più del 90% dell’action occidentale medio odierno puramente sulla base del fatto che allora gli ingredienti per un prodotto di quel genere erano sparatorie, inseguimenti scassoni, stunts e palle di fuoco a volontà, mentre oggi… Boh? Joel Silver, amici.
Curiosità: l’internet mi giura che nel 1999 Paula Gosling ha scritto un libro chiamato “Cobra”, ma non sono riuscito a trovare altre notizie. E non so nemmeno se lo vorrei davvero leggere.
Dal titolo per un attimo ho creduto che vi foste decisi finalmente a parlare di Clive Barker! Vabbé, pezzone comunque.
Io aspetto il pezzo su First Blood da una vita
Ma in Cobra hanno avuto il coraggio di scrivere nei titoli ” based on the novel…”?
@munky: http://www.i400calci.com/2012/01/libri-di-sangue-first-blood-rambo/
@devid: sì
Facile Preda in effetti lo guardai su Rai2 (LOL) anni fa e ne rimasi comunque soddisfatto. Lieto di sapere che fosse roba di Joel Silver, sempre il numero uno.
Chiedo perdono per l’ OT ma qualcuno ha letto Mad Dogs di James Grady? Lo chiedo perchè pare ne faranno un film nel futuro prossimo, e dicono sia piuttosto Calciabile.
Lol che figura dimmerda:D Non lo ricordavo per nulla quell’articolo
Allora rilancio con Anonima Carogne Payback & Parker
facile preda l’ho sempre sovrapposto con il remake di getaway (stesso periodo, coppia protagonista, con lui un baldwin e lei un sex symbol) e forse solamente oggi per la prima volta ho realizzato che sono due film diversi.
apprezzo l’auotocontrollo dimostrato da nanni nelle rece parlando del suo quasi omonimo.
Visto di recente Cobra(capolavoro incompreso) l’ha cosa bella e che i nemici di Sly ogni volta aumentavano e il tipo con gli occhiali che lo cazziava sempre aveva una faccia da psicopatico,ma William Baldwin volevano trasformarlo in un’action hero nei ’90(visto di recente in Virus)?
Farete un confronto anche tra il libro e il film per Vivere e morire a L.A?
Comunque ottimo pezzo,massima stima Nanni.
Da antico superfan di Sly Stallone, ho naturalmente anche quel libro di Paula Gosling, in edizione italiana: negli anni ’80 abbondavano le novelizations dei grandi successi cinematografici (già avevo avuto quella di «Rocky»), a maggior ragione i romanzi originali; talora entrambe le stesure, come appunto nel caso di David Morrell.
Altrettanto naturalmente, se adoro «Cobra» in tutto e per tutto (non ultimo il richiamarsi a «Dirty Harry», con tanto di Andrew Robinson e Reni Santoni), non posso far a meno di amare «Facile preda», per tutti i motivi – non ultimo Steven Berkoff – così ben detti nella recensione comparata; la quale è già lassù, tra le mie preferite.
(Incidentalmente, massimo rispetto – più che simpatia – per William Baldwin: uno che in due anni si limonò Sharon Stone e Cindy Crawford. Non che il fratello Alec fosse messo peggio…).
Insomma, «Chi protegge il testimone» di Ridley Scott – spunto analogo, soggetto autonomo – sarà magari più elegante e più classicheggiante, di quella doppietta pirotecnica (benché lo stesso Cosmatos avesse descritto il suo film come un “noir” in versione moderna), ma per i miei gusti mi pare che ci sia troppo romance e troppo poca action.
@blackporkismo: chi e’ che non comprende Cobra??? Dimmelo che lo faccio menare finché non ci arriva.
@marco: ma infatti essere stato il tizio che hanno chiamato per ben due volte in cui bisognava creare un film intorno alla bomba sexy di turno dev’essere una fonte di vanto al bar mica male.
@Nanni
Il libro del ’99 non sarà una riedizione rititolata/ricopertinata? Ci potrebbe stare, anche se la tempistica e il potenziale target mi sfuggono un po’.
