Sta per uscire in Italia l’attesissimo settimo episodio di una saga leggendaria cominciata quasi quarant’anni fa.
Stiamo ovviamente parlando di Rocky, e del suo imminente spin-off ufficiale Creed.
Per celebrare l’evento, tratteremo a mitraglia tutti i film di Rocky uno dietro l’altro e, finché ci siamo, dopo di essi seguiranno trattazioni di tutti i film scritti e/o diretti da Sylvester Stallone, autore completo, nume tutelare del cinema da combattimento, eroe.
Buona lettura.
Il primo Rocky ha commosso e fomentato l’America con la sua favola di rivalsa sull’eterno perdente che coglie l’occasione della vita e, contro tutto e tutti, va fino in fondo e vince (almeno moralmente). Rocky II ci ha fatto riflettere con la scelta, tutt’altro che banale, di mostrarci lo smarrimento di chi ha compiuto l’impresa, sì, ma non è in grado di capitalizzarla e continua a faticare per trovare il proprio posto nel mondo. Con Rocky III il confine che separa le vicende raccontate dalla vita pubblica e privata di Sylvester Stallone si fa ancora più sottile quando Sly, all’apice della propria popolarità, decide di raccontarci cosa significa essere diventato una star e cosa succede quando non sono più i tuoi meriti, artistici o sportivi, a definire chi sei, ma il tuo stesso nome ad essere un brand che produce ricchezza senza che tu debba muovere un muscolo.
Sono passati 3 anni dal match con Apollo Creed che è valso a Rocky il titolo di campione dei pesi massimi e questa volta la sua vita è cambiata per davvero. Non è più il cafone arricchito di Rocky II, che sperperava le poche decine di migliaia di dollari guadagnati dal primo incontro con Apollo in auto sportive che non sapeva guidare, orologi d’oro e giacche di pelle da Guerrieri della Notte: i soldi e la fama, quelli veri, hanno trasformato Rocky in un sofisticato gentiluomo che veste con abiti su misura, che ricorre a interventi di chirurgia estetica (frecciatina di Paulie indispensabile a giustificare il fatto che Stallone ha letteralmente un’altra faccia rispetto a 3 anni fa) e si fa scarrozzare in giro per Philadelphia (quella elegante e residenziale, non i quartieracci che percorreva nel primo film) da un autista. Ma soprattutto, è ormai un uomo di spettacolo più che uno sportivo: fa incetta di copertine sulle riviste, va in televisione, fa beneficenza, compare al Muppet Show e presenzia alla cerimonia degli Oscar, è il testimonial dell’American Express, fa pubblicità di automobili di lusso, moto, jeans, orologi e macchine fotografiche — un uomo perfettamente a suo agio con la sua immagine pubblica, lontano anni luce da quando in Rocky II si imbambolava cercando di recitare in spot umilianti per creme da barba…
Senza tanti giri di parole, il Rocky di Rocky III è l’Apollo del primo Rocky — solo un po’ meno spaccone e ancora un po’ impacciato quando c’è da parlare in pubblico. E non è un Rocky “cattivo”, questo Sly ci tiene a farcelo capire sopra ogni ragionevole dubbio: non ha scordato le sue origini, non ha scordato gli amici, il suo mentore o i suoi fan, ma ha scordato cosa significa essere affamato*, ha perso “gli occhi della tigre”, e questo gli costerà caro. Per giustizia poetica, sarà compito di un Apollo più maturo e più saggio di quanto non fosse nelle prime due pellicole (e, ahinoi, di quanto non lo sarà nella quarta) a riportarlo sulla retta via.
Ma torniamo un attimo al discorso sul rapporto tra realtà e finzione, o più precisamente quello tra Stallone e il suo doppio, avatar e stunt double Rocky Balboa. Non è corretto dire che Rocky III buchi la quarta parete, ma è impressionante il livello di interazione tra fiction e mondo reale orchestrato da Sly per raccontare questo nuovo capitolo della sua vita: quelle al Muppet Show e alla cerimonia degli Oscar, per cominciare, mostrate come immagini di repertorio di Rocky nel montaggio iniziale del film, sono apparizioni fatte realmente da Stallone, mentre tutto il merchandising, le magliette, i guantoni, le tazze e persino il flipper ufficiale di Rocky sono oggetti realmente in commercio all’epoca dell’uscita del film. Poi ci sono i dipinti, meravigliosi, di LeRoy Neiman: l’artista che ha immortalato il mondo dello sport con uno stile unico e inconfondibile si presta al mondo del cinema** e regala alla produzione del film due vere opere d’arte, un ritratto gigante di Rocky, visibile durante l’allenamento/esibizione nella prima parte del film, e quello dello scontro tra Rocky e Apollo, con cui si chiude la pellicola e che rivedremo esposto nel ristorante di Rocky in Rocky Balboa.
