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recensioni

Life of Brian O’Conner: 2 Fast 2 Furious

George Rohmer
di George Rohmer | 24/03/201535

Sigla!

Il mondo di Fast & Furious è una meravigliosa utopia. Il pubblico generalista probabilmente non se ne sarà mai accorto, occupato com’è a sentirsi superiore catalogando la saga con quella parolina che tutti noi che ne capiamo davvero di cinema odiamo a morte: “americanata”.

Ma lo è davvero. Quello di Fast & Furious è un mondo in cui tutti si chiamano “bruh” tra di loro, in cui nessuno ha evidentemente bisogno di lavorare per vivere o per comprarsi e fare il tuning più costoso ad auto di per sé costosissime e in cui facce meticce di razze nuove come il millennio che sta iniziando convivono in armonia e con la voglia di riunirsi tutte insieme la sera, aprire le taniche di NOS e SFASCIARE AUTO IN NOME DEL DIVERTIMENTO. Un mondo in cui LA FAMIGLIA conta più del colore della pelle, dell’appartenenza geografica e sociale, oltre che del lato della legge su cui vi trovate. Ditemi che non vorreste vivere in un mondo così, o che non vorreste essere uno a caso dei protagonisti della serie – ladri gentiluomini alle prese con missioni internazionali o anche semplici racers senza una cura al mondo – e non vi crederò.

"Ciao, Vin"

“Ciao, Vin.”

Come ci ha già spiegato JCVG la settimana scorsa, il primo Fast & Furious è un film importantissimo per definire una generazione di amanti dell’action al cinema. Un sequel era inevitabile, ma sicuramente i produttori non si aspettavano la doccia fredda che sarebbe arrivata sotto forma di Vin Diesel che si rifiutò di tornare nel ruolo di Toretto. Diesel per un po’ è stato un attore con due palle così, di quelli che non si piegano alle leggi commerciali rifiutando di legare il proprio nome a sfilze di sequel (vedi anche xXx) nonostante la stabilità economica che da essi sarebbe derivata. Questo fino a che le cose gli sono andate abbastanza a gonfie vele: quando ha capito che le chance di diventare il nuovo Schwarzenegger in un mondo in cui il cinema action tout court non era più quello degli anni ’80, ha cominciato a fare l’esatto opposto.

L’assenza di Diesel mise la produzione di 2 Fast 2 Furious in una situazione che probabilmente non era stata preventivata: improvvisamente Paul Walker era il vero protagonista della saga. Nel primo film, Brian O’Conner è l’elemento meno carismatico non a caso: il suo ruolo è quello del pubblico. Lui è i nostri occhi, l’elemento estraneo che si intrufola nella banda di Toretto e ci permette di fare la conoscenza di tutti questi superfichi e superfiche al volante delle loro belle auto sportive. Buaian è un po’ il bravo guaglione che noi siamo, Toretto la simpatica canaglia che vorremmo essere. Il carisma per lui era semplicemente, matematicamente fuori dall’equazione, e andava bene così. Diverso il discorso se quello stesso personaggio è costretto dalle congiunture produttive a diventare il protagonista della faccenda: in quel caso la mancanza di carisma è un discreto cazzo ar culo. Come ti risolvono il problema Neal H. Moritz e compagnia? Virando il tutto sulla pseudo-blaxploitation.

Fast & Furious. This time with more niggaz.

“Uhmmm… mettiamoci più negri.”

Chiamano un regista nero specializzato in film dalla forte connotazione razziale come John Singleton e una “spalla” nera del protagonista, l’attore e cantante Tyrese Gibson, che spalla non è mica tanto e finisce per rubargli la scena più volte. Ma non basta: introducono un altro personaggio afro-americano (con tanto di afro anni ’70, se per caso il punto fosse sfuggito), il Tej di Ludacris, che rivedremo insieme a Tyrese nel quinto capitolo. Tutto sommato, escluso il rimando di continuity con Tokyo Drift al termine del sesto film, 2 Fast 2 Furious è il film che, zitto zitto, ha contribuito maggiormente a espandere la galleria di personaggi della saga. È anche il film in cui LA FAMIGLIA ha meno spazio in assoluto, a parte qualche scambio tra Paul e Tyrese, che però è più virato verso il bromance. E a proposito di bromance: è curioso come praticamente nessuno scopi nel film. Paul e Tyrese li vedi tutto il tempo fare i cascamorti con le tipe, aggirarsi in mezzo a strappone in tanga facendo commenti tipo “Daaamn”, ma mai arrivare al dunque. Perché alla fine conta la storia d’amore tra loro e le loro macchine.

