Subito sigla. Che più scontata non si può, lo so, ma chi sono io per non mettere i Led Zeppelin se ho una scusa per farlo?
httpvh://www.youtube.com/watch?v=mRJ9_yHiNmg
Cesare Pavese, dopo aver tradotto nel 1930 per la prima edizione italiana il Moby-Dick di Melville, scrisse:
“Leggete quest’opera tenendo a mente la Bibbia e vedrete come quello che vi potrebbe anche parere un curioso romanzo d’avventure, vi si svelerà invece per un vero e proprio poema sacro cui non sono mancati né il cielo né la terra a por mano”.
“La Bibbia e Moby-Dick” oggi è forse uno dei parallelismi più noti nella storia della letteratura, ma Melville, iniziando il romanzo sfacciatamente con “Chiamatemi Ismaele”, questo lo prefigurava, anzi agevolava, già dal suo incipit.
Continuava poi Pavese:
“(…) La coerenza del libro si celebra proprio in questa tensione che l’ombra fuggente del mistico Moby Dick induce nei suoi ricercatori. (…) La ricchezza di una favola sta nella capacità che essa possiede di simboleggiare il maggior numero di esperienze. Moby Dick rappresenta un antagonismo puro, e perciò Achab e il suo Nemico formano una paradossale coppia di inseparabili. Dopo tante disquisizioni, tanti trattati e tanta passione, l’annientamento davanti al sacro mistero del Male resta l’unica forma di comunione possibile”.
“La ricchezza di una favola”, quindi, e dietro la favola c’è sempre la realtà, come del resto c’è dietro alle parabole sacre: tutte forme che reinterpretano con più livelli di lettura, attraverso anche l’esasperazione dell’epica, una storia semplice affinché possa parlare a tutti e per sempre.
Moby-Dick non fa eccezione e In the Heart of The Sea cerca di raccontarci quella storia semplice che sta alla base dell’epica sacra del testo di Melville.
Il film si fonda, come ormai probabilmente saprete, su un bel libro omonimo di qualche anno fa, che consiste in un’accurata ricostruzione storica basata sui documenti e i resoconti dei superstiti del tremendo naufragio della baleniera Essex, misteriosamente speronata e affondata da un gigantesco cetaceo bianco al largo del Pacifico. Un libro, alla base di un altro libro, ora in un film. È complicato, lo so, è una scatola cinese di punti di vista, ma secondo me è importante tenere conto di questo: la prima cosa da fare guardando il film è dimenticare il libro di Melville. Se leggendo Moby-Dick dovete tenere presente la Bibbia, vedendo questo film dovete tenere presente solo il libro omonimo.
Perché non avrete il lirismo e il respiro biblico del libro di Melville, non avrete le figure simboliche coi nomi tratti dall’Antico Testamento e non avrete la spirale autodistruttiva e catartica di Ahab. No, avrete un disaster movie ambientato in mare agli inizi dell’ottocento, in cui però, se avete letto Moby-Dick, riuscirete a scorgere gli elementi di questa storia che, filtrati sotto la lente di un autore coltissimo, hanno originato il Capolavoro. Nel caso invece non aveste mai letto Moby-Dick innanzitutto fate ammenda, quantomeno ascoltandone il bell’adattamento radiofonico fatto da Rai Radio Tre, e poi godetevi un solido film d’avventura che sta in bilico tra Master & Commander e Alive: I sopravvissuti. In bilico proprio nel senso che fino ad un certo punto è il primo film e poi sfuma nell’altro.
Il libro è più crudo rispetto alla pellicola, lucido e pragmatico nel raccontare la sciagura come un libro di storia deve fare, e manca praticamente di tutte le cose che ho trovato brutte e fuori posto del film, ovvero tutta una serie di simbolismi che nel libro non ci sono e nel film figurano a scopo patetizzante ma puzzano di forzato, probabilmente anche se non si è letto il libro.
Ron Howard è un autore che stimo, perché stimo i narratori semplici ed è caratteristica questa che spesso gli viene imputata in senso negativo. Per me non lo è, quan do gli vengono bene i film è un narratore lineare a cui non interessa reinventare la ruota, è interessato alla storia e ai suoi personaggi per quanto semplici possano essere le dinamiche che li vincolano, che spesso si tratta del confronto tra due figure carismatiche. Qui però, cercando troppo il dramma e lo strappalacrime quando i soli fatti reali sarebbero bastati e avanzati, commette un passo falso e a 2/3 del film la semplicità è compromessa, si sente la puzza del posticcio, del trying too hard, della ruffianata e si rovina un film altrimenti molto buono. Non lo rovina del tutto ma quanto basta per fartelo ridimensionare un bel po’.
