La diffusa levata di pernacchie verso la seconda stagione di True Detective ha portato noi due -i redattori più coriaceemente fan del poliziesco qui sopra- ad una lunga chiacchierata sulla serie, su cosa pensiamo della serie, di certi atteggiamenti e sconfinando più in generale sul noir e l’hard boiled oggi. Il risultato valeva la pena di essere condiviso qua sopra, nonostante qui non si parli di norma di Serie TV.
WIM – Allora, mettiamo in fila un po’ di cose. È notizia di un annetto fa che Fincher ed Ellroy stanno sviluppando (per HBO) una serie TV sugli anni cinquanta a Los Angeles, vale a dire grossomodo l‘L.A. Quartet; abbiamo avuto la prima stagione di Bosch prodotta da Amazon; si vocifera di una serie prodotta/diretta da Friedkin e tratta da Vivere e morire a Los Angeles, e poi abbiamo la seconda stagione di True Detective che sembra presa di peso dalla trilogia di Lloyd Hopkins di Ellroy e sembrava il fiore all’occhiello. Come dire, sembrava il momento di tornare sugli scudi con il noir classico. Poi la seconda stagione di True Detective è stata sommersa dalle pernacchie e –di punto in bianco- ho questa sensazione in cui sembra tutto improvvisamente rientrare nei ranghi. Mettici anche che Bosch, pur essendo una serie TV di cristo, non ha fatto nessun casino sui social network, e secondo me è abbastanza emblematico di una situazione di stallo. Ho come questa idea che, pur essendo roba che sarà sempre popolare e avrà sempre un pubblico di riferimento, il noir televisivo non riuscirà mai davvero a sfondare fuori dal muro dei fanatici. Che mi dici?
DARTH – Sono un po’ più ottimista di te. Guardando fuori dall’Italia vedo che per ognuna di queste cose che hai citato, negli USA, c’è molto interesse e nel caso di Bosch anche un’ottima resa di ascolti con una seconda stagione confermata già da poco dopo l’uscita della prima.
Chiaro che la roba di serie TV che monopolizza i social network è altra, e sappiamo anche che molto di quel vociare è dato da un effetto “the place to be“, per cui anche chi non sa che dire dice qualcosa per partecipare al rito collettivo. I numeri per Bosch e True Detective non sono nemmeno poi così bassi e il fatto che ci sia una generale corsa televisiva agli armamenti sul noir all’antica, con investimenti e nomi sostanziosi, non può essere solo frutto di sentimento o caso: c’è un pubblico e un mercato che lo vuole, che lo trova ormai di rado al cinema e che ha nella TV – ormai come tutti i pubblici- un alleato per avere quello che il cinema non ha più le risorse – e nemmeno le palle – per dare.
La prima stagione di True Detective ha fatto i numeri che ha fatto con sorpresa di tutti e poi è diventata un fenomeno di costume di cui si doveva parlare anche se non se ne erano capiti i due terzi della trama. Sono miracoli dati da troppi fattori e casualità, di base sono ascolti che True Detective per quanto potrà viaggiare alta non riavrà più con nessuna stagione. È come le milioni di copie di dischi dei Melvins vendute negli anni novanta, che ti chiedevi “ok capisco perché io ci sto in fissa, ma perché quel fagiano del mio vicino fissato con i Dire Straits ha la maglietta di Houdini?”. Capita.
La seconda stagione di True Detective ha prevedibilmente – almeno per me – creato la forbice che un prodotto così comporta. Mi aspettavo una serie diversa e che avrebbe disorientato -ingenuamente- molti, lo hanno fatto anche più del previsto. Se la prima serie aveva catturato l’interesse degli appassionati di noir nel suo essere noir vero, interessante, particolare, pieno di idee ben piazzate, ha catturato molto del grande pubblico per molti suoi lati fondamentalmente qualunquisti, piacioni ed estetizzanti. La seconda serie, nel suo essere incompromissibilmente L.A. Crime disperato e livido come è, ha messo in chiaro che True Detective con buona pace di tutti è un progetto mutevole, che può incarnare tanti noir diversi in tanti registri e stili diversi, che non vuole inseguire gli ascolti leccando il culo al pubblico con quello che si aspetta; e nel suo essere diversissima dalla prima ha scremato naturalmente gran parte dei fan d’accatto, sicuramente tutti quelli che erano saliti sul carrozzone per partecipare al rito collettivo di cui sopra.
In fondo, come hanno fatto i Melvins con Prick.
Comunque, oh: il network difende e loda la serie nonostante i piagnistei, gli ascolti sono comunque buoni, e c’è più di una voce autorevole a difendere questa stagione. Palla al centro e tornassero tutti a postare le gif di Game of Thrones sui social network.
WIM – Non riesco ad abituarmi alla critica televisiva. Quando ti vedi un film e scrivi la recensione, diciamo così, hai più o meno fatto la critica del film. Per True Detective, più o meno a metà della seconda stagione, sono usciti articoli che si dissociavano fortissimamente dalla serie, oltretutto tirando badilate di odio ferocissimo e –credo- più o meno a caso. Per certi versi leggere queste critiche così partigiane a metà serie sembra come aspettarsi che sia normale che un critico esca dal cine durante l’intervallo e scriva la recensione (e magari rientri a vedere il secondo tempo di un altro film). A fine serie, tra l’altro, il consenso critico era cambiato molto. Quelli schierati sul no deciso e inappellabile sono ormai pochissimi, molti concedono il beneficio del dubbio alle ultime puntate, “si è un po’ ripresa”, eccetera.
E a molto contribuisce l’aria che tira. L’anno scorso la gente si è esaltata per settimane per il piano sequenza alla fine del quarto episodio della prima serie. Quest’anno la sequenza alla fine del quarto episodio era molto meglio, la sparatoria intendo. Una delle cose più grosse che abbia mai visto in una serie TV. E la gente in giro è stata tiepidissima: l’hanno accusata di essere gratuita (ma il pianosequenza nella prima era molto più gratuito), pretestuosa, di non riuscire a risollevare la noia della serie fino a quel momento. E poi sono stati maltrattati gli attori, la regia, i BUCHI DI SCENEGGIATURA (che voglio dire, confronto ai crateri nel finale di True Detective 1 questa serie sembra la cosa più solida e circolare mai scritta). Ho letto anche qualche sfottò alla prova di Colin Farrell. A un certo punto sembravano andare avanti per inerzia, come se dovessero vendicarsi di qualche offesa passata o non so nemmeno io cosa. Personalmente ho messo insieme una specie di idea sul fatto che la prima serie fosse una sorta di trailer, un catalogo delle potenzialità di una serie noir classica ma di alto profilo. Quindi diciamo un intreccio abbastanza semplice in cui far sfogare gli attori con quei monologhi infiniti e scene di vita privata/famigliare (su cui si aprivano alcune sottotrame che poi hanno dovuto andarsene affanculo). Lo svolgimento di True Detective invece è la stagione 2: Ellroy, Raoul Walsh, Howard Hawks, gli attori perfetti, la struttura a blocchi, i tempi lunghi.
DARTH – Sono d’accordo su tutto. Pure sui nomi citati alla fine, a cui aggiungerei Friedkin e Mann per certe atmosfere. La sparatoria che citi, che anche secondo me è girata di cristo -sai in ogni momento dove è ogni personaggio e che cosa sta facendo, per dire- potrebbe averla fatta uno dei due. Quel colpo in fronte a Dixon, secco e un po’ per culo, ha lo stesso sapore del tipo fucilato per sbaglio dal ponte in Vivere e morire a Los Angeles per dirne una. A me, più che le galassie al ralenti prese dal tumblr di una hipster sedicenne di Stoccolma della prima serie o le frasi di Nietzche prese dalla Smemo della darkettona de I ragazzi della terza C, mi ha fomentato il fatto che come cifra stilistica ci stanno delle carrellate aeree sulle aree suburbane e industriali fuori da Los Angeles. Hanno una potenza nel veicolarti il malessere di cui è intrisa la terra pazzesco. Forse perché sono posti in cui sono passato di persona e in cui mi sono trovato a pensare che Dio era distratto quando le persone hanno tirate su, boh. Come location capisco che siano meno evocative -e ruffiane – delle paludi southern gothic della prima serie ma plaudo alla scelta con tutto il cervello.
WIM – Vivere e morire a Los Angeles effettivamente sembra essere il libro di testo per la fotografia di True Detective, anche secondo me e forse a posteriori è il motivo per cui sono stato preso bene fin dall’inizio. Magari quello che cercavano era più un effetto sofisticato tipo Drive, ma alla fine cambia poco o niente. Tra l’altro se ci pensi le location non sono poi così differenti da quelle di Bosch.
DARTH Sì, le location sono quelle di Bosch, tipo Laurel Canyon e quella parte più verde e amena di Los Angeles ad esempio, ma ci sta anche quella suburbia di Heat e di Vivere e morire a Los Angeles che dicevamo prima.
L’unica concessione che faccio ai detrattori, a quelli più moderati almeno, è che la serie con le sue tre linee narrative e i suoi venti personaggi principali – spesso solo nominati – è veramente difficile da seguire se vuoi capirla davvero a fondo e stare dietro agli eventi colpo su colpo. Che però è esattamente come seguire Ellroy su carta, è solo spiazzante trovarlo nel formato televisivo e non mi viene in mente un esempio così paragonabile. Probabilmente il pubblico televisivo che non è abituato a leggere certo noir – che forse è la gran parte – è rimasto con l’impressione di non aver capito nulla o -ancora più probabile da quanto leggevo in giro- che la serie sia scritta male. Rispetto alla prima serie invece ci vedo un’attenzione evidente al mettere meno roba in ballo e a gestirla fino in fondo. Al termine della serie nessuna cosa è rimasta in sospeso e questo non può che essere conseguenza del fatto che i primi a non essere convinti della struttura narrativa della prima serie siano stati proprio i suoi autori. Di sicuro per la terza stagione aiuterà la ricezione positiva il rimanere più asciutti con le trame e sotto-trame, senza fare una Law & Order, beninteso. Si migliora col tempo alla fine.
WIM – Forse è per via del fatto che leggo soprattutto questa roba, ma io non sono d’accordo nemmeno sul principio. Mi infastidisce l’equazione complicato=incasinato=mal scritto. Non faccio l’autore televisivo, non so cosa significhi “mal scritto”, ma non mi sembra questo il caso. Forse avrebbero potuto lasciar perdere una o due sottotrame, ma per il resto la serie si difende da dio. Mi piace tantissimo soprattutto la struttura a blocchi con le pillole avvelenate in mezzo, quegli stralci di un minuto che sembrano stronzate senza senso e invece portano a qualcosa; è un grosso punto a favore della serie. A me personalmente rivederla (l’ho vista due volte) ha riportato alla mente, scusa l’esempio stupido, il ciclo degli X-Men di Claremont. Quello dove si permetteva di inserire ogni tanto una paginetta smerdata con una sottotrama che rimaneva senza senso per due o tre anni, poi veniva ripresa in mano e diventava uno sviluppo centrale.
DARTH – Ma sono d’accordo, chiaro. Intendevo dire che capisco se un pubblico generalista televisivo che è meno abituato a seguire questo tipo specifico di intreccio molto letterario e specifico poi si perda e che magari sull’onda della frustrazione sia portato a pensare “è colpa sua!”. Fregarsene di quella critica sarebbe una scelta autoriale integerrima e che rispetterei, ma capirei anche se decidessero di farla un po’ più semplice per non far morire la serie. Io l’ho seguita tutta e mi sono perso poche volte, principalmente per via della settimana di buco tra un episodio e l’altro. Se me la fossi sparata in quattro sessioni consecutive da due puntate al giorno come faccio con i libri, sarebbe stata liscia come l’olio. L’esempio con Claremont poi è tutto tranne che scemo eh, anzi è emblematico anche della confusione che può portare questo approccio se non lavori da solo, perché a causa del suo amore per le sottotrame e i sottotesti due cose su tre gliele facevano troncare i vertici dopo. Penso alla relazione omosessuale tra Mystique e Destiny che fece scalpore… E poi sparì insabbiata poco a poco.
