A Lucca, come ormai saprete, si è tenuto il primo convegno mondiale del cinema di menare, interamente a cura di i400calci.com che poi siamo noi. All’interno dell’evento, alla presenza delle massime autorità dello stato e delle più importanti cariche di menare, abbiamo cominciato a fare un discorso sul cinema d’azione e di combattimento dal nostro punto di vista. Abbiamo smentito luoghi comuni, preso posizioni scomode, elencato i paesi del mondo secondo una gerarchia di botte e infine fatto un confronto tra due film, uno di menare e uno “d’autore” (virgolette d’obbligo) per dimostrare quanto il cinema più serio e impostato prenda da quello di menare e quanto in realtà il cinema di menare rimanga migliore.
Tramite un sapiente montaggio video di scene e un racconto fatto dal vivo di quel che accade in esse, abbiamo dimostrato la nostra tesi. Da quel discorsone è stato tratto questo post, che è un adattamento, con i frame chiave al posto delle singole scene (che se volete vi andate a guardare). Non cambia la sostanza, cambia solo come è raccontata.
Siccome sono certo che tutti abbiate visto Rocky ma non che tutti sappiate cos’è Il discorso del re, per quest’ultimo mi dilungherò un po’ di più sulla trama.
A voi.
Entrambi i film cominciano con la data, che vuol dire tutto e non vuol dire niente, subito dopo Il discorso del re (da qui in poi IDDR) mostra immagini di un microfonone e poi il principe triste e mogio che attende spaventato di fare il suo primo discorso, mentre Rocky (da qui in poi ROCKY) parte con un immagine ad allargare dal faccione di Nostro Signore Gesù Cristo (da qui in poi Jesus) e subito del movimento, cioè un incontro. Questa sarà tutta la fondamentale differenza tra i due, ROCKY è un film di movimento e di corpi che ciò che ha da dire lo fa poco a parole e molto con la maniera in cui gli attori abitano e smuovono le scene; IDDR è un film di parole che però vuole raccontare la stessa storia di ROCKY, cioè un uomo che migliora umanamente superando una questione di fisico.
IDDR dunque mette prima il principe con la moglie nella più totale solitudine e poi mostra la mestizia del suo primo discorso, il suo problema infatti è che è balbuziente e la cosa non si addice ad uno della casa reale, ma più di tutte lo rende incapace di avere quell’aura di cui necessita per infondere fiducia al popolo. Il primo discorso è quindi un momento di sconforto.
ROCKY ribalta la questione e mostra prima il movimento, cioè il suo triste incontro e poi la mestizia e la solitudine nello spogliatoio. Le ho messe a confronto direttamente, le parti di solitudine e quelle di incontro per mostrare come siano presenti entrambe anche se poi nei film sono invertite.
A questo punto entrambi i film introducono i diversi personaggi. ROCKY parte subito con il pappone (che è una figura assente in IDDR) e poi a scalare Adriana e Mickey, mentre IDDR mette la moglie del principe di Galles a confronto con Geoffrey Rush che assume in sè sia la figura di Adriana che quella di Mickey, cioè è l’allenatore e anche l’artefice del risveglio sentimentale.
Come ROCKY infatti anche IDDR racconta di un uomo che trova equilibrio e svolta la sua vita (perchè prima era solo Principe della monarchia più importante del mondo, pora stella) grazie ad un allenamento propedeutico al raggiungimento di un obiettivo. Migliorare se stessi per credere in se stessi. La forza di volontà che piega il fisico.
Quel che accade in IDDR è che il re in carica muore e il legittimo erede al trono sarebbe il fratello del protagonista, non fosse che questi, per una serie di storie qui inutili, abdica. Dunque il principe che non aveva nessun piano di diventare re di colpo si trova con tutti i suoi problemi di balbuzie alla guida di una nazione, ha la grande occasione che nessuno credeva avrebbe mai avuto.
Dall’altra parte ROCKY viene scelto da Apollo come suo sfidante. Proprio consultando un librone di gente da pestare Apollo decide che sarà lo stallone italiano la sua vittima. Questo è il momento in cui si concretizza il destino in entrambi i film e che mette in moto realmente la trama, c’è un obiettivo per cui prepararsi. Solo che IDDR usa una serie di montaggi per enfatizzare la solitudine del protagonista mentre ROCKY usa un’inquadratura fissa con Apollo in primissimo piano e tutti dietro a muoversi, fino a che il suo preparatore non si sposta dal fondo fino a dove sta lui per sconsigliarli quello stallone italiano.
