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The Hallow: un horror senza meta. In senso buono

George Rohmer
di George Rohmer | 14/12/201511

Che belli gli horror. Quelli con le creature mostruose che ti invadono casa e tu devi tenerle a bada e superare la notte, sperando che con la luce del giorno spariscano. Che bello quel cinema semplice, con una premessa basilare pensata bene e rispettata per tutto il film senza sbavature. Che belli quegli effetti speciali pratici con i mostri costruiti a mano e animati sul set.

Come dite? Nostalgico? Peggio? No, sia chiaro che sono favorevolissimo al guardarsi avanti, ma ogni tanto ci sta di tornare alle basi. Soprattutto perché The Hallow non è assolutamente un film nostalgico né guarda all’horror dei tempi che furono con quell’ironia meta- che ha un po’ rotto i coglioni. The Hallow è, semplicemente, un bel film horror classico. Sigla!

Cito lo stimato e stimabile collega Darth Von Trier nel rispolverare la teoria dell’acquario, che fa più o meno così:

Se stabilisci delle regole, quelle sono e rimangono per tutta la durata della faccenda. Un po’ come in un acquario, in cui l’ecosistema è chiuso e perfettamente auto-sufficiente, a prescindere da quanto siano strane le cose che ci stanno dentro, palombari di plastica e casse del tesoro compresi. Un buon acquario, oltre ad essere bello, deve anche avere la sua coerenza interna, altrimenti i pesci muoiono.

Ci siamo capiti, no? The Hallow fa esattamente questo: introduce delle regole semplici, le tira in ballo quando serve (col meccanismo della pistola di Chekhov) e le rispetta fino alla fine. Ecco le regole in questione: Adam, un “dottore degli alberi”, si trasferisce in un paesello della campagna nordirlandese con la moglie Clare e il bebè. Da uomo di scienza non crede agli avvertimenti degli abitanti, secondo cui il suo continuo oltrepassare i confini del bosco gli causerà grossi problemi, perché le creature mitologiche, fate, gnomi e quant’altro, cacciate dagli umani in tempi remoti, sono molto vendicative. Ovviamente il dottore scoprirà presto e nel peggiore dei modi che gli abitanti avevano ragione e dovrà combattere le creature (“The Hallow”, appunto) sfruttando le loro due debolezze: il ferro e la luce.

Ferro e luce.

Ferro e luce.

And that’s it. Ma, come sappiamo benissimo, non conta tanto quello che si racconta, quanto “come” lo si racconta. E Corin Hardy (regista esordiente che dovrebbe teoricamente dirigere il remake de Il Corvo) lo racconta benissimo: sa creare un’atmosfera eccezionale di terrore strisciante, in cui il quadro d’insieme conta più degli spaventelli. Marito e moglie hanno molto per cui combattere – principalmente il figlioletto, minacciato dalle creature – e dunque c’è sempre una motivazione forte dietro ogni loro azione. Raramente, poi, fanno quelle cose stupidissime da protagonisti di un horror. In genere, quando sbagliano, sbagliano perché sono due normali esseri umani alle prese con un terrore sconosciuto e inarrestabile.

Hardy sceglie la struttura di uno home invasion (ma sopratutto di Cane di paglia, perché i nostri sono due outsider in una comunità di conservatori un po’ deviati), in cui Adam e Clare devono letteralmente tenere fuori i mostri da casa, usando le suddette armi. Naturalmente si tratta di una casa vecchia e piena di falle, e non è detto che sbarrare le finestre sia sufficiente. In mezzo ci piazza anche una bella trasformazione degna di District 9, temi ecologisti trattati con intelligenza e sottigliezza e soprattutto un confronto bellissimo tra la società umana, tutta basata su una tecnologia fallibile – le auto si ingolfano, le torce si spengono, i generatori si fermano – e le forze ancestrali della Natura, pronte ad approfittare ogni volta che ciò accade.

Toc toc.

Toc toc.