Ma poi oh, uno dei fascini del noir per me è che a un certo punto le vicende diventano così complicate ed escono talmente tante scatole cinesi che ti senti perso assieme ai protagonisti, irrimediabilmente soli, per poi ricomporre il puzzle ma non necessariamente. È il debito con l’Esistenzialismo di cui è intriso il genere, come mi faceva notare giustamente un lettore su Twitter e pure la sua parentela con la tragedia classica. Prendi Nicholson in Chinatown, per fare un esempio: parte seguendo una cosetta, ne scopre dodici e affonda via via in pantani apparentemente scollegati tra loro e sempre più grossi.
WIM – Degli attori che mi dici? Per me è il principale punto a favore della stagione. Cerco di spiegarmi: i personaggi della prima serie di True Detective sembravano scritti apposta per gli attori che li hanno interpretati -non a caso, se ci ripensi, della prima serie uno si ricorda soprattutto i monologhi nella sala interrogatori, o le chiacchierate al bar. Qui invece sono quasi tutti buttati fuori dalla loro zona di sicurezza, e sono costretti a costruire il loro personaggio dalle fondamenta in su. A parte l’adorazione che nutro per Colin Farrell e il fatto che -a conti fatti- Velcoro è la sua miglior parte di sempre, Rachel McAdams e Vince Vaughn sono irriconoscibili; ma tu immaginati le battute razziste di Frank Semyon in bocca a qualunque altro attore.
DARTH Il casting secondo me è ottimo, punto. Con Vaughn, come per McConaughey, mi levo il sasso dalla scarpa. Per il secondo dopo una vita che dicevo che era un grande attore sprecato in molti film scadenti si sono svegliati tutti per la sua intepretazione in True Detective, buona ma molto sopra le righe e quindi per me un po’ “regalata” se la confronto con le sue prove in film come Killer Joe o anche il meno citato Lincoln Lawyer. Anche per il primo dico che è un attore ottimo da sempre, pure lui sprecato in ruoli idioti in film scarsi e che con questo True Detective ha fatto dei numeri pazzeschi, secondo me a livello di finezza recitativa una spanna sopra al precedente McConaughey. Passa da un tono di grigio all’altro subdolo quasi come un Joe Pesci che fa “funny how?!” in Goodfellas. Su Farrell alzo le mani, tra il personaggio e la sua interpretazione abbiamo di fronte un mio nuovo eroe. Molti si sono accaniti con Taylor Kitsch ma io l’ho trovato in parte, il suo era il personaggio più difficile da rendere forse.
Ma tu come la vedi questa palese accentuazione dell’aspetto tragico di tutti e tutto? Questa palesemente forzata e teatrale assenza di qualsivoglia gioia? Molti l’hanno criticata, additandola come paradossale ed esagerata. Per me da lettore di hard boiled americano è sembrata assolutamente nel canone: una tragedia annunciata dall’inizio con una spirale di nichilismo che concede solo un incerto spiraglio di speranza sul finale. È come lamentarsi del finale di Carlito’s Way dai, accettare che nella crime story praticamente tutto finisca male, o che potrebbe tranquillamente farlo, è il minimo di spirito richiesto per sedersi al tavolo.
WIM – Secondo me da quel punto di vista le serie sono abbastanza una svolta, o almeno molte serie hanno abbastanza abituato il pubblico all’idea che sia possibile far finire malissimo le cose -meglio ancora, che ci siano personaggi che agiscono spinti da motivi che non hanno quasi mai a che fare con l’autoconservazione e l’interesse personale –Luther, 24 e altre serie finiscono quasi sempre molto male. Ok, qui forse siamo a un altro livello rispetto alla media, ma non credo che sia un elemento di disturbo. A volte penso che per quanto riguarda le serie il pubblico abbia fatto proprio il giro, e che in una certa misura abbia bisogno che le serie finiscano con almeno uno psicodramma e un personaggio chiave che ci lascia le penne. Però, siccome True Detective2 ha molti aspetti ellroyani, questa cosa si ripercuote un po’ nel modo in cui le cose finiscono in tragedia nel finale, quel bisogno autodistruttivo dei personaggi. L’intreccio ha moltissimo di LA Confidential (costruttori di autostrade, festini porno, il personaggio interpretato da Rick Springfield è ricalcato su Pierce Patchett); Ray Velcoro è vicinissimo a Dave Klein, il pre-finale si risolve esattamente come in White Jazz. Frank Semyon molla battute razzistissime a mitraglia che sembrano uscire da Sei pezzi da mille.
In realtà è una specie di sogno occulto. Quando ho letto American Tabloid ho pensato che sarebbe stato un film pazzesco ma avrebbe dovuto durare quindici ore come una seire TV. Erano tempi in cui le serie non erano manco lontanamente le cose cool che sono oggi, e in prospettiva True Detective è davvero la sega mentale di quelli come me a 22 anni – un testo di Spillane o Ellroy girato da Friedkin o Michael Mann, dicevamo. A pensarci bene è evidente proprio dalle premesse che la seconda stagione non avrebbe incontrato manco un decimo del successo della prima: voglio dire, quanti saranno quelli come noi in giro per il mondo? Blackhat ha preso le bastonate sulle riviste e al botteghino non più tardi di 4 mesi fa…
DARTH – Eppure le prime critiche che lessi dai giornalisti che già a Giugno avevano visto i primi episodi in anteprima erano proprio, assieme al fatto di essere “overwrought”, riguardo il fatto di avere personaggi e situazioni “eccessivamente caricati e cliché”. Cliché può anche darsi, però sono cliché -di struttura e di personaggi- che non appartengono alla TV e ormai da molti anni appartengono poco anche al cinema; quelli di True Detective sono tutto sommato “debiti letterari”, come giustamente il tuo parallelo con L.A. Confidential e White Jazz – che è stato il mio primo Ellroy, pensa te – mette in evidenza.
Il cliché è parte integrante dei generi quindi il fatto che ce ne siano -e ce ne sono- a me non disturba affatto, anzi sono contento che arrivino per la prima volta in una serie TV che è orgogliosamente di genere. Ma ce ne erano anche nella prima serie eh, è un manabile di southern gothic for dummies. Più sbobino le critiche alla seconda serie e le analizzo più vedo che hanno senso di esistere più che altro nell’ottica di “non ho voluto che mi piacesse perché sono rimasto sotto con la prima e meno il can per l’aia”. Pensa che su Variety dissero in tono diminutivo che True Detective 2 sembra un’opera minore di Mann distribuita in più ore, che voglio dire è veramente una critica da stronzi se pensi che per loro il “Mann minore” potrebbe essere quello di Blackhat o Miami Vice.
Ho letto critiche tutte piccatine tipo: “Hm! Blue balls in the heart non è certo la stessa cosa di Time is a flat circle!“. Una incapacità così conclamata nel saper riconoscere i registri diversi di un dialogo non può essere frutto di “non capire” per me, è proprio “non voler capire” perché hai deciso che non ti deve piacere. Le persone cercano costante compiacimento delle proprie aspettative su sé stessi, essere troppo indulgenti tra di loro nel darsele è un pompino a girotondo che a me non piace. In più farlo così ciecamente e tutti assieme è un po’ un mobbing/bullismo, che mi piace ancora meno. Non sono particolarmente ansioso però, anzi sono fiducioso: portare le dinamiche convulse à la Ellroy in TV non era mai stato fatto e gli ascolti comunque sono stati buoni, fino a pochi anni fa sarebbe stato proprio impensabile una cosa così e serie che hanno provato un approccio più ostico\letterario -penso alla bella e super forsythiana Rubicon del 2010- sono state segate ingiustamente.
La serie scritta da Ellroy su L.A. negli anni cinquanta potrebbe levare a noi appassionati “la sete col prosciutto” come si dice, e –ripeto- sono sufficientemente sicuro che di gente come noi ce ne è veramente tanta in giro per il mondo. Alla fine Ellroy e Connelly vendono come matti senza sosta, serie TV noir e affini vengono ordinate e rinnovate al rialzo, i classici di Chandler, Hammet, Spillane sono sempre in ristampa. Per la legge del mercato questo non può essere un caso o una coccola ad un genere del cuore, non dico che siamo una maggioranza schiacciante di chi guarda la TV ma nemmeno una nicchia di fan disperati. È molto da giocare bene sull’interesse di chi non è abituato o affascinato da certa narrativa per portarlo nella rete e sulla qualità della realizzazione onde farlo. E comunque non faranno gli ascolti della roba generalista, che fondamentalmente sono tutte soap opera con un vestito nuovo. Ma del resto in Italia nemmeno Ellroy fa le vendite di Fabio Volo.
Io sono un fermo sostenitore del bastone e carota verso il pubblico: se gli dai troppo quello che vuole ti arrotoli piano piano in un lenzuolo di cellophane cosparso di merda e se gli dai quello che non vuole ti molla e perdi una bella occasione. Cercare la mediazione è una trincea difficile e pericolosa ma in questa fase di transizione sarà probabilmente necessario e il risultato anche qui sarà comunque una novità perché non ci si è trovati mai in questa situazione. Bosch potrebbe essere un buon esempio di fare una serie con quei personaggi quei registri senza partire in quarta e senza tradire lo spirito. Pure lì Welliver è bravo forte, neanche al cinema c’è molta gente a recitare così.
WIM – La sfiducia è che vada tutto come ai tempi di Rubicon (che era bellissima, è vero): mentre le puntate di Rubicon stavano uscendo internet era fomentatissimo, e ha chiuso comunque per i bassi ascolti. Se uscisse oggi forse verrebbe ignorata in blocco, o trattata peggio di True Detective 2. Mettici pure che i due principali film scritti da Ellroy per il cinema (Street kings e Indagini sporche) sono stati un moderato successo e un fallimento al botteghino, pur essendo tranquillamente tra i migliori film degli anni duemila. Forse hai ragione, siamo tantissimi, ma quanti siamo in realtà? Compriamo abbonamenti via cavo?
C’era una roba che diceva Bukowski in Hollywood Hollywood, cito a memoria: “e poi tutto ferisce o insulta il pubblico dei film, mentre al pubblico dei libri piace molto essere ferito e insultato“. In Italia negli anni settanta producevamo film tipo Milano Odia, ora vai a vedere le critiche a 1992 e sono tutte grossomodo “boh, per essere una fiction italiana non è malaccio”. Non parlo del pubblico generico, parlo anche e soprattutto dell’impianto critico legato. Leggo le recensioni delle serie TV e non capisco.
La questione per me sta anche qui, la sfiducia viene soprattutto dal fatto che le cose come l’ultima stagione di True Detective sono –da molti punti di vista- esattamente il contrario della roba che funziona ora. mica solo qui, in tutto il cinema, in tutta la tv. ora funzionano le cose ultra-scritte, quelle con la trama a orologeria, oppure quelle con il piede calcato a manetta -supereroi, fantascienza distopica, game of thrones eccetera. secondo me davvero true detective conviene tenerselo come una specie di summa, di estemporaneo contentino a noialtri. Poi tipo mi prendo bene anche io a scoprire cose tipo che Frankie Machine di Winslow è stato ripreso in mano e sarà diretto da Friedkin (una volta si parlava di Michael Mann ma mi sa che dopo il buco che ha fatto Blackhat gli faran dirigere sì e no la pubblicità della saponetta). Ma secondo me questa vibra c’è sempre stata, questi progetti ultra-ganzi. bisogna vedere anche cosa uscirà fuori da tutto questo parlare, diciamo.
DARTH – Guarda, messa così sì, è chiaro che con questo secondo True Detective hanno voluto fare quello che “non funziona” ma credo/spero nei corsi e ricorsi e molti si rimangeranno questi giudizi nella migliore delle definizioni “affrettati”. E credo che ci siano margini di assestamento per “quello che piace a noi” presso il pubblico non dico generalista ma solo un po’ più allargato, perché ti ripeto: True Detective non rifarà più i numeri della prima stagione.
Secondo me, per dire, Rubicon oggi sarebbe tratta meglio invece, perché ci avrebbero investito più mirati. Probabilmente verrebbe concepita come una miniserie autoconclusiva dall’inizio invece che chiuderla in fretta e furia con l’accetta… Ma anche no poi, visto che Homeland ha imperversato e non stava lontanissima da quel tiro lì. Credo che più di tutto True Detective 2 l’abbia ammazzato True Detective 1 e la feroce voglia dei fan di avere ciò che si aspettano, compresa una delusione cocente per provare che la loro fissazione per la prima serie era fondata e sentirsi molto acuti.