A questo punto bisogna allacciare i rapporti con l’allenatore e in entrambi i film si inizia con una litigata. IDDR mette il principe arrogante a confronto con il logopedista e lo fa infastidire perchè lui gli chiede di leggere un brano con la musica in testa. Il principe che sta per essere incoronato, lo fa controvoglia, a metà si stufa e se ne va. In seguito ascolterà la registrazione e sentirà che non ha balbettato, cosa che gli farà decidere di tornare indietro con la coda tra le gambe.
ROCKY fa tutto questo con una raffinatezza decisamente superiore. Perchè dopo che Mickey si reca a casa sua, saputo dell’occasione che gli è stata data, e che Rocky lo caccia malamente, in un’unica inquadratura fissa li fa muovere lungo la strada, dal primo piano fino allo sfondo (in diagonale) e poi di nuovo Rocky da solo verso il primo piano. Non sentiamo parole ma dal linguaggio del corpo e dalla musica capiamo che hanno fatto pace. Stesso risultato, metà del tempo e tutto con il linguaggio delle immagini e dei movimenti. Un altro passo proprio.
Non solo, mentre IDDR fa partire il montaggio dell’allenamento senza particolare enfasi ma badando alla propria boria (è fatto come un finto pianosequenza), ROCKY proprio da quel bel momento di calma, con la musica lenta e molto sentimentale, in cui due omini sono inquadrati nella grandezza della città e delle zone di periferia, stacca di colpo sulla sveglia del giorno dopo e si gioca una delle scene migliori, quella delle uova, cioè parte in quarta. Seguirà il papà di tutti i training montage, talmente famoso e influente che neanche lo voglio trattare, sarebbe ingiusto.
Come si diceva poco sopra Geoffrey Rush non è solo l’allenatore in IDDR ma anche assolve anche al ruolo di Adriana, cioè nella storia di un uomo che migliora se stesso tramite la dedizione, questo miglioramento prende sia la direzione della conquista fisica sia quello di una maturazione umana. Quindi c’è la scena del confronto, in cui logopedista e Re, si parlano, si misurano e l’uno entra dentro l’altro scendendo nell’intimità. Seduti.
In ROCKY invece il primo appuntamento è una bomba di puro cinema. L’idea pazzesca di mettere questi due tristoni su una pista da ghiaccio vuota e di riprendere tutto (o quasi) con un piano sequenza all’indietro dà un dinamismo pazzesco a quella che dovrebbe essere una scena di soli dialoghi. In questo film anche la parte sentimentale vive di movimento. I due si muovono per tutto il tempo e lo sfondo cambia costantemente, Rocky sembra scivolare ogni due passi e ogni tot si sente la voce del custode che punteggia e ritma la scena. Addirittura anche a guardare le sole battute queste sono molto più raffinate in ROCKY, perchè il confronto con Adriana non avviene esplicitamente come in IDDR, ma metaforicamente. In quel primo incontro infatti Rocky le racconta di pugili del passato, eppure nel dire questo è come se si dichiarasse, se si aprisse. Sublime.
Un momento bellissimo di Rocky è la sera prima dell’incontro quando lui si reca nella grande arena vuota per guardare il posto in cui il giorno dopo si deciderà la sua vita. IDDR lo riprende pari pari con il Re che va nell’abbazia di Westminster prima dell’incoronazione, quanto tutto è in costruzione. Solo che come al solito mentre IDDR cerca di tenere impalati gli attori Rocky compie scelte ardite facendo prima dialogare il personaggio a distanza con un’altra persona e poi inquadrando tutto da lontano, lasciando che Stallone cammini dallo sfondo fino al primo piano per sottolineare l’ampiezza di ciò in cui si sta per buttare.
Tornano gli spogliatoi ma, rispetto all’inizio è tutto diverso. IDDR è giunto al suo momento topico, il re deve fare un discorso fondamentale alla radio, uno che infonda sicurezza al popolo perchè è iniziata la seconda guerra mondiale, il fronte interno non deve crollare e ci vuole una voce che sappia dare fermezza, che sappia rincuorare. Non bisogna mai balbettare e non si può registrare niente, bisogna andare in diretta con un unico grande discorso perfetto. Il film dunque mette allenatore e “atleta” insieme in una scena carica di tensione, ROCKY invece monta incrociati i due pugili che vengono preparati, in silenzio, solo con i rumori di scena e poi lo fa inginocchiare davanti allo specchio. Per entrambi i film si riprende la scena iniziale ma con un tono di rivincita, di nuovo però il film di menare compie una scelta decisamente più ardita.
