Sta per uscire in Italia l’attesissimo settimo episodio di una saga leggendaria cominciata quasi quarant’anni fa.
Stiamo ovviamente parlando di Rocky, e del suo imminente spin-off ufficiale Creed.
Per celebrare l’evento, tratteremo a mitraglia tutti i film di Rocky uno dietro l’altro e, finché ci siamo, dopo di essi seguiranno trattazioni di tutti i film scritti e/o diretti da Sylvester Stallone, autore completo, nume tutelare del cinema da combattimento, eroe.
Buona lettura.
Quando Sylvester Stallone, scrisse, diresse e interpretò quel documentario sulla fine della guerra fredda che è Rocky IV era il 1985 e gli anni ‘80 avevano succhiato completamente lo spirito ‘70s che aveva animato il suo arrivo a Hollywood.
Se Rocky era la storia di un attore senza possibilità che si guadagna da sè la sua grande occasione, un film tutto sobborghi, periferia e marginalità, un’opera di dolcissima opposizione al sistema (incarnato da Apollo), se il suo seguito raccontava di un outsider inserito suo malgrado in una macchina che non comprendeva e infine Rocky III sognava un ritorno alle origini come unica possibile salvezza per una star apparentemente a posto (ma intimamente forse no) con la propria carriera e il nuovo ruolo che il mondo dello spettacolo ha scelto per lui, Rocky IV è la cronaca di un successo mondiale e di una nuova consapevolezza riguardo a che cosa fosse il cinema in cui era inserito in quel momento: propaganda.
Dopo Rocky III c’erano stati il suo primo film su commissione come regista (Staying Alive, il sequel di quel successo senza limiti che fu La Febbre del Sabato Sera, film generazionale che raccontava gli outsider e fu affidato a quello che non era ormai più il cantore degli outsider), Rambo, cinema da anni ‘70 ibridato con gli ‘80, storia di un reduce messo ai margini che si trasforma in macchina da guerra, action movie con un cuore da dramma umano, e infine Nick lo Scatenato, commedia con Dolly Parton.
Nello stesso anno di Rocky IV invece sarebbe uscito anche Rambo II. Questi due film insieme, nello stesso anno, segnano la definitiva trasformazione di Sylvester Stallone: dal desiderio annunciato in Rocky III di rimanere nelle palestre di periferia, di rimanere outsider, a star che lavora nel sistema per il sistema.
Nel 1985 Stallone è un altro, non è più un outsider, non può più fare film sugli outsider veri e trasforma i due franchise più potenti che controlla (Rocky e Rambo) in film con ambizioni mondiali, al servizio della patria, opere nazionali più che intime. Certo questo non gli impedisce di realizzare anche scene di pura azione tra le migliori del decennio, cinema di menare ai massimi livelli, script che scorrono lisci e quel consueto equilibrio con il kitsch che proprio da quel momento diventerà il suo marchio di fabbrica, almeno fino alla fine della parte di carriera in cui è una star.
In Rocky IV il kitsch sta proprio nell’esibizione da parte di Stallone del suo nuovo statuto e di quanto voglia trovarcisi a suo agio. Le frasi ad effetto sono lì per l’effetto e non per quello che le stimola, i discorsi enfatici sono scritti apposta (quindi kitsch), tutto lavora sul limite del ridicolo ma non ci cade mai: Rocky è una star e non ha più bisogno delle palestre di periferia. Ha i soldi, ha la fama e adesso comincia ad usarla.
Rocky IV in particolare è un altro tassello in quella che diventerà una delle caratteristiche base di molto cinema dello Stallone autore, ovvero la conversione del male in bene, la comprensione dell’altro e la capacità dei suoi eroi, con le loro scalate e loro imprese di cambiare il mondo intorno a sè. Da quel momento (ma in fondo già Rocky era riuscito a convertire Apollo), i film su cui mette la firma Stallone si chiuderanno quasi sempre con i cattivi che abbracciano il bene. Con un pubblico ostile che applaude l’uomo, al di là del lato della barricata su cui sono seduti.
