Una volta con un caro amico ci siamo messi in viaggio per andare al mare. Non ricordo dove stavamo andando, ma sono sicuro che fosse un viaggio abbastanza lungo e l’auto era piena. Eravamo in quattro in una macchina piccola col bagagliaio stipato di valigie e lui, che la mattina era tipo andato a giocare a basket o qualcosa del genere, e NON SI ERA LAVATO, puzzava di smarso. La situazione nell’auto era vagamente tollerabile, anche se quando alzava l’ascella pareva Franchino con tanto di effetto sonoro BROOOOOT. Non oso pensare come possa essere fare un viaggio del genere in piena estate con non una, ma due o tre persone in quello stato. Roba che dopo un po’ puoi tranquillamente smettere di fare benzina, ti basta raccogliere le esalazioni dall’abitacolo e spararle direttamente nel serbatoio per andare da qua a Timbuktu senza pensieri. Questo per introdurre un documento audiovisivo che mi sta molto a cuore, Cani arrabbiati di Mario “Nonnefannopiùcosì” Bava.
È il 1973 quando Bava decide di salire sul carrozzone del poliziottesco e darne la sua visione personale. Poco dopo le riprese, però, la casa di produzione fallisce e da lì inizia un calvario che sarebbe terminato solo una ventina di anni dopo grazie a Lea Kruger/Lander, la protagonista femminile del film, che si decide a farlo uscire in home video. In mezzo c’è un lunghissimo lasso di tempo in cui nessuno aveva posato gli occhi sull’episodio più atipico della filmografia di Bava (ok, se escludiamo Le spie vengono dal semifreddo) e su uno dei migliori “banditeschi” italiani degli anni ’70. Ora si trova facilmente, e c’è anche un’ottima edizione Rarovideo, ma occhio che se lo acquistate all’estero potreste trovarvi per le mani una delle versioni alternative con scene aggiunte da tutti i produttori e distributori di questo mondo e le loro sorelle.
Ma torniamo al film. Cani arrabbiati – alias Semaforo rosso – è, come dicevo, la versione Bava di un poliziottesco e in sé ha talmente tanto horror, insito nel DNA di Bava, da confinare con il rape and revenge. Nel tono ha molti più punti in comune con L’ultima casa a sinistra che con Milano odia, per citare uno degli esempi più prossimi al film di Bava. Tanto per cominciare, i protagonisti sono degli psicopatici con sguardi da pazzi che in confronto Giulio Sacchi pare un animatore del grest. Una roba di recitazione sopra le righe che ti verrebbe da prendere Filippo Timi e dirgli “A Fili’, ecco come si fa il cocainomane arrapato di violenza”.
Ma soprattutto, Cani arrabbiati fa una cosa che nessun poliziottesco d’epoca osava: anziché sbracare con inseguimenti e stunt per le vie di Roma, chiude tutta la vicenda nell’abitacolo di un’auto, moltiplicando così la tensione e la claustrofobia nella vena di robetta di ben poco impatto come La fontana della vergine (e lo so che sto citando Bergman, ma è il prototipo di tanta violenza bellissima) e L’ultimo treno della notte, anch’essi basati sull’unità di spazio e tempo. Ne risulta una delle esperienze cinematografiche più angoscianti e disgustose che si siano mai ottenute con così poco spreco di sangue finto. Perché Bava preferisce al sangue un altro simpatico liquido corporeo che magari è meno violento, graficamente, ma che fa schifo quasi uguale.
Lo avrete sicuramente indovinato: il SUDORE. Cani arrabbiati racconta di una rapina andata male, in seguito alla quale tre criminali, con malloppo appresso, sequestrano una donna e un tizio che stava portando un bambino in auto all’ospedale e lo costringono a portarli sarcazzo dove. Da lì inizia il road movie più sudato della storia, roba che a confronto i cowboy degli spaghetti western erano gente con un pronunciato senso dell’igiene. Due dei tre rapinatori, in particolare, cioè Luigi Montefiori alias George Eastman, e Aldo Caponi alias Don Backy (che assomiglia in maniera impressionante a Hugh Jackman e a tratti anche al giovane Stallone), oltre a sparare gli sguardi da matto di cui sopra, sudano COPIOSAMENTE per tutta la durata del film. La scusa è che siamo in una torrida giornata estiva, dentro l’abitacolo di una piccola auto e sotto il solleone in autostrada. Ma naturalmente Bava utilizza l’adorabile umore con intenti espressionisti: i rapinatori non sono più esseri umani, ma bestie ferite, braccate e inquiete che hanno un solo scopo, cioè sopravvivere. Più la situazione si fa insostenibile e deviata, più Bava (nomen omen, in questo caso) spinge sul pedale delle secrezioni corporee per farci star male. Non solo il sudore, ma anche la donna che viene costretta a orinare davanti ai rapinatori in un gioco sadico. Tutto concorre a farci sentire l’olezzo pesante della faccenda, aumentando a dismisura il senso di oppressione.