@bronson: e’ quello che ho pensato anch’io, ma per chiamarlo “Cobra” devono anche – minimo minimo – cambiare il nome del personaggio all’interno. Pero’ non ho trovato altre notizie a riguardo, su Amazon non c’e’ ne’ copertina ne’ uno straccio di review.
@Marco(valori.60) a me piace Chi protegge il testimone c’era la moglie di Tom Cruise di allora,Mimi Rogers(me la ricordo in film con il collare esplosivo per i detenuti).
@Nanni Cobretti si c’è gente che disprezza le cose sane come i film di Sly,il wrestling e i film di mazzate.
Comunque un ricordo per l’ottimo Cosmatos(Rambo 2,capolavoro di montaggio)
Massimo rispetto per Pan Tostatos.
Soltanto na rincoglionita di una donna scribacchina poteva uscire il twist dello stagista hipster passato al cecchinaggio perchè arrabbiato con la sua ex capa per motivi futilissimi. Passerò pure per misogino ma è un dato di fatto che queste c’hanno proprio la merda dentro la testa oh. Le grandi storie non sono proprio cosa loro, ogni cagata che sfornano gira sempre attorno a problemi coppia, problemi di maternità o roba assurda tipo questa dello stagista che è la cosa +ritardata che abbia mai sentito. Pure quella poveretta che ha scritto frankenstein è riuscita a tirar fuori il mostro emo + sfigato di tutti, incompreso dal mondo, senza nome e che vuole che siano gli altri a regalargli una compagna problematica tanto quanto lui. Boh…se l’avesse scritto mò, sta sfiga coi piedi di mostro passerebbe le sue giornate a frignare sui social. Ste poverette devono scrivere solo robetta alla harmony, 50 sfumature di vita grigia o le farloccate da bad girl del discount tipo melissa p, tutta robaccia che rispecchi il loro essere delle inutili senza interessi e senza la minima autonomia e lasciassero stare tutto il resto che è chiaro che proprio non è roba per loro
Il libro sfocia un po’ troppo in territori “Harmony”.
vengono contattate Julianne Moore, Geena Davis, Brooke Shields e Drew BarrymoWTF?
Magari mi sono perso io la cosa ed è già uscita in passato, ma è abbastanza strano che nessuno se ne sia mai uscito con la scellerata decisione di fare un remake/sequel/reboot di Cobra
@steven: fu un successo inferiore alle attese
@Munky se dobbiamo parlare di Parker io allora metterei a confronto Senza un attimo di tregua con Lee Marvin e Payback, due gran film. E l’interpretazione di Marvin si mangia sia quella di Gibson (ottima) che quella di Statham. Fare il confronto a tre sarebbe eccezionale prenderemo tre film calcistici al 100%
Senza un attimo di tregua me l’ero scordato, sì, hai ragione. E mi sta venendo il dubbio se Parker sia o no ispirato ad Anonime Carogne. Payback comunque a me era piaciuto:D
Ho visto di recente Facile Preda: la Crawford esce sporadicamente le zinne, ma i reggiseni li intende solo per toglierseli un attimo dopo – e sono scapezzolate che gli action PG13 di oggi sbirciano con il binocolo e si fanno le pugnette.
Per il resto il film è esattamente come l’ha descritto Nanni (ma con più pubblicità in mezzo)
Magari
@magari: sporadicamente = una volta sola. Poi capisco che gia’ cosi’ in confronto agli action di oggi pare un porno e ci si confonda facile.
Il sole si spegnerà senza vedere un Cobra 2?
Ciao, @BlackPorkismo.
In realtà, direi che i nostri gusti siano molto in sintonia. Concordo sul montaggio (da “combat-video”, scrisse Ciak) di «Rambo II – La vendetta», e ci aggiungo almeno il contemporaneo «Commando»: entrambi opera di un grande editor quale Mark Goldblatt, che poi avrebbe anche diretto un entusiasmante – per me – «The Punisher» con Dolph Lundgren.