Simbolo della Hollywood mainstream, Sylvester Stallone investe dunque nella certezza, nel format fondamentale di Rocky: grandi musiche-fomento (Burning Heart, No Easy Way Out, Hearts On Fire e ovviamente Living in America eseguita nel film da James Brown himself, uno showcase di brani commerciali), una sconfitta umana nel primo atto, la risalita nel secondo, un training montage che si basa sulla messa in scena del corpo mentre trasforma se stesso con fatica, e il trionfo nel terzo attraverso un grande cuore e una resistenza ad ogni colpo. Rispetto ai precedenti episodi non porta niente di nuovo, vuole solo prolungarne l’effetto di successo.
Rocky IV, ancora più di Rocky III che è un film di transizione, è la presentazione al mondo del nuovo Sylvester Stallone emerso dalla battaglia con il vecchio Stallone in Rocky III: la star internazionale che sconfina dagli States e diventa adesso fiero portabandiera dell’identità nazionale in quella che è, da sempre, la guerra per la conquista culturale del mondo. Rocky va in Russia e si fa amare dai russi per il suo essere americano. Si fa amare mentre vince dopo essere caduto, alla sua seconda occasione (considerando anche gli altri film sarebbe la sua ottava) avvolto nelle stelle e strisce.
Realizzato senza nessuna motivazione personale, Rocky IV è forse l’unico film della serie fatto a freddo, con mestiere e non con urgenza. Non fatto per sè, ma perché va fatto e va fatto proprio così per avere successo. Per questo è il più rigoroso, il più matematico e, nella sua perfezione, il più riuscito da ogni punto di vista commerciale. La lavorazione è impeccabile, ad oggi Dolph Lundgren dice di ricordare ancora molti passaggi della coreografia del lunghissimo incontro finale, tanto Stallone gliel’aveva fatta provare. Le scene di pugilato si deformano e diventano impossibili, puro espressionismo dell’esagerazione. Non conta più la lotta di una persona, conta lo show, lo spettacolo e la messa in scena della capacità hollywoodiana di costruire un fascino tale che alla fine anche Gorbaciov applaude.
Buono per tutti, Rocky IV conquista con i mezzi del cinema e non dell’empatia, dimostra quanto Stallone sia un cineasta capace di lavorare non solo sulle proprie ossessioni ma anche su standard da grande industria. In questo senso è uno dei suoi trionfi più chiari come professionista.
Se i film precedenti somigliano ad un uomo che si fa strada tra le sue difficoltà, questo somiglia ad una cavalcata trionfale, una storia liscia in cui il dolore è chiaro (la morte di Apollo), il nemico ben identificabile (e non ambiguo come Clubber Lang, uno stronzo che però è il lato oscuro di Rocky, il se stesso del passato diventato maligno) e l’opposizione logica evidente da un montaggio contrapposto tra il metodo naturale di allenamento di Rocky e gli steroidi o la tecnologia di Drago. Non ci sono dubbi, solo certezze. È la guerra fredda.
La prima parte della carriera di Sylvester Stallone è definitivamente finita e da qui ha inizio la seconda. L’uomo che lavorava su film piccoli e personali, l’autore in linea con gli anni ‘70 e il cinema indipendente “che parla di persone normali a cui il pubblico si possa relazionare” (sono parole di Stallone) è morto e resusciterà solo diversi anni dopo per via degli accidenti della vita. A prendere il suo posto è il divo hollywoodiano, il campione della cultura americana che gira il mondo per affari e mette in scena il sogno della seconda occasione, la trasformazione in regola di quello che era la sua eccezione.
Dvd-quote suggerita:
“La vera storia di come l’America ha vinto la guerra fredda sacrificando il vecchio Rocky per uno nuovo”
Jackie Lang, i400calci.com
La scena preferita di Nanni Cobretti
Rocky IV ha festeggiato il suo 30esimo anniversario il 27 novembre scorso.
Nella mia rubrica radiofonica per gli amici di Ricciotto ne approfittai per dichiarare che secondo me Rocky IV era un musical: quella era l’ultima impressione che mi era rimasta, perché il film contiene almeno quattro o cinque brani musicali eseguiti per intero, spesso accompagnati da un montaggio che pescava dritto dalla moda dei videoclip dell’epoca.
