
METALLO
Interessante prima prova sulla lunga distanza per il regista neozelandese Jason Lei Howden
Un horror vecchio stile che riesce al contempo a risultare anche moderno e parecchio furbo
Sangue, budella, dildo nelle orecchie e gente che grugnisce tipo un maiale
METALLO.
METALLO, PORCA PUTTANA, METALLO.
Dichiarazione d’intenti programmatica: Deathgasm è, senza alcuna possibilità di appello, un film per metallari. Per apprezzarlo dovete amare il metallo. Per capire metà delle battute dovete ascoltare il metallo. Per divertirvi quanto si sono divertiti loro a girarlo dovete mangiare il metallo. Se non siete fatti di metallo, Deathgasm vi sembrerà solo uno splatter sovrannaturale con un interessante – seppure un po’ squallido e sfigato – contorno antropologico adolescenziale. Tipo come se io mi guardassi Straight Outta Compton (senza la parte dello splatter sovrannaturale).
Jason Lei Howden ha bisogno di sapere che il metallo vi scorre nelle vene, altrimenti il suo film non funziona. Di più: Jason Lei Howden vi supplica di essere stati anche voi diciottenni vestiti di pelle con gli auricolari sempre nelle orecchie e il volume fisso a 11. Quella peculiare condizione che vi porta a sentirvi contemporaneamente i migliori e i peggiori del mondo; superiori alla massa e socialmente sfigatissimi. Diversi che sognano di essere uguali ma sono felici di essere diversi. Gente che vive in un mondo un po’ spostato di lato rispetto alla media dei coetanei, tangenziali e quindi emarginati e quindi indecisi se sentirsi da dio oppure malissimo per questo.
Un “disagio da metallaro simulator” che risponde alla domanda fondamentale che ogni metallaro adolescente prima o poi si è posto: davvero la mia musica può evocare Satana? SIGLA!
Vorrei innanzitutto mettere in chiaro una cosa e cioè che il primo vero giochino che Howden mette in scena in Deathgasm è vedere se i metallari duri e puri sono in grado di reggere lo shock di un protagonista a cui piacciono i Trivium.
Ora che ci siamo tolti di mezzo la nozione che i Trivium fanno cagare, parliamo di Deathgasm, che in italiano potrebbe venire tradotto con un eccezionale MORGASMO e spero che chiunque decida di distribuire questo capolavoro \m/ non si faccia sfuggire l’occasione. Deathgasm è la storia di Brodie, l’archetipo del metallaro magrolino e timido che tutti avevate in classe (o che eravate) e che, in un ribaltamento di prospettive che svela fin da subito la posizione ideologica del film, finisce a vivere con i cattivissimi zii supercristiani dopo che la mamma viene spedita in manicomio per abuso di droghe.
Il presupposto è quello di una commedia del disagio, e il film, all’inizio almeno, gioca tutto con i personaggi, gli stereotipi e i tropes tipici dell’adolescenza di un metallaro. Dungeons & Dragons, gli amici nerd, il negozio di vinili, l’ombroso sconosciuto capellone e fascinoso che vuole fondare una band con te, il mito della NWOBHM incarnato dalla meravigliosa figura di Rikki Daggers, ex frontman di una band anni Ottanta sparito nel nulla dopo le accuse di satanismo legate alla sua opera. C’è un dettaglio che più di tutti rende Deathgasm un film azzeccatissimo e a tratti molto personale per un sacco di gente che è cresciuta con il metallo negli anni Novanta: lo straniamento, quel senso di scollamento tra finzione e realtà che fa sì che con la musica nelle orecchie sembri tutto possibile e tutto incredibilmente FIGO

METALLO
, mentre una volta tolte le cuffie e rientrati nel mondo reale ci si accorge di quanto si sia davvero fuori posto e forse persino ridicoli.

… metallo?
Sì, in Deathgasm c’è una scena di primo appuntamento al parco nella quale Brodie si presenta pittato (dopo aver girato un video black metal nei boschi, nientemeno) e spilucca il suo gelatino incapace di spiccicare parola.
Intere adolescenze riassunte in due inquadrature.