Restando in tema di opere d’arte, come non citare la storia meravigliosa della statua di bronzo? Realizzata per il film e posizionata in cima alla celebre scalinata del Philadelphia Museum of Art, a riprese terminate Sly era così convinto di aver girato un documentario sulla sua vita che lasciare lì la statua – “un inno perenne allo spirito indomabile dell’uomo” nelle parole del sindaco di Philadelphia – doveva essergli sembrata la cosa più ovvia e normale. Prontamente il museo rispose qualcosa tipo “state scherzando” e ne nacque un acceso dibattito sul significato di “arte”; da allora la statua è stata messa all’asta un po’ di volte con l’intenzione di devolvere il ricavato in beneficenza, ma nessuno si è mai sentito abbastanza degno di possederla e alla fine è stata riportata a al museo di Philadelphia, non in cima ma vicino alla scalinata, per non scontentare nessuno.
E sempre in nome del realismo, una delle scene migliori di tutto il film è a mani basse l’incontro di beneficenza tra Rocky e il wrestler professionista “Thunderlips” interpretato da un Hulk Hogan che di lì a poco sarebbe diventato IL volto del wrestling nell’immaginario collettivo non solo americano ma di tutto il mondo. Il primo motivo di interesse è che il match è ispirato a un incontro avvenuto realmente nel 1976 tra Muhammad Ali e la spalla dell’Uomo Tigre Antonio Inoki: anche in quel caso si trattò di un incontro di beneficenza, ma non offrì un gran spettacolo perché i due atleti, non essendosi messi d’accordo prima, finirono per farsi solo un casino di male a vicenda. Il secondo motivo è che in un incredibile gioco di teatro nel teatro, viene messo in scena a un episodio di wrestling in piena regola e con tutti i topoi del caso – l’entrata in scena in pompa magna, il costume da carnevale, gli insulti all’avversario e al pubblico, le mosse scorrette – ma in cui solo il personaggio di Hulk Hogan sembra sapere essere tutta una farsa, mentre Rocky subisce incredulo e visibilmente preoccupato finché non corre in suo aiuto Paulie rompendo l’immancabile sedia sulla schiena del lottatore.
È un momento di puro delirio e un’incursione inaspettata nei territori della commedia che ha poco a che fare con la trama se non come ennesimo segnale dell’ormai avvenuta trasformazione di Rocky da pugile a showman, ma è anche una delle scene più memorabili e meglio girate di tutto il film.
Nonostante l’impegno profuso nel restituire un generale senso di autenticità – si nota per esempio un uso più massiccio del solito della camera a mano, che nelle indicazioni di Stallone deve comportarsi come se stesse “spiando” le vite dei personaggi – Rocky III è, fino a questo punto, il film che funziona meno a livello emotivo. Non ci vuole un genio per notare che lo scheletro di Rocky III rispecchia, a ruoli e etnie invertite, quello del primo capitolo: un campione ricchissimo e amato da tutti affronta uno sfidante povero e sconosciuto, solo che questa volta l’eroe è il bianco milionario!
Non è una storia di rivalsa, questa, e nemmeno di affermazione: Rocky III parla dello sforzo quotidiano per proteggere ciò che si ha conquistato, e per quanto si tratti di un concetto concreto e reale come tanti altri, è veramente difficile sentirsi vicini a Sly e alla sua battaglia per conservare il suo status di superstar impaccata di soldi. Per portare il pubblico dalla parte “giusta” occorre innanzitutto ridimensionare le fortune di Rocky – che, arrivati a metà pellicola, nell’arco di 10 minuti prende atto dell’essersi rammollito, subisce una durissima e umiliante sconfitta e vede morire Mickey, suo allenatore e figura paterna – ma perché il film funzioni veramente è indispensabile un avversario con cui sia impossibile simpatizzare.
