Ci pensa se avessi verame scri tutta la recensio in questo mo? Mi avreste ucci, e avreste avuto ragio.
Ma no, Infini non se lo merita, nonostante il titolo un po’ ridicolo (si pronuncia “Ìnfini”, è un posto) e una certa confusione di fondo – confusione derivata da entusiasmo e quindi approvata. Perché signora mia di film così se ne fanno veramente pochi ormai, quei begli horror fantascientifici ambientati su una stazione spaziale desolata e claustrofobica. E quando si fanno ci si rifugia nella facile scorciatoia del found footage, il trucco dell’incapace per trasmettere ansia e tensione senza dover davvero sapere cosa voglia dire riprendere un corridoio di metallo e leve e bottoni o un laboratorio pieno di provette della scienza.
Non per fare quello che ve l’aveva detto ma in questo campo i videogiochi hanno ormai da un pezzo raccolto il testimone di Alien, cioè la capacità di generare tensione e orrore con la minor quantità di dettagli possibile. L’horror sci-fi per sottrazione sta di casa nei vari Dead Space e Bioshock (e aspettate che arrivi SOMA) e siamo arrivati al prevedibile paradosso di un videogioco che out-ridleyscotta Ridley Scott. Quando i primi due titoli che vengono in mente durante la visione di Infini sono La cosa (un film di trent’anni fa) e Doom III (un videogioco di “solo” 11 anni fa) è chiaro che c’è un problema ed è un problema del cinema, che a tratti nell’ultimo trentennio è sembrato talmente rapito dalla bellezza e perfezione di quel film del 1979 da non essersi mai sbattuto per costruire su quelle idee, o anche semplicemente replicarlo pari pari.
C’è ovviamente un’eccezione (cioè, ce ne sono tante, ma ce n’è una sola di cui valga la pena di parlare) e non è un caso neanche che Infini ne sia in pratica il prequel non dichiarato. Sigla!
Avete presente i famosi quarantacinque mancanti di Punto non di non ritorno? Ecco Infini è quei famosi quarantacinque minuti, a modo suo. Certo non c’è Satana, anzi c’è un rimarchevole e confusissimo tentativo di portare tutto su un piano scientifico/razionale, né alla fine del film arriva Sam Neill e Laurence Fishburne a fare ancora più casino. Ma se il capolavoro dell’Anderson giusto era la storia di una squadra che raccoglieva i pezzi di una catastrofe e alla fine impazziva, Infini è la storia della catastrofe.
Shane Abbess (no, purtroppo non ho ancora visto Gabriel) è un entusiasta e si vede. Nei dieci minuti più ricchi di esposizione, casino e idee brillanti buttate lì per far numero e poi dimenticati della storia della fantascienza recente, Abbess racconta la storia di Infini, un pianeta lontano sul quale venne costruita una base mineraria, e che in seguito a un piccolo problema (la roba che minerariavano esplode a contatto con l’aria tipo) vide la morte di tutti e 1.600 gli operai del sito. E racconta la storia di un search & rescue t… ah no scusate, di un altro, perché il primo muore in massa entro lo scoccare del minuto 5, fatto salvo un sopravvissuto che…
Insomma per farla breve: su Infini c’è un sopravvissuto, e c’è un pacchetto di questa misteriosa materia esplosiva pronto per essere catapultato sulla Terra, dove esploderebbe ammazzando della gente. Chi ce l’ha messo? Un dottore pazzo che aveva capito tutto. Non chiedete. Come ci vanno questi sul pianeta delle miniere col botto? Usando lo slipstream, che è in pratica trasmissione istantanea di dati da un punto all’altro dell’universo che consente in sostanza di teletrasportare un uomo in streaming o qualcosa di simile. Abbess ci tiene a spiegarci che è un processo non privo di rischi (i dati possono venire corrotti) e che a causa della natura stessa del processo ci sono paradossi temporali in ballo tipo che stai via dieci ore ma quando torni sono passati due minuti. Tutta roba gettata lì a secchiate e che non verrà mai più ripresa, ma che serve a far capire quanto Abbess ci abbia pensato.