Lo stesso si può dire dell’ingresso nell’arena. IDDR necessariamente mostra un momento di moderato entusiasmo, si tratta pur sempre della monarchia inglese, ROCKY ne fa un’occasione di chiassoso spettacolo, prima con lui che arriva e uno scambio comico con Paulie e poi con il grande ingresso di Apollo. Entrambi i momenti devono creare tensione ma è evidente che ROCKY, insistendo sulla portata dell’avversario e la difficoltà della sfida, riesce a crearla meglio di quanto non faccia IDDR che invece punta sul luogo angusto e gli sguardi tra attori.
Per entrambi l’incontro è un momento che si divide tra protagonisti e pubblico. IDDR inquadra sia il re che parla, sia il popolo che ascolta e usa la tensione della balbuzie, la speranza che non sbagli, come mezzo per andare avanti. ROCKY invece utilizza la voce dei commentatori per intrattenere il pubblico durante la festa delle mazzate. In entrambi i casi all’interno dell’incontro c’è una narrazione, cioè non è solo il confronto o la prova ma accadono cose, c’è un andamento non lineare tra alti e bassi, momenti di esaltazione e altri in cui si teme il peggio. In entrambi i casi il protagonista fa la sua prova ma ha accanto allenatore e supporto sentimentale.
Infine la soddisfazione finale. Questo è l’unico punto in cui i due film divergono e in cui IDDR fa una scelta molto più scontata e facile, cioè sceglie il percorso dritto. Il Re ha fatto il suo discorso alla nazione e non ha balbettato: felicità. Ha vinto. Leggendo le immagini da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, il logopedista si congratula con sguardo di fiera ammirazione, la moglie lo ama e le figlie lo abbracciano. Soddisfazione umana e professionale, è un vero re, tanto che alla fine esce al balcone e saluta i sudditi ma mentre lo fa, l’ultima inquadratura è dietro di lui, al logopedista. Nel grande trionfo, nella folla, in realtà queste due persone sono collegate più di tutte le altre. FINE
Invece ROCKY compie uno scarto grandioso, non procede dritto, lo vedete nel video qua sotto che ho messo anche se la scena la sapete a memoria ma serve ad intenderci con il minutaggio. L’incontro finisce e parte la musica. Cioè non c’era musica durante l’ultima ripresa che pensavamo fosse il momento risolutorio, questa parte alla fine, al minuto 8.15, ed è anche una musica incalzante, d’azione, perchè è lì che sta iniziando la vera scena finale, non c’è da rilassarsi, il film non è per niente terminato, anzi, il bello deve ancora venire. L’arbitro comincia a leggere il verdetto e Adriana tenta di raggiungere Rocky che la sta chiamando. È tutto concitato, tutto corpi stretti, manca l’aria. IDDR fa camminare il re negli ampi saloni per prendersi il suo moderato giro di gloria e poi il bagno di folla mentre qui c’è un montaggio alternato tra la stasi di Rocky, immobile e il movimento di Adriana che deve attraversare l’arena e la sentiamo effettivamente la sua difficoltà nel farsi strada tra la gente, a 8.56 perde anche il cappello nel tentare di passare senza curarsene.
Siccome questo è un film di corpi e non di parole Rocky è visibilmente a pezzi, con gli occhi chiusi, sudato marcio e lo stanno assillando ma lui quasi piange perchè vuole Adriana. È connotato fisicamente in una maniera fortissima, non ha niente di normale. È diventata iconica la maniera in cui urla “ADRIANAA!!” e per certi versi anche un po’ ridicola ma il punto è questo: un omone massacrato di botte che urla come un bambino. Si era cercato l’effetto forte.
A quel punto arriva la sorpresa: ha vinto Apollo, cioè il protagonista ha perso l’incontro, ma la vittoria di Apollo la vediamo malissimo, a 9.07 lui è inquadrato in mezzo a mille persone che esulta, non è importante, la regia ci si concentra il minimo indispensabile per rimarcare come la vera storia non fosse quella, quanto ciò che si sta svolgendo da un’altra parte, del resto l’avevano detto che l’obiettivo era arrivare fino alla fine e non vincere. Così mentre la musica giunge al finale, a 9.27 Adriana raggiunge Rocky e gli occhi cominciano a sudare a tutti quando lei gli dice il più banale degli “I love you”, perchè questa frase di una banalità sconvolgente stavolta ha un senso che è stato caricato dalla difficoltà di tutta quest’impresa, una difficoltà sentita sul corpo e non nelle parole.
https://www.youtube.com/watch?v=Q_qhLRUh66k
Insomma nel momento che conta più di tutti, quello che deve tirare le fila della grande sfida annunciata e gestire quel sentimento molto complesso che è “la soddisfazione” dello spettatore, invece che andare dritto per dritto alla vittoria più facile e scontata, ROCKY sceglie la via più originale. Compie questa finta di corpo, si sposta, fa perdere l’eroe per affermare con ancora più forza che in realtà ha vinto l’unica battaglia che contava, quella con se stesso per cambiare la propria vita. Non era la vittoria dichiarata dai giudici a importare ma quella del protagonista con se stesso e ci convince di tutto ciò con un trucco di puro cinema.
