Ve lo ricordate L’uomo con i pugni di ferro? Io sì, per forza, l’ho recensito proprio qui. Anche se ora che è passato un po’ di tempo, a rileggere quel pezzo, mi rendo conto che quello che scrissi all’epoca corrisponde davvero poco al ricordo che ho di quel film. Per dire, avevo scritto che era tutto sommato guardabile e invece l’ho beccato la settimana scorsa su Rai 4 e non sono riuscito a resistere più di 5 minuti.
Onestamente, se due anni fa ne ho parlato non troppo male, imputo quelle sporche menzogne quello slancio di ottimismo alla volontà di dire, nonostante tutto, qualcosa di carino su uno che almeno ci ha provato: a RZA, rapper, leader del Wu-Tang clan, artista marziale dilettante e GROSSO NERD, piacciono i film di kung fu e ha voluto omaggiare il genere rielaborandolo secondo un’estetica urban-fighetto-tarantiniana, piena di facce famose di serie A e serie B, attori cool e vecchie glorie, e con una colonna sonora che faceva sorridere perché non c’entrava volutamente una sega.
L’uomo con i pugni di ferro è l’ennesimo finto grindhouse post-Grindhouse, un pasticcio di generi che strizza l’occhio a tutto, una roba così sopra le righe da essere se non altro curiosa, piena di citazioni, personaggi assurdi e situazioni ancora più assurde (a titolo informativo, l’uomo coi pugni di ferro del titolo è RZA che combatte il male con due braccia prostetiche fatte d’acciaio nella Cina del diciannovesimo Secolo). Cinematograficamente irrilevante, sì, ma aveva personalità, e come dicono Jules e Vincent in Pulp Fiction, è la personalità che conta.
Un incubo produttivo durato una vita e un mezzo disastro commerciale dopo, cosa abbia spinto la Universal a volerne fare un secondo capitolo va al di là della mia immaginazione e della mia voglia di cercare su Wikipedia.
Forse perché il film, non esattamente un campione del box office (i 20 milioni complessivi incassati in casa e all’estero coprivano a malapena il costo dichiarato del film, il che a Hollywood equivale a essere un patetico fallito), ha recuperato quattrini con l’home video, forse perché la Universal ha una clausola segreta per cui deve fare un sequel dtv di QUALUNQUE film abbia in catalogo, vai a sapere. Ovviamente RZA, che era già pronto a trasformare il primo film in un’epopea in capitoli sulla scia di Kill Bill vol. 1 e 2, doveva essere on board dal primo giorno, ma a questo giro gli hanno affiancato dei babysitter.
Co-sceneggiatore del film è un certo John Jarrell, scribacchino professionista di quelli che avranno lavorato tipo catena di montaggio a centoseimila script senza mai mettere la firma su niente, e l’unica volta che l’ha messa è venuto fuori Romeo deve morire, che è l’unico film noioso con Jet Li che abbia mai visto in vita mia. Alla regia, l’idolo delle folle Roel Reiné, experto maximo del dtv (e regista preferito del Casanova che, credo senza volerlo, ha coperto per noi quasi tutta la sua filmografia), uno che quando gli studios decidono di fare un dtv, lui è già sul set che inizia a licenziare maestranze per risparmiare.
I due sono abbastanza chiaramente gli addetti a frustrare i sogni di RZA e bacchettarlo sulle mani ogni volta che la spara troppo grossa. Io me lo immagino, mentre scriveva il primo capitolo assieme a quel dissociato di Eli Roth, a ogni puttanata che RZA proponeva, quello gli rispondeva, rigorosamente in caps lock, MA CERTO AMICO È UN’IDEA GRANDIOSA PERÒ FACCIAMOLO CON PIÙ SANGUE: stavolta si cambia musica, e la differenza è evidente. Oltre che brutto, il film è anche di una piattezza sconsolante.
La trama racconta la classica storia del villaggio di poveri stronzi preso di mira da un gruppo di crudeli banditi finché uno straniero senza nome non arriva e risolve la situazione che abbiamo già visto in centinaia di film di arti marziali, di samurai e western. Un’ora e mezza spaccata, due colpi di scena indovinabili al decimo minuto, non una sola idea, trovata, guizzo di originalità, zero personaggi assurdi, trovate da ricovero coatto o combattimenti impossibili.
Da omaggio folle, kitchissimo e appassionato al cinema degli Shaw Brothers, ne è diventata la copia carbone sbiadita, e quei tre pazzi in tutto l’internet disposti a difenderlo parlano del basso budget come un in più che dà “autenticità” o mettono l’accento sulla “scelta” di aver chiamato, stavolta, non attori famosi di Hollywood, ma veri atleti e artisti marziali cinesi. Il che non farebbe una piega se non fosse che A) il solo Dave Bautista, presente nel primo capitolo, era fisicamente più preparato di tutto il cast di questo film e B) il cast di questo film (di cui a onor del vero quasi nessuno è cinese) è composto al 90% da modelli talmente incapaci a tirare calci da far sembrare bravo RZA.
E lui, dico, RZA?
Non si capisce se è quello che ci crede meno di tutti o semplicemente quello che recita peggio.