Noterete che non l’ho fatta breve come promesso: Infini è densissimo e volutamente casinaro, e soprattutto nel primo atto mischia piani temporali, visioni e flashback principalmente per il gusto di farlo. È quasi respingente, se non fosse che tutto quello che si vede è così figo.
Meglio: è esattamente quello che ci vuole in un film così.
Sentite, non voglio stare a spiegarvi nei dettagli cos’è il virus che ha fatto impazzire, non morire, tutti i minatori, che ha ricoperto le pareti di sangue e viscere, che ha obbligato un dottore pazzo a ritagliare la faccia delle sue vittime e appenderla a stendere nel suo laboratorio pazzo. Fin da quando il gruppo di Generici Marine Spaziali incontra Il Sopravvissuto, quello da salvare, Whit Carmichael da Scampìa, l’Antonio Nocerino dello spazio
è chiaro che su quel pianeta è successo qualcosa ed è chiaro che quel qualcosa agirà sui nostri protagonisti in maniera analoga al coso spaziale di La cosa. Poi sui dettagli si può discutere, e personalmente non approvo per nulla il finale retorico e che puzza di darwinismo moralista (se esiste una cosa del genere), questo non toglie che Infini è molto apertamente un 10 piccoli indiani nello spazio e come tale deve procedere, senza sgarrare né sbavare.
Con un certo sforzo e una certa propensione a mandare la logica in vacca se può fare qualcosa di figo al suo posto, Shane Abbess ci riesce, e il risultato è che il secondo atto di Infini è una macelleria costante, brutale, affascinante ed esteticamente impeccabile. C’è un sacco di sangue e tutto al posto giusto, violenza fisica e psicologica, inseguimenti, cazzotti, sparatorie, corridoi bui, valvole da girare, override di circuiti primari da fare e persino un computer programmato in ASCII e boh, che strano, il Nostro Sopravvissuto è uno che di hobby scrive videogiochi! Non è sempre chiaro in che direzione si stia muovendo il film, ma il viaggio è sanguinosamente divertente, seppur più ricco di sanguinoso orrore che di puro terrore, se mi spiego.
C’è anche un cast, vero, nel quale compare anche completamente a caso e credo solo in virtù del cognome e del fatto che il film è australiano Luke Hemsworth, il fratello cozzo di Thor. La scena la ruba Daniel McPherson che ha dalla sua il fatto di crederci tantissimo, ma davvero, in un parco giochi dell’orrore come Infini gli attori sono l’ultima cosa che interessa, la carne da macello necessaria a far girare gli ingranaggi del film.
Ci fosse stato quel pizzico di coraggio in più sufficiente a tagliare e condensare il finale, e magari sradicare [SPOILER] quel pallido tentativo di riconciliazione spielberghiana con i cattivi di turno [FINE SPOILER], Infini avrebbe potuto essere forse qualcosa di più, una follia vera come Punto di non ritorno piuttosto che un horror alla disperata ricerca di una legittimazione più alta. Non è una bocciatura, penso si sia capito che è il contrario, ma resta che Abbess è arrivato a pochi centimetri dalla consacrazione e s’è cacato addosso, ripiegando nel presunto fascino dell’ambiguità. Questo cancella forse in qualche modo una buona ora e venti di macello nello spazio?
DVD quote suggerita:
«I 45 minuti mancanti di Punto di non ritorno – The Movie»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
PS: chi becca il metaforone spiegatutto sul finale vince il Sam Neill d’argento.
Mi spiace piantarlo qua, ma tocca dirvi che e’ morto Wes Craven :-/
http://www.hollywoodreporter.com/news/wes-craven-horror-maestro-dies-818806
A “I 45 minuti mancanti di Punto di non ritorno” me l’hai già venduto Stanlio, fosse anche un film con Riccardino Fuffolo diretto da Bruno Liegi Bastonliegi.