"Daaaamn"

“Daaaamn!”

La trama ve la devo proprio dire? Non è che cambi molto. Brian, cacciato dall’FBI per aver lasciato scappare Toretto, si è trasferito a Miami e vive ormai alla giornata partecipando a gare clandestine con la sua Skyline GT-R (acquistata e customizzata dallo stesso Walker). C’è bisogno di incastrare un signore della droga e allora la Dogana (in collaborazione con l’FBI nella persona del vecchio capo di Brian, Bilkins) chiede l’assistenza di Brian in cambio di una ripulita alla sua fedina penale che nel frattempo è diventata piuttosto affollata. Brian si impone per avere al suo fianco Roman, un suo vecchio amico che è convinto di essere stato arrestato per colpa sua. Ad aiutarli dall’interno dell’organizzazione c’è l’agente infiltrata Eva Mendes, che è anche un bel vedere. Segue trama stock di sbirro bianco/sbirro nero sotto copertura intervallata a garini sempre più tamarri messi in scena per i motivi più svariati.

È qui che si vede la grande differenza tra la prima parte della saga e la seconda, da Fast & Furious 5 in poi: qui le principali svolte di trama si hanno a bordo di un’auto e/o durante una gara clandestina. Brian dice “ci servono altre due auto per la missione” e subito dopo ci viene mostrata la gara nella sua interezza. Se ricordate, nel quinto, quando Toretto dice la stessa cosa, uno stacco di montaggio ci consegna già lui e Brian vincitori. Un cambio di prospettiva che in 2 Fast 2 Furious non era ancora avvenuto. Eppure un primo passo verso il più ampio mondo dell’action viene compiuto: se nel primo capitolo i “cattivi” erano risibili e apparivano sì e no in due scene solo per giustificare l’inseguimento finale, qui c’è un vero e proprio bad guy (il Carter Verone di Cole Hauser, che non mi stupirei di vedere riesumato in uno dei prossimi capitoli). Inoltre, l’elemento poliziesco è meglio dosato e stavolta essere sotto copertura porta con sé rischi effettivi e una maggiore tensione.

Mighty Morphin Power Rangers on Wheels.

Mighty Morphin Power Rangers on Wheels.

2 Fast 2 Furious in definitiva è un prodotto onesto e molto più dignitoso di quello che poteva essere. È un mega-cartone animato in cui ogni pilota ha i vestiti in tinta con l’auto che guida, è vero. Eppure John Singleton fa il suo sporco lavoro, anche se ogni tot eccede nell’uso della CGI, con le auto testa a testa riprese di lato (prioprio come nei cartoni giapponesi) o realizzate in una grafica che sta bene nei videogame ma sfigura nettamente nel live action. Un paio di stunt ben fatti comunque ci sono, tipo la scena in cui un’auto viene letteralmente risucchiata sotto un camion, un bel momento inatteso di gioia fulminea che ti fa godere come un maialino. Tyrese è simpatico e regge il gioco, riuscendo anche a far fare bella figura, per associazione, a Cartonato Walker (RIP, ma sempre cartonato era). Eva Mendes lascia pochissimo il segno, tanto che di tutti i personaggi è l’unica a essere tornata solo una volta e per due minuti, in un cameo dopo i titoli di coda di Fast & Furious 5. Non ci mancherà.

Questa non c'è nel film, ma era per farvi vedere la deligata campagna pubblicitaria.

Questa non c’è nel film, ma chi se ne frega.

Ma soprattutto, 2 Fast 2 Furious proietta la mente in uno stato di selvaggia speculazione quando ci spinge a riflettere sull’esistenza, da qualche parte del vasto multiverso, di una realtà parallela in cui Vin Diesel non è mai tornato alla serie e al film di Singleton è seguita una scarrettata di sequel con protagonista Brian O’Conner e una spalla occasionale. Se ci penso intensamente, mi pare quasi di vedere un montaggio tipo quello alla fine di 22 Jump Street. E un po’ rabbrividisco.