Comunque sarebbe da alzarci e contarci davvero, tipo: “Chi si è rotto il cazzo delle sit-com sagacette per far ridere Zooey Dechanel, del poliziesco dozzinale autoconclusivo, dei supereroi e vuole del sano vecchio hard boiled nichilista, irredimibile e violento?”. Per me alzano la mano in più del previsto.
Venendo ai difetti invece, se dovessi fare le pulci che cosa non ti ha entusiasmato? A me un po’ il finale, intendo proprio le ultime scene, questa sorta di spirale di martiri e sfighe e simbolismo un po’ povero con uomini che muoiono\si sacrificano perché le donne e le criature vadano avanti. Un po’ regalato, ma non troppo eh, lo dico giusto per fare le pulci e non fare il fan esagitato.
Chiaro che di fronte ad una sequenza onirica indotta da alcool e bamba, in cui in compagnia di Conway Twitty parli con tuo padre (che tra l’altro è Remo Williams) della vita e della morte, questa roba viene spazzata via.
WIM – A me il finale è piaciuto molto, magari nonostante l’ultimissima scena che sembra messa lì per chiudere il cerchio in quel modo un po’ gratuito -senza voler fare spoiler. Se ti devo dire il principale difetto, forse ci sono alcune sottotrame abbastanza pretestuose, tipo l’infanzia di Bezzerides, che nell’intreccio finale è molto secondaria e in prospettiva sembra essere servita solo a dare al personaggio una nota scura di carattere da traumi passati -che a posteriori avrebbero potuto tranquillamente lasciare tutta alla recitazione di Rachel McAdams. Poi direi il personaggio di Woodrough non ha il carico drammatico degli altri, anche a prescindere da quanto possa esser bravo o non bravo Taylor Kitsch, quindi le scene con lui tendono a generare meno interesse delle altre. Ma forse sono ipercritico perchè secondo me uno dei corrispondenti più immediati del suo personaggio è il Val Kilmer di Heat, e lì stiamo parlando di un figo assoluto nel ruolo della sua vita, quindi forse è un po’ ingeneroso da parte mia. A parte questo io ci vedo solo dei lati ultrapositivi.
DARTH – Ma sì per me pure il bilancio è nettamente positivo, sulla serie e pure sulla vita una volta tanto. Ci sarà una True Detective 3, una Bosch 2, una serie di Ellroy, una di Friedkin e poi mentre parlavamo ho scoperto che TNT ha messo in onda da poco una serie ambientata in una squadra della buoncostume nella New York del 1967, Public Morals, in cui tutti sono degli sbirri irlandesi alla Popeye Doyle e dove vizio e violenza imperversano sulle note di Dirty Water degli Standells.
Alla fine, di che cazzo mi devo lamentare io se non di chi non se le guarda.
DVD-Quote suggerita:
“Sembra scritto dal James Ellroy della Trilogia di Lloyd Hopkins.”
Wim Diesel & Darth Von Trier – i400Calci.com
“Chi vuole del sano vecchio hard boiled nichilista, irredimibile e violento?”
Io! Io! Ancora! E secondo me non siamo in pochi.
Grazie Darth e Wim, con questa conversazione avete messo giù un po’ tutto quello che ho pensato (anche se a me le atmosfere da Southern Gothic del primo e i pipponi pseudo filosofici erano comunque piaciuti molto).
Pagherei a peso d’oro una serie tv tratta da L.A. Quartet o da Underworld U.S.A., ma di “Il Potere del Cane” o di Crumley che mi dite?
Mi levo il cappello. Non conosco buona parte dei riferimenti fatti (per quanto Hammett lo abbia divorato e il ciclo di Marlowe sia tra le cose che preferisco al mondo) ma un pezzo cosi equilibrato tra recensione del prodotto, storia del genere e modalità di ricezione del pubblico è roba rara.
È vero che non parlate quasi mai di serie tv ma quando lo fate date le piste a chiunque.
@LiDongAn
il potere del cane è eccezionale. james crumley io onestamente non l’ho mai letto, ma diverse persone mi hanno detto che ho fatto male.
Sì Wim, hai fatto male, recupera immediatamente Crumley.
Il ciclo di Milodragovitch l’hanno praticamente ristampato tutto, quello di Sughrue lo recuperi con i vecchi gialli mondadori.
In fotta per “THe Cartel”?
Durante le vacanze estive ho letto a distanza di giorni Il potere del cane e The Cartel e per me il seguito sta serenissimo al fianco dell’originale. Mamma mia che due bombe di libri.
Fra l’altro tempo fa ho ascoltato un podcast con ospite Winslow e non vorrei dire una cazzata ma mi pare di ricordare che avesse detto che era in lavorazione una serie TV su quei due libri. Speriamo. :)
Aspetto la traduzione ita, pare arrivi a dicembre. Se è al livello del predecessore come dici prevedo un Natale di smanettamenti.
Io avevo letto che di “The power of the dog” vogliono farci un film
‘
Guarda, io sono sicuro che nel podcast lui parlava di stare lavorando su una serie TV ed era molto contento di come stavano lavorando, che stava venendo bene e in passato invece avevano tratto cose dai suoi libri su cui aveva avuto zero influenza. E anche che una serie TV è la scelta adatta per quel genere di storie così complesse (e lo è nettamente).
Il problema è che non sono sicuro al cento per cento cento che stesse parlando di quei due libri e non di altri, non ricordo. :D
Il potere del cane è una roba di una potenza pazzesca, e tra l’altro ha pure quell’andamento tipico delle Serie Tv. Comincia lento, ti presenta mille perosnaggi, fai fatica a seguire tutto e poi a un certo punto di esplode il cervello.
cmq sull’interneto dice che stanno facendo il film (di entrambi): metto il link imdb ma ci sono varie news googlando.
http://www.imdb.com/title/tt2672748/
Che poi non sapevo del seguito uscito. In italia a dicembre…
ragazzi, siete dei geni.
non sono nemmeno lontanamente in grado di sostenere una conversazione come questa che avete avuto tra di voi ma ci tengo a riassumere la mia posizione rispondendo alla domanda
“Chi si è rotto il cazzo delle sit-com sagacette per far ridere Zooey Dechanel, del poliziesco dozzinale autoconclusivo, dei supereroi e vuole del sano vecchio hard boiled nichilista, irredimibile e violento?”
con un “io” e spero che tutti mi seguano come in una vecchia pubblicità di preservativi.
Brava! Io pure!
Tarantino l’ha sparata alla Tarantino tra tanti altri passaggi più interessanti di un’intervista dicendo “True Detective mi fa cagare” e l’internet, che è un posto di prepotenti, subito si è messa al seguito per sentirsi più intelligente.
Il concetto che poi tutti si sono persi è che Tarantino ha detto che TUTTO True Detective gli ha fatto petare, non solo la secona stagione, e i Pieropipetta che levavano gli scudi erano gli stessi che si sbrodavano nelle mutande per la prima.
Ora credo che scrivero come status su Facebook “Darth Von Trier e Wim Diesel la pensano come me su True Detective”.
Clap clap clap: vi plaudo non solo perché difendete una stagione che si difende benissimo da sola, ma perché in questo dialogo sui massimi sistemi avete buttato tanta carne al fuoco e tanti spunti interessanti sul fare narrativa in tv oggidì: il rapporto con i fan, le logiche di produzione, la diversa scansione (e percezione) temporale di una serie rispetto a un film, i rapporti di egemonia creativa e liceità della sperimentazione tra piccolo e grande schermo (che pendono dalla parte del primo), il disarmo delle categorie critiche che, almeno nel giornalismo o nel giornalettismo, faticano a trovare la serietà e la metodologia giusta per fare un bilancio (ma è poi necessario) tra storia chiusa (del romanzo e del film) e storia aperta (dell’epica e del telefilm), e la pianto perché adesso arriva Umberto Eco che piange e porta il carbone ai bambini cattivi se continuo a scrivere così.
Comunque, per darvi ragionissima, ma cercare di aggiungere qualcosa di utile alla conversazione anziché parlare a vanvera…
Sui fan: la seconda stagione di True Detective mostra uno scollamento fenomenale tra le aspettative del pubblico e quello che voleva raccontare il team creativo (così ci caccio dentro tutti, dalla scrittura alla regia alla produzione) già con la prima: loro ci vedevano “una serie di lunghi monologhi esistenziali tesa verso una metafisica occulta durante la risoluzione di un caso di omicidio”, gli autori volevano “una serie noir sui veri detective imperfetti che affrontano i loro demoni e la caduta spirituale affrontando una realtà più crudele e più grande”. Saranno sottigliezze, ma cambiando l’ordine degli addendi il risultato cambia. C’è meno Astur l’innominabile e più crimine.
Sul discorso di genere: sì e sì, anche se non so se è il discorso sul noir a essere stato frainteso o in generale semplicemente hanno mancato tutti il segno. La serie comunque è bella anche per tutto il lavoro di rilettura fatto pure sul poliziesco televisivo ’70 e ’80. Ci sono quelle cavalcate in motocicletta iniziali che sono la versione lurida gatta malata e autodistruttiva dei Chips che come fai (han fatto) a non amarle?
Fa anche molto ridere che quei paesaggi in questo momento ce li abbiamo negli occhi tutti (noi del pubblico dico) perché abbiamo giocato all’ultimo Grand Theft Auto, free roaming per una volta sceneggiato bene, di tono completamente diverso: con le strade che diventano vene varicose su un territorio in cui CON IL CAZZO mi ci convinci ad andare a vivere, fa quasi ridere che TD ne è un po’ il rovescio inquietante, con la stessa violenza, ma meno gioia liberatoria. Somiglianze buttate lì.
Sugli attori: un lavoro pressoché straordinario di tutti. Qualcuno l’avevo trovato che scriveva che il personaggio di Vaughn faceva dire addio all’ambiguità morale della prima serie, e la reazione non poteva che essere WTF! Il gangster in cerca di redenzione sarà pure un trope noto dalla tradizione poliziesca, ma il fatto che fino alla fine uno dei True Detective del titolo sia un malavitoso fatto e finito e che abbia alcuni dei momenti migliori delle puntate finali a me è sembrato tutto fuorché tagliato con l’accetta, ma forse ho una percezione della falegnameria diversa dal critico televisivo medio.
Approfittando della nota su Bezzerides approfitto per dire che anche le svolte meno significative dal punto di vista della trama le ho trovate comunque funzionali per altri aspetti. Tutto il contesto allude a un universo metaforico (e metafisico?) di sopraffazione sessuale, in tutti i rapporti, quindi direi che il background rafforza il contesto e lo zeitgeist del caso (c’è Shub-Niggurat al posto del Signore in Giallo?).
Comunque: bravi, anche perché avete preso distanza dalle ruffianerie del web, che segue sempre l’attualità, e il commento l’avete scritto a freddo e a serie conclusa, come dovrebbe essere; e avete detto la vostra su una serie il cui giudizio medio dimostra (IMHO) che alle volte la gente guarda le ccose con gli occhi piantati nel buco del culo.
giusto per puntualizzare, in quell’intervista (bellissima) Tarantino disse che di base aveva visto un episodio di TD1 e il trailer di TD2, che gli erano sembrati bruttissimi e non aveva ritenuto di proseguire. ci sta in pieno, sia dal suo punto di vista che in un senso di prospettiva storica; ma tarantino non è un critico, gli han fatto la domanda, che doveva rispondere?
Giusta puntualizzazione. Il fatto è che penso che Tarantino sia titolato ad avere la sua opinione: son gli altri cristiani ad essere meno titolati ad avere la posizione di Tarantino (o di chicchessia, fuorché la propria (^_^))
Tarantino può benissimo avere la sua opinione, non ci piove, ma in quella stessa intervista ricordo che considera David O. Russell (quel pirla di Silver Linings Playbook) come miglior regista emergente americano. E ho detto tutto.
guarda, per me quella è in scioltezza una delle più belle interviste di/sul cinema che ho mai letto. è vero che non mi scapicollo a leggere interviste, ma star lì a stigmatizzare per cose tipo “gli piace molto david o.russell” mi sembra una roba un pelo stronza ecco
Povero Quentin. La verità è che lui non è così Tarantino, sono le DVD-Quote che lo disegnano così.