Il fatto che il motore di tutta la vicenda – che poi andrò solertemente a illustrarvi perché METALLO – sia lo scoprire che il nascondiglio segreto di Rikki Daggers è la cantina di una casetta anonima in una cittadina nel mezzo del nulla della campagna neozelandese è emblematico: fare i metallari nei primi anni Ottanta non era solo una roba che ti faceva sentire figo, ERA una roba figa come era figo fare il neoromantic o l’omino hardcore o sa Satana cos’altro. Una roba figa che è durata molto poco.
Non è un discorso sulla musica in senso stretto quanto sulla sua puntualità, o vendibilità alla massa se preferite: il metal è sempre stato un genere, a modo suo, conservatore, retrogrado e affezionato al passato, e il grande dilemma di chi, per questioni anagrafiche, come noi ma anche come il nostro Brodie, è arrivato al metal quando la condizione del metal era già quella di una musica aggrappata tenacemente alle sue origini e terrorizzata da tutto il resto (considerate ancora quella roba che dicevo sopra di Straight Outta Compton e il fatto che l’hip-hop ha avuto, sul panorama musicale tutto, lo stesso impatto dell’arrivo dei Beatles, poi immaginatevi i fratelli Gallagher – non gli Oasis, i Raven – che si sparano gli NWA), si riassume nella questione “posso davvero ancora vestirmi così senza risultare ridicolo?”.
Fortissimo senso di alterità, e dunque di discriminazione in entrambe le direzioni, rispetto a qualsiasi coetaneo non apprezzi il blast beat, coniugato con la certezza di ascoltare roba FIGA che però per qualche motivo il resto del mondo non considera FIGA ma RIDICOLA perché URLANO e FANNO SOLO CASINO: non stupisce che Howden metta al centro della vicenda anche la passione di Brodie e i suoi amici per D&D, un altro di quei passatempi che è indiscutibilmente FIGO (draghi, magie, distruzione, eroi con spadoni giganti, mondi pazzi, sfere planari, ma di cosa stiamo parlando?!) ma che per qualche ragione incassa solo sguardi scettici e sorrisini a mezza bocca presso chi non riesce ad apprezzare quanto sia FIGO uccidere un drago con la propria immaginazione.

METALLO
Detto dell’aspetto sociologico e del perché Deathgasm è fondamentalmente un “me too!” per tutti voi che ancora custodite magliette di Enthrone Darkness Triumphant nel cassetto, il film di Howden è però prima di tutto un horror drittissimo e ultraviolento, che sceglie saggiamente di cominciare piano, far crescere la tensione con un paio di scene premonitrici e poi esplodere nel momento in cui Satana entra in gioco.
Va così: Brodie e la sua band, i Deathgasm appunto, composta da lui, l’amico nerd e DM con gli occhiali e la passione per le tastierine sinfoniche, il batterista ciccione e il misterioso capellone cantante/bassista sosia di Ville Valo cupo e maudit, scoprono una canzone. Detta canzone sta nascosta in un rarissimo vinile* custodito gelosamente da Rikki Daggers, il quale si è dato all’isolamento forzato perché ricercato con violenza da una mistica e segretissima organizzazione il cui scopo ultimo è evocare Satana.
Intitolata una roba tipo “Come evocare i demoni per ottenere potere e fortuna infinite” o qualcosa di simile, la canzone è, ovviamente, il più classico dei Diabolus in musica, e siccome il METALLO è la musica del MALE non c’è nemmeno bisogno di suonarla al contrario: dopo una serata particolarmente sfigata condita con le botte dei cristiani integralisti, Brodie decide di eseguirla insieme alla band e di attirare così sul nostro piano dimensionale AELOTH IL CIECO, che non sarà proprio Satana Satana ma fa un buon lavoro di supplenza.

METALLO
Ne segue una lezione di macelleria creativa che manda a casa il 99% degli splatter/horror/commedie nere/OMGgoreporn usciti nell’ultimo decennio – molto semplicemente perché tutto quello che succede, in termini di uccisioni, sequenze d’azione, persino crescita dei personaggi, è TUTTO METALLO.
