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Lavorare per portare ancora più caos nel cinema: Yakuza Apocalypse

Jackie Lang
di Jackie Lang | 26/05/201514

Se non siete pronti a concedere qualsiasi cosa a Takashi Miike non iniziatelo nemmeno a vedere questo film. Ci vuole nel cuore il profondo amore per lo stile e l’etica anarchica di quest’omino inarrestabile, quest’apetta operosa del cinema per vedere Yakuza Apocalypse. Goduria e guilty pleasure dall’inizio alla fine, elevati a senso unico del film, solo cazzeggio di livello elevatissimo, tecnico e preciso, fin dalla trama: esistono gli yakuza vampiri, hanno regole loro e nemici ibridati con animali. Un motivo e un origine a tutto questo non c’è, esistono solo i personaggi già creati e pronti per darsele ed essere ridicoli.

No coreografie. Solo pizze

No coreografie. Solo pizze

Il sogno di un film senza regole che non siano quelle utili al suo svolgimento essenziale è realizzato. Come una sceneggiatura abbozzata tra due amici durante una gara di rutti in cui sono già abbondantemente ubriachi, tutto il film si dipana così, cercando sempre la soluzione più divertente, sia che riguardi l’azione, sia che riguardi la risata. Il protagonista è un giovane yakuza entrato nella mafia assecondando il mito di un grande boss che poi si rivelerà essere uno yakuza vampiro. Contagiato per il proprio bene il protagonista dovrà fronteggiare nemici tipo un kappa, una specie di pioniere americano ispirato a Django (con bara e arma in essa contenuta) e il più temibile di tutti, il più letale e spaventoso…

Lui

Lui

Che Miike non prende sul serio il suo lavoro lo si intuisce subito, quando gli organizzatori della Quinzaine des realisateurs (la sezione del Festival di Cannes che ha ospitato il film) annunciano chi ha accompagnato la pellicola al festival: Yayan Ruhian, il Mad Dog di The Raid. Yayan sale sul palco sul quale solitamente interpreti o autori dicono qualche parola prima del film e comincia a fare mosse. Secco, asciutto e deciso, urla e compie mosse nell’aria di spettacolare valore. Tripudio. È in giacca e cravatta.
Dopo questo primo delirio viene precisato che Takashi Miike non può essere in Francia perchè sta girando un altro film (e come te sbagli?!?) e ha però mandato un videomessaggio. Il videomessaggio lo vede vestito da geisha, con il trucco, il costume e l’ombrellino che annuncia il suo imminente cambio di sesso e quindi il fatto che da quel momento in poi farà solo film dolci e teneri, inchino e dissolvenza sul nero. Incredibile. Parte il delirio.

Takashi Miike: autore invitato a Cannes

Takashi Miike: autore invitato a Cannes

Yakuza Apocalypse prende tutto il suo stile dal fumetto, o per essere precisi dala maniera in cui negli ultimi anni Miike ha lavorato sul fumetto. Dai molti adattamenti che ha curato mutua trucchi e fotografia, la maniera in cui adatta espressioni ed esagerazioni delle tavole. Soprattutto mutua una certa forma di umorismo e di gioco con le immagini (specie nella grande mutazione finale), le pose e le espressioni. In una parola tutta l’estetica di questa creazione sceneggiata con sprezzo del pericolo da Yamaguchi Yoshitaka, viene da lì. Mentre il gusto per l’accostamento improbabile e per l’affermazione del caos nel racconto è proprio di Miike.
Non c’è quindi davvero un ordine nel film, esiste una trama da seguire a grandi linee ma più tutto avanza più pare trascurabile di fronte a come ogni momento viva per se stesso.
La temibile rana in costume, l’avversario di cui tutti sono terrorizzati è palesemente la creazione centrale, quella più esilarante che dà la forma e guida la carica del nonsense. Capace di massacrare avversari con calci rotanti, dotata di pose da Power Ranger ma poi incapace di scendere le scale, se non aiutata da due persone, perchè il costume ingombra la Rana è un delirio di cretineria professionale.

Gli artisti sono in sala. Tripudio

Gli artisti sono in sala. Tripudio

Quando al termine della proiezione, sui titoli di coda, il ranocchione è entrato in sala parte l’ennesimo tripudio di applausi. Si fa delle foto con Yayan, saluti tutti ed esce.
La potremmo facilmente definire la più classica delle giapponesate se non fosse che rimane forte la sensazione di aver visto come un’altra volta nel terzo dei film che ha girato in quest’annata, Miike ha spostato un filo più in avanti il confine di ciò che è accettabile in un film, ha ridefinito nuovamente le possibilità di anarchia nella struttura e negli intenti del suo cinema.

Dvd-quote suggerita:

“Se ha senso non lo vogliamo”
Jackie Lang, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

P.S.: stasera, a S.Giuliano Milanese, potrete vedere per la prima volta Yayan Ruhian in azione su un vero grande schermo cinematografico italiano nel classico The Raid. E ci saremo anche noi. Aiutateci a spaccare tutto.