Rocky III è il primo film della serie in cui “avversario” e “antagonista” coincidono: Clubber Lang, interpretato da Mr. T al suo esordio cinematografico, è un pugile brutale e spietato con il guardaroba di un cattivo minore di Ken il guerriero e il baricentro morale di un cattivo principale di Ken il guerriero. Viene dalla strada come Rocky, si allena duramente come il Rocky degli inizi e come il Rocky degli inizi desidera solo una chance per dimostrare al mondo quanto vale – ma le similitudini si fermano qui: Clubber è maleducato, costantemente incazzato, gratuitamente volgare, cattivo per il gusto di essere cattivo, uno che quando l’arbitro raccomanda di fare un incontro pulito ti guarda negli occhi e dice “sei carne morta”. Come si fa a non amarlo? Non ha il carisma di Apollo, né la risolutezza di Ivan Drago, picchia come un fabbro e parla come uno scaricatore; quando un giornalista gli chiede se odia Rocky, lui risponde “I don’t hate Balboa, but I pity the fool“, e da lì in poi è Storia.
Nei primi due film, attraverso il pugilato, Rocky combatteva coi suoi fantasmi e con un destino avverso. Nel terzo no, non c’è alcuna metafora, lo sport non assume un valore più alto o un significato più profondo: attraverso il pugilato, Rocky riempie di pugni uno stronzo che se lo meritava, e questo è quanto.
Il che non impedisce a Rocky III di essere un film dannatamente divertente.
È un terzo capitolo atipico, che segna una totale inversione di rotta in favore dell’intrattenimento puro e senza sensi di colpa. Con il senno di poi, lo si può tranquillamente considerare il banco di prova per Rocky IV: i personaggi escono dai confini geografici e mentali di Philadelphia e si muovono in un mondo più vasto (il “tour” europeo di Rocky accennato nella sequenza iniziale, la trasferta a L.A. per allenarsi), il focus del racconto si sposta dal rapporto tra Rocky e Adriana (nonostante il bellissimo dialogo sulla spiaggia tra i due in cui Talia Shire parla più a lungo che nei due film precedenti messi assieme) all’incontro fine a se stesso ed evolve l’approccio alle coreografie degli scontri, che perdono ulteriormente in realismo ma guadagnano in spettacolarità; Sly inventa per Rocky un nuovo stile di combattimento adeguato a un nuovo fisico (il suo corpo non è mai stato né sarà mai così asciutto e definito, al punto da rientrare per un pelo nella categoria dei pesi massimi), collauda la formula dei due scontri — sconfitta a metà, vittoria nel finale — e muove i primi passi nel territorio del film-videoclip potendo contare su una delle canzoni più spaccaculi della storia della musica: Eye of the Tiger, commissionato ai Survivor apposta per il film (ma non prima di aver ricevuto picche dai Queen per Another One Bites the Dust e aver scartato You’re the Best di Joe Esposito, che verrà usata due anni dopo per Karate Kid), è uno di quei pezzi che capitano una volta in tutta la vita, perfetto, indovinatissimo, destinato a diventare l’inno ufficiale di Rocky assieme a Gonna Fly Now nonché la workout song definitiva per tutte le generazioni a venire.
Il primo Rocky è un assoluto capolavoro, uno dei film più belli, più toccanti che mi sia mai capitato di vedere e lo considererò sempre una tappa fondamentale nella formazione di chiunque sostenga di amare il cinema.
Rocky III non può onestamente vantare un simile primato, non è fatto della stessa pasta e sarebbe idiota sostenere il contrario. Ma il suo cuore è nel punto giusto, e i suoi pugni anche. Non ne cambierei una sola virgola.
DVD-quote:
“I pity the fool who doesn’t like this movie.”
James “Clubber” Lang, cronista sportivo***
“Il suo cuore è nel punto giusto, e i suoi pugni anche.”
Quantum Tarantino, i400Calci.com
* Apparentemente, Rocky ha scordato anche la ferita all’occhio sinistro che in Rocky II aveva messo a repentaglio il rematch con Apollo, quella che “se ti tirano un altro pugno, perderai la vista”, ma su questo sorvoleremo per affetto nei confronti delle esigenze narrative.