Fermi tutti, mica ho detto che lo bisogna mettere in croce perché ha detto di vedere in David O. Russell un gran regista. E se lo crede ha fatto benissimo a dirlo, come Wim anch’io ho apprezzato molto quell’intervista, il giornalista e lui hanno trattato moltissimi temi interessanti, e lui come sempre nelle risposte è irresistibile. Quello che intendo dire è che anche Tarantino è umano e non è che perché è Tarantino quello che dice diventa automaticamente parola di dio: a lui True detective ha fatto cagare? Bene, fottesega. Ma da qui ad usare l’ipse dixit per il quale “l’ha detto Tarantino, quindi fa cagare”, proprio no. Ho solo portato un esempio alla rovescia, tutto qui.
E questa bomba sganciata con scioltezza il venerdì?
Io alzo entrambe le mani anche perché sia Bosch che TD2 sono alcune delle poche serie che mi hanno incollato dall’ inizio alla fine…
Al solito partiamo con il recuperone degli arretrati
bravo, biscott. parto subito col recuperone di questo Bosch.
“Poi direi il personaggio di Woodrough non ha il carico drammatico degli altri, anche a prescindere da quanto possa esser bravo o non bravo Taylor Kitsch”.
L’unica cosa che non condivido dello scambio qui sopra. Il personaggio di Woodrough è il meno rivelato, ma ha un carico drammatico non meno pesante di altri: si sa che ha preso parte a una carneficina in guerra, si sa che ha tendenze omosessuali non vissute serenamente, ha quella mamma che ha (ne vogliamo parlare, della mamma di Woodrough?), si sa soprattutto che non riesce ad essere (più) se stesso quando non è in azione (e per questo chiede sempre di entrare in azione). Non è distante dal Chris Kyle di American Sniper. Per me è interpretato benissimo, è un grande personaggio, e le scene con lui protagonista mi interessavano tanto quanto le altre.
Per il resto, oltre a Ellroy ci vedo Jim Thompson nel ricalcare continuamente le deformazioni interiori dei personaggi fino a farle affiorare fisicamente. Anche se Thompson è molto meno pietoso di Pizzolatto. (E anche in Ellroy, non c’è la pietà che c’è in TD2).
Non concordo sul paragone giudizi a metà serie e giudizi a metà film, è impensabile che per giudicare una serie si debba guardare otto ore di girato, quando addirittura gli studi le giudicano dal pilota.
Anche per questo ci sono serie un po’ più furbette con una trama più chiara e ruffiana che magari ti prendono bene nei primi episodi e poi ti accompagnano verso un finale non necessariamente seguendo quel registro mentre questa fin dall’inizio è pubblico-repellente tant’è che alla fine della quarta puntata non ci ho capito più niente e ho mollato.
Non è così semplice guardare una serie dove tutti i personaggi sembrano portare sulle loro spalle tutto il dolore del mondo.
I disagree
Come hanno fatto notare Darth e Wim è tipico della struttura narrativa del noir sbattere il lettore in mezzo ad una serie di avvenimenti in cui non riesce più a districarsi. In questo modo il lettore entra nello stato d’animo del protagonista che si perde abbandonato in balìa di eventi che non riesce a dominare. Per dire, Chandler amava ricordare di quante volte perdesse il filo durante la stesura de “Il grande sonno” e di come ad anni dalla sua pubblicazione non riuscisse a ricostruire la trama a mente. Questo tipo di narrazione è connaturata al noir, se non ti piace non è il genere che fa per te.
@Davide – Son d’accordo e non sono d’accordo (fifty – fifty, cheek to cheek). Da una parte è vero che di solito le sorti di una serie vengono decise dal pilota, ma le ragioni sono strettamente produttive. Le domande che si fanno in quella sede sono: il pubblico entrerà in sintonia con queste premesse? L’obiettivo di share sarà raggiunto? Riusciro a vendere gli spazi pubblicitari e a rispettare gli obiettivi del network? Rappresenterà a dovere il mio brand? Chi produce ne ha diritto, perché la pagnotta la deve portare a casa, e spesso dai compromessi nascono comunque robe belle.
Le recensioni di un sito Tv obbediscono ancora ad un’altra logica: battono il ferro finché è caldo nelle conversazioni duepuntozzero sul web, perché stanno bene infilate nei trend di Google, nei trend di Tweeter, nei trend di stòca perché fanno traffico, e anche quello è comprensibile, perché anche lì c’è pagnocca.
E come spettatore alle volte mi rompo francamente il cazzo, perché non sempre le premesse migliori vengono rispettate, e ci sono pure quelle serie che son vittime del proprio successo e si stiracchiano come burro su fette di pane troppo grandi per tirare una stagione in più del dovuto. E quando droppo, droppo: sono stato tradito da ore e ore di girato e di personaggi che stanno sul mio schermo più di un film, e come tutte le facce quotidiane, quando me le fanno girare davvero gli sbatto la porta in da la fazza.
Però è anche vero che ne ho viste di tutti i tipi: serie che partono bene e cadono di faccia, serie episodiche che ora sì, ora no, serie che scodano e si riabilitano sul finale.
Son tutte esigenze legittime, ma se freno al pilota o alle prime puntate, se devo fare un lavoro giornalistico o critico serio, lascerò sempre un’ombra sul mio giudizio quando cercherò di tirare un bilancio.
Sul caso specifico invece, sono d’accordo con te su una cosa (e con un’osservazione sulla scrittura di @vespertime più sotto), in pieno: è vero che tra il pilot e la quarta puntata (che a tutti gli effetti segna il punto di svolta della stagione, la caverna più profonda, il punto di non ritorno, chiamatelo come volete) la scrittura diventa in più frangenti un bel po’ arida, seguendo tanti personaggi e un’indagine dalle svolte più tortuose rispetto alla prima stagion: più implicazioni, più sottintesi, più politica, più complotti, più fatica se lo segui di sette giorni in sette giorni. Più noir probabilmente, ma ogni tanto non suona un alibi così convincente…
che bello è stato leggervi oggi. siete ganzi.
sono d’accordo pressochè su tutto.
vivere e morire a l.a. l’ho visto per la prima volta quest’estate, e mi ha seccato di brutto. dopo un inizio così così diventa una bomba pazzesca.
della prima stagione di true detective io ho visto le prime due puntate e mi hanno annoiato. mccounaghey mi sembrava più che un depresso, la macchietta di un depresso. le ambientazioni era uguali uguali a quelle di texas killing fields (la cui sparatoria finale sono abbastanza convinto sia stata girata proprio da mann) e poi solo parole e parole e parole. il fatto che tutti quelli che mi dicevano di andare assolutamente avanti perchè ”poi diventa fighissima” fossero gli stessi che, quando nominavo mann mi rispondessero o che non avevano idea di chi fosse o che si, ok ma heat alla fine è un film noioso e tutto sommato stupido, non mi ha certo invogliato a proseguire.
la seconda stagione mi ispirava di più ma vuoi le scarse critiche vuoi che mi sono rotto il cazzo della tv-che-è-il-nuovo-cinema non l’ho mai cominciata. ora dopo avervi letto la recupero.
il cinema noir/hard-boiled personalmente lo adoro, penso sia stato ucciso tanto dalla mentalità americana del ”devi essere vincente” (come fai a promuovere il vincente in una storia dove sono tutti perdenti?) quanto dal cinema da multisala e dalla necessità di tirare in sala più fasce di pubblico possibile.
bosch molto molto bella ma meno disperata di quanto avrei voluto.
sul cinema io spero abbastanza in quel film diretto da shane black con crowe. invece mann per ”espiare” blackhat sta girando un biopic su enzo ferrari con christian bale protagonista. poi speriamo che ci faccia di nuovo godere con sparatorie violente.
ultimo punto, e se dico una cazzata correggetemi. sempre quest’estate ho visto per la prima volta i primi film di seagal. in particolare i primi primi mi hanno folgorato. mi sono piaciuti da pazzi. ma secondo voi quello non è a modo suo hardboiled bello cazzuto? ok che seagal non è mai un perdente ma è comunque un duro cattivo e senza scrupoli che si fa strada facendo a botte in bar malfamati muovendosi tra mafiosi simpatici e poliziotti corrotti, e i cattivi sono quasi sempre tizi del governo. non me l’aspettavo e mi ha fatto davvero felice la cosa.
Steven Seagal nei primi film era intoccabile e invincibile come in tutti gli altri (poco hardboiled) ma era anche il primo eroe che non si faceva scrupoli ad aggredire per primo anche quando platealmente non era necessario e a farti pesare tutta la violenza extra che ci metteva (gia’ piu’ hardboiled), invece che sorvolare e riderne come negli Arma letale. Vedere Giustizia a tutti i costi come esempio massimo.
è esattamente il film che avevo in mente mentre scrivevo. se in quel film avesse avuto un trench e anzichè aikido si fosse limitato a fare a cazzotti sarebbe rientrato perfettamente nella mia concezione di quel genere (nonostante l’invincibilità appunto).
o almeno è quello che ho pensato vedendo il film.
tra l’altro, che filmone! tra quello, sorvegliato speciale e rolling thunder, john flynn è solo da ammirare!
Brafi, tutto talmente vero… Anche a me è piaciuta quasi senza riserve (ultimissima scena e l’inizio un po’ da seguire col taccuino). Oltre ai già citati, o trovato i duetti di Vaughn e moglie tra le cose migliori. Anche Woodrough mi piaceva, il più “solo” dei tre detective, il classico personaggio sotto le righe che si scatena non appena volano proiettili.
Non capisco davvero chi si aspettasse un legame di qualsiasi tipo con la prima stagione. Il fatto che non siano paragonabili è assolutamente un merito per TD2.
ho iniziato a leggere il pezzo ma arrivato a un certo punto mi sono accorto che merita una VERA lettura fatta con calma e adesso sono troppo eccitato perchè si parla finalmente di true detective 2 come merita nonostante la shitstorm che ha ricevuto e la cosa mi era stata anticipata dalla sig.rina Palestra in privato (nel caso il sir. Palestra stia leggendo, siamo solo amici).
Mi limito quindi a buttare il mio semplicistico bullet point sulla seconda stagione:
– il piano sequenza alla fine del primo episodio è puro Magritte e il suo Impero della luce
– Vaughn e Farrel incredibili ma tutto il lavoro di scrittura fatto sui 4 protagonisti è eccezionale
– mille tesine al dams sul pessimismo del prefinale concluso con quell’sms che non partirà mai e su quell’oncia di ottimismo del finale con le due donne sole sopravvisute e portatrici di vita
– mille tesine a dams sul confronto tra i finali delle due stagioni, su come all’inizio il cielo era tutto nero ma i punti bianchi sono sempre di più e su come Alan Moore avrebbe tutto il diritto di incazzarsi e fare un rito oscuro contro Pizzolato (cosa che potrebbe avre fatto vista l’accoglienza della critica becera alla seconda stagione)
– parziale delusione perchè avrei voluto che il progetto true detective avesse avuto qualcosa (una sottotrama, un personaggio, una setta, ecc) che unisse le diverse stagioni.
– “One of my dreams comes true: a Mexican standoff with real Mexicans” vince tutto.
–
Mi hai appena ricordato una delle battute più belle di sempre
Idem, la battuta della stagione. Lì è il Vaughn che preferisco, che con una frase riesce a farmi ribaltare dalla sedia anche nelle situazioni peggiori.
si, effettivamente frank le sparava sempre belle
a me non è piaciuta bezzerides col bambino alla fine. se la potevano risparmiare.
@anna
ma quello è stato messo per dare seguito a quel senso di speranza sintetizzato nella storiella che Matthew racconta nel finale della prima stagione (copiata da Mr. Moore ricordiamolo sempre)
un’altra bellissima di Frank è quella con il cinese:
Ernst Bodine: I’m Chinese.
Frank Semyon: Then, go stand in front of a fuckin’ tank
Esatto! Questa cosa della setta che avrebbe potuto unire le 2 stagioni è una cosa a cui avevo pensato, a un certo punto, e sarebbe stata una gran figata
@il reverendo
Seagal direi di no, cioè, è un altro genere, sarebbe come dire che Terminator è hard boiled -non lo sono, sono film belli e negativi e forse prendono elementi ma non sono film hard boiled. A me capita ogni tanto di dire che Vampires è un film western e ci metto anche del cuore mentre lo dico ma in fondo so che non lo è, ecco.
