Film di sottomarini amici miei, chi non li ama? Nessuno, dai. Film di sottomarini, caper movies e film sulla working class inglese che va al pub. Cosa li accomuna? Innanzitutto essere tre tematiche molto belle, e poi anche questo film.
Sigla e leggetevi il testo, ché il primo Maggio è vicino.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=P2bxix3vFYM
Letta la trama un po’ di tempo fa mi prenotai subito per questo film, pensai che una storia di uomini senza speranze e pronti a tutto che progettano, in seguito al licenziamento del protagonista, un colpo al relitto di un U-Boot tedesco pieno di lingotti d’oro era quello che ci voleva in mezzo a questa selva di franchise che mi prendono per un ritardato. Pensai anche “beh pare un caper movie classico ma gli elementi in ballo mi comperano facile”, sbagliavo.

working class heroes
Black Sea ha quel raro pregio di essere un film di genere che non va come te lo aspetti. Ti stuzzica con delle premesse solide, quasi familiari, ma una volta attiratoti poi va dove gli pare, sfumando i registri e i generi, rendendo tutto imprevisto nel senso buono.

imprevisto non nel senso buono.
Parti credendo di andare a vedere un film d’azione su di un colpo, ma il colpo in breve tempo passa in secondo piano e l’azione è sporadica. Credi allora che sarà un film sulla paranoia di un equipaggio insieme per forza, un thriller basato sulle dinamiche umane in un uno spazio limitato e mentre lo pensi diventa un film d’avventura e quando ormai sei pronto all’avventura in fondo al mare ritorna un film su di un colpo con un accento sulla rivalsa proletaria, ma non sei mai irritato da questo perché -credo complice la provenienza televisiva del regista Kevin MacDonald– il ritmo e le idee son dosati e costanti ed è costante il vero filo rosso del film: l’ansia, la tensione.

Seguendo queste coordinate dovremmo riuscire a infilarci progressivamente sempre più nella merda.
È un film anche d’azione, anche e soprattutto quando si sta fermi; una sorta di Kammerspiel dell’action (questa me l’ha suggerita un amico) che ci restituisce la tensione del film d’azione e del thriller non solo nelle parti movimentate ma anche nella palese e tragica incomunicabilità dell’equipaggio anglo-russo, nella precarietà del veicolo, nella improbabilità della missione, nella crudeltà della location e soprattutto -anche nei momenti in cui la viltà umana spadroneggia- dalla coscienza di classe del volere la tua rivalsa contro i padroni che prevale su qualsiasi istinto immediato.
È un film di spazi, anzi di negazione dello spazio e condivisione di un mondo fatto di pochi metri quadrati. Come dicevo parlandovi di Fury, il veicolo anche qui diventa un microcosmo, una repubblica con leggi a sé e se vale quando sei sulla terra ferma figurarsi in una terra di nessuno a centinaia di metri sott’acqua. Ed è questo il vero genere del film in fondo, e da qui il paragone con il Kammerspiel, un film di azione – espressa o inespressa che sia- generata dalla chiusura in un luogo e dal luogo stesso.