Riguardandolo, ammetto di essere stato impreciso: il primo tempo, quello che setta la storia, a parte Living in America è tutto sommato normale.
Ma dalla morte di Apollo in poi diventa praticamente un film muto, in cui a parlare è solo la colonna sonora.
Sly dev’essere stato il primo ad essersi rotto il cazzo di scrivere per l’ennesima volta la ricerca della spinta psicologica e i litigi con la moglie e l’allenamento che parte lento e poi trova lo stimolo esterno per accellerare al massimo, per cui delega le motivazioni a una serie di flashback su No Easy Way Out, le discussioni con Adriana a una breve scena in cui Rocky dice poco più di “oh, io vado eh? ciao”, pausa conferenza stampa, l’arrivo in Russia su Burning Heart, la prima parte di allenamento sul nuovo tema di Vince DiCola, poi arriva Adriana a cui basta uno sguardo di intesa per far scattare il fomento decisivo, altro montaggio su Hearts on Fire e PEM! Siamo già al match finale.
E probabilmente l’ho già detto ma lo ripeto: memorabile “Io ti spiezzo in due”, per carità, ci siamo tutti affezionati, ma è una bassa gag dialettale che non solletica nemmeno l’originale e chirurgico “I must break you” ( = “devo romperti”) che se vi calmate e ci pensate sapete benissimo anche voi che era la cosa più perfetta che poteva dire Ivan Drago in quel momento, tra quel “devo” che comunica tutta l’impersonalità del suo duro addestramento e la spettacolare essenzialità del “romperti”. Se l’adattamento coatto italiano non stona è perché Rocky IV è pur sempre un film in cui una delle sottotrame racconta di un robot che si innamora di Paulie, e perché è un film talmente epico e pompato che infondo, alla facciaccia dell’originale, non stona manco il robot che si innamora di Paulie. E tutto ciò è, ovviamente, meraviglioso.
Poi, purtroppo, è finita la guerra fredda.
Un film da guardare per darsi la carica. Se non sbaglio Stallone si fece male serio durante le riprese del match finale, perchè voleva più realismo
dbd quote suggerita:
“Lo Star Wars del cinema di menare”.
ricordi infinito e senza tempo Rocky4 è un capolavoro del cinema di intrattenimento.
Il primo Rocky della mia vita.
L’allenamento agricolo di Rocky ancora mi esalta a bestia
Poco da dire su sto pezzo di storia impresso su pellicola.
A me fa sempre ridere Apollo che arriva tutto pompato sulle note di Living in America dopo 4 cartoni muore e Rocky nel finale indossa proprio i pantaloncini a stelle striscie di Apollo comunque l’onda del quarto episodio e ancora lunga nel wrestling hanno replicato Ivan Drago con il bruto bulgaro Rusev accampagnato dalla manager Lana ,ricalco di Brigitte Nielsen anche se in realtà e una strafiga coliforniana doc,indovinate chi ha fatto Rocky(John Cena,l’Hulk Hogan del nostro tempo).
@nanni
La traduzione coatta è memorabile e non inficia la qualità generale del film, ma incrina non di poco il metaforone guerra fredda. Il robot impersonale che deve (perchè così gli è imposto dai vertici comunisti) annientare l’avversario affinchè emerga la superiorità della “madre Russia” VS il più grande eroe americano individualista-che viene dai bassifondi-che grazie alla forza di volontà surclassa chiunque.
“io combatto per me” di Drago a metà del combattimento ha maggiore significato (senso?) davanti alla premessa “devo romperti” rispetto a ” (io) Ti spiezzo in due”.
Comunque il Film rimane un 9 i una scala da 1 a Die Hard
Per me è un capolavoro.
Non so come altro definire un film che ogni volta che lo vedo mi lascia con la voglia di vincere da solo la guerra fredda a suon di pugni.
Ma poi un film tutto di simboli giganteschi caricati a manetta. Fin dall’inizio dove i due guantoni si scontrano in un tripudio di fuochi d’artificio è chiaro che la storia si è ormai spostata da dentro se stessi al di fuori e che il nemico più grande degli USA non poteva essere che l’USSR.