Chapeau al cinema di menare.
Mi è scesa una lacrima mentre sono seduto sul wc con il telefono in mano
E non sono i paccheri e nduja di ieri sera
Brividi lungo la schiena.
Probabilmente il vostro migliore aritcolo di sempre, sicuramente nella top 3.
Applausi a scena aperta, complimenti davvero.
che bel modo di cominciare la giornata!
complimenti e grazie, bellissimo pezzo!
Boh, mi sono commosso seduto sul cesso. Non mi ricordo che mi sia mai successo.
Sto pezzo è una bomba atomica, una cosa fondamentale. Manco servono i complimenti perché tanto sono scontati.
Io alla fine ero triste di non poter avere la registrazione del convegno di Lucca proprio perché lo sapevo che quando qua dentro si fa una cosa si rompe il culo a tutti.
Grazie davvero. Ora non so bene che farci con tutto sto sentimento, ma la giornata ha avuto senso.
Grandissima analisi.
Film non brutto ma mediocre versus storia del cinema giusto. Chiacchiera versus movimento, in cui vince il secondo non solo per noi fancalcisti ma per il mondo intero, e sono pronto a scommetterci se facciamo un sondaggio all’uomo della strada.
Chissà quante altre potenziali situazioni del genere ci sono in giro, ovvero confronti tra film di menare e film “d’autore”… nuova rubrica?
Bell’Articolo, ROCKY vince 3 a 0 contro IDDR.
IDDR manca pero’ di un fondamentale elemento che ROCKY ha: Apollo Creed, l’antagonista. IDDR non presenta un elemento simile e non poteva essere altrimenti.
A meno che Giorgio V e Adolfo non si incontravano in campo neutro a darsele di santa ragione in un plot-twist alla Shymalan.
si in teoria il nemico del re erano i nazisti… Ma stiamo parlando di un film da Oshcar, quindi non ci si mena, al massimo si parla
Braveheart però…
Fino a 10 minuti fa IDDR mi piaceva…
AMMIRO
Lacrime agli occhi. Complimenti. Siete i migliori.
Grande post. Più che per l’analisi conparata alla Vogler/Snyder per i mille momenti in cui svela come e quanto il cinema di menare fatto bene owna il cinema d’autore facilone.
Mi sudano gli occhi.
Lagrimae :_(
cazzo, siete i migliori. ho pianto. mammamia. vi amo.
grandissimo Jackie.
Un articolo che è quasi un manifesto (quasi, sennò arriva San Nanni e mi bombarda).
Anche a teatro si ribadisce l’importanza del mostrare con il gesto piuttosto che descrivere a parole – e perchè mai il cinema dovrebbe essere diverso.
Anzi!
Grazie per il bellissimo confronto!
Non è che tutto ciò aiuti riguardo il puppare la fava per non essere stati a Lucca (scaccia fastidiosa cosa sulla nuca) ma è tutto molto vero. Viva il cinema di menare.
A quando l’enciclopedia del cinema de i400fottuticalci?
ps. Oh, ms stiamo facendo i vaghi su Creed?
il materiale uscito fino ad adesso è abbastanza una bombetta.
Dopo aver letto gli altri commenti mi sento un po’ meno pazzo ad essermi quasi commosso…
Grandissimi!
P.S.
Fra le righe io ci ho letto anche una distaccata approvazione verso IDDR che seppur appartenente al cinema sbagliato porta a casa l’onore delle armi dopo essersi confrontato contro un peso massimo
Lacrimoni e complimenti.
Oserei dire che internet ha un senso perché c’è e gente come voi…
comunque i minuti indicati nel post sono sbagliati rispetto al video postato. me ne sono accorta solo alla terza volta.
hai ragione, colpa mia, avevo cambiato all’ultimo video e non l’ho copiaincollato
ora è corretto
Mi sento un cretino, è la prima volta che mi commuove una critica cinematografica. A fine articolo avevo un groppo in gola e gli occhi lucidi. Avete fatto una gran cosa. Bravi.
Lunga vita al cinema di menare.
Piangere in ufficio, check. Ogni volta che lo rivedo il piagnisteo comincia lento, dall’espressione di Apollo quando vede che Rocky si rialza e si conclude nell’ultima inquadratura con me che tiro pugni di approvazione sul bracciolo del divano col viso ormai solcato da due fiumi in piena.
Triplo Chapeau!