Kammerspiel
Chiariamoci: non siamo di fronte ad un capolavoro ma ad un film che come il suo bravissimo protagonista Jude Law -che a quanto pare ha sfanculato l’idea del sex symbol e invecchia bene in parti da inglesaccio coriaceo e calvo- ha una forte coscienza di classe e le palle per essere un bel film di genere in accezione antica, quando “nel genere” poteva succedere comunque di tutto, quando per genere spesso si intenedeva il mood generale ma non l’esatta sequenza di eventi, quando “un genere” insomma non era necessariamente uno standard. Penso a tanti polizieschi e western degli anni sessanta e settanta che partono in maniera classica e poi prendono pieghe inaspettate, spesso volte a descrivere i personaggi e le dinamiche tra di essi, penso a Chi ucciderà Charley Varrick e a Una calibro 20 per lo specialista per citare due film diversissimi e che amo molto.
A Black Sea non preme essere un capolavoro ma “semplicemente” un film d’intrattenimento e di genere col cervello come si usava fare in passato, sbagliando pure serenamente qualcosa lungo la strada ma in generale lasciandoti un’esperienza buona anche quando ti lascia l’amaro in bocca. Come una ale seria per lasciarsi alle spalle una giornataccia al lavoro bevendo al pub. Ho un buon sentore che questo piccolo film nel tempo rimarrà una pellicola col suo perché sia nella cinematografia di sommergibili che in quella dei caper movies. E poi, oh: un film in cui un inglese incazzato che perde il lavoro recluta una ciurma di tagliagole per andare a rapinare l’oro dei nazisti in fondo al Mar Nero invece di fare Full Monty mi ristabilisce il karma cinematografico.
DVD-Quote suggerita:
“Rinfrescante ma amaro come una birra al pub dopo essere stato licenziato”
Darth Von Trier, i400calci.com
Se Dio vole anche Jude Law perde i capelli…
eccheccazz
Questo Black Sea mi aveva comprato subito dal trailer, poi quando l’ho messo non mi è dispiaciuto ma, complice probabilmente la parlata inglesaccia senza sottotitoli amici, mi ha fatto addormentare, proprio nella fase forse più action! sigh e poi mi sono risvegliato per gli ultimi 5 minuti…insomma, è rimasto anche a me un po’ di amaro in bocca, ma non ho avuto nemmeno troppo la voglia di andarmi a rivedere la parte che mi ero perso.
Jude Law pettinato alla Pandev in effetti merita!
Sullo stesso genere Below del regista dei riddick non lo ricordo malvagio.
Bravo Past, bombetta.
E’ in lista da tempo, direi che è arrivato il momento.
P.s. @Darth, “Chi ha ucciso Charlie Varrick” è veramente un film della madonna, Matthau incredibile!
Sempre amato la nicchia/universo “film di sommergibili”.
Questo probabilmente me lo sparo stasera (anche per lenire la delusione di aver perso Cold in July in cineteca ieri…)
Non gli avrei dato manco mezza occhiata se non avessi letto questa recensione perché i film di sottomarini non li ho mai sopportati. Lo vedrò!
p.s.
Darth ma in occasione dell’uscita di Spectre ci sarà un articolone con tutta la filmografia di Bond?
Questo lo aspettavo al varco, fa piacere che sia uscito degno. Speriamo di riuscire a vederlo al cinema prima del pigiamino party
Parlando della trama, forse formare una crew che non dà di matto dopo 30 min che sono in mare, penso avrebbe giovato alla missione
Darth di al tuo amico che leggo Badtaste solo per le sue recensioni.
E ti faccio i complimenti per questa.
Io con le date di uscita non ce la posso fare… E’ già nei cinema?
bella rece, in cui spiccano come diamanti la sigla e la parola “attiratoti”.
visto.
bello.
mi sta un po’ stretta forse la mancanza di “guizzi” esterni, ché in fondo (ahah, battutaccia…) la vicenda si svolge solo nei rapporti tra un equipaggio che però non è nè ben introdotto, con parziale eccezione di law ma neanche tanto, nè ben gestito.
insomma, sono tutti delle mmerde e non si capisce perchè, tanto da infilarsi in situazioni senza alcuna logica.
boh…
Quindi devo sostituire U-571 col Bon Jovi con Black Sea del Law?
https://www.youtube.com/watch?v=dkgtA30tZn8
(Un duro lavoro quello del archivista claustrofobico, capelli a parte)
Il karma è tutto nella vita.
Non è malaccio. Come si dice, visto di meglio, scopato di gran peggio…
Ma dai Fioi. E’ il peggior film di sottomarini mai fatto, su. Capolavoro dell’istantaneità psicologica: l’inglesaccio che manda tutto a rotoli perché “è uno psicopatico”. Caratterizzazioni fatte col culo. Neanche un “bombe di profondità”, pronunciato come si deve, perché non ci sono le bombe di profondità. L’unica cosa che ho davvero apprezzato è che siccome i sottomarini non se li incula più nessuno, a loro le uniche sfighe che capitano sono per colpa loro. Una troiata.
E con questo il morphing di Jude Law into Phil Collins è quasi giunto al termine.
Sostanzialmente daccordo con la recensione,film che ha l’indubbio e raro merito di non essere scontato ,pur con tutti i suoi difetti dopo due minuti non sai già come sarà tutto il resto del film….visti i tempi è già tanto!
Io tutti sti difetti e cose grossolane non le ho viste, anzi mi è parso molto armonioso nella sua costruzione del ritmo e coi suoi cambi di registro che non fanno mai sbandare l’atmosfera generale , anzi sono perfetti nel dare nuova linfa al ritmo che non si arena mai. I personaggi pure a me son piaciuti, si parla di uomini che per gran parte della vita sono stati chiusi bobina botte di ferro in fondo al mare, non ho bisogno di grosse motivazioni per il fatto che siano degli esauriti nel caso degli inglesi o nel caso dei russi persone grette e violente. Poi dai sfrutta bene un’estetica lisergico di grande effetto. Per me una discreta bomba. Grandissimo Jude Law.