** Neiman fa anche una comparsata nel film: è l’annunciatore che presenta l’incontro tra Rocky e Hulk Hogan.
*** Stando a Stallone, che come ogni autore che si rispetti conosce tutta la vita dei suoi personaggi, e non solo ciò che viene mostrato nel film, dopo essere stato sconfitto da Rocky Clubber ha accolto Dio nella sua vita, è diventato un cristiano rinato e ora fa il cronista sportivo; in un primo script di Rocky Balboa sarebbe dovuto essere uno dei giornalisti che commentavano l’incontro tra Rocky e Dixon.
La scena preferita di Nanni Cobretti
In un’altra intervista a Roger Ebert fatta poco prima dell’uscita di Rocky II, Sylvester Stallone rivelava i suoi piani per Rocky III. La base era già esatta: Rocky viene sfidato da un duro che viene dalla strada, Mickey schiatta d’infarto e allora Rocky si fa allenare da Apollo. Altre idee prevedevano: il match finale si doveva tenere al Colosseo, Rocky doveva fare il pesce fuor d’acqua in Europa, terminare la sua famosa corsa sulla scalinata di Piazza di Spagna e, prima dell’incontro, avere un’udienza col Papa. “Se questo Papa non può, ne troviamo un altro”. Storia vera.
Diceva anche “non ci sarà un Rocky IV“, poi per fortuna si fa cogliere dall’intuizione geniale che in realtà sarebbe un tot più interessante seguire il personaggio nel corso delle diverse fasi della vita: è il motivo per cui il finale di Rocky III è il meno “finale” di tutti.
Ma passiamo alla mia scena preferita.
Per onestà dovrei citare tutte quelle in cui Mr. T apre bocca, per cui a questo turno piuttosto cito la mia spreferita, che è quella in cui Paulie si ubriaca e Rocky gli fa il sermone.
È il momento in cui un personaggio incredibile e fondamentale come Paulie viene trattato con un paternalismo che non merita.
È il momento in cui Paulie, unico personaggio della saga che ovunque lo metti ti riporta alle atmosfere del film originale solo con la forza della sua fazza, stava facendo un altro favore a Rocky: gli stava ricordando da dove veniva, gli stava ricordando perché era lì, gli stava – nel suo modo grezzo che sembra sempre sbagliato o inopportuno ma in realtà non manca mai il bersaglio – anticipando i temi del film.
Stallone invece si distrae e lo usa piuttosto come momento per dimostrare che Rocky ora veste elegante, si pettina bene, ha perso l’accento da immigrato e la parlata da buzzurro, ragiona da persona educata e matura e in più ti improvvisa impeccabili movimenti da boxeur anche così, sul posto, a gratis, con indosso le scarpe belle e un soprabito color crema, e con un vecchio laido ciccione ubriaco – incidentalmente suo cognato – come avversario. E alla fine di base gli dà dello sfigato scroccone. È, insomma, l’arroganza in persona.
Il resto del film declasserà Paulie da specchio deforme del lato oscuro dello stesso Rocky (e avatar degli spettatori, in un certo senso) a pura, innocua spalla comica, e troverà i suoi pregi altrove.
Nell’arroganza, ad esempio.
P.S.: nel frattempo, questa notte Sylvester Stallone ha vinto il Golden Globe come Migliore Attore Non Protagonista per Creed.
Storia vera? Storia vera.
Grande Sly! Per me nemmeno quotato per quel premio e penso si arriverà più in alto.
Vince per K.O. alla 73esima edizione dei Golden Globe ed è il nuovo Miglior Attore Non Protagonista…
ROCKYYYY BALBOOOOAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!
Gaudeamus cum Gaudenzio! Prosit! Prosit!
lo so che è Gardenzio ma dopo il golden globe lui può essere solo Gaudenzio!
Il metodo di allenamento + dieta che sly segui all’epoca per avere quel fisico ha qualcosa di spaventoso..Cose da Tana delle Tigri…Se ritrovo il link lo posto
A memoria d uomo fu il film in cui pesò meno, poco più di 70 kg, con una percentuale di grasso corporeo vicina al 4%, in pratica solo muscoli. Sempre se la memoria non mo inganna si alleno con franco Columbu, ignorando intelligenti consigli alimentari, facendo quindi di testa sua fino ad arrivare alle riprese senza forze.
Comunque…il rocky meno bello per me, dove il “meno bello” caga in testa a mezzo cinema di tutto il mondo!