Fu il primo Rocky che vidi in vita mia. Alla televisione e con mio cugino più grande che faceva come un pazzo per il fomento.
Ancora oggi è il film che mi piace di più.
Se avete voglia c’è un match reale simile a questo ed è Corrales vs Castillo è tutto compresso nel 10 e ultimo round…sembra un film
Visto. Grazie davvero.
grazie anche da parte mia
Questo non l’ho visto, ma la trilogia fra Mickey Ward e Arturo Gatti ha round interi che sembrano roba di Rocky. Oltretutto i match non arrivano mai a essere interrotti dall’arbitro o dagli angoli, nonostante le mazzate che entrambi i pugili subiscono.
Ennesima bella recensione, fantastico come si noti che la bellezza/efficacia del film sia quasi un calcolo matematico degli elementi che lo compongono…compreso Stallone che un po si era pure rotto il brazzo e su certe cose ha lasciato fare alla OST (che earths on fire insieme a eye of the tiger sono ancora oggi il top per gli allenamenti).
Ivan Drago personaggio storico, il suo essere una specie di Dredd/Robocop applicato allo sport, la sua stazza imponente (ma quanto cavolo era grosso ???), l’accento russo, la cazzutaggine generale…per dire con il tempo e le visioni successive ho cominciato a fare il tifo per lui (Creed non l’ho ancora visto ma che bello sarebbe stato se avessero proseguito la SUA storia ? spero che almeno venga accennato qualcosa più di un nome che ha fatto fuori il padre del protagonista)
Lo avevo su cassetta di seguito a Rocky III e li guardavo sempre in coppia.Quando ero ragazzino mi esaltavo tantissimo e mi sembrava il film più bello del mondo.Poi crescendo ho sviluppato una coscienza cinematografica critica che mi ha fatto vedere quale baggianata fosse.Divertente e appassionante a palla ma sempre baggianata.Verissimo che Stallone smetteva definitivamente di essere autore e diventava star.Solo che io preferivo di gran lunga il primo.La stessa cosa successe con Rambo II.Da reietto a eroe x uccidere.Ora x fortuna l’autore è tornato e Rocky IV lo vedo come figlio del suo tempo.Un amarcord.
Ho sempre pensato che la spinta di questo film sia stato il buon Dolph…Non tanto per la sua recitazione,ma per la sua presenza scenica da antagonista. Porca vacca, uno dei villain che piu’ è rimasto in mente della mia infanzia calcistica solo per l’immagine
Verissimo! Lo spauracchio della mia infanzia è stato lui, altro che i mostri!
Secondo me è proprio qui che la saga svolta. Rocky IV è quello che molti definiscono una (ebbene sì lo scrivo) americanata; non me la sento di dargli torto del tutto però causa il forte patriottismo.
Ma al di là del tema Guerra Fredda, è qui che io avverto davvero Rocky come un film d’intrattenimento, in cui lo spettacolo prevale sulla storia raccontata, è qui che Rocky diventa una “formula”, è qui che rimane nella memoria. Al di là della scena della scalinata del primo capitolo, credo che la gente si ricordi meglio questo.
A tal proposito, e qui faccio una domanda, il IV è anche quello che ha incassato meglio?
Menzione d’onore per il robot donna (espediente di script per buttare il personaggio di Paulie in una storyline) e per la differenza di stazza tra Rocky e Drago… ma veramente questi 2 stanno nella stessa categoria di peso?
” e qui faccio una domanda, il IV è anche quello che ha incassato meglio?”
Si. Globalmente mi pare di si.
Per rispondere al tuo dubbio finale, nella boxe professionistica i pesi massimi non hanno limiti. A partire da circa 91 kg sei un peso massimo (anche se volendo puoi combattere da massimo anche pesando meno). Il ridicolo non è tanto nella differenza di stazza tra i due pugili, quanto piuttosto nel calpestamento delle regole di base della boxe. Ad esempio: Rocky va a terra e non viene contato dall’arbitro, si rialza di getto e continua a combattere :D
@Sly Raccon Sì, è vero. Sly aveva chiesto a Dolphie di andarci pesante. E Dolphie lo ha corcato de mazzate per 3 giorni di riprese. Sly ad un certo punto ha avvertito un bruciore al petto ma per fare il figo non ha detto niente. Sai, lui era figo. Ma nel cuor della notte ha avuto una crisi respiratoria ed è stato avio trasportato in un clinica. Gli hanno salvato la vita appena in tempo: la cassa toracica era compressa e il cuore ne aveva sofferto. Dolphie lo aveva corcato di mazzate, come richiesto dal padrone di casa. Un vero genio, Sly, anche perché durante la degenza ospedaliera la sua quasi moglie Brigitte Nielsen ha ripassato attentamente tutte le coreografie. Con Dolphie.