DVD-quote:

“2 volte la tamarraggine, 1/2 volta il carisma”
George Rohmer, i400Calci.com

“Poteva andare peggio”
Neal H. Moritz, produttore

>> IMDb | Trailer

George Rohmer
Autore del post: George Rohmer
"Ne me quitte Bub"
D
k

Tags: 2 fast 2 furious, blaxploitation, Cole Hauser, daaaamn, eva mendes, facce meticce di razze nuove come il millennio che sta iniziando, fast & furious, i titoli di coda di 22 jump street, il cartonato a grandezza naturale di paul walker, john singleton, LA FAMIGLIA, la saga di fast & furious, ludacris, neal h. moritz, paul walker, piloti coi vestiti in tinta con le loro auto, sfasciare auto in nome del divertimento, the fast and the furious: tokyo drift, tyrese gibson

35 Commenti

  1. Jax 24/03/2015 | 08:27

    Bel recupero, tutto sommato non mi era dispiaciuto. concordo con la DVD quote (a cui aggiungerei 2 volte le macchine, ricordo un finale con milioni di macchine colorate)

    Rispondi
  2. Nanni Cobretti 24/03/2015 | 08:46

    @past, per quando leggerai: ci tengo a dirti che George (che e’ un noto veggente) ha scritto questo pezzo prima che ti rimproverassi sull’uso del termine “americanata”…

    Rispondi
  3. Past 24/03/2015 | 09:10

    @nanni, meglio male accompagnati che soli…lo dico sempre.

    comunque all’epoca l’impatto con sto sequel fu abbastanza shocking perchè di fatto ammazzava la saga, certo poi vai a sapere che arrivava san lin, però a quel tempo la sensazione post visione era: ok, hanno fatto la cazzata che non era al livello di un xXx 2 o un speed 2 però sempre danni enormi aveva fatto…

    ovvio che oggi è tutto diverso visto come sta andando la serie, e l’approccio è più bonario/rivalutativo, ma si, ma dai, so ragazzi…

    Rispondi
  4. tommaso 24/03/2015 | 09:30

    Mi ricordo una dottissima recensione entusiasta mi pare su Cineforum (credo fosse Cineforum, visto che mi regalarono l’abbonamento per un paio d’anni) corredatata dalla penultima foto. Tipo che boh era post-cinema cinetico e destruttuturato non più bisognoso di attori registi sceneggiatori e bla bla bla. Il senso del tempo passato vien dato che cercai in rete foto di Devon Aoki, ma all’epoca non era così scontato che si trovassero molte foto, neanche di una gnocca. Il medioevo del 2003.

    Comunque io non odio affatto il termine americanata.

    Rispondi
  5. Nanni Cobretti 24/03/2015 | 09:43

    Mah, io questo all’epoca lo difendevo talmente tanto che ero convinto che Tyrese avrebbe fatto carriera. Rivisto l’altro giorno, rinnego solo le esagerazioni su Tyrese.

    Rispondi
  6. manq 24/03/2015 | 09:58

    Vogliamo dire che il concetto fusion tra diversi mezzi di trasporto che tanto ci ha fatto godere nei sequel nasce qui, con l’abbraccio finale auto-barca?
    Io lo direi.

    Rispondi
  7. Steven Senegal 24/03/2015 | 09:58

    In realtà le due palle così di vin diesel son continuate ad esserci nel momento in cui si è messo a produrre il franchise. Avrà pure snobbato il sequel ma poi c’è voluto triplo coraggio ad imbarcarsi nella faccenda proprio dopo il 3º (che personalmente metto in tranquillità dietro questo), dopo che a) avevano perso pure Cartonato b) alla gente non fregava più nulla c) c’era il rischio che la cosa si trascinasse per anni con dtv mediocri e lilloni sempre più imbarazzanti come protagonisti. Invece appena dopo un 4 di rodaggio, cmq buono, ci hanno dato forse uno dei migliori action tout court del decennio e subito dopo il film più esagerato e cafone degli ultimi tempi.
    Il 2 lo rivedo sempre volentieri

    Rispondi
  8. BlackPorkismo 24/03/2015 | 10:11

    Infatti all’epoca spaccavano giochi come Need for speed underground e Midnight Club dove c’era tanto tuning.
    Anche il terzo non mi è dispiaciuto.

