Sì, lo ammettiamo, ultimamente abbiamo trascurato il buon Steve-o. Siamo attentissimi sulla sua vita extra-filmica, l’abbiamo intervistato, siamo andati a un suo concerto, sappiamo che è sempre vicino al suo amico Putin, sappiamo che si è candidato in politica per diffondere il Putinismo negli Stati Uniti d’America, sappiamo che ha cambiato idea appena gli hanno detto che le campagne politiche sono un po’ uno sbatti e che gli sarebbe toccato di parlare anche a gente che non aveva mai visto Programmato per uccidere. Chi glielo faceva fare? Certo, scappa anche a lui di ricevere qualche denuncia, negli ultimi cinque anni l’hanno accusato di molestie sessuali e di aver ucciso un cucciolo senza motivo durante un raid stile SWAT inscenato per il suo reality show ai danni di un pregiudicato messicano, ma non sono motivi sufficienti per lanciarsi in politica, è robetta, mica ha intascato mazzette per la costruzione di un quartiere. Per cui alla fine amen, se n’è tornato tranquillo alla sua pacifica routine di sempre, a base di periodici viaggetti in Bulgaria con il suo reggi-cineprese di fiducia Keoni Waxman.
A Good Man, specie se riferito a Steven Seagal, è un titolo bellissimo. “Una brava persona”. Lascia immaginare una bella storia di redenzione intrisa di classicismo. E questa parte a bomba, con Steven Seagal Filosofo che fuori campo dichiara che non c’è oscurità senza luce e che lui ha entrambe, a cui segue – vi giuro – un’esplosione e i titoli di testa. È lassù con i suoi migliori incipit di sempre.
Dopodiché vediamo Steven in missione, quando come persona non era ancora brava, per enfatizzare la sua redenzione. E come capiamo che a questo punto del racconto non è ancora una brava persona? Facile: dice “fuck” ogni tre parole, e fa battute grezze. I suoi bersagli sono un trafficante d’armi e il terrorista Abu Alwaki, detto “Abu Normal”, e qui scatta la mia scena preferita: Steven chiede al suo collega se secondo lui Abu Normal becca più figa di Bin Laden, il collega risponde che tanto quando muore lo attendono 99 vergini in Paradiso, Steven diventa improvvisamente serio e guarda in alto, e la cinepresa inquadra il cielo.
Di base, il fattaccio è il seguente: Steven arriva al covo del cattivo, ma lo trova pieno di bambini usati come scudi umani; Steven chiama per abortire la missione ma i suoi superiori, nonostante abbiano mandato lui apposta per sparare ai bersagli senza fare troppo casino, fanno partire un drone con un missile; Steven piglia una bambina a caso e si getta acrobaticamente lontano stile Garth Marenghi’s Darkplace, ma non può salvare gli altri; passa un’auto con i bersagli, Steven secca l’arabo ma non il trafficante, stacco, botta di timidezza della scritta in sovraimpressione che si limita a dire “Europa dell’Est” perché si vergogna ad ammettere che è sempre, immancabilmente, la nostra cara vecchia Bulgaria. Steven è semi-traumatizzato dall’esperienza, nel senso che non dice più le parolacce e di colpo è lo Steven posato, serafico, che tutti conosciamo.
Da qui in poi si entra nei territori del Seagal Movie medio. C’è la durata che si spinge fino ai 103 minuti, di solito segno di ambizione, ma sapete come va: gran chiacchere, l’occasionale combattimento che il nostro affronta da fermo, gran sfoggio di comparse bulgare come imposto dalla mafia locale in cambio di protezione. A un certo punto una di queste comparse bulgare si mette a menare e tirare calci in fazza manco il film fosse suo, e io penso “ma guarda un po’, evidentemente hanno un eroe locale che vogliono valorizzare”, e invece salta fuori che è Victor Webster, il protagonista degli ultimi sequel del Re Scorpione. Ci sta: ha un carisma educato che non minaccia mai la leadership di Steven, è a suo agio nelle scene di menare ed è un buon diversivo per far rifiatare il nostro eroe senza pretendere spazio sulla locandina.
E allora il valore è offerto come al solito dai dettagli di contorno.
Il plot, che vede Steve-o seccare uno ad uno gli uomini del terribile trafficante Chen usando una spada e lasciando come firma l’ideogramma “gwai-lo” (letteralmente “uomo fantasma”, comunemente usato dai cinesi come dispregiativo per i bianchi) per spacciarsi come killer di una gang rivale.
La spada, una mezza katana che il nostro si porta dietro ovunque e che ha soprannominato “il coltello da macellaio del diavolo”.
E soprattutto Steven Seagal. Lui, in persona. Che come lui non c’è nessuno.