Come suggerito da qualcuno ci sono i presupposti per un rubricone interessante.
Vabbè, dico solo che ogni volta che rivedo l’incontro in Rocky, al papagno del primo KO mi parte una fontana inarrestabile. Che per giustificarmi dico che mi è andata una baguette nell’occhio.
Quando invece il re fa il suo discorso, no.
E questo per me fa tutta la differenza
Tutto molto bello… c’é un refuso sotto l’immagine del training montage.
…ma anche assolve anche…
Cordialità.
Wow. Solo…Wow. Non credevo si potesse scrivere qualcosa di così metodico e galvanizzante allo stesso tempo!
Stasera riguardo Rocky. Mi accodo alle 400 lacrime. Grande Jackie, ti vogliamo bene
Lo vidi al cine con mio papà, avevo 10 anni. Figuratevi l’impatto. La mattina dopo prestissimo mi misi una felpa ed uscii dalla stanza d’albergo, a correre. Poi ovviamente rivisto ma mai con la lente che ci avete regalato oggi, grazie, bellissimo pezzo.
Vabbeh grande analisi come hanno detto tutti e cinque alto soprattutto perché così non devo vedermi sto Discorso del re.
Che poi la cosa peggiore non sono neanche i film d’autore che ricalcano la struttura dei grandi film di menare o di altro genere, ma i film d’autore che per esigenze di r̶e̶a̶l̶i̶s̶m̶o egotismo del regista una struttura manco ce l’hanno, quindi c’è solo gente che parla con l’aggravante che non c’è nemmeno sviluppo di storia e personaggi.
Il ritratto del 50% del cinema italiano.
Qualcuno ha detto La Grande Bellezza? XD
Davvero un articolo eccezionale ed uno dei migliori di sempre!
Questa!
è!
Cult-ura!
Però tutti che ci commuoviamo per un film… Forse non siamo i fruitori giusti per i 400 calci.
è anche per questo che siete il miglior sito italiano dedicato al cinema di menare…
…è anche per questo…
…
Non ho ancora finito di leggere tutto l’articolo ma vi posso dire che mi sono venuti i brividi per il pezzo che racconta la litigata con Mickey e successiva riappacificazione.
Mi sarebbe proprio piaciuto venire a Lucca a vedervi e ad ascoltare questo pezzo di storia del cinema così ben raccontato, magari l’anno prossimo.
Secondo me dovreste fare più spesso articoli di questo genere, così per spezzare un pò e per arricchire la nostra cultura cinematografica.
Magnifico.
Acciderboli che analisi da capogiro..
Secondo me dovresti mangiare meno droghe.. ;)
Buona digestione
Non è che ci voleva un articolo cosi bello – tra l’altro – per dimostrare che Rocky è meglio de IDDR. IDDR infatti è un film pallosissimo e mi sono pure addormentata dopo un quarto d’ora.
Per il resto secondo me la distinzione tra “film di genere” e “film seri” secondo me è vecchia come il cucco. Io credo che i generi non sono da vedere come argomenti a se stanti, ma nella struttura del racconto come degli strumenti. A seconda di quello che vuoi dire decidi il tono e lo strumento da utilizzare.
Come detto da Jackie questi due film praticamente parlano della stessa cosa: il riscatto di due sfigati tramite la strenue lotta contro i loro limiti. Solo che uno lo fa con le botte e l’altro con le tazzine di tè. Ma Rocky è un racconto palpitante, romantico e disperato al tempo stesso. IDDR invece è una gigantesca pianta grassa su per il colon retto.
Lo stesso discorso si può fare per esempio con Gravity e con Vivere di Akira Kurosawa: in fondo sono due film sulla depressione e su come trovare un modo per uscirne, nonostante tutto. Diciamo che Gravity è tutta una gigantesca metafora, cosa che (secondo me) lo rende un capolavoro.
Per concludere, dico anche che molto spesso spostare una storia dalla gabbia del realismo per elevarla ad allegoria può renderla molto più efficace. Insomma, quanto è attuale il messaggio lanciato da Mad Max Fury Road? La storia di un tiranno che possiede un bene comune, l’acqua, e la gestisce tutta per sè, centellinandola per quelli che stanno in basso?
Praticamente la storia di tutti i film di Ken Loach. Solo che i film di Ken Loach sono prevedibili e didascalici. Fury Road è un film perfetto sotto ogni punto di vista e quegli stessi messaggi che Loach cerca di lanciare da una vita nei suoi millemila film li ha riassunti ed esposti con una forza incredibile.