Quando parlo di “crescita dei personaggi” intendo questo: la biondina carina di cui Brodie è ovviamente innamorato (un classico: nella mia vita ascolto solo il primo EP dei Turbulent Manifestation of Intestinal Gas ma appena becco la fan dei Backstreet Boys con il maglioncino bianco e la divisa da scolaretta comincio a desiderare intensamente l’intera discografia dei Savage Garden come passaporto per le sue mutande e incidentalmente per la sua vita fatta di shopping al centro commerciale) è anche la protagonista delle classiche fantasie manowariane e un po’ sessiste del Nostro

METALLO
, almeno finché il Nostro non le presta i suoi CD del METALLO perché è l’unico modo che conosce per rivolgerle la parola efficacemente (e ringraziate che non gli prepara un CD home-made tutto di ballate tipo Forever degli Stratovarius) e lei scopre gli effetti del METALLO sulla gente

METALLA
, e diventa parte integrante della squadra di demolitori di zombie satanici chiamata Deathgasm. La tesi di Howden, che il METALLO ti trasforma in una persona in grado di spaccare il culo al mondo in virtù delle abbondanti dosi di METALLO, è centrale per il film, una dichiarazione d’intenti e d’amore verso il potere liberatorio ed elettrizzante del METALLO. E delle tette.

METALLO
Mi rendo conto che si torna sempre a parlare dell’aspetto sociologico e quindi catartico di Deathgasm invece che del fatto, per esempio, che l’arrivo di Satana porta con sé una legione di zombie posseduti che vengono sconfitti a colpi di dildo nelle orecchie

METALLO
e che il modo in cui ve lo sto descrivendo fa assomigliare questo splatteraccio violentissimo e supervolgare a un filmetto del Sundance più che a una Tromata fatta a regola d’arte. Un po’ c’è il fatto che non voglio rovinarvi troppe sorprese – seriamente, lo svolgimento post-evocazione di Satana sarà anche prevedibile come una corsa nel tunnel degli orrori del luna park, ma il motivo per cui è eccezionale è la creatività che sprizza da ogni soluzione, più che da chissà quale rivoluzione di scrittura, e il fatto che non mi senta in colpa per avervi spoilerato i dildo nelle orecchie dovrebbe farvi presagire tutto il resto, ma ecco, il bello sarebbe che il resto ve lo scopriste da voi.
Un po’ è che, in un mondo del cinema che ormai si regge per un buon 72,7% su inside jokes, colpetti di gomito e “hai capito? Il riferimento è a…”, per una volta un giovane SCEMO cresciuto alla corte di Peter Jackson ha fatto un film in cui si usa l’espressione “to pull a Burzum”, in cui si fanno battute sugli Anal Cunt e in cui le transizioni di scena sono manine scheletriche che fanno le corna, e potesse comparire qui davanti Aeloth il Cieco a sodomizzarmi con un manganello scheggiato se non è bellissimo per una volta sentirsi del tutto a casa e non doversi vergognare per un po’ di autoreferenzialità.

«Cercasi batterista senza un braccio per cover band dei Def Leppard. L’hai capita? Eh? EH?!».
Il bello del METALLO è che è una musica cafona e arrogante e volgare e che si rende conto di essere fuori luogo e fuori tempo e tendenzialmente, quando funziona bene, quando evoca davvero Satana, se ne sbatte e tira dritto comunque, perché quel che conta è urlare fortissimo, spaccare tutto e godersi l’attimo. E Deathgasm funziona esattamente così, sia da dentro (la soluzione a qualsiasi crisi d’identità o di volontà o di capacità del nostro Brodie è sempre VAFFANCULO A TUTTO! METALLO!) sia come film, perché sbatte in faccia a chiunque, metallari e non, quanto questa musica sia tutta scema e nel contempo la roba più bella e potente del mondo da ascoltare.
E se la volontà di potenza si deve tradurre in un trapano elettrico montato sul manico di una chitarra altrettanto elettrica per aprire un buco nella fronte dello zio fondamentalista cristiano trasformato in un demone assetato di sangue così sia, tanto alla fine METALLO.

METALLO
DVD-quote suggerita:
«METALLO»
P.S.: se proprio ci tenete a entrare nei dettagli tecnici, Deathgasm è un film girato molto bene, con un’enorme quantità di effetti speciali pratici e di succo di pomodoro e interiora finte e gente truccata da diavolo. Ha in più il delizioso vizio di utilizzare transizioni e altri trucchetti grafici un po’ meta (tipo le “sequenze animate con disegnini a matita”, quelle robe lì) ma di sfotterli e sporcarli di un’abbondante dose di METALLO, oltre che di cazzi demoniaci grossi così e grondanti sborra altrettanto demoniaca.