Aggiungo che Stallone qua rende perfettamente inutile il personaggio di Adriana e Paulie si trasforma definitivamente da specchio di Rocky a spalla comica.
Il fanciullino che è in me e che se ne sbatte altamente della coscienza critica aspira da sempre ad avere un edizione dvd / blu ray con un bel dietro le quinte di Rocky III e IV e annesse scene tagliate/errori sul set e commento al film di Sly.I sogni son desideri…
L’ho etichettato per anni come “americanata”. Nemmeno propaganda, proprio americanata.
Se suggerite delle pene vedrò di infliggermele.
Infatti tutta sta propaganda non ce la vedo alla fine. “Americanata” si eccome. XD Paradossalmente grazie a questo e a quanto scritto nella recensione è invecchiato pure bene secondo me! XD
Quanti ricordi, avevo 7-8 anni e andammo a vederlo io e il mi’ babbo. Questo film È la guerra fredda. Durante l’incontro finale il pubblico in sala esultava e incitava i contendenti (lo giuro!!!). Io e mio papà, ortodossi brežneviani, eravamo tra i pochi in sala a tifare Drago.
Scusate se remo contro ma l’ho sempre considerata una americanata al quadrato. Pura propaganda americanibbbuoni vs russiccccattivi (che, col senno di poi, lascia molto perplessi…).
In Rocky IV si è persa completamente la poesia di Rocky I e la (quasi) poesia di Rocky II. Fortuna che Sly, poi, ha messo la testa a posto, e in questi ultimi anni è tornato a proporci del buon cinema, come quello del suo glorioso esordio.
Americani buoni? Rocky. XD
Voglio sottolineare il fatto che in questo Le Basi non c’è un rigo di sinossi perché tanto QUALYNQUE ROCKY È STORIA DEL CINEMA
Sono d’accordissimo con Nanni sul fatto che Rocky i-vu è un musical
Ricordo ancora lo sconcerto che mi causò rivedere in età matura questo e Superman IV…divertenti entrambi (oddio, Rocky IV nettamente superior) ma imbarazzanti, pura propaganda.
Lo guardi da bambino ed è una figata (per Ivan Drago, per il training montage tecnologia vs. allenamento naturale, per il vendicare Apollo alla fine), ma a rivederlo, meh…Hollywood che viene pesantemente messa al servizio del governo mi fa salire un prurito…(e, purtroppo, siamo tuttora da quelle parti, spesso e volentieri).
Diciamo effettivamente “pura americanata”. Rispetto a SIV è Kubrick! Cioè, nel film di Superman la giornalista che respira nello spazio! °_O XD Comunque alla fine Rocky rimane Rocky che porta i valori suoi anche nell’ U.R.S.S., mica è agente del governo. XD
Mi/Vi faccio una domanda: quanto incide sul nostro giudizio di oggi il fatto che un film sia stato un mito della nostra infanzia-preadolescenza? Voglio dire, anche per me, come per altri, Rocky IV è stato il primo Rocky visto al cinema (Rocky I e II li avevo visti solo alla tele, e Rocky III mi mancava ancora), e allora avevo 10 anni. Quindi è ovvio che quel film per me non è soltanto un film, ma è anche una scatola di ricordi che contiene il me stesso decenne con tutti i suoi sogni e il ricordo e l’emozione della sala strapiena di miei coetanei come mai più l’avrei rivista (tranne forse che per il primo Batman di Burton) e quelli che dalla galleria tiravano i popcorn su quelli in platea mentre sullo schermo era l’apoteosi del menare. Ma se io resettassi tutto questo, se io vedessi, oggi, per la prima volta a 41 anni Rocky IV, ho il terribile sospetto che lo considererei una cagatona anni ottanta.