My Two cents
comprendo quel che dici e i paragoni che fai ma mi pare che la situazione qui sia un po’ diversa perchè non solo i film parlano della stessa cosa (un uomo che, ricevuta un’occasione insperata, cambia la propria vita con una forza di volontà tale da piegare i limiti del proprio corpo) ma sono proprio uguali, organizzati nella medesima maniera, con la medesima scansione delle scene.
E la superiorità di Rocky, secondo me, non è solo come dici tu di essere palpitante (che pure è) ma sta nella sua essenza di film di menare, cioè nel movimento. È un film che tutto quel che dice lo dice con i corpi e le azioni e non con le parole, come il secondo. Non solo Rocky è meglio di IDDR ma il cinema di menare è migliore degli altri.
applausone a questa doppietta.
Si si io l’ho presa un po più alla larga, per dire che il cinema di genere, o da menare, ecc ecc spesso viene denigrato per nulla, non è il genere di appartenenza a decidere cosa è meglio o no, ma il concetto che vuole esprimere.
Rocky ci riesce meglio a esprimere lo stesso concetto de IDDR perché ha scelto lo strumento più adatto: i pugni! Ovvio che la storia di un pugile dei bassifondi riesce ad essere più pregnante di un re che balbetta! Ovvio che un combattimento all’ultimo sangue mi inchioderà alla poltrona più di uno che non sa dire di-a-da-in-con-su-per-tra-fra!
Comunque articolo meraviglioso, si vede che di cinema ne capite a pacchi, e la cosa bella è che riuscite a sciorinare perle di saggezza celate in un’ironia geniale. Vi stramo <3
In realtà questo post ha aperto un mondo nuovo alla mia ossessivo-compulsività per ritrovare schemi simili o identici in film diversi (ho ancora segni delle sassate di quando uscendo dopo aver visto il Gladiatore dissi che era Braveheart into l’anticaroma).
Ora passerò il weekend a capire che altri film ricalcano completamente o in parte un film di menare a caso, sappiate che se mi trovano mummificata davanti al televisore mi avete sulla coscienza.
Be comunque lo schema con cui sono affondati gli attori protagonisti di entrambi i film che hai citato è identico
Mel Gibson è finito alcoolizzato
Russel Crow è finito a fare i film con Gabriele Muccino
Insomma il parallelismo io glielo trovo!
Capolavoro di articolo, grazie ragazzi. E grazie anche a tutti quelli che hanno commentato seduti sul cesso, mi hanno fatto sentire a casa
Io vi amo perché riuscite ad esprimere cose che sento da una vita che non saprei articolare e analizzare così bene.
Vi lovvo perché date una ragione in più ai miei film preferiti
W il cinema di menare
ESATTO!
P.s. mica capito perché tutta questa gente si è commossa…
dillo che non hai guardato il filmatino, su.
Ahah, no in effetti
Grazie.
Prima di questo post immaginavo di essermi perso una roba epocale non venendo a Lucca.
Dopo il post ho la certezza che la mia immaginazione comunque sottostimasse il danno. :)
A parte scherzi, analisi stupenda.
Articolo incredibile! Al di la della bellissima analisi sui film specifici l’articolo apre una grande diatriba tra cinema di menare (o di genere, se vogliamo allargarci) e quello dichiaratamente “impegnato”. Questa cosa mi sa anche di dejavu, di quelli belli, in cui un mio professore di sceneggiatura ai tempi della scuola (di fumetto) ci portò alla prima lezione una vhs con montato da lui Lezioni di Piano con (non sono sicuro visti gli anni passati) Terminator 2. Al di la dei film montati la questione era che, prima di cominciare qualsivoglia analisi sul modo di scrivere una sceneggiatura, si doveva capire che IL GENERE era una bomba e che si poteva raccontare un determinato tipo di storia senza per forza fare gli intellettuali di sto cazzo (seguirono varie lezioni sui generi, appunto). Ne ho un bellissimo ricordo e leggere questo articolo mi ha dato le medesime emozioni a distanza di tempo. Complimenti quindi a Jackie Lang (che ammiro anche altrove) e al cinema di genere e di menare tutto.
Come sempre grandissimo Jackie. Mi ha fatto venire voglia di spararmi subito Rocky appena potro’con i miei figli.
bravissimo Jackie, un pezzo con davvero del genio dentro. A Lucca oltretutto eri perfettamente sincronizzato col filmato pure parlando a braccio.
Ho sposato una fan della Austen al punto che Crepascola chiama la scrittrice di Ragione e Sentimento ” Lagein ” e quindi so da anni della famosa versione BBC di Orgoglio e Pregiudizio con il signor Firth nel ruolo di Darcy che ha poi replicato nel Pride & Prejudice x i nativi digitali ovvero Bridget Jones. Non so cosa ne avrebbe pensato Jane Austen, ma dalla signorina Jones in poi x me Colin è Pescelesso Firth. Non che lo dica troppo spesso davanti alla mia sposa che invece ne apprezza il carisma.