Nelle foto: il brainstorming per scegliere il nome della band.
*occasione peraltro per infilarci a tradimento una gag su Rick Astley che, porca puttana, mi ha fatto ridere.
Il trapano elettrico montato sul manico di una chitarra altrettanto elettrica è chiaramente un omaggio ai Mr. Big.
L’avete capita, eh?
“Daddy, Brother, Lover, Little Boy” :D
Ma l’hanno fatto prima loro o Eddie Van Halen in Poundcake? Sono semi-contemporanei mi sa…
Nel 1991 i trapani e le chitarre elettriche andavano via come il pane.
Ma allora sarà una roba da urlo per me che, in adolescenza, ero grassoccio e fissato con blind guardian, dnd & company…..
se ci sono anche i sadistik exekution con organizing sadistik abuse o shit è fatta e finita: https://www.youtube.com/watch?v=yHaty6XtGN0
Non mi ritengo un grandissimo fan del genere ma gli Anal Cunt li conosco da anni.
Bella recensione, molto appassionata! Non mancherò di recuperarlo.
La colonna sonora prevede pezzi di METALLO famosi, pezzi nuovi o semplicemente METALLO DIO #@*&%! ?? E i Turbulent Manifestation of Intestinal Gas esistono davvero, sì?
Gran parte è colonna sonora originale fatta tutta di METALLO, in mezzo c’è anche altra roba più famosa tipo gli Emperor, purtroppo non trovo una lista completa dei pezzi che ci sono. Appena torno a casa screenshotto i titoli di coda.
Purtroppo i Turbulent Manifestation sono la mia prossima band che non fonderò mai, non esistono davvero :-(
:-((((((
Se c’erano anche i Corpus Christi era perfetto…
Porcus Christi…
C’è anche un brano degli Skullfist che spaccano il cul-fist.
Grande rece, venduto!!!
Già inserito nella lista dei prossimi acquisti, anche se mi sa che dovrò patire ancora a lungo…per ora vedo solo un 4 febbraio per il BD in Germania, in UK butta male e c’è solo il DVD in prossima uscita (data ignota).
Il remake di Stage Fright aveva i suoi bei momenti (tipo la battuta sul Bukkake, che mi ha quasi ucciso dal ridere!), ma era un po’ troppo musical e troppo poco horror per i miei gusti, questo promette ben altre note!
METALLO!!!
METALLO \m/
Non vedo l’ora di vederlo. Voglio essere la bionda con l’ascia. Dove trovo il manuale per evocare il tizio?
ha detto che è un vinile!
cerchiamolo assiemeeee!!!!
Assolutamente si Anna.
Io per prima cosa chiederò l’ascia e il vestitino di pelle e METALLO a minne di fuori.
L’unico problema è trovare a Milano, dove non sono autoctona, qualcuno che ancora venda davvero vinili…
http://www.metropolis-dischi.it/
Facciamo pubblicità all’Alfiero, via.
Uh. Grazie Stanlio.
c’è anche Dischi Volanti e Serendeepity
@Stanlio
tu che bazzichi ancora da quelle parti a San Donato c’è ZigZag, che procura un pò quello che vuoi.
E che non lo so di ZigZag? Sta esattamente a trentasette metri a piedi da casa mia :-D
Ci ho comprato un sacco di metallo quando ero ancora al liceo, ricordo una volta che mr. ZigZag provò a convincermi che gli Stones sono meglio dei Beatles e io invece che ascoltarlo comprai Nightfall in Middle Earth perché c’era “Middle Earth” nel titolo e io avevo 15 anni.