E tutto questo senza manco citare un plot che fa Tarantino vent’anni prima. Non è un segreto che Cani arrabbiati sia uno dei film che lo hanno colpito nella creazione del suo universo filmico che negli anni ’90 la critica amava definire “pulp” (grazie al cazzo). In particolare stiamo parlando de Le iene, che in effetti in originale si chiama Reservoir Dogs e già dal titolo potrebbe fare il verso a Bava (Cani arrabbiati diventa “Rabid Dogs” in ammeregano). Non sto dicendo questo per fare il solito discorso “Tarantino ama il cinema italiano” che ha un po’ rotto il cazzo da, uhm, vediamo, circa UNA VENTINA D’ANNI. Lo dico con cognizione di causa: perché Bava e lo sceneggiatore Alessandro Parenzo non solo fanno conversare del più e del meno i rapinatori, arrivando a far loro citare Greta Garbo in una scena, ma piazzano anche una sottotrama che si mantiene silenziosa per tutto il film e poi esplode nel finale mettendo in discussione i nostri assunti. Dire di più vorrebbe dire spoilerare, perché in effetti è anche un po’ un segreto di Pulcinella che capirete dopo i primi minuti di film, ma glielo perdoniamo perché certe ingenuità sono congenite al cinema italiano anni ’70, eppure non ne sminuiscono la potenza espressiva. L’importante è questo gioco tra detto e non detto e questi livelli di marciume e segreti che si sovrappongono come nel cinema tarantiniano e nel filone che lo avrebbe seguito.
Tecnicamente, Cani arrabbiati è quasi perfetto. Bava girò tutto senza trasparenti, seguendo per davvero un’auto sull’autostrada Civitavecchia-L’Aquila in un pomeriggio estivo poco trafficato. E si vede: sembra che nell’auto ci sia un settimo passeggero a divorare il poco spazio rimasto libero, costringendo gli altri a stringersi ancora di più in mezzo ai liquami e agli olezzi di merda. Stelvio Cipriani firma una colonna sonora ripetitiva fino a essere ipnotica, in puro stile noir anni ’70: un solo tema ripetuto fino alla nausea, ma qui ci sta.
Detto questo, lasciate perdere tutte le mie elucubrazioni e gettatevi senza remore in uno dei film più fottutamente spietati che vi capiterà mai di vedere, una lezione di cinema da imparare a memoria e venerare ancora oggi.
DVD-quote:
“Sudore contro sangue. Vince il sudore”
George Rohmer, i400Calci.com
Devo vederlo!
Leggermente un caposaldo.
Poi, una cosa che mi piacerebbe molto, sarebbe evitare di nominare Tarantino ogni volta che si parla di film italiani anni ’70. Poi mi piacerebbe molto anche che Tarantino sparisse dal mondo, ma questa è un’altra storia…
Io sono estremamente schizzinoso quando si parla a vanvera di “tarantiniano” per definire le cose che invece hanno influenzato Tarantino. “Oh i poliziotteschi, molto tarantiniani”. Però sarebbe anche assurdo non nominarlo qui, perché in effetti Cani arrabbiati ha in nuce molti elementi dei suoi film.
Vorresti che il regista e sceneggiatore di robette come Pulp Fiction,Kill bill,Dal tramonto all’alba,Una vita al massimo,Django unchained sparisse dal mondo ????? No vabbeh lasciamo perdere và…
sai com’è… non mi piacciono i mash up… non mi piace quando uno dimostra di saper fare le cose bene e poi mandarle a puttane la scena successiva.
Fare un apertura come in bastardi senza gloria che è ad un livello di cinema realmente superiore e poi “smarzarla” con delle sovraimpressioni giganti in rosa pochi secondi dopo, per me è un insulto. Sembra sempre che non abbia il coraggio di andare fino in fondo con le idee che ha. “cazzo questa scena è bellissima però è troppo seria, mettiamoci una stronzata subito dopo”
Non ci posso fare niente, tarantino (scritto con la minuscola in segno di disprezzo) per me è un simbolo del male dei nostri tempi :). E cani arrabbiati è invece uno dei simboli di quanto tarantino non serva proprio a niente.