Tutto vero andò parecchie volte vicino a un infarto (parole sue)
Il film in se lo ritengo il peggiore della saga dopo il 5…ma quel finale Rocky v Apollo con “eye of the tiger” che parte quando stanno per prendersi a pizze e l’immagine che sfuma nel quadro…è uno dei finali più belli del cinema tutto
congratulazioni a Sly che non ne vuol sapere di smetterla di spaccare cooli
Mi sono sempre sentito un po’ sfigato, in fatto di rockybalboaismo, per il fatto di avere visto questo film come primo.
Me lo avete fatto rivalutare e rivedere sotto un’altra ottica, grazie.
Ammetto che questo terzo capitolo l’ho un po’ snobbato, complice l’età al momento dell’uscita. Avevo 11 anni, i primi due Rocky me li ero sparati in Tv insieme a mio padre (assai apprezzati entrambi). Ma questo, complici vari fattori (non mi volevano portare al cinema, Mr T sembrava ‘na cazzata etc), l’ho visto addirittura dopo il quarto con scarsa attenzione. Farò ammenda e programmo una visione consapevole e ragionata.
voglio citare due cose che ho apprezzato con le visioni successive:
– l’aggiunta degli effetti sonori a colpi portati durante i combattimenti (riprendendo la tecnica che aveva usato Scorsese in Toro Scatenato in maniera ancora più astratta e metaforica), che così fomentano ancora di più e sti cazzi del realismo
– le similitudini tra il match di rivincita Balboa vs Lang e la rumble in the jungle Ali vs Foreman: l’ex campione che tenta di riconquistare il titolo contro un avversario più giovane e potente, tutti si aspettano che schivi e danzi per evitare i colpi e invece sta fermo e incassa/para per far sfiancare l’avversario e finirlo quando l’altro è ormai cotto
Insomma alla fine si scoprì che la saga di Rocky è un tributo ad Alì! XD Non sapevo proprio di lui vs Inoki! °_O Devo vedere se c’ è su youtube. Ma credo proprio di si! XD
tra le tante cose indimenticabili di questo film, il flipper di Rocky della gottlieb e gli orecchini per andare a pescare di Mr.T: http://www.pinballrebel.com/pinball/rocky_pinball/rocky_pinball_11.jpg
Bellissimo, bellissimo articolo. Non ho davvero molto da aggiungere perchè siete riusciti a toccare tutti i punti di forza ed i pochissimi momenti deboli.
Vorrei solo aggiungere un particolare sull’abbigliamento di Apollo:
http://unintentionalgreatness.typepad.com/.a/6a0134875a4b8b970c013488176305970c-800wi
Insieme al quinto e quello che ho gradito meno, tutta la questione perdita e ri-acquisizione dell’occhio della tigre da parte di rocky l’ho sempre trovato come un mero pretesto o poco più…il tutto per sviluppare l’amicizia con Apollo che poi porterà a Rocky IV…
Troppo videoclippone venuto male imho, poi i momenti che valgono da soli la visione ci sono sempre, come avere già detto, al contrario ad esempio del quinto capitolo che ragioni per essere rivisto propio non ne ha…
In effetti è l’ unico che ancora non rivedo dopo anni! XD
Muhammad Ali pose delle condizioni assurde per Inoki che per tutta risposta fece il match tirandogli scarpate sulle ginocchie da terra.Hulk Hogan venne cacciato dall’allora WWF perchè si assentò per le riprese del film e venne richiamato due anni più tardi,l’anno dopo venne affiancato per la prima Wrestlemania da Mr T(visto male da Piper per il brutto carattere) per il main event e nel 2005 Hulk Hogan venne inserito proprio da Sylvester Stallone nella Hall of Fame.
Comunque grande film che mette in luce Stallone sul profilo tecnico scrittura e regia.
“Hogan venne cacciato dall’allora WWF perchè si assentò per le riprese del film e venne richiamato due anni più tardi”
Ah, però! °_O
Se ricordo bene è il primo della serie che ho visto.O forse il secondo dopo Rocky.Comunque mi piacque da subito molto e mi piace tuttora.Storia un po’ banale ma la regia è buona e c’è ritmo e azione.Ottimo Mr.T che purtroppo rimane un personaggio episodico.Gran training montage esaltantissimo.Scena preferita : Quando nuota e tira in acqua Paulie (personaggio trattato malissimo in questo film).Peccato non si sia accordato con i Queen la mia band preferita.