Ok, mi sento a casa :D! Alcune precisazioni:
1) che i metallari siano passatisti, in realtà, è un clichè. Credo non esista genere che, negli anni, è stato più contaminato e imbastardito del metal. Basti pensare che, nel solo black metal, rientrano gente come i Peste Noire e i Darkthrone ( e poi quali Darkthrone? Quelli di “Transylavian Hunger” o quelli di “Circle o wagons”?). Forse negli anni ’80 e ’90, il metallaro medio (inteso come fruitore, e non come musicista) tendeva ad essere più categorico (ricordo le perplessità davanti a “Roots”, per dirne una…), ma sono almeno 20 anni che non è così. Nel 1999 andai ad un concerto dei Depeche Mode a Casalecchio sul Reno e posso dire che un nutrito numero di presenti portava magliette HM. Sicuramente era gente che si faceva le seghe ascoltando i Moonspell (me le facevo anch’io!).
2) Gli Oasis magari non ascoltavano gli NWA, però neanche solo i Beatles e, ai tempi migliori, sapevano essere acidissimi. Ricordiamoci che il brit-pop degli anni 90 è cresciuto fianco a fianco con le scene dance e trip-hop e che nel secondo disco dei Chemical Brothers c’è un brano suonato assieme a Noel Gallagher. E questo senza chiamare i causa i Primal Scream…
3) i Trivium fanno effettivamente cagare!
Non è questione di imbastardimento o meno del suono (e poi vorrei ricordarti le pernacchie proprio ai Darkthrone quando hanno smesso con le zanzare e cominciato con il rock’n’roll) quanto proprio di legame indissolubile con il proprio passato e poca voglia in generale di “andare oltre”. Cioè alla fine passano gli anni, passano le influenze ma siamo sempre lì tutti ad ascoltare una rimasticazione dei Black Sabbath e a vestirci di pelle e borchie. Che va benissimo! Intendiamoci. C’è una fortissima identità di genere, e aiuta a perpetrare anche questa idea di immortalità del metallo che fa sì che a 50 anni e rotti i Maiden pubblichino ancora dischi come se fossero gli anni Ottanta per dire. È chiaro che nel metal come in tutto il resto della musica tutta l’evoluzione ci sia stata, l’imbastardimento, gli ibridi, i metallari che smettono con il metal e diventano i Depeche Mode (salvo poi che ad aprile 2016 io mi becco i Paradise Lost che rifanno tutto Gothic dal vivo e allora di che stiamo a parla’), non sto dicendo che il metallo tutto sia un genere statico da sempre. Dico solo che un legame così forte (per i musicisti, ma anche e forse soprattutto per il pubblico) con il passato e con una certa identità molto ben definita (tematica, estetica, attitudinale, musicale) è una roba tipicamente metallara.
Per farla semplice, i Pentagram e Bobby Liebling ce li abbiamo solo noi.
(immagino comunque ci possa essere anche altra musica in giro a cui si possa applicare questo ragionamento o uno analogo)
E sugli Oasis, ci posso credere senza problemi che si sparassero la roba acida e magari pure i canti gregoriani, ma per l’appunto la mia obiezione era sugli altri Gallagher, quelli dei Raven, e quelli me li vedo più difficilmente a spararsi l’hip hop ecco.
Scusa, sui Gallagher avevo letto male il passaggio :). Però rilancio: magari i Raven no, ma, nella provincia dell’impero, ubermetallari nostrani come i Bulldozer concludono la carriera con una roba folle come “Dance got Sick” (a riprova di come ci fossero metallari che ascoltavano hip hop anche negli anni ’80). E vogliamo parlare dei Pubblic Enemy che campionano gli Slayer e degli Slayer che suonano nell’esordio dei Bestie Boys?
No ma chiaro, non sto dicendo che i metallari in toto sono rimasti intrappolati in una bolla temporale. Diciamo che il passatismo funziona a cascata, in cima hai i musicisti che fanno la musica che c’hanno voglia di fare in quel momento (e quindi hai gli Slayer che suonano con i Beastie Boys o hai Roots o hai i Fear Factory o boh), poi giù giù hai gli imitatori, quelli che invece odiano l’evoluzione e continuano a riciclare i Sabs, alla fine arrivi al pubblico dei metallari (che poi è il centro del film, che è un film di metallari, non di metal) e lì non puoi negate che passatismo e conservatorismo siano spesso medaglie da appuntarsi sul petto.
ho suonato con Bobby Liebling due anni fa al Bloom. Fuori di testa. e sì… un tipo così ce l’abbiamo solo noi.