Jackie Lang
Autore del post: Jackie Lang
"Sono qui per prenderle e darle nel nome di Cobretti"
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tags: anrchia apocalisse caos cinema ai confini del possibile Corso di Fumetti Dozzinali fare cose che gli altri non possono follia geisha MORTE nonsense rana sangue spostare il confine del cinema takashi miike temibili avversari the great war of the underworld umorismo vampiri yakuza yakuza apocalypse yayan ruhian

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14 Commenti

  1. cutter 26/05/2015 | 08:48

    se ha lo stesso senso dello humour di Gyakuten saiban, miike se lo può pure tenere.. Ovviamente una sbirciata gliela darò lo stesso, si sa mai.

    Rispondi
  2. Ryan Gossip 26/05/2015 | 08:54

    Cosa avrei dato per essere a quella presentazione…
    Takashi Miike + Yayan Ruhian. Non conosco motivi per non doverlo guardare.

    Rispondi
  3. Will Gaiman 26/05/2015 | 09:20

    È riuscito da geisha a superare se stesso quando era andato credo a Venezia vestito da Zebraman. Un mito.

    Chiaramente film da vedere, è chiaro che sia uno dei film che girato con interesse e non con il pilota automatico

    Rispondi
  4. Barone Meshuggah 26/05/2015 | 09:51

    E’ da quando ho visto il trailer, prima ancora di Cannes, che ho la frenesia. E le scene alla première… Che caz di genio. Hai la mia stima imperitura per aver visto Yayan di persona *_*

    Rispondi
  5. Er trojo 26/05/2015 | 09:56

    La scena colla rana ninja è gajarda. Soprattutto quando je parte de capoccia e je pialla la nasca.

    Rispondi
  6. Steven Senegal 26/05/2015 | 09:59

    boh ma fa ridere sta cosa?
    Pure yayan buffo ci tocca adesso

    Rispondi
  7. axel folle 26/05/2015 | 11:10

    magari sbaglio io ma mi immagino qualcosa che abbia una cifra stilistica simile a “Crows zero” ma portata ancor più all’estremo, pompato in un universo che nei fumetti (probabilmente eh, non ne leggo quindi potrei sbagliarmi) incontra un pubblico più tollerabile mentre nel cinema no. Me lo immagino come qualcosa di vicino al “Tokyo Tribe” di Sion Sono (che infatti quando per la prima volta vidi il trailer di TT pensai: “ma va la, questo è un film di Miike si sono sbagliati”) e se ho ragione ad accostarli meglio che ne stia alla larga perché con ogni probabilità, causa miei limiti, non fa per me, per motivi facili da immaginare, tutto quello che altri potrebbero trovaare divertente ed estremo, nel film di Sono come in alcuni di Miike mi è parso solo brutto, sciatto, estremo ma senza forza e il peggio è che pur essendo film votati al solo spettacolo d’intrattenimento, fino ad oggi nella quasi totalità dei casi sono arrivato alla fine annoiato.

    Rispondi
    • axel folle 26/05/2015 | 11:13

      poi oh, magari questo “Yakuza Apocalypse” è di quanto più distante ci sia dagli esempi che ho fatto. Comunque io di Miike devo assolutamente vedere “As The God Will”, quello pur sempre fumettosissimo pare più vicino alle mie corde.

  8. Phon Connery 26/05/2015 | 13:41

    Io di Miike ho solo visto Ichi The Killer e 13 Assassini. So che devo recuperare altra roba ma fa così tanti film all’anno che non so neanche da che parte cominciare, quali trascurare e a quali dare la precedenza. MA questo lo vedo appena esce (conoscendo i distributori italiani uscirà in home video tra chissà quanto), complice anche la presenza di Yayan (quanto minutaggio ha su schermo?).
    Tra l’altro, sempre di Miike mi sarebbe piaciuto vedere quel film che avrebbe dovuto fare con Tom “Mad Max” Hardy, ma lo hanno abbandonato tutti e due. Le ingiustizie della vita.

    So che non c’entra molto, ma l’uomo vestito da rana mi ricorda l’uomo vestito da coniglio all’inizio di Utopia

    Rispondi
    • Jackie Lang 26/05/2015 | 15:46

      il minutaggio di yayan è poco, le pizze molte

    • cinepathia 19/12/2015 | 23:25

      Zebraman guardalo subito, zebraman 2 invece fai finta di non sapere che esista.

  9. schiaffoni 26/05/2015 | 21:08

    Bah….Enorme punto interrogativo su questo film….E dopo questa rece mi è passata ogni voglia di dargli un’occhiata.Se il cinema orientale pensasse a fare solo quello di cui sono stracapaci e cioè menare sarebbe oro colato.

    Rispondi
  10. Aku 25/07/2017 | 20:33

    C’è qualcosa di indefinibile che mi sfugge in questo tripudio assurdo di extravaganza nipponica.
    Non come IZO, che era un fottuto capolavoro zen, ma pure questo ha qualcosa di intoccabile. Ho visto il film in ITA, miserabilmente tradotto, l’ho rivisto in JAP con un amico che mi ha tradotto OGNI singolo dialogo e qualcosa di emerso è inaspettato. Una lettura un pochino più profonda de

    “La Yakuza succhia il sangue ai civili, geniale metafora socio-culturale moderna”

    Rispondi
  11. Dante Statham 02/08/2017 | 23:02

    Su Amazon c’è (o c’era?) una mega offerta BD per cui mi è costato poco più di 6 euro.
    W Midnight Cult
    E W Miike, uno dei miei più cari amici mai incontrati di sempre.
    L’ho appena visto, è un delirio sublime.

    Rispondi

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