Si vede che si diverte a scriversi il personaggio da solo. È sempre uguale, ma è la sua personalissima marca orientaleggiante di eroe: uno che ha sperimentato gli alti e bassi della vita, è stato in guerra e ha conosciuto le più avanzate forme di spiritualità, conosce mille modi di uccidere e mille modi per guarire, ed è ancora micidiale e invincibile come Batman pur avendo 63 anni e il fisico di Umberto Smaila.
Per Steven Seagal non è importante che si comunichi realmente il trauma che ha portato il suo personaggio alla redenzione, quella è soltanto una nota di colore come un’altra che giustifica in un modo diverso dal solito il comportarsi come il suo abituale se stesso per i rimanenti 90 minuti di film. Per Steven è importante inserire diverse parole cinesi e pronunciarle correttamente e in scioltezza per dimostrare di conoscere (anche) il cantonese come una seconda lingua. Anzi, finché c’è, crepi l’avarizia, sfoggiamo pure un’intera frase. Trahn-Qui-Lo.
E il meglio di sé lo dà quando può filosofeggiare, come nella scena di tortura gestita con la rilassata spavalderia di chi conosce l’argomento torture come il palmo della sua mano, e non ha nemmeno bisogno di idee particolari, perché ha un liquido di sua invenzione che – non serve davvero spiegarlo – è più efficace di qualsiasi stramberia coreografica di cui tu abbia sentito parlare. In qualsiasi altro film una trovata del genere sarebbe un segnale della pigrizia più estrema, ma Steven Seagal te la sa vendere come assolutamente ovvia e indiscutibile. Dopotutto sono 30 anni che ti ha convinto di essere uno dei più letali combattenti di sempre pur muovendo a malapena i polsi.
E poi lo scontro finale, con il trafficante Chen che ha in ostaggio una bambina e Steve-o la convince a lasciarla andare. Non il concetto, vecchio come il mondo, ma come calibra il dialogo: «Rifletti sulla somma totale di tutta la tua vita, e visualizza il tuo ultimo respiro. È davvero questo?».
La chiusura è semplicemente gloriosa. Il villain è sconfitto, la bambina è salva, giustizia è fatta: Steven torna a casa, dove la sorella maggiore (gnocca) della bambina non vede l’ora di ringraziarlo e procede immediatamente a uscire le tette (capezzoli fuori inquadratura) e a montargli in groppa. Due smanacciate, titoli di coda. Ogni film dovrebbe finire così.
Buffi retroscena: A Good Man era nato come sequel di Force of Execution, ma la produzione aveva cambiato idea a metà riprese. La trama non si incastrava più, ma ormai erano state girate scene in cui il personaggio di Steven viene chiamato “Alexander” per cui amen, gli hanno lasciato il nome uguale. Con Absolution, che soffre dello stesso problema, forma comunque la “trilogia del pizzetto”.
Detto questo: se non siete fans del Maestro Seagal, è una pesantata inutile.
DVD-quote:
“Trahn-Qui-Lo”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
Bud Seagal
XD Già ai tempi di “Infiltrato speciale” mia mamma s’ era stupita di come avesse messo su peso. XD
E’ un cartonato vivente.
Una statua di gesso.
Ma è talmente forte che ti mena con i montaggi.
Non sono suo fan…. ma come si fa a non volergli un gran bene?!
effettivamente per uno che aveva la sua fazza sulla vecchia insegna dei 400 è stata una mancanza lunga tra le recensioni in uscita però di certo non si può dare la colpa ai regaz, perchè inferire verso uno che cui comunque gli si vuole bene…
l’ultima volta che l’ho visto era in machete e se magnava, in senso di interpretazione attoriale, tutto il film e non credo che lo rivedrò più se l’andazzo rimane questo.
Migliore dvd-quote evah
Ho tutta la collezione DVD pubblicata l’anno scorso con la Gazza, comprensiva della serie Tv «True Justice».
Come si fa a non amare uno che, in «The Glimmer Man / Delitti inquietanti», mena di brutto con un rosario tibetano al collo?
Quel titolo fa parte della mia quaterna preferita, con «Exit Wounds / Ferite mortali» e – soprattutto – i due «Under Siege».
Proprio nel sequel di «Trappola in alto mare», ovvero «Under Siege 2 – Dark Territory / Trappola sulle Montagne Rocciose», c’è la prima scena di stra-culto che (non solo adesso) mi venga in mente.
Un dirottatore fa fuori qualcuno che stava opponendo resistenza e poi, rivolgendosi agli altri ostaggi, osa fare il gradasso con la più convenzionale delle sparate: “C’è nessun altro che vuol fare l’eroe?”; ma si vede piombargli addosso Casey Ryback – Steven Seagal, che prima lo sbatte come un tappeto e poi – dulcis in fundo – lo scaraventa giù dal treno in corsa.