E ora menatemi pure.
La risposta e’ nell’articolo
Uhm, un pò troppo retorica come domanda. Bisognerebbe chiederlo ad uno che aveva 30-40 anni all’ epoca. XD
la versione sotto steroidi della saga: tutto pompato, tutto esagerato. Il Fast 6 del franchise
Da vedere e rivedere all’infinito ora come allora.
Ogni scena è mitica ed epica.
Lho sempre considerato il primo vero comic movie moderno.
Così fumettistico che sembra di vedere Superman contro Zod.
Sottoscrivo il commento di Ciak Norris “il primo vero comic movie moderno”, anche per me da piccino è stato il primo Rocky visto in assoluto (in tv) e Rocky e Drago per me erano subito diventati dei supereroi di menare, come Ken il Guerriero e gli eroi del wrestling anni ’80. Infatti mi par di ricordare che poco tempo dopo avevo visto il primo Rocky e pensato “cazz’è sta poverata? chi è sto sfigatello?” tanto ero in botta col Rocky superman del 4. Ovviamente poi crescendo tutto è tornato nella giusta proporzione.
Però questo è davvero un film che coglie lo spirito del tempo, non saprei se metterlo tra i migliori 5 (ma neanche 10) degli anni ’80, però come icona di quel decennio per me supera tutti.
Va beh questo è tipo Le Basi delle Basi del cinema di menare tutto. Chi non lo ha mai visto (e chi lo ha visto e non lo ha apprezzato) mi chiedo cosa bazzichi a fare questi lidi. Da piccolo consumai la VHS vedendolo non so quante volte. Ritorno al Futuro, Ghostbusters, Goonies, Rocky IV. Per me sta in quel gruppone li, per quanto sia un classico. Non so se è fattore nostalgia ecc ecc però, ancora oggi, mi piace molto quando un film sceglie ad un certo punto, magari nella svolta che da la spunta alla rivalsa, il momento musicale tutto montaggio. Probabilmente la colpa, se così vogliamo chiamarla, è proprio di Rocky IV. Imprescindibile.
wow, vespertime, sono d’accordissimo!
Il montaggio alternato di Rocky che alza il carro con le persone e Ivan il bilanciere! Pura forza cinematografica! XD
“In Rocky IV si è persa completamente la poesia di Rocky I e la (quasi) poesia di Rocky II. Fortuna che Sly, poi, ha messo la testa a posto, e in questi ultimi anni è tornato a proporci del buon cinema, come quello del suo glorioso esordio.”
Serio? Non che manchino i film validi tra gli ultimi con Sly ma mi pare proprio che l’obbiettivo di questi sia raccontare lo spettacolo più che inquadrare l aspetto umano della vicenda. Per rivedere lo spirito del primo Sly l’esempio più recente che mi viene in mente è quel filmone di Copland ma siamo dritti dritti negli anni ’90, non roba recente quindi.
P.s scusate se non rispondo sotto il commento del tizio ma con la versione mobile non riesco.
Axel, l’abbiamo aggiustata di recente, riprovaci (ti sto rispondendo da mobile ora).
Comunque: (teaser di dopodomani) Rocky Balboa è del 2006 e ha tutto quello che serve.
Si in effetti pensandoci ho dato una risposta affrettata o comunque mi sono espresso male. Ragionando meglio forse è avventato anche tirare in ballo Copland che si discosta in più punti sull idea di cinema del primo Sly anche se il suo personaggio ricorda molto l’intento Rocky.
Ecco diciamo che Jackie parla di un Rocky4 più matematico che di cuore e penso che l utente con la parola “poesia” intendesse questo concetto e per me Rocky Balboa è sempre più matematica che cuore, sempre al netto dell amore che Sky ha per i suoi personaggi. Questo intendevo io… poi magari mi sbaglio onestamente RB non è che mi sia piaciuto granché e ci ho ponderato poco (oltre che non lo vedo dalla uscita al cinema e ho una pessima memoria)
Forse potrei ancora recitare a memoria il trailer che mi ero imparato prima che uscisse al cinema.