@davide
hai ragione, almeno in parte, è per questo che nel pezzo scrivo che “non riesco ad abituarmi” alla critica televisiva. diciamo che sono, relativamente parlando, fuori dal giro delle serie TV -ne guardo ma non tantissime- e fuorissimo dal giro dei siti a tema, quelli che fanno le rece delle singole puntate. suppongo anche che le serie siano abbastanza impermeabili a queste cose della critica, nel senso che ci sono abbastanza serie che riescono a sopravvivere ammazzandoti di noia per cinque episodi per poi ucciderti al sesto, non so, ecco. sicuramente non ci sto male se uno odia true detective 2. mi dà molto fastidio, però, che molti l’abbiano giudicata mal scritta e inconcludente -quando secondo me è molto più ben scritta e conclusiva della prima serie. ecco.
Facciamo una serie su Darth e Wim che parlano di cose?
Seriamente, l’ho trovata anche io molto meglio della prima, sia come trama sia come atmosfere. Le trovo molto più vicine ai miei gusti e infatti tipo dopo due puntate parlavo con un amico proprio di Ellroy, Chinatown e anche un pò Lynch di Mulholland Drive.
I personaggi per me sono molto superiori alla seconda stagione (alla fine McConaughey in overacting è stucchevole – per Darth, gran film Lincoln Lawyer) e la trama ha un senso, non crolla come una pera in maniera indecente dopo metà come nella prima.
Mi sono affezionato a Velcoro a Frank e a Bezzerides ed alle loro vite e rapporti conflittuali con i padri, ai loro fallimenti.
Anche la sparatoria l’ho trovata moooolto migliore, sarà che adoro Michael Mann e come dite voi, si vede che ne hanno visto un bel po.
Forse una cosa che può aver influito è che i registi siano tutti diversi in questa stagione (tralaltro un Justin Lin minimalista nei primi due episodi e molto interessante) e non uno unico come nella prima.
In generale però le critiche le ho trovate del cazzo e anche per me legate unitamente al fatto che “era meglio la prima”…mah…Ah apprezzo molto la frase “galassie al ralenti prese dal tumblr di una hipster sediceenne di Stoccolma della prima serie o le frasi di Nietzche prese dalla Smemo della darkettona de I ragazzi della terza C”, centra particolarmente il punto secondo me.
Su Bosch..che dire l’ho scoperta grazie a Wim e come gli dissi su twitter, una super serie della madonna. E questo perchè senza strafare, senza avere chissà quali pretese di superiorità, racconta una storia. punto. Gli attori anche qua sono perfetti.
P.s. solo cuori per Rubicon, ogni volta che penso alla sua cancellazione mi piange il cuore….
Grande analisi, ragazzi, c’era davvero da prendere appunti. Concordo alla perfezione con le vostre critiche sul pubblico, ma sulla serie devo dissentire. Il noir è per me uno dei generi più alti in assoluto di cinema e letteratura, ed è anche quello che preferisco. Il problema più grande di questa stagione per me è proprio la scrittura di Pizzolatto, davvero incerta, fin troppo cliché e a tratti davvero buttata là.
Vado a saltoni: la sparatoria della quarta puntata è sì girata da dio, ma nel 2015 dobbiamo ancora vedere uno scontro a fuoco nel quale muoiono tutti (anche dei civili, che sì, può succedere, per carità, ma cristo, non così) tranne i tre cristi di protagonisti?;
Il mettere in pentola troppi personaggi non è per forza un male, ma è una situazione difficile da gestire, e Pizzolatto dimostra di non saperlo fare. Da amante di Chandler, i suoi numerosissimi personaggi sono sempre ben caratterizzati e definiti che basta che accenni al tipo di scarpe che uno porta per fartelo riconoscere. In più ci ammorba con un personaggio mal scritto e poco interessante (poteva esserlo sulla carta, ma a me ha fatto questo effetto) come quello di Taylor Kitch (che non ha neanche grandi colpa recitative per me, il problema è a monte);
La puntata finale è di un buttato lì che non si era mai visto da una serie con sulla carta una qualità del genere, smichia tutti i progressi fatti con le puntate precedenti (specialmente la 8) che avevano riportato su l’asticella della stagione. Chiaramente non poteva esserci un happy ending, ma forzare così tanto per arrivare ad un finale tragico (soprattutto per Velcoro, quanto ho bestemmiato per la faccenda della cimice sull’auto) è da bocciatura alle scuole di sceneggiatura. C’è da dire che i finali non sono mai stati la forza di Pizzolatto, che per me aveva toppato anche con la prima.
Dispiace perché io ci tenevo molto alla riuscita della seconda stagione, e fino ad un certo punto sono andato avanti a seguirla con il paraocchi cercando di vedere solo le note positive, ma alla fine tutto crolla. Di spunti interessanti comunque ce ne sono e sono ancora fiducioso per il futuro dello show.
Momenti migliori: sogno/trip di Velcoro all’inizio della terza puntata (lynchanissimo), festino con le bagasce e conseguente irruzione
Ps: appena finita la serie mi sono rivisto Miller’s crossing dei Coen e, porca puttana, quello è un cristo di noir con tanti personaggi scritto come si deve.
> nel 2015 dobbiamo ancora vedere uno scontro a fuoco nel quale muoiono tutti (anche dei civili, che sì, può succedere, per carità, ma cristo, non così) tranne i tre cristi di protagonisti?
Si’, a meno che non sia l’ultimo episodio?
Anche a me è stato mooooooolto sul cazzo il finale…
sceneggiatore, regista….non vuoi l’happy ending?
va bene, ma per favore..
non fare morire i personaggi più cazzuti e con le palle più grosse
in maniera random come neanche i vietnamiti in rambo2
Ok Nanni, ma l’hai vista quella scena? Moriranno sì e no 40 persone tra messicani, poliziotti e civili e gli unici sopravvissuti nel raggio di due chilometri sono proprio loro tre. E’ troppo irrealistico e forzato, se la vuoi rendere più naturale o ne fai stempiare almeno uno e ci costruisci una gran fine di prima parte di stagione (SPOOOOOOILER considerando la fine che fa Taylor Kitch, poi FINE SPOOOOILER), oppure fai salvare qualche messicano e qualche agente.
Concordo con Kostner. La differenza fra i romanzi che voi avete citato e TD2 è che la scrittura di TD2 fa schifo. E i personaggi sono delle cazzo di mezze seghe. Non sono riuscito ad andare oltre il secondo episodio. Forse ho visto la prima stagione con dei paraocchi, ma il fatto è che non m’interessava proprio trovarci difetti. Nella seconda i dialoghi sono assolutamente stereotipati, non c’è mai un guizzo, qualcosa che ti faccia sorridere, provi solo pena per quei personaggi così tristi e complessati, ma poi ti ricordi che quei personaggi non esistono e allora vuoi solo cambiare canale.
Ragazzi, cerchiamo di evitare gli spoiler per quanto possibile o almeno mettiamo degli spoiler alert.
Bellissima conversazione, non posso aderire perchè questa stagione non l’ho ancora vista. Però c’è Fred Ward, io l’avrei scritto in grande sui poster pubblicitari (“True Detective, questa volta con Remo Williams”) e dopo le vostre parole sicuramente la recupererò presto.
Fantastici anche i riferimenti letterari e le altre serie citate, Rubicon è ancora da vedere ma è un mio vecchio pallino…
Rubicon bellissimo. Stile british, quindi i ritmi cambiano.
@Emir Kostner
SPOILER SPOILER SPOILER
“…dobbiamo ancora vedere uno scontro a fuoco nel quale muoiono tutti… tranne i tre cristi di protagonisti?;”
Due devono morire dopo :-P
“cimice sull’auto è da bocciatura alle scuole di sceneggiatura”
Perchè? E’ di un lineare che scansati. I cattivi sono poliziotti corrotti e fanno quello che farebbero i poliziotti: cimice sull’auto di chi vogliono fregare. Velcoro ha una debolezza (vabbè, a parte la bamba, l’alcool e la gestione della rabbia), il figlio. Lo sai dall’inizio che l’attaccamento al cicciobombo rosso sarà la sua rovina e così succede. Quello che vorrei dire è che succede tutto quello che deve succedere, te l’hanno detto dall’inizio e mantengono la promessa.
Ma non vi sembra forzato?
cimice nell’auto–>morte
SPOILER
La cosa che più mi ha dato fastidio non è la cimice in sé, che se utilizzata da dei poliziotti ci sta, ma il fatto che Velcoro pure la trova e non è che cambia auto, ma si limita a provare a staccarla con pochissima convinzione, come se fosse in cerca di un pretesto semi-convincente per andare a morire. E poi per scegliere una location adatta per lo stand off finale, si va ad imboscare nel parco di sequoie dove OVVIAMENTE il cellulare non prende.
Ma comunque questa morte resta meno forzata di quella di Vince Vaughn con gli amiconi messicani, lì proprio non ho retto e mi è scappata la risatina.
Meglio Td2 rispetto al troppio compiaciuto TD1 (che resta stupendo, s’intenda). Farrell immmenso (c’erano dubbi?). Un Velcoro iconico nel suo essere ripetutamente battuto ma mai sconfitto, perdente, sofferente, disilluso senza quei tratti da “personaggio figo” che erano presenti in Rusti Cole.
Bosch me lo sono goduto. Prodotto meno ricercato, più classico, più “facile” e con una platea potenziale di fruitori nettamente maggiore avendo natura da detective story canonica. Da lettore accanito di Connelly avrei preferito una storia totalmente originale e non il reimpasto di 3 romanzi. Welliver bravissimo anche se Bosch me lo ero figurato diverso:-)
Grandissimo articolo, bravissimi i due autori. Penso che andrebbe condiviso su tutti i siti ” di critica” per dimostrare cosa vuol dire competenza e capacità di analisi quando si giudica un prodotto audiovisivo.
Di nuovo, complimenti!
Ahhh “non ho voluto che mi piacesse perché sono rimasto sotto con la prima e meno il can per l’aia” era proprio la frase che avevo sulla punta della lingua per descrivere quello che è accaduto a true detective2. commenti di ogni genere, da “dovevano lasciare la prima sigla” a “ma quando salta fuori il re giallo?” e tutti quei post (in stile Wired Italia) “domani esce true detective, farà cagare?”. forse la colpa è da attribuire veramente alla prima serie dato che ha avuto un bacino di consensi talmente vasto da appassionare gente di tutti i tipi, gente che con il noir non ha niente a che fare e che forse la roba più hardboiled che hanno letto è Topomistery.
la seconda sigla è BELLISSIMA!!
Nevermind
Nevermind
I live the life
I left behind
infatti la canta leonard cohen.
si sciacquassero la bocca prima di criticare leonard cohen, poveri stolti.
Credo che il problema di molti sia stato quello di aspettarsi una fotocopia di TD1, mentre il bello delle due stagioni sta pure nella loro diversità. TD2 mi ha ricordato un sacco altre cose giá viste delle quali sono riusciti a mixare le caratteristiche migliori.
Tra le cose più fighe, oltre la mitica sparatoria con esplosioni e tanti morti alla fine della 4a puntata, aggiungerei la capigliatura della Bezzerides.
Io aggiungerei l’attore che fa il papà della Bezzerides, il solito impeccabile David Morse
Attore che ai più passa inosservato ma è un grande
E POI LA COLONNA SONORA, VOGLIAMO PARLARNE? (Scusa se ho urlato)
vogliamo parlare della colonna sonora?tolta la sigla iniziale che è il fuori scala essendo leonard cohen,
è un mese che ascolto TUTTI I GIORNI “the only thing wort fighting for” di Lera Lynn ALMENO 2 VOLTE DI SEGUITO.
Ho rischiato l’infarto alla parola BOSCH.
Come? Dove? Quando? ?
Non ne sapevo nulla!
diteci di più, per favore.
Sta su Amazon, è una delle loro serie recenti.