Siamo d’accordo comunque che i Darkthrone rock’n’roll sono ancora i più fichi di tutti?
sick a Rio: WHAT?
http://metalitalia.com/wp-content/uploads/2013/10/pentagram-locandina-mezzago-2013-570×857.jpg?a06fe0
ma in Italia lo faranno uscire o dobbiamo evocare/invocare un altro Supplente Del Demonio per avere almeno un DvdRip?
Carissima, si trova tranquillamente in rete da mò, in versioni più che accettabili.
Il film mi è piaciuto, la sequenza dei dildo meriterebbe da sola il pagamento del biglietto (uscisse mai al cinema), ma per me ci mette una cifra prima di iniziare ad ingranare. Buono ma niente di più.
Più che una recensione, un perfetto trattato sociologico (detto da uno che ci ha pure provato a diventare metallaro, ma è sempre stato fermato dai MACCOSA del genere e della categoria di persone).
Il film sembra interessante assai. Me lo segno.
Non per fare il grammar nazi, ma e’ “summons”, non “summon”, terza persona singolare. Scusa, deformazione professionale da insegnante.
Non hai ascoltato abbastanza Manowar.
Sostituisci pure abbastanza con mai… non che sia un vanto…
E no, Deathgasm è il nome della band quindi è ‘summon’, plurale.
‘Le altre band suonano, i Deathgasm evocano Satana’.
Se e’ cosi’, mi cospargo il capo delle ceneri di una vergine e chiedo perdono a Satana in persona… a leggere solo il titolo (e non avendo visto il film, non ancora…), sembrava un erroraccio…
Come regola generale sarebbe “summons” perché in inglese di solito la band è considerata al singolare, come una persona collettiva. Ma Stanlio cita i Manowar, quindi è giusto.
Io comunque per l’edizione italiana voterei per MORTGASMO con la T, che aggiunge violenza e un mare di possibilita’ grafiche in piu’.
Appoggio in toto.
Sarebbe una più che degna traduzione ma credo che i geni della distribuzione, reparto titoli di merda, annoiati attorno al loro tavolo da riunione di cristallo voteranno per aggiungere un sottotitolo imbarazzante tipo deathgasm: l’accordo del diavolo.
Come poi accadde per Tenacius D e il destino del rock (!) dove kickapoo e belzeboss sono due bombette
Orgasmorte?…
Mi accodo per l’inserimento della “t”, nella remota ipotesi di un adattamento italiano: senza dubbio “Morgasmo” ha maggiore fluidità, insomma è più eufonico (e, volendo, può sembrare una crasi con la “morgue”), ma rischia pure di trasmettere un suono vagamente riflessivo (prima persona singolare anche senza l’apostrofo).
Arrivo fuori tempo massimo ma ci tenevo a dire la mia: METALLO PORCELLO
@Stanlio Kubrick hai provato il gioco Brutal Legend con Jack Black protogonista,Lemmy,Lita Ford e altri che non conosco l’avevo preso assieme a Lollypop Chainsaw(scritto da James Gunn).pensate che F.E.A.R 3 l’hanno fatto con l’aiuto del sommo John Carpenter.
i metallari sono gli unici che comprano ancora cd, non a caso le varie label fanno le edizioni più fighe solo per quel genere, RESPECT!!!
Al momento film dell’anno, insieme ad Hellions.
eh, ma vinci facile: il tuo anno ha previsto il frightfest. il nostro anno è un anno italiano…non sono arrivati nè hellions nè deathgasm (ufficialmente)
Pur non essendo mai stato metallaro mi è piaciuto un botto, finalmente un horror con tocchi demenziali che non fa cascare le palle. E’ un film su una passione potente fatto in modo potente che ti coinvolge pure se ascolti solo Cristicchi, dopo dieci minuti sei già lì coi cuffioni a palla tutto gasato e preso bene come Beavis e Butt-Head quando beccavano un bel video su MTV.
Cazzaccio! temo di non avere abbastanza cultura del METALLO, però un infarinatura ce l’ho… non vedo l’ora di vederlo in ogni caso.