Il maggior contributo di questo terzo capitolo alla storia del cinema è riassunto in questa glip. https://www.youtube.com/watch?v=cRglGOXzRww
Poi una cosa: A me Paulie ha sempre ricordato Poldo. Quello dei panini.
W Nanni.
Piuttosto questa: https://www.youtube.com/watch?v=_9K1nFS26mY
Boia dé!
E’ vero, questo film segna la svolta dalla malinconia del primo capitolo (per me inarrivabile) all’intrattenimento.
Ma ci sta,è fatto bene, il personaggio di Rocky si evolve seguendo praticamente la parabola del suo creatore. E poi The Eye of the Tiger è la OST di qualsiasi mezz’ora di tapis roulant in palestra dopo l’epifania.
PS
la vittoria ai golden globes di stallone è stato l’unico raggio di sole in una serata merdosissima dove per l’ennesima volta abbiamo visto il conformismo hollywoodiano emergere sopra ogni altra cosa. Bleargh.
Eye of the Tiger super colonna sonora magnifico pezzo ad exaequo con no easy wayout. scusate se scrivo male dal telefono
Quindi Clubber e’ ufficialmente Foreman, che trova Cristo nello spogliatoio.
Per quanto riguarda il realismo, mi pare che questo sia l’unico film in cui Stallone per un po’ sembra un pugile vero (nei primi round del rematch). Questo e Rocky Balboa, in cui e’ persino credibile.
A me da piccolo questo Rocky non piaceva per nulla proprio a causa di Clubber, che è davvero uno stronzo integrale dall’inizio alla fine. Come spiegato nella rece questa scelta ha un senso nell’economia della sceneggiatura, però se negli stessi anni vedevi il IV dove Drago al contrario dopo un film da automa schiacciasassi nel finale tira fuori tutta la sua umanità, il confronto era impietoso.
Non so, anche rivedendolo ora secondo me l’antagonista poteva essere gestito meglio, con qualche sfumatura in più. Tutto sommato anch’io lo vedo come un capitolo preparatorio del IV, dove con uno svolgimento simile (sconfitta&morte amico – allenamento – vittoria) tutto viene perfezionato.
clubber lang personaggissimo (scena preferita: sulle scalinate quando provoca sly e insidia adriana): memorabile il sonoro dei suoi cazzottoni e il verso che faceva, avrebbe meritato uno spin off tutto suo al posto di quello dedicato all’atleta modello di freeletics figlio di apollo
Basta con tutto questo miele: ora mi vado a vedere Grudge Match per grande infornata di Meh e Maccosa e Tristezza a Palate.
Oddio, l’ avevo rimosso! Non oso guardarlo! XD
Nonostante tutto io l’ho trovato un po’ pedante.
Ok, certo, bisognava avere un’antagonista però così era troppo semplice e infatti il film ne risente.
Anche il percorso vetta-caduta-risalita-vetta è affrontato su schemi che credo apparissero abbastanza datati pure all’epoca e la cosa non è sostenuta da una carica nemmeno avvicinabile al IV.
Rimangono degli ottimi momenti, come la morte dell’allenatore e la costruzione del rapporto con Apollo. In verità il finale con loro due che si affrontano e che sfumano in quel quadro mitico è forse la cosa migliore di tutto il film, quella che da senso a tutto quanto.
Però boh, mi sembra più che altro un’altro film per fare cassetta anche se venuto comunque benino.
Comunque hype per la rece di domani.
Ecco,vero : la scena della morte di Mickey è girata benissimo e Stallone dimostra di essere credibile.
Non posso che quotare. A proposito di Apollo, ha delle battute che oggi nei film ci possiamo solo sognare purtroppo. Vedi anche: “Domani, continuiamo domani”, “Non esiste domani! Non esiste domani! Non esiste domani”. Lo stesso anno uscì “Rambo” che era di altro livello come si sa.
Questo trailer fatto in casa gasa a bestia comunque! ^^
https://www.youtube.com/watch?v=kh0funIbmlI&t=29s
E ricordiamo anche:
“Ti spacco in due”
“Provaci”
XD
Complimenti per questi articoli su Rocky/Stallone, sono fantastici!