Ha rinunciato al ruolo di regista (per “concentrarsi sulla recitazione e la scrittura”, seeeeh, good luck on that), ha smesso di cantare nella colonna sonora, si è visto ridurre drasticamente le scene di combattimento come il puro e semplice screentime (il vero protagonista del film, va detto, è il modello/insegnante di yoga vietnamita Dustin Nguyen), ha assistito impotente alla trasformazione del suo progetto in un film svuotato della propria ragion d’essere. Non si capisce chi gliel’abbia fatto fare, ma, se non altro, qualunque fosse la clausola del contratto che lo costringeva a prendere parte volente o nolente ai prossimi centosette sequel, non prevedeva che dovesse anche fare finta di starsi divertendo — o che si dovesse sapere: The Man With the Iron Fists 2 è uscito talmente in sordina che non ce n’eravamo accorti neppure noi, e forse è questa la cosa più umana da fare, nei confronti del cinema, delle arti marziali e di RZA, continuare a fare finta di niente.
Dvd-quote:
“Sto pugno po esse fero e po esse sòla. Stavolta è stato sòla.”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Del primo al bautista d’oro ricordo pure un Ciccio crowe che gigioneggiava in maniera assai piacevole, e c’erano alcune trovate simpatiche molto anime/manga come i due fratelli che facevano le mosse coordinate come i gemelli derrick.
Comunque incredibile come la presenza di RZA abbassi la qualità dei film in cui partecipa che già in partenza sono tutt’altro che roba decente.
A me il primo era piaciuto- anche se, ad onor del vero, non l’ho ancora rivisto.
Chiaro che un eventuale seguito non poteva che rivelarsi una ciofeca.
Amen.
Per ora passo, se e quando mi riprendo dal re scorpione 4 ci provo a dargli un occhiata…
Vabé dai anche nel primo RZA era un cagnaccio di quelli aggressivi. Poca roba francamente salvabile in quel primo film, questo non ci provo neanche.
Anche io ricordo con affetto un Crowe grassissimo che se magnava ogni scena (triste gioco di parole non voluto).
Il primo è stato un piacevole passatempo in una serata estiva milanese (non so se sia uscito in estate, comunque a Milano l’hanno dato a luglio) visto gratis con al tessera della compagnia telefonica. Ci poteva stare, ho riso molto, non sempre del film, ogni tanto pure CON russelone e i suoi dildo.
Il secondo mi da l’idea che se aspetto lo vedo su Rai4 anche senza volerlo all’una di notte, ergo..
ho visto il primo al cinema e mi era piaciuto molto, anche se credo abbia portato ad una frattura insanabile con la mia signora dato che ancora oggi me lo rinfaccia. Il film aveva tutti i difetti previsti, però era genuino, era tamarro il giusto e aveva comunque un ritmo che pochi film action attualmente esibiscono. Questo puzza di sola lontano un miglio. E’ tutto molto triste.
RZA è talmente tamarro da farlo diventare un novello Jax di un dtv su Mortal Kombat
tra l’altro dalla locandina deduco che c’è anche il tizio che faceva Shang Tsung nel primo film di Mortal Kombat! :O (nonchè Heihachi Mishima nel film di Tekken urrrrghhhhh)
peccato, perche` l’idea di base del primo era una gran ficata. Se invece di RZA ci fosse stato almeno un bravo lavorante avremmo avuto un mini Django in salsa di soya.
Ovviamente non mi sogno nemmeno di regalare 90 minuti di vita a questo sequel, quindi mi fido di Quantum e passo
A “leggere” la locandina deduco che al uomo di colore boxing tang,
piacciono le lezioni di kung fu panda col respiro profondissimo.
Ah però,c’avete buona memoria. Io quando vedo un film brutto tendo a cancellarlo completamente,del film mi ricordo solo una scena di Russel Crowe che apre la pancia a uno col coltello,per il resto buio completo.Ma poi è un ricordo reale quello della pancia aperta o ricordo male ?
Tra l’altro vedo dalla locandina la scritta UNRATED, cosa devo dedurre??
La dvd-quote fa troppo ridere
DVD quote GENIALE!
Del primo si ricordano con piacere Crowe panzone e Bautista di bronzo, qualche fica orientale titillante e tante belle pettinature. Qui mi sembra non ci sia niente di tutto ciò.
Romeo deve morire m’era piaciuto. A RZA, invece,dovrebbero ridere in faccia e poi dare fuoco.
Boh, a me il primo non aveva fatto così schifissimo, anche se ovviamente non era affatto una pietra miliare del genere. Di nessun genere. Più che altro mi sorprende che tutti siate rimasti impressionati da Russell Crowe al punto tale da dimenticarvi di quella passera stellare di Jamie Chung, che passa il 99% delle sue scene nel film vestita praticamente da pornodiva…
Cosa vuoi, qua ci eccitiamo con quel ragnetto dei die antwoord…
C’hai ragione, io ricordavo un botto di fiche cinesi in gruppo, un po’ quello che succedeva qui in Cina fino a qualche tempo fa nelle saune di Dongguan…
Difendo a spada tratta il primo, onesto film di genere con, se non altro, buone scene di azione… Sulla fiducia, però, questo lo salto a due piedi….
Anche per me il primo non era male,certo che la recensione fa passare ogni voglia che avevo di andarmelo a cercare.