I problemi di True Detective 2 stanno tutti nell’articolo che avete scritto solo che quelli che io chiamo “errori” voi li chiamate ” il pubblico generalista non è abituato”. Lo so io come lo sapete voi molto più di me che quello che funziona su carta molto spesso non funziona in video. Una certa staticità, una certa narrazione fatta di nomi ecc ecc può andare bene su un libro, dove anche tu stai leggendo, dove la parola è ben visibile, ma non in una serie tv che deve accompagnare lo spettatore in un percorso preciso. Io ci ho visto del buono a tratti rimanendo deluso dalla sua totalità. I buchi di sceneggiatura, nella prima stagione, come dite anche voi erano tutti nel finale (mi ci sono arrabbiato molto) ma almeno durante il percorso ti dava indizi, ti faceva intuire cose (sbagliate). Vi ricordate quanto se ne parlava? Reddit era pieno di intuizioni, indizi, soluzioni ecc ecc gran parti deluse ma almeno, fino a li, teneva botta. Con la seconda tutto questo si è perso, a metà stagione del caso non interessava davvero più a nessuno anche perché molti nemmeno capivano come stesse procedendo. I buchi erano li nel mezzo e rendeva la storia troppo discontinua. Quando ne parlo mi si dice sempre “eh ma il noir è fatto di personaggi mica è un giallo dove devi scoprire l’assassino”. Ok, va bene, ma davvero pensare che la caratterizzazione sia una cosa a favore? Io ci ho visto moltissime banalità. Salvo esclusivamente Velcoro, nonostante sia facile volergli bene, perché è l’unico con cui si riesce ad empatizzare. Poi chi abbiamo? La poliziotta dura e pure, mascolina, che gli piacciono le armi, che si scopa gli uomini e li butta via perché, hey, da piccola ha avuto un trauma sessuale (ma dai?) con un padre assente? (mi aspettavo tantissime cose su quella comune e invece sprecatissimo) Ma la noia? Il poliziotto gay ex militare che ha avuto problemi sotto le armi? Se si scavava un attimino di più e gli si dava altro sarebbe potuto uscirne anche qualcosa di buono. Tutto il resto è talmente così poco approfondito che non ne vale la pena parlarne. Non so se la seria abbia voluto “fregarsene” degli ascolti. Mi pare che qui Rusty sia stato emulato, moltiplicato, inserito a forza ovunque. Sono tutti nichilisti, tutto e nero, nessuno ha un minimo di speranza e tutto questo è talmente forzato da risultare alle volte ridicolo, sopratutto nel destino finale di tutti i personaggi. Per non parlare di quel post/finale femminista con bambino che mi sembrava il finale di Planet Terror solo che li doveva far ridere e qui no. In finale non cercavo una serie facile ecc ecc volevo solo un bel racconto da poter seguire. Per dire, Bosh io l’ho adorato ma questo proprio no.
(non imparo mai a rileggere i post scritti di fretta sembrando così scritti da un mongoloide. Ma un edit? no è?)
io trovo molto esagerato ritenere la prima stagione nettamente superiore alla seconda (per me sono sostanzialemte alla pari).
le difficoltà a seguire la storia c’erano anche nella prima stagione (dove era presente la possibilità di confondersi con i nomi, ma in quel caso delle varie vittime) con la differenza che, visto che c’erano di mezzo concetti più complicati (es. i salti temporali, tutto l’aspetto metafisico e simil soprannaturale) nello spettatore scattava il meccanismo di essere lui in difetto e essere lui “a non capire”.
nella seconda stagione dove si procede in maniera lineare invece quel meccanismo non scatta e lo spettatore ritiene che sia la storia “a non saper spiegare”.
anche se parliamo di personaggi principali e interpretazioni, se presi collettivamente quelli della seconda stagione diciamo che stanno quantomeno alla pari con quelli di rust e marty. Poi il fatto che se un personaggio ha un lato più oscuro (come tutti quelli della seconda stagione) allora vuol dire che è stato copiato da Rust…beh dico che lascia un po il tempo che trova.
e se proprio vogliamo parlare di forzature del finale, l’happy ending della prima non scherzava.
alla seconda stagione sono mancate due cose per farla digerire più facilmente a parte del pubblico e della critica: un cattivo chiaramente identificato dall’inizio (cfr. il mostro dalle orecchie verdi della prima) e le tette della daddario.
non ho detto che la prima stagione era nettamente superiore alla prima. Non mi interessa fare discorsi di “era meglio la prima”. capisco che la serie è antologica e che i toni tra le stagioni posso cambiare drasticamente. Certo, c’è da dire che stiamo parlando di True Detective quindi se non si fanno confronti con la stagione precedente con cosa si deve farlo? Il titolo e l’autore quelli sono. Detto questo la precedente aveva i suoi problemi (come ho detto) e questa ha i suoi. La precedente secondo me ne aveva molti meno, dandogli atto che anche la carne al fuoco, parlando di personaggi e situazioni, era minore. Si seguiva meglio? si. La storia era più comprensibile? si. Questo ovviamente imho. In questa non mancava ne un cattivo ne le tette della Daddario, mancava proprio una struttura più coesa e meno frammentaria che portava inevitabilmente a cali di ritmo incredibili insieme a dei personaggi bellissimi e bruttissimi che destabilizzavano. Sapete cosa, sinceramente, mancava a questa stagione? Una migliore regia. L’assenza di Fukanaga era palpabile. La famosa scena della sparatoria (della seconda stagione) era veramente fiacca e con un regista di polso mi chiedo come sarebbe potuta essere.
Vabbè non lo avrei detto virgolettato ma se si legge il tuo commento il senso che esce fuori è quello.
No comment sul fatto che secondo te non sè sentita la mancanza delle tette della daddario.
Ovviamente era una risposta seria. Se dovessi smetterla di darmi un tono ti direi che mi sono visto San Andreas solo per quello (e manco le esce) ma fai finta che non te l’ho detto
Gran bell’articolo. Volevo rispondere prima ma era necessario leggerlo per bene (sono al lavoro…).
Alzo la mano e ammetto che ero uno di quelli che all’inizio diceva “lammerda!”, per poi rivalutarlo dopo le ultime puntate (e con una necessaria seconda visione).
Il pregio del duetto Darth/Wim è stato di farmi capire che la mia iniziale avversione non era motivata dall’eccessivo amore per la prima serie (ok mi è piaciuta molto, ma lo sapevo benissimo che la 2 sarebbe stata diversa), quanto dall’amore per il materiale citato/omaggiato/copiato: hard boiled, certi noir, Bosch, Ellroy, alcuni Don Wislow, Mann, Friedkin, etc
Mi spiego meglio: probabilmente vivo in una torre d’avorio e ho i tranci di affettato sugli occhi ma questo materiale per me continua ad essere ancora oggi presente e “rilevante” (che brutta parola), così la stagione due per me è stato più un “tornare a casa la sera” che “adesso ti mostro qualcosa che magari non ti piace, ma è diverso”.
Molto probabilmente una serie perfettamente tarata su Ellroy non è oggi il mio sogno bagnato (mi bastano i libri) e la prima serie aveva soddisfatto una parte di me, al netto di nebulose hipster, overacting e spruzzate esoteriche.
Rivista la seconda serie è pulitissima, una sorta di manifesto al nocciolo duro del noir (il pessimismo, il destino che ogni personaggio si porta dietro/dentro dalla prima sequenza). Non mi dilungo e appunto qualcosa:
– Grandissima prova di Farell e Vaughn (ques’ultimo ho dovuto difenderlo a morte al lavoro…)
– Piaciuta molto Bezzerides. All’inizio pensavo fosse una specie di dimostrazione di Pizzolato e stop (io li so scrivere i personaggi femminili!) poi ha preso una sua strada ben delineata.
– Mi spiace: Taylor Kitch continuo a considerarlo un personaggio senza senso
– La divisione della trama in più filoni/personaggi non l’ho trovata complicata. Piuttosto, talvolta avrei preferito che si fossero presi più tempo per raccontare i singoli protagonisti (soluzione sicuramente impopolare).
– Altra cosa in comune con la stagione 1, le indagini non hanno il minimo di senso a livello di procedura. Sembra tutto raffazzonato e casuale, senza neanche quel minimo di metodo che hanno i protagonisti svogliati di Elmore Leonard e James Lee Burke.
Evidentemente non è questo il punto di forza di TD, se mi voglio vedere le “procedure” rimetto su The Wire.
– La colonna sonora spacca. Molto meglio della prima.
Complimenti ragazzi!
(e vado a recuperare la serie su Bosch)
Quoto in toto.
Lo so che come commento è scarno, e che arrivo luuuunghissima.
Ma la seconda stagione l’ho terminata da poco.
Non spalo più merda come all’inizio (ripeto, quoto the Bat(Mat)) ma per gusto personale, continuo a preferire la prima.
Cosa ho adorato della seconda? I brani musicali della chitarrista solista del locale dove Frank e Velcoro si incontravano sempre.
Bel dialogo.
SPOILER
La serie mi ha fomentato un sacco (soprattutto le facce di Farrell) l’unica pecca abbastanza fastidiosa il finale: Velcoro non si impegna troppo a seminare i tipi e magari raggiungere Bezzerides; Frank fa una mossa un attimo stupida nel deserto; infine c’è un bambino che nasce che dovrebbe simbolizzare la soluzione ai problemi dei quattro con i figli persi o non avuti ma che dal punto di vista della storia è scollegato del tutto dal resto; inoltre la scena fa pensare a nuove avventure speranze sequel vendette che contrastano con il nichilismo e il carattere antologico della serie.
Un bello scambio di opinioni che raddrizza un po’ di torti, e sono convinto anch’io che questa seconda stagione sia più concludente ed equilibrata rispetto TD1, soprattutto nella costruzione del finale.
Però non sono d’accordo come altri hanno già detto sulla scrittura dei personaggi: chiamare i clichè ‘debiti letterari’, è un modo carino per dare a delle pessime caratterizzazioni una dignità, ma per me la sostanza non cambia.
I protagonisti hanno la profondità di fogli di carta velina, ciascuno oberato di una quantità di sfighe che sembrano lanciate dentro a mazzi dagli sceneggiatori nel goffo tentativo di gridare al pubblico ‘Vedete come sono true questi detective?! Avete visto quanta normalità?! Sono come voi! Hanno le vostre stesse sfighe! E ce le hanno tutte assieme!’.
Anche per questo concordo sulla straordinaria performance di Farrell (che fa i salti mortali per dare credibilità ad un personaggio improbabile che a metà stagione cambia come la notte e il giorno da una puntata all’altra). Mentre non ho visto per niente Vaughn intrappolato in un personaggio (potenzialmente il più interessante) a cui non riesce mai a dare slancio e cattiveria, ma solo occhioni tristi e mascelle serrate quale che sia la situazione.
Menzionerei tra due altri esempi di brutta scrittura:
-il bar triste nel quale in ogni puntata c’è la versione tossica di phoebe (o meglio la versione ancora più tossica di phoe) canta gatto rognoso
-il deus ex machina della niggaz che compare promettendo ricchi premi e cotillon ricompattando così il gruppo per poi schiattare la puntata dopo
Come scrittura mi aveva lasciato molto perplesso anche la prima stagione, ma ammetto che sono uno dei sempliciotti che si fa rapire dal fascino del southern gothic, e pertanto sono disposto a concedere di più.
perfettamente d’accordo.
ok non c’entra una mazza con true detective, ma nell’articolo è comunque brevemente citato: law and order.
voi che ne pensate?
io lo adoro.
le prime stagioni, ma in realtà anche quelle più recenti, e persino gli spinoff. tolte alcune puntate bruttine quel telefilm è permeato di un realismo pazzesco. non è ne particolarmente sporco ne particolarmente cinico, ma al contempo i personaggi sono ben delineati e non sono costruiti per piacere al pubblico (tipo lo storico procuratore distrettuale jack mccoy a me sta apertamente sulle palle, e spero quasi sempre che perda, eppure è un personaggio fighissimo), e le puntate autoconclusive io le trovo una boccata d’aria fresca rispetto alle serie moderne. e quanto è bella la sigla?
niente, ci tenevo a dirlo, non so se sui 400calci ci saranno altre occasioni di parlare di law and order.
@ alan bleach
In effetti il Deus ex machina della quinta puntata è bruttissimo.
SPOILER
l’idea migliore che hai per rimettere insieme i tre protagonisti è la squadra speciale di indagine segretissima? Che se fanno i bravi esaudiranno tutti i loro desideri. E pure il tristissimo “solo io sono a conoscenza della squadra e dell’indagine”.
Ovvero = il personaggio schiatta presto.
Porta aizza quanto mostrare l a foto della fidanzata in un film di guerra…
quoto tutti a destra e manca, plaudo alla potenza di autori e pezzo e segnalo come miglior battuta/scambio:
“Sono cinese”
“Allora vai a metterti davanti a quel cazzo di carro armato” e come miglior momento della seria le 5 stelle gta della sparatoria
Applausissimi anche se oggi mi avete fatto l’essere più ignorante e bestia di quasi tutto l’internet.