Vorrei spendere due parole, infine, su una delle cose che mi sono piaciute di più del film: le creature. Sono realizzate con un misto di animatronics e computer graphics praticamente invisibile, e spaccano il culo al 99% dei mostri che si vedono in giro oggi. Il design è altrettanto bello, per quel poco che si riesce a vedere: Hardy le tiene, giustamente, quasi sempre in ombra, ma quando vengono illuminate da un fascio di luce sembrano proprio Eddie sulla copertina di Fear of the Dark degli Iron Maiden – dei mostriciattoli fatti di rami, come se l’intrico del sottobosco avesse preso vita. C’è una scena stupenda, in particolare, in cui Clare si chiude in soffitta mentre questi cercano di entrare. Un braccio fuoriesce dalla botola e cerca di raggiungerla, e la scena funziona molto di più perché quel braccio è reale, è lì, sul set, mosso da qualche burattinaio dal piano di sotto.

In un’epoca in cui pochi affronterebbero questa roba con la faccia seria di chi ci crede, Corin Hardy lo ha fatto al suo primo film. Tanto di cappello.

"Grazie, è un cappello di cui vado fiero."

“Grazie, è un cappello di cui vado fiero.”

DVD-quote:

“Come Cane di Paglia ma coi mostri”
George Rohmer, i400Calci.com

>> IMDb | Trailer

George Rohmer
Autore del post: George Rohmer
"Ne me quitte Bub"
D
k

Tags: animatronics di cristo, Bojana Novakovic, cane di paglia, come cane di paglia ma coi mostri, corin hardy, district 9, fear of the dark, folk horror, gli effetti speciali di una volta, Joseph Mawle, la pistola di chekhov, la teoria dell'acquario, metahorror puppare qui, Michael Smiley, the hallow, the woods

11 Commenti

  1. Bakahero 14/12/2015 | 08:37

    EVVAI!

    Rispondi
  2. The (Bat)Mat 14/12/2015 | 09:13

    Una segnalazione che scalda questi gelido lunedì mattina.
    La falce di fuoco homemade +1 è molto più calcistica della spada de foco di Vin Disel…

    Da grande amante del folclore celtico non posso che apprezzare tema e ambientazioni. Anzi spero che sia stata una seria ricerca sulle fonti fiabesche, in origine molto gritty e poco Disney (fate buone un par di palle)

    Rispondi
  3. Ciobin Apocalypse 14/12/2015 | 09:34

    Vedi a usare il concime scadente made in china da 90 centesimi a tonnellata ? Lo dicevo io…

    Rispondi
  4. Axel Folle 14/12/2015 | 12:08

    Bella recensione, con le argomentazioni mi hai comprato, io non mi ritengo un fan dell horror ma quei prodotti usciti da registi come Dante, Bava, Fulci, Carpenter li adoro e da come me lo descrivi sembra avvicinarsi a quel tipo di cinema. Recuperero sicuro.

    Rispondi
  5. AnnaMagnanima 14/12/2015 | 14:52

    evvai. da come ne parli, mi sa che ce lo ritroviamo pure ai nostri attesissimi sylvester!!!
    me lo vedo per forza!!!

    Rispondi
  6. Barone Meshuggah 14/12/2015 | 17:26

    Pronto a guardarlo!

    Rispondi
  7. Marlon Brandon 14/12/2015 | 17:49

    Sembra molto interessante…spero di non essermelo perso

    Rispondi
  8. pasqualobianco 14/12/2015 | 19:52

    Maqquindi The Hallow è nà pizzata gustosissima con ingredienti gustosissimi?
    Quasi quasi the village 2.0?

    Rispondi
  9. Corto Russell 16/12/2015 | 13:17

    Me lo vedo appena posso. E mi rivedo Cani di paglia che ultimamente lo sento tirar fuori spesso e mi è venuta voglia

    Rispondi
  10. dirty harryhausen 18/12/2015 | 14:46

    Per me un film vagamente simpatico ma sostanzialmente meh.
    Troppe cose di cui non si capisce il senso, zero paura, mostri prima minacciosi e poi assenti.

    Rispondi
  11. AnnaMagnanima 20/12/2015 | 22:12

    sisi, mi è piaciuto…a parte un maccosa grande così che però era pure necessario ai fini della storia, altrimenti il film sarebbe finito a metà film.

    Rispondi

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