Quanto mi mandate a cagare se vi dico che Unfriended è un film interessante?

«THIS DICK!»
Il primissimo pensiero che ho fatto guardandolo è stato: «Mi sembra di stare in ufficio». Non so che lavoro facciate, ma il mio prevede nella maggior parte dei casi di stare otto ore davanti a uno schermo di computer con Chrome, Skype, Spotify, Photoshop, iMovie e altra roba sempre aperta, e al di là della produzione dei contenuti, dei quali non mi interessa parlare ora, è la gestione stessa di tutti questi stimoli, l’aspetto prestazionale se volete, che occupa la gran parte dei miei pensieri. Il multitasking elevato ad arte, la tensione costante all’ottimizzazione dei clic, utile a combattere lo spaesamento che deriva dal fatto che, quando sono davanti allo schermo di un computer, sono davanti a, in mancanza di termini più efficaci, tutto.
Non sono un multitasker compulsivo. Mettetemi davanti alla tv con un bel film o un pad in mano e mi concentrerò ossessivamente solo su quello finché non cala il sole, un bel problema considerando che di solito gioco di sera. Sono quello che a cena fuori tiene il cellulare in tasca e ti guarda male se mandi un messaggio o instagrammi il tuo piatto. Ma lo schermo di un computer? Solo nel tempo che ho impiegato a scrivere questi due paragrafi (diciassette minuti) ho aperto BitTorrent per scaricare non mi ricordo cosa, aperto un’altra tab di Chrome per controllare i messaggi su Reddit, copincollato tutto quanto scritto fino a qui => .

Prova.
in Word perché ultimamente ho l’Internet ballerino. Ho la fascinazione e la fobia delle notifiche e delle iconcine con il numerino rosso, un amore per i dettagli e un odio per il “Non letto” che in epoca di pling e dong e tututù mi fa assomigliare ogni giornata di lavoro a una partita a Starcraft giocata da un coreano sotto cocaina.
Se in un film vedo qualcuno che usa il mouse per fare copia-incolla invece che le scorciatoie da tastiera esco di testa e comincio a urlargli contro STAI SPRECANDO TEMPO PREZIOSO.
La protagonista di Unfriended usa il mouse per fare copia-incolla. E anche tutte le cose che ho scritto prima. Come lo so? Unfriended è interamente girato sul desktop della sua protagonista, Blaire. Capito l’ammicco?
In epoca di camere a mano finalmente economiche e accessibili anche al più scrauso dei filmmaker amatoriali, Blair Witch Project fu un manifesto prima ancora che un bel film.
(per me è anche un bel film)
E sapete perché lo era? Perché ancora oggi c’è gente che se lo riguarda e prova a scoprire stacchi di montaggio o cambi di inquadratura teoricamente impossibili nell’ottica verista del film. Blair Witch Project aveva un’idea forte ed era interessato solo a quella, concentratissimo sull’amatorialità delle riprese e sulla produzione di contenuti video ormai universalizzata e trivializzata. E da lì non sgarrava mai.

Oh la conoscete questa foto? No eh?
In Unfriended la produzione dei contenuti video è diventata una videochat multipla su Skype (a proposito di accessibilità), i boschi sono diventate le camerette e la verità da cercare ha traslocato da “là fuori” a “su Internet”. La vita, dicono i poeti di stocazzo, è come un film. Anche la vita online può essere come un film, e i cambi di scena corrispondere a un + Tab, al passare da iMessage a un video di gattini su YouTube. La ricerca di risposte passa necessariamente da Google, non dall’esperienza diretta. Conosciamo le persone perché hanno postato quella foto su Facebook.
Io in questo ecosistema mi sento spaventosamente a casa, il che potrebbe anche essere passibile di riflessione profonda su come cristo sto messo, ma non è questa la sede. Chi altri si sente a casa in questo ecosistema? Immagino un ventenne medio che usa il Mac come Facebook machine. Li state vedendo anche voi i paralleli con Blair Witch Project, soprattutto in termini di puntualità e capacità di cogliere lo zeitgeist?
Dopo la sigla vi spiego perché Unfriended è un film interessante.
Perché si svolge tutto su Skype.