    Rispondi
  9. Poisoned Ivy 24/03/2015 | 10:17

    #TEAMcipiaceancheil2 tutta la vita.

    Si, manca di mordente, ma ha belle scene con le auto, ricordo che al netto del (ancora sconosciuto come termine ma già presente nel mio cuore) MACCOSA in alcuni punti della trama di infriltramento (?? infiltraggio?? boh) e della mancanza del Vin che era per me motivo fondamentale di scompensamenti ormonali, mi era piaciuto già allora.

    Come dice Past, oggi lo guardo con ancora maggior piacere, sicuramente più di Tokyo Drift, che ha gran scene di drift appunto ma una trama che mi fa venire l’orticaria, Han a parte.

    E sappiate che sto meditando di cambiare nick in Ivy Paulina Walker Diesel (ho il cuoricino atrofizzato che batte)

    Rispondi
  10. Past 24/03/2015 | 10:20

    @senegal

    ricordo che diesel per finanziare l’ultimo riddick si impegnò la casa, in quello che fa ci crede duro, respect.

    Rispondi
  11. Munky 24/03/2015 | 10:37

    Io mi ricordo che appena uscì, lo recensii molto positivamente: in questo c’era una trama (per quanto piena di maccosa) ed il film filava in maniera dignitosissima; era ancora figlio dei tempi, portando le macchine ed il tuning ancora al centro della scena.
    Del terzo ne parliamo appena esce la recensione, ma anticipo già che mi fece cagare a spruzzo

    Rispondi
  12. Steven Senegal 24/03/2015 | 10:48

    @past è pure generoso, va come si porta dietro tutti o quasi gli attori di ciascun film, altro che qualche expendables avido primadonna. Di questo passo fast 8 lo dovranno fare in due parti se vogliono dare il giusto screen come han sempre fatto.

    Cmq le curiosità su questo film che dà imdb fan veramente commuovere

    Ah e eva mendes wouldbang ti amo maledetta conturbante, quella immagine di te che ti pasticci nel film con wahlberg e phoenix mi tormenta ancora. Mi son dovuto vedere pure quel film con ryan gosling sulla moto cross per causa tua, se non è amore questo

    Rispondi
  13. Nanni Cobretti 24/03/2015 | 10:57

    “The first car you see Paul Walker drive in the movie, is in fact his own racing car in real life. He has a love for street racing. Also he personally handpicked all of the racing cars in the movie.”

    Lo dicevo io che non era credibile che lo pagassero solo per recitare!

    Rispondi
  14. Steven Senegal 24/03/2015 | 11:24

    Nanni che svogliato che sei, ti sei letto giusto la prima della lista. Tò il vecchio avido invece:
    “The complex used as Verone’s mansion was formerly owned by Sylvester Stallone”
    Coincidenze? Noi non crediamo

    Rispondi
  15. George Rohmer 24/03/2015 | 11:43

    @Steven: vero, però ecco, ha un po’ rischiato sul quarto (ma neanche tanto, c’era pur sempre il fattore “reunion”) ma da lì in poi è stata tutta una discesa sicura. E poi ha fatto Riddick, che è stato rischioso come produzione e non ha fatto grandi numeri, ma era pur sempre un sequel. E in teoria farà pure xXx: The Return of Xander Cage. Insomma non è che rischi più tanto in quanto a progetti, è da Babylon A.D. (2008) che recita SOLO nei suoi franchise (se escludiamo i Guardiani della galassia).

    Rispondi
  16. Nanni Cobretti 24/03/2015 | 11:50

    Vin in generale ha avuto la fase in cui sperava di diventare abbastanza famoso da fare un po’ il cazzo che gli pareva, motivo per cui rifiuto’ questo sequel per tentare una maggior diversificazione. C’e’ sempre il suo famoso progetto su Annibale che non ha mai realizzato, e che secondo me idealmente voleva dirigersi da solo. Poi quando ha visto che non decollava e’ tornato indietro, e ha ampiamente dimostrato di averlo fatto stravolentieri e col cuore. E comunque secondo me ha approfittato della presenza di Tony Jaa sul set di Furious 7 per parlare di elefanti, e chissa’…

    Rispondi
  17. Jax 24/03/2015 | 11:53

    @george Babylon A.D. cosa mi hai ricordato……..

