Guardare oggi Nick Fury: Agent of S.H.I.E.L.D. è come fare un viaggio nel tempo. La destinazione impostata sul nostro flusso canalizzatore è il 1998, un’epoca in cui i neonati Marvel Studios stavano muovendo i primi, timidi passi nel mondo del cinema. Se ne è già più o meno discusso nel nostro articolo su Howard e il destino del mondo, ma per chi non ha voglia di rileggerselo ecco una breve sintesi: in pratica, lo scopo iniziale dei Marvel Studios era quello di vendere alle major i diritti cinematografici dei personaggi Marvel e lasciare che fossero dette major a occuparsi di realizzare film o quant’altro. Questo portò alla prima era dei supereroi sul grande schermo, Blade, X-Men e Spider-Man su tutti. Fu proprio Blade il primo a diventare protagonista di un film nel 1998, ma lo stesso anno usciva anche, appunto, Nick Fury.
Si parlava dei primi, timidi passi dei Marvel Studios e questo film per la TV, nato come pilot di una serie mai realizzata, presenta tutte le caratteristiche dell’era Marvel cinematografica alle porte, a partire un’attenzione non da poco nel rispettare l’essenza dei personaggi dei fumetti originali (con tanto di riproduzione fedelissima dei loghi di S.H.I.E.L.D. e Hydra). Una cosa che non era per niente scontata allora, se pensiamo a come era stato trattato Capitan America o anche lo stesso Hulk, e con lui gente come Daredevil e Thor. In Nick Fury troviamo tutte le cosine al loro posto: c’è (pensate un po’!) Nick Fury interpretato da quel quarto di bue di David Hasselhoff. Ci sono svariati personaggi di contorno come Dum Dum Dugan (ahinoi, senza la bombetta e i suoi bei baffoni rossi), la contessa Valentina Allegra de Fontaine (interpretata da un troione da sbarco), l’agente Alexander Pierce (che sarebbe diventato Robert Redford in The Winter Soldier) e perfino Gabe Jones degli Howling Commandos (anche se nel ruolo del topo di laboratorio).
E poi ci sono tutti i cattivi più famosi dell’Hydra, ovvero il Barone Von Strucker, i suoi figli gemelli Andrea e Werner (Andreas nei fumetti) e il dottor Arnim Zola. Aiutata da quest’ultimo, Andrea pianifica la distruzione di New York con dei missili supergigapotentissimi, e ovviamente starà a Fury fermarla. La trama è semplicissima, ma va bene così: questo, d’altra parte, doveva essere solo il primo capitolo di una serie e quindi molte cose vengono lasciate volutamente da parte per dopo, o in sospeso. Il pilot fa anche una cosa che a me piace moltissimo, ma che si vede poco al cinema e ancor meno in TV: a una ventina di minuti dalla fine viene annunciato che i missili partiranno entro venti minuti, e il resto del terzo atto si svolge in tempo reale.
Ma veniamo al nostro caro The Hoff. Difficile non voler bene a quell’inguaribile cazzone tamarro, uno che negli anni ha recitato in due serie culto e inciso dischi di AOR senza vergogna (con titoli tipo Night Rocker e Knight Lover). Qui ci mette impegno, e devo dire che è piuttosto convincente nel ruolo del duro d’altri tempi che non si piega di fronte a nulla e non chiede mai scusa. Certamente Hasselhoff non ha lo swag di Sam Jackson, ma i nerd più fastidiosi saranno felici di vedere un Fury bianco e iconograficamente più vicino alla sua immagine classica.
Ve l’ho detto che la sceneggiatura è scritta da David Goyer, futuro guru dei fumetti al cinema? Non mi pare. Allora ve lo dico: la sceneggiatura è scritta da David Goyer, futuro guru dei fumetti al cinema. Lo stesso anno avrebbe scritto proprio Blade, e poi Batman Begins, Ghost Rider – Spirito di vendetta, L’uomo d’acciaio e Batman v Superman. È uno dei pochi autori che ha fatto la spola tra Marvel e DC e, lasciatemelo dire, nella maggior parte dei casi è abbastanza un cane. Ha una conoscenza enciclopedica dei fumetti, ha certamente azzeccato un paio di robe – Batman Begins, ovviamente, ma anche i primi due Blade – ma ha la tendenza a non saper tradurre in script decenti le idee molto buone che sicuramente gli frullano per la testa e come regista non ne parliamo neanche. Qui, per fortuna, è alle prese con un prodotto televisivo senza pretese e fa abbastanza bene il suo lavoro. La sua scrittura mantiene il giusto equilibrio tra serietà e ironia. Il 1998, stilisticamente parlando, è lontano anni luce da oggi, epoca in cui troppo spesso si strizza l’occhiolino al pubblico per paura che sia troppo smaliziato per prendere seriamente i supereroi. Allora non ci si preoccupava di tutto ciò, anche se poi il risultato erano prodotti come questo, sopra le righe, recitati prevalentemente da attori cani con la tendenza ad aprire tutto senza remore.