Riguardo a «Someone to watch over me», con l’ottimo Tom Berenger e Mimi Rogers (di cui a mia volta ricordo «Wedlock», al fianco di Rutger Hauer), ti assicuro che non mi dispiacque affatto. Quello che avevo inteso esprimere – in maniera forse un po’ sbrigativa – era una semplice preferenza personale circa le dosi del cocktail romance+action, le quali finiscono per configurare generi cinematografici diversi anche sul medesimo canovaccio (agente di polizia uomo – testimone donna da proteggere): io apprezzo il noir sentimentale, con le sue seduzioni pericolose ed i suoi amori impossibili, mentre vado proprio in visibilio per l’actioner manesco ed esplosivo, meglio se ironico (da cui, si capisce, il doppio senso di quell’«M60» del vecchio nick, mantenuto fra parentesi a scopo disambiguazione).
Per dire, il thriller di Ridley Scott che prediligo è l’immediatamente successivo «Black Rain», ancora su uno sbirro di New York però in trasferta giapponese.
Scena memorabile: Michael Douglas, su un aereo di linea, sta scortando il capo-yakuza; costui, seduto accanto, lo provoca mettendosi a sogghignare e mimando (con l’eloquente gesto del dito passato sul proprio collo) l’avvenuta decapitazione del suo pard Andy Garcia; il poliziotto resta impassibile e finge di stiracchiarsi, ma prolunga di scatto il movimento assestando all’altro una gomitata in faccia. Ecco il tipo di cose per cui mi esalto, Black.
@Marco(valori.m60) Chi protegge il testimone aveva anche errori di montaggio,Commando era scritto da Loeb,e Goldblatt e Baird(il montatore degli Arma Letale)i migliori montatori delgi action anni ’80,forse era proprio Wedlock il film dei collari esplosivi e Mimi Rogers iniziò Cruise a Scientology.
Si Black Rain gran poliziesco,peccato che per le grane avute Scott disse che non avrebbe girerato più in Giappone,peccato (location secondo me perfetta per il suo stile visivo).
Ma nessuno qui reputa un filmone Predator 2?
Predator 2 è un filmone, quello dei collari è wedlock, sotto massima sorvelgianza.
Predator 2 filmone, purtroppo sottovalutato e da molti schifato per aver avuto il coraggio di cambiare totalmente rotta rispetto al primo proponendo un “action fantascientifico urbano” che ha spiazzato il grosso pubblico.
non centra niente ma é da quando leggo sto blog che immagino la scena di cobra cambiata in “chiamate il nanni”
e poi appare moretti in vespa a dire io non sparo così bene però sono più bello
comunque e` strepitoso come da un romanzo fondamentalmente “rosa” siano usciti fuori un action con i controcazzi e una, boh, action rom-com? A sto punto aspetto la versione con gli alieni e gli ufo nazisti
Peccato che non sia mai stato fatto un sequel di Cobra….vabbè che come diceva Nanni ebbe un successo al botteghino inferiore alle aspettative….ma visto che hanno fatto seqquel di cani e porci il rammarico mi rimane.
Di cobra ricordo uno Stallone troppo sopra le righe come Jason Statham in tanti dei suoi film, del tipo che vuole fare il duro, ma cade troppo nel ridicolo, però mi ricordo una scena rimastami impressa come se l’avessi vista ieri.
https://www.youtube.com/watch?v=RQ2hLSmJ9G0
Insomma per un film americano degli anni 80 è tanta roba, certo non siamo ad Hong kong.
Invece del secondo film ho qualche ricordo della Crawford in minigonna, visto che ero adolescente mi ha fatto impressione, poi me la ricordo in una scena con un nerd che mentre si strusciava il mouse del computer addosso, faceva giochi di parole con la parola “hard” e “hardware”, insomma roba cosi, però per un adolescente è tanta roba, mentre il Baldwin come tutti gli altri fratello, non si capisce bene perché hanno sfondato nel cinema negli anni 90, però Alec Boldwin lo visto in alcune puntate di Law e Order special unit, dove la parte del grande attore che si ricicla in una serie di qualità la sosteneva bene.
ella decia dejenme sola.