La balena bianca delle pagine di In the Heart of the Sea infatti non è il leviatano terribile di Melville e i suoi protagonisti non sono le figure da parabola biblica del libro. Sono invece uomini in balìa degli eventi e di un capodoglio che è solo un cetaceo, che per motivi mai chiariti affonda una nave. Se fosse rimasto così anche il film, senza cercare di essere troppo altro, senza cercare eroismi non necessari, senza tentare di trasformare la balena quasi in uno squalo spielberghiano, senza cercare lacrime facili, senza cieli epici in CGI, sarebbe stato un gran film. Invece osa cercare l’afflato epico di Melville, quasi per non deludere il pubblico che Moby-Dick si aspettava, diventando un po’ regalato.
Se Ron Howard per primo avesse fatto fino in fondo quello che vi avvertivo all’inizio, cioè di non pensare troppo a Moby-Dick, avremmo potuto avere un classico; e invece ne rimane “un curioso film d’avventure”, parafrasando Pavese.
DVD-Quote suggerita:
“Non male ma è meglio il libro.”
Darth Von Trier, i400Calci.com
esattamente. Cerca di tenere il piede in due scarpe e alla fine inciampa con la fazza a terra: nè buono come epica dell’attesa, del duello o dell’inseguimento, nè buono come survival.
Pure fastidioso quando buttà lì delle cose e le tira abbastanza via come ad esempio gli intermezzi melville-testimone: cioè quello che dovrebbe essere un po’ il succo del film, melville che apprende la storia che dovrà poi romanzare, lasciato nelle mani di due tizi svogliati che fanno la litigarella per finta,
ma magari fosse stato un master & commander con la balena aggiunta in postproduzione al posto del vascello avversario, invece niente
Ammetto che l’ho visto completamente ignaro del background che si portava dietro (Moby Dick incluso), e mi sono annoiato parecchio proprio perché mi aspettavo un poema epico, mentre questo non é ne carne ne balena (sorry). Nemmeno i morti male e le crudezze della vita di mare ci ha mostrato..Ron Howard mi piace ma é parecchio altalenante nella riuscita dei film, se sapevo che era suo (si sono andato al cinema praticamente bendato..) andavo a vedere Premonitions…me la fate la recensione di Premonitions???
Ammetto che sono andato a vederlo digiuno di qualsiasi background in proposito (Moby Dick incluso), e mi sono annoiato parecchio perché mi aspettavo un poema epico ed invece non é ne carne ne balena (sorry). Nemmeno i morti male e le crudezze della vita di mare ci hanno mostrato! Se sapevo che era di Ron Howard (si sono andato al cinema praticamente bendato), che mi piace ma é molto altalenante nella riuscita dei suoi film, andavo a vedere Premonitions. Me la fate la rece di Premonitions?!?
Quanta popò, Nanni. Quanta popò. Dopo aver visto questo film non riuscirò mai più a guardare negli occhi una sogliola come ero abituato a fare prima di vederlo.
oppure questa pubblicità: https://www.youtube.com/watch?v=fI4trJe1fX0
Visto e apprezzato, ma mi sono assicurato di avere il filtro “Questo Non È Moby Dick” attivo prima di entrare in sala.
Pertanto mi aspettavo il film d’avventura e quello ho avuto. La prima scena di caccia mi è piaciuta moltissimo e il ragazzino messo dentro la balena me lo ricorderò, così come la tempesta a inizio navigazione.
Debole lo “scontro di caratteri” tra Chance e il capitano. Alla fine sono due tizi ammodo e che vogliono la stessa cosa: tornare a casa con la stiva piena.
Parte survival annacquate ma SPOILER di certo non mi aspettavo che Howard ci facesse vedere gli atti di cannibalismo. Poi ho trovato furbetta la battuta “Voi siete l’ultimo della Essex” è poi farci vedere che i personaggi “importanti” bene o male si salvano tutti.
Howard gioca un po’ troppo con Moby Dick (al terzo cenno ad Hawthorne basta, su) ma per me il film lo porta a casa.
Un po’ insipida come rece. Non ci avevate tanta voglia o è solo il basso indice di “calciabilità” del film?
E’ un’impressione mia, ma per me a Ron Howard hanno impedito di realizzare il “suo” Moby Dick (magari con un Russell Crowe gigionissimo a fare Achab). Con questa mania, che ha decisamente rotto il cazzo, di trovare i begins/origins di ogni cazzo di storia si è voluto andare a togliere l’epos e la grandiosità alla storia più epica della letteratura americana, tirando fuori un film che rimane sempre schiacciato dai paragoni inevitabili (e anche ossessionatamente ricercati dallo stesso Howard) con il libro e, soprattutto, con il film di Huston (la messa prima della partenza sembra quella con Orson Welles). Se nella parte centrale, la mezzora in mare, Ron realizza un film della madonna, nel terzo atto il film si spiaggia (la svolta tragica è tratta in un modo approssimativo, buttata là). Probabilmente la storia meritava ben altro sceneggiatore, visto che sia la cornice che i personaggi principali sono scritti in modo sciatto.