Ovviamente, nei giorni dopo la visione, giro di guantoni alla standa per tutti e match clandestini nelle camerette come se non ci fosse un domani
La volete sapere una cosa? Masticando un po’ di russo e conoscendo l’inno sovietico a memoria, non mi tornavano le parole della seconda parte del ritornello dell’inno sovietico cantato prima dell’incontro moscovita. Ebbene: ho scoperto che il testo in questione appartiene alla prima stesura dell’inno, quella introdotta nel 1944 in sostiuzione dell’Internazionale, che nei due versi conclusivi recita “Знамя советское, знамя народное / Пусть от победы, к победе ведет!”. In questa versione veniva glorificato Stalin. Il testo diventò improponibile dopo il 1956 e da quell’anno l’inno veniva eseguito unicamente in versione strumentale. La seconda versione del testo (destalinizzata) entrò in vigore nel 1977 e nella parte conclusiva del ritornello chiosava “Партия Ленина – сила народная / Нас к торжеству коммунизма ведёт!” ANACRONISMI DI MENARE!
ecco, la versione catalana di Wikipedia ci è arrivata prima di me: “També apareix a la pel·lícula Rocky IV, just abans del combat entre Rocky Balboa i Ivan Drago a Moscou. Curiosament, la lletra feta servir en aquesta pel·lícula era la de la versió prèvia de l’himne (la de 1944), això és un error evident donat que el film estava ambientat i rodat a la dècada de 1980.”
https://ca.wikipedia.org/wiki/Himne_de_la_Uni%C3%B3_Sovi%C3%A8tica
Vabbe ma du cosette in cantonese non ce le voi scrive?
comunque, stamattina, c’era un gruppo di sedicenni che parlavano di dover vedere “Creed” e tra loro c’era uno che l’ aveva già visto in lingua originale, s’era pure già ordinato le scarpette da footlocker e addirittura ascoltava a ripetizione una delle canzoni della colonna sonora cercando di contagiare col suo fomento i compagni.
secondo me potrebbe essere un buon segno.
@capo, ma in questo speciale, poi, ce lo mettete anche “sorvegliato speciale”?
No, non l’ha nè scritto nè diretto (vedi intro)
E per la rubrica del pesce rosso?
Dai Sorvegliato Speciale è davvero un monumento su cui non si può sorvolare.
Filmone anche questo, anche se le mie visioni politiche con gli anni lo hanno declassato a trashata, un po’ come il finale di Rambo 3 dove si ringraziano i talebani per la loro lotta strenue per la libertà (*risate di sottofondo da sit com*)
Secondo me Putin ha impostato la sua politica estera sulle basi di questo film.
Peccato non si ringrazino i “talebani”. Studiate di più. XD
Però Cliffhanger ce lo mettete vero?
È tra gli autori. …
e pure Cobra, please.
Grazie e vi amo!
Forse è stato anche per me il primo film di Rocky e, per anni, IL film di Rocky. Rivedendolo in età adulta ci si rende conto, come dice Jackie, che il film è costruito e matematico. Più che il cuore c’è la scienza. Però è scienza dello spettacolo, del fomento e delle mazzate, ed è talmente perfetta che non si può non amarlo, propaganda o meno. Concordo con chi l’ha paragonato ad un comic movie, è la risposta perfetta a chi si lamenta del realismo del combattimento.
E poi oh ogni volta lo rivedo e ogni volta ci rimango troppo male che Apollo muore. Tremendo.
” Più che il cuore c’è la scienza. Però è scienza dello spettacolo, del fomento e delle mazzate, ed è talmente perfetta che non si può non amarlo, propaganda o meno. Concordo con chi l’ha paragonato ad un comic movie, è la risposta perfetta a chi si lamenta del realismo del combattimento.
E poi oh ogni volta lo rivedo e ogni volta ci rimango troppo male che Apollo muore. Tremendo.”