DVD-quote suggerite:
«Si svolge tutto su Skype»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)«Blair Witch App»
(lo stesso di cui sopra)
Ma no che scherzo! Non scappate!
Sembra curioso per un film costato un milione di dollari, prodotto dalla Blumhouse con lo zampino della mia arcinemesi Timur Black Mamba Eto’o, ma Unfriended è parecchio cerebrale ai limiti dell’astrazione, costruito più per farci meta-riflettere su tutto quello che ho scritto fin qui, oltre che su robe tipo il cyberbullismo e la privacy, che per raccontare una storia vera e propria. Tanto che parte della narrativa è stata, come era successo per quell’altro film che ho già citato troppe volte, dislocata in luoghi diversi dall’ora e venti di film: per esempio l’ovvia pagina Facebook sulla suicida-che-ritorna (Unfriended è un film di fantasmi), o l’incredibilmente angosciante bot che gestisce l’utente Kik.
Mi spiego: la storia c’è, ed è centrale, fa avanzare la trama e detta il ritmo della pellicola, che altrimenti deve vedersela con bizzarri (rivoluzionari?) ostacoli tipo «come si fa a trasmettere tensione usando solo una rotellina colorata che gira, o tre puntini di sospensione che lampeggiano?».

TENSION.
Ma potrebbe essere stata sollevata di peso da qualche pagina di cronaca locale della suburbia americana (o boh, perugina): c’è la ragazza bella ma stronza che gli amici ci fanno il video di lei tudafada che poi cade a terra e si fa la cacca addosso e ce lo mettono su iutiub, lei s’ammazza per la vergogna e un anno dopo, durante una conversazione a cinque tra un gruppo di amici che si assume essere in qualche modo legati all’accaduto, BAM!, quella ritorna sotto forma di spettro dell’Internet.
È commovente la dedizione con cui Levan Gabriadze, che in carriera ha persino un film con Milla Jovovich sulla locandina, dipinge il fantasma 2.0 supercyber 2015 social wow. Il clangore di catene e le lenzuola che svolazzano diventano forum esoterici spuntati dal nulla per fornire risposte e tendere tracobbetti ai cinque, incuriositi e un po’ spaventati dalla presenza che infesta la loro chat; invece che ululare a mezzanotte facendo gelare il sangue a grandi e piccini, il fantasma di Laura Barns apre finestre di iMessage senza avvertire e ti cambia la playlist di Spotify a tradimento.

TRIVIA: il film è stato girato montando delle GoPro sulle spalle della protagonista Blaire (WINK WINK) e facendola effettivamente interagire su Skype con gli altri. Spoiler: funziona bene.
Diventa a questo punto più interessante che il fantasma voglia delle risposte (morale: Internet sa tutto, tranne i segreti) piuttosto che il contenuto di queste risposte: è tutto piuttosto telefonato, come lo è il “facciamo un gioco” via chat di Spooky Laura che fa riemergere verità nascoste di ogni genere e, di fatto, fa sbroccare i cinque uno contro l’altro. In mezzo ci sono delle morti, perché – è il problema più grosso di Unfriended – il fantasma può farti fare le robe che non vuoi fare, il che rende gli sforzi dei cinque di sbarazzarsi di lei completamente inutili. Né mi ci vuole la Rivelazione per capire che questi cinque sono sicuramente degli stronzi, sotto sotto.
L’editoriale di Gabriadze sulla qualità media della generazione di cui si parla nel film è agghiacciante e, credo, un po’ esagerato, ma è lì.
Poi a un certo punto questo Dieci (cinque, OK) Piccoli Utenti di Skype finisce com’era prevedibile che finisse, tu distogli gli occhi dallo schermo del cinema e ti ricordi com’è fatta la realtà reale, anche se hai appena assistito a un’ora e venti di rappresentazione incredibilmente realistica della stessa, almeno quella che molti di noi vivono tutti i giorni dalle 9 alle 18.

LOL LAG
Sentite, quello che sto cercando di dirvi non è “andate a vedere questo film”, ma provare a farvi capire perché NON dovreste andarlo a vedere. Immagino che di fronte al trailer le reazioni possibili siano tre:
1. AHAHAHAHAHAH NO
2. forse, magari, se mi convincono che non è proprio tutto così come sembra
3. sì, sembra stimolante
Ecco: se siete 2., sì, è proprio tutto così come sembra. Prendete le dovute precauzioni. 1. e 3. invece sanno già cosa faranno, quindi nel caso ci risentiamo dopo per discuterne.