Quando è arrivato nelle sale del regno IDDR sono riuscito a scamparla, accampando una scusa piena di cavallette ed altra roba che avevo preso da un classico con John e Dan, ma mi sono ritrovato davanti a IDDR quando ha solcato SKY. Non sono mai stato il + sveglio della banda, ma m i è parso subito lampante che l’intera stramaledetta operazione era un pamphlet – termine che non so pronunciare se non sono brillo e bevo di rado, ma mi sembra + cool di libello – contro Sly Stallone. Firth è un vecchio commie che vive nel Chiantishire , spizzica pure l’italiano e il borghese Rupert Everett dei tempi di Another Country non lo sopportava x la sua militanza e solo recentemente ha fatto pace con Pescelesso. Insomma un tizio che recita spesso e volentieri in pellicole candidate a premi e che è ancora noto in UK x esser emerso dalle acque con la camicia appiccicata al torsolo nella mini BBC di cui ho detto e persino la mia insegnante di inglese lo avrebbe impalmato on the spot e non prestava a nessuno la cassetta con la miniserie della BBC eccetera nella parodia di un film che ha reso celebre un attore sagace sceneggiatore, ma dal muso da picchiatore ex camallo con seri problemi ad esprimersi in una lingua qualsiasi che non sia la onomatopea di un guantone che colpisce il sacco. Un colpo dannatamente sotto la cintura. Con un allenatore che è stato Kasanova Frankestein ed il Divino Marchese e quel pirata che entra in conflitto con uno degli altri pallini di Crepascola. Uno sfregio. Se fossi stato Sly avrei sequestrato Pescelesso e lo avrei costretto a guardare x un’ora i quadri che il divo di Rambo e Rocky e Fuga x la Vittoria dipinge quando non è sul set a picchiare qualcuno o qualcosa. Cattivo Firth, cattivo.
Vabbé che articolone! La perfetta analisi di cosa è il cinema fatto bene. IDDR ha vinto i premi oscar perché lì vengono premiati sempre i film che parlano di handicap… però più che Cinema a me sembrano documentari, in cui si premia il cosa viene raccontato e non anche il come. Storie che andrebbero bene per quei programmi del dolore dove si racconta delle vite difficili, dolorose. Storie che possono anche farti sudare gli occhi un po’, ma non buone per farci un film, per intrattenere un’ora e mezza/due.
Il cinema di menare non è solo migliore, ma è proprio l’essenza del Cinema, invece questi film di parole e sentimentalismi eccessivi sono storie che andrebbero raccontate nei libri o nei reality.
Chi ha paura della forza delle parole? Chi sa solo menare, ovvio…
Grazie per l’invidia Alex, la apprezziamo ogni volta.
Un pezzo formidabile, scritto col cuore. Inizialmente esitavo a causa della lunghezza. Ho pensato che non ci sarei arrivato mai in fondo, ma poi ho iniziato a leggere. E non solo l’ho letto tutto d’un fiato ma quando ci sono arrivato in fondo mi dispiaceva che fosse finito. Come accade con un bel film di menare, insomma. Pollice alto. Sito migliore del mondo senza se e senza ma.
Senza parole o forse troppe ma inutili…COMPLIMEMTI!
tra l’altro proprio stasera c’è Rocky su rai3
Grandissimo pezzo!
@Jackie, c’hai mica qualche testo da consigliare dove posso trovare qualcosa di almeno paragonabile, anche se non tanto maestoso ?
il canale every frame a painting di YouTube è una miniera
Oddio cosa mi hai fatto scoprire… e anche oggi non si lavora
L’ho scoperto da poco quando cercavo roba per approfondire il buon Bay, ms un ripasso fa sempre bene, grazie.
Bel pezzo, davvero. Secondo me però i film sulla boxe partono avvantaggiati, perché la vita stessa è un ring. Tiri un buon colpo, poi improvvisamente vai al tappeto, poi ti rialzi e cosi fino al gong finale. Io poi mi sono commosso anche per Atom, il robottino di Real steel.
Bel pezzo e ottima analisi di come, al cinema, movimento e azione siano superiori alla parola…
Giusto per curiosita’: qualche tempo fa consigliai a un amico la visione di You’re Next (l’horror di Adam Wingard). Questa persona mi stava chiedendo suggerimenti per film horror un po’ diversi dal solito. Il film non gli e’ piaciuto (ma e’ uno con gusti incredibilmente difficili, per cui non fa testo), ma ricordo che passammo un po’ di tempo a discutere di come la struttura del film fosse identica a Home Alone, e di come quest’ultimo fosse copiato dal primo Alien… il caso di Rocky e’ diverso, si tratta di un film che viene ricalcato paro paro, ma l’idea che film possano prestarsi intere strutture pur risultando diversi, mi affascina parecchio.