L’unica cosa che posso confermare è che il buon Velcoro sa come fare festa
e meno male che cera lui
ma sentite, non so che dire io adoro il noir e l’hardboiled come generi in ogni media, non conosco la quasi totalita’ dei testi citati ma credo di poter essere imparziale nel dire che, per quanto io sia tra quelli che alzerebbero la mano alla domanda “del sano vecchio hard boiled nichilista, irredimibile e violento?”, e che non mi aspettassi, ma bensì pretendessi qualcosa di diametralmente opposto alla prima stagione di true detective (che ho adorato), trovo la seconda scarsa, insussistente, e trovo minimizzante la critica mossa ai fan sfegatati della prima serie, che per quanto miopi non concedono giustifica ad un opera mediocre.
Se true detective 2 si fosse chiamata diversamente sarebbe ai miei occhi la stessa mediocre produzione che è, non migliorerebbe affatto. Ed inoltre vedo in molti di quelli che scrivono qui sotto la medesima voglia di ottenere da qualcuno piu qualificato di loro (come nell’esempio di Tarantino) che criticate nella parte avversa…non serve dire “oddio è cosi vero grazie mille per averlo detto VOI cosi anche io potro ridirlo”, non servono conferme per un’idea di cui si è realmene convinti…ed io sono convinto anche dopo quello che ho letto qui che la seconda stagione sia davvero mediocre senza per questo essere tra quelli che volevano la stessa sigla o la stessa roba.
però, se non ci spieghi in cosa la ritieni mediocre, devo presumere che stai trollando.
hai ragione, è che ho notato che alcune delle mie critiche erano le stesse che espongono in fondo al’articolo wim e death, quindi non ho puntualzzato comunque:
-troppi personaggi che affollano e che sono troppo poco descritti in alcuni casi o che lo sono a metà (a dire il vero dal mio punto di vista gli unici personaggi ben caratterizzati sono frank e ray quest’ultimo in maniera preminente);
– sottotrame inutili o peggio ancora poco raccontate, che quindi non danno l’idea ganza del noir di fare affogare il/i protagonisti nella merda della società che li circonda a prescindere dal filone centrale della storia, ma che appunto sembrano messi li apposta per riempire roba, calzante l’esempio dell’infanzia di bezzerides(che tra l’altro esprima la mia incertezza anche nella caratterizzazione forzata dei personaggi di cui sopra);
-non trovo affatto eccezionale lo stile registico, noioso è il termine che utilizzerei, specialmente perche trovo paraculica l’ottima fattura di sequenze nei colpi di scena come il megacitato corvo, o chessò quando velcoro trova la tipa morta in macchina o molti altri…cazzo scene fatte da dio(quelle e non la sparatoria che a mia avviso è poco più che una buona sequenza per alcuni motivi) che confronti con scene tremende.. una su tutte la scazzottata di frank col tizio nello scantinato.
davvero pessima!
-il finale è deludente…. davvero troppo! e, non serve dirlo, quello della prima era non pessimo ma proprio un non-finale da stronzi, ma per l’appunto non siamo qui per fare paragoni stupidi tra cose differenti solo perche portano lo stesso nome….finale inutile stupido che tradisce il fanculo cavarsela io ho le palle di sapere che perderò ma voglio comunque portarmi piu stronzi possibile al creatore, e infine addirittura consolatorio…quanto di peggio può esserci in un noir? il noi andremo avanti con la speranza della nuova vita…;
potrei andare avanti ma in sostanza si può ben sintetizzare che PER ME, che non appartengo a nessuna ristretta ed autocelebrativa cerchia di persone per il fatto che ho trovato la season 1 un gran serie, la seconda è un prodotto con ottimi spunti in un una seria mediocre.
Vivere e morire a L.A capolavoro,Indagini sporche(trovato in un cestone a 2 euro) e assieme al serial Shield(bellissima) ispirate dal vero scandalo Rampart(polziotti corrotti).
Personalmente ho molto amato la prima stagione ma sapevo benissimo fosse una serie antologica, quindi quando è stato annunciato che la seconda sarebbe stata una storia dal taglio più metropolitano con protagonista una donna ero esaltatissimo, sicuro avrebbero tirato fuori l’hard boiled definitivo. Quindi tutta la faccenda dei carri dei vincitori, di tumblr e le altre prese di posizione che nulla hanno a che fare col reale valore della prima stagione in se mi scivolano abbastanza. Il problema, e visti tutti i riferimenti che avete tirato fuori non capisco davvero come sia possibile vi sia piaciuta, è che questa seconda stagione è un hard boiled pessimo. Ma proprio brutto. Dove Pizzolatto nella prima, pur rubando a destra e a manca, aveva confezionato un southern gothic affascinante e d’atmosfera (e a questo punto immagino molto del merito sia di Fukunaga) qua cerca di alzare il tiro raddoppiando il numero dei protagonisti ma a parte Velcoro, l’unico con cui era minimamente possibile empatizzare, dimenticandosi di dargli un minimo di caratterizzazione. Dei traumi dei Bezzerides (merda, non voglio ripensare alla sequenza orripilante della tanto decantata orgia) e del rapporto col padre santone, rapporto che si chiude in maniera a dir poco imbarazzante, interessava sul serio a qualcuno? E del tumulto interiore e dei traumi di guerra di Woodrugh? Anche Frank, un personaggio per il quale il povero Vaughn, attore che, e qui sì son d’accordo, meriterebbe davvero di più, ha dovuto fare i salti mortali per rendere un minimo credibile (tenuto conto delle frasi che gli son state messe in bocca dio cristo, quella delle blue balls su tutte. Dio. Cristo.), interessava a qualcuno? Metteva ansia la spirale nel quale è finito dopo la morte del tipo di cui non ricordo il nome perché in tutta onestà non me ne è fregato un cazzo? Non è per nulla questione di aspettative tradite, o di difficoltà nel seguire una trama che tolto il namedropping a caso (la faccenda di Stan è abbastanza emblematica) è fin troppo semplice e telefonata. Personalmente volevo proprio i richiami a Ellroy, Crumley, Thompson e degli altri autori che han reso grande il noir e l’hard boiled, ma magari scritti in modo più intelligente e intrigante, magari come quelli a Ligotti, Chambers, Lovecraft nella prima. Perché se è vero che i monologhi esistenzialisti di Rust erano pretenziosi, è anche vero che c’era lì pronto Woody a prenderlo per il culo e spernacchiarlo. Nella seconda stagione invece sono tutti irrimediabilmente e ridicolmente presi male e tormentati che non so come alcune linee di Frank, tipo quella sul cinese, non vi abbiano fatto alzare gli occhi al cielo scuotendo la testa per quanto suonano ridicole. Leggere poi che questa stagione sia figlia di Chinatown o To Live and Die in L.A. è una roba che mi fa venire il mal di stomaco. Sul serio. Prendere qualche suggestione, sputacchiarla a caso tra una panoramica aerea e l’altra (dai, quanto han rotto il cazzo? A proposito di estetizzazione da tumblr), senza uno straccio di tensione, nemmeno nella sparatoria che ho trovato mal costruita, una sequenza che poteva andare bene nella televisione di quindici anni fa, non capisco come possa essere paragonata a Mann, Friedkin o Polanski. E nemmeno a Bosch che a questa stagione caga in testa su tutta la linea, qui sì che Ellroy si respira e si vede vibrare nel sottotesto, o quel mezzo capolavoro del mai troppo compianto Rubicon.
Io plauso a voi due!! Per una volta google now ha consigliato qualcosa di utile!! Ho adorato questa serie!! Ho adorato tutto e tutti!! La gente critica male solo perché hanno le dita per spingere qualche tastino sul l’iPhone fine. Piccola critica anche a voi che avete sorvolato sulla colonna sonora che definire eccelsa è poco!! Ora devo assolutamente vedere bosh e Rubicon!!
Begli scambi tutti, io comunque True Detective lo guardo per le belle musiche (paradosso di estetico).
* volevo scrivere “paradosso sinestetico”, ma lo smartphone non premia la grammatica.
Scrivo dal Cell e purtroppo non mi fa rispondere ai commenti. Ma volevo comunque dire che quoto @vespertime in tutto e per tutto.
Anche io sono rimasto un po’ deluso. Io adoro Chandler, ma qui la trama è proprio confusa. alcuni passaggi che nei personaggi causavano drammi, lasciavano lo spettatore totalmente indifferente ( vedi morte dello scagnozzo di Frank). Troppe sottotrame inutili o chiuse sbrigativamente.
E poi rispetto alla prima manca quel elemento “magico” o metafisico
A casa mia si è guardato True Detective 2 con grande appagamento, tutte le critiche mi presero davvero contropiede. Dopo aver passato mesi a difenderlo dagli sberleffi dei miei amici, leggere Darth e Wim prima e tutti voialtri ai commenti poi è un toccasana. “Nichilista, irredimibile e violento” vorrei lo si dicesse di me alla mia veglia.
Peraltro ricordo di aver letto delle lodi insospettabili alla seconda stagione di TD sul Corriere della Sera, ma non ho messo da parte l’articolo e non ricordo chi fosse l’anima santa che l’ha scritto. Apprezzava soprattutto l’ineluttabilità e la tragicità degli eventi finali.
Poi per carità, il finale della prima ha deluso anche me. Inoltre della seconda salvo molte cose: personaggio e attore di Velcoro, il suo dialogo onirico con il padre, la sequenza con la poliziotta infiltrata nel “party”, Vaughn soprattutto dalla seconda metà in poi (idem per il suo personaggio Frank).
Però vedi ad esempio la sottotrama del padre della poliziotta e della sua comune. Poteva essere un elemento che, se sviluppato, avrebbe potuto riportare a quel misto di religione\magia\misticismo che caratterizzava (e che era stato la fortuna) della prima stagione, insieme ovviamente al personaggio Rust e all interpretazione di McCosey.
Ma poi vogliamo parlare di tutti sti riferimenti alla genitorialità e al rapporto con il sesso presenti in varie forme in tutti e 4 i personaggi?? Ma a che pro?
Per essere chiari: La prima non è un capolavoro e la seconda non è una delusione. Però continuo a preferire la prima.
Non penso di aggiungere nulla, avete detto tutto, solo voglio sottolineare che quando vedo attori un po’finiti in disgrazia che vengono recuperati e tirano fuori interpretazioni della madonna sono contento. Velcoro grazie all’ottimo lavoro di Farrell ti entra dentro, soffri e ti incazzi con lui. Non sempre succede sullo schermo di entrare cosi’in empatia con un personaggio e quando succede grande merito all’attore. Vaughn finalmente in un ruolo da duro, che con quel fisicone li’grosso naturale non da palestrato finto rende ancora di piu’. Adesso maledetti mi tocchera’ di recuperare pure Bosch…
Va be’, io ho smesso di leggere quando avete fatto i complimenti a Vaughn, secondo me l’unica nota veramente terribile della stagione. Per me è pessimo sia nelle commedie e sia in True Detective, quindi immagino che di cinema non ne capisca ufficialmente un cazzo ed è inutile che continui.
Comunque a me la seconda stagione è piaciuta anche più della prima, se non per altro perché almeno stavolta ho capito la trama.
Bellissimo pezzo. Non sono completamente d’accordo ma l’analisi non fa una piega. Nel caso ve la siate persa, vi consiglio di recuperare quel gioiellino di ‘Terriers’. Serie meravigliosa e purtroppo stroncata alla prima stagione.
Se invece l’avete vista, vorrei sentire le vostre impressioni.
io nel frattempo farò i compiti a casa e mi cerco Rubicon.
Finalmente ho letto tutto. Io dico s02 stagione della madonna, s01 come ho da sempre sostenuto, cagata immonda. Leggo in giro lamentele sul background di personaggi come Kitsch e la tizia (che a mio parere ho trovato molto interessanti soprattutto il primo) ma nessuno che dice niente sulle stronzate della s1 tipo l’inutile parentesi della moglie fedifraga o le amanti di quell’altro.
Nell’altra stagione hanno fatto i furbetti con le zinne di quella, il culo di quell’altra e la galassia di bamba, così la gente ha fatto le gif, le ha fatte girare su sti social maledetti che dovrebbero implodere e nessuno ha capito + un cazzo. Eh già, molto + interessanti le corna di Harrelson che la vita tragica del buon Velcoro. Tutto inutile oh, puoi fare una serie poliziesca della madonna ma la gente sotto sotto vorrà sempre le corna tra coniugi e le frasette del cazzo scontate da scrivere sulla smemo, mentre il dramma crudo e reale senza discorsi futili/sottotitoli/suggerimenti no!, Via! Non ci piace!