Poi per carità, le iene, pulp fiction e jackie brown magari li posso anche salvare…
George, ho capito benissimo il tuo punto e credo anche che per parlarne in un tono comprensibile a tutti il paragone tarantiniano sia funzionale e adeguato, volevo solo puntualizzare quanto hai precisato tu in modo meno fastidioso del mio commento. :D
Lo so che lo hai scritto ma è doveroso specificarlo quando si leggono certe cose: tutto questo è un problema tuo eh. e lo dice uno che il taranta post Kill Bill (compreso) non lo digerisce ma da qui a dire che è il male dei nostri tempi beh, manco con tutto l’odio del mondo riuscirei a partorire roba così totalmente priva di oggettività.
lo reputo un “simbolo” dei mali del nostro tempo.
intendo che non va a fondo con le buone idee che ha e le lascia sempre in questo limbo indefinito perchè tanto al giorno d’oggi va bene tutto…
Se non mi facesse MAI delle scene da regista di prim’ordine ma si stabilizzasse costantemente in un tipo di “estetica” trash senza pretese non lo considererei così. Sono i suoi guizzi di genio che mi fanno venire i nervi perchè hanno pretese… mentre subito dopo sembra giustificarsi dicendo, no dai ho scherzavo. Comunque non preoccuparti, è una discussione che porto avanti da anni e so bene di essere in minoranza. :)
In minoranza, ma non da solo.
Hai detto la verità e nient’altro che la verità.
Never mind these morons, brother
p.s. “tutto questo è un problema tuo eh”
Corda, sgabello e passa il SUO problema
Non poteva mancare da queste parti!
Vorrei ricordare il finale stupendo e lievemente cattivo ed il soprannome di Eastman nel film. “Lo sai perchè lo chiamiamo 32?”
la perfezione!
Che dire, il filone italiano crime anni ’70 nonostante non conti chissà quanti filmoni è uno di quei momenti di cinema italiano che ho amato e che amo alla follia. Questo “Cani Arrabbiati” è tra gli esempi alti e diciamolo è un fottuto capolavoro per il quale spenderei tutti gli elogi che gia avete scritto e nche più.
Nota a margine per la citazione al “Vallanzasca” di Placido di cui ho sempre letto tropo male o comunque trovo sia un gran bel noir che ai tempi non ricevette neanche un poco di uanto meritasse, epr dire non val meno dei film di Marchal o del dittico su Mesrine però qua in Italia ai tempi si appioppò le solite recensioni che sfioravano la sufficienza senza manco arrivarci. Ricordo che tra quelle recensioni uno dei punti toccati era la recitazione di Timi…sarà che ho un amico cocainomane che è UGULALE a lui come voce e movenze ma a me non è sembrato così male.
A me Vallanzasca non è dispiaciuto, certo ha la legnosità tipica di Placido che, diciamocelo, è un po’ un regista del cazzo. Il problema di Timi per me è che fa sempre quella parte lì anche quando il suo personaggio non è cocainomane.
ci mancherebbe, è sempre Placido non un Johnnie To ma come regia pur senza stupire trovo che sia in “Vallanzasca” che in “Romanzo Criminale” se la sia cavata bene, certo l’azione non è ben coreografata ma la regia c’è e grazie al montaggio “Vallanzasca” ha un ritmo notevole. Calcolando comunque che il vero fuoriclasse in tutta la faccenda è un Rossi Stuart incredibilmente sul pezzo.
Bellissimo, grazie della rece.
Chi non lo ha ancora visto dovrebbe sbrigarsi! :)
Tutto molto bello però…
cani arrabbiati negli stati uniti esce per la prima volta nel 1998, le iene è del ’92 pulp fiction del 94, jackie brown del ’97, quando tarantino disegnava “il suo universo pulp” cani arrabbiati manco l’aveva visto.
In italia invece se non erro il film esce nella sua prima incarnazione (semaforo rosso) nel 95, che è comunque una data successiva non solo alla produzione ma pure all’uscita nelle sale sia de le iene che di pulp fiction…
Poi boh, l’attacco a Timi mi pare un tantino fuori luogo. Per il resto ripeto: tutto molto bello, a cominciare da Bava.