Mi unisco sodale al team del computer multitasking 9-18 (ma anche oltre).
Penso lo vedrò, ma adesso scusate che devo chiudere ‘sta finestra e aprire Google Drive.
ok. tutto bellissimo. empatizzo anche un pò con te perchè siamo messi male, ma io vorrei sapere se chatto con Laura Barns su kik mi esce il fantasma e mi cago sotto?
è vero che sono le 10 di mattina e il sole è altro però io ai bubusettete mi spavento lo stesso.
io che sono più pedestre e vecchia scuola pc, a me farebbe più paura se il mouse mi saltasse addosso e mi iniziasse a succhiare il sangue tipo slugs o ticks https://www.youtube.com/watch?v=FSbk9Vn5eCU
Ahahahahahahahahah NO.
Sono già troppo appiccicata al mac tutto il giorno, come un po’ anche voi mi par di capire. Pure al cinema no.
Vero che il film e’ interessante, sopra le mie aspettative. A costo di sembrare quello che nel 2015 pretende dai teen horror le morti spettacolari e gasone, bisogna dire che le morti qui fanno un po’ cascare i maroni, e no, non e’ un vizio di forma del film. Peccato
Vero, alla fine il lato peggiore di questo horror è il lato horror di questo horror. È più un sollazzo dell’intelletto che un film di spaventerelli e violenza.
Però quella SPOILER con lo spazzolino elettrico mi ha fatto ridere.
Si’ quella e’ la migliore! Sai cosa, io ci sono rimasto un po’ male perche’ la tensione e’ costruita piuttosto bene con pochissimo (quando lei riscrive 10 volte il messaggio da mandare al fantasma prima di decidersi ero un bel po’ sulle spine e i regazzini in sala erano al culmine dei battutoni stemperatensione), pero’ poi
SPOILER
il coltello all’inizio? La pistola? MACCOSA!
Non è uno spazzolino elettrico, è una piastra lisciacapelli.
volevo richiamare l’attenzione di tutti su quanto seriamente fica sia laura barns
per il resto, AHAHAHHAHAHAH NO
Al link sulla cronaca di Perugia ho pianto… Quanti ricordi!
AHAHAHAHAHAH NO.
Nonostante le 8 ore davanti uno schermo manco c’ho Facebook. Preferirei un film su un tizio che si perde nei meandri di Wikipedia, mi ci ritroverei di più.
Tu ridi, ma se nel domani ci salta fuori il Matrix Wikipediano,
colorato in stile Il Tagliaerbe, siamo pronti?
ma non è clamorosamente simile a The Den?!?
Scusate errore di battitura nel Nick
ma non è clamorosamente simile a The Den?!?
No è diverso, The Den era ancora della scuola BWP, usava i trucchetti per farti comunque vedere dei posti, mentre qui lo schermo del computer È i posti. A confronto di questo The Den è Crank.
Team AHAHAHAHAHA NO
Da un certo punto di vista credo che l’esperimento possa essere anche interessante se il film fosse visto su pc… magari con dei trucchetti che t’illudano che quelle cose stiano accadendo veramente al tuo profilo, al tuo skype e cose cosi. Un giochino, appunto. Fatico a vederci del cinema.
Ho pensato la stessa identica cosa dopo 5 minuti di film. Nonostante ciò il film, costato 1 milione di $, ne ha incassato circa 70.
mah, nessuno che fa + l’idraulico o la parrucchiera
Sei matto, e fare otto ore di lavoro effettivo? Cazzo potrei morire. Meglio sparare stime gonfiate a caso e avere il tempo di cazzeggiare.
@Schiaffi: risposta geniale, mi sono scompisciato dal ridere (e il bello è che sono un informatico…).
Da rece e trailer mi sembra meno interessante di The Den, che tutto sommato aveva una struttura thriller abbastanza dignitosa, mentre qui siamo dalle solite parti di bubu7tete e morti male in fila indiana. Però mi sembra anche competente e ben realizzato, quindi un’occhiata gliela darò.