Inutile dire che siamo molto lontani da una serie come Agents of S.H.I.E.L.D., come approccio e sforzo produttivo. Nel 1998 la televisione americana non aveva ancora conosciuto la rivoluzione copernicana di The Sopranos, che appena l’anno dopo avrebbe cambiato totalmente le carte in tavola decretandone la dignità di medium non inferiore al cinema. Di conseguenza, i soldoni che oggi si investono in Agents of S.H.I.E.L.D., che può contare su effetti in buona parte degni dei film, allora erano un miraggio lontano. In Nick Fury lo sforzo c’è: si vede l’elivelivolo dello S.H.I.E.L.D., i set sono piuttosto elaborati, ma è chiaro che le risorse sono limitate.
Eppure, se Agents of S.H.I.E.L.D. può permettersi di giocare nel vasto universo condiviso Marvel tirando in ballo tante mitologie e contando su un production value molto più alto, resta una serie in parte frustrante perché ridotta a utilizzare personaggi minori o inventati per lasciare i più famosi all’universo filmico. In Nick Fury, un filmetto a cui non daresti due lire, se non altro è possibile vedere in azione icone come Fury, Zola, Von Strucker e, in misura minore, Dugan. In questo senso è forse molto più paragonabile a Captain America: The Winter Soldier, per la volontà ammirevole di adattare il mondo spionistico della Marvel, che è veramente una cosa molto figa.
DVD-quote:
“Il life model decoy di un bel film sulle spie Marvel”
George Rohmer, i400Calci.com
Ma quanto è grosso sto nick fury?
Enorme, stacca le teste a morsi!
George
se mi dovessero far vedere una delle due serie facendomi scegliere dalla foto del cast in posa sceglierei la prima.
Questo è poco ma sicuro, Ace
Il Nick Fury rappresentato più fedelmente su schermo rimane sempre il capo di Schwarzy in True Lies.
Tutti in piedi e mano sul cuore per Charlton Heston
http://www.theshiznit.co.uk/images/main/-amazing-facts-about-true-lies.jpg
Mentre l’altra sul rifle di ordinanza.
mai avuto il fegato di vederlo questo…
ah, goyer cane immondo almeno al cinema.
Guarda, io mi ci sono avvicinato super-scettico ma devo confermare che e’ molto piu’ divertente di quanto avrebbe il diritto di essere.
Spessissimo The Hoff, un ottimo Fury. Se fosse stato un fotoromanzo invece di un film sarebbe stato semplicemente perfetto.
Su Goyer mi sa che hai ragione, spesso belle idee sviluppate un po’ di merda. Infatti ne Il cavaliere oscuro, risulta solo come “story”. Dovrebbe scrivere solo soggetti e lasciare le sceneggiature più complesse ad altri perché è un filo troppo zarro, nel senso che sembra tradurre con pochi filtri dal media fumetto a quello cinema. Da qui la grande paura per Bat V Sup..
Diobono, sulla foto di Vincenzino mi sono strappato in due dal ridere. LOL
Anche io sono morto hahaha. Tra l’altro se scrivi “balle spaziali vincenzino” su Google Immagini è tipo il secondo risultato, la foto della tipa.
senza ombra di dubbio molto piu` convincente di S. L. Jackson
tra l’altro, io non seguo molto i fumetti, maaaa… che cacchio di truscio hanno fatto per introdurlo nella continuity principale? mi ricordavo ai tempi quando fecero la versione Ultimate, SLJ non era tanto contento e allora la Marvel gli propose di fare Nick Fury al cinema
Coulson tutta la vita… anche.se non vè su carta
io mi chiedo quando si decidono a reintrodurlo nei film.
Goyer dopo blade 3 (forse fra i cinecomix più brutti di sempre )dovrebbe andare a zappare invece è ancora fra noi
Bella la citazione a Duke Nukem!! Quanto ci sarebbe stato, un film su Duke Nukem, a quei tempi là…
Fermi tutti, quale citazione? Io non ho mai giocato a Duke Nukem!
Quella di they live, citata poi dal duca (insieme a dozzilioni di altre)
E pensate che invece io che l’ho scritto non avevo idea che Duke Nukem citasse a sua volta Carpenter. Non ho mai guardato Essi Vivono in inglese, e non sapevo che quella specifica frase fosse stata presa da là.
Ignorante io. XD
Come diceva mi’ nonno, “li quarti de bbue me li magno in fricassea, mentre li trojoni da sbarco me li svirgolo per benino colla pancetta. Passame la peperonella”. Lui si che c’aveva capito tutto.
Ne ho un ricordo orribile già dai tempi di telepiú.
E’ questo il problema: se per interpretare un personaggio “trasversale” come Nick Fury prendi una (inadatta) star superpagata, lo puoi usare solo in pochi blockbuster a enorme budget, mentre scegliendo un buon attore di fascia media e con meno pretese potresti creare una vera continuity fra diverse serie tv ed il cinema. Invece ci dobbiamo puppare Samuel L. Jackson che sgomita per avere due battute in croce negli Avengers e poi ti fanno una serie sullo S.H.I.E.L.D. con gli scarti dei provini. Che tristezza.
Anchio lo vidi ai tempi di telepiu’ credo,non male anzi ora che me lo avete ricordato me lo riguardo volentieri.
Visto ora e devo dire che effettivamente GASA. Hoff bellissimo e in parte, non gli si può non volere bene. Peccato per la serie, con un pochino di sforzo sarebbe venuto un oggettino divertente