Un’immagine, un suono… EH!
il film mi è piaciuto, la recensione l’ho trovata un po’ troppo pretenziosa quando chiede il capolavoro a un regista alla prima esperienza che ha a disposizione un budget da Asylum et similia.
seconda*
I problemi del film sono tutti di sceneggiatura, non hanno nulla a che fare con il budget, quindi non capisco la tua obiezione.
e’ che io non ricordo nulla che non andasse nella sceneggiatura, in compenso ricordo una fotografia scarsa una senografia povera, una quintalata di plastica a far da costumi ecc. i “problemi” di cui mi ricordo io insomma, eran solo estetici e legati prettamente al budget.
Be’ quel che non va nella sceneggiatura l’ho scritto nella rece. Il primo atto è confusissimo (Carmichael viene mostrato sia con la moglie sia in un flashforward del finale sia insieme ai suoi colleghi che verranno poi accoppato dal virus insieme alla West Coast division), ci sono un sacco di idee buttate lì per far colore e abbandonate (la corruzione di dati con lo slipstreaming, i paradossi temporali), e il finale da quando [SPOILER] Carmichael fa il ridicolo monologo (ripetuto due volte per intero nel caso non fosse chiaro), si suicida, resuscita grazie al suddetto monologo, si riunisce agli altri, gli alieni diventati improvvisamente buoni gli fan vedere il foglio et cetera, è piuttosto sciocco e ambiguo sì, ma in tutti i modi sbagliati.
In più ci sono personaggi che vengono introdotti, fatti agire e poi abbandonati lì, immobili finché non tornano utili alla trama, e in generale la gestione del gruppo è un po’ a cazzo di cane, tanto che avrebbe funzionato meglio con meno personaggi ma più focalizzati.
Per contrasto, la fotografia mi è sembrata buona, le scenografie efficaci e i costumi tutto sommato dignitosi.
mi sembra evidente che del cinema ci interessino cose differenti a questo punto. ch è carina come cosa, considerato che poi il film è piaciuto ad entrambi.
io non l’ho mai trovato “figo” come tu dici , ma, come poi precisi, ci ho trovato esattamente quello che volevo trovarci.
Per dire: Prometeus è scritto meglio, è più “qualunque cosa” rispetto ad infini, ma il “clima” di infini se lo sogna.
Per me Abbess ha un gran gusto nelle inquadrature e azzecca anche parecchi tagli di luce e in generale momenti d’atmosfera che fanno dimenticare la povertà di mezzi (che, ripeto, io ho avvertito solo molto in lontananza). Vedi un paio di shot che ho incollato nella rece, in particolare l’ultimo con Meth Demon pazzo nella stanza piena di sangue. Mi pare che il ragazzo abbia un gran bell’occhio per il genere.
Ma infatti non ho nulla da ridire sulle inquadrature, sulle luci in realtà sì, palesano la povertà di materiali in scena troppo spessom soecie se poi il 90% del film è buio su buio. Del resto la fotografia non è di Abbes ma di Carl Robertson, che comunque dalla sua c’ha quella di essere pure l’operartore, e appunto le riprese non sono male.
Purtrop inifini è sta la delusio .
GRAZIE per gli esoteric
<3
ma Luke Hemsworth non è il fratello cozzo di Thor, è il fratello DEL FRATELLO. :D
ma quindi si trova una versione di Event Horizon con minutaggio in più?
bentornati dalle vacanze!
Stanlio volendo colmare la mia lacuna su dieci piccoli indiani che film dovrei considerare? Grazie
Oddio ammetto di non aver mai visto una trasposizione cinematografica di 10 piccoli indiani, sono fermo al libro… https://en.wikipedia.org/wiki/And_Then_There_Were_None
Se però vuoi qualcosa di ispirato a, e assolutamente da vedere proprio nella vita, Murder by death con più o meno TUTTI è il tuo uomo https://en.wikipedia.org/wiki/Murder_by_Death.
non centra niente ma è morto craven! minchia che tristezza!
Grazie Stanlio! R. I. P. Wes
Avrei scommesso che come sigla avresti messo i Voivod.
Potrei dirti che ho già usato i Voivod come sigla troppe volte e non volevo esagerare.