Non per niente su un prodotto del genere piovono critiche a caso e calano gli ascolti, mentre serie palesemente per ritardati tipo walking dead e quell’altra soap opera frocia medievale coi draghi, volano alte con le loro tramine di merda in pieno stile cento vetrine fatte apposta per i sottosviluppati.
Di là successone per 4 fetenti in costume che sembrano usciti da un campo rom e qua mi si sta a fare le pulci su Kitsch che “gnnnn gnon è interessante”…guardate, con tutti i difetti che uno gli può trovare, pure se stiamo a cercare il pelo nell’uovo, quello lì sarà sicuramente + interessante di quella troia coi draghi fatti in cgi rubata dagli scarti della playstation2
ma secondo me le sottotrame della s01 sono imparagonabili a quelle della s02…certo che per quanto riguarda velcoro c’è una strutturazione ben costruita del dramma del personaggio ma…per il resto?…è evidente che il background di tutti gli altri protagonisti è stato buttato li per dargli il tono da “sono traumatizzato anch’io” quindi sono true…cioè ma che cazzo, ma l’infanzia di bezzerides sorvolata a cazzo di cane l’ho vista solo io?…il tipo e il suo passato militare appena accennato?…veramente si può paragonare la narrazione delle sottotrame (la narrazione è l’unica cosa importante, e non l’evento in se) della prima con l’angosciante peso della vita familiare di woody (non ricordo il nome del personaggio perchè non mi faccio le seghe sulla stagione 1 nonostante mi piaccia) che si sfracassa e che lo porto al disfacimento del rapporto con rust, con le cazzate della seconda??? (sempre escludendo velcoro ma che pero non basta affatto a tenere a galla il tutto)…cioè davvero? e poi ripeto quest’odio spasmodico questa volontà di sopraffazione dell’altra parte (i fan sfegatati della prima) è stupida quanto la loro miopia. Non siete imparziali e la cosa è ridicola visto che si parla di una produzione televisiva.
nella seconda stagione il rapporto tra frankie e la moglie è qualcosa che manda a casa tranquillamente quello di woody e la moglie nella prima.
e non mi pare che il passato di matthew sia stato tanto più approfondito di quello di kitsch.
io non sono affatto d’accordo, per quanto con buoni spunti il rapporto tra frank e sua molto a me è apparso mooolto meno realistico di quello della prima stagione…il rapporto tra woody e sua moglie è qualcosa che succede davvero, e che è molto piu verosimile perchè diventa il suo modo di tenere pulito l’universo familiare è buttare la merda che lo tocca quotidianamente altrove, e da qui tutti gli intrecci che ne deriveranno…dall’altro lato abbiamo un gangster che piu nessuno rispetta e che cerca di riprendere il controllo di una situazione sempre piu grande di lui, la cui moglie con vari giri e rigiri (con qualche buono spunto ripeto) resta al suo fianco “a qualunque costo” snocciolando anche qualche anticlichè che sono probabilmente anche peggio dei clichè stessi quando sono così palesi.
per quanto riguarda rust…davvero non serve nemmeno parlarne per vedere l’abisso di caratterizzazione che c’è tra i due personaggi…mentre per rust il trauma sottointeso è comunque permeante il personaggio e lo condiziona nelle sue scelte, il “trauma” del militare è….boh cosa aggiunge alla sua storia…? era un militare che ha probabilmente commesso una strage in un villaggio…e si ma poi…che cosa gli rimane di questo a parte il “voglio dimenticare”…? troppo troppo banale! ed è per dei personaggi di un noir/ hardboiled la cosa peggiore il sintetizzare male la sofferenza di uno dei personaggi rendendolo un fantoccio inverosimile con dei canoni prestabiliti.
il rapporto di frankie e la moglie si può riassumere in quel dialogo finale dell’addio che faccio il duro ma poi non lo faccio ma poi lo faccio ma poi ti amo ma poi oh devi andare ma poi ti prometto che torno oh ma te lo prometto si ma fidati che torno eh fidati che sta scena lunghissima noiosissia sta a signifcare che muoio sicuro ma ti giuro oh FIDATI OH FIDATI VATTENE MA FIDATI. Volevo spararmi al cazzo.
Comunque schiaffi sul alcune cose lo sai anche te dai, quando muore il poliziotto nell’imboscata che “sei un labirinto incredibile di cunicoli sotto la città che se provi a scappare ti perdi sicuro perché è veramente immenso e quindi non provarci hai capito che poi ti perdi per sempre?” poi scappa esce da un cunicolo a caso tra i miliardi e ci sta il tipo a seccarlo proprio li. Ma davvero vuoi scrivere una scena così? la serie ne è strapiena. E’ un peccato eh, perché tra Velcoro e altro (a me i siparietti al bar piacevano, per dire) si poteva fare molto meglio.
SPOILER GENERICI
ma non scappa da uno a caso, scappa esattamente da quello più vicino a dove si sono incontrati con il negro, che non era così difficile da prevedere. ma poi tanto si sa che nei noir se ai buoni può andare di sfiga qualcosa, sicuramente andrà di sfiga. perchè lamentarsene?
no sinceramente io le critiche non le capisco. non riesco nemmeno a capire di cosa stiate parlando. cosa c’è che non va nel passato militare del ragazzo? serve a farci capire perfettamente il motivo per cui sta meglio guidando una moto per i cazzi suoi o in mezzo a una sparatoria piuttosto che in mezzo alla gente. serve a farci capire perchè nonostante abbia una bella moglie e le attrici gli offrano pompini lui si danni l’anima e si disperi. di che altro c’è bisogno?
boh giuro non ci arrivo.
“Remo Williams”… Filmone della mia giovincellezza. :-D Grazie per la citazione che mi ha evocato splendidi ricordi. Vi adro. ;-)
Vivere e Morire a Los Angeles è uno dei film che ha cambiato per sempre la mia concezione di cinema, LO ADORO.
Senza William Petersen, senza la colonna sonora dei Wang Chung e senza Williem Dafoe…
…MA DE CHEEEEEEEEEEEEEEE…
Ho finito Bosch. Datemene di più.
Momentomomentomomento…!
TD2 ricorda Ellroy della trilogia di Lloyd il Pazzo?!
Recupero prima di ieri!
Appena finito di vedere td2. Capolavoro. Non capisco le critiche. Sul serio, non le capisco. A me è piaciuta più di breaking bad, non scherzo . le ultime due puntate avevo le mani nei capelli per l’emozione. Colin Farrell, vince vaughn, la McAdams, kitsch.. Tutti perfetti. Uno dei noir più noir che abbia mai visto. La trama era complicata? Si. Meglio. Otto episodi secchissimi, interpretazioni della Madonna, musiche favolose. Davvero hanno criticato la sigla? BAH. Grazie per avermi convinto a vederla, non l’avrei iniziata senza il vostro consiglio. Sono una persona più triste ma anche più felice dopo averla vista.
Conversazione coltissima e appassionante, a cui non posso che applaudire ammutolito. Però mi sembra che si eluda una semplicissima verità di fondo: che la serie era semplicemente molto noiosa. Che l’enorme apparato di citazioni, rimandi, stile, fotografia, attori non salva un prodotto finale sbrodoloso, fiacco e sfocato.
SPOILER
Ma solo a me l’esplosione durante la sparatoria mi è sembrata una porettata inguardabile?
Non intendo il suo effetto nella scena ma la CG con cui è stata realizzata che non è all’altezza
Signori, è per cose come questa che siete il miglior sito di cinema di tutti i tempi ( anche se si parla di una serie TV ).
sulla citazione del ciclo di Claremont ho smesso di leggere… è ho pianto un po’.
Allora: arrivo un po’ in ritardo ma, visto che si parla di una serie che ho MOLTO amato devo dire la mia.;:(e anche un altro punto&virgola, facciamo vedere che abbondiamo – https://www.youtube.com/watch?v=SzrEfkjdzgw);
dopo aver visto TD1 pensavo che fosse una delle cose più “alte” mai viste in TV, ma TD2 è, incredibilmente, un gradino sopra.
– storia veramente intrigante e noir.
– Attori perfetti (Rachel e Colin fantastici e un Vince – che normalmente non amo – immenso).
– La regia di due episodi affidata a Justin”Fast&Furious”Lin (scusate se è poco).
– Una sparatoria (quella del 4o episodio) da mozzare il fiato e da annali del cinema.
– Buchi di sceneggiatura? Boh, sarà che l’ho vista tutta in 4 giorni, ma a me pare che filava perfettamente…
– riferimenti e aria alla Mann e Friedkin: cosa si può chiedere di più a una serire TV?
P.S.
bravissimi Darth e Wim: all’altezza della serie
Interesse nullo dopo il finale della prima, recuperata dopo ‘sto pezzone.
Serie gigantesca, Colin l’adoravo pure in Miami Vice, dove fa la voce da dure e viene in macchina, ma qua si supera con il grande Delcoro.
Bravi tutti, se devo essere picky non ho apprezzato il finale
SPOILER una dei due si meritava il lieto fine, per me FINE SPOILER
e alcuni momenti dove il pilazzo della prima stagione fa capolino.
Ah, mi son pure dovuto googlare chi cazzo fosse Stan.
Detto questo, tutti quelli che paragonano questa stagione alla prima sfavorevolmente devono andare a quel paese.
Siete fantastici. Leggo con colpevole ritardo. Ma sono d’accordo su tutto: grande stagione, enorme Colin. In effetti non capisco come mai Quentin sia stato così categorico. Avrà le sue cose. Suppongo. A me, devo dire, la seconda stagione è sembrata molto migliore della prima, avendo più azione e meno dialoghi filosofici. Ma nel complesso riesce meglio del precedente a disegnare le vite dei personaggi come stelle cadenti in un mare blu cobalto al tramonto di una notte d’inverno. Quell’inverno arido che Velcoro si porta addosso come un accappatoio bagnato. Lei è stata una gran sorpresa per me che non la conoscevo frequentando poco il mondo delle commedie. Se ci ripenso, a distanza di tempo questa stagione 2 di TD è il miglior film noir che abbia visto da parecchi anni a questa parte. Non c’è nessun paragone con altri film da me visti tranne forse Non è un paese per vecchi, che però colloco più in basso nel mia top ten di noir grossi che non puoi dimenticare mai di rivedere.
Ah, la discussione è molto colta e mi trova d’accordo praticamente su tutto. Anche io andavo da tempo in giro a dire che Colin era una bestia d’attore. Ora s’è visto chi aveva ragione. E anche io mi tolgo il sasso dalla scarpa.
Concludo dicendo che l’unico difetto della stagione 2 è il finale, dove succede tutto troppo in fretta e si chiudono vicende e vite troppo sommariamente. Velcoro aveva ancora il fucile carico e si fa impallinare un po’ gratuitamente. E anche la morte del suo collega avviene in modo decisamente forzato. Ma forse sono scelte volute per fare arrabbiare un po’ lo spettatore. Un po’ come la morte di John Snow in Got. Non lo sapremo mai con certezza. Eppure…
Finito di vedere ieri: mi è piaciuto molto. Se gli devo trovare un difetto, però, è Taylor Kitsch. Forse non è neanche colpa sua, ma del personaggio che interpreta (il macho-gay represso? Tanto macchietta!). Per il resto, bravi tutti!
Ritorno sulla discussione solo per dire che alla fine ieri sera davano in TV Lincoln Lawyer e ragazzi che bombetta ogni volta. Mi sembrava giusto citarlo in questa discussione.
Finita oggi. Ho deciso di vederla a distanza di tempo dalla prima per avere la mente sgombra e abbandonare il più possibile il fomento derivato dalla stagione uno. Una stagione volutamente meno “ruffiana” della prima (che comunque è splendida sia chiaro), un racconto labirintico che come viene giustamente fatto notare qui affonda le mani nel noir americano più classico di Chandler e compagnia. Personaggi fortissimi, costruiti con perizia a mio avviso più profondi della coppia del primo TD e una storia meglio costruita (onestamente il finale di TD1 mi fece storcere il naso mica poco). Sono due cose diverse chiaramente e sminuire ora TD1 sarebbe ingiusto ma a gusti ho preferito questa seconda stagione.
Tutto giusto, solo che il personaggio di Rick Springfield di TD2 si ispira chiaramente a Terry Lux più che a Pierce Patchett di Ellroy