Questo in particolare è perfetto. Non vedo l’ora di leggere quello di RockyIV.
Notizia letta oggi su Coming soon : stanno lavorando a Creed 2 dove stanno studiando come far rincontrare Rocky e Apollo.Come non lo so…
A quanto pare Weathers sarebbe d’accordo…
Non sono d’accordo. Il miglior rocky è si il primo film, ma per la pressione sul personaggio e la cazzutagine del villain vince questo come secondo. È anche meglio de quarto per me. Mr t fa un lavorone. La battuta che piu mi faceva ridere e che ripetevamo con gli amici era; “Un pronostico?… gli farò male”
Cara Redazione, Quantum e Nanni, proprio ieri sera mi sono rivisto questo terzo capitolo e concordo su quasi tutto. Volevo segnalare un dettaglio – neanche da poco – che aggiunge enorme sostanza e struttura al discorso sul “livello di interazione tra fiction e mondo reale orchestrato da Sly”.
Quando c’è la cerimonia per la statua la scena si apre sulla banda cittadina che esegue la nota colonna sonora di Conti. E’ metacinema puro, un colpo di genio. In quel momento è chiaramente un riferimento alla vita reale di Stallone, i personaggi di un film non hanno mai sentito quella musica, non possono conoscere la colonna sonora del film stesso, è un “Fuori Campo” (beh, a parte eccezioni come il batterista in Birdman o il gruppo su L’aereo più pazzo del mondo, o il Woody Allen che non prende sonno e apre l’armadio trovandoci dentro la suonatrice di arpa che stava appunto sottolineando musicalmente la scena ma che non faceva prender sonno a Woody… )
Questo a differenza degli altri l’ ho visto che andavo già alle superiori.
Poteva essere il coronamento della trilogia del percorso di “Rocky” sopra descritto. Però, nonostante i bei temi riflessivi affrontati, Sly inizia a dare corpo a quella sorta di minimalismo narrativo che subirà anche Rambo nei sequel. Il durare 20 minuti in meno dei due precedenti non aiuta.
Però ha i suoi pregi: il citato e divertente incontro con HH, Apollo allenatore, il sempre rapporto di amore-odio con Mickey con cui abbiamo la scena secondo me più bella di tutto il film e CL, come detto sopra, la versione “cattiva” di Rocky.
Alla fine è un film gradevole, ma manca un pò di quella profondità che avevano i primi due. Forse perché quì paradossalmente rispetto all’ 1 ed al 2 la boxe è in primo piano. Boh!
P.S. Ma perché nella nostra versione Adriana ora sfoggia il nome originale!?! °_O
“Lo senti questo silenzio? Quando ci si ritira è anche peggio”. XD
“è uno di quei pezzi che capitano una volta in tutta la vita, perfetto, indovinatissimo, destinato a diventare l’inno ufficiale di Rocky assieme a Gonna Fly Now nonché la workout song definitiva per tutte le generazioni a venire.”
Più unico che raro azzeccare un pezzo che eguagli il primo!
” e aver scartato You’re the Best di Joe Esposito, che verrà usata due anni dopo per Karate Kid”
Ah, però! E chi ha diretto KK? XD Il cerchio si chiude.
Son d’accordo sull’interpretazione della scena in cui Rocky fa il fighetto con Paulie, ma a parte questo no: Paulie (enorme personaggio, certo) è per tutta la saga qualcosa a metà fra una zecca e un piantagrane. A parte dare a Rocky qualche bistecca nel primo film (mentre fa cose come scroccare bevute in cambio, o cercare di scoraggiarlo dall’uscire con sua sorella) è sempre al traino. Senza Rocky lui non esiste, Rocky invece sì. Naturalmente resta sempre e comunque un vero amico, ma è Rocky a salvare lui, non il contrario.
Sono sempre stato convinto che Stallone non sarebbe mai potuto essere un peso massimo e stasera mi sono preso la briga di controllare.
Era definitissimo, non credo che di statura sia molto alto, quindi come potrebbe pesare 90 kg?
E infatti in questo articolo
https://www.menshealth.com/fitness/a35960031/sylvester-stallone-rocky-lowest-body-fat-abs/
viene detto che Stallone pesava 166 pounds, al cambio poco più di 75 kg.
Poi uno si può domandare come sia umanamente possibile arrivare al 2,8% di grasso corporeo…