Scienza applicata al cinema che regala emozioni! Più di così! XD
Alla fine rivisto stasera fomentato dai commenti. ok, non mi rimangio che è propagandissima, ma quant’è carico…
Ultimo (e forse unico) film visto al cinema con il babbo… Fomento a 1000 per il 12enne che fui.. Tanto mi ha esaltato che nei giorni successivi ho avuto la geniale idea di appendere al soffitto della taverna un sacco di tela (quelli da 10kg per le patate), riempirlo di giornali (bagnati, per dargli la giusta consistenza) e, con indosso un paio di guanti da sci (ovviamente senza nessuna fasciatura rigida), iniziare a menare pugni per ore.. Conseguenza? La carta è diventata cemento e io mi sono procurato due cisti grandi come olive ai polsi… Un film che mi ha segnato… In tutti i sensi… #fomento #maseipureunpocojione
E’ un musical
Esiste un documentario chiamato “Rocky – l’atomica di Reagan” che la dice lunga sul potere-volere del film in quel contesto.
Eppure, nonostante sull’inno sovietico quando salgono le gigantografie (il che mi ha fatto desiderare spasmodicamente averne una mia in stile) il cuoricino mi si sciolga, ogni volta che mi capita non riesco a non guardarlo e fomentarmi abbestia. E dovrei essere intorno alla 27esima volta.
E sì, concordo alla grande, Rocky IV è un fottuto musical!
L’unico musical che ho apprezzato in vita mia :)
Fomento ogni volta come se fosse la prima volta.
Non avete detto che Drago, quando inizia l’ultima ripresa, dice ” Until the end” che è una citazione dai precedenti film mica da ridere e che in quel momento umanizza non poco il bestio. E la Nielsen era veramente una figa cosmica.
“Equilibrio con il kitsch”? Io tutto sto equilibrio non lo visto :-)
Mi sono sparato i cinque film i cinque giorni dopo essere stato rimproverato dalla mia ragazza per la mia ignoranza in materia. Non ho ricordi d’infanzia legati a Rocky, a parte qualche frammento, e vi dico: mi sono piaciuti tutti, quinto compreso. E si, il quarto è matematico, propagandistico, ma chissene frega? È un gran film, spudoratamente cazzuto e, si, in equilibrio fra kitsch glorioso e battaglie personali (la macchina che si ribella alla fine contro i suoi creatori). E più che un musical, a questo proposito, mi è sembrato un film sull’orlo della fantascienza (i discorsi su Ivan Drago che è “il futuro, evoluzione”): un colpo di classe, geniale. Visti i primi cinque tutti assieme e per la prima volta, mi è sembrato un progetto impressionante, composto da pezzi molto differenti fra loro, dove l’unica costante è la vita di un uomo e le sue battaglie.
Ma è vero che Lundgren ha quasi ammazzato Stallone a forza di cazzotti, perché Stallone gli aveva chiesto di picchiare duro per rendere le scene più realistiche?
si
La pochezza dei (presunti) giornalisti che, per compilare un banale testo, devono ricorrere a decine di inglesismi, è sconfortante.
Nessuna presunzione. Non siamo giornalisti ma inglesisti. Quindi tutto a posto
Il primo Rocky che ho visto. XD E quello più rivisto assieme ai primi 2. Già effettivamente l’ inizio con quei due guantoni… poi la morte di Apollo… O_O l’ allenamento sulla neve… rispetto al 3 la durata è pure quella giusta perché non è che abbia troppo da dire! XD Ah, ah! Paulie e quella specie di “Emilio è meglio”!!! lol
E siete riusciti a non citare la storia con BN! Bravi! XD
“dal desiderio annunciato in Rocky III di rimanere nelle palestre di periferia, di rimanere outsider, a star che lavora nel sistema per il sistema.”
Già, già!
“A me fa sempre ridere Apollo che arriva tutto pompato sulle note di Living in America”
Oltre al povero Apollo, Drago distrugge lo show-biz americano. Comunque nonostante accoppi il nostro, mi ha sempre fatto tenerezza perché “vittima” del sistema. Chissà se Sly si è ispirato alla vera storia del mitico Valery Borzov che ho trovato un pò surreale! Comunque si rifaceva all’ abitudine malsana dei regimi comunisti di propagandare con lo sport con gli sportivi alla fine come vittime effettive del sistema.
Grazie, non avevo capito.