(Dicembre ’95 in una sala cittadina di prima visione, che ricordi…).
Come non ricordare poi battute come “Anche le tette uccidono”. XD
Grandissimo Glimmer Man, quello in cui lui mena una serie di scagnozzi dentro a un ristorante sfasciando tutto, poi suona il telefono e lui prende su rispondendo “Mi dispiace, siamo chiusi per restauri”
l’action hero più sadico dei cattivi stessi,mono espressivo,rivisto in Trappola in alto mare(li era magro)dove Gary Busey si veste da donna e a Tommy Lee Jones gli fa uscire un’occhio anche se ricordo di più le tette di Erika Eleniak(Baywatch).
Lunedì abbiamo rivisto Nico. Anche lì la trama, ehm, lasciava il posto alle botte, a lui che parlava le lingue e ammoniva i giovani dai rischi della dipendenza da stupefacenti.
E lui non era la metà, era un quarto. Secco come un chiodo.
Però è vero che ha smesso di essere rilevante nel mondo del cinema d’azione eoni fa, persino meno di Van Damme che ha centrato molti più film nel suo periodo d’oro. Eppure Seagal era partito come protagonista, si produceva la roba lui. Cioè sulla carta io avrei scommesso su aikido invece che sulla kick box. E avrei perso.
@pillole: penso che il suo bello sia proprio quello. E’ arrivato nell’era che stava a meta’ fra i ninja e la kickboxing e si e’ imposto spavaldo, saltando la gavetta a piedi pari, riuscendo a rendere cinematografica un’arte marziale in cui combatti praticamente da fermo e non le prendi mai. Nessuno ha mai provato a imitarlo manco nei paraggi. E lui non solo ci ha tirato fuori un successo di box office pienamente mainstream come Trappola in alto mare, ma dopo 30 anni campa ancora mettendo il suo nome su una lieve variante dello stesso film ogni sei mesi.
trilogia delle pizzette, più che altro..
sempre di più un meraviglioso ibrido tra bud spencer e pavarotti
@Nanni Corretti: grazie Nanni per aver soddisfatto la mia richiesta…ottima e divertente recensione eheh :)
Insomma, il faccione di Seagal c’è ..le frasi filosofiche ci sono..le mazzate anche..mi sembra di aver capito che la qualità è sempre quella, in linea con gli ultimi lavori..speravo meglio ma vabbe, ormai Steven è questo..prendere o lasciare eheh :)
Kefiah di Seagal come e più del poncho dello straniero senza nome.
@Pilloledicinema: diciamo che l’appeal di Seagal svani con “Sfida tra i Ghiacci”, un film abbastanza grosso, che fu un fiasco al botteghino,ma che oggi è stato ampiamente rivalutato(piace addirittura a mia sorella che non guarda action XD)…di lì in poi il declino..ok Under Siege 2..ma anche li si vedeva che qualcosa si era rotto…Però ecco un Nico..un Giustizia a Tutti i Costi..appunto un Trappola in Alto Mare non si dimenticano facilmente eheh ;)
Si, iniziò a fare B-movie senza pretese già a fine anni 90!
STIG lo conosco bene da anni, ma ancora non l’ ho visto! °_O
Come al solito le recensioni dei film di Steven sono il meglio del meglio.
“Detto questo: se non siete fans del Maestro Seagal, è una pesantata inutile.” Mi permetto di aggiungere: se non siete fans del Maestro Seagal, vergognatevi!
Il finale con la giovane gnocca che non vede l’ora di farsi possedere dal Maestro è già leggenda.
Se non fosse che il nostro eroe è fuori scena per mezzo film direi che A Good Man è nella metà alta della sua filmografia
che grassone è diventato…
L’imbolsito Steven Seagal con l’accento sulla gal come si usa dire oggi mentre una volta l’accento era sulla sea…
Mitico ha sostituito anche Walker Texas Ranger nella parodia dello zoo di 105.
Gli abbiamo voluto bene fino a, diciamo, Infiltrato Speciale, poi declino inesorabile verso i dtv e l’anonimato.
Qualsiasi film con Seagal ora è veramente una pessima boiata inguardabile.
Carriera parallela a Van Damme, Lundgren e qualche altro eroe action anni 80-90 ormai in pensione.
Nella pagina Wikipedia di “Giustizia a tutti i costi” – in cui Seagal interpreta un poliziotto di nome Gino Felino – il finale del film è riassunto così:
“Gino si introduce di soppiatto e, uno alla volta, uccide tutti fino a trovarsi faccia a faccia con Richie, con il quale si batte a mani nude, sconfiggendolo senza alcuna difficoltà, prima di ucciderlo con un cavatappi.”
prima di ucciderlo
con un cavatappi
@luc: e com’e’ che non l’hai ancora visto? Non citano il pezzo in cui lo bastona in testa con un salame.