Ma la tristissima realtà è che mi sono proprio dimenticato di Infini il disco.
Dead Space sarebbe Alien ma senza la xenomorfo,ho visto anche il film animato splatter ,Bioshock parla di controllo mentale,mi sembra di aver visto un film similare forse Pandora si chiamava ma a me non dispiaciuto neanche il film di Doom.
Recuperato. Non malaccio anche se credo che il suo più grande problema sia la confusione che in alcuni punti fa storcere il naso e fa seguire maluccio quello che succede ma forse, come mi è parso di capire anche tu, lo si storce più per il “peccato” perché gli ingredienti ci sono tutti e il film fa quello che deve pure pur non eccedendo. Il finale non mi è per nulla dispiaciuto anche se semplicistico nella risoluzione. Avrebbe potuto strutturarlo meglio nel corso del film, con indizi accennati in modo da non arrivare tutto insieme. Per il resto si è fatto guardare bene e ci si chiede cosa si sarebbe potuto fare con una produzione più grossa di questa. Quanto mi mancano i prodotto di fantascienza di questo tipo. Mi pare che l’ultima cosa recente di questo tipo era Pandurum (lasciamo stare Prometheus anche se mi è piaciuto) che non mi era piaciuto per nulla
spoiler
@Stanlio c’è forse forse di mezzo gesù?
Continua lo spoiler
Esseri fatti a ns. Immagine e somiglianza, sacrificio salvifico per la specie con annessa resurrezione…
Se si fossero tenuti dalla parte della scienza anche per il finale sarebbe stato un filmone
Nì, cioè, c’è anche quello assolutamente, MA! vuoi sottovalutare il momento in cui Carmichael si ripiglia grazie agli alieni cattivi e si rialza dall’acqua e ne esce trascinandosi sulle mani come OMG UN PESCE CHE ESCE DALL’ACQUA E SI EVOLVE?
Che poi è pure razzato dal finale di Gravity vabbe’.
Comunque il metaforone darwinista ormai è un classico.
almeno ci hanno risparmiato il finale melenso con lui che torna a casa dalla moglie e accarezza il pancione…
un sacco di roba BUONA in questo film. peccato il finale romantico il quale SPOILER
sarebbe potuto essere un la moglie dell’astronauta/la cosa e invece è stato un film di spielberg.
volevo aggiungere una cosa che ho trovato riguardo ai 45 minuti mancanti: http://www.worldwidedvdforums.com/viewtopic.php?f=74&t=20948 andate direttamente al racconto di Dave Bonneywell….
” and both test audience and Paramount studio reacted very strongly against the large amount of gore.”
questo va oltre la mia compresione. produci/vai a vedere un film horror e ti lamenti del gore? ma queste proiezioni ”di prova” le fanno con un pubblico casuale, tipo gente che magari nella vita ha guardato solo commedie romantiche, o con un pubblico che andrebbe a vedere effettivamente quei film?
perchè poi se esce ”event horizon: now with 70% less blood&gore” non mi è chiaro CHI vorrebbe correre a vederlo.. certo non un pubblico di appassionati di commedie romantiche che tanto non andrà a vederlo in ogni caso, non un pubblico di ragazzini under 13 a cui il film sarebbe comunque vietato, e gli appassionati di film sci-fi/horror a cui tecnicamente un film del genere sarebbe diretto non possono che essere delusi da una modifica del genere… cioè boh, ste cose vanno oltre la mia comprensione…
io sarò un fesso ma se un coglione dovesse SVENIRE alla proiezione di prova del film HORROR che ho prodotto, io lo scriverei con fierezza sulle locandine (che poi è quello che hanno fatto con paranormal activity ed è l’UNICO motivo per cui la gente è andata in sala a vederlo in massa), piuttosto che tagliare via 45 minuti di scene di violenza smerdando la visione che il regista aveva del suo film.
boh.
discorso che comunque vale per decine di altri film, compresi alcuni che sono comunque venuti bene tipo cobra o sabotage, entrambi pesantemente tagliati..
o hard target!