    Rispondi
  18. Steven Senegal 24/03/2015 | 11:57

    @George: bè aspetta, “un po’ rischiato sul quarto” insomma… il franchise veniva dal 3° anonimo capitolo e lui personalmente pure da Missione tata e Find me guilty. Altro che fattore reunion a coprirgli le spalle, nemmeno quella degli avengers lo metteva al sicuro.
    Poi sì, escluso questo preciso momento della sua carriera al quale mi riferivo, ha inserito il pilota automatico e gli è andata di lusso inventando di fatto un nuovo modo di fare action? (questa è forte eh, però mi pare)

    Rispondi
  19. Past 24/03/2015 | 12:16

    ma in find me guilty quanto gigionava bene…?

    nel prossimo film sarà un cacciatore di streghe un look così…

    http://cdn.screenrant.com/wp-content/uploads/Vin-Diesel-as-The-Last-Witch-Hunter.jpg

    un altro passo verso Annibale…

    Rispondi
  20. George Rohmer 24/03/2015 | 12:20

    Ecco sì dimenticavo del prossimo film, dai qualche segnale c’è. Spero vivamente che questa doccia di popolarità lo abbia rimesso in carreggiata (ops) anche per altra roba. Oh non è che sto qui a lamentarmi: va bene anche se fa altri dieci FF per i prossimi vent’anni. Ma siccome secondo me è bravone, si merita una carriera più varia a spaccare culi anche senza quattro ruote sotto il suo.

    Rispondi
  21. Poisoned Ivy 24/03/2015 | 12:38

    @George –> ” va bene anche se fa altri dieci FF per i prossimi vent’anni. Ma siccome secondo me è bravone, si merita una carriera più varia a spaccare culi anche senza quattro ruote sotto il suo.”

    Hai appena conquistato il mio cuore. Sposami. Limoniamo anche solo durissimo eh. Come preferisci.

    (Io lo dico da anni che Vin è bravo.)

    Rispondi
  22. Munky 24/03/2015 | 12:51

    Anche sono nel team #Vinèbravo.
    Find me guilty è un piccolo gioiellino, per quanto mi riguarda, ed ho trovato Vin piuttosto sprecato, relegato solo in ruoli muscolari (per quanto, chiaramente, son quelli che tirano di più).
    Un film su Annibale io ce lo vedo bene, basta che poi sia qualcosa di più simile ad ad Alexander che a Troy (e non mi son piaciuti entrambi, però del primo apprezzo lo spirito e la passione messa al progetto, del secondo ho disprezzato praticamente tutto)

    Rispondi
  23. Schiaffi 24/03/2015 | 13:03

    In argomento “scelte del buon Vin” questo era si una merda ma non so se era peggio di missione tata eh. Bah ricordo ancora un paesano che durante la scena dell’auto distrutta sotto al camion urlò “nooooo il biemwa sport g8 blablabla…” e nella sala si levò un silenzio stupito di assenso tipo “ohhhhhh….” e teste di minchia che annuivano. All’uscita invece il tizio con minigonne e alettone di cartone a fare il freak, quell’altro che affermava di aver visto nn so dove la bomboletta del nos per gli scooter…madonna che film di merda e che pubblico di disadattati, almeno mò ci sta la gente che vuol vedere roba esplodere e che si piglia bene a vedere toretto che tira la craniata a quell’altro. Altro che biemwa e le auto dei giostrai

    Rispondi
  24. vespertime 24/03/2015 | 13:53

    Non era male questo sequel anche se al di sotto del primo capitolo. Quando lo vidi la prima volta ero rimasto un po’ deluso. Vin mancava e la storia ricalcava i classicissimi buddy cop. Certo, le macchine erano in abbondanza, le fighe anche, però boh, qualcosa mancava. A Walker tentarono di dare un tono da duro, ricordo un amico che “minchia la maglia choppers la voglio anche io” ma niente di più. Mi pare di ricordare che alla fine un auto vola su una barca.