Il film circolava all’estero anche se non è mai andato al cinema e le copie erano rare, rimontate ecc. Tarantino da buon intenditore sicuramente lo ha visto e introiettato. Comunque hai assolutamente ragione, non era chiaro dal pezzo e me ne sono accorto solo ora.
Aggiungo una cosa,
You had me at “smarso”.
me too
A mio avviso il miglior noir-hardboiled italiano, punto. Un capolavoro a tutti gli effetti, che se fosse uscito quando doveva uscire, chissa`, forse avrebbe cambiato le sorti del cinema nostrano in positivo.
A rivederlo sembra sia stato fatto quest’anno. Pazzeschi gli attori (ma che facce riesce a fare Don Backy? Un talento sprecato), pazzesca la regia. Quell’autostrada deserta nel mezzo del nulla non sara` l’australia postatomica, ma ci da dentro come non mai
Probabilmente sì, di tutto quello che il filone crime italiano anni ’70 questo con ogni probabilità ne è la punta di diamante anche se George giustamente fa notare come allo stesso tempo ne sia una lettura del genere piuttosto distante da quello che è il noir puro con atmosfere così psicopatiche e disgustose da sfociare appunto nel RnR e nell’horror, rimanendo però atipico per qualsiasi di queste etichette. Detto questo se si parla di crime italiano, nonostante questo meraviglioso excursus di Bava la statua d’oro va fatta a Di Leo.
Oddio Di Leo ci ha costruito una carriera creando proprio un modo di fare poliziesco all’italiana, quindi sì, Di Leo sta lassù.
Mamma mia proprio mentre sono sotto esame devono uscire questi articoli?? Per fortuna che ho già visto il film, semplicemente immenso. Sul podio dei migliori film di Bava, insieme alla Maschera del Demonio e a Reazione a Catena
Film enorme che ha fra i tanti pregi quello di non aver subito per nulla il passare del tempo. La definizione di cinema di sudare, manco a dirlo, gli calza a pennello. Ennesima recensione imprescindibile!
stupendo dal primo all’ultimo fotogramma… la scenda dell’uva… quella della deficente che prendono su ad un certo momento… la fuga per i campi… 32… la musica… il finale che mi ha fatto volere un seguito col tizio come protagonista…
Imperdibile,uno dei miei film preferiti,recensione fantastica.Mitici.
A me me piaciono assai li firm de sudare. Peccato che li hanno fatti solo negli anni 70. Manco mad max riesce a suda’ così bene.
L’autostrada Civitavecchia-L’Aquila me manca…
Film che devo assolutamente vedere, se non altro per prendere ancora di più in giro i fans di tarantino, che pensano che prima del loro idolo il cinema non esisteva e che tarantino ha inventato tutto.
A chi interessa.
https://www.youtube.com/watch?v=Ugw6K8QGzpA
Regaz, ma voi siete impagabili. Siamo a dei livelli di trash e di ridicolo da annali. C’è una scena all’inizio in cui uno spara con la mitragliatrice al buio e non si vedono i lampi che come saprete emette siffatta arma quando spara ma si sente soltanto il sonoro, aggiunto in post come in un video amatoriale girato da qualche pariolino. Doppiaggio fuori sincrono alla grandissima manco il film fosse stato targato bangkok. Raccordi visivi senza la minima continuità (che sarebbe costato troppo per la produzione) del tipo: in quadratura larga con ombre in movimento, dettaglio senza ombre in movimento. Davvero raga, complimentoni per tutto, siete dei big del settore.
“Cani arrabbiati ” l’ho visto solo oggi per la prima volta. Devo dire che mi è piaciuto molto , è estremamente moderno non sembra quasi un film degli anni 70 , e Bava è veramente un regista di talento e meriterebbe maggior considerazione e non, come adesso , di rimanere nel “limbo” dei cinefili. Altrochè Tarantino, questa storia dei film tarantiniani ha stufato anche me. Bellissimo anche il commento di George Rohmer sul quale sono d’accordo al 100%. Certo non è un film perfetto anche perchè è evidente che è stato girato con pochi mezzi, ma… avercene di registi così anche oggi.
Però mi pare che nel film si veda l’uscita Pitigliano dell’A1 direzione Firenze
https://www.valentinorossi46.it/tag/marzia-pisoni/
L ho visto ora su you tube sottotitolato in spagnolo bello ma io di bava preferisco diabolik bob