Rimembro ancora i tempi andati…andarsene a scuola con gli Opeth nelle orecchie, obbligare la nonnina a vorticosi segni della croce ogni volta che entrava nella camera tappezzata di poster di morbid angel e deicide, sparare Anthems to the welkin’ at dusk a tutto volume facendo incazzare i vicini, le infinite discussioni con my old fart su stamusicademmerda quando cercavo di fargli ascoltare i Brutal Truth spiegando l’estetica del grindcore, il mio incedere funeral doom in onore dei My dying bride…poi ho scoperto le donne.
Ma il trailer e la tua recensione mi hanno generato una feroce nostalgia canaglia. Devo vederlo!!
off topic: piove anche lì a val verde, pare..
e ho dimenticato di chiudere il link.. shame on me!
Metallo! Metallo per Destino! [cit.]
Bello, divertente, METALLO e tutto il resto. Tuttavia manca di fattore rivedibilità, secondo me.
Insomma, dopo averlo visto non mi ha lasciato granché. Prima di vedere questa recensione nella home avevo completamente obliato l’intera esperienza, per quanto piacevole.
Al contrario, se ripenso a Turbo Kid mi sento pervaso da una certa fregola, una irresistibile voglia di rivederlo contrastata solo da una sorta di pudore (too soon!), di rivedere i personaggi, di rivivere la storia, di perdermi negli scenari post-atomici…
Forse la differenza tra i due film è che Deathgasm è un pretesto con un film intorno, e vive di riferimenti culturali e di strizzate d’occhio all’adolescenza sfigatella metallara. È come quell’unico tipo che indossa una maglia dei Megadeth nel campeggio estivo di fighetti e ciellini in cui sei imprigionato con tutta la famiglia. Finisce che ti ci aggrappi come fosse una fontana nel deserto. Salvo poi renderti conto, tornato in città, che è un cazzone senza appello, un pessimo amico e te lo sei dimenticato dopo dieci minuti. E magari i Megadeth ti hanno sempre fatto cagare.
Turbo Kid invece è un film con cuore e passione, che solo incidentalmente strizza l’occhio alla nostalgia degli anni ’80 ma non ne fa la sua unica ragion d’essere.
Insomma, il mio paragone è solo per spiegare il grosso MEH su Deathgasm: ben fatto, si fa guardare, ma alla fine è puerile, vacuo, pieno di cliché e già datato dopo mezz’ora dalla fine dei titoli di coda.
Ho letto solo le prime 10 righe, il PS, e guardato le foto, poi ho cominciato a sbattere forte la testa sulle note di “Corporal jigsore quandary” e non ho più ho capito un cazzo.
Stanlio, sei il califfo di tutti i califfi, ti amo (virilmente noghei).
Forever METALLO. Lo aspettavo tantissimo e non ha deluso. Esaltazione a mille. Abbracciamoci tutti sporcandoci a vicenda col proprio corpsepaint.
A me del metal non me ne fotte un cazzo ma questo film è bellissimo. Probabilmente come dice Stanlio non ho capito due terzi delle gag ma è una di quelle cose fatte con un entusiasmo tale che ti coinvolge anche se non sei del giro (il che potrebbe essere il discrimine secco tra citazionismo snob e brutto in culo per salire in cattedra e citazionismo come dichiarazione d’amore)
Mtal Upp your ass! scena dell’anno comunque
Metal up your ass*
METALLO
Ma quindi è una versione aggiornata di Morte a 33 giri?
Lo vedrò sicuramente.
Con morte a 33 giri ci sono cresciuto cazzo, anche se obiettivamente può essere un film di merda è stato il MIO film di merda nella fase adolescenziale.
Anche per me mortgasmo vince magari scritto con una croce rovesciata al posto della T…
Certo che i distributori non rischieranno certo che qualche padre possa rifiutare i soldi al figlio adolescente spaventato dal titolo, opteranno per qualcosa di stupido è banale come
“Demonrock” o “Decibel di sangue”
Questa recensione mi ha commosso abbestia e devo ancora vedere il film.
Comunque METALLO!!! \m/
La recensione mi ha fatto scassare dalle risate e mi ha ricordato i tempi in cui ascoltavo la band giapponese che ha fuso il METALLO con il glam rock e l’ideologia di gender: gli X Japan
A parte l’ot, mi sembra però la trama (a parte i dildi assassini) somigliare in parte a Tenacious D o sbaglio?