E da qui a Vogler il passo è breve, e anche agevole!
qualcuno di rai3 deve aver letto l’articolo: ieri sera è adnaot in onda rocky.
Bravo Jackie, articolo interessante.
Se ci sono altri paragoni di questo tipo dovete farne una rubrica!
Mamma mia.
Complimenti, ecco perchè il web ha un senso.
Grazie.
Per non saper né leggere né scrivere, io la butto lì…
#400tv con Rocky?
#400tvrocky
anche se mi pare ci sia già stata
Fantastico! Magnifico!
Confermo la lacrima alla fine.
Non potrei essere più d’accordo.
Bei tempi quelli di «Rocky», 1976 e dintorni. Negli Stati Uniti che, lasciati alle spalle Vietnam e Watergate, festeggiavano il Bicentenario dell’indipendenza dalla monarchia di Giorgio III (con annesso quadrangolare di calcio cui parteciparono gli azzurri di Bernardini-Bearzot, ma soprattutto Pelé e Bobby Moore nel Team a stelle e strisce), il grandioso apologo pugilistico di Stallone & Avildsen venne a celebrare un American Dream che non era ancora “made in China”, come oggi sentenzia il pescecane dell’imprenditoria Christoph Waltz nella più brillante battuta di «Horrible Bosses 2».
Colin Firth, è già stato ricordato, vive buona parte dell’anno in Italia e conosce quanto basta la nostra lingua: a me piace pensare che, ove gli capitasse di scorrere la geniale disamina Langhiana, anche lui troverebbe estremamente suggestivo il confronto ed altrettanto persuasive le conclusioni, con il rammarico di non aver potuto fare una puntatina in quel di Lucca (come invece aveva fatto qui, almeno una volta, per il Palio).
Ho detto ciò tenendo conto di una ragione precisa. Sappiamo bene che il distinto gentiluomo non solo è passato in pochi anni dal ruolo di «KING (‘s Speech)» a quello di «KINGSMAN (- The Secret Service)», abbracciando con tutti i sentimenti la causa del cinema di menare, per giunta nella declinazione più fumettistica ed esplosiva; ma lo ha pure fatto quale mèntore – inizialmente respinto a muso duro – di un promettente «Jesus of Suburbia», al quale offrire un’irripetibile occasione di palingenesi (per riconoscenza verso il padre, un amico e collega caduto combattendo), da giovane borderline in balìa di un pappone a gentleman artefice del proprio destino.
Significativa, nel perseguimento della mèta, la citazione di Hemingway che viene elargita: “There is nothing noble in being superior to your fellow man; true nobility is being superior to your former self”.
L’altro motto che, in momenti diversi, tanto il super-agente veterano quanto il suo ricettivo allievo scandiscono ad alcuni bulli da pub, prima di ricondurli a più miti consigli, è invece “Manners – Maketh – Man” (Do you know what that means? Then let me teach you a lesson…).
E se le maniere definiscono l’uomo, il menare definisce il cinema; e Sylvester è il suo profeta.
Amen
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:-)
Bell’articolo, grazie per l’analisi!
Che questa interpretazione colga nel segno Lo dimostra un’ intervista al regista de Il discorso del re. Alla domanda: c’è una scena nel film, dove re Giorgio VI guarda i cinegiornali di Hitler, e dice che non ha idea di quello che sta dicendo, ma lo sta dicendo piuttosto bene. Per quale ragione il re parla positivamente di Hitler?
Tom Hooper risponde:La responsabilità di questa scena è mia. Penso che questa sia la situazione in cui re Giorgio IV si trova in quel momento. Come se dicesse:questo è il mio avversario, guarda cosa è capace di fare con il potere della parola. Io sono terrorizzato del microfono e lui sa usarlo in modo ipnotico. Per convincere le persone a seguirlo, per impadronirsi del potere e per commettere un genocidio.
Non sta ascoltando le parole. Non sta dicendo niente di favorevole su Hitler, tranne il fatto che appare come un oratore efficace. È come prima del grande incontro, quando Rocky affronta il gigante russo e dice: devo conoscere il mio nemico,ecco: “Questo è quello che devo combattere.” Link dell’intervista completa http://www.denofgeek.com/movies/rocky/16836/colin-firth-and-tom-hooper-interview-the-king%E2%80%99s-speech-rocky-iv-and-more