Ah, dimenticavo una cosa fondamentale: per me Avril molto più bona in versione Velma di Scooby-Doo che dark punk finta ribelle scassamaroni.
film che stuzzica i mio interesse….gli darò sicuramente un’occhiata…
Raga ho visto alcune scene del film ma ho capito che quella che mi lascia sul dubbio e mistero sia quella finale. Non capisco come finisce quando chiude il computer e si sente un urlo !! Di cosa si tratta ?……….Rispondete Se Potete.
aka
RISP E` IMP
Se è vero che trattasi del primo (e ultimo?) film interamente ambientato sullo schermo di un pc, sono fiero di:
– essere andato a vederlo
– averlo trovato decisamente piacevole
– averci portato un amico
– essermi fatto pagare il biglietto
A me non è piaciuto per nulla e la ragione è semplice, con un’idea così sarebbe stato figo giocarsela sul filo di “ma è un hacker o un fantasma?” invece sbanda troppo presto nel soprannaturale dichiarato (con conseguente prevedibilità).
Insomma ci ho visto una cura maniacale e spesso superflua dei tecnicismi – che poi realizzare un film così è molto più semplice di quel che si vuole ostentare – ma una trama di fondo scadentissima. Un trickettino da due soldi ripetuto fino alla nausea e nient’altro, 5 secondi di splatter 5.
Molto più riuscito e genuinamente inquietante The Den, insomma. O se vi interessa roba di hacker seria, guardate quella bomba di film di Who Am I (2014) o la serie di Mr Robot.
Visto oggi. Probabilmente se lo avessi visto al cinema il film non mi sarebbe piaciuto affatto ma visto a casa, da soli, al buio, a tutto schermo di un portatile, con notifiche facebook e twitter che suonavano con messe in pausa (veramente stranianti) per rispondere ad amici e non mi ha lasciato una buona sensazione come se, al di là del racconto in se, la struttura funzioni. Niente di epocale ma un esperimento interessante. Secondo me preso semplicemente come “esperimento ripreso su un desktop” funziona più di The Den (che pare piacere a tutto ma che ho trovato bruttino). Li il desktop era solo un mezzo per riprendere qualcosa che succedeva fuori e quindi, a conti fatti, non essenziale (si poteva raccontare quella storia in altro modo? si). Qui la situazione è diversa e la storia si svolge davvero tutta li, dentro quel monitor. Si poteva raccontare in altro modo? no, non si poteva.
Più che bello educativo, dovrebbero farlo vedere nelle scuole. Queste nuove generazioni si trovano con delle bombe tra le mani e spesso non si rendono conto che lo sono e ci fumano tranquillamente vicino. Di gente morta per cyber bullismo ce n’è già un botto e internet di massa non c’è manco da 15 anni.
Detto questo, il film ha una tensione, che se penso che è tutto su uno schermo di un pc non mi par vero. Al netto di alcune scene imbarazzanti, sopratutto mie, mentre (guardandolo dal mio pc) cercavo di cliccare sui video che mostravano per ingrandirli, è un ottimo film.
Zitti cialtroni, ora vengo lì e vi faccio il culo a strisce a tutti!
guarda laura che siamo dalla tua parte
Che sia il primo, l’ultimo, il quarto o il quinto film che usa questa forma di quotidianità per raccontare una storia decisamente banalotta, a me è piaciuto, e suppongo che se avessi 20 anni di meno mi sarebbe piaciuto anche di più.
Tagline di un mio studente 14enne:
PORCOZZIO NON HO ACCESO SKYPE PER UNA SETTIMANA!
A me è piaciuto, anche se ovviamente non è niente di trascendentale. Ma non ce ne è un altro simile con quella topona di Sasha Grey?
L’ho visto solo ora e devo dire che l’ho trovato geniale nella sua semplicità.
Se non fossi morto avrei potuto partorirlo io.
E dire che il film ha messo su un’inizio promettente prima di sputtanarsi nel trash. Dai, che seriamente hai fatto scienze delle merendine prima di metterti a scrivere la regia?
Comunque ho riso un sacco durante il film. Ma proprio tanto. Per onestà intellettuale confesso che ero alla terza birra su sei