Mi manca pure questo! XD
@Nanni Cobretti: aspetta Gino colpisce Ritchie con un mattarello mi sembra..e anche con una padella XD
Il salame lo usa nel combattimento nel negozio di alimentari XD
Che filmone cavolo!! XD
Vorrei sottolineare ciò che nessuno ha il coraggio di dire ma è ormai sotto gli occhi di tutti:
Seagal sta diventando Bud Spencer nel silenzio assordante dei media.
@jesus, lo ha detto mei nel primo commento…
Miglior recensione da un po’ di tempo a questa parte (e non per colpa di tutte le altre rece cmq ottime)
Io continuo ad apprezzare sto uomo che incurante di tutto e tutti continua a vivere nel suo personalissimo mondo
Son sicuro che se arrivasse un aronowsky a proporgli un film dove fare la parte del fenomeno da baraccone che si redime, il nostro gli tirerebbe uno schiaffone
@StevenSenegal: vorrei avere l’1% dell’egoismo/autostima/sicurezza di Seagal..personaggio incredibile eheh :)
@Nanni: no no, il film l’ho visto, la cosa che mi ha colpito è come anche Wikipedia si sia sentita in dovere di sottolineare la degradante morte di Ritchie.
Ricordo anche con orribile chiarezza il tizio a cui Steven spara via un piede col fucile a pompa così tanto per.
Filmone
Chuck Norris compie oggi 75 anni!!
Chun Kuk Do a tutti.
No vi prego spiegatemi questa storia del cucciolo perchè davvero rischia di cadermi un mito
quando lessi la storia del cane telepatico mi si riempì il cuore di gioia e ammirazione per steven
ma sapere questo aneddoto mi distrugge ditemi che non è vero
Devo recuperare la parte finale della sua filmografia ma Steven è per me un autentico pilastro. In particolare penso di aver rivisto almeno 30 volte Giustizia a tutti i costi e quando lo ridanno so per certo che lo rivedrò ancora. Visto che si citava il duello finale con colpi di salame e cavatappi negli occhi, ricordo anche la mitica padellata in testa. Ma non solo. Per tutto il film Steven indossa una camicia nera con le spalline cucite per farsi le spalle squadrate. Si vede benissimo quando muove le braccia nelle scene di botte perché la camicia aderisce alla sagoma della spallina. È per dettagli come questo che l’ho sempre stimato. Poi ci sarebbe il capitolo Jo Champa, che magari oggi non dice più niente, ma al tempo era più famosa di Sharon Stone ma è altra storia.
Certo, a vedere le foto qua sopra ne è passato di tempo, e anche di panini al tonno.
Io invece rivedo volentieri “Duro da uccidere”. Film che però da una partenza a mille finisce un pò per calare mano a mano. GATIC mi manca. E dire che gli altri primissimi li ho visti tutti!
Sul fimaila mi sono capottato….mitico!!!!!
Sul fisico di Umberto Smaila mi sono capottato….Mitico!!!
Doveroso
https://www.youtube.com/watch?v=o47hm888i2g
Romania, ragazzi, non Bulgaria, Romania… ;) Però c’è la chicca inaspettatamente accurata che una della macchine dei mafiosi russi ha appunto la targa russa; di Mosca. :)
Sono più di un fans. Voglio che sia più di un amico stretto che lo faccio famoso in tutto il mondo e anche nella terra promessa di Israele usandolo come uno delle forze dell’ordine quando proprio non si può farne a meno per usare la forza per prendere i delinquenti e soprattutto eleminando gli sport violenti come per esempio il wrestling e la box. Di sicuro che se lui interviene alla guerra in ucraina di sicuro smette talmente è violento. Infatti t vorrei essere il suo segretario personale facendo parte del suo staff. Lui proprio non ha proprio mai conosciuto un fans così. Non è vero che nel film della giustizia a tutti i costi ha spaccato tutto dal fratello di ricci, l’assassino di Bobby. Ha fatto lo spiritoso. È proprio tutta la mia vita che nessuno si deve permettere di toccarlo. Infatti io vorrei proprio tanto e tanssime coccole. Inoltre Steven Seagal è invitato a casa mia di sabato sera a cena per le dichiarazioni che faccio ai 2dei sui film ruslan e la giustizia a tutti i costi con gli attori di questi film qua. Ho provato varie volte di contattare l’attore che fa sphan abramov del film di ruslan ma non c’è lo mai fatta.