    Rispondi
  25. vespertime 24/03/2015 | 13:53

    (comunque ovviamente ho anche questo in dvd)

    Rispondi
  26. axel folle 24/03/2015 | 14:11

    Devo concordare con Schiaffi, brutto forte questo sequel, peggio del primo gia brutto capitolo. Il resto non li ho visti ma un amico continua ad insistere perché mi veda il 5 e il 6 che a suo dire sono dei bei film d’azione e quasi quasi mi ta convincendo

    Rispondi
  27. Pado 24/03/2015 | 14:13

    Io non so perchè ma questo lo rivedo sempre volentieri, più del 5-6, forse perchè il 5-6 è un signor action ma che avrei voluto vedere ad esempio per i mercenari mentre FF lo seguo per le macchine, e nel 2 ce ne sono a strafottere.
    Che bello sarebbe un crossover con i mercenari?!

    Rispondi
  28. jena123 24/03/2015 | 19:08

    Ma vi rendete conto che dobbiamo tutto a Fast 3 ?? Pazzesco no ? Justin Li fa vedere un montaggio a Diesel del film e gli piace,cosi fa il piccolo cameo e da li il ritorno. Nei blu-ray dicono addirittura che il quarto doveva essere un DTV. No dico un DTV. In breve se Diesel non fosse di bocca buona non avremmo una delle migliori saghe action,ma piuttiosto una trilogia partita bene che fallisce e retrocede a DTV. Grande Vin,anchio son di bocca buona e il terzo non lo schifo per niente,questo secondo poi,era addirittura il mio preferito dei 3,adoravo il personaggio di Tyrese Gibson,soppratutto quando ruba non mi ricordo bene cosa al boss cattivo. Comunque rivedendoli ho cambiato idea e si,il primo mi piace di più del 2.

    Rispondi
  29. Dan Arkanoyd 24/03/2015 | 19:33

    Non l’ho ancora visto, siete sicuri che sia brutto?

    Rispondi
  30. annaMagnanima 25/03/2015 | 00:04

    in compenso io ho già rivisto il 5 e in settimana mi rivedo pure il 6. sono avantissimo.

    Rispondi
  31. Dr. Stranamorte 25/03/2015 | 01:46

    Oh bene pensavo di essere fra i pochi che comunque hanno apprezzato questo secondo capitolo. Il fatto che sia un sequel rispettabilissimo anche senza Vin Diesel, gli dà ancora più punti. Poi vabbè sì, le macchine caramellate sono imbarazzanti, ma era la moda di Need for Speed.

    Questa cosa di Annibale non la sapevo, io però ci voglio assolutamente anche Tony Jaa!

    Rispondi
  32. Sydney Pollock 25/03/2015 | 12:21

    Bel pezzo, ma soprattutto miglior titolo di sempre

    Rispondi
  33. Lanzetta 25/03/2015 | 14:28

    Comunque in questo film Tyrese era veramente un duro..non la stupida macchietta proposta nei successivi film

    Rispondi
  34. schiaffoni 29/03/2015 | 21:30

    Film generalmente sottovalutato quando invece è un piu’ che dignitoso sequel(cosa affatto scontata….)anche se l’ assenza di Toretto si fa sentire mantirene una sua identità e un suo senso estetico perfetto per l’anno in cui è uscito.

    Rispondi
  35. Axel Folle 21/01/2016 | 21:30

    Secondo giorno, secondo capitolo. Onestamente lo ricordavo peggio, tutto sommato qualitativamente non è inferiore al primo, il tasso adrenalinico è sempre consistente e pur con il solito problema di dover venire a patti con momenti decisamente kitsch legati principalmente al fatto di vedere un film sul sottogenere “corse di auto customizzate”, se si sceglie di stare al gioco ce lo si gode per bene. Eccede in pessima CG in un paio di orrende sequenze ma tutto sommato si fa perdonare. Diciamo che vedendo i primi due capitoli, con in mente il quadro generale della saga me lo godo con meno malizia e li valuto per quello che sono: dei giocattolini tanto pomposi e ingenui che sotto un occhio quasi paternalistico li si apprezza anche nei lati negativi. Come i figli adolescenti. Come l ammore comanda.

    Rispondi

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