Vi dico la mia. Purtroppo essendo un accanito fan di Moby Dick (il primo grande “romanzo” americano) appena ho visto il trailer, per caso girando in rete la settimana scorsa, ed non volendomi rovinare NULLA della sorpresa, ho stoppato il trailer dopo 20 sec. quindi, da stolto, sono andato a vedere il film convinto che fosse un “Mody Dick alla Rush”. e bravo allo str….
la delusione si è materializzata praticamente subito, appena uno sparuto giovane Mellville si affaccia sulla scena in cerca di una storia da raccontare… e dopo cinque minuti, avendo intuito che Achab non sarebbe spuntato fuori con la sua immensa aurea distruttiva, la delusione era ormai andata in overflow. colpa mia.
niente, condivido la recensione. fatta bene. peccato non averla letta prima.
tante cose.
“Moby Dick alla Rush” … grazie, non credo riuscirò a dimenticare l’immagine di Queequeg sul Pequod, arpione in mano e casco da F1 in testa, disegnato da Tartarotti (questa è un’aggiunta della mia immaginazione).
Volevo crispino e re ..
Volevo rispondere a ciobin..
Chiedo scusa per off topic (sarebbe bello cmq un forum su questo sito..magari gratis ma ben personalizzato)
Van damme e’ migliorato per il semplice fatto che ha studiato seppur non in maniera accademica.
Stally e Arnold si sono adagiati.
Van damme ha fatto in underground mimo e teatro anche con divina commedia in inglese.
Scusate off topic!
Sul film..il romanzo per me e’ sopravvalutato.. Per me in inglese c e solo dylan thomas- Jim Morrison- blake..
Il regista cmq e’ sempre un abile abbacinante professionista ..uno che usa in mezzo a 35 mm o digitali Hugh end ..anche CAM semplici con sensore piccolo..
Tipo neveldine con crank..
Per dare un senso di realistico vicino alle riprese di un amatore..seppur mediando con la tecnica cinematografica.
Un caro saluto
Paolo
concordo abbastanza, nella mia rece indago di più il rapporto che howard stabilisce tra melville e conrad, e insieme la riflessione sugli USA paleocapitalisti
Mi ispira ma il portafoglio piange un casino, spero lo buttino presto a 3 euro e 50 cent. Comunque vedi di recuperare il Moby Dick di Huston in settimana
Il Ron Howard di oggi, farebbe meglio a fare documentari sui beluga narvali.
Comunque, grazie diecimila per i Led Zeppelin…
e pensare che io mi sono approcciato a sto film con l’idea che il naufrago Hemsworth si sarebbe pappato la sua di lui gamba per rinascere come captain Achab un domani e via a inseguire capodogli bianchi
ed è proprio questo che mi ha fatto storcere il naso diverse olte per tutto il film: non puoi partire come ricostruzione dei fatti dell’Essex per poi virare verso Moby DIck facendo avere varie visione balenifere nei mari in tempesta e poi di nuovo verso il realismo e così via…una nave che scarroccia così non va mica bene
ah, e come sigla avrei messo questa:
https://www.youtube.com/watch?v=iTA29QNo2Q8
Team balena Giuseppina ? Dai, su.
Ma come, non era Moby Dick e lo vengo a sapere così…con l’assolo di batteria dei Led Zeppelin in sottofondo…
Il film ha un montaggio della madonna e tanto basta a renderlo un film migliore fra le tante uscide insipide. Spiace vedere tanti fan dei calci commentare all’unisono senza che ci sia uno che ammetta che è un gran bel film. Ogni tanto mettete da parte la spocchietta e godetevi il film.
Mah beh boh, lasciando perdere i parallelismi con Melville che appunto non servono, il libro che ha originato il film in questione non l ho letto ma probabilmente anche questo non serve. Dice bene Darth a dire che il film parte come Master e Co. per poi sfociare in un Alive ma come racconto d’avventura ha me è garbato come mi sono garbati i cieli in Cg e in generale l ho trovato formalmente così notevole da riuscire a soprassedere a qualche sbavatura di natura concettuale che comunque non ho trovato cosi invasiva, solo gratuita. Comunque dai un buon film che con qualche aggiustatina sulla costruzione dell epica sarebbe potuto essere un gran film.