Ma soprattutto…. che cosa noi mangiamo? IL METAAAAAALLO!
METALLO
ORGASMORTE
Dai Nerorgasmo a Mortorgasmo.. no?
AAAAzzzzzzz…
…quindi mi state dicendo che è più figo di Morte a 33 giri…
Mooolto beeeneeee
peccato per lo scontro finale a livelli di tokusatsu con le pezze ar culo, davvero.
la band con tastiera pure mi ha fatto assai girare i coglioni, qualsiasi ensemble con tastiere o sta nel prog o sta con jem e le holograms ma NON è metal.
per il resto un film divertente, dignitoso e assai gustoso per gli appassionati.
personalmente avrei virato la ost più sul death e sul grind, ma sono gusti.
Visto il trailer: madonna, che minchiata.
Letta la recensione: ok, lo voglio vedere!
Grazie!
Vi amo un sacco per queste (e molte, moltissime altre) recensioni.
Mi unisco ai commenti dopo un sacco di tempo, anche se il film ero riuscito a vederlo poco prima della recensione, ma vale la pena perché posso dare un parere da uno che non è mai stato abbastanza METALLO, anche se gli amici provavano a fargli indossare le magliette – rispondevo IO IL METALLO CE L’HO DENTRO, ma in realtà se sei veramente METALLO il METALLO lo vuoi anche fuori ecco.
Comunque insomma, io sono l’altra metà del cielo, quello che giocava di ruolo più che altro, che è un po’ l’anima gemella del METALLO anche se preferisce le Full Plate Armor o il manuale degli incantesimi, e, anche se nel film la rappresentazione del genere è un pelo più stereotipata, ingrata e meno fina, e funzionalmente rimane più ancorato al ruolo equivalente a quello delle puttanelle che commettono il peccato di trombare all’inizio del film e devono essere punite per la sessualità disnibità – il peccato in questo caso è non essere abbastanza METALLO – io il film ci ho riconosciuto quella gente che mi era ed è amica anche se sono divverso da loro, e dico anch’io che è un film integro, come si dice “integro” dei politici o delle brave persone, ma con più riff dentro. Quindi: ci piace!
E comunque, una volta che sei false non torni più true.
Filmone!!!
ragazzi era da tempo che non ridevo cosi tanto,soprattutto per le gag di vita quotidiana!quanto sono vere! cmq filmone!
scusate, sbaglio o al protagonista D&D fa cagare? Non c’ho capito una sega io?
recuperato oltre tempo massimo.
Anche se non sono mai stato un metallaro purista confermo che questo film fa urlare METALLO!, e per una volta, non come in RatMan.
Gran bel filmetto!
Magari!
Lo hanno “rilasciato” oggi su Netflix.
Bellino
e infatti lo vidi proprio su netflix.
la rece di Stanlio è molto onesta e infatti a me, non avendo un background METALLO, non è scattata l’infatuazione.
resta cmq un bel prodottino, anche se ormai nel mio capoccione è talmente forte l’imprinting della ballotta di Spaced e della trilogia del cornetto che trovo una serie di cose venute dopo (incluso Deathgasm) abbastanza derivative.
8Finalmente visto dopo mesi in naftalina su Netflix.
Da metallaro, di quelli proprio sfiguzz che rappresenta il film :D , non riesco a immaginare come possa prendere chi non ama il genere, ma immagino un po’ come quando ci sono film strapieni di nigga con l’hip-hop e sono fatti così bene e con così tanto cuore che mentre li guardi pensi “HIP-HOP YEAH” (o quel che è il grido se esiste un grido) anche tu <3 .
Vorrei anche dire che la descrizione che il regista fa dare a Brodie del METALLO e del perché è bello essere metallari e ascoltare il METALLO è bellissima, vera, giusta, mi ha quasi fatto scendere un lacrime pensando alla mia tarda adolescenza.
Vorrei anche dire #2 che la protagonista in PARIGINE BIANCHE al primo appuntamento mi ha turbato come solo appunto nell'adolescenza lo si poteva essere.
L'unica sbavatura che ho trovato è la tanto acclamata scena dei dildo: troppo ripetuta. Alla prima fa ridere. Alla seconda è già una volta di troppo. L'hanno